| 2. Primo discorso pronunciato al Presidium del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista per la Questione Americana, 14 maggio 1929
Compagni, siamo di fronte a un fatto unico, degno della nostra più seria attenzione. Un mese è già passato da quando la delegazione americana è arrivata a Mosca. Da quasi un mese intero ce ne stiamo occupando, discutiamo i problemi del Partito Comunista Americano e indichiamo i metodi per risolvere la situazione che si è creata. Ogni membro della delegazione ha avuto l’opportunità di esprimere il suo punto di vista e criticare i compagni che non erano d’accordo con lui. Sapete che hanno esercitato questo diritto in pieno, senza il minimo impedimento da parte del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista. Sapete che il compagno Lovestone ha insistito perché i compagni russi esprimessero le loro opinioni. Sapete che i compagni russi hanno già detto la loro sugli aspetti essenziali della questione. Di conseguenza, la commissione ha soddisfatto tutte le condizioni necessarie per trovare una soluzione e arrivare a una conclusione. E che cosa scopriamo? Invece di un atteggiamento serio verso la questione e una buona disposizione a porre fine una buona volta al frazionismo, abbiamo una nuova ondata di frazionismo tra i membri della delegazione americana e un nuovo tentativo di minare l’unità del Partito Comunista Americano. Alcuni giorni fa eravamo ancora senza la risoluzione del Comintern sulla questione americana. Quello che avevamo era uno schema dei principi generali della decisione, uno schema sullo sradicamento del frazionismo. Ma invece di attendere fino alla pubblicazione della bozza, la delegazione americana, senza sprecare parole, ha diffuso la dichiarazione del 9 maggio, una dichiarazione di natura ultra-frazionistica, una dichiarazione contro il Partito. Sapete con quale ostilità i membri della Commissione del Presidium hanno accolto tale dichiarazione. Sapete che la Commissione l’ha criticata riga per riga. Ci si poteva aspettare che la delegazione americana valutasse la cosa e correggesse i suoi errori. In realtà è successo l’esatto contrario. La bozza delle proposte della Commissione, che è stata distribuita a tutti i membri del Presidium e della delegazione americana, era appena apparsa quando la delegazione americana ha diffuso la dichiarazione del 14 maggio, ancora più frazionistica e anti-partitica di quella del 9. Ovviamente conoscete bene quella dichiarazione. Il compagno Gitlow l’ha letta durante il suo discorso. L’elemento fondamentale di questa dichiarazione è che proclama la tesi di non-sottomissione alle decisioni del Presidium. Ciò significa che il frazionismo estremo dei leader della maggioranza li ha portati sulla strada dell’insubordinazione, e quindi a un conflitto con il Comintern. Non si può negare che i nostri compagni americani, come tutti i comunisti, hanno il diritto di essere in disaccordo con la bozza della decisione della Commissione e hanno il diritto di opporsi. Finché si limitano all’esercizio di questo diritto, non c’è e non può esserci niente di sbagliato. Ma il problema è che la dichiarazione del 14 maggio non si ferma lì. Va oltre; sostiene che la lotta deve continuare anche dopo che la bozza è diventata la decisione del Presidium. Perciò dobbiamo mettere in chiaro la questione con i membri della delegazione americana: quando la bozza assume la forza di una decisione obbligatoria del Comintern, si considerano autorizzati a non sottomettersi a quella decisione? Abbiamo discusso la materia in Commissione per un mese intero; abbiamo avuto molte discussioni; abbiamo speso moltissimo tempo sulla questione, tempo che poteva essere impiegato in modo più profittevole; alla fine siamo arrivati al punto in cui il tempo per discutere era finito e stavamo per adottare una decisione che deve essere obbligatoria per tutti i membri del Comintern. E ora sorge una domanda: i membri della delegazione americana, in quanto comunisti e leninisti, si considerano autorizzati a non sottomettersi alla decisione del Comitato Esecutivo sulla questione americana? Questo è il punto cruciale della questione, compagni. Permettetemi ora di procedere a esaminare la dichiarazione in sé. La dichiarazione del 14 maggio è stata stesa con una certa abilità. Non dubito che sia stata scritta da qualche scaltro portavoce, da qualche azzeccagarbugli. Giudicate voi. Da un lato, la dichiarazione sostiene la completa lealtà verso il Comintern, l’incrollabile fiducia degli autori nell’Internazionale Comunista non solo nel passato, non solo nel presente, ma anche nel futuro. Ovviamente questo è eccellente, ammesso che non sia solo una vuota promessa. Dall’altro lato, la dichiarazione afferma che gli autori non possono assumersi la responsabilità di mettere in pratica la decisione del Comitato Esecutivo del Comintern. Dice testualmente: “Ci sono valide ragioni che ci impediscono di accettare la nuova bozza, di assumerci la responsabilità di fronte ai membri del Partito dell’esecuzione di questa lettera, di approvare l’inevitabile danno irreparabile che la linea di questa nuova bozza dovrà portare al nostro Partito”. In altre parole: da un lato, completa lealtà; dall’altro, il rifiuto di mettere in pratica le decisioni del Comintern. E questa sarebbe lealtà verso il Comintern! Veramente una pratica da azzeccagarbugli! Vi immaginate un comunista, non un comunista sulla carta, ma un vero comunista, che si dichiara leale con il Comintern e allo stesso tempo si rifiuta di assumersi la responsabilità di mettere in pratica la decisione del Comintern? Che razza di lealtà è questa? Qual è il motivo di questa duplicità, di questa ipocrisia? Non è ovvio che questa lunga affermazione di lealtà e fedeltà è necessaria al compagno Lovestone per ingannare i “membri del Partito”? Ricorda involontariamente l’indimenticabile Chamberlain, che da un lato è per la pace e la riduzione degli armamenti, e dall’altro fa tutto il possibile per assicurarsi che gli armamenti aumentino e i preparativi di guerra procedano a tutta velocità. Le chiacchiere sulla pace sono necessarie al fine di coprire i suoi preparativi per una nuova guerra. I paroloni sulla lealtà e la fedeltà sono necessari al compagno Lovestone al fine di coprire i preparativi per una nuova lotta contro le decisioni del Comintern. Il compagno Lovestone, ovviamente, non è Chamberlain. Non c’è e non può esserci alcuna analogia tra loro. Ma il fatto che le sue “manovre” ricordino quelle di Chamberlain dovrebbe essere un avvertimento sufficiente per lui. Ma la dichiarazione non si ferma qui, va oltre. Passando dalla difesa all’attacco, proclama la necessità di opporsi alle decisioni del Comitato Esecutivo del Comintern, che ritiene contrarie alla linea del Sesto Congresso dell’Internazionale Comunista. Afferma chiaramente che la decisione della bozza – quella di una lettera aperta del Comintern, che qui al Presidium è stata accolta dall’approvazione generale e che con tutta probabilità sarà approvata dal Presidium del Comintern – è contraria nella forma e nello spirito alla linea del sesto Congresso Mondiale dell’Internazionale Comunista. La dichiarazione afferma chiaramente che: “La nuova bozza… compie una valutazione del lavoro e della leadership del nostro Partito totalmente discordante dalla linea e dalle decisioni del Sesto Congresso Mondiale…” Non cercherò di mostrarvi che queste affermazioni sono misere e indegne calunnie contro il Comintern e i suoi organi esecutivi. Non vale neppure la pena di mostrare che in realtà sono gli attuali leader della maggioranza del Partito Comunista Americano ad aver violato e a violare tuttora le decisioni fondamentali del Congresso del Comintern e dei suoi organi esecutivi sulla liquidazione del frazionismo nel Partito. Il compagno Kuusinen ha pienamente mostrato nel suo discorso che entrambe le fazioni del Partito Comunista Americano, e in particolare la maggioranza, a partire dal 1925 hanno sistematicamente violato le decisioni fondamentali del Congresso del Comintern sulla liquidazione del frazionismo e il ripristino dell’unità. È sufficiente conoscere le risoluzioni del Congresso del Comintern per convincersi che i leader dell’attuale maggioranza sono trasgressori incorreggibili della forma e dello spirito delle decisioni del Comintern. Riguardo al Sesto Congresso del Comintern, nella decisione sul Partito Comunista Americano afferma chiaramente che “il compito principale del Partito è porre fine alla lotta frazionistica, che non è basata su serie differenze di principio”. Che cosa ha fatto il gruppo del compagno Lovestone per mettere in pratica questa decisione del Sesto Congresso del Comintern? Potete vedere da voi, compagni, che finora non ha fatto nulla in questa direzione. Al contrario, ha fatto e sta facendo tutto il possibile per trasformare la decisione del Sesto Congresso in carta straccia. Questi sono i fatti. E se, nonostante questi fatti, la dichiarazione accusa il Presidium del Comitato Esecutivo di aver violato “nella forma e nello spirito” la linea del sesto Congresso Mondiale, questo che significa? Significa che gli autori della dichiarazione desiderano contrapporre le decisioni del Presidium alla linea del sesto Congresso Mondiale, che essi stessi hanno violato e continuano a violare. E perché lo fanno? Lo fanno, nascondendosi come farisei dietro la bandiera del Sesto Congresso, per condurre una lotta contro le decisioni del Presidium. In questo modo gli autori della dichiarazione, per così dire, affermano: Noi, il gruppo di Lovestone, siamo a favore del Sesto Congresso, ma la bozza della lettera aperta del Presidium contraddice la linea del Sesto Congresso; perciò dobbiamo combattere contro la decisione del Presidium, e lo faremo. A quanto apre gli autori della dichiarazione pensano che ci sia qualcosa di nuovo in questa “manovra” ingannevole e che non riusciremo e decifrarne il significato nascosto. Non è così, compagni. Hanno sbagliato i calcoli. La storia del Comintern mostra che i compagni che si sono allontanati da esso hanno sempre cominciato con queste “manovre”. Quando Zinov’ev si allontanò dal Comintern, iniziò contrapponendo la linea del Comintern alle decisioni del suo Comitato Esecutivo. Lo fece per nascondere la sua lotta contro il Comitato Esecutivo con delle chiacchiere sulla linea. Lo stesso vale per Trockij, che iniziò la sua divergenza dal Comintern facendo una distinzione tra la linea e le decisioni del Comitato Esecutivo del Presidium. Questo è il vecchio e logoro sentiero dell’opportunismo, vecchio come il mondo. Dispiace che gli autori della dichiarazione siano finiti sulla stessa strada. Contrapponendo il Comintern e il suo Comitato Esecutivo, gli autori della dichiarazione sperano, come un tempo speravano Zinov’ev e Trockij, di isolare il Comitato Esecutivo dal Comintern. Una speranza ridicola e folle! Gli autori della dichiarazione sembrano dimenticarsi che gli interpreti delle decisioni del Congressi del Comintern sono soltanto il Comitato Esecutivo e il suo Presidium, e non loro. Gli autori della dichiarazione si sbagliano se pensano che i lavoratori americani crederanno alla loro interpretazione invece di quella del Presidium. Questa è la vera natura della dichiarazione della delegazione americana. Perciò la dichiarazione è una piattaforma di lotta contro la linea del Comintern in nome dell’oscillazione opportunista, in nome del frazionismo senza principi, in nome della violazione dell’unità del Partito Comunista Americano. Passiamo alla bozza della Commissione. Qual è la base della bozza della Commissione che ora viene offerta alla considerazione del Presidium? Si basa sull’idea di preservare la linea del Comintern all’interno del Partito Comunista Americano, sull’idea di bolscevizzare il Partito Comunista Americano, sull’idea di lottare contro la deviazione dalla linea marxista e in particolare contro la deviazione di destra, sull’idea leninista dell’unità del Partito, e soprattutto sull’idea della completa liquidazione del frazionismo. Perché alla fine deve essere chiaro, compagni, che il frazionismo è il male fondamentale del Partito Comunista Americano. Nella storia del movimento rivoluzionario della classe lavoratrice, non è stato raro che noi bolscevichi abbiamo avuto occasione di condurre una lotta frazionista contro l’opportunismo. Era al tempo in cui bolscevichi e menscevichi si trovavano in un partito comune, quando i bolscevichi furono costretti a organizzare una fazione al fine di abbattere l’autorità del socialdemocratici, per organizzare una scissione dalla socialdemocrazia e creare il nostro Partito Comunista. A quel tempo il frazionismo era utile e necessario. Ma ora? Ora la questione è diversa. Le condizioni sono radicalmente cambiate. Ora abbiamo i nostri Partiti Comunisti monolitici, sezioni dell’Internazionale Comunista. Ora il frazionismo è pericoloso e dannoso perché indebolisce il comunismo, indebolisce l’offensiva comunista contro il riformismo, mina la lotta contro la socialdemocrazia nel movimento operaio. Evidentemente i nostri compagni americani non capiscono la differenza fondamentale tra il passato e il presente. In che cosa consiste il male del frazionismo all’interno del Partito Comunista Americano? In primo luogo, nel fatto che il frazionismo indebolisce lo spirito del Partito, stordisce il senso rivoluzionario e acceca i militanti al punto tale che, per attaccamento alla fazione, sono obbligati a porre i suoi interessi al di sopra di quelli del Partito, di quelli del Comintern e della classe lavoratrice. Non è raro che il frazionismo arrivi a un punto in cui i militanti, accecati dalla lotta frazionistica, sono inclini a giudicare tutti i fatti, tutti gli eventi della vita del Partito, non dal punto di vista degli interessi del Partito e della classe lavoratrice, ma da quello degli angusti interessi della loro fazione, dal punto di vista del loro tinello. Non sapevano, il compagno Lovestone e i suoi amici, che avrebbero dovuto tenersi alla larga da Pepper e ripudiarlo, così da non essere compromessi come rivoluzionari? Perché, nonostante i numerosi avvertimenti del Comintern, non lo hanno subito ripudiato? Perché hanno agito prima di tutto come frazionisti. Perché ogni scheggia, ogni fibra di corda deve essere presa in considerazione nella lotta tra fazioni, anche ogni povero soldato, ogni povero ufficiale. Perché anche quelli come Pepper possono servire nella lotta. Perché la cecità frazionista li obbliga a porre gli interessi della loro fazione al di sopra di quelli del Partito. Non sapeva, il compagno Foster, che avrebbe dovuto tenersi alla larga dai trotskisti che erano nascosti nel suo gruppo? Perché, nonostante i numerosi avvertimenti, non li ha subito ripudiati? Perché ha agito prima di tutto come frazionista. Perché nella lotta contro il gruppo di Lovestone anche i trotskisti camuffati potevano essergli utili. Perché la cecità del frazionismo stordisce il senso di appartenenza al Partito e porta ad usare indiscriminatamente tutti i mezzi. In verità, questo modo di agire è pessimo e inconciliabile con gli interessi del Partito. Ma i frazionisti per regola sono inclini a dimenticare gli interessi del Partito: tutto ciò a cui pensano è il punto di vista della fazione. In secondo luogo, nel fatto che il frazionismo interferisce con l’addestramento del Partito nello spirito di una politica di principi; impedisce l’addestramento dei quadri in uno spirito onesto, proletario, incorruttibilmente rivoluzionario, libero dalla diplomazia corrotta e dagli intrighi senza principi. Il leninismo dichiara che una politica basata sui principi è l’unica politica possibile. Il frazionismo, al contrario, crede che l’unica politica corretta sia quella della diplomazia di fazione e dell’intrigo senza principi. È per questo che un’atmosfera di lotta frazionistica coltiva non una politica di principi, ma favorisce i manipolatori frazionisti, gli approfittatori esperti e i menscevichi abili nell’ingannare il “nemico” e nascondere le tracce. È vero che questo lavoro “educativo” dei frazionisti è contrario agli interessi del Partito e della classe lavoratrice. Ma ai frazionisti non importa nulla: tutto ciò che importa è il loro tinello diplomatico, l’interesse del loro gruppo. Non è quindi una sorpresa che i politici per principio e gli onesti rivoluzionari proletari non trovano la simpatia dei frazionisti. Dall’altro lato, gli ingannatori e i manipolatori, gli intriganti senza principi, i burattinai nascosti e i maestri nella formazione di blocchi senza principi sono molto stimati da loro. In terzo luogo, nel fatto che il frazionismo, indebolendo la volontà di unità del Partito e minandone la disciplina di ferro, crea al suo interno un particolare regime frazionistico, come risultato del quale l’intera vita interna al Partito è derubata della sua protezione cospirativa di fronte al nemico di classe e il Partito stesso corre il rischio di essere trasformato in un giocattolo degli agenti della borghesia. In termini generali, ciò avviene così: mettiamo che una certa questione sia decisa nel Politburo del Comitato Centrale. All’interno del Politburo ci sono una maggioranza e una minoranza che considerano ciascuna decisione dal punto di vista della propria fazione. Se nel Partito prevale un regime frazionistico, i burattinai di ciascuna fazione informano immediatamente la macchina periferica di questa o quella decisione del Politburo, cercando di prepararla a loro vantaggio e piegarla nella direzione che desiderano. In generale, questo processo di informazione diventa un sistema regolare. Diventa un sistema regolare perché ciascuna fazione considera un dovere informare la sua macchina periferica nel modo che ritiene più utile per mantenere la periferia in una condizione di mobilitazione, pronta a uno scontro con la fazione nemica. Come risultato, importanti decisioni segrete diventano di conoscenza generale. In questo modo gli agenti della borghesia hanno accesso alle decisioni segrete del Partito e possono facilmente usare la conoscenza della vita interna del Partito contro di esso. Questo regime è una minaccia che porta alla completa demoralizzazione dei ranghi del Partito. Ma ai frazionisti non importa, dato che per loro gli interessi del gruppo sono supremi. Infine, il male del frazionismo consiste nel fatto che esso annulla completamente tutto il lavoro positivo svolto dal Partito; priva i militanti della volontà di occuparsi dei bisogni quotidiani dei proletari (salari, ore di lavoro, impoverimento materiale, eccetera); indebolisce il lavoro del Partito nella preparazione dei proletari per i conflitti di classe con la borghesia e perciò determina una situazione in cui l’autorità del Partito deve necessariamente soffrire agli occhi dei lavoratori, e questi, invece di entrare in massa nel Partito, sono spinti ad abbandonarlo. Questo è ciò che ora osserviamo nel Partito Comunista Americano. Di che cosa si sono occupati principalmente i leader della maggioranza e della minoranza? Della fabbricazione di scandali, di ogni tipo di meschina piccolezza frazionista, della stesura di inutili piattaforme e sub-piattaforme, dell’introduzione di decine e centinaia di emendamenti e sub-emendamenti a queste piattaforme. Settimane e mesi vengono sprecati nell’organizzare imboscate alla fazione nemica o, se non si trova nulla, nell’invenzione di falsità contro di essa. È ovvio che il lavoro positivo deve soffrire in un’atmosfera del genere, la vita del Partito diventa gretta, la sua autorità declina e i lavoratori – i lavoratori migliori, quelli dalla mente rivoluzionaria, che vogliono l’azione e non la fabbricazione di scandali – sono obbligati a lasciarlo. Questo, fondamentalmente, è il male del frazionismo tra i ranghi di un Partito Comunista. Perciò, l’obiettivo più importante del Partito Comunista Americano è porre fine al frazionismo e curarsi definitivamente da questa malattia. È su questo che si basa la bozza della Commissione che vi è stata presentata. Alcune parole sulle vanterie con cui il gruppo del compagno Lovestone parla e si presenta qui a nome dell’intero Partito, a nome del 99% del Partito Comunista Americano. Essi non rappresentano mai se stessi che a nome del 99% del Partito. Si potrebbe pensare che tengano quel 99% in tasca. Questo è un brutto modo di fare, compagni della delegazione americana. Lasciate che vi ricordi che anche Zinov’ev e Trockij a un certo punto vantarono trionfi con le percentuali e assicurarono tutti di aver ottenuto una maggioranza del 99% nel PCUS, o che a ogni modo l’avrebbero ottenuta in futuro. Sapete bene, compagni, in che farsa è finita la vanagloria di Trockij e Zinov’ev. Vi inviterei quindi a non vantarvi delle percentuali. Dichiarate di avere una certa maggioranza all’interno del Partito Comunista Americano, e che manterrete quella maggioranza a ogni costo. Questo è falso, compagni della delegazione americana, assolutamente falso. Avete la maggioranza perché finora il Partito Comunista Americano vi ha considerato come dei sostenitori determinati dell’Internazionale Comunista. Ed è solo perché il Partito vi ha considerato amici del Comintern che avete ottenuto la maggioranza. Ma cosa succederebbe se i lavoratori americani sapessero che intendete rompere l’unità dei ranghi del Comintern e state pensando di condurre una lotta contro i suoi organi esecutivi? Questa è la domanda, cari compagni. Pensate che i lavoratori americani seguiranno la vostra guida contro il Comintern, che preferiranno gli interessi della vostra fazione agli interessi del Comintern? Ci sono stati numerosi casi nella storia del Comintern in cui i suoi leader più popolari, che avevano un’autorità più grande della vostra, si sono trovati isolati appena hanno innalzato le bandiere contro il Comintern. Pensate di poter fare meglio di quei leader? Una misera speranza, compagni! Al momento avete ancora una maggioranza formale. Ma domani non l’avrete più e vi ritroverete completamente isolati se pensate di scatenare una lotta contro le decisioni del Presidium. Di questo potete essere certi, compagni. Come fondatore del Partito Comunista Americano, il compagno Lovestone ha fama di essere un leader di talento. Si dice che il Partito non possa funzionare senza di lui, che la sua rimozione potrebbe rovinarlo. Questo non è vero, compagni. Più ancora, non è sincero. Sarebbe un pessimo partito quello incapace di funzionare senza un certo leader. Il Partito Comunista Americano non è così debole come alcuni compagni pensano. In ogni caso, è molto più forte di come viene descritto. Il Partito è costituito dai proletari e non dai singoli leader. Affermare il contrario sarebbe assurdo. E soprattutto, il compagno Lovestone non è poi un leader così grande. Certo, è un compagno capace e di talento. Ma come ha usato le sue capacità? Nella fabbricazione di scandali, in intrighi frazionistici, il compagno Lovestone è certamente un abile e talentuoso burattinaio per la sua fazione. Nessuno glielo può negare. Ma la leadership di una fazione non deve essere confusa con la leadership del Partito. Il leader del Partito è una cosa, il leader di una fazione è una cosa diversa. Non tutti i leader di fazione hanno il dono di essere leader di Partito. Dubito molto che a questo punto il compagno Lovestone possa essere un leader di Partito. È così che stanno le cose, compagni. Chiederete: qual è la soluzione? Secondo me la soluzione è accettare la bozza della Commissione, rigettare la dichiarazione della delegazione americana e imporre a tutti i membri del Partito Comunista Americano il dovere di mettere in pratica senza riserve le decisioni del Presidium. O i compagni americani accetteranno senza esitazione le decisioni della Commissione Esecutiva e le metteranno in pratica, e questo sarebbe un importante passo avanti verso la distruzione del frazionismo, verso l’unità del Partito; oppure rimarranno fedeli alla loro dichiarazione e si rifiuteranno di accettare le decisioni della Commissione, e ciò significherà non la pace, ma la guerra contro il Comintern e tra i ranghi del Partito. Noi proponiamo pace e unità. Se i compagni della delegazione americana adotteranno le nostre proposte, tanto meglio; altrimenti peggio per loro. Il Comintern farà il suo corso in ogni circostanza. Di questo potete essere certi, compagni. Per finire, una parola o due sul nuovo processo di bolscevizzazione delle sezioni del Comintern attualmente in corso. In una conversazione con me l’altro giorno, il compagno Lovestone ha affermato che una sua frase su una “ferita aperta” nell’apparato del Comintern era un lapsus. Mi ha assicurato che la frase era accidentale e non riguardava i suoi rapporti con il Comintern. Ho risposto che se la frase era davvero accidentale non valeva la pena prestarci troppa attenzione, anche se la frase in sé era davvero falsa e sbagliata. Comunque, qualche tempo dopo sono venuto a conoscenza del rapporto fatto dal compagno Lovestone al Sesto Congresso, nel quale parla di nuovo di una “ferita aperta”, ma questa volta non in relazione all’apparato del Comintern, bensì nel capitalismo mondiale. A quanto pare l’espressione “ferita aperta” non è accidentale per il compagno Lovestone. “Ferita aperta” in relazione al capitalismo mondiale implica, dobbiamo dedurre, la crisi del capitalismo mondiale, il processo della sua disintegrazione. E che cosa intende il compagno Lovestone per “ferita aperta” nell’apparato dell’Internazionale Comunista? A quanto sembra, crisi e demoralizzazione nell’apparato del Comintern. Che altro potrebbe significare questa espressione? Che cosa spinge Lovestone a parlare di “ferita aperta” o crisi nell’apparato del Comintern? Ovviamente la stessa cosa che spinge i destri tra i ranghi del PCUS a parlare di crisi e demoralizzazione nell’Internazionale Comunista. Quando parlano di demoralizzazione del Comintern, i destri si riferiscono a fatti come l’espulsione dell’ala destra dal Partito Comunista Tedesco, la débâcle dei destri nel Partito Cecoslovacco, l’isolamento dei destri nel Partito Comunista Francese, la lotta per isolare i frazionisti incorreggibili nel Partito Comunista Americano, e così via. Bene, forse questi fatti sono davvero sintomi di una grave malattia dell’Internazionale Comunista, sintomi della sua demoralizzazione, sintomi di una “ferita aperta”? Ovviamente no, compagni. Solo i filistei e i piccoli borghesi del Partito possono pensarlo. Il fatto è che si tratta di un processo benefico di pulizia delle sezioni dell’Internazionale dagli elementi opportunisti e ondivaghi. I partiti si bolscevizzano e si rafforzano sbarazzandosi della corruzione. chiaro che questo è il significato degli eventi recenti nei Partiti tedesco, cecoslovacco, americano, francese e in altri. Ai filistei nel Partito questo sembra un segno della demoralizzazione del Comintern perché non riescono a vedere più in là del proprio naso. Ma i marxisti rivoluzionari sanno che questo è un benefico processo di bolscevizzazione dei nostri partiti fratelli, senza il quale il proletariato non può essere pronto per gli imminenti conflitti di classe. Molti pensano che nulla sia cambiato nella situazione internazionale recente, che tutto sia rimasto come prima. Questo non è vero, compagni. Il fatto è che vediamo un’accentuazione della lotta di classe in tutti i paesi capitalisti, una crisi rivoluzionaria crescente in Europa, una crescita delle condizioni per una nuova ondata rivoluzionaria. Ieri questo è stato mostrato da uno sciopero generale a Łodz. Non molto tempo fa abbiamo avuto un segnale da Berlino. Domani riceveremo segnali da Francia, Inghilterra, Cecoslovacchia, America, India, Cina. Presto l’aria sarà irrespirabile per il capitalismo mondiale. Il dovere del Partito Comunista è di iniziare subito il lavoro preparatorio per la lotta di classe in arrivo, preparare la classe lavoratrice e le masse sfruttate per le nuove lotte rivoluzionarie. La lotta contro il riformismo e la socialdemocrazia deve essere intensificata. La lotta per portare i milioni di lavoratori verso il comunismo deve essere intensificata. La lotta deve essere intensificata per forgiare gli autentici quadri rivoluzionari e selezionare gli autentici leader di Partito, degli individui capaci di partecipare alla lotta e portare con sé il proletariato, individui che non scapperanno di fronte alla tempesta e non cadranno nel panico, ma navigheranno verso di essa. Ma per svolgere questo compito è necessario iniziare subito, senza perdere un solo istante perché il tempo non aspetta, a ripulire i Partiti Comunisti dagli elementi di destra e conciliatori che rappresentano oggettivamente gli agenti della socialdemocrazia tra i ranghi del Partito Comunista. E dobbiamo iniziare a occuparcene non al solito ritmo ma a un ritmo accelerato, perché, lo ripeto, il tempo non aspetta e non dobbiamo permettere che gli eventi ci colgano impreparati. Un paio di anni fa la questione poteva non essere così urgente, dato che il processo molecolare di bolscevizzazione dei Partiti avrebbe gradualmente eliminato gli elementi ondivaghi e di destra, tutti i Brandlers e Thalheimers e gli altri burattinai di fazione, eccetera. Poteva non essere così urgente perché non c’era pericolo di essere presi alla sprovvista. Ma ora le cose vanno diversamente. Ora rimandare significa essere in ritardo, ed essere in ritardo significa farsi cogliere impreparati dalla crisi rivoluzionaria. Perciò il processo di pulizia dei Partiti rivoluzionari in corso è un processo benefico che rafforza il Comintern e le sue sezioni. I filistei hanno paura di questo processo benefico, e spaventati dicono assurdità sulla disintegrazione del Comintern, proprio perché sono filistei. I rivoluzionari, invece, accoglieranno sempre questo processo benefico, perché allo stesso tempo è parte integrante della grande preparazione dei lavoratori alle lotte di classe in arrivo, che ora è il compito principale dei Partiti Comunisti del mondo. Il merito della bozza della Commissione consiste, tra le altre cose, nel fatto che assiste il Partito Comunista Americano nello svolgimento di questo compito principale.
Edited by Sandor_Krasna - 10/10/2014, 02:24
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