Comunismo - Scintilla Rossa

Il complotto contro la Rivoluzione russa (1944), Dimitrov, Ercoli, Ponomarev, Krupskaja, Fischer

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SkateRed
view post Posted on 2/4/2011, 14:37 by: SkateRed

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GLI INSEGNAMENTI DEL PROCESSO DI MOSCA
“ERCOLI”




Gli insegnamenti che derivano dal processo di Mosca contro la banda terroristica, trotskista-zinovievista sono numerosi, importanti e profondi. Questi insegnamenti interessano, non solo i partiti comunisti, ai quali gli avvenimenti rivelati durante il corso del processo impongono una vigilanza maggiore, onde evitare la penetrazione di agenti del nemico nei ranghi del partito della classe operaia, ma interessano anche tutta la classe dei lavoratori, tutto il movimento operaio internazionale


1 – L’importanza internazionale del processo contro la banda terroristica di Trotskij e Zinoviev.

Dimitrov ha rivelata l'importanza internazionale del processo contro le bande del terrore trotskista-zinovievista, affermando e dicharando, che:
“… il processo contro i terroristi agenti del fascismo, fa parte integrale della lotta antifascista della classe lavoratrice internazionale “.
L’esattezza di questa affermazione è comprovata dai fatti stabiliti al cospetto del Tribunale pubblico, circa l'attività dei terroristi guidati da Trotskij e Zinoviev, e poi confermata dall'esame dell'attività che la setta trotskista sviluppa al di là dei confini dell'Unione sovietica, nell’intento di sgretolare i ranghi dell’organizzazione operaia, facendo il gioco, e coltivando gli interessi, del nemico della classe proletaria: il fascismo.
Nel 1931 per iniziativa di Trotskij e sulla scorta delle sue direttive inviate dall'estero e che collimavano d'altra parte, con le conclusioni alle quali erano giunti i terroristi nell'Unione sovietica, questi avvoltoi bancarottieri dell'opposizione zinovievista, questi miserabili parassiti dei diversi gruppi contro-rivoluzionari battuti dal partito della classe operaia, schiacciati dalla vittoria definitiva della politica del Partito bolscevico, e del suo Comitato Centrale leninista, retto da Stalin, si inoltrarono per la via di una crescente e violentissima lotta, contro lo Stato sovietico e il Partito comunista, intraprendendo l'organizzazione di atti terroristici, contro i capi dello Stato socialista del Partito comunista, e del suo Comitato Centrale. E' quindi nel 1932 che si costituisce il centro terrorista, trotskista-zinovievista, che passa all’azione pratica, sotto la guida di Trotskij,
Per il mondo capitalista, cominciano gli anni dell’offensiva fascista contro la classe operaia e la democrazia; in Germania, in Spagna, in Austria, e in Francia; e in questi anni, il pericolo della guerra si approssima: ingrandisce. Sono nel medesimo tempo gli anni in cui le forze delle classi operaie e del popolo si uniscono per fronteggiare l’offensiva fascista; gli anni in cui il combattimento fra le forze della reazione e quelle democratiche della rivoluzione, tra i partiti fautori della guerra e quelli difensori della pace, diviene sempre più accanito. L’abominevole assassinio di Sergio Mironovic, l'ardente tribuno rivoluzionario, segue di qualche settimana soltanto l’eroica lotta armata del proletariato spagnuolo, che sbarra le strade al fascismo.
Smascherati nella loro attività criminale, i banditi trotskisti-zinovievisti, rispondono dei loro delitti, dinnanzi al Tribunale supremo della classe operaia, in un momento in cui l'offensiva fascista, entra in una nuova fase. In Spagna, i generali fascisti, strumenti delle cricche reazionarie feudali e capitalistiche, dei banchieri e degli arcivescovi milionari, appoggiati dal fascismo internazionale, si rivoltano contro il governo democratico legale, liberamente eletto dal popolo. In Francia, le forze del fascismo, costrette a una ritirata parziale, in seguito ai successi del Fronte unico e del Fronte popolare, si riorganizzano e preparano nelle loro tane nuovi attacchi contro il regime democratico e repubblicano. Al centro dell'Europa, il nazional-socialismo tedesco, prosegue con insolenza la sua politica di provocazione alla guerra.
Incoraggiato dall'esitazione degli Stati democratici borghesi, interessati al mantenimento della pace, il nazional-socialismo minaccia nella loro libertà e nella loro indipendenza nazionale, i popoli ceco, slovacchi, austriaci, francesi, belgi, polacchi... L'unità, e un saldo spirito di implacabile decisione nella lotta contro il fascismo, si dimostrano sempre più come i termini inevitabili da imporsi alla linea di condotta nell'ora attuale, per la difesa del proletariato.
Ed è proprio in un simile momento che i banditi dei trotsksiti e degli zinovievisti, ordiscono un insieme di crimini sacrileghi, contro la patria socialista, contro il Partito bolscevico, contro i suoi capi più amati; contro Stalin infine, che con la sua fede sicura ha guidati e condotti i popoli dell'U.R.S.S., a superare tutte le difficoltà che si opponevano all'edificazione definitiva del socialismo, tracciando la strada per la lotta e la vittoria della classe operaia nel mondo intero, osarono levarsi contro un capo, la cui, presenza alla testa del Partito bolscevico e dell'Internazionale comunista, è necessaria per guidare milioni d'uomini all'urto finale. Per quale interesse i banditi terroristi agirebbero, se non per quello che ispira, ai nemici implacabili della classe operaia e dei lavoratori, la collaborazione con il fascismo?
Noi non ignoriamo il compito considerevole che la vittoria definitiva del socialismo impone ai dirigenti nella loro opera di opera di unificazione delle forze della classe operaia, delle forze della democrazia e della pace, per la lotta contro il fascismo:
“La vittoria del socialismo dell'Unione Sovietica, ha dichiarato Dimitrov, nel Vlll Congresso mondiale dell’I.C. è una vittoria di portata storica mondiale, e che provoca in tutti i paesi capitalisti. Un possente movimento verso il socialismo. Questa vittoria conferma l'opera di pace da svolgersi tra i popoli, ed accresce l'importanza nazionale dell'Unione Sovietica, e il suo compito di potente baluardo di tutti i lavoratori, per una lotta sempre più decisa, sia contro il capitalismo, che contro le reazioni fasciste. Questa vittoria fortifica l'Unione Sovietica in modo che potrà sempre più divenire la base della futura rivoluzione proletaria mondiale. Porrà in movimento nel mondo intero, non solamente le forze operaie che si volgono sempre più verso il comunismo, ma anche le forze di milioni di contadini, di lavoratori minuti della città, di una parte considerevole di intellettuali, nonché di tutti i popoli schiavi nelle colonie, entusiasmandoli nello slancio per una lotta assetata di libertà. La vittoria socialista accrescerà sempre più la loro devozione per la grande patria di tutti i lavoratori, stimolando sempre più la loro risoluzione di sostenere e di difendere a qualunque costo, lo stato proletario contro tutti i suoi nemici.
Questa vittoria del socialismo aumenta la sicurezza del proletariato internazionale, la fiducia nelle proprie forze e nella possibilità reale della sua vittoria definitiva. Così questa sicurezza si trasforma in una enorme forza di reazione, agente contro il dominio della borghesia”
G. Dimitrov: Pour l'unité de la classe ouvrière contre le fascisme, ll, Bureau d'editions, Paris, 1925 p. 33-34 .
Il trionfo del socialismo dell'Unione Sovietica, riempì di paura e di odio la borghesia reazionaria. Il trionfo della linea politica del Partito comunista dell'U.R.S.S., provocò una rabbia impotente tra i bancarottieri zinovievisti e trotskisti. Il colpo terrorista che questi banditi hanno tentato di portare al paese del socialismo, fa parte integrante dell'offensiva fascista contro l'Unione Sovietica. Ma quando si colpisce l'Unione Sovietica, tutte le forze del progresso della democrazia, della libertà e della pace, sono egualmente prese di mira. Perché l'Unione Sovietica è il paese della democrazia più logica, il paese dell'unita della classe operaia, nel quale i privilegi di casta sono stati aboliti, perché l'U.R.S.S. è la roccaforte incrollabile della pace con eguaglianza; perché il suo esempio è di stimolo per i lavoratori di tutto il mondo e li invita a raccogliersi in compatti ranghi per la difesa della loro libertà e del loro pane. Per tutte queste ragioni insieme, i Partiti ultra-reazionari, i Partiti della guerra, concentrano contro l'Unione Sovietica, gli attacchi forsennati della loro stampa, dei loro uffici di propaganda, sforzandosi di riuscire a distruggere un'autorità che ingrandisce senza soste, con i mezzi più loschi e ignobili. I banditi terroristi che vennero smascherati, grazie alla vigilanza delle organizzazioni dello stato proletario, ed annientati dalla giustizia proletaria furono solamente gli strumenti dell'offensiva disperata dei fascisti contro l'U.R.S.S.
L'Unione Sovietica, doveva venire a tutti i costi screditata, isolata, battuta, annientata, in modo che il fascismo potesse trionfale nel mondo intero, secondo i piani dei banditi terroristi di Trotskij- Zinoviev. Nessun piano politico fu precisato e poi elaborato, quando i complottatori costituirono il loro centro di terrore. Non c'era, né ci poteva essere alcun piano politico nettamente dichiarato, fra della gente che riponeva i fini essenziali della sua attività, nel doppio gioco e la menzogna; possedevano soltanto un certo metodo di lotta, una specie di prospettiva avventurosa, che sopperiva ai programmi mancanti.
Un metodo di lotta tra i più vili e abominevoli: atti di terrore contro i dirigenti del Partito dello Stato. Una prospettiva disfattista contro l'Unione sovietica, che avrebbe dovuto perire definitivamente nella guerra scatenata contro il potere sovietico dagli aggressori fascisti. E sommando questo metodo di lotta a questa prospettiva, che altro ne deriva, se non la restaurazione completa del capitalismo?
La restaurazione del capitalismo è la conseguenza logica di tutte le posizioni e di tutte le piattaforme dei trotskisti e degli zinovievisti, nelle differenti tappe della loro vergognosa evoluzione; dall’opposizione in seno al Partito e contro il Partito, fino all'ultima tappa, all’avanguardia della contro-rivoluzione del fascismo. A questo risultato dovevano giungere soltanto degli uomini che negavano sempre la possibilità di edificare una struttura socialista nell'Unione Sovietica, ossia degli uomini che, nella loro lotta contro il Partito, puntavano sul fallimento della politica comunista, sul fallimento dei piani per l'edificazione del socialismo; degli uomini che si organizzavano per addivenire a manifestazioni di strada contro il potere sovietico, che organizzavano fogli clandestini, scavando il terreno sotto i piedi del proletariato, mirando alla disorganizzazione dell’apparecchio statale, tentando di colpire particolarmente l'economia socialista; degli uomini che, nella loro lotta contro il potere proletario, ricorsero ai residui delle classi capitaliste battute e distrutte, uomini spregevoli, venuti fuori dai bassifondi, pronti a compiere le azioni più sporche, più vili e infami che la borghesia contro-rivoluzionaria potesse loro comandare. Quale operaio, quale onesto lavoratore, quale amico sincero della libertà e della pace non comprende che cosa avrebbe significato per lui e per tutta l’umanità, se Trotskij e gli altri banditi che agiscono ai suoi ordini, fossero riusciti nei loro intenti criminali? Sarebbe stata la restaurazione del capitalismo in Russia! La possibilità al realizzarsi del sogno mostruoso della reazione mondiale, di Hitler, dei gesuiti, dei boia fascisti assetati di sangue, dei capitalisti e dei banchieri pronti a gettare il mondo nell'abisso d'una nuova carneficina, pur di salvare tutti ì loro privilegi.
Coloro che hanno smascherato e annientato i banditi terroristi, hanno agito nell'interesse dell'umanità intera. Il processo e il verdetto di Mosca hanno assestato un colpo al fascismo, agli istigatori guerraioli, ai nemici della libertà e della pace dei popoli, e proprio nel momento in cui questo colpo era e si rendeva più necessario. Il processo di Mosca è stato un atto di difesa della democrazia, della pace, del socialismo, della rivoluzione.
In questo risiede la sua importanza internazionale.


2 - I capi reazionari della social-democrazia, corrono al soccorso dei banditi di Trotskij e Zinoviev.

Chi sono quelli che hanno osato alzare la voce per difendere i banditi terroristi, reclamando in loro favore delle “garanzie giuridiche”, e tentando di sottrarli alla pena meritata, e reclamata a gran voce da tutto il popolo? Sono i capi dell’Internazionale operaia socialista e dell'lnternazionale sindacale, Citrin ed Otto Bauer, De Brouckére e Schevenels; sono i social-democratici, cecoslovacchi, svizzeri, olandesi, dei paesi scandinavi, che si incaricano di sostenere questa disonorevole difesa, accordando le loro voci con quelle della stampa reazionaria fascista di tutti i paesi.
Delle “garanzie giuridiche”. Ma non esiste al mondo un solo tribunale la cui composizione, le cui leggi, la cui procedura, offrano una completa garanzia di equità non soltanto formale, ma essenziale, pari a quella del tribunale sovietico proletario, opera di una rivoluzione, che ha troncate le radici di tutte le ingiustizie e di tutti i privilegi.
I capi della social-democrazia hanno proclamata la loro sorpresa e la loro indignazione, poiché il terrorismo trotskista-zinovievista, è stato inesorabilmente annientato dalla giustizia proletaria. Così facendo, hanno tentato di gettare un nuovo turbamento nei ranghi della classe operaia. Ma il tentativo è fallito. Le masse operaie, e quei lavoratori che subiscono ancora il giogo del capitalismo, hanno ben compreso il senso e il fine della falsa indignazione dei capi reazionari della social-democrazia; hanno compreso che si trattava di un puro mezzo per screditare il potere proletario, per indebolire i legami che uniscono i lavoratori dei paesi capitalisti, al paese della rivoluzione proletaria trionfante.
Gli operai dei paesi capitalisti, comprendono le necessita imposte al proletariato nella lotta rivoluzionaria per la distruzione dei privilegi di classe della borghesia, per l’annientamento totale delle classi, onde poter col tempo edificare alfine una società senza classi. Comprendono che la resistenza delle restanti classi privilegiate, battute e annientate, tenta di rinforzarsi e di assumere forme di particolare disperazione reazionaria, allorquando le vittorie della classe operaia del socialismo, rendono inevitabile la scomparsa definitiva dei borghesi capitalisti.
“Non bisogna dimenticare, diceva Stalin nel 1933, nel suo storico discorso sul bilancio del primo piano quinquennale, che la potenza crescente dello Stato sovietico, aumenterà per converso la resistenza degli ultimi elementi delle classi agonizzanti, le quali poiché spirano, poiché vivono i loro ultimi giorni, trascorreranno a nuove forme di attacchi più violenti, cercando un ausilio là dove il popolo dei lavoratori non è ancora stato conquistato dal movimento proletario, e mobilitando quanto può ancora rivelarsi con una posizione politica di incertezza, nella lotta contro il potere sovietico. Si serviranno della denigrazione e della calunnia. Così questi ultimi nemici tentano di racimolare i dubbiosi, gli arretrati, le scorie dei gruppi precedentemente battuti. Solo su questo malfido terreno, possono ancora tentare di procedere insieme i contro-rivoluzionari, i social-rivoluzionari, i menscevichi, i nazionalisti borghesi del centro e della periferia; su questo terreno tentano rimettersi in movimento gli elementi residuati dell'opposizione contro-rivoluzionari, trotskisti e deviazionisti di destra. Simile insieme raccogliticcio non costituisce, evidentemente, un pericolo spaventoso, ma è nostro dovere di considerare quanto avviene, se vogliamo che tutto questo abbia una pronta fine, e senza che debba costarci troppo caro”.
STALIN: il bilancio del I piano quinquennale, Ufficio di Edizioni, Parigi, pag. 38, 1933.
Quello che Stalin aveva previsto nel 1933, previsto e temuto, si è realizzato passo passo. I frammenti dei gruppi contro-rivoluzionari Trotskisti-zinovievisti, sono partiti in lotta disperata contro lo Stato sovietico, appoggiandosi non solamente sui residui delle classi privilegiate, ma facendo stretta lega con la reazione internazionale, con i fascisti, nel momento stesso in cui il fascismo lanciava in tutto il mondo un attacco feroce contro la classe operaia.
I capi reazionari della social-democrazia si erigono come degli accusatori, per esigere dalla classe operaia dell'U.R.S.S. la più completa giustificazione dei suoi atti. E chiedono, niente di meno, la giustificazione di quanto l'Unione sovietica compie, servendosi con fermezza del potere dello Stato per annientare gli agenti della reazione capitalistica e gli agenti del fascismo. Chiedono che il popolo dell'U.R.S.S. giustifichi la sua lotta difensiva contro coloro che in tutti i paesi capitalisti d`Europa, dell'Asia e dell'America, hanno perseguitati, strangolati, gettati in prigione, inviati al supplizio, i figli migliori della classe operaia, i più validi campioni della libertà e della pace. Se esiste un sol paese al mondo, dove sia possibile far cadere sui fascisti la spada della giustizia proletaria, questo paese è l’U.R.S.S.; e questo paese dovrebbe trattenere i suoi colpi contro i nemici, dovrebbe giustificarsi di fronte agli amici dei suoi nemici stessi? L’avanguardia della classe operaia non ha proprio nessun bisogno di giustificare, davanti agli attacchi critici dei capi social-democratici gli atti del potere proletario dell' Unione sovietica; al contrario, sono proprio questi capi reazionari della social-democrazia che devono rispondere all' Unione sovietica della responsabilità che si sono assunti proteggendo i banditi trotskisti, collocandosi accanto al fascismo e aiutando questi nemici dei proletari e della pace del mondo, con l’aria di salvaguardarli soltanto nel loro diritto alla vita. Se per caso qualcuno tra di noi può ancora stupirsi del modo come i capi social-democratici reazionari hanno utilizzato il processo di Mosca, ciò vuol dire che questo nostro amico non ha ancora giustamente compreso il problema dei nostri rapporti con la social-democrazia e il compito che i capi social-democratici si impongono nella loro lotta di classe, diretta dal fascismo, contro i proletari. Sarebbe sciocco considerare questi rapporti in modo superficiale, o come un semplice... idillio politico; non c'è dubbio che nei momenti più critici, contrassegnati da una lotta esacerbata di classi - la lotta del proletariato e delle grandi masse lavoratrici contro la borghesia reazionaria - i capi reazionari della social-democrazia tentano con ogni mezzo di sconvolgere i ranghi della classe operaia. La posizione assunta dai capi reazionari della social-democrazia internazionale, nei riguardi del processo di Mosca, si spiega in correlazione di tutta la situazione internazionale, e particolarmente con lo svilupparsi della politica del Fronte unico e del Fronte popolare dell’Internazionale comunista. I capi reazionari della II Internazionale, si sono sempre opposti al Fronte unico e al Fronte popolare, temendo che la realizzazione dell'unità d’azione dei due fronti giungesse a distruggere l’influenza che questi capi reazionari esercitano ancora su una minoranza della classe operaia. Dopo il VII Congresso mondiale dell'l. C., alcuni di questi capi avevano sperato, che per impedire il definitivo compiersi della funzione storica che ci eravamo imposta - fusione delle forze del proletariato e delle masse popolari in una sola lotta contro il fascismo - sarebbe stato sufficiente per loro di respingere sistematicamente tutte le nostre proposte di unità d'azione con la seconda internazionale. Altri di questi capi si consolavano all’idea che il compito da noi invocato, al VII Congresso mondiale, corrispondesse soltanto a una “svolta temporanea”. Ma tanto gli uni, quanto gli altri, si sono grossolanamente ingannati. La realizzazione del Fronte unico e del Fronte popolare è il compito storico che la classe operaia nel periodo attuale ha compreso come l’unico di sua spettanza, concentrando e raccogliendo tutte le sue forze per non mancarlo. D'altra parte, la nostra politica di Fronte unico e popolare ha già riportato, malgrado la resistenza degli elementi reazionari e social-democratici, dei notevolissimi successi, non soltanto in Francia e in Spagna, ma anche in altri paesi. E gli avvenimenti spagnoli e francesi hanno ancora una volta dimostrato che la sintesi delle forze della classe operaia, e delle masse popolari per la lotta contro il fascismo non è effettuabile senza che si provochi, nel momento determinato, l’accentuazione della lotta di classe. Gli elementi più reazionari della borghesia, costretti a battere in ritirata dinnanzi alla compattezza unitaria tra la classe operaia e le masse popolari, raccolgono nuovamente tutte le loro forze per preparare ancora un’altra offensiva disperata contro il regime democratico, che la classe operaia difende. Questo comporta in certi momenti la ripresa di una lotta di classe, di una lotta di classi armate l’una contro l’altra, come quella che oggi si combatte in Spagna. Battaglie di classi, paragonabili ai grandi scioperi che seguirono in Francia la vittoria elettorale del Fronte popolare.
Il Partito comunista, il più logico difensore dell'unità, proclamando e fissando con limpidezza e alto spirito di iniziativa i compiti che attualmente s'impongono alla classe operaia, si arroga così il naturale diritto di essere all’avanguardia di questi combattimenti, che potenziano sempre di più il suo prestigio. Nella gelosa difesa di tanto, noi dobbiamo cercare le origini della campagna scatenata dai capi reazionari della social democrazia, nei giorni del processo di Mosca, per sradicarle. Campagna contro il Fronte unico; campagna contro il Fronte popolare.
Senza il processo di Mosca, i capi reazionari della social-democrazia, avrebbero certamente cercato e trovato qualche altro pretesto per scatenare la lotta. Gli attacchi della social-democrazia, sono stati diretti in prima linea contro l’Unione Sovietica, perché l’autorità crescente di questa, del suo edificio sociale e della sua politica estera, è uno dei successi fondamentali sul quale si basano i vantaggi della nostra politica dei Fronti Unico e Popolare.
Ogni attacco destinato a frenare e rendere più difficile la realizzazione dell'unità della classe operaia e la totale unione delle masse popolari contro il fascismo, serve al fascismo soltanto. La lotta tra noi e la social-democrazia reazionaria, a proposito del processo di Mosca, fa parte integrante della lotta che l’avanguardia della classe operaia, conduce contro il fascismo.
L’offensiva della social-democrazia, venne scatenata dopo la riunione che tennero i capi dell’Internazionale operaia-socialista e della Internazionale sindacale a Parigi, nel mese di agosto. Lo scopo, non era di sollevare un grande movimento favorevole ai miserabili banditi terroristi - cosa impossibile questa - ma di tentare, ancora una volta, di approfondire e allargare la scissione, in seno alla classe operaia. Fin dall'inizio di questa campagna, la stampa social-democratica affermava brutalmente che il Fronte unico, l’alleanza tra i Partiti socialista e comunista, realizzata in Francia e in Spagna, per lottare contro il fascismo, era rimessa in discussione. Questo attacco apparve quindi direttamente condotto contro le nostre tendenze sempre più favorevoli, per un avvicinamento tra operai comunisti e operai socialisti in Cecoslovacchia, nel Belgio, nella Svizzera, in Inghilterra e in altri paesi.
Prendiamo ad esempio, la Cecoslovacchia. Trascorrono alcuni giorni e la stampa social-democratica cecoslovacca, non parla più del processo di Mosca; e l'offensiva cecoslovacca, contro il Fronte unico, è condotta al fine di distruggere i risultati già ottenuti. l reazionari della social-democrazia svizzera, agiscono poi in modo ancora più chiaro. Durante l’assemblea del Partito social-democratico di Zurigo, si vota con 133 voti contro 52, una risoluzione che dichiara come, dopo il processo di Mosca, il Partito social-democratico si trovi nell’impossibilità di mantenersi nella comunanza d’azione precedentemente stabilita con il Partito comunista.
In Francia e in Spagna, dove la grande maggioranza degli operai socialisti, non avrebbe tollerato una rottura del Fronte unico, da parte dei suoi capi, la campagna social-democratica riportò qualche successo, insignificante però, ed in paesi dove, flno ad oggi, i progressi dell'unità d'azione contro il fascismo, sono rimasti assai deboli. Quindi, proprio in questi paesi la classe operaia venne a trovarsi, di fronte agli attacchi del fascismo, in una situazione estremamente grave. Ed è precisamente in questi paesi che l'unità delle classi operaie deve venir necessariamente raggiunta, poiché essa è necessaria per la vita della classe, quanto il pane, l’aria, il sole.
La Cecoslovacchia, il Belgio, la Svizzera, l'Olanda, si trovarono fra questi paesi la cui indipendenza nazionale è direttamente minacciata dai piani di guerra del nazional-socialismo tedesco. I fascisti tedeschi che hanno organizzato l'intervento armato in Spagna, per sostenere la ribellione dei generali fascisti, hanno incluso nel loro piano, l’organizzazione di un simile intervento, anche in Cecoslovacchia e nel Belgio. Si impone quindi d'urgenza, la necessità di organizzare in questi paesi un'unità frontale della classe operaia, per vincere il pericolo. In Cecoslovacchia, questa unità si impone poi come condizione prima per la difesa vittoriosa dell’indipendenza della Repubblica Cecoslovacca contro l’assalto fascista. L'unità della classe operaia nel Belgio è una condizione indispensabile per arrestare lo slittamento di questa nazione, verso un regime fascista, che spalancando le porte all'intervento straniero, distruggerebbe la libertà e le organizzazioni della classe operaia belga. In Svizzera, i nuclei dirigenti della borghesia minacciano la liberta popolare che già sono riuscite a scuotere, e sempre più guadagneranno terreno, quanto più il proletariato e il popolo ritarderanno ad unirsi per difendersi.
A qual fine, i capi social-democratici reazionari hanno scatenato in questa situazione, un feroce attacco contro il Fronte unico?
Le misure energiche degli organi del potere sovietico per sopprimere dei banditi terroristi, agenti del fascismo, l'unanimità con cui le masse popolari dell'Unione Sovietica hanno appoggiato questa
azione, non dovrebbero forse venir sempre citate come esempio per una agitazione continua di tutte le classi operaie e di tutti i popoli minacciati dal fascismo?
I capi reazionari della social democrazia si sono ingannati nelle loro speranze, perché non sono riusciti e non riusciranno mai, con le loro provocazioni, a frenare la nostra lotta per il Fronte unico e quello popolare. I Partiti comunisti, hanno assunto nel loro insieme questa posizione e la manterranno. A tutte le Sezioni dell'Internazionale comunista noi indichiamo l'esempio dei compagni spagnoli, i quali hanno intrapresa a fondo una lotta diretta e armata, per schiacciare la muta dei generali fascisti, che operano contro la Repubblica democratica. Questi camerati spagnoli, difendendosi e combattendo, hanno scaltrita la loro vigilanza di classe. Ecco perché, al primo annuncio del processo contro le bande terroriste di Mosca, compresero subito che gli accusati, tradotti dinnanzi al tribunale proletario, per aver osato levare la mano contro la Repubblica sovietica, erano gente della stessa razza dei banditi fascisti. organizzati per combattere la Repubblica democratica spagnola. Ciò perché seppero immediatamente stabilire una linea di raffronto tra i condannati trotskisti-zinovievisti, già operanti nell'Unione sovietica, e la lotta all'ultimo sangue contro gli elementi trotskisti, che agiscono in Spagna, come in tutti gli altri paesi, in qualità di agenti diretti del fascismo. l documenti pubblicati dai nostri compagni spagnoli, che rivelano la collaborazione fra trotskisti e fascisti spagnoli, le prove fornite sull'attività provocatoria svolta dai trotskisti spagnoli al fine di infrangere i Fronti unico e popolare, costituiscono documenti preziosi che confermano pienamente le conclusioni alle quali sono giunti gli organi della difesa e della sicurezza dello Stato sovietico. Questi documenti devono essere utilizzati a fondo in tutti i paesi, per smascherare definitivamente le rimanenze settarie del trotskismo contro-rivoluzionario.
Solo assumendo una posizione cosi energica e risoluta, si può controbattere e spezzare l’offensiva condotta in favore del vile terrorismo trotskista e preservare i Fronti unico e popolare dagli attacchi dei capi social-democratici reazionari. Questo atteggiamento energico e risoluto è indispensabile se si vuole che gli insegnamenti derivanti dal processo di Mosca possano dare alle classi operaie e alle grandi masse dei lavoratori i frutti che ci attendiamo.


3 – Il trotskismo é un'agenzia fascista che funziona in seno alla classe operaia.

“ lo mi rifiuto di credere che il Trotskij sia un complice diretto di Hitler” afferma De Brouchère, presidente dell'Internazionale operaia socialista. E Otto Bauer, come sempre, disposto nei momenti decisivi e di fronte alle questioni risolutive, a collocarsi a fianco dell'ala reazionaria della social-democrazia, fingendo abilmente intenzioni e linguaggi di “sinistra “, reclama delle “prove “.
Delle prove? Ma tutte le prove, che i più scrupolosi giudici avrebbero potuto esigere, sono state strafornite dal processo. Alle assise pubbliche del Tribunale Supremo, gli stessi capi della banda terrorista, sono stati costretti a confessare i loro crimini. Il legame con il fascismo è stato provato, non solamente da una comunanza di programma e di fini - assassinio dei capi del potere proletario, rovesciamento con la violenza della dittatura del proletariato, disfatta dell'Unione Sovietica in caso di guerra e restaurazione del regime capitalista - ma anche per l’appoggio concreto e diretto accordato dalla Gestapo ai loschi agenti di Trotskij, per condurli, mediante documenti falsi in U.R.S.S., e per aiutarli così a preparare a perpetrare i loro delitti. Nessuno può mettere in dubbio l’autenticità di fatti confermati da una riprova che è sempre stata considerata, da quando esistono al mondo una giustizia e dei giudici, come decisiva e irrefutabile: la confessione degli accusati.
Non vi basta? Volete delle altre prove? Ma guardatevi intorno, osservate, analizzate l’attività che la setta contro-rivoluzionaria dei trotskisti svolge in tutti i paesi e non vi sarà più possibile di dubitare come questa setta non sia altra cosa che una filiale, un'agenzia del fascismo, funzionante in seno alla classe operaia.
“... Il trotskismo è un reparto di avanguardia della borghesia contro rivoluzionaria, che conduce la lotta contro il comunismo, contro il potere sovietico, e contro l’edificazione del socialismo in U.R.S.S.
Chi è che ha dato alla borghesia controrivoluzionaria, un'arma spirituale, valida per combattere il bolscevismo, sotto forma di quella “persuasiva” tesi circa l'impossibilità di costruire il socialismo nel nostro paese, e sulla degenerazione inevitabile del movimento bolscevico, ecc.? Il trotskismo!
E non si può considerare mero caso che tutti i gruppi antisovietici in U.R.S.S., nei loro tentativi di giustificare la inevitabilità della lotta contro il potere sovietico, abbiano invocato la tesi trotskista, arciconosciuta, sull’impossibilità di costruire il socialismo nel nostro paese, sulla degenerazione, inevitabile col tempo, del potere sovietico, e sul probabile ritorno del capitalismo.
Chi ha dato alla borghesia contro-rivoluzionaria dell`U. R. S. S., un'arma tattica, sotto forma di tentativi d’azione diretta e dichiarata, contro il potere sovietico? Il trotskismo; che ha tentato di organizzare delle dimostrazioni antisovietiche a Mosca e a Leningrado, il 7 Novembre 1927. E' un fatto provato che le manifestazioni antisovietiche dei trotskisti hanno restituito un qualche coraggio alla borghesia, e favorita la campagna di sabotaggio degli specialisti borghesi.
Chi è che ha dato alla borghesia contro-rivoluzionaria un'arma organizzativa, sotto forma di tentativo atto a costituire delle organizzazioni antisovietiche clandestine, è il trotskismo con l'organizzazione di propri gruppi illegali, anti-bolscevichi. Ed è ancora un fatto provato, che l’azione antisovietica clandestina dei trotskisti ha facilitata la cristallizzazione organica dei gruppi antisovietici in U.R.S.S.
Il trotskismo è un distaccamento d'avanguardia della borghesia contro-rivoluzionaria.
Ecco perché il liberalismo, nei riguardi del trotskismo, per quanto spezzato e camuffato, si è spinto, in pieno tradimento della classe operaia, fino ai limiti di una condotta inconseguente confinante con il delitto”.
- STALIN: Le questioni del Leninismo, volume II (edizione russa). -
Queste parole scritte da Stalin nel 1931, non erano soltanto una direttiva per i comunisti, ma contenevano anche un avvertimento molto serio per il movimento operaio del mondo intero. Se questo storico avvertimento fosse stato compreso da tutti, e con le sue logiche conseguenze, l’epurazione, nei ranghi della classe operaia, degli agenti del nemico, sarebbe stata enormemente facilitata. Tutta l’attività seguente dei trotskisti, conferma l'alto valore della definizione data da Stalin nel 1931.
Due grandi obbiettivi storici si impongono attualmente alla classe operaia. Il primo è la lotta contro il fascismo per la difesa conseguente di tutte le conquiste del proletariato e delle masse popolari e, in prima linea, per la difesa delle libertà democratiche che il fascismo tenta di annientare, per instaurare la propria dittatura sanguinaria. Il secondo, è la lotta per la pace. In merito a questi due obbiettivi, il XII Congresso dell'Internazionale comunista ha stimolata l’attenzione di tutto il mondo, denunciando nel fascismo il nemico mortale degli operai, dei lavoratori, del progresso, della civiltà umana, nonché l’istigatore d'una nuova guerra mondiale. Questo Congresso ha mostrato a tutti che la realizzazione dell'unità della classe operaia col Fronte popolare e con tutte le forze antifasciste e col fronte ben più esteso di tutti gli amici della pace e della vita, permetterà di sbarrare la strada al fascismo, sconfiggendolo.
Nella lotta contro il fascismo e per la pace, la più stretta unità venne stabilita tra il proletariato e le grandi masse lavoratrici nei paesi capitalistici, da una parte, e la classe operaia, e i popoli della Unione Sovietica dall'altra parte. Di questa Unione Sovietica, i cui progressi nella realizzazione del socialismo sono colpi mortali inferti al cuore del fascismo stesso e sono, nel medesimo tempo, le garanzie più calde per la causa della pace. Milioni e milioni di lavoratori hanno maturata sempre più una coscienza della necessità dell'unione di tutti i proletari e i lavoratori nella lotta contro il fascismo e per la pace. In tutti i paesi questa coscienza trascina e spinge al combattimento antifascista, delle masse sempre più grandi; ed ecco la sorgente di energie che produce le vittorie riportate in Francia e in Spagna sul fascismo. Ecco la sorgente profonda che muove questa nuova ondata di masse operaie lavoratrici, che lottano per i propri interessi e la propria libertà, contro le congreghe più reazionarie e fanatiche al servizio della borghesia.
Malgrado questi incontrastabili progressi, o forse proprio a causa di questi, si colgono ancora sul fatto dei piccoli nemici, che si sforzano di penetrare nei meandri delle classi operaie e nelle loro organizzazioni, per minare col tradimento il fronte antifascista, forgiato nella asperità del combattimento. Questi nemici sono i trotskisti che oggi si preoccupano di proclamare come non sia più il momento di fare fuoco unicamente sul fascismo. Sperando sul fascismo, affermano i trotskisti, la classe operaia fallisce il suo compito, abbandonando la sua lotta contro il capitalismo, instradandosi verso la capitolazione e il tradimento. Cosi, mentre l’esperienza politica dell'Italia, della Germania, dell'Austria, convince l'enorme maggioranza dei lavoratori circa la necessità di opporsi alla distruzione degli ultimi resti delle libertà democratiche, che i reazionari e la borghesia vorrebbero al più presto polverizzare, proprio mentre l’esperienza politica di quei tre paesi insegna come sia necessario difendere le libertà democratiche e di servirsi di queste istituzioni per arrestare la marcia minacciosa del fascismo, sviluppando per converso la lotta feconda delle masse lavoratrici, proprio in questo momento i trotskisti se ne vengono fuori a proclamare che la difesa delle libertà democratiche, è, al contrario, un'illusione, un pericolo, in quanto la “democrazia
borghese deve inevitabilmente trasformarsi in fascismo! “.
Nel momento in cui il fascismo accentua sempre più il suo atteggiamento provocatorio e fautore della guerra, nel momento in cui il fascismo italiano prosegue la sua guerra in Africa e minaccia di estendere il conflitto fino al continente europeo, nel momento in cui il nazional-socialismo tedesco prende a calci tutti i suoi obblighi internazionali, riducendo il popolo tedesco in miseria e in schiavitù, mediante una politica sfrenata di armamenti e di militarizzazione, agitando la fiaccola della guerra nel centro dell'Europa e minacciando l’indipendenza nazionale dei popoli che vivono alle sue frontiere, proprio in un simile momento, la più importante preoccupazione dei trotskisti è di dimostrare che il fascismo non ha invero nessun particolar compito, niun rilievo, veruna importanza, nella preparazione della guerra!
«Quel che trascina alla preparazione della guerra - questo è quanto si può leggere in uno dei tanti e immondi fogli che i trotskisti infettano con le loro parole, nei vari paesi - non è affatto la forma del governo. Non vi e nessuna differenza, nei riguardi della guerra, tra le nazioni democratiche e quelle fasciste. La forma di Stato della dittatura capitalista, e una questione secondaria”.
I contro-rivoluzionari trotskisti si dimostrano, e sempre in forma più diretta, dei soccorritori dei guerraioli fascisti, riservando tutte le loro agitazioni politiche per gli stati democratici “privilegiati e satolli...” (la terminologia trotskista fà il paio con quella dei proclami bellicosi di Hitler e Mussolini), e assumendo la difesa del social-nazionalismo tedesco, il quale, poverino, ha la colpa di volersi liberare dal giogo del trattato di Versailles. E tutto questo, proprio nel momento in cui non resta più niente di questo trattato, e il fascismo nel... pacifico intento di imporre ai popoli un nuovo “trattato di Versailles”, cento volte più barbaro e odioso di quello del 1919, spinge l’umanità intera nel fuoco di una nuova guerra mondiale.
La setta contro-rivoluzionaria dei trotskisti, dirige la sua attività in tre direzioni principali. Innanzi tutto il trotskismo si sforza con tutti i suoi mezzi di infrangere gli stretti legami che uniscono il proletariato dell'Unione sovietica alle masse popolari dei paesi capitalisti; poi tenta con ogni mezzo di impedire la realizzazione dell’unità della classe operaia, nella sua lotta contro il nemico fascista e per la difesa della pace tentando dovunque di ingenerare scissioni per disgregare e disperdere questa unità delle vive forze operaie; infine, cerca, con ogni impegno possibile, di ostacolare l’adunarsi intorno alla classe operaia delle grandi masse lavoratrici popolari, ossia delle forze progressiste e antifascista della piccola borghesia delle città e della campagna: adunanza totale che si impone come decisiva condizione ai fini della lotta vittoriosa contro il fascismo. Gli scopi a cui mira il trotskismo in queste tre direzioni collimano pienamente con quelle dei fascisti. Se screditeremo un`Unione Sovietica, se scinderemo l’organizzazione della classe operaia, se isoleremo il proletariato dai suoi alleati, chi ne trarrà maggior profitto? Il fascismo. Alla base di tutti i propositi dei banditi trotskisti è riconoscibile sempre un sentimento solo: l’odio. L’odio che ispirò le campagne antisovietiche dei fascisti che di odio per l'U.R.S.S., sono impregnati da capo a piedi. Sempre lo stesso odio e quindi sempre le stesse ignobili provocazioni.
l fascisti sono, e prima d'ogni altra cosa, interessati a distruggere l’influenza rivoluzionaria che la vittoria grandiosa del socialismo nell'Unione Sovietica può esercitare sulla coscienza di tutti coloro che vivono come degli oppressi e degli sfruttati. I trotskisti. alimentando questo interesse, si sforzano di rialzare il prestigio del fascismo, proclamando che “la spinta del fascismo, l'impulso fascista guadagna più rapidamente terreno dell'edificazione del socialismo nell'U.R.S.S.” Oggi, più nessuno contesta il successo dell'edificazione socialista, salvo i giornali trotskisti e i discorsi della propaganda fascista.
Questa gente ha troppo interesse a sostenere che i progressi del popolo russo in realtà non esistono. Il movimento stakanovista, che apre dinnanzi alle masse lavoratrici dell'U.R.S.S, nuove prospettive per un miglioramento dei livelli di vita del popolo, con il raggiungimento di una condizione quotidiana più agevole e felice, ha suscitato l’ammirazione del mondo intero. La stampa fascista, per converso, si diverte a lanciare, e a diffondere, delle ridicole menzogne, pretendendo che in seguito a simile movimento, la situazione materiale dei lavoratori sovietici, si aggrava di giorno in giorno. Possiamo leggere le stesse cose nei fogli della propaganda trotskista. Ora il prestigio crescente del paese del socialismo, che conduce una politica conseguente e ardita per la difesa della pace e della libertà provoca nei fascisti una inquietudine e un odio particolari. Ma ancora una volta i signori trotskisti si impegnano per fornire a questi nemici, molti “argomenti”, i quali oltre a screditare la politica di pace dell'U.R.S.S., ridanno fiducia alle incertezze dei sostenitori del capitalismo. l patti di mutua assistenza conclusi dall'Unione Sovietica con alcuni di questi Stati che, fino ad oggi, non si sono ancora interessati al pericolo eventuale di una guerra senza quartiere. sono caratterizzati e definiti dai pennivendoli trotskisti come delle “alleanze militari”, che “obbligano” il nazional-socialismo tedesco, a difendersi, a raddoppiare ancora i suoi armamenti. Con questa stessa sfrontata menzogna le propagande tedesche si sforzano di impedire ogni tentativo per consolidare una pace tra i popoli e mascherano, come meglio possono, la loro politica guerrafondaia.
Non è trascorso molto tempo. da quando i rappresentanti di diecine di milioni di uomini si sono riuniti a Bruxelles per affermare la loro salda volontà di lotta a sostegno d’una pace duratura, contro gli aggressori criminali, e per organizzare, ai fini di questa pace, tutte le masse. La parata bellicosa di Norimberga ha provato che l’aggressore più pericoloso e stigmatizzato dai progressisti di Bruxelles, si riassume nel fascismo tedesco di Hitler. E ancora una volta gli ululati rabbiosi dei contro-rivoluzionari trotskisti si fondono con l'abbaiare dei cani fascisti.
Nell'unità d’azione della classe operaia, i fascisti scorgono la più grande minaccia per la loro sete di dominio e per i loro piani. Se la classe operaia resta divisa, il fascismo trionfa; ma ogni successo dell’unità dei lavoratori, segna una disfatta per i fascisti. E ancora una volta il banditismo trotskista, scorgendoci un pericolo, stende la propria mano. La lotta per l’unità, blaterano i fogli degli scribacchini fascisti, è una “superstizione “, una “pericolosa illusione “, una “sciocchezza “, nonché un “crimine “. Fin dai primi successi ottenuti dal Fronte unico in Francia i contro-rivoluzionari trotskisti, si sono imposti il compito di impedire, con ogni genere di provocazioni, il Fronte Unico; quel Fronte che ha permesso, ai proletari francesi di respingere l'offensiva fascista negli anni 1934-35, riportando la vittoria elettorale del 1936; quel Fronte Unico che ha decuplicate le forze del paese in sindacati compatti, quel Fronte, grazie al quale i francesi ottennero, con una lotta aperta, le grandi conquiste economiche del giugno 1936.
Nei suoi “messaggi”, Trotski, scatena le sue folgori contro ogni organizzazione operaia che osi tendere verso una politica unitaria, e giunge a prescrivere all' “Indipendent Labour Party” la rottura dei rapporti con i comunisti. Siccome questo partito non volle obbedire, Trotski gli lanciò l'anatema contro. Egli proclama che la politica di unità della classe operaia, è una politica “dettata esclusivamente dagli interessi della diplomazia sovietica”, e che l'Internazionale comunista è lo “strumento della politica estera russa”. Così Trotski, fornisce a Hitler e Goebbels la parola d'ordine fondamentale per il congresso di Norimberga.
Nella realizzazione completa dell'unità delle forze della classe operaia che, come tale, unifica a sé e alla propria influenza la massa della piccola borghesia delle campagne e delle città, il fascismo scorge un altro grandissimo pericolo per l'avvento del suo dominio, per la esplicazione dei suoi piani capitalisti. E ancora una volta, il trotskismo contro-rivoluzionario, vola in soccorso del fascismo, dichiarando che il Fronte popolare è soltanto una “rinuncia alla lotta di classe “, una “collaborazione con la borghesia imperialista”. In Francia, lo scopo perseguito dalla setta contro-rivoluzionaria trotskista è quello di rompere il Fronte popolare, favorendo quindi, con un rafforzarsi della “destra”, una possibile instaurazione dittatoriale di tipo fascista. Così pure in Spagna, il Fronte popolare. rappresenta per i trotskisti un “tradimento” La politica che i trotskisti spagnoli predicano è quella stessa che il capo fascista Gil Robles tenta di realizzare, prima di passare in aperta rivolta contro la Repubblica. E' il solito tentativo che consiste nel distaccare la classe operaia dai partiti della piccola e media borghesia repubblicana, spingendo sempre più la piccola borghesia, nelle braccia della reazione e del fascismo.
Ma i capi reazionari social-democratici, continuano a chiederci delle prove. Come se non bastassero quelle fornite dalle confessioni dei trotskisti, sulla loro attività di quotidiani agitatori contro-rivoluzionari. Ma questo, insistono i difensori dei banditi, non prova ancora che i trotskisti abbiano organizzato degli attentati contro il potere sovietico e i suoi capi.
No, no, signori; tutta questa politica contro-rivoluzionaria mirava a uno scopo solo; era diretta a colpire il cuore e la testa del movimento rivoluzionario mondiale, ed eliminare i capi del Partito bolscevico e quindi il Partito. Gli attentati terroristi, fanno parte della pratica contro-rivoluzionaria dei fascisti e dei trotskisti.
E finalmente, al signor Trotskij, oggi non resta che la prospettiva di una disfatta militare dell'Unione sovietica. Prospettiva, per altro, che fece sempre parte delle sue mire avverse al proletariato. Nel 1926 lanciò la famosa tesi di Clemenceau. Come lui, che fu chiamato al potere quando la guerra imperialista minacciava la Francia di una disfatta, Trotskij cercherà di raggiungere il suo obbiettivo, nel momento in cui il nemico arriverà alle porte di Mosca. E a questo proposito, alcuni mesi or sono Trotskij, scriveva:
“La vittoria della coalizione europea contro Napoleone, non ha affatto arrestato lo sviluppo capitalista in Francia; anzi ne ha reso più celere l’avvento nel resto dell'Europa”.
Quindi noi ci ritroviamo in presenza di una edizione rammodernata e fascista, della teoria della “rivoluzione permanente”, per cui se i fascisti, attaccando l`Unione sovietica riuscissero a batterla, questa sconfitta non arresterebbe, ma affretterebbe anzi, il progresso “nel resto dell'Europa”. E a questo punto, signori della social-democrazia, non vi è più bisogno di provare che la spada della giustizia proletaria ha colpito giustamente dei nemici mortali della classe operaia.
Con la stessa sfacciataggine con cui egli confessa l’identificarsi dei suoi scopi, con quelli fascisti, in rapporto alla comune guerra contro l'U.R.S.S., così Trotskij, parla... tranquillamente della necessaria inevitabilità dei suoi atti terroristici. La parola d'ordine “bisogna eliminare Stalin”, è stata pubblicamente lanciata dai giornali trotskisti. Questa gente ha elevato il terrorismo a metodo di lotta, contro il potere dei Sovieti. La difesa del terrorismo, considerata come una giustificata necessità storica, alla stregua, di un “fattore del progresso “, ritorna con l’insistenza di un leit-motiv, negli scritti di Trotskij.
Eppure anche queste prove non sembrano ancora sufficienti per i capi reazionari. Vi sono ancora degli uomini che vorrebbero rinviare in appello il verdetto del Tribunale supremo, ma davanti a una qualsiasi “commissione”, composta in modo, che i trotskisti ne formino l’estrema autorità giudicante. Il capo degli assassini, Trotskij infine, dichiara addirittura che egli desidererebbe di venir giudicato da un Tribunale della borghesia norvegese. Ma se gli preme veramente di aggiungere qualcosa a quanto i suoi partigiani e complici hanno confessato, non deve ricorrere ai giudici del Re di Norvegia, ma deve avere il coraggio di presentarsi in persona davanti ai giudici del Tribunale Sovietico. Quando al processo di Lipsia accusarono falsamente Dimitrov di avere organizzati degli atti di terrore nel suo paese natale, la Bulgaria, la coscienza di Dimitrov, senza una minima esitazione, richiese, dopo il dibattito, d'essere invialo in Bulgaria per venirvi giudicato, a condizione che il processo si svolgesse pubblicamente.
Il solo fatto che Trotskij non ha osato di presentarsi dinnanzi all'unico Tribunale competente e investito di tutta l'autorità necessaria per giudicare i crimini da lui commessi è la riprova morale della sua colpa.


4. - La collaborazione della polizia con i banditi trotskisti.

Una identità di aspirazioni e di intenti ha condotto i banditi trotskisti a collaborare con la Gestapo. Sulla stessa base, si stabilirono nei paesi capitalistici collaborazioni e reciproci scambi di servizi tra le polizie da una parte, e i contro-rivoluzionari trotskisti dall'altra.
Non è forse vero che un miserabile collaboratore e della polizia, e dei gruppi trotskisti parigini, ha tentato di assassinare Marcel Cachin, fallendo il colpo, solo in virtù di una mera concordanza dl avvenimenti fortuiti?
Non è forse vero che fu un provocatore, a suo tempo smascherato, e al soldo del gruppo trotskista, che uccise Camillo Montanari, uno dei migliori combattenti dell'avanguardia del proletariato italiano?
E' vero o non è vero che il principale teste a carico di Dimitrov, il Karwahne, messo a disposizione del procuratore generale di Lipsia, dalla polizia fascista, era stato espulso dal Partito, come membro di un gruppo zinovievista, passando quindi, immediatamente, nei ranghi trotskisti?
Maria Reese, esclusa dal Partito comunista tedesco, per aver assunto le difese della concezione disfattista di Trotskij in merito al fascismo tedesco, divenne poi uno dei capi del trotskismo tedesco, e, in occasione del plebiscito della Sarre pronunciò alla radio un discorso di propaganda hitleriana, che venne sostenuto in quell'occasione da tutta la stampa trotskista tedesca. In Svezia, uno dei capi dell'ala trotskista del partito socialista, Nils Flyg, ha potuto servirsi della generosa cassa di lvar Kreuger, altro finanziatore dell’organizzazione fascista. L’editore d’un foglio trotskista liberamente stampato a Budapest, dove la propaganda comunista è perseguitata e combattuta e considerata alla stregua di un alto tradimento, è il rinnegato Weisskaus, un trotskista che, nel 1925, organizzò un attentato contro il compagno Rakosi che lavorava allora clandestinamente nel paese. In Polonia, la polizia pubblica dei fascicoli trotskisti e li diffonde tra gli operai. Ruth Fischer, agente di collegamento tra i terroristi inviati nell'Unione Sovietica da Trotskij e il Trotskij stesso che ammaestra queste spie, è la più intima collaboratrice di Dorriot, capo di un partito fascista, strettamente legato con i capi reazionari della polizia parigina. In Italia l’autobiografia di Trotskij, questo capolavoro di calunnie contro il Partito bolscevico, viene distribuita e segnalata dalla polizia alle biblioteche del paese, e a quelle delle prigioni. In Francia, quando la polizia cerca un pretesto per attaccare le manifestazioni del Fronte popolare, trova sempre dei provocatori trotskisti, che le facilitano il compito. La linea di condotta dei trotskisti francesi, consiste non solamente nel tentativo di frattura dei Fronti unico e popolare, ma anche nel sobillamento continuo di piccoli gruppi di operai e di gente d'avventura, ai fini di provocare delle “battaglie armate”, avventurose, e atte quanto mai, a ingenerare quelle confusioni che possono nuocere al diffondersi dei sentimenti proletari. Ora, una simile linea di condotta propagandistica si rivela perfettamente corrispondente ai piani comuni dei fascisti e della polizia. In Spagna, per quanto schiacciati dal potentissimo sviluppo del Fronte popolare, i resti della setta trotskista continuano a fornire gli agenti provocatori che, guidati dai fascisti, organizzano degli attentati contro i capi comunisti repubblicani.
La lega tra la polizia e i trotskisti è un fatto incontestabile. Il giornalista reazionario Kérillis. ha affermato nell' “Echo de Paris”, che la polizia francese possiede le prove irrefutabili di uno strettissimo legame fra i trotskisti e l'attività della Gestapo. Il signor Kerillis, evidentemente deve essere molto bene informato in proposito. Soltanto è spiacevole che il ministro dell'Interno, un socialista, non abbia ancora messo a disposizione delle organizzazioni operaie i documenti relativi a tutte queste trappole. Lo assicuriamo che, se così avesse fatto, avrebbe reso un servizio, molto importante, a tutto il movimento dei lavoratori; un servizio pieno di insegnamenti per tutte le persone oneste che vivono in Francia.


5 -La lotta contro il trotskismo contro-rivoluzionario è dovere di tutti gli onesti lavoratori.

E' necessario liberare definitivamente il movimento operaio internazionale dal fango trotskista. E` necessario che si ponga fine a quella sciagurata tendenza che porta a considerare le sette contro-rivoluzionarie trotskiste, e gli aderenti, come frazioni del movimento operaio. Occorre infine che sia superato ogni limite di tolleranza verso questi ignobili agenti del nemico. Basta con quelle opinioni per cui la lotta contro il trotskismo è un compito che deve riguardare esclusivamente i comunisti. L’impegno per una lotta contro il trotskismo deve venire esaminato in una maniera ben diversa. Tutto il movimento operaio, tutte le organizzazioni della classe operaia, devono essere radicalmente liberate, e per sempre, dai banditi che si infiltrano nei nostri ranghi, per inocularvi le direttive velenose e le parole d'ordine del fascismo; per compievi i mandati criminali dei nemici della classe. La classe operaia non potrà mai battere i suoi avversari fin tanto che vorrà tollerare gli agenti che il nemico le affianca
Le masse più compatte dei lavoratori, tutto il popolo, devono levarsi come un sol uomo per lottare contro questi miserabili che hanno ucciso Kirov, che hanno tentato di assassinare Stalin; demoni che si sforzano di scindere, disgregare e distruggere le forze più vive del proletariato. Tutto il popolo dell'Unione Sovietica, ha già fatto del proletariato. Tutto il popolo dell'Unione Sovietica si è levato in blocco contro la vigliaccheria terrorista, esigendone l’annientamento.
Nei paesi capitalisti, dunque, l'avanguardia del proletariato avrà per supremo esempio la denuncia dei trotskisti, di fronte a tutta la massa dei lavoratori, e ognuno devi partecipare pienamente a questa denuncia, come per un dover suo. Perché bisogna provare, in maniera sempre più convincente, e traendo questo convincimento dalle stesse parole e dagli stessi atti dei trotskisti, che essi sono degli agenti del fascismo, e dei cacciatori di carne umana. Tutto questo occorre chiarire, per scaraventarli definitivamente fuori dall’ambito operaio.
Ecco il più grande insegnamento del processo di Mosca.
Gli operai socialisti, e particolarmente quelli francesi, hanno da tempo acquistata una notevole esperienza difensiva, per quanto concerne l'attività dei trotskisti. Colà i contro-rivoluzionari trotskisti hanno tentato, prima che altrove, di scavare le loro trincee nei nostri ranghi
Ma li abbiamo cacciati, e continueremo a cacciarli, accrescendo la nostra vigilanza, fin tanto che un solo di costoro oserà ancora rimanere tra noi.
Per ora, gettati fuori dal Partito comunista, si sono riparati sotto le tettoie delle organizzazioni social-democratiche. Gli operai socialisti, si sono resi subito conto del lavoro pernicioso che i trotskisti andavano svolgendo tra le loro file, gettando la confusione nella Federazione socialista della Senna, la quale fino al momento in cui divenne il campo preferito degli intrighi contro-rivoluzionari, aveva sempre assolto al compito storico di ala sinistra del Partito socialista. L’organizzazione della gioventù socialista è stata egualmente inceppata nel suo sviluppo, dal giorno in cui i trotskisti si sono mescolati a quelle riunioni: per liberarsene, sulla scorta del nostro esempio, hanno dovuto rivoltarsi contro questi manigoldi, e cacciarli. Anche nel Belgio i trotskisti hanno funzionato da elementi disorganizzatori del movimento socialista. E il compito criminale svolto in Spagna, è ormai conosciuto da tutto il mondo.
Non possiamo rimanere indifferenti davanti al fatto che i nemici del proletariato, smentiti, rinnegati e cacciati dai nostri reparti, ora cerchino di collocarsi fra le organizzazioni socialiste, perché noi desideriamo creare, insieme alle organizzazioni socialiste, una forza unica e potentemente capace di lottare fino alla vittoria, contro il fascismo, e per amore della pace e della libertà. Denunciamo quindi agli operai socialisti questi pericolosi sabotatori della comune lotta, e domandiamo ai compagni che si sbarazzino di simili traditori. Difendere le organizzazioni socialiste, i sindacati, tutte le organizzazioni dei lavoratori, nessuna esclusa, contro il pericolo dell'infiltrazione trotskista, questo è uno dei compiti essenziali della nostra lotta contro il fascismo.
A quei lavoratori socialisti, che hanno la sfortuna di avere tra i capi dei sostenitori di quella tesi, secondo la quale gli accusati del processo trotskista-terrorista erano solamente dei vecchi rivoluzionari, incapaci di commettere i delitti mostruosi che il tribunale denunciò a loro carico, noi proveremo, sulla scorta di documenti storici e incontestabili, la falsità di questa ipocrita teoria. La storia del bolscevismo non è ancora nota al punto da consentire che ciascun lavoratore dei paesi capitalisti, posa di primo acchito, discernere la falsità degli argomenti apparentemente favorevoli ai contro-rivoluzionari processati. Tuttavia ciascun lavoratore deve ricordarsi quanto ben conosce, circa l’esperienza politica del suo paese. Non sono mancati, per ognuno di questi lavoratori, dei luminosi esempi di uomini degenerati che hanno tradito la loro primitiva causa, per la quale in un primo tempo avevano lottato nell'impegno di un compito non indifferente, circa l’avvenire del movimento operaio. Millerand, Mussolini, Pilsudski, Mac Donald, Doriot, sono degli esempli classici di un simile tradimento. Tutti oggi sanno che questi traditori sono gente che fin dal tempo della loro attività svolta nei ranghi del movimento operaio, mostravano delle debolezze e dei vizi che sviluppandosi, riscaldati dall'ambizione e dalla sete di potere, li condussero al servizio del nemico, trasformandoli in carnefici dei loro vecchi compagni di lotta e di partito.
I Partiti comunisti hanno il dovere di diffondere la storia del Partito bolscevico tra le grandi masse del popolo. E' il mezzo più efficace di confutare e di svelare le menzogne dei capì reazionari della social-democrazia. E’ il mezzo più efficace per impedire, al virus trotskista di penetrare nel sangue della gioventù operaia, ancora inesperta, di contaminare gli operai socialisti, sinceramente rivoluzionari
Il processo moscovita dei banditi terroristi, guidati da Trotskij e Zinoviev, impone a tutte le organizzazioni della classe operaia russa, il compito di accentuare ancor più la vigilanza di classe. Questo processo ha dimostrato che il nemico ha scelto tutti i mezzi leciti e illeciti, si è servito di tutti i crimini più vili pur di riuscire nella sua opera di erosione.
E qui voglio dire che, per smascherare un simile nemico, per punirlo e impedirgli di nuocere, una linea politica di difesa che si fondi soltanto sull'equità e sulla giustizia, non basta. E' necessario che non si attenda il compimento del crimine, per poterlo punire giustamente. Ma si addiverrà a una giustizia politica più degna e più feconda, se in ciascuna occasione, al minimo sospetto lo sguardo vigile di ogni membro delle organizzazioni operaie, si riveli prontissimo a smascherare l’avversario, a consegnarlo o a colpirlo quando la stretta della situazione contingente, lo esige. Nell'ora attuale, in cui parecchi dei Partiti comunisti, si sviluppano rapidamente e i cui compiti si impongono con gravità sempre maggiore, una simile vigilanza non si dimostra soltanto come necessaria, ma si impone come un dovere sacro. La borghesia e il fascismo. vigilano a loro volta attentissimi, per cogliere ogni nostro minimo atto di debolezza, e cercano di profittare della crescente vastità delle nostre organizzazioni per più facilmente infiltrarsi con le particelle infette della loro azione corrompitrice. Ora, sarebbe un gravissimo errore, se si arrivasse a supporre di poter evitare questo pericolo, rimanendo chiusi in piccole sette, limitando l'accesso alle nostre organizzazioni, solo per quei lavoratori che desiderano volontariamente di partecipare all'attività politica nei nostri ranghi, Al contrario: il carattere di massa sempre più accentuato delle nostre organizzazioni, può permetterci di smascherare facilmente gli agenti del nemico, sempre che ciascun membro del Partito sviluppi al massimo grado, ogni sua capacità di vigilanza rivoluzionaria; sempreché tutta la massa del Partito venga educata e controllata in questo spirito disciplinatore delle nostre energie di difesa e di attacco.
Bisogna conoscere gli uomini; bisogna imparare a conoscerli. Bisogna che una parte dell’attività di ciascun membro del Partito sia consacrata allo studio completo, esatto, dettagliato, dei compagni con i quali egli milita, con i quali è legato. Solamente cosi il Partito, e tutte le organizzazioni operaie, potranno realmente sbarrare la strada ad ogni penetrazione del nemico.
Il processo di Mosca è stato la pietra di paragone della nostra vigilanza di classe, della nostra capacita di discernere gli agenti del nemico e di smascherarli. E' stato la pietra di paragone della fermezza dei nostri legami con le masse socialiste; ci ha permesso di verificare quali sono i paesi ancora troppo deboli, e nei quali la nostra lotta per il Fronte Unico e il Fronte popolare, deve estendersi con un metodo di penetrazione, sempre più deciso. Ci ha chiarito come i capi reazionari della social-democrazia, in base al loro odio contro i paesi della dittatura del proletariato e del socialismo vittorioso, tentino con tutte le loro forze, le quali però diminuiscono di giorno in giorno, di spezzare l'unità della classe operaia e delle masse popolari, in lotta contro il fascismo, e per la pace. Ci ha mostrato come la nostra lotta contro il trotskismo contro-rivoluzionario, non è ancora sufficiente, e quindi deve venire risolutamente amplificata, portata ad un livello molto più alto, trasformata in una lotta conglobante quanto vi e di più sano ed onesto nella classe operaia, contro ogni penetrazione del fascismo, contro le sue ideologie, contro i suoi agenti che mirano a frantumare il terreno sotto i piedi del proletariato.
Il processo di Mosca non diverrà affatto, contrariamente a quanto i fascisti e i loro capi reazionari social-democratici speravano, la causa di un indebolimento dei legami che riuniscono gli operai comunisti, ai social-democratici. Questo processo ci consentirà invece, di stringere sempre più i nodi, di strappare la maschera agli agenti del fascismo, e di procedere sempre più in avanti nella realizzazione del compito storico che ci è stato assegnato: la realizzazione della unità della classe operaia e del Fronte popolare, nella lotta contro il fascismo e per la pace.


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Edited by §kãtê®Gµërrërõ™ - 13/11/2011, 20:05
 
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