Comunismo - Scintilla Rossa

MAO ZEDONG: Essere attaccati dal nemico è un bene e non un male

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matteo.morganti
view post Posted on 23/5/2009, 13:39




Sulla "Grande rivoluzione proletaria culturale".
Forse è meglio cominciare dagli antefatti.
Dopo l'esperienza del "Grande balzo" il CC del PCC si trova diviso nettamente in 2 tronconi: da una parte i sostenitori della linea maoista, dall'altra i sostenitori del premier Chou En-lai (penso si capisca il nome, ogni traduzione vale l'altra a causa della differenza alfabetica); e la storia di questo primo periodo della Repubblica popolare è caratterizzata da questi continui scossoni, a periodi di grande slancio si alternano periodi di ordine (almeno apparente). Le cause internazionali penso siano arci-note: lo strappo con l'URSS nel 1960, il conseguente isolamente tecnico-produttivo, il mancato aggancio ai cosiddetti paesi non-allineati per la formazione del terzo blocco (Bandung sarà solo un fuoco di paglia) ... A questo si sommano alcune stagioni di grave carestia che non fanno che peggiorare la situazione. Dicevo, dopo il parziale fallimento del Grande balzo, a metà: buoni risultati economici nei settori fondamentali (ma spesso l'agricoltura viene tralasciata per concentrarsi sull'industria pesante), ma un disastro totale nei mezzi di consumo; si fronteggiano 2 linee nel partito e prevale momentaneamente quella degli "economisti occidentali" del blocco di En-lai; si cerca di ricalcare (pur non ammettendolo) il percorso sovietico non insistendo eccessivamente sulla velocità dell'industrializzazione ma garantendo i dovuti margini all'accumulazione; la linea maoista viene relegata in disparte ma nessuno ha il coraggio di "pensionare" Mao perchè sanno che che gode di un prestigio tale che sotterrarlo sarebbe un atto di autolesionismo. Mao si defila (in questo è uno dei migliori politici che la storia conosca, e gli anni della guerriglia gli hanno affinato le doti di tattico) e prepara la riscossa. Puntualmente la linea moderata incontra sempre crescenti insuccessi ed ormai il terreno è maturo per la rivincita ... il ritorno di Mao è un crescendo d'estremismo. La battaglia contro la burocrazia è ottima, ma è il pretesto per liquidare tutto il CC, non si fa sconto a nessuno, le umiliazioni sono pubbliche e tragicomiche (costretti a passare tra le guardie rosse che li ricoprono di sputi con le orecchie da asino); Mao non ha pietà per nessuno (anche il suo fido guerrigliero Lin Biao finirà assassinato in un incidente aereo, il più grande generale della guerriglia, l'uomo da cui ha imparato il grande Giap, viene ucciso per sospetti degni del terrore staliniano) e in un crescendo di delirio si avventura in imprese impossibili. Il comun denominatore di tutto questo periodo (circa 1965-1976) è l'avventurismo: produzione d'acciaio in altoforni improvvisati quando anche i novellini sanno che uscirà ferraccio da usare come rottame per una vera acciaieria; un nuovo colpo di mano sulle comuni rurali che crea solo disordine e continue revisioni nelle norme contabili per motivi molto semplici e che non hanno bisogno di spiegazione (l'unità di conto per la ripartizione viene continuamente spostata); una distruzione totale degli organi statistici accusati d'essere spie borghesi (in questo modo la produzione non è verificabile e per una pianificazione ciò è il colpo di grazia); la liquidazione dei quadri industriali che soli avevano le competenze maturare in decenni d'esperienza (e chi ha lavorato nelle grosse centrali elettriche o in acciaierie o comunque in grosse fabbriche meccaniche o elettromeccaniche sa quanto è difficile la loro gestione); continui flussi migratori dalle campagne alle città e viceversa (con conseguenti raccolti buttati)...e potrei continuare ancora.
Tirando le somme: dietro la facciata della lotta alla burocrazia, dietro il "fuoco sul quartier generale", dietro i "fioriscano i cento fiori, fioriscano cento scuole di pensiero", si nasconde un complicato intreccio d'interessi burocratico-industriali-militari che Mao da solo non poteva sperare di controllare; del resto l'aveva capito durante la guerriglia: la Cina ha milioni di piccoli poteri dispersi e questi sono i veri centri di poteri, creando il disordine a cui ha portato l'esaltazione della violenza, non ha fatto che eccitare capetti locali ansiosi di riconquistare il potere perduto nel 1949; morale della favola: la repressione dell'APL si è abbattuta come una scure sui giovani delle guardie rosse al termine del periodo.
 
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Sakiemi
view post Posted on 23/5/2009, 14:10




Grazie per avermi strappato un enorme risata, fin dalle prime righe!
Il grande Chu En Lai contro Mao? Ridicolo!
La linea economista occidentale filo sovietica era guidata da Deng Xiaoping, Chu En Lai era dalla parte di Mao e durante la rivoluzione culturale lo aiutò e lo appoggio moltissimo.
Lin Piao morì in un incidente, non fu ucciso. Ma del resto lui era capo dell'esercito e anche se era maoista, mirava a diventare capo assoluto del regime militare. Non fu ucciso, ma l'incidente fu fortuito.
Le comuni, come il grande balzo, portarono ad un progresso enorme in alcune località, un regresso in altre dovuto all'inesperienza di gestione cooperativa.
L'eliminazione dei quadri dirigenti e degli specialisti, che furono mandati a lavorare (Deng venne mandato a costruire trattori) fu una cosa ottima. Nelle fabbriche ormai predominava il dirigente unico al contrario del periodo di Stalin in Urss, gli specialisti erano dei despoti e la gestione collettiva era un ricordo dei bei tempi dell'anteguerra, durante i Soviet nello Chansi ecc.
Fu una cosa ottima l'eliminazzione dei quadri e la sburocraticizzazione, in moltissimi casi portò progresso, in altri regresso. Ma questo mi pare ovvio ed è normale in movimenti di quel genere.
Mao non aveva dietro nessun interesse burocratico-industriale-militare, al massimo lo avevano i borghesi economisti filo sovietici.
Per provare quanto da me detto, che spaventò e colpì durissimamente la borghesia cinese, i cani di Deng scagliarono la scure contro il maoismo e le guardie rosse, prima con l'uccisione dei quattro, poi con lo scioglimento di tutte le comuni e soviet, con il ripristino del dirigente unico ecc.
 
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view post Posted on 23/5/2009, 15:26
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E' vero matteo, il tuo intervento è degno del peggiore anti "terrore staliniano". :D
 
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matteo.morganti
view post Posted on 23/5/2009, 16:24




Sakiemi, hai una bella dose d'arroganza per essere un ragazzino nato nel 95, forse dovresti essere più umile e fare ancora qualche po' di strada prima di fare questi commenti sprezzanti. Studio il marxismo dagli anni che tu hai quasi e queste manifestazioni di stizza mi fan un po' sorridere, ma va beh, è l'età.
Il premier Chou En-Lai fu graziato durante l'epurazione del partito solo perchè era l'interlocutore privilegiato dei paesi occidentali che stavano cominciando a fornire la tecnologia moderna alla Cina, dopo che l'URSS ritirò i propri tecnici e disdisse gli accordi commerciali a cavallo del 1960; ma è mancanza di basi storiche affermare che la linea maoista fosse appoggiata da Chou En-lai, anzi, il primo ministro era il mediatore che cercava di tenere insieme un ufficio politico ormai inesistente perchè tutti i poteri erano passati al gruppo per la rivoluzione culturale; Mao non era il primo venuto in politica, sapeva bene che Chou En-lai era troppo importante per poterlo far fuori senza conseguenze, ma nonostante ciò fu pubblicamente insultato in pubblico dalle guardie rosse su ordine di Mao in persona (cercalo il filmato, non è difficile trovarlo).
Lin Piao morì in un incidente come Ustica lo fu ... un aereo che parte di nascosto verso la Mongolia Esterna senza rotta tracciata e che improvvisamente scompare con rottami sparsi per chilometri ... e subito dopo essere stato accusato di complotto ...
Le comuni rurali (nota bene, quelle urbane furono un fuoco di paglia durato qualche mese) avevano non lo scopo d'accelerare lo sviluppo (persino un digiuno d'economia sa che il capitalismo non si sviluppa in agricoltura se non dopo aver espresso una buona parte del proprio potenziale nelle industrie principali), ma servivano come rimedio temporaneo per la razionalizzazione dei pochi mezzi di produzione che avevano a disposizione i contadini, forse non ti è chiara la situazione in Cina nelle sue campagne, ti fai un'immagine inesistente, un quadro dipinto con i colori occidentali ... Ancora oggi nella gran parte della campagna lavorare la terra significa zappare a mano ed arare con animali da soma, e la comune serviva per creare un piccolo fondo d'accumulazione primitiva (previo accumulo tra le varie comuni) per i lavori d'irrigazione, di sistemazione idrica, per dissesti idro-geologici ... ma sostenere che creavano sviluppo è non aver compreso il senso della loro creazione; per fortuna i maoisti non erano così ingenui, sapevano che tutto potevano creare fuorchè sviluppo, erano solo una toppa in attesa che l'industrializzazione facesse il proprio corso, ma più ancora erano il giusto seme per creare cooperazione.
Quegli stolti che credono sia facile dirigere un distretto industriale dovrebbero essere mandati a costruire risaie, ci vuole tecnica che dei contadini semi-analfabeti non hanno, la troppo fretta di maturare porta a queste degenerazioni, è stupido credere di lottare contro la burocrazia mandando qualche pecorone a costruire trattori, le leggi economiche non conoscono questo genere di soggettività, I MARXISTI LO SANNO, la dialettica forze produttive / rapporti di produzione non si muove per spinta di soggetti singoli, MAI.
Invece di fare l'esaltazione, è meglio imparare a leggere gli avvenimenti. E tu Sakiemi sei ancora molto distante dal poterlo fare, altrimenti non si spiegherebbe perchè ci sono compagni che passano 4 anni di vita a studiare Il Capitale, se bastasse la terza media per la scienza, avremmo fisici nucleari pieni di acne.
 
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Sakiemi
view post Posted on 23/5/2009, 17:27




Potenzialmente potrei risponderti con citazioni da un libro. Ma intanto vorrei conoscere le fonti sulla base delle quali affermi quanto hai detto.

Non sono minimamente toccato dai tuoi commenti relativi a me, se ti può far piacere/dispiacere saperlo.
C'ho 13 anni, ma non mi sento superiore a te, nè a carre nè a moltissimi altri utenti di questo forum. L'arroganza, che non mi pare ci sia stata ma ammesso che ci fosse, è dovuta alle tue affermazioni che in base alle mie fonti sono assolutamente false. Penso di saper riuscire a leggere gli avvenimenti, ma non quanto te o gente che studia da 4 anni il Capitale. Piuttosto un tantinello arrogante sei stato tu. Mao, quello sordo e cieco, diceva che i vecchi non devono sentirsi superiori ai giovani e viceversa. Mi sà che tu un tantino di arroganza nei miei confronti l'hai avuta, specie con quei commenti sull'età. Per carità, magari c'hai pure ragione, ma i comportamenti di questo genere, che deridono in base all'età li ho sempre odiati e preferisco lasciarli ai fasci.
 
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view post Posted on 23/5/2009, 22:15
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Il signor matteo morgarroganti viene a confondere le cose.
Una cosa è fare una ricostruzione storicamente accettabile sull'arretratezza delle campagne cinesi, un'altra cosa è dichiarare che Mao, sordo, muto, cieco e rincoglionito - perché questo è quello che hai detto - abbia lanciato una Grande Rivoluzione Culturale Proletaria sulla base di qualche grave deficit organico a livello encefalico.
Così come è risibile, risibile perché i fatti e la lettura delle Opere Complete di Mao lo dimostrano, che l'apporto di Mao al marxismo-leninismo è finito nel 1940, come sostenuto dal signor matteo morgarroganti, altrettanto contrario ai fatti, dimostrabili appunto anche con la lettura degli interventi di Mao durante la Rivoluzione Culturale, è l'assunto che il Presidente Mao fosse totalmente rincitrullito all'epoca dei fatti in questione.
La Rivoluzione Culturale è stato un tentativo, probabilmente tardivo ed insufficiente, per estirpare la borghesia rinascente di continuo all'interno del Partito del proletariato. E come tale va analizzato. Cioè va analizzato, almeno qui, in questo forum comunista, con le categorie del marxismo-leninismo - ed eventualemente con queste criticato - e non con le categorie dell'ideologia della classe dominante.

Inoltre, in OT, vorrei far notare al Sig. Matteo Morgarroganti che dalle parti dei marxisti, non si giudicano le persone in base all'età e nemmeno al tempo impiegato a studiare il Capitale.
Faccio presente al Sig. Matteo Morgarroganti che i signori Bernstein o Kautsky avevano studiato Marx ed Engels sicuramente più di lui (del sig. M.M.) e probabilmente più di ogni altro marxista o sedicente tale, loro contemporaneo. Purtuttavia furono dei traditori e dei rinnegati del marxismo. Invece il fuciliere lettone che si battè nel '17 per la Rivoluzione d'Ottobre, sicuramente sapeva poco o niente di Marx e di Engels, ma aveva quel giusto e sano odio di classe che gli permise di essere il protagonista di un fatto storico d'importanza epocale e di rendere servigio al proletariato di tutto il mondo.
Gradirei, almeno nelle sezioni da me moderate, che non si ripetessero discriminazioni in base all'età dei compagni.

P.S.: non mi meraviglio più, ormai, di dover fare polemica con soggetti che parlano di "terrore staliniano". Giuseppe, suo malgrado, è diventato e resta una vera e propria discriminante.
 
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Sakiemi
view post Posted on 24/5/2009, 11:05




Ringrazio carre per i suoi commenti inerenti a quanto detto da morganti riguardo la mia età.

Ad ogni modo, aspetto ancora le fonti in base alle quali Morganti afferma che Chu En Lai era avversario di Mao. Questo è un punto focale della faccenda ed anche io ho le mie fonti che affermano il contrario (Storia della Cina contemporanea, di Edoarda Masi).
Circa la questione teorica carre è stato molto esauriente.
Invece riguardo la Rivoluzione Culturale in sè volevo soffermarmi un attimo.

Come giustamente Morganti ha detto, non aveva certo lo scopo di accellerare l'economia e la produzione. Io ho semplicemente affermato, caro Matteo, che durante la Rivoluzione Culturale in molte acciaierie, fabbriche ecc. la produzione aumentò notevolmente.
Le Comuni del Popolo avevano senza dubbio lo scopo di razionalizzare i mezzi di produzione scarsi e insufficienti, le campagne cinesi erano senza dubbio arretrate.
Ma questo non giustifica assolutamente il dispotismo dei dirigenti unici nelle fabbriche e nelle aziende agricole, come accadeva intanto dell'Urss del rinnegato Krusciov. Perchè gli economisti di destra come modello utilizzavano proprio quello sovietico revisionista: dirigente unico, democrazia di base assente, specialisti tecnici dal potere pressocchè assoluto.
Benissimo. Mao è forse condannabile per aver cercato di riaffermare la democrazia di base nelle aziende agricole e industriali? Di certo servono specialisti per costruire risaie e industrie, ma che differenza c'è tra socialismo e capitalsimo se questi specialisti hanno un potere dispotico nelle aziende da loro gestite?
Con la Rivoluzione Culturale moltissimi specialisti e dirigenti, professori universitari e quadri, tra cui lo stesso Deng, vennero mandati a zappare la terra. Questo causò inefficenze nella produzione, poichè i contadini e gli operai semi analfabeti non riuscivano sempre a controllare e a gestire le aziende, ma d'altro canto si riaffermò la democrazia di base ad ogni livello. Molti dei quadri, tra cui lo stesso Deng, vennero poi richiamati da Mao che voleva reintegrare i quadri più capaci per colmare le inefficenze, da grande statista e intellettuale capace quale era. Penso che alla luce di questi fatti la Rivoluzione Culturale si commenti da sola.
Ma essa comprendeva anche una sburocraticizzazione totale nel PCC. Non ci possiamo limitare, come il Sign. Morganti ha fatto, ad analizzare le conseguenze che ha avuto nell'economia. No, noi marxisti non possiamo limitarci ad una visione di comodo, superficiale e unilaterale.
Nel partito i quadri erano corrotti e burocratici quasi ad ogni livello, e i funzionari di partito localmente erano onnipotenti. Questo è Socialismo, sign. Morganti? Direi di no. Lei dice infatti di essere contrario a questo tipo di socialismo, benissimo. Dica allora cosa avrebbe dovuto fare per sburocraticizzare un Partito che governava il secondo paese per grandezza e il primo per abitanti del mondo, che era corrotto e burocratico ad ogni livello?
Si scelse la via dei fucili, e il partito in pochissimo tempo venne smantellato, i quadri o eliminati e mandati a lavorare in fabbrica. Così si sburocratizza un partito.
 
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matteo.morganti
view post Posted on 24/5/2009, 11:24




Tenetevi i vostri miti, io mi tengo la mia scienza. Chi vivrà, vedrà.
Saluti leninisti (non stalinisti, nè maoisti)
 
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Sakiemi
view post Posted on 24/5/2009, 11:25




CITAZIONE
non stalinisti, nè maoisti

Interessante perchè sia Stalin che Mao erano leninisti.
CITAZIONE
enetevi i vostri miti, io mi tengo la mia scienza.

I miti lasciamoli ai fasci. Il nostro è marxismo, non so il tuo.
CITAZIONE
Saluti leninisti

Ciao.
 
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matteo.morganti
view post Posted on 24/5/2009, 11:38




Rispondo a Carre perchè fa una immensa confusione teorica, e da questo si comprende quanto non arrivi a sfiorare il marxismo.
La discriminante non sta nel quanto si studia, ma con che metodo si studia. Berstein e Kautsky hanno compiuto errori imperdonali perchè si di dimenticati un piccolo particolare: per studiare Marx (dal 1842 al 1883) o Engels, o Lenin, o qualsivoglia marxista, bisogna applicare i concetti del marxismo maturo, in un circolo dialettico che solo da ragione di Marx o di altri marxisti. Carre invece fa dell'empirismo puro e crede di applicare categorie di pensiero alla realtà, non accorgendosi che quando penso lo zucchero non ho pensieri zuccherati, confonde continuamente pratica teorica ed altre specie di pratiche, e così ripiomba nella filosofia pre-marxista che non distingue reale e concreto-di-pensiero. Del resto anche Engels si è sbagliato a volte nel giudicare alcuni concetti di Marx, ma se Engels è scusabile perchè a quel tempo la rivoluzione teorica marxiana s'era portata così avanti, che l'uomo Engels non disponeva di concetti adeguati per esprimerla, Carre non è scusato perchè ora li abbiamo. Probabilmente Carre legge Il Capitale con un filosofia empirista, ed è convinto di leggerlo correttamente, peccato che invece lo legge in modo totalmente errato. Marx è applicabile a diverse pratiche (soprattutto a quella economica) perchè è corretto, non è, viceversa, corretto perchè applicabile. Bisogna ficcarselo bene in testa: da un frutto non tirerò mai fuori nessun concetto, al massimo vitamine, ma non pensieri.
Tornerò sull'argomento perchè Carre porta alla luce il punto fondamentale che Marx ci ha spiegato per almeno 20 anni della sua vita: non si fa ricerca scientifica con una filosofia spontanea (che esce poi da dove? bho), ma occorre plasmare il metodo al contenuto che si sta per indagare. Invece Carre usa ancora categorie ideologiche proprio perchè spontanee: se non ci fosse bisogno di costruirsi concetti adeguati all'oggetto che si studia, ci sarebbero minatori in grado d'elaborare la teoria della relatività ristretta.
 
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view post Posted on 24/5/2009, 21:59
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E dove avrei mai affermato questo popò di erudite quanto erronee ed incomprensibili argomentazioni?
Se ti leggessi o rileggessi Lenin sapresti che il rinnegato Kautsky era una totale autorità del marxismo, che aveva studiato molto e con molto metodo.
L'empirismo, nonché, permettimi d'aggiungere, l'eclettismo invece mi sembra tipico di chi spara sentenze salomoniche su Mao e su Stalin.
Sentenze che equivalgono ad asinerie sesquipedali.
 
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view post Posted on 21/1/2023, 16:08

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Sapete se Mao ha mai pronunciato la seguente frase?

when the productive forces are held back by social relations, the tools speak through people.

Non riesco a coglierne la metafora...
 
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view post Posted on 21/1/2023, 17:05
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QUOTE (k7ygd @ 21/1/2023, 16:08) 
Sapete se Mao ha mai pronunciato la seguente frase?

when the productive forces are held back by social relations, the tools speak through people.

Non riesco a coglierne la metafora...

Dove avrebbe detto sta frase Mao?
 
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view post Posted on 21/1/2023, 18:10

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sto leggendo questo

http://www.bannedthought.net/International...olPot_eng25.htm

al penultimo paragrafo del capitolo A FRENCH COLONY e' scritto che Mao pronuncio' quella frase
 
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view post Posted on 21/1/2023, 18:27

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Non so se l'abbia detta. Se l'avesse detta, il significato potrebbe essere che quando lo sviluppo delle forze produttive è tenuto a freno da norme sociali, allora gli strumenti (di produzione) parlano attraverso le persone nel senso che i lavoratori tendono naturalmente a parlare, cioè a ribellarsi, contro questi freni sociali, e così facendo spingono nella direzione dell'uso più ottimale degli strumenti (di produzione). Sarebbe una metafora nel senso che gli strumenti produttivi desidererebbero per loro natura essere usati nella maniera più efficiente possibile, ovvero c'è una tendenza naturale verso la massimizzazione dell'efficienza nell'uso di tali strumenti.
 
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