Comunismo - Scintilla Rossa

Sul Partito Comunista degli Stati Uniti (1929), Stalin

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 21/9/2014, 21:00
Avatar

Group:
Amministratori
Posts:
669

Status:


SUL PARTITO COMUNISTA DEGLI STATI UNITI



Presentato alla Commissione Americana del Presidium del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista il 6 maggio 1929, e al Presidium del Comitato Esecutivo sulla questione americana dell’Internazionale Comunista il 14 maggio 1929.
Pubblicato come opuscolo dal Comitato Centrale del Partito Comunista degli Stati Uniti, New York, sine data [1931].


Introduzione



I discorsi del compagno Stalin alla Commissione Americana e al Presidium del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista pubblicati qui non hanno soltanto un’importanza storica, ma anche di attualità politica. Essi illustrano con rapidità la linea del Sesto Congresso in azione e l’applicazione da parte del Partito Comunista degli Stati Uniti delle decisioni del Sesto Congresso sulla lotta contro i pericoli della destra.
Il Sesto Congresso dell’Internazionale Comunista sottolineò la crescita delle tendenze di destra all’interno del movimento comunista mondiale, una crescita causata dalla nuova situazione globale: l’ulteriore decadimento della stabilità capitalista, l’inasprimento della lotta di classe e la radicalizzazione della classe lavoratrice. Negli Stati Uniti queste nuove caratteristiche della condizione mondiale significarono una più profonda stagnazione del capitalismo americano nella crisi generale del capitalismo mondiale, una crescita più rapida delle contraddizioni di classe e un inasprimento della lotta dei lavoratori americani contro il fronte unito dei capitalisti, il loro apparato statale e i loro lacché riformisti. In questa situazione gli opportunisti di destra all’interno del Partito svilupparono soltanto concezioni riformiste su tutte le questioni importanti del movimento comunista. Le più “famose” tra queste concezioni opportunistiche erano le teorie di Pepper e Lovestone sull’eccezionalismo americano, la loro presentazione opportunistica della questione delle contraddizioni intrinseche del capitalismo americano, la loro sottovalutazione del grado di radicalizzazione dei lavoratori, e infine il loro tentativo di nascondere il pericolo di destra sotto l’idea che l’unico pericolo di destra fosse il trotskismo e che non fosse necessario combattere contro le tendenze e le teorie opportunistiche apertamente formulate dagli elementi di destra che all’epoca determinavano la linea politica del Partito.
I discorsi del compagno Stalin mostrano con chiarezza come la lotta contro gli elementi di destra in America faceva parte del benefico processo di ripulitura delle sezioni dell’Internazionale Comunista da elementi opportunisti e incerti. Il compagno Stalin mostrò come questa ripulitura era una conclusione tattica dettata dall’intera analisi della situazione mondiale.

Molti pensano che nulla sia cambiato nella situazione internazionale recente, che tutto sia rimasto come prima. Questo non è vero, compagni. Il fatto è che vediamo un’accentuazione della lotta di classe in tutti i paesi capitalisti, una crisi rivoluzionaria crescente in Europa, una crescita delle condizioni per una nuova ondata rivoluzionaria. […] Presto l’aria sarà irrespirabile per il capitalismo mondiale.
Il dovere del Partito Comunista è di iniziare subito il lavoro preparatorio per la lotta di classe in arrivo, preparare la classe lavoratrice e le masse sfruttate per le nuove lotte rivoluzionarie. […] Ma per svolgere questo compito è necessario iniziare subito, senza perdere un solo istante perché il tempo non aspetta, a ripulire i Partiti Comunisti dagli elementi di destra e conciliatori che rappresentano oggettivamente gli agenti della socialdemocrazia tra i ranghi del Partito Comunista. E dobbiamo iniziare a occuparcene non al solito ritmo ma a un ritmo accelerato, perché, lo ripeto, il tempo non aspetta e non dobbiamo permettere che gli eventi ci colgano impreparati.


Le radici politiche degli errori e delle teorie opportunistiche fiorite nel Partito Comunista Americano sono chiaramente analizzate ed esposte nei discorsi del compagno Stalin. All’inizio del primo discorso dice che entrambi i gruppi interni al partito, la maggioranza e la minoranza, “sono colpevoli dell’errore fondamentale di aver esagerato le caratteristiche specifiche del capitalismo americano”. Questo terreno generale per tutti gli errori opportunisti nel Partito, così esposto dal compagno Stalin un anno fa, è stato confermato dalla successiva evoluzione politica del gruppo controrivoluzionario di Lovestone e dalle più recenti manifestazioni delle tendenze opportunistiche all’interno del Partito.
Per mostrare la necessità dell’analisi di Stalin basterebbe citare la concezione di Lovestone della crisi economica negli Stati Uniti come un mero crollo finanziario e i suoi continui panegirici, degni di un gretto bottegaio, nei confronti del potere e la forza del capitalismo americano, anche quando è immerso nell’orgia di una crisi economica che ne scuote le stesse fondamenta. Basterebbe indicare la sottovalutazione, che tuttora esiste nel Partito, della profondità, della durata e del significato politico della presente crisi economica, così come la sottovalutazione della radicalizzazione dei lavoratori, che determina una nostra arretratezza rispetto alle masse nelle lotte economiche, nell’organizzazione dei disoccupati e nella preparazione del Primo Maggio, per rendersi conto dell’importanza dell’analisi di Stalin delle tendenze di destra nel Partito, e della distinzione, formulata con estrema chiarezza, tra le particolarità specifiche del capitalismo americano (che il Partito Comunista deve considerare nel suo lavoro) e le caratteristiche generali del capitalismo comuni a tutti i paesi, che sono le basi delle nostre attività e il fondamento stesso dell’internazionalismo. Questa distinzione, che segna il confine tra i comunisti e gli opportunisti, deve essere appresa da ogni membro del Partito e applicata realmente in ogni nostro lavoro quotidiano.
Le specifiche caratteristiche dell’opportunismo nel Partito Americano erano la mancanza di principi e una imperante faziosità. Naturalmente la lotta dell’ Internazionale Comunista contro l’opportunismo del Partito Americano è stata diretta contro questa specifica espressione dell’opportunismo americano. Il compagno Stalin nei suoi discorsi dirige i suoi attacchi contro la faziosità e mancanza di principi di entrambe le fazioni del Partito Americano, l’ex maggioranza e i gruppi minoritari. Una delle caratteristiche più rivoltanti di questa insulsa faziosità era la speculazione sulle divergenze nel Partito Comunista dell’ Unione Sovietica, al riguardo Stalin smascherò senza pietà le pretese della minoranza di essere gli “stalinisti” degli Stati Uniti, così come sulla speculazione di Loveston sulla borsa alla sesta convenzione del partito [Chicago, marzo 1929], sulla questione di Bukharin.
Accecate dalla faziosità, entrambe le formazioni, non solo non videro o non mostrarono al partito gli errori opportunistici dei loro stessi gruppi, ma non riuscirono a trovare una soluzione ai lunghi anni di litigi tra fazioni, disarmando il partito nei confronti dei nemici di classe e compromettendolo agli occhi dei lavoratori americani. Il compagno Stalin mostra come la minoranza vedeva una sola soluzione – prendere la guida del partito. E la maggioranza guidata da Lovestone, si preoccupava solo di censurare tutti gli errori opportunistici dei leaders della maggioranza e di soffocare la minoranza. La soluzione data dal Comintern, come anche dai discorsi di Stalin, prevedeva una lotta senza pietà contro gli errori opportunistici di entrambi i gruppi, decisive misure organizzative per fermare la lotta tra le fazioni del Partito Americano e la unificazione del partito non sulla piattaforma della maggioranza o della minoranza, ma sulla linea dell’ Internazionale Comunista. Forse la parte più eclatante dei discorsi di Stalin è quella sull’analisi della faziosità in un partito comunista. Con chiare e semplici parole, con frasi affilate come rasoi, il compagno Stalin esamina questa “piaga” della faziosità in un partito comunista, in un modo comprensibile a tutti i lavoratori, e mostra la necessità di mettere fine a questo crimine. Molte delle prognosi politiche fatte dal compagno Stalin nel maggio dell’anno scorso oggi appaiono realizzatesi. La sua analisi sulla crisi del capitalismo mondiale che si sviluppa in tempi rapidi e che coinvolge il capitalismo americano e le sue dichiarazioni sui 3 milioni di disoccupati come il primo cenno che la crisi matura anche in America, tutte queste previsioni non erano mere ipotesi, ma inevitabili conclusioni derivate da un’analisi marxista della situazione economica mondiale. La stessa accuratezza storica si sono avverate le previsioni sul gruppo di Lovestone. Rispondendo a Lovestone, che difendeva le sue concezioni opportunistiche in nome del 99% del Partito Comunista Americano, il compagno Stalin ha sottolineato che Lovestone è senz’altro un abile e talentuoso marionettista e detiene la maggioranza principalmente perché i membri considerano i leaders della maggioranza come “determinati sostenitori del comunismo internazionale”. Riguardo le cupe previsioni di Lovestone e Gitlow sul fatto che la linea del Comintern distruggerà il partito Stalin ha risposto: “No compagni il Partito Comunista Americano non perirà, vivrà e fiorirà sullo sgomento dei nemici di classe. Solo un piccolo gruppo di fazioni perirà se non accetterà la linea dettata dal Comintern e proseguirà sui suoi stessi errori”. Queste parole potrebbero essere scritte sulla tomba politica, o per meglio dire sulla fogna politica (Brandlerite) dove risposano Lovestone e Gitlow. Sono ancora attuali e opportuni i compiti posti da Stalin al Partito Comunista Americano: bolscevizzazione del partito americano, forgiatura di veri quadri rivoluzionari e leaders rivoluzionari del proletariato, rafforzamento della lotta contro il riformismo e la social-democrazia, preparazione della classe lavoratrice e le masse sfruttate per le nuove lotte rivoluzionarie. Il compagno Stalin ha sottolineato che l’indirizzo del Comintern consiste nell’aiutare il Partito Americano “ a porre fine alle faziosità, creare l’unità nel partito e finalmente immettersi sull’ampia strada del lavoro politico di massa.
Il partito comunista americano dopo un anno di dura lotta può dire che questo compito è stato interamente adempiuto. Il partito ha eliminato la faziosità ed adesso è unito sulla linea del Comintern nel combattere contro tutte le tendenze opportunistiche e tutt’ora si è immesso sulla via del lavoro politico di massa. Il successo organizzativo del partito e la sua crescita come influenza politica nei confronti dei lavoratori americani è la risultante dell’aiuto marxista-leninista del Comintern. I militanti troschisti hanno già scritto un lungo articolo dichiarando che la pubblicazione dei discorsi di Stalin “ovviamente hanno uno speciale ( alcuni dicono occulto ) significato, una macchinazione dietro le quinte, un nuovo intrigo contro qualche compagno americano, nello specifico il primo passo verso il rovesciamento di Foster”. Questi pettegoli politici sono buoni a vedere solo intrighi personali nella bolscevizzazione del partito. Perché il compagno Foster, uno dei più autorevoli esponenti del partito americano , era stato menzionato da Stalin nei suoi discorsi in connessione ad alcuni errori della minoranza di cui lui era il leader e i calunniatori anti-rivoluzionari troschisti si sono affrettati a costruire storie di intrighi personali. A loro potrebbero essere applicate le rabbiose parole di Marx che nel suo “Per la critica della filosofia del diritto di Hegel” indica i rappresentati della scuola storico-giuridica tedesca: “ A loro la storia si mostra a posteriori come il Dio di Israele a Mosè “. Una simile interpretazione della storia è d’altronde tipica dei troschisti. Il loro papa, il loro erede di Marx e di Lenin sulla terra Trotsky, nel suo recente libro sviluppa questa concezione della storia della rivoluzione russa, la storia di due rivoluzioni russe come riflesso della sua brillante personalità e del suo genio; e la storia dello sviluppo del partito russo, dopo la defezione dei troschisti, come il risultato di un intrigo infernale, “una cospirazione degli epigoni”. Forte dell’auto-critica bolscevica, del coraggio di esporsi, criticando e correggendo gli errori passati e presenti, il partito americano seguirà il modello della bolscevizzazione messo in luce dai discorsi di Stalin, e sarà degno della definizione data da Stalin del nostro partito come “uno dei pochi partiti comunisti al mondo a cui la storia ha affidato un compito decisivo dal punto di vista del movimento rivoluzionario”.

Edited by Sandor_Krasna - 28/1/2015, 02:55
 
Top
view post Posted on 22/9/2014, 00:25
Avatar

Group:
Amministratori
Posts:
669

Status:


1. Discorso pronunciato alla Commissione Americana del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista, 6 maggio 1929



Compagni, dato che un certo numero di discorsi è stato letto e la posizione politica di entrambi i gruppi del Partito Comunista degli Stati Uniti d’America è stata chiarita a sufficienza, non intendo parlare a lungo. Non mi occuperò della posizione politica dei leader della maggioranza e della minoranza. Non lo farò perché è diventato chiaro nel corso della discussione che entrambi i gruppi sono colpevoli dell’errore fondamentale di esagerare le caratteristiche specifiche del capitalismo americano. Sapete che questa esagerazione sta alla radice di tutti gli errori opportunistici commessi sia dal gruppo di maggioranza sia da quello di minoranza. Sarebbe sbagliato ignorare le particolarità specifiche del capitalismo americano. Il Partito Comunista deve prenderle in considerazione nel corso del suo lavoro. Ma sarebbe ancora più sbagliato basare le attività del Partito Comunista su quelle caratteristiche specifiche, dato che le fondamenta delle attività di ogni Partito Comunista, compreso quello americano, sul quale esso deve basarsi, devono essere le caratteristiche generali del capitalismo, che sono le stesse per tutti i paesi, e non le caratteristiche specifiche di ogni paese. Su questo si basa l’internazionalismo del Partito Comunista. Le caratteristiche specifiche sono solo supplementari alle caratteristiche generali. L’errore di entrambi i gruppi è che essi esagerano l’importanza delle caratteristiche specifiche del capitalismo americano che sono tipiche di tutto il capitalismo mondiale complessivo. Perciò, quando i leader della maggioranza e della minoranza si accusano l’un l’altro di deviazionismi di destra, non è senza una certa dose di verità. Non si può negare che le condizioni americane creino un contesto in cui è facile per il Partito Comunista Americano lasciarsi ingannare ed esagerare la forza e la stabilità del capitalismo americano, Queste condizioni portano i nostri compagni americani, sia la maggioranza sia la minoranza, a degli errori tipici del deviazionismo di destra. A causa di queste condizioni, a volte una frazione, o un’altra, o un’altra ancora, non si accorge della piena estensione del riformismo in America, sottovaluta lo spostamento a sinistra della classe lavoratrice e, in generale, è incline a considerare il capitalismo americano come qualcosa di separato e al di sopra del capitalismo mondiale. Questa è la base della fragilità di entrambe le frazioni del Partito Comunista Americano in materia di principio.
Avendo fatto questa osservazione generale, passiamo alle questioni politiche pratiche.
Quali sono le mancanze principali nella pratica dei leader della maggioranza e della minoranza?
In primo luogo, nel lavoro quotidiano essi, e in particolare i leader della maggioranza, sono guidati da motivi di frazionismo senza principi e pongono gli interessi della loro frazione più in alto degli interessi del Partito.
In secondo luogo, entrambi i gruppi, e in particolare la maggioranza, sono talmente infettati dalla malattia del frazionismo da basare i rapporti con il Comintern non sul principio della fiducia ma sul metodo della diplomazia più corrotta, il metodo degli intrighi diplomatici.
Facciamo alcuni esempi. Nominerò un fatto semplice come la speculazione fatta dai leader della maggioranza e della minoranza riguardo alle diversità all’interno del Partito Comunista dell’Unione Sovietica. Voi sapete che entrambi i gruppi del Partito Comunista Americano, in competizione e all’inseguimento l’uno dell’altro come cavalli in una corsa, speculano con fervore sull’esistenza e l’inesistenza delle diversità all’interno del PCUS. Perché lo fanno? Lo richiedono gli interessi del Partito Comunista Americano? No, ovviamente. Lo fanno allo scopo di avvantaggiare la loro fazione e danneggiare l’altra. Foster e Bittelman1 non vedono nulla di reprensibile nel dichiararsi “stalinisti” e dimostrano così la loro fedeltà al PCUS. Ma, miei cari compagni, questo è vergognoso. Non lo sapete che non ci sono “stalinisti”, che non devono esserci “stalinisti”? Perché la minoranza si comporta in un modo così indecoroso? Per mettere in trappola il gruppo di maggioranza, il gruppo del compagno Lovestone, e per provare che il gruppo di Lovestone si oppone al PCUS e quindi al nucleo di base del Comintern. Ovviamente ciò è scorretto. È irresponsabile. Ma alla minoranza questo non importa; il loro scopo principale è irretire e screditare la maggioranza negli interessi della fazione di minoranza.
E come agisce il gruppo di Lovestone a questo riguardo? Si comporta più correttamente del gruppo di minoranza? Sfortunatamente no. Sfortunatamente il suo comportamento è persino più vergognoso di quello della minoranza. Giudicate voi stessi. I membri del gruppo di Foster dimostrano la loro vicinanza al PCUS dichiarandosi “stalinisti”. Lovestone si rende conto che in questo modo la sua fazione potrebbe essere danneggiata. Quindi, per non essere superato il gruppo di Lovestone si esibisce in un’impresa da far rizzare i capelli e al Congresso del Partito Americano [Sesto Congresso] si decide a chiedere la rimozione del compagno Bucharin dal Comintern. Ed ecco un gioco di rivalità sulla base di chi supererà chi. Invece di combattere sui principi, fate le speculazioni più scriteriate sulle differenze all’interno del PCUS.
Questi sono i risultati di una politica che pone gli interessi di una fazione al di sopra degli interessi del Partito.
Un altro esempio. Mi riferisco al caso del compagno Pepper. Ne siete tutti più o meno al corrente. Per due volte il Comintern ha chiesto che il compagno Pepper tornasse a Mosca. Il Comitato Centrale del Partito Comunista Americano ha fatto resistenza e, in effetti, ha ignorato numerose decisione del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista riguardo a Pepper. In questo modo la maggioranza del Partito Comunista Americano ha dimostrato la sua comunanza di vedute con Pepper, le cui oscillazioni opportuniste sono note a tutti. Alla fine, una delegazione del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista inviata al Sesto Congresso del Partito Comunista Americano ha richiesto nuovamente, a nome del Comitato Esecutivo, l’immediato richiamo del compagno Pepper. La maggioranza sotto la guida di Lovestone e Gitlow si oppone un’altra volta a questa richiesta e non ritiene necessario mettere in pratica la decisione del Comitato Esecutivo. Il gruppo di Foster sfrutta questa situazione contro quello di Lovestone, sostenendo che il gruppo di maggioranza del Partito Comunista Americano è contro il Comintern. Il gruppo di Lovestone si accorge infine che i suoi interessi potrebbero essere danneggiati se dovesse ritrovarsi in una posizione di opposizione al Comintern. Di conseguenza, il gruppo di Lovestone si esibisce in un’altra impresa da far rizzare i capelli ed espelle il compagno Pepper dal Partito! Lo stesso Pepper che solo il giorno prima avevano difeso contro l’Internazionale Comunista. Un altro gioco di rivalità: chi può sputare più lontano. Come possiamo spiegare la resistenza alle decisioni del Comintern nei confronti di Pepper da parte del gruppo di maggioranza? Ovviamente non negli interessi del Partito. Era esclusivamente negli interessi della fazione di Lovestone, che non era preoccupato di non lasciarsi mettere in scacco dal nemico, il gruppo di Foster e Bittelman. Gli interessi della fazione sopra tutto!
Il gruppo di Foster vuole dimostrare la sua devozione al PCUS dichiarandosi “stalinista”. Molto bene. Noi, i Lovestonisti, faremo un altro passo avanti e chiederemo la rimozione del compagno Bucharin dal Comintern. Che i Fosteristi provino a far di meglio! Facciamo sapere a Mosca che gli americani sanno giocare al rialzo.
Il gruppo di Foster vuole dimostrare la sua solidarietà al Comintern chiedendo la messa in pratica della decisione del Comintern sul richiamo di Pepper. Molto bene. Noi, i Lovestonisti, faremo un altro passo avanti ed espelleremo il compagno Pepper dal Partito. Che i Fosteristi provino a far di meglio! Facciamo sapere a Mosca che gli americani sanno giocare al rialzo.
Ed ecco i frutti del frazionismo della maggioranza e della minoranza.
Ma, compagni, il Comintern non è un è una borsa valori. Il Comintern è il sancta sanctorum della classe lavoratrice. Perciò il Comintern non deve essere confuso con una borsa valori. O siamo leninisti, e quindi i rapporti tra noi, quelli tra le sezioni e il Comintern e vice-versa devono essere costruiti sulla fiducia reciproca, devono essere lindi e puri come il cristallo, nel qual caso non deve esserci spazio nei nostri ranghi per i corrotti intrighi diplomatici; oppure non siamo leninisti, nel qual cosa la diplomazia corrotta e la lotta frazionistica senza principi avranno campo libero nelle nostre relazioni. O uno o l’altro. Dobbiamo scegliere, compagni.
Per mostrare come la pura morale comunista viene depravata e sminuita nel corso della lotta tra fazioni potrei citare come esempio la mia conversazione con i compagni Foster e Lovestone. Mi riferisco alla conversazione che ha avuto luogo durante il Sesto Congresso. È indicativo che nella corrispondenza con i suoi amici il compagno Foster si riferisca a quella conversazione come qualcosa di segreto, qualcosa di cui non si deve parlare ad alta voce. È indicativo che il compagno Lovestone, nelle sue accuse al compagno Foster, riguardo a quella conversazione faccia riferimento al suo colloquio con me e si vanti di essere in grado di mantenere un segreto, affermando che in nessuna circostanza acconsentirebbe a divulgarne il contenuto. Perché questo misticismo, cari compagni? A che cosa serve? Cosa potrebbe esserci di misterioso nella mia conversazione con i compagni Foster e Lovestone? Ascoltando questi compagni, qualcuno potrebbe credere che io abbia parlato loro di cose che qui sarebbe vergognoso riferire. Ma questo è stupido, compagni. Qual è lo scopo di questo gioco mistico? È difficile comprendere che non ho nulla da nascondere ai compagni? È difficile comprendere che sono pronto in ogni momento a riferire ai compagni il contenuto della mia conversazione con Foster e Lovestone dall’inizio alla fine? Che ne sarebbe allora del famoso misticismo diffuso qui con tanto zelo da Foster e Lovestone?
Di cosa mi ha parlato il compagno Foster? Si è lamentato del frazionismo e della mancanza di principi del gruppo del compagno Lovestone. Che cosa gli ho risposto? Ho ammesso questi errori da parte del gruppo di Lovestone, ma allo stesso tempo ho aggiunto che gli stessi errori sono caratteristici del gruppo di Foster. Sulla base di questo, il compagno Foster arriva alla singolare conclusione che io simpatizzi con il gruppo di minoranza. Dov'è il fondamento, ci si chiede. Su quali basi Foster si compiace di pensare che io non riesca a vedere i difetti del gruppo di minoranza, e che addirittura io simpatizzi con quel gruppo? Non è ovvio che per il compagno Foster il desiderio è il padre del pensiero?
Di cosa ha parlato il compagno Lovestone? Dell’inutilità del gruppo di Foster e Bittelman. Che cosa ho risposto? Ho risposto che entrambi i gruppi soffrono di gravi mancanze e gli ho consigliato di prendere delle misure per liquidare il frazionismo. Questo è tutto.
Cosa c’è di tanto misterioso che non se ne può parlare ad alta voce?
Non è strano che da questi fatti semplici e chiari i compagni della maggioranza e della minoranza costruiscano un segreto degno di scatenare l’ilarità delle persone di buon senso? Non è ovvio che non ci sarebbe mistificazione se non ci fosse un’atmosfera frazionistica che avvelena la vita del Partito Comunista Americano e sminuisce la semplice e pura morale comunista?
Oppure prendiamo come esempio un altro fatto. Mi riferisco alla conversazione con il compagno Lovestone che si è svolta l’altro giorno. È indicativo che il compagno Lovestone abbia anche diffuso dicerie assurde su quella mia conversazione e l’abbia fatta diventare un segreto. Perché questa passione incomprensibile per il “misterioso”?... Di che cosa mi ha parlato l’altro giorno? Ha chiesto che il Comitato Esecutivo revocasse la decisione di richiamarlo dall’America. Ha detto che lui, Lovestone, si sarebbe occupato di mettere in pratica la decisione del Presidium del Comitato Esecutivo, a condizione che non fosse rivolta distintamente contro i leader della maggioranza del Partito Comunista Americano. Ha promesso di essere un soldato fedele del Comintern e di dimostralo nella pratica, se il Comintern se gli avesse dato le istruzioni necessarie. Ha detto che non sta cercando posizioni di rilievo nel Partito Comunista Americano, ma ha supplicato soltanto di essere messo alla prova per provare la sua fedeltà al Comintern. Che cosa gli ho risposto? Gli ho risposto che la messa in prova della fedeltà del compagno Lovestone al Comintern andava avanti già da tre anni, ma non era venuto fuori nulla di buono. Ho detto che sarebbe meglio sia per il Partito Comunista Americano sia per il Comintern fossero tenuti a Mosca per un po’. Ho detto che questo metodo d’azione da parte del Comintern era uno dei mezzi più sicuri per curare il Partito Comunista Americano dal frazionismo e salvarlo dalla disintegrazione. Ho detto che, anche se era solo la mia opinione, ero d’accordo a sottoporre la richiesta del compagno Lovestone alla considerazione dei compagni russi e che mi sarei occupato di informarlo delle loro opinioni.
Sembra perfettamente chiaro. Eppure il compagno Lovestone cerca ancora di trasformare queste ovvietà in segreti e diffonde ogni sorta di dicerie riguardo a quella conversazione.
È ovvio che non ci sarebbero mistificazioni del genere e i semplici fatti non verrebbero trasformati in leggende misteriose se non fosse per una politica che pone gli interessi di una fazione al di sopra di quelli del Partito, gli interessi dell’intrigo diplomatico al di sopra di quelli del Comintern.
Per porre fine a questi metodi folli e mettere il Partito Comunista Americano in linea con la politica leninista, è necessario prima di tutto porre fine al frazionismo nel Partito.
Questa è la conclusione a cui ci portano i fatti menzionati. Qual è la soluzione?
Il compagno Foster ne ha nominata una. Secondo la sua proposta, la leadership dovrebbe essere ceduta alla minoranza. Possiamo adottare questa soluzione? No, non possiamo. La delegazione del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista ha commesso un errore quando si è nettamente dissociata dalla maggioranza, senza dissociarsi allo stesso tempo dalla minoranza. Sarebbe davvero increscioso se la Commissione del Presidium ripetesse l’errore della delegazione. Credo che la Commissione del Presidium dovrebbe, nella sua risoluzione, dissociarsi sia dagli errori della maggioranza sia da quelli della minoranza. E per la stessa ragione per cui deve dissociarsi da entrambe, non deve proporre di cedere la leadership alla minoranza. Perciò la proposta del compagno Foster, con tutte le sue implicazione, automaticamente crolla.
La delegazione americana ha proposto una soluzione diversa, totalmente contraria a quella del compagno Foster. Come sapete, la proposta della delegazione americana consiste di dieci punti. La sostanza di questa proposta è che la leadership della maggioranza dovrebbe essere pienamente ristabilita, il suo lavoro frazionistico dovrebbe essere giudicato corretto, la decisione del Presidium di richiamare il compagno Lovestone dovrebbe essere annullata, e perciò si dovrebbe applicare una condotta repressiva nei confronti della minoranza. Possiamo adottare questa soluzione? No, non possiamo, perché non sradicherebbe il frazionismo ma lo eleverebbe a principio.
Qual è allora la soluzione?
La soluzione è la seguente:
1. Le azioni e le proposte della delegazione del Comitato Esecutivo devono, in sostanza, essere approvate, a esclusione di quei punti che si avvicinano alla proposta del compagno Foster.
2. Ai membri del Partito Comunista Americano deve essere inviata una lettera aperta a nome del Comitato Esecutivo per esporre gli errori di entrambe le fazioni del Partito e sottolineare fortemente la necessità di sradicare il frazionismo.
3. Le azioni dei leader della maggioranza e alla Convention del Partito Comunista Americano, in particolare riguardo alla questione Pepper, devono essere condannate.
4. Bisogna porre fine alla presente situazione all’interno del Partito Comunista Americano, in cui le questioni del lavoro produttivo, della lotta delle classi lavoratrici contro il capitalismo, dei salari, delle ore di lavoro, dei sindacati, della lotta contro il riformismo, della lotta contro il deviazionismo di destra, tutte queste questioni sono messe in ombra e rimpiazzate da futili questioni sulla lotta frazionistica tra il gruppo di Lovestone e quello di Foster.
5. Il segretariato del Comitato Esecutivo del Partito Comunista Americano deve essere riorganizzato con l’inclusione di lavoratori in grado di vedere qualcosa di più della lotta frazionistica, la lotta della classe lavoratrice contro i capitalisti, in grado di porre gli interessi e l’unità del Partito al di sopra di quelli dei singoli gruppi e dei loro leader.
6. I compagni Lovestone e Bittelman devono essere convocati e messi a disposizione del Comintern, al fine di permettere ai membri del Partito Comunista Americano di comprendere che il Comintern intende combattere il frazionismo in tutta serietà.
Questa è la soluzione, secondo me.
Una parola o due sui compiti e la missione del Partito Comunista Americano. Io credo, compagni, che il Partito Comunista Americano sia uno di quei pochi partiti comunisti al mondo sui quali la storia ha addossato compiti decisivi dal punto di vista del movimento rivoluzionario mondiale. Tutti voi conoscete molto bene la forza e la potenza del capitalismo americano. Molti ora credono che la crisi generale del capitalismo mondiale con colpirà l’America. Questo ovviamente non è vero. È totalmente falso, compagni. La crisi del capitalismo mondiale si sta sviluppando con rapidità crescente e non potrà far altro che colpire il capitalismo americano. I tre milioni di americani oggi disoccupati sono le primi rondini che indicano la maturazione della crisi economica in America. L’antagonismo crescente tra America e Inghilterra, la lotta per i mercati e le materie prime, e infine la colossale crescita degli armamenti: questo è il secondo presagio della crisi in arrivo. Credo che non sia molto lontano il momento in cui una crisi rivoluzionaria si svilupperà in America. E quando una crisi rivoluzionaria si svilupperà in America, quello sarà l’inizio della fine di tutto il capitalismo. È essenziale che il Partito Comunista Americano sia in grado di andare incontro a quel momento storico pienamente preparato e che assuma la leadership dell’incombente lotta di classe in America. Tutti gli sforzi e tutti i mezzi devono essere usati, compagni. A questo scopo il Partito Comunista Americano deve essere migliorato e bolscevizzato. A questo scopo dobbiamo lavorare per la completa liquidazione del frazionismo e delle deviazioni. A questo scopo dobbiamo lavorare per ristabilire l’unità nel Partito Comunista Americano. A questo scopo dobbiamo lavorare per forgiare dei veri quadri rivoluzionari e una vera leadership del proletariato, capaci di guidare i molti milioni di proletari americani verso le lotte di classe rivoluzionarie. A questo scopo tutti i fattori personali e gli interessi di fazione devono essere messi da parte e l’educazione rivoluzionaria della classe lavoratrice d’America deve essere posta al di sopra di tutto.
Perciò penso, compagni, che dobbiate dare la massima attenzione alle proposte della Commissione del Presidium del Comitato Esecutivo, perché l’obiettivo di quelle proposte è rendere il Partito Comunista d’America un partito sano, sradicare il frazionismo, creare unità, rafforzare il Partito e bolscevizzarlo.
___
Note
1) Si noti che il cognome del seguace di Foster, Alexander Bittelman, era storpiato in “Bittleman” in tutto il documento. Tutti questi errori sono stati corretti senza altre indicazioni. Allo stesso modo, la traslitterazione originale del cognome di Lev Trockij (“Totzky”) è stata resa nella sua forma più comune. – T.D. [Per la traduzione italiana si è seguito lo stesso principio. Nel caso di Trockij si fatto ricorso alla più diffusa traslitterazione scientifica invece della dizione “Trotsky” comune in lingua inglese. – n.d.t]


Edited by Sandor_Krasna - 8/10/2014, 02:20
 
Top
view post Posted on 26/9/2014, 01:20
Avatar

Group:
Amministratori
Posts:
669

Status:


2. Primo discorso pronunciato al Presidium del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista per la Questione Americana, 14 maggio 1929

Compagni, siamo di fronte a un fatto unico, degno della nostra più seria attenzione. Un mese è già passato da quando la delegazione americana è arrivata a Mosca. Da quasi un mese intero ce ne stiamo occupando, discutiamo i problemi del Partito Comunista Americano e indichiamo i metodi per risolvere la situazione che si è creata. Ogni membro della delegazione ha avuto l’opportunità di esprimere il suo punto di vista e criticare i compagni che non erano d’accordo con lui. Sapete che hanno esercitato questo diritto in pieno, senza il minimo impedimento da parte del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista. Sapete che il compagno Lovestone ha insistito perché i compagni russi esprimessero le loro opinioni. Sapete che i compagni russi hanno già detto la loro sugli aspetti essenziali della questione. Di conseguenza, la commissione ha soddisfatto tutte le condizioni necessarie per trovare una soluzione e arrivare a una conclusione.
E che cosa scopriamo? Invece di un atteggiamento serio verso la questione e una buona disposizione a porre fine una buona volta al frazionismo, abbiamo una nuova ondata di frazionismo tra i membri della delegazione americana e un nuovo tentativo di minare l’unità del Partito Comunista Americano. Alcuni giorni fa eravamo ancora senza la risoluzione del Comintern sulla questione americana. Quello che avevamo era uno schema dei principi generali della decisione, uno schema sullo sradicamento del frazionismo. Ma invece di attendere fino alla pubblicazione della bozza, la delegazione americana, senza sprecare parole, ha diffuso la dichiarazione del 9 maggio, una dichiarazione di natura ultra-frazionistica, una dichiarazione contro il Partito. Sapete con quale ostilità i membri della Commissione del Presidium hanno accolto tale dichiarazione. Sapete che la Commissione l’ha criticata riga per riga. Ci si poteva aspettare che la delegazione americana valutasse la cosa e correggesse i suoi errori. In realtà è successo l’esatto contrario. La bozza delle proposte della Commissione, che è stata distribuita a tutti i membri del Presidium e della delegazione americana, era appena apparsa quando la delegazione americana ha diffuso la dichiarazione del 14 maggio, ancora più frazionistica e anti-partitica di quella del 9. Ovviamente conoscete bene quella dichiarazione. Il compagno Gitlow l’ha letta durante il suo discorso. L’elemento fondamentale di questa dichiarazione è che proclama la tesi di non-sottomissione alle decisioni del Presidium. Ciò significa che il frazionismo estremo dei leader della maggioranza li ha portati sulla strada dell’insubordinazione, e quindi a un conflitto con il Comintern.
Non si può negare che i nostri compagni americani, come tutti i comunisti, hanno il diritto di essere in disaccordo con la bozza della decisione della Commissione e hanno il diritto di opporsi. Finché si limitano all’esercizio di questo diritto, non c’è e non può esserci niente di sbagliato. Ma il problema è che la dichiarazione del 14 maggio non si ferma lì. Va oltre; sostiene che la lotta deve continuare anche dopo che la bozza è diventata la decisione del Presidium. Perciò dobbiamo mettere in chiaro la questione con i membri della delegazione americana: quando la bozza assume la forza di una decisione obbligatoria del Comintern, si considerano autorizzati a non sottomettersi a quella decisione? Abbiamo discusso la materia in Commissione per un mese intero; abbiamo avuto molte discussioni; abbiamo speso moltissimo tempo sulla questione, tempo che poteva essere impiegato in modo più profittevole; alla fine siamo arrivati al punto in cui il tempo per discutere era finito e stavamo per adottare una decisione che deve essere obbligatoria per tutti i membri del Comintern. E ora sorge una domanda: i membri della delegazione americana, in quanto comunisti e leninisti, si considerano autorizzati a non sottomettersi alla decisione del Comitato Esecutivo sulla questione americana?
Questo è il punto cruciale della questione, compagni.
Permettetemi ora di procedere a esaminare la dichiarazione in sé.
La dichiarazione del 14 maggio è stata stesa con una certa abilità. Non dubito che sia stata scritta da qualche scaltro portavoce, da qualche azzeccagarbugli. Giudicate voi. Da un lato, la dichiarazione sostiene la completa lealtà verso il Comintern, l’incrollabile fiducia degli autori nell’Internazionale Comunista non solo nel passato, non solo nel presente, ma anche nel futuro. Ovviamente questo è eccellente, ammesso che non sia solo una vuota promessa. Dall’altro lato, la dichiarazione afferma che gli autori non possono assumersi la responsabilità di mettere in pratica la decisione del Comitato Esecutivo del Comintern. Dice testualmente:
“Ci sono valide ragioni che ci impediscono di accettare la nuova bozza, di assumerci la responsabilità di fronte ai membri del Partito dell’esecuzione di questa lettera, di approvare l’inevitabile danno irreparabile che la linea di questa nuova bozza dovrà portare al nostro Partito”.
In altre parole: da un lato, completa lealtà; dall’altro, il rifiuto di mettere in pratica le decisioni del Comintern. E questa sarebbe lealtà verso il Comintern! Veramente una pratica da azzeccagarbugli! Vi immaginate un comunista, non un comunista sulla carta, ma un vero comunista, che si dichiara leale con il Comintern e allo stesso tempo si rifiuta di assumersi la responsabilità di mettere in pratica la decisione del Comintern? Che razza di lealtà è questa? Qual è il motivo di questa duplicità, di questa ipocrisia? Non è ovvio che questa lunga affermazione di lealtà e fedeltà è necessaria al compagno Lovestone per ingannare i “membri del Partito”?
Ricorda involontariamente l’indimenticabile Chamberlain, che da un lato è per la pace e la riduzione degli armamenti, e dall’altro fa tutto il possibile per assicurarsi che gli armamenti aumentino e i preparativi di guerra procedano a tutta velocità. Le chiacchiere sulla pace sono necessarie al fine di coprire i suoi preparativi per una nuova guerra. I paroloni sulla lealtà e la fedeltà sono necessari al compagno Lovestone al fine di coprire i preparativi per una nuova lotta contro le decisioni del Comintern. Il compagno Lovestone, ovviamente, non è Chamberlain. Non c’è e non può esserci alcuna analogia tra loro. Ma il fatto che le sue “manovre” ricordino quelle di Chamberlain dovrebbe essere un avvertimento sufficiente per lui.
Ma la dichiarazione non si ferma qui, va oltre. Passando dalla difesa all’attacco, proclama la necessità di opporsi alle decisioni del Comitato Esecutivo del Comintern, che ritiene contrarie alla linea del Sesto Congresso dell’Internazionale Comunista. Afferma chiaramente che la decisione della bozza – quella di una lettera aperta del Comintern, che qui al Presidium è stata accolta dall’approvazione generale e che con tutta probabilità sarà approvata dal Presidium del Comintern – è contraria nella forma e nello spirito alla linea del sesto Congresso Mondiale dell’Internazionale Comunista. La dichiarazione afferma chiaramente che: “La nuova bozza… compie una valutazione del lavoro e della leadership del nostro Partito totalmente discordante dalla linea e dalle decisioni del Sesto Congresso Mondiale…”
Non cercherò di mostrarvi che queste affermazioni sono misere e indegne calunnie contro il Comintern e i suoi organi esecutivi. Non vale neppure la pena di mostrare che in realtà sono gli attuali leader della maggioranza del Partito Comunista Americano ad aver violato e a violare tuttora le decisioni fondamentali del Congresso del Comintern e dei suoi organi esecutivi sulla liquidazione del frazionismo nel Partito. Il compagno Kuusinen ha pienamente mostrato nel suo discorso che entrambe le fazioni del Partito Comunista Americano, e in particolare la maggioranza, a partire dal 1925 hanno sistematicamente violato le decisioni fondamentali del Congresso del Comintern sulla liquidazione del frazionismo e il ripristino dell’unità. È sufficiente conoscere le risoluzioni del Congresso del Comintern per convincersi che i leader dell’attuale maggioranza sono trasgressori incorreggibili della forma e dello spirito delle decisioni del Comintern.
Riguardo al Sesto Congresso del Comintern, nella decisione sul Partito Comunista Americano afferma chiaramente che “il compito principale del Partito è porre fine alla lotta frazionistica, che non è basata su serie differenze di principio”. Che cosa ha fatto il gruppo del compagno Lovestone per mettere in pratica questa decisione del Sesto Congresso del Comintern? Potete vedere da voi, compagni, che finora non ha fatto nulla in questa direzione. Al contrario, ha fatto e sta facendo tutto il possibile per trasformare la decisione del Sesto Congresso in carta straccia.
Questi sono i fatti.
E se, nonostante questi fatti, la dichiarazione accusa il Presidium del Comitato Esecutivo di aver violato “nella forma e nello spirito” la linea del sesto Congresso Mondiale, questo che significa? Significa che gli autori della dichiarazione desiderano contrapporre le decisioni del Presidium alla linea del sesto Congresso Mondiale, che essi stessi hanno violato e continuano a violare. E perché lo fanno? Lo fanno, nascondendosi come farisei dietro la bandiera del Sesto Congresso, per condurre una lotta contro le decisioni del Presidium. In questo modo gli autori della dichiarazione, per così dire, affermano: Noi, il gruppo di Lovestone, siamo a favore del Sesto Congresso, ma la bozza della lettera aperta del Presidium contraddice la linea del Sesto Congresso; perciò dobbiamo combattere contro la decisione del Presidium, e lo faremo.
A quanto apre gli autori della dichiarazione pensano che ci sia qualcosa di nuovo in questa “manovra” ingannevole e che non riusciremo e decifrarne il significato nascosto. Non è così, compagni. Hanno sbagliato i calcoli. La storia del Comintern mostra che i compagni che si sono allontanati da esso hanno sempre cominciato con queste “manovre”. Quando Zinov’ev si allontanò dal Comintern, iniziò contrapponendo la linea del Comintern alle decisioni del suo Comitato Esecutivo. Lo fece per nascondere la sua lotta contro il Comitato Esecutivo con delle chiacchiere sulla linea. Lo stesso vale per Trockij, che iniziò la sua divergenza dal Comintern facendo una distinzione tra la linea e le decisioni del Comitato Esecutivo del Presidium. Questo è il vecchio e logoro sentiero dell’opportunismo, vecchio come il mondo. Dispiace che gli autori della dichiarazione siano finiti sulla stessa strada.
Contrapponendo il Comintern e il suo Comitato Esecutivo, gli autori della dichiarazione sperano, come un tempo speravano Zinov’ev e Trockij, di isolare il Comitato Esecutivo dal Comintern. Una speranza ridicola e folle! Gli autori della dichiarazione sembrano dimenticarsi che gli interpreti delle decisioni del Congressi del Comintern sono soltanto il Comitato Esecutivo e il suo Presidium, e non loro. Gli autori della dichiarazione si sbagliano se pensano che i lavoratori americani crederanno alla loro interpretazione invece di quella del Presidium.
Questa è la vera natura della dichiarazione della delegazione americana.
Perciò la dichiarazione è una piattaforma di lotta contro la linea del Comintern in nome dell’oscillazione opportunista, in nome del frazionismo senza principi, in nome della violazione dell’unità del Partito Comunista Americano.
Passiamo alla bozza della Commissione.
Qual è la base della bozza della Commissione che ora viene offerta alla considerazione del Presidium? Si basa sull’idea di preservare la linea del Comintern all’interno del Partito Comunista Americano, sull’idea di bolscevizzare il Partito Comunista Americano, sull’idea di lottare contro la deviazione dalla linea marxista e in particolare contro la deviazione di destra, sull’idea leninista dell’unità del Partito, e soprattutto sull’idea della completa liquidazione del frazionismo. Perché alla fine deve essere chiaro, compagni, che il frazionismo è il male fondamentale del Partito Comunista Americano.
Nella storia del movimento rivoluzionario della classe lavoratrice, non è stato raro che noi bolscevichi abbiamo avuto occasione di condurre una lotta frazionista contro l’opportunismo. Era al tempo in cui bolscevichi e menscevichi si trovavano in un partito comune, quando i bolscevichi furono costretti a organizzare una fazione al fine di abbattere l’autorità del socialdemocratici, per organizzare una scissione dalla socialdemocrazia e creare il nostro Partito Comunista. A quel tempo il frazionismo era utile e necessario. Ma ora? Ora la questione è diversa. Le condizioni sono radicalmente cambiate. Ora abbiamo i nostri Partiti Comunisti monolitici, sezioni dell’Internazionale Comunista. Ora il frazionismo è pericoloso e dannoso perché indebolisce il comunismo, indebolisce l’offensiva comunista contro il riformismo, mina la lotta contro la socialdemocrazia nel movimento operaio. Evidentemente i nostri compagni americani non capiscono la differenza fondamentale tra il passato e il presente.
In che cosa consiste il male del frazionismo all’interno del Partito Comunista Americano?
In primo luogo, nel fatto che il frazionismo indebolisce lo spirito del Partito, stordisce il senso rivoluzionario e acceca i militanti al punto tale che, per attaccamento alla fazione, sono obbligati a porre i suoi interessi al di sopra di quelli del Partito, di quelli del Comintern e della classe lavoratrice. Non è raro che il frazionismo arrivi a un punto in cui i militanti, accecati dalla lotta frazionistica, sono inclini a giudicare tutti i fatti, tutti gli eventi della vita del Partito, non dal punto di vista degli interessi del Partito e della classe lavoratrice, ma da quello degli angusti interessi della loro fazione, dal punto di vista del loro tinello.
Non sapevano, il compagno Lovestone e i suoi amici, che avrebbero dovuto tenersi alla larga da Pepper e ripudiarlo, così da non essere compromessi come rivoluzionari? Perché, nonostante i numerosi avvertimenti del Comintern, non lo hanno subito ripudiato? Perché hanno agito prima di tutto come frazionisti. Perché ogni scheggia, ogni fibra di corda deve essere presa in considerazione nella lotta tra fazioni, anche ogni povero soldato, ogni povero ufficiale. Perché anche quelli come Pepper possono servire nella lotta. Perché la cecità frazionista li obbliga a porre gli interessi della loro fazione al di sopra di quelli del Partito.
Non sapeva, il compagno Foster, che avrebbe dovuto tenersi alla larga dai trotskisti che erano nascosti nel suo gruppo? Perché, nonostante i numerosi avvertimenti, non li ha subito ripudiati? Perché ha agito prima di tutto come frazionista. Perché nella lotta contro il gruppo di Lovestone anche i trotskisti camuffati potevano essergli utili. Perché la cecità del frazionismo stordisce il senso di appartenenza al Partito e porta ad usare indiscriminatamente tutti i mezzi. In verità, questo modo di agire è pessimo e inconciliabile con gli interessi del Partito. Ma i frazionisti per regola sono inclini a dimenticare gli interessi del Partito: tutto ciò a cui pensano è il punto di vista della fazione.
In secondo luogo, nel fatto che il frazionismo interferisce con l’addestramento del Partito nello spirito di una politica di principi; impedisce l’addestramento dei quadri in uno spirito onesto, proletario, incorruttibilmente rivoluzionario, libero dalla diplomazia corrotta e dagli intrighi senza principi. Il leninismo dichiara che una politica basata sui principi è l’unica politica possibile. Il frazionismo, al contrario, crede che l’unica politica corretta sia quella della diplomazia di fazione e dell’intrigo senza principi. È per questo che un’atmosfera di lotta frazionistica coltiva non una politica di principi, ma favorisce i manipolatori frazionisti, gli approfittatori esperti e i menscevichi abili nell’ingannare il “nemico” e nascondere le tracce. È vero che questo lavoro “educativo” dei frazionisti è contrario agli interessi del Partito e della classe lavoratrice. Ma ai frazionisti non importa nulla: tutto ciò che importa è il loro tinello diplomatico, l’interesse del loro gruppo. Non è quindi una sorpresa che i politici per principio e gli onesti rivoluzionari proletari non trovano la simpatia dei frazionisti. Dall’altro lato, gli ingannatori e i manipolatori, gli intriganti senza principi, i burattinai nascosti e i maestri nella formazione di blocchi senza principi sono molto stimati da loro.
In terzo luogo, nel fatto che il frazionismo, indebolendo la volontà di unità del Partito e minandone la disciplina di ferro, crea al suo interno un particolare regime frazionistico, come risultato del quale l’intera vita interna al Partito è derubata della sua protezione cospirativa di fronte al nemico di classe e il Partito stesso corre il rischio di essere trasformato in un giocattolo degli agenti della borghesia. In termini generali, ciò avviene così: mettiamo che una certa questione sia decisa nel Politburo del Comitato Centrale. All’interno del Politburo ci sono una maggioranza e una minoranza che considerano ciascuna decisione dal punto di vista della propria fazione. Se nel Partito prevale un regime frazionistico, i burattinai di ciascuna fazione informano immediatamente la macchina periferica di questa o quella decisione del Politburo, cercando di prepararla a loro vantaggio e piegarla nella direzione che desiderano. In generale, questo processo di informazione diventa un sistema regolare. Diventa un sistema regolare perché ciascuna fazione considera un dovere informare la sua macchina periferica nel modo che ritiene più utile per mantenere la periferia in una condizione di mobilitazione, pronta a uno scontro con la fazione nemica. Come risultato, importanti decisioni segrete diventano di conoscenza generale. In questo modo gli agenti della borghesia hanno accesso alle decisioni segrete del Partito e possono facilmente usare la conoscenza della vita interna del Partito contro di esso. Questo regime è una minaccia che porta alla completa demoralizzazione dei ranghi del Partito. Ma ai frazionisti non importa, dato che per loro gli interessi del gruppo sono supremi.
Infine, il male del frazionismo consiste nel fatto che esso annulla completamente tutto il lavoro positivo svolto dal Partito; priva i militanti della volontà di occuparsi dei bisogni quotidiani dei proletari (salari, ore di lavoro, impoverimento materiale, eccetera); indebolisce il lavoro del Partito nella preparazione dei proletari per i conflitti di classe con la borghesia e perciò determina una situazione in cui l’autorità del Partito deve necessariamente soffrire agli occhi dei lavoratori, e questi, invece di entrare in massa nel Partito, sono spinti ad abbandonarlo. Questo è ciò che ora osserviamo nel Partito Comunista Americano. Di che cosa si sono occupati principalmente i leader della maggioranza e della minoranza? Della fabbricazione di scandali, di ogni tipo di meschina piccolezza frazionista, della stesura di inutili piattaforme e sub-piattaforme, dell’introduzione di decine e centinaia di emendamenti e sub-emendamenti a queste piattaforme. Settimane e mesi vengono sprecati nell’organizzare imboscate alla fazione nemica o, se non si trova nulla, nell’invenzione di falsità contro di essa. È ovvio che il lavoro positivo deve soffrire in un’atmosfera del genere, la vita del Partito diventa gretta, la sua autorità declina e i lavoratori – i lavoratori migliori, quelli dalla mente rivoluzionaria, che vogliono l’azione e non la fabbricazione di scandali – sono obbligati a lasciarlo.
Questo, fondamentalmente, è il male del frazionismo tra i ranghi di un Partito Comunista.
Perciò, l’obiettivo più importante del Partito Comunista Americano è porre fine al frazionismo e curarsi definitivamente da questa malattia.
È su questo che si basa la bozza della Commissione che vi è stata presentata.
Alcune parole sulle vanterie con cui il gruppo del compagno Lovestone parla e si presenta qui a nome dell’intero Partito, a nome del 99% del Partito Comunista Americano. Essi non rappresentano mai se stessi che a nome del 99% del Partito. Si potrebbe pensare che tengano quel 99% in tasca. Questo è un brutto modo di fare, compagni della delegazione americana. Lasciate che vi ricordi che anche Zinov’ev e Trockij a un certo punto vantarono trionfi con le percentuali e assicurarono tutti di aver ottenuto una maggioranza del 99% nel PCUS, o che a ogni modo l’avrebbero ottenuta in futuro. Sapete bene, compagni, in che farsa è finita la vanagloria di Trockij e Zinov’ev. Vi inviterei quindi a non vantarvi delle percentuali. Dichiarate di avere una certa maggioranza all’interno del Partito Comunista Americano, e che manterrete quella maggioranza a ogni costo. Questo è falso, compagni della delegazione americana, assolutamente falso. Avete la maggioranza perché finora il Partito Comunista Americano vi ha considerato come dei sostenitori determinati dell’Internazionale Comunista. Ed è solo perché il Partito vi ha considerato amici del Comintern che avete ottenuto la maggioranza. Ma cosa succederebbe se i lavoratori americani sapessero che intendete rompere l’unità dei ranghi del Comintern e state pensando di condurre una lotta contro i suoi organi esecutivi? Questa è la domanda, cari compagni. Pensate che i lavoratori americani seguiranno la vostra guida contro il Comintern, che preferiranno gli interessi della vostra fazione agli interessi del Comintern? Ci sono stati numerosi casi nella storia del Comintern in cui i suoi leader più popolari, che avevano un’autorità più grande della vostra, si sono trovati isolati appena hanno innalzato le bandiere contro il Comintern. Pensate di poter fare meglio di quei leader? Una misera speranza, compagni! Al momento avete ancora una maggioranza formale. Ma domani non l’avrete più e vi ritroverete completamente isolati se pensate di scatenare una lotta contro le decisioni del Presidium. Di questo potete essere certi, compagni.
Come fondatore del Partito Comunista Americano, il compagno Lovestone ha fama di essere un leader di talento. Si dice che il Partito non possa funzionare senza di lui, che la sua rimozione potrebbe rovinarlo. Questo non è vero, compagni. Più ancora, non è sincero. Sarebbe un pessimo partito quello incapace di funzionare senza un certo leader. Il Partito Comunista Americano non è così debole come alcuni compagni pensano. In ogni caso, è molto più forte di come viene descritto. Il Partito è costituito dai proletari e non dai singoli leader. Affermare il contrario sarebbe assurdo. E soprattutto, il compagno Lovestone non è poi un leader così grande. Certo, è un compagno capace e di talento. Ma come ha usato le sue capacità? Nella fabbricazione di scandali, in intrighi frazionistici, il compagno Lovestone è certamente un abile e talentuoso burattinaio per la sua fazione. Nessuno glielo può negare. Ma la leadership di una fazione non deve essere confusa con la leadership del Partito. Il leader del Partito è una cosa, il leader di una fazione è una cosa diversa. Non tutti i leader di fazione hanno il dono di essere leader di Partito. Dubito molto che a questo punto il compagno Lovestone possa essere un leader di Partito.
È così che stanno le cose, compagni.
Chiederete: qual è la soluzione? Secondo me la soluzione è accettare la bozza della Commissione, rigettare la dichiarazione della delegazione americana e imporre a tutti i membri del Partito Comunista Americano il dovere di mettere in pratica senza riserve le decisioni del Presidium. O i compagni americani accetteranno senza esitazione le decisioni della Commissione Esecutiva e le metteranno in pratica, e questo sarebbe un importante passo avanti verso la distruzione del frazionismo, verso l’unità del Partito; oppure rimarranno fedeli alla loro dichiarazione e si rifiuteranno di accettare le decisioni della Commissione, e ciò significherà non la pace, ma la guerra contro il Comintern e tra i ranghi del Partito. Noi proponiamo pace e unità. Se i compagni della delegazione americana adotteranno le nostre proposte, tanto meglio; altrimenti peggio per loro. Il Comintern farà il suo corso in ogni circostanza. Di questo potete essere certi, compagni.
Per finire, una parola o due sul nuovo processo di bolscevizzazione delle sezioni del Comintern attualmente in corso.
In una conversazione con me l’altro giorno, il compagno Lovestone ha affermato che una sua frase su una “ferita aperta” nell’apparato del Comintern era un lapsus. Mi ha assicurato che la frase era accidentale e non riguardava i suoi rapporti con il Comintern. Ho risposto che se la frase era davvero accidentale non valeva la pena prestarci troppa attenzione, anche se la frase in sé era davvero falsa e sbagliata. Comunque, qualche tempo dopo sono venuto a conoscenza del rapporto fatto dal compagno Lovestone al Sesto Congresso, nel quale parla di nuovo di una “ferita aperta”, ma questa volta non in relazione all’apparato del Comintern, bensì nel capitalismo mondiale. A quanto pare l’espressione “ferita aperta” non è accidentale per il compagno Lovestone. “Ferita aperta” in relazione al capitalismo mondiale implica, dobbiamo dedurre, la crisi del capitalismo mondiale, il processo della sua disintegrazione.
E che cosa intende il compagno Lovestone per “ferita aperta” nell’apparato dell’Internazionale Comunista? A quanto sembra, crisi e demoralizzazione nell’apparato del Comintern. Che altro potrebbe significare questa espressione? Che cosa spinge Lovestone a parlare di “ferita aperta” o crisi nell’apparato del Comintern? Ovviamente la stessa cosa che spinge i destri tra i ranghi del PCUS a parlare di crisi e demoralizzazione nell’Internazionale Comunista. Quando parlano di demoralizzazione del Comintern, i destri si riferiscono a fatti come l’espulsione dell’ala destra dal Partito Comunista Tedesco, la débâcle dei destri nel Partito Cecoslovacco, l’isolamento dei destri nel Partito Comunista Francese, la lotta per isolare i frazionisti incorreggibili nel Partito Comunista Americano, e così via.
Bene, forse questi fatti sono davvero sintomi di una grave malattia dell’Internazionale Comunista, sintomi della sua demoralizzazione, sintomi di una “ferita aperta”? Ovviamente no, compagni. Solo i filistei e i piccoli borghesi del Partito possono pensarlo. Il fatto è che si tratta di un processo benefico di pulizia delle sezioni dell’Internazionale dagli elementi opportunisti e ondivaghi. I partiti si bolscevizzano e si rafforzano sbarazzandosi della corruzione. chiaro che questo è il significato degli eventi recenti nei Partiti tedesco, cecoslovacco, americano, francese e in altri. Ai filistei nel Partito questo sembra un segno della demoralizzazione del Comintern perché non riescono a vedere più in là del proprio naso. Ma i marxisti rivoluzionari sanno che questo è un benefico processo di bolscevizzazione dei nostri partiti fratelli, senza il quale il proletariato non può essere pronto per gli imminenti conflitti di classe.
Molti pensano che nulla sia cambiato nella situazione internazionale recente, che tutto sia rimasto come prima. Questo non è vero, compagni. Il fatto è che vediamo un’accentuazione della lotta di classe in tutti i paesi capitalisti, una crisi rivoluzionaria crescente in Europa, una crescita delle condizioni per una nuova ondata rivoluzionaria. Ieri questo è stato mostrato da uno sciopero generale a Łodz. Non molto tempo fa abbiamo avuto un segnale da Berlino. Domani riceveremo segnali da Francia, Inghilterra, Cecoslovacchia, America, India, Cina. Presto l’aria sarà irrespirabile per il capitalismo mondiale.
Il dovere del Partito Comunista è di iniziare subito il lavoro preparatorio per la lotta di classe in arrivo, preparare la classe lavoratrice e le masse sfruttate per le nuove lotte rivoluzionarie. La lotta contro il riformismo e la socialdemocrazia deve essere intensificata. La lotta per portare i milioni di lavoratori verso il comunismo deve essere intensificata. La lotta deve essere intensificata per forgiare gli autentici quadri rivoluzionari e selezionare gli autentici leader di Partito, degli individui capaci di partecipare alla lotta e portare con sé il proletariato, individui che non scapperanno di fronte alla tempesta e non cadranno nel panico, ma navigheranno verso di essa. Ma per svolgere questo compito è necessario iniziare subito, senza perdere un solo istante perché il tempo non aspetta, a ripulire i Partiti Comunisti dagli elementi di destra e conciliatori che rappresentano oggettivamente gli agenti della socialdemocrazia tra i ranghi del Partito Comunista. E dobbiamo iniziare a occuparcene non al solito ritmo ma a un ritmo accelerato, perché, lo ripeto, il tempo non aspetta e non dobbiamo permettere che gli eventi ci colgano impreparati. Un paio di anni fa la questione poteva non essere così urgente, dato che il processo molecolare di bolscevizzazione dei Partiti avrebbe gradualmente eliminato gli elementi ondivaghi e di destra, tutti i Brandlers e Thalheimers e gli altri burattinai di fazione, eccetera. Poteva non essere così urgente perché non c’era pericolo di essere presi alla sprovvista.
Ma ora le cose vanno diversamente. Ora rimandare significa essere in ritardo, ed essere in ritardo significa farsi cogliere impreparati dalla crisi rivoluzionaria. Perciò il processo di pulizia dei Partiti rivoluzionari in corso è un processo benefico che rafforza il Comintern e le sue sezioni. I filistei hanno paura di questo processo benefico, e spaventati dicono assurdità sulla disintegrazione del Comintern, proprio perché sono filistei. I rivoluzionari, invece, accoglieranno sempre questo processo benefico, perché allo stesso tempo è parte integrante della grande preparazione dei lavoratori alle lotte di classe in arrivo, che ora è il compito principale dei Partiti Comunisti del mondo.
Il merito della bozza della Commissione consiste, tra le altre cose, nel fatto che assiste il Partito Comunista Americano nello svolgimento di questo compito principale.

Edited by Sandor_Krasna - 10/10/2014, 02:24
 
Top
view post Posted on 6/10/2014, 01:40
Avatar

Group:
Amministratori
Posts:
669

Status:


3. Secondo discorso pronunciato al Presidium del Comitato Esecutivo dell’Internazionale Comunista per la Questione Americana, 14 maggio 1929

Mi sembra, compagni, che alcuni compagni americani non riescano a capire la situazione che si è creata ora che la bozza della Commissione è stata pienamente adottata dal Presidium. A quanto pare i compagni non comprendono pienamente che difendere le proprie convinzioni quando non è stata ancora presa una decisione è una cosa, mentre accettare la volontà del Comintern quando la decisione è stata presa è un’altra. Si potrebbe e si dovrebbe criticare e lottare contro la bozza della Commissione se i membri della delegazione la considerassero sbagliata. Ma ora che la bozza della Commissione è diventata la decisione del Presidium, i delegati americani dovrebbero avere il coraggio di sottostare alla volontà collettiva, alla volontà del Comintern, e assumersi la responsabilità di mettere in pratica le decisioni del Comintern.
Dobbiamo stimare la fermezza e la caparbietà qui mostrata da otto dei dieci delegati americani nella lotta contro la bozza della Commissione. Ma è impossibile approvare il fatto che questi otto compagni, dopo che le loro posizioni sono state completamente sconfitte, si rifiutino di subordinare la loro volontà alla volontà dell’organo supremo, la volontà del Presidium del Comitato Esecutivo. Il vero coraggio bolscevico non consiste nel porre la propria volontà individuale al di sopra della volontà collettiva, al di sopra della volontà del Comintern. Il vero coraggio consiste nell’essere abbastanza forti da dominare e prevalere sul proprio io e subordinarlo alla volontà collettiva, la volontà dell’organo supremo del Partito. Senza questo non c’è collettività. Senza questo non c’è e non può esserci alcuna leadership collettiva.
Penso che non negherete il coraggio, la fermezza e l’abilità dei bolscevichi russi nel difendere le proprie convinzioni. Come agivano di solito i bolscevichi russi quando si trovavano in minoranza? Senza sperare di rompere la disciplina ferrea del Partito, la minoranza si adattava alla volontà della maggioranza. Ci sono stati decine e centinaia di casi nella storia del nostro Partito in cui una parte dei bolscevichi era convinta che il Comitato Centrale avesse preso una decisione errata; ciononostante, dopo la discussione, dopo accese dispute, dopo aver difeso le proprie convinzioni, essi dichiaravano di essere pronti ad adattarsi alle decisioni dell’organo supremo e a metterle in atto. Posso citare quello che accadde nel 1907, quando una parte dei bolscevichi era favorevole al boicottaggio della Duma, mentre la maggioranza voleva un cambio di condotta ed era favorevole a parteciparvi, e la minoranza si adattò senza riserve alla decisione della maggioranza. I bolscevichi russi avrebbero rovinato la causa della Rivoluzione russa se non avessero saputo come subordinare la volontà individuale dei compagni alla volontà della maggioranza, se non avessero saputo come agire collettivamente. È così che noi bolscevichi siamo stati addestrati, i bolscevichi che hanno rovesciato la borghesia e fondato il potere dei soviet, e che ora stanno scuotendo le fondamenta dell’imperialismo mondiale. Capacità di agire collettivamente, prontezza nell’adattare la volontà individuale dei compagni alla volontà collettiva: questo è ciò che chiamiamo coraggio bolscevico. Perché senza quel coraggio, senza la capacità di prevalere sulla propria autostima e subordinare la propria volontà alla volontà collettiva, senza queste cose non può esserci collettività, non può esserci leadership collettiva, non può esserci comunismo. E questo è vero non soltanto riguardo ai singoli Partiti e ai loro comitati centrali; è vero in particolare riguardo al Comintern e ai suoi organi direttivi, che uniscono tutti i partiti comunisti di tutto il mondo.
I compagni Gitlow e Lovestone hanno annunciato con aplomb che la loro coscienza e le loro convinzioni non gli permettevano di sottostare alle decisioni del Presidium e di metterle in pratica. Il compagno Bloor ha detto lo stesso. Hanno detto questo: dato che non sono d’accordo con la decisione del Presidium, non possono accettarla né metterla in pratica. Ma solo gli anarchici e gli individualisti possono parlare così, non i bolscevichi e i leninisti, che sono obbligati a porre la volontà collettiva al di sopra di quella individuale. Parlano della loro coscienza. Ma anche i membri del Presidium del Comitato Esecutivo hanno una coscienza e delle convinzioni. Cosa bisogna fare se la coscienza e le convinzioni del Presidium sono in conflitto con quelle dei membri individuali della delegazione americana? Cosa bisogna fare se la delegazione americana al Presidium ha ricevuto solo un voto per la sua dichiarazione, il voto del compagno Gitlow, mentre gli altri membri del Presidium si sono dichiarati all’unanimità contrari alla dichiarazione della delegazione americana e favorevoli alla bozza della Commissione? Membri della delegazione americana, pensate che la coscienza e le convinzioni del compagno Gitlow siano al di sopra di quelle della maggioranza schiacciante del Presidium? Cominciate a capire che se ciascuno di noi agisse a seconda della propria volontà, senza considerare quella della collettività, non arriveremmo mai a una decisione, non avremmo mai una volontà collettiva né una leadership?
Prendiamo una fabbrica o uno stabilimento. Supponiamo che la maggioranza dei lavoratori di quella fabbrica sia incline a fare sciopero, mentre la minoranza, a nome delle proprie convinzioni, si dichiari contraria. Comincia una guerra di opinioni, si tengono riunioni, e alla fine la maggioranza decide di scioperare. Che cosa direste di dieci o venti lavoratori, una minoranza nella fabbrica, che affermassero di non voler sottostare alla decisione della maggioranza perché contrari? Sapete che di solito lavoratori del genere sono chiamati crumiri. Non è chiaro che scioperi, manifestazioni e altre azioni collettive dei lavoratori sarebbero assolutamente impossibili se la minoranza non si subordinasse alla maggioranza? Non è chiaro che sarebbe impossibile avere alcuna decisione o volontà collettiva, né nei singoli Partiti né nel Comintern, se gli individui, e le minoranze in generale, non si sottomettessero alla volontà della maggioranza e degli organi supremi?
È così che funziona, compagni della delegazione americana.
Per finire, qualche parola sul destino del Partito Comunista Americano in relazione alla decisione adottata dal Presidium del Comitato Esecutivo. I compagni della delegazione vedono la cosa troppo tragicamente. Affermano che con l’adozione della bozza della Commissione il Partito Comunista Americano morirebbe o si ritroverebbe comunque sull’orlo di un precipizio. Non è così, compagni. Anzi, è assolutamente ridicolo. Il Partito Comunista Americano vive e continuerà a vivere, nonostante le profezie dei compagni della delegazione. Di più: se elimina il frazionismo senza principi dai suoi ranghi, esso crescerà e prospererà. L’importanza della decisione adottata dal Presidium consiste nel fatto stesso che renderà più facile per il Partito porre fine al frazionismo, creare unità e finalmente seguire la grande strada del lavoro politico di massa. No, compagni, il Partito Comunista Americano non morirà. Vivrà e fiorirà a discapito dei nemici dei lavoratori. Solo una piccola fazione morirà se continua a essere testarda, se non si sottomette alla volontà del Comintern, se continua a perseverare nei suoi errori. Ma il destino di una piccola fazione non deve in nessun caso essere identificato con il destino del Partito Comunista Americano. Solo perché una piccola fazione può morire politicamente non significa che il Partito debba morire. E se è inevitabile che questa piccola fazione muoia, allora lasciatela morire, purché il Partito cresca e si sviluppi. Vedete la situazione in modo troppo pessimista, compagni della delegazione americana. Le mie previsioni sono ottimiste.

FINE



Edited by Sandor_Krasna - 11/10/2014, 02:08
 
Top
3 replies since 21/9/2014, 21:00   417 views
  Share