Lepontico bello, continui a fare lo gnorri.
Suilla censura. E' evidente che in un paese a direzione marxista-leninista non c'è bisogno di una legge apposita sulla censura.
Ma noi stiamo parlando di un paese a direzione revisionista.
E non si esce dal revisionismo propugnando le "libertà" borghesi, rafforzando la borghesia con i cosiddetti "diritti civili", con la cosiddetta "libertà di stampa" e così via, invece di reprimerla,.
Noi sappiamo bene - non certo tu che sei succube dell'ideologia borghese togliattiana e berlingueriana - che nel socialismo, ovvero nella democrazia proletaria, ovvero nella dittatura del proletariato, esiste massima libertà per le masse e minima libertà per la borghesia.
Quindi propugnare i "diritti civili", la "libertà di stampa" ecc., in un paese che si professa socialista, significa soltanto dare la possibilità alla borghesia di rialzare la testa.
Evidentemente è proprio questo che tu ti saresti augurato, da perfetto servo dell'ideologia borghese, quale sei sempre stato, da quanto si apprende in questo forum.
E' altrettanto evidente che non tutte le "riforme" di Dubcek - di stampo gorbaceviano, si potrebbe dire parlando
a posteriori - si sono potute estrinsecare, a causa dell'intervento dei revisionisti brezneviani.
Gli errori non si risolvono con una sterzata a destra, nel segno di una restaurazione controrivoluzionaria del capitalismo, ma con una sterzata a sinistra nell'ambito del marxismo-leninismo.
Ripeto, da un cultore della personalità di Togliatti e di Berlinguer - nonché del rinnegato Dubcek - non ci si può attendere un'analisi marxista della situazione.
I fatti, i fatti, Lepontico mio, da Bucharin, attravreso Kruscev, fino a Gorbacev, dimostrano che questa era la linea sostanziale della controrivoluzione nei paesi socialisti.
I fatti che sono accaduti, e sui quali non ci può essere contestazione, stanno a dimostrare che non solo l'abbandono della linea leninista per quella semi o filo-capitalista porta alla sconfitta, ma anche che da sempre la borghesia esterna od interna - e che cazzo! Studiati una buona volta Lenin in "Marxismo e revisionismo", invece di sparare cazzate - usano ogni mezzo per minare le basi della costruzione socialista.
CITAZIONE
Se per questo allora Gorbaciov diceva pure che la sua riforma era un ritorno al leninismo reale.
Sono le stesse identiche scemenze che dici tu.
Dubcek, Gorbacev, Tito, Kruscev, Togliatti, Berlinguer, non esiste un solo rinnegato del marxismo, fin dai tempi di Bernstein e di Kautsky, che non proclami di riferirsi alle leggi del marxismo.
Ma la prova dei fatti, l'esperienza - che è fondamentale per un marxista - dimostrano l'esatto contrario!
E la linea rinnegatrice è sempre la stessa: il riconosimento della supremazia degli ordinamenti sovrastrutturali della borghesia, grimaldello per inserire successivamente quelli economici.
Ecco perché si va a finire sempre nel parlare di "diritti civili", di "libertà", di "vie parlamentari", di "riforme" e di altre amenità che la borghesia ha da sempre utilizzato per mascherare il suo dominio.
Lenin, che tu ti rifiuti colpevolmente di studiare, diceva chiaramente "Le forme degli Stati borghesi sono varie, ma la loro sostanza è unica: tutti questi Stati sono in un modo o nell'altro una dittatura della borghesia". Così come altrettanto chiaramente e genialmente spiegava che "il passaggio dal capitalismo al comunismo, naturalmente, non può non produrre un'enorme abbondanza e varietà di forme politiche, ma la sostanza sarà inevitabilmente una sola: la dittatura del proletariato".
Ora, è chiaro a tutti, tranne ai rinnegati di ogni risma, tra i quali non vorrei doverti annoverare, che i vari Kruscev, Dubcek, Togliatti, Berlinguer, fino ai vecchi Bucharin e affini, hanno gettato alle ortiche la dittatura del proletariato - come ampiamente dimostrato anche in questa discussione - ed hanno dimenticato uno dei punti fondanti della nostra (probabilmente non della tua) dottrina, mirabilmente espresso dal compagno Lenin "
L'elemento essenziale della dottrina di Marx è la lotta di classe. Così si dice e si scrive molto spesso. Ma questo non è vero e da questa affermazione errata deriva, di solito, una deformazione opportunista del marxismo, un travestimento del marxismo nel senso di renderlo accettabile alla borghesia. Perché la dottrina della lotta di classe non è stata creata da Marx, ma dalla borghesia prima di Marx e quindi può, in generale, essere accettata dalla borghesia. Colui che si accontenta di riconoscere la lotta delle classi non è ancora un marxista e può darsi benissimo che egli non esca dai limiti del pensiero borghese e dalla politica borghese. Ridurre il marxismo alla dottrina della lotta delle classi, vuol dire mutilare il marxismo, deformarlo, ridurlo a ciò che la borghesia può accettare. Marxista è soltanto colui che estende il riconoscimento della lotta delle classi sino al riconoscimento della dittatura del proletariato. In questo consiste la differenza più profonda tra il marxista e il banale piccolo-borghese (e anche il grande). E' questo il punto attorno al quale bisogna mettere alla prova la comprensione e il riconoscimento effettivi del marxismo".
Quindi Dubcek, gli altri sopracitati e tu, nel tuo infinitamente piccolo, siete dei
banali piccolo-borghesi.
Devo darti comunque atto che, dopo essere stato smerdato a più riprese su tutta la linea, dopo essere stato battuto in breccia su ogni argomento, hai la costanza d'acciaio di continuare ad esporre le tue mendaci teorie sconfitte dalla storia.
Altri, diversi da me, direbbero che hai la faccia come il culo ....