Comunismo - Scintilla Rossa

Tutte le falsità del XX congresso del PCUS, di G. Furr

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view post Posted on 2/1/2011, 21:37

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anche qui bisogna ringraziare la compagna mia amica, che ho già citato, per questa bellissima traduzione.... l'introduzione invece è stata fatta da un altro compagno

Goodbye Mr Krusciov


Tutte le falsità del XX congresso del PCUS


di G. Furr -




Introduzione

Lo storico Grover Furr da tempo ci ha abituato a grandi opere che sono la vera trasparenza (GLASNOST) di un periodo abbondantemente massacrato dai pennivendoli della storiografia borghese.
In questa opera "La meschinità anti-stalinista / Grover Furr; trad dall’inglese [Eng. V. L. Bobrov]. - Mosca: Algoritmo, 2007. - 464 pagg. - (Enigma dell’ 37)" egli articola smonta con l'obiettività garantita dalle fonti primarie ill castello accusatorio alla figura di stalin in particolare e del marxismo-leninismo in generale, ordito da Krusciov, nel corso del XX congresso, attraverso il celebre "rapporto segreto".
Naturalmente sono riportati solo alcuni, sebbene significativi stralci. L'intenzione nostra consiste nella futura traduzione dell'intero libro. Per il momento vi invito ad una lettura attenta, con occhi liberi da preconcetti partigiani.


Prefazione di Grover Furr

Un anno fa veniva celebrato il 50° anniversario della "relazione segreta" di N. S. Khrusciov,
esposta il 25 febbraio 1956 presso il XX Congresso del PCUS.
Il giornale londinese “Telegraph” caratterizzò la relazione come "il discorso più influente del XX secolo". E nell’articolo pubblicato nello stesso giorno da “New York Times ", William Taubman, il vincitore del Premio Pulitzer nel 2004, assegnato per una biografia di Khrusciov, chiamò la sua esposizione" un eroismo degno ad essere segnato" sul calendario degli eventi.
Vogliamo qui dimostrare l’esatto contrario!
Di tutte le accuse della "relazione segreta", atta direttamente a “smascherare” le azioni di Stalin o di Berija, nemmeno una risulta veritiera. Khrusciov, nel suo discorso, non disse di Stalin e Berija nulla che si rivelasse d’essere vero.
Dimostreremo come il discorso più influente del XX° secolo (se non di tutti i tempi!) sia un frutto dell’inganno!
Qualche tempo fa mi venne in mente di rileggere la "relazione segreta" di Khrusciov.
Durante la lettura, ho notato un sacco di assurdità in questa relazione.
Qualcosa di molto simile ne aveva osservate anche J. Arch Getty nella sua fondamentale opera "Le origini delle grandi purghe": "Tra le altre incongruenze, nelle testimonianze di Khrusciov, vi una evidente sostituzione di Ežov in Berija. Anche se il nome di Ežov sporadicamente viene menzionato, le accuse per la maggior parte dei reati e delle repressioni sono stati avanzate contro Berija; mentre fino al 1938 quest’ultimo occupava la carica del segretario del partito regionale.
Inoltre, in una grande parte dei comunicati viene detto che il terrore poliziesco cominciò a placarsi proprio nel periodo in cui, nel 1938, Beria venne a sostituire Ežov.
In che modo così spudoratamente a Khrusciov riuscì di sostituire, nella sua relazione, Ežov, in Berija? Che altro egli aveva potuto oscurare?
In ogni caso, Khrusciov e la dirigenza di allora, con l’esecuzione capitale di Berija, lo fecero divenire un comodo capro espiatorio. Naturalmente, l’utilizzo del nome di Berija, per ragioni puramente opportunistiche, getta l’ombra sulla onestà e sul rigore delle altre dichiarazioni di Khrusciov.

In sintesi, ho cominciato a riflettere sulla possibilità di rivelare i falsi della relazione kruscioviana, avvalendomi sui documenti degli archivi sovietici, una volta chiusi ermeticamente, ma, da poco tempo, disponibili agli storici. Di fatto, invece, sono riuscito a fare un'altra scoperta. Da tutte le affermazioni della "relazione segreta" che in modo diretto avrebbe dovuto confermare le "rivelazioni accusatorie", su Stalin o Berija, non si è trovata nemmeno una prova. Più precisamente: tutte quelle che sono verificabili, risultano essere menzognere; tutte dalla prima all’ultima.
Per me, come scienziato, una siffatta scoperta si rivelò sgradevole e persino non auspicabile. La mia ricerca già per sé, certamente, avrebbe causato la sorpresa e scetticismo, se, si fosse scoperto, ad esempio, che soltanto un quarto delle "rivelazioni" di Khrusciov o giù di lì risultassero da essere considerate false ....
Alcuni esempi. Era stato proprio Berija e non Khrusciov a liberare molti prigionieri, anche se non "milioni", come erroneamente scrive Taubman. Il "Disgelo", l'anniversario del quale egli propone di celebrare, era iniziato negli ultimi anni di vita di Stalin. Khrusciov ha limitato il suo potenziale, restringendolo sino ai materiali dal carattere anti-staliniano.
Stalin voleva dare le dimissioni nel mese di ottobre 1952, ma il XIX Congresso del partito ha rifiutato di soddisfare la sua richiesta. Taubman sostiene che Khrusciov diceva che lui sia "estraneo" (non implicato) nelle repressioni; in realtà, però, Khrusciov non solo non aveva ascoltato le esortazioni (persuasioni) di Stalin, ma ha preso l'iniziativa in questa materia, chiedendo dei "tetti" (dei massimali) superiori (più alti) sulle pene capitali che ne avrebbe voluto la direzione staliniana. Taubman afferma: "Khrusciov in un modo o nell’altro ha conservato la sua umanità". Sarebbe più esatto di dire il contrario: Krusciov, sembra, come nessun altro a somigliare a un sicario e a un assassino.

Ma ecco, c’è questo che mi mise immediatamente in ansia e continua a preoccuparmi sinora: se io mi affermo che ciascuna delle “rivelazioni accusatorie" di Khrusciov sia falsa, ci crederanno ai miei argomenti? Che il discorso più influente del XX secolo (se non di tutti i tempi!) sia un frutto del raggiro, dell’inganno? In sé, già soltanto questa idea sembra semplicemente mostruosa.
I risultati della mia ricerca potrebbero quindi essere sviliti e la verità messa a tacere.
Il punto consiste peraltro nel fatto che l’autore di queste righe ha acquisito una certa notorietà per il suo rispettoso, anche se critico atteggiamento verso la personalità di Stalin nonché per la propria simpatia verso il movimento comunista internazionale, di cui il leader riconosciuto fu Stalin per decenni. Quando un ricercatore arriva alle conclusioni che sono troppo coerenti con i suoi preconcetti orientamenti politici la cosa più prudente da fare sarebbe di sospettare il tale autore di una mancanza di obiettività, se non di peggio. Ecco perché sarei molto più tranquillo se il mio lavoro scientifico portasse al risultato che soltanto il 25% delle "rivelazioni accusatorie" di Khrusciov, su Stalin e su Berija, fossero sicuramente false.
Ma dato che, come si è scoperto che tutte le "rivelazioni accusatorie" di Khrusciov in realtà non sono veritiere, il fardello delle prove di dimostrare queste falsità ricade su di me personalmente in qualità dello scienziato.
Pertanto, vorrei tanto sperare, che il lettore accoglierà con l’indulgenza la forma in qualche maniera insolita di presentazione del materiale in questione.
L'intero libro è diviso in due parti distinte, ma in un certo modo collegate.


Nella prima parte (capitoli 1-9) vengono esaminati dei punti della relazione khruscioviana considerati la quintessenza delle sue "rivelazioni accusatorie". Con un breve salto in avanti, si segnala, che l'autore ne riuscito ad evidenziare sessantuno di tali dichiarazioni.

Ognuna delle "rivelazioni accusatorie", della relazione sarà preceduta da una citazione della "relazione segreta", dopo di che sarà rivista attraverso il prisma delle prove storiche, la maggior parte delle quali sono presentate come le citazioni pervenute dalle fonti primarie e in rari casi da altre fonti. L'autore si è prefissato il compito di fornire i migliori di elementi di prova che esistono e sono principalmente tratti dagli archivi di Russia per provare la natura falsa del discorso con cui Khrusciov aveva parlato in una sessione a porte chiuse del XX Congresso.
La seconda parte del libro (capitoli 10-11) è dedicata alle problematiche del carattere metodologico ed anche alle conclusioni scaturite dal lavoro da me eseguito. Una particolare attenzione era stata prestata alla tipologia delle tecniche di Khrusciov cui le aveva usato attraverso di tutta la sua relazione falsa e alla revisione dei materiali sulla riabilitazione dei leader di partito i cui nomi sono stati nominati nel rapporto segreto.


Capitolo: "Le liste delle fucilazioni"

Khrusciov: "esisteva una pratica viziosa, quando nel NKVD venivano compilate delle liste degli individui i cui casi erano da considerarsi alla valutazione presso il Collegio Militare, e per essi veniva predeterminata a priori la misura di punizione. Tali elenchi venivano inviati a Stalin personalmente da Ežov per l’autorizzazione delle sanzioni proposte. Nel 1937 - 1938, a Stalin furono inviate n. 383 di tali elenchi su tanti migliaia di funzionari del partito, sui cittadini sovietici, sui giovani del Komsomol, sui militari e sui lavoratori nelle sfere per la gestione dell’economia nazionale, e aveva ricevuto la sua sanzione" (2)
Gli originali di tali elenchi esistono; sono stati preparati per la stampa e pubblicati prima nei compact-disk e inseguito emesse nell’Internet come “Le liste delle fucilazioni di Stalin” (1) («Сталинские расстрельные списки»). Ahimè, il nome stesso è impreciso e tendenzioso, in quanto le liste, generalmente parlando, non erano state “di fucilazioni”

Gli storici antistalinisti descrivono le liste come delle condanne fabbricate in anticipo. Tuttavia, proprio i loro studi-ricerche-commenti dimostrano tutta la inconsistenza di tali accuse. In realtà, nelle elenchi veniva citato il verdetto di massima pena, che poteva essere imposto dalla Corte giudicante in caso di condanna dell’accusato, vale a dire che lì veniva indicata la massima misura possibile di condanna per un preciso reato in quanto tale, e non il verdetto vero e proprio.
Ci sono casi in cui gli individui esistenti nelle liste non venivano condannati o il verdetto della condanna era assai meno grave della pena massima per un reato indicata nell’elenco che alla fin fine e salvava queste persone dalla fucilazione. Ad esempio, citato nella relazione di Khruscev e che ha vissuto fino al XX Congresso, A.V, Snegov era finito per due volte negli elenchi - prima volta nell’elenco del 7 dicembre 1937 per la regione di Leningrado (2) e per la seconda volta nell’ elenco di 6 settembre 1940 (3)
In ambedue i casi, Snegov, era stato segnalato come l’appartenente alla "Categoria 1" di condanna, vale a dire, che nel suo caso si sarebbe potuta ad essere applicata anche la pena capitale - la fucilazione. Al secondo elenco in cui c’è il nome di Snegov è allegata una sintesi delle prove accusatorie, e si sente che di queste prove ne erano molte di più. Tuttavia a Snegov non fu condannato a morte, ma era stato condannato a una lunga detenzione in un campo di lavoro.
Così, Khrusciov sapeva che Stalin non pronunciava le "condanne", ma prendeva in visione gli elenchi per possibili obiezioni. A Khrusciov questo era sicuramente noto, in quanto vi è rimasta conservata una lettera a lui indirizzata dal Ministro degli Affari Interni dell’URSS, S.N. Kruglov, dal 3 febbraio 1954. In questa lettera del fatto sui "verdetti fabbricati a priori" non c’è una sola
parola, invece si afferma esplicitamente che: "Negli archivi del Ministro degli Affari Interni dell’URSS vi sono trovate n. 383 liste "delle persone, che debbono essere sottoposte al giudizio del Collegio militare della Corte Suprema dell’URSS". Queste liste (elenchi)
erano stati redatti negli anni 1937 e il 1938, l'NKVD, e nello stesso periodo (allora)
anche presentate al Comitato Centrale del PCUS, per l’esame (è evidenziato da me. - GF) (1)
(1) Vedi.: www.memo.ru/history/vkvs/images/intro1.htm.

Non c'è niente di strano che il procuratore arrivava in sede giudicante, avendo a portata di mano non solo le prove della colpevolezza dell’accusato, ma anche le raccomandazioni sulle misure della condanna, nel caso di riconoscimento della colpevolezza. Come viene notato, per all’esame venivano forniti le liste soltanto dei membri del partito, e mai di quelli che non ne appartenevano.
(2) Vedi: http://stalin.memo.ru/spiski/pg05245.htm
(3) Vedi: http://stalin.memo.ru/spiski/pgl3026.htm

Khrusciov aveva nascosto il fatto che non era stato Stalin, ma fu lui stesso in modo diretto
coinvolto nel redigere degli elenchi con l'indicazione raccomandata della categoria di punizione. Khrusciov fa riferimento al NKVD, indicando che gli elenchi sono stati redatti proprio lì. Ma egli accuratamente cela che il NKVD operava fianco a fianco con la dirigenza locale del PCUS (b) e che il numero considerevole di persone in quelle liste, probabilmente anche la maggioranza e maggiormente che nelle altre località dell’URSS, abitasse esattamente là, dove in quel periodo spadroneggiava Khrusciov.
Fino a gennaio 1938, Khrusciov fu il primo segretario dei comitati di partito regionale, nonché cittadino di Mosca, e più tardi - il primo Segretario del Comitato Centrale di Partito Comunista (bolscevico) di Ucraina. La sua lettera a Stalin (2) con richiesta di fucilazione di 6500 persone porta la data:10 Luglio dell’anno 1937; ma la stessa data è posta sulla "lista delle fucilazioni" di Mosca e della regione di Mosca (3).
Nella lettera a Stalin, Khrusciov conferma la propria partecipazione alla "troika" (al trio), cui ebbe il potere di selezionare individui soggetti alle repressioni. Dello stesso "trio" facevano parte: S.F. Redens il capo del NKVD nella regione di Mosca, e il K. I. Maslov il sostituto procuratore della regione di Mosca,. (Khrusciov ammette (acconsente?) che "nei casi necessari" egli sarebbe stato potuto ad essere sostituito dal secondo segretario, A. A. Volkov).
Volkov rimase in carica di secondo segretario del MK VKP (b) soltanto sino all'inizio del mese di agosto dell’anno 1937, e così smise ad essere subordinato a Khrusciov, il fatto che probabilmente gli salvò la vita (4). (1) Vedi: www.memo.ru/history/vkvs/images/intro1.htm.
Vedere il Capitolo 5.
www.memo.ru/history/vkvs/spiski/pg02049.htm.
(4) Volkov, 11 agosto 1937, è stato eletto primo segretario del Partito comunista (bolscevico) di Bielorussia, e da ottobre 1938 a febbraio 1940 occupò la carica del primo segretario del comitato regionale del VKP (b). A giudicare da tutto, morì di morte naturale nel 1941 o 1942. Una dettagliato racconto su Volkov vi era pubblicato nel giornale «Советская Белоруссия» (La Bielorussia Sovietica) del 21 aprile 2001, vedi anche: http://sb.by/article.php?articleID=4039.
Maslov è rimasto in carica del procuratore per la regione di Mosca sino a novembre 1937: nel 1938 fu arrestato e nel marzo 1939 fu giustiziato con l'accusa di sovversione controrivoluzionaria (1). La stessa sorte toccò K. I. Mamontov (2), cui dapprima ha preso il posto di Maslov, e poi fu fucilato con egli nello stesso giorno. Non sfuggì la pena capitale neppure Redens: nel novembre 1938 fu arrestato come partecipante ad un «gruppo sovversivo e di spionaggio polacco», fu processato e per il verdetto della corte giustiziato il 21 gennaio 1940. Sulle pagine del suo libro, Jansen e Petrov menzionano Redens come uno degli "uomini di Ežhov" (3). Durante il cosiddetto "disgelo” Redens, su insistenza di Khrusciov, fu riabilitato, ma con tale flagranti violazioni delle normative legislative che nel 1988 la riabilitazione di Redens era stata abolita (revocata) (4).
(3) Jansen, Petrov, pagg. 56, 165
(4) Riabilitazione: Come è stato. T.Z. Metà degli anni 80 - 1991. - Mosca: MFD, 2004, pag. 660.
In altre parole, ad eccezione di Volkov, tutti i più stretti collaboratori di Khrusciov cui presero parte nelle repressioni a Mosca e nella regione di Mosca, ebbero le pene (punizioni) degne delle loro azioni. Ma in quale modo riuscì a sfuggire la punizione Khrusciov? Mistero….


Capitolo: Le disposizioni del Comitato Centrale del PCUS (B) al Plenum del gennaio (1938)

Khrusciov: "Ben noto risanamento nelle organizzazioni del partito apportarono le disposizioni del Comitato Centrale del PCUS (B) al Plenum del gennaio (1938). Tuttavia le repressioni continuavano anche nel 1938 "(5).
(5) Il culto della personalità ... / / Izvestia Comitato Centrale PCUS. 1989, №3, p. 144.

Qui Khrusciov soltanto fa allusione (ma più chiaramente articola il suo pensiero
più tardi), che il volano delle repressioni veniva azionato proprio da Stalin. Ma, come abbiamo già visto, le attestazioni (gli elementi di prova) documentate, al contrario, ci stanno ostinatamente dicendo che le repressioni venivano gonfiate da Ežov e da un gruppo dei primi segretari, cui Khrusciov prese parte come uno dei principali "repressore”. Stalin e la parte della Direzione centrale del PCUS (b) che non fu coinvolta alla cospirazione, cercava di ridurre e mettere sotto il controllo tutto lo svolgere delle repressione. Alla fine, sono riusciti a ottenere pene severe per coloro contro cui sono stati ottenuti prove del coinvolgimento nella fabbricazione dei casi atti ad eliminazione delle persone innocenti.
Getty e Naumov fecero un'esauriente analisi della documentazione (dei materiali) del Plenum del PCUS (b) del Gennaio (1938) (1). Dalla loro approfondita ricerca, risulta, che Stalin e i leader’s del Comitato Centrale del Partito Comunista (Bolscevico) furono estremamente preoccupati per il problema delle repressioni incontrollate. Proprio per questo motivo e in sede di questo plenum, Postyshev era stato rimosso dal suo incarico. Un esame approfondito di questa materia si trova nel libro di R. Thurston (2) in cui si conferma il fatto che Stalin stesse cercando di tenere a freno i Primi segretari, l'NKVD e le stesse repressioni in quanto tali.
Al Plenum di Gennaio (1938), Malenkov e, ovviamente, facendo eco a Stalin, fece una relazione sulle espulsioni non autorizzate in massa dal partito comunista dei compagni nella regione di Kuibyshev. Perseguendo i nostri scopi, come i fattori più significativi dovremo considerare soltanto che la colpa di questi atti, come già accennato, era stato scaricato su Postyshev. La risoluzione del Comitato Centrale PCUS (B) del 9 Gennaio 1938 accusò egli di "errori", per cui ricevette la nota di biasimo ed era stato sollevato dai suoi incarichi del primo segretario del Comitato Regionale di Kuibyshev.
I. A. Benediktov, che ebbe incarichi chiave negli anni 1938-1958, nella gestione dell'agricoltura dell'URSS (commissario del popolo per l’agricoltura, e dopo il ministro dell'agricoltura) che spesso partecipò alle riunioni del Comitato Centrale e del Politburo, sottolinea, dicendo che al Plenum di Gennaio, Stalin cominciò a correggere le illegalità commesse nel corso delle repressioni.
Nel gennaio dell’1938, a capo del Commissariato del Popolo degli Affari Interni
della Repubblica Socialista di Ucraina (RSS Ucraina) ebbe carica A. I. Uspenskij, ma entro la fine dello stesso anno a Mosca era divenne noto come criminale. Avvertito da Ežov, il 14 Novembre dell’1938, Uspenskij sfuggì all’arresto che incombeva sulla sua testa, finse il suicidio e passò in clandestinità.

(1) J. Arch Getty end Oleg V. Naumov. The Road to Terror: Stalin e Self-Destruction
of the Bolsceviks, 1932-1939. (Yale University Press, 1999), pag.498-512.
(2) R. Thurston. Life and Terror in Stalin’s Russia (Vita e terrore nella Russia di Stalin), 1934-1941. (Yale University Press; 1998), pag.109, 112; vedi sua la parte 4.




(2) A proposito del culto della personalità ... / / Izvestia Comitato Centrale PCUS. 1989, № 3, p. 143.
Fu dichiarato in quanto ricercato per tutta la Russia ed arrestato soltanto il 14 aprile del’1939. Secondo alcune informazioni, Ežov aveva origliato una conversazione telefonica fra Stalin e Khrusciov, dopo di che e avvertì Uspenskij.
Indipendentemente dal fatto in che cosa consistette il reato personale di Uspenskij, la responsabilità per la fabbricazione delle accuse contro le persone innocenti, lui le deve condividere con Khrusciov, in quanto ambedue erano i membri della stessa "trojka" (1). Nei materiali (nei documenti) degli interrogatori di molti arrestati vi è detto che, seguendo le istruzioni di Ežov, Uspenskij falsificava i dossier su vasta scala (2).
(1) N. Krusciov. Tempo. Persone. Power. Book. 1. Parte 1. - Mosca: Moscovskie novosti (Notizie di Mosca), 1999, pag.172-173.
(2) Jansen e Petrov. pag. 84, 148.


Capitolo: "La banda di Berija"

Khrusciov: "Quando Stalin diceva che qualcuno dove essere arrestato si doveva prendere per fede che questo sia un "nemico del popolo". Mentre la banda di Berija, che spadroneggiava nel KGB (Comitato per la Sicurezza Statale ovvero in russo Комитет Государственной Безопастности), usciva dalla pelle per dimostrare la colpevolezza delle persone arrestate e la correttezza dei materiali (accusatori) da esso fabbricati” (3).
È una bugia. R. Thurston scrive dettagliatamente del fatto, come Khrusciov aveva travisato il senso di quello che era effettivamente accaduto quando Berija divenne il capo del NKVD (4). Il suo arrivo (nel NKVD), secondo le parole dello storico, generò "l’impressionante liberalismo”; cessarono le torture, ai prigionieri, furono restituiti i loro legittimi diritti legislativi. I complici di Ežov persero i loro incarichi, molti di essi furono accusati ed ebbero dei processi da cui giudicati come dei colpevoli aver effettuato delle repressione illegali.
In conformità con la relazione della commissione a capo di Pospelov, gli arresti
scesero bruscamente: negli anni 1939-1940, il loro numero era sceso al più del 90% rispetto agli anni 1937-1938. Il numero delle esecuzioni nel 1939-1940 era sceso al disotto dell'1% al confronto degli anni 1937 - 1938. (5) Il Berija prese su di sé la gestione del Commissariato popolare per gli affari degli Interni nel novembre 1938, e, quindi, il suindicato lasso di tempo combacia perfettamente col periodo,

in cui tutte le redini del governo "degli organi (NKVD?)" sono state concentrate nelle sue mani. Krusciov aveva usato la relazione della Commissione di Pospelov
per il suo "rapporto segreto", e quindi non poteva di non sapere questi fatti, ma
decise di non farne alcun riferimento un modo da non dare all’auditorio benché minimo motivo di dubitare nella interpretazione proposta da lui degli eventi storici.
Proprio mentre Berija era stato a capo del NKVD vi ebbero luogo dei processi a carico di quelli che furono accusati di illeciti repressioni, di esecuzioni in massa, di torture e di falsificazioni delle cause penali. Krusciov lo sapeva, ma anche questo fu tenuto nascosto.
(1) Krusciov. Tempo. Persone. Power. Book. 1. Parte 1. - Mosca: Notizie di Mosca (Московские новости), 1999, pagg.172-173.
(2) Jansen e Petrov. §. 84, 148.
(3) A proposito del culto della personalità ... / / Atti del Comitato Centrale PCUS. 1989, № 3, §. 144.
(4) Robert Thurston. Vita e terrore ... §. 118-119.
(5) Riabilitazione: Come è stato. Volume 1. pag. 317. Vedi anche: www.idr.ru/2/7. shtml.
 
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MDCCXCIII
view post Posted on 2/1/2011, 23:10




Il rapporto di grusgev al xx congresso è stato più che per uso interno, ad uso e consumo degli occidentali, sia della borghesia imperialista e dei conservatori anti-comunisti, sia dei "comunisti".

CITAZIONE (ŠhüÀkîrà™ @ 2/1/2011, 21:37) 
non disse di Berija nulla che si rivelasse d’essere vero.

Chiaramente. Se avesse dovuto citare i veri misfatti di Beria, si sarebbe dovuto autoaccusare, visto che è stato suo complice nella scalata al potere.
Beria era ormai solo e odiato da tutti, tutti i beriani erano stati fatti fuori e anche la banda sionista a cui si era legato era stata sconfitta; non fu difficile eliminarlo. Nikita Mariquita ha sfruttato la sua figura per stemperare le infamie contro Stalin, in modo che il veleno fosse più digeribile.
 
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view post Posted on 3/1/2011, 00:10
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CITAZIONE
Stalin voleva dare le dimissioni nel mese di ottobre 1952

In questo forum è stato già pubblicato il materiale relativo a questo evento storico.
https://scintillarossa.forumcommunity.net/?t=20476382

Sulle falsità di Kruscev vedi anche qui: https://scintillarossa.forumcommunity.net/?t=30077576
 
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view post Posted on 24/1/2016, 15:54

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Nel suo RAPPORTO SEGRETO, Chruscev disse:



(di Giovanni Apostolou)

"Esisteva una pratica viziosa, quando nel NKVD venivano compilate delle LISTE degli individui i cui casi erano da considerarsi alla valutazione presso il Collegio Militare, e per essi veniva predeterminata a priori la misura di punizione.
Tali ELENCHI venivano inviati a Stalin personalmente da Ezov per l’autorizzazione delle sanzioni proposte.
Nel 1937-1938, a Stalin furono inviate 383 di tali ELENCHI su migliaia di funzionari del partito, sui cittadini sovietici, sui giovani del Komsomol, sui militari e sui lavoratori nelle sfere per la gestione dell’economia nazionale, e avevano ricevuto la loro sanzione" (si veda: http://stalin.memo.ru/spiski/pg05245.htm: non c'è niente di strano che il Procuratore arrivava in sede giudicante, avendo a portata di mano non solo le prove della colpevolezza dell’accusato, ma anche le raccomandazioni sulle misure della condanna, nel caso di riconoscimento della colpevolezza; come viene notato, al livello archivistico, all’esame venivano forniti le LISTE soltanto dei membri del partito, e mai di quelli che non ne appartenevano).
Gli originali di tali ELENCHI esistono.
Sono stati preparati per la stampa e pubblicati prima nei Compact Disk e inseguito emesse in Internet come “LE LISTE DELLE FUCILAZIONI DI STALIN” (si veda: http://stalin.memo.ru/images/intro1.htm).
Ahimè, il nome stesso è impreciso e tendenzioso, in quanto le LISTE, generalmente parlando, non erano state “di fucilazioni”.
Gli storici antistalinisti (alias anti-comunisti) descrivono le LISTE come delle condanne fabbricate in anticipo.
Tuttavia, proprio i loro studi-ricerche-commenti dimostrano tutta la inconsistenza di tali accuse.
In realtà, negli ELENCHI veniva citato il Verdetto di massima pena, che poteva essere imposto dalla Corte Giudicante in caso di condanna dell’accusato, vale a dire che lì veniva indicata la massima misura possibile di condanna per un preciso reato in quanto tale, e non il Verdetto vero e proprio.
Ci sono casi in cui gli individui esistenti nelle LISTE non venivano condannati o il Verdetto della condanna era assai meno grave della pena massima per un reato indicata nell’ELENCO (che alla fin fine e salvava queste persone dalla fucilazione).
Ad esempio, citato nella RELAZIONE di Khruscev e che ha vissuto fino al XX congresso, A. V. Snegov era finito per due volte negli ELENCHI (prima volta nell’ELENCO del 7 Dicembre 1937 per la Regione di Leningrado e per la seconda volta nell’ELENCO del 6 Settembre 1940 (si veda: http://stalin.memo.ru/spiski/pgl3026.htm) ).
In ambedue i casi, Snegov era stato segnalato come l’appartenente alla "CATEGORIA 1" di condanna, vale a dire che nel suo caso si sarebbe potuta applicare anche la pena capitale (la fucilazione).
Al secondo ELENCO in cui c’è il nome di Snegov è allegata una sintesi delle prove accusatorie, e si sente che di queste prove c'è ne erano molte di più.
Tuttavia Snegov non fu condannato a morte, ma era stato condannato a una lunga detenzione in un campo di lavoro.
Così, Khrusciov sapeva che Stalin non pronunciava le "condanne", ma prendeva in visione gli ELENCHI per possibili obiezioni.
A Khrusciov questo era sicuramente noto, in quanto vi è rimasta conservata una lettera a lui indirizzata dal Ministro degli Affari Interni dell’URSS, del 3 Febbraio 1954.
In questa lettera, del fatto sui "verdetti fabbricati a priori" non c’è una sola parola, invece si afferma esplicitamente che "negli Archivi del Ministro degli Affari Interni dell’URSS vi sono trovate 383 LISTE delle persone, che debbono essere sottoposte al giudizio del Collegio Militare della Corte Suprema dell’URSS".
Queste LISTE (ELENCHI) erano stati redatti negli anni 1937-1938, dalla NKVD, e nello stesso periodo (allora) anche presentate al Comitato Centrale del VKB (per l’esame).
Khrusciov aveva nascosto il fatto che non era stato Stalin, ma fu lui stesso (in modo diretto) coinvolto nel redigere degli ELENCHI con l'indicazione raccomandata della categoria di punizione.
Khrusciov fa riferimento alla NKVD, indicando che gli ELENCHI sono stati redatti proprio lì.
Ma egli accuratamente cela che la NKVD operava fianco a fianco con la dirigenza locale del VKB e che il numero considerevole di persone in quelle LISTE, probabilmente anche la maggioranza e maggiormente che nelle altre località dell’URSS, abitasse esattamente là, dove in quel periodo spadroneggiava Khrusciov.
Fino al Gennaio 1938, Khrusciov fu il Primo Segretario dei Comitati di Partito Regionale, nonché cittadino di Mosca, e più tardi il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista (Bolscevico) di Ucraina.
La sua lettera a Stalin, con la richiesta di fucilazione di 6.500 persone, porta la data:
10 Luglio 1937.
Ma la stessa data è posta sulle "LISTE DELLE FUCILAZIONI DI MOSCA" di Mosca e della Regione di Mosca.
Nella lettera a Stalin, Khrusciov conferma la propria partecipazione alla "Troika" (al trio), cui ebbe il potere di selezionare individui soggetti alle repressioni.
Dello stesso "trio" facevano parte:
S. F. Redens (il capo della NKVD nella Regione di Mosca) e K. I. Maslov che era il Sostituto Procuratore della Regione di Mosca (Khrusciov ammette (acconsente?) che "nei casi necessari" egli sarebbe stato potuto essere sostituito dal Secondo Segretario, A. A. Volkov).
Volkov rimase in carica di Secondo Segretario del MK-VKP (B) soltanto sino all'inizio del mese di Agosto dell’anno 1937, e così smise di essere subordinato a Khrusciov, il fatto che probabilmente gli salvò la vita (Volkov, l'11 Agosto 1937, è stato eletto Primo Segretario del Partito Comunista (Bolscevico) di Bielorussia, e dall'Ottobre 1938 al Febbraio 1940 occupò la carica del Primo Segretario del Comitato Regionale del VKP (B); a giudicare da tutto, morì di morte naturale nel 1941 o nel 1942; un dettagliato racconto su Volkov vi era pubblicato nel giornale LA BIELORUSSIA SOVIETICA del 21 Aprile 2001; si veda anche: http://sb.by/article.php?articleID=4039; Maslov è rimasto in carica di Procuratore per la Regione di Mosca sino al Novembre del 1937: nel 1938 fu arrestato e nel Marzo 1939 fu giustiziato con l'accusa di sovversione controrivoluzionaria; la stessa sorte toccò K. I. Mamontov, cui dapprima ha preso il posto di Maslov, e poi fu fucilato con egli nello stesso giorno; non sfuggì alla pena capitale neppure Redens: nel Novembre del 1938 fu arrestato come partecipante ad un "gruppo sovversivo e di spionaggio polacco", e fu processato e per il Verdetto della Corte fu giustiziato il 21 Gennaio 1940; sulle pagine del loro libro, Jansen e Petrov menzionano Redens come uno degli "uomini di Ezhov"; durante il cosiddetto "disgelo”, Redens, su insistenza di Khrusciov, fu riabilitato, ma con tale flagranti violazioni delle normative legislative che nel 1988 fecero in modo che la riabilitazione di Redens era stata abolita (revocata) ).
In altre parole, ad eccezione di Volkov, tutti i più stretti collaboratori di Khrusciov cui presero parte nelle repressioni a Mosca e nella Regione di Mosca, ebbero le pene (punizioni) degne delle loro azioni.
Ma in quale modo riuscì a sfuggire la punizione a Khrusciov?
Mistero ...
Disse ancora Chruscev nel RAPPORTO SEGRETO:
"E' noto il risanamento che nelle organizzazioni del partito apportarono le disposizioni del Comitato Centrale del VKB al Plenum del Gennaio (1938).
Tuttavia le repressioni continuavano anche nel 1938".
Qui Khrusciov fa soltanto allusione (ma più chiaramente articola il suo pensiero più tardi) che il volano delle repressioni veniva azionato proprio da Stalin.
Ma le attestazioni (gli elementi di prova) documentate, al contrario, ci stanno ostinatamente dicendo che le repressioni venivano gonfiate da Ezov e da un gruppo dei Primi Segretari, a cui Khrusciov prese parte come uno dei principali "repressori”.
Stalin e la parte della Direzione Centrale del VKB (che non fu coinvolta nella cospirazione) cercava di ridurre e mettere sotto controllo tutto lo svolgere delle repressione.
Alla fine, sono riusciti a ottenere pene severe per coloro contro cui sono stati ottenuti prove del coinvolgimento nella fabbricazione dei casi atti ad eliminazione delle persone innocenti.
Getty e Naumov fecero un'esauriente analisi della documentazione (dei materiali) del Plenum del VKB del Gennaio 1938.
Dalla loro approfondita ricerca, risulta che Stalin e i leader del Comitato Centrale del Partito Comunista (Bolscevico) furono estremamente preoccupati per il problema delle repressioni incontrollate.
Proprio per questo motivo, e in sede di questo plenum, Postyshev era stato rimosso dal suo incarico.
Un esame approfondito di questa materia si trova nel libro di R. Thurston (Uspebskij in quanto ricercato per tutta l'URSS fu arrestato soltanto il 14 Aprile del 1939; secondo alcune informazioni, Ezov aveva origliato una conversazione telefonica fra Stalin e Khrusciov, dopo di che avvertì Uspenskij; indipendentemente dal fatto in che cosa consistette il reato personale di Uspenskij, la responsabilità per la fabbricazione delle accuse contro le persone innocenti, lui le deve condividere con Khrusciov in quanto ambedue erano i membri della stessa "Trojka"; nei materiali (nei documenti) degli interrogatori di molti arrestati vi è detto che, seguendo le istruzioni di Ezov, Uspenskij falsificava i DOSSIER su vasta scala) in cui si conferma il fatto che Stalin stesse cercando di tenere a freno i Primi segretari, l'NKVD e le stesse repressioni in quanto tali.
Al Plenum del Gennaio 1938, Malenkov ovviamente, facendo eco a Stalin, fece una RELAZIONE sulle espulsioni non autorizzate in massa dal Partito Comunista dei compagni nella Regione di Kuibyshev.
Bisogna considerare soltanto che la colpa di questi atti era stata scaricata su Postyshev.
La RISOLUZIONE del Comitato Centrale del VKB del 9 Gennaio 1938 accusò egli di "errori", per cui ricevette la nota di biasimo ed era stato sollevato dai suoi incarichi del Primo Segretario del Comitato Regionale di Kuibyshev.
I. A. Benediktov, che ebbe incarichi chiave negli anni 1938-1958, nella gestione dell'agricoltura dell'URSS (Commissario del Popolo per l’Agricoltura, e dopo Ministro dell'Agricoltura) che spesso partecipò alle riunioni del Comitato Centrale e del Politburo, sottolinea, riferendosi al Plenum di Gennaio, che Stalin cominciò a correggere le illegalità commesse nel corso delle repressioni.
Nel Gennaio del 1938, a capo del Commissariato del Popolo degli Affari Interni della Repubblica Socialista di Ucraina (RSS Ucraina), ebbe la carica A. I. Uspenskij, ma entro la fine dello stesso anno a Mosca era divenuto noto come criminale.
Avvertito da Ezov, il 14 Novembre del 1938, Uspenskij sfuggì all’arresto che incombeva sulla sua testa, finse il suicidio e passò in clandestinità.
Infine disse Chruscev nel RAPPORTO SEGRETO:
"Quando Stalin diceva che qualcuno dove essere arrestato si doveva prendere per fede che questo era un "nemico del popolo".
Mentre la banda di Berija, che spadroneggiava nella NKVD, usciva dalla pelle per dimostrare la colpevolezza delle persone arrestate e la correttezza dei materiali (accusatori) da esso fabbricati”.
È una bugia.
R. Thurston scrive dettagliatamente del fatto di come Khrusciov aveva travisato il senso di quello che era effettivamente accaduto quando Berija divenne il capo del NKVD.
Il suo arrivo (nel NKVD), secondo le parole dello storico, generò "l’impressionante liberalismo” : cessarono le torture ai prigionieri, furono restituiti i loro legittimi diritti legislativi.
I complici di Ezov persero i loro incarichi, molti di essi furono accusati ed ebbero dei processi da cui vennero giudicati come dei colpevoli per aver effettuato delle repressione illegali.
In conformità con la RELAZIONE della Commissione a capo di Pospelov, gli arresti scesero bruscamente: negli anni 1939-1940, il loro numero era sceso al più del 90 % rispetto agli anni 1937-1938.
Il numero delle esecuzioni nel 1939-1940 era sceso al di sotto dell'1 % al confronto degli anni 1937-1938.
Berija prese su di sé la gestione del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni nel Novembre 1938 e, quindi, il suindicato lasso di tempo combacia perfettamente col periodo in cui tutte le redini del governo "degli organi di sicurezza" (NKVD?) sono state concentrate nelle sue mani.
Krusciov aveva usato la RELAZIONE della Commissione di Pospelov
per il suo "RAPPORTO SEGRETO", e quindi non poteva non sapere questi fatti, ma decise di non farne alcun riferimento in modo da non dare all’auditorio un benché minimo motivo di dubitare nella interpretazione proposta da lui di questi eventi storici.
Proprio mentre Berija era stato a capo della NKVD vi ebbero luogo dei processi a carico di quelli che furono accusati di illeciti repressioni, di esecuzioni in massa, di torture e di falsificazioni delle cause penali.
Krusciov lo sapeva, ma anche questo lo tenne nascosto.
Nuove e importanti informazioni riguardano poi le vittime.
Gli storici russi Zemskov, Dugin e Klevniuk hanno potuto disporre dei dati di archivio, e comunicarli in numerosi articoli e libri.
Specialmente informato e rigoroso il primo (membro dell’Istituto di Storia dell’Accademia delle Scienze Russa) : egli ha pubblicato le sue ricerche nei primi anni 90, alla fine e dopo il crollo dell’URSS, avendo accesso agli Archivi del Ministero dell’Interno (MVD-KGB), del precedente Commissariato del Popolo agli Interni (NKVD), della Polizia di Stato (OGPU-NKVD), degli Organi Giudiziari.
Le cifre complessive furono pubblicate da Zemskov, Getty e Rittesporn in AMERICAN HISTORICAL REVIEW (21 Giugno 1994).
Dal 1921 al 1953 furono condannate per attività controrivoluzionaria circa 4.000.000 di persone, delle quali 780.000 furono fucilate.
Nei Campi di Lavoro, Colonie Penali e prigioni morirono 600.000 detenuti politici.
Si possono calcolare pertanto in 1.400.000 i morti per motivi politici nell’URSS dalla fine della guerra civile alla morte di Stalin.
Sono come è evidente cifre pesanti, ma ben lontane da quelle riferite dai vari Conquest, Medvedev, Solzhenitzin, che oscillano tra 10.000.000 e 40.000.000 milioni di esecuzioni.
Nel Sistema Penale sovietico i condannati potevano, nei casi più gravi, essere inviati nei Campi di Lavoro Forzato (GULAG), per reati meno gravi nelle Colonie di Lavoro, dove i condannati erano impiegati nelle fabbriche o nell’agricoltura e percepivano un regolare salario, o in particolari zone di residenza con proibizione di risiedere in alcune città, in genere Mosca o Leningrado.
In quest’ultimo caso godevano in genere dei diritti politici.
In attesa della sentenza gli accusati erano tenuti nelle prigioni.
Il totale dei condannati nei GULAG oscillò tra un minimo di 510.000 nel 1930 a un massimo di 1.711.202 nel 1952.
I condannati presenti nei GULAG, Colonie di Lavoro e prigioni oscillarono fra 1.335.032 del 1944 e 2.56.351 del 1950.
Mancano i dati complessivi fino al 1939, quando si raggiunse la cifra generale di 2.000.000.
Le cifre, drammatiche, ma di gran lunga inferiori a quelle proposte da “storici” di parte e privi di documentazione, debbono essere completate dai dati sulla mortalità e meritano qualche commento.
La mortalità generalmente oscillante intorno al 3 % annuo toccò punte elevate nel 1942 e 1943, 17 % , durante il periodo bellico, quando anche le condizioni alimentari, igieniche, di salute della popolazione civile peggiorarono drammaticamente.
Al tempo stesso la popolazione dei GULAG diminuì drasticamente, perché molti condannati furono arruolati nell’esercito.
Il forte incremento degli anni postbellici è in parte da attribuire alla presenza di prigionieri di guerra, condannati per diserzione e collaborazione con gli occupanti tedeschi.
E’ comunque interessante notare che la popolazione detenuta nel suo complesso arrivò a toccare al massimo il 2,4 % della popolazione adulta.
Nel 1996 erano detenuti negli USA 5.500.000 persone cioè il 2,8 % della popolazione adulta.
E’ appena il caso di sottolineare che si tratta di due situazioni completamente diverse: da una parte un paese uscito da una guerra mondiale e civile, combattute sul suo territorio, sede di un drammatico rivolgimento sociale, impegnato in una lotta mortale per la sopravvivenza, prima con un gigantesco sforzo di edificazione economica e culturale, poi in una guerra vittoriosa a prezzo di immense perdite materiali e umane.
Dall’altra il paese più ricco e tecnologicamente del mondo, che pur partecipando alle due guerre mondiali non ebbe un centimetro quadrato toccato dal nemico, soffrì perdite umane di gran lunga inferiori e trasse non pochi vantaggi economici dalle guerre stesse.
Le statistiche, finalmente disponibili, ci dicono anche che la grande maggioranza dei condannati (80-90 %) nei GULAG riceveva pene inferiori a 5 anni, meno del 1 % superiori a 10.
Vanno anche ricordati i provvedimenti di Amnistia, i più larghi dei quali, che interessarono oltre un milione di detenuti, nel 1945 e nel 1953.
Credo che qualunque paragone con i campi di concentramento nazisti sia un offesa alla verità.
Li i deportati erano destinati, se ebrei, rom o di razze considerate inferiori, a morte certa.
Nessun Tribunale aveva decretato la loro condanna.
Le pene non prevedevano un termine, non c’erano Amnistie.
Non c’era la possibilità di revisione della condanna e di riabilitazione, come anche in epoca staliniana avvenne per non pochi condannati: per quanto dure potessero essere le condizioni nei GULAG (e mi riferisco alle memorie di Ginsburg, Larina, Corneli, Solzhenitsin e ad una infinita memorialistica sull'argomento), non erano paragonabili a quelle dei lager nazisti.
Non era infrequente che condannati che avevano scontato la pena restassero a lavorare come liberi nelle strutture produttive dei campi o nelle Colonie di Lavoro.
Infine i politici rappresentarono costantemente non più del 25-30 % dei condannati.
Nel 1934 gli internati politici nei GULAG erano tra i 127.000 e i 170.000 e non 5 milioni.
Il numero esatto di tutti i detenuti nei campi di lavoro, ossia i detenuti politici e comuni insieme, era di 510.307.
Sull'insieme dei detenuti, non c'era che tra il 25 % e il 33 % di politici, e non 4.850.000.
Il numero dei detenuti politici oscillò tra un minimo di 127.000 nel 1934 e un massimo di 500.000 durante i due anni di guerra, nel 1941 e nel 1942.
Si trovavano in media tra 236.000 e 315.000 detenuti politici.
Dal 1936 al 1939, il numero dei detenuti nei campi aumentò di 477.789 persone (passando da 839.406 a 1.317.195) e non ci furono, come insinua la storiografia anticomunista, 7 milioni di detenuti politici.
I decessi nei GULAG in due anni furono 115.922 e non 2.000.000:
116.000 persone erano morte per cause naturali e non morirono perché, come dice la propaganda storiografica anticomunista, ci fu oltre un milione di esecuzioni.
Ai tempi rivoluzionari di Stalin, nel 1951 (anno che vide il maggior numero di detenuti nei GULAG) c'erano 1.948.158 detenuti comuni.
Il numero reale di detenuti politici era allora di 579.878 e non dai 12 ai 13 milioni di persone.
La maggior parte dei "politici" erano individui che avevano collaborato coi nazisti:
334.538 erano stati condannati per tradimento.
Un gran baccano velenoso viene sollevato artatamente sul numero dei detenuti nei GULAG, sposando cifre fantasiose di decine e decine di milioni avanzate da controrivoluzionari e anticomunisti storici russi e non solo.
In realtà nel 1921 erano 70 mila su una popolazione di oltre 135 milioni e nel momento della massima espansione, all'inizio degli anni 50, i detenuti furono all'incirca 2 milioni e mezzo su una popolazione di più di 200 milioni.
Basti pensare che dopo l'implosione dell'URSS nel 1991 il numero dei detenuti delle Colonie Penitenziarie non ha smesso di aumentare e supera oggi il milione nella sola Federazione Russa, assai meno popolata dell'URSS socialista nell'epoca di Stalin.
I borghesi e gli anticomunisti non prendono volutamente in considerazione che dal 27 Giugno 1929 il Politbjuro dell'URSS adottò il significativo provvedimento per cui tutti i detenuti condannati a una pena superiore ai tre anni sarebbero stati trasferiti, da quel momento in avanti, nei Campi di Lavoro Collettivi.
E nemmeno che la collettivizzazione socialista delle campagne e la relativa lotta di classe contro i Kulaki, portò nel 1930 300.000 contadini ricchi antisovietici nei GULAG.
Secondo V. N. Zemskov (un ricercatore russo contemporaneo fortemente anticomunista) sembra che il numero dei contadini borghesi esiliati o fatti allontanare dalle loro case originali, non ha superato il milione e mezzo di Unità.
Le ricerche sulle "repressioni staliniane" hanno constatato che le repressioni di massa non esistettero per niente !
Può suonare strana adesso questa affermazione, ma è proprio così !
Nel 1938, secondo gli ARTICOLI DI LEGGE PER I REATI DI ATTIVITÀ CONTRORIVOLUZIONARIA, dagli organi del NKVD furono arrestate 52.372 persone.
Durante l’inquisitoria e i processi da parte degli organi giudiziari a queste persone, sono state condannate:
2731 persone di cui furono condannate alla pena capitale per fucilazione 89 persone e 41.641 furono assolte da ogni accusa.
Questa grande quantità di gente assolta dimostrò che Jezov e altri della sua cricca, come anche le spie insinuatasi negli organi di sicurezza, in tanti casi arrestavano gente innocente.
Il loro intento fu di sbarazzarsi dei migliori quadri dello Stato, e per questo furono fucilati !
Da dove allora si è arrivati al numero di un milione e mezzo di arrestati, ecct.?
Questo è il risultato della diretta falsificazione !
Khruscjov creò una Commissione presso il Politburo, sotto la guida dal cosiddetto Svernik, membro del Politburo, il quale commise un falso.
Egli mischiò gli arrestati per motivi politici con i delinquenti comuni.
Così si arrivò a quel numero !
Se si controllasse quale era la percentuale nei GULAG dei detenuti per motivi politici, si ha un quadro del tutto differente.
Peraltro tre aspiranti russi al Dottorato in Scienze della Storia, tre Colonnelli, si sono occupati di uno scrupolosissimo studio su questa questione.
Gli stessi loro risultati erano stati pubblicati in uno dei numeri della rivista "LA STORIA MILITARE".
Nel corso della purga del 1937-1938 furono fucilate circa 700.000 persone ed espulsi oltre 100.000 membri del partito, in buona parte finiti davanti al Plotone di Esecuzione.
E' falso il fatto che nella Grande Purga la vecchia guardia bolscevica fu colpita: dei 24.000 iscritti nel Partito Bolscevico prima del 1917 ne sopravvivevano 12.000 nel 1922, 8.000 nel 1927, meno di 5.000 (cioè tra 4.500 e 5.000) nel 1939, dopo la Grande Purga.
Dei 420.000 membri del Partito Bolscevico nel 1920 ne rimanevano 225.000 nel 1922, 115.000 nel 1927, 90.000 nel 1939.
182.600 furono gli iscritti al Partito Bolscevico prima del 1920, dei quali 125.000 erano presenti nel 1939.
Secondo lo storico russo anticomunista Brzezinski nel 1934 c'erano 182.600 "vecchi bolscevichi" nel partito, cioè membri che vi avevano aderito al più tardi nel 1920.
Nel 1939 se ne contavano 125.000.
La grande maggioranza, il 69 % , era quindi rimasta nel partito.
C'era stata, durante quei cinque anni, una perdita di 57.000 persone, cioè il totale di 31 % .
Alcuni erano morti per cause naturali, altri erano stati espulsi, altri ancora giustiziati.
E' chiaro che i "vecchi bolscevichi" cadevano, durante l'epurazione, non perché fossero "vecchi bolscevichi", ma a causa del loro comportamento politico revisionista, controrivoluzionario e antisocialista.
Il numero dei Delegati e dei membri del Partito Bolscevico al XVII congresso che sono stati giustiziati sono stati 98 su un totale di 139, ma ci sono una serie di diverse categorie di questi Delegati che sono stati condannati:
- Alcuni di questi Delegati sono stati condannati per reati gravi nei processi pubblici di Mosca (Bucharin, Iagoda, Tukhachevsky e altri), ma si ha più documentazione sui loro casi che su tutti gli altri.
- Alcuni sono stati condannati, ma le prove di accusa non erano state presentate nei processi pubblici: per la maggior parte di questi si ha una documentazione scarsissima, in alcuni casi praticamente nulla.
- Alcuni erano responsabili per le repressioni di massa:
Ezhov, Kosarev e altri insieme a Ezhov ed Eiche e Postyshev erano tra gli altri, ma ci sono alcune prove (anche se non abbondanti) su alcuni di questi, ma ci sono più elementi di prova circa Ezhov.
- E' possibile che alcuni sono stati giustiziati a causa di accuse false di Ezhov: può essere possibile, ma però non si può dimostrare, perché ancora una volta i documenti sono stati tenuti segreti.
Tra il 1937 e il 1938, durante la "Grande Purga", furono espulse dal partito 278.818 persone, un numero molto inferiore rispetto agli anni precedenti.
Nel 1933 ci furono 854.30 espulsioni, nel 1934 se ne contarono 342.294, nel 1935 il numero fu di 281.872 e nel 1936 ce ne furono 95.145.
Bisogna sottolineare il carattere specifico delle epurazioni nei differenti periodi presi in considerazione: a differenza delle epurazioni normali, la "Grande Purga" colpì soprattutto i quadri all'interno del partito.
Dal Novembre 1936 al Marzo 1939, ci furono meno di 180.000 espulsioni dal partito: questa cifra tiene conto del numero di persone reintegrate.
Prima della Riunione Plenaria del Gennaio 1938, ci furono 53.700 APPELLI contro le espulsioni, nell'Agosto 1938 erano stati registrati 101.233 nuovi APPELLI: in quel momento, su un totale di 154.933, i Comitati del VKB ne avevano già esaminati 85.273, il 54 % dei quali era stato accolto: perciò è falso il fatto che l'epurazione fu "organizzata ciecamente e deliberatamente da un dittatore".
Nel suo libro del 1968, dal titolo "I MEMBRI DEL PARTITO COMUNISTA IN URSS. 1917-1967", T. H. Rigby ha calcolato che il numero massimo di membri del partito che avrebbero potuto essere "eliminati", tra il Novembre 1936 e il Marzo 1939, era di circa 180.000.
Questo include quanti si sono dimessi o sono stati espulsi per qualche ragione (la passività, l’analfabetismo politico, ecct.) così come coloro che sono stati arrestati e processati.
Oleg Mozokhin, un ricercatore per l’FSB (il successore del KGB), ha pubblicato i dati relativi al numero dei membri e dei candidati del partito e del Komsomol, l’organizzazione giovanile del partito, per il 1937 e il 1939:
- 1937:
1) Ex membri e Candidati Membri del partito tratti in arresto:
55.428.
2) Ex membri e candidati del Komsomol tratti in arresto:
8.211.
3) Totale:
63.639.
- 1939:
1) Ex membri e Candidati Membri del partito tratti in arresto:
5.387.
2) Ex membri e candidati del Komsomol tratti in arresto:
3.517.
3) Totale:
8.904.
Mozokhin non propone alcuna analisi dettagliata del partito per il 1938.
Dal momento che il numero totale di esecuzioni nel 1937 e nel 1938 è stato simile, si può supporre che il totale per quell’anno era in linea con quello del 1937.
Ciò suggerirebbe un numero totale di membri ed ex membri, candidati ed ex candidati, tanto del partito quanto del Komsomol, di 136.000 arrestati, nella quale cifra sono inclusi tutti gli arresti, indipendentemente dalla loro motivazione, nel corso del triennio 1937-1939, cioè gli anni della "Ezhovshchina" ( = "i brutti tempi di Ezhov"), per il quale Conquest ha inventato il soprannome "il terrore".
Queste cifre corrispondono abbastanza bene a quelle proposte da Rigby per quanto riguarda le espulsioni, dal momento che molti degli espulsi non vennero arrestati.
Disponibili per noi oggi sono le "LISTE STALIN", che riguardano soprattutto i membri del partito con le cifre corrette: eliminando i nomi duplicati, si contano circa 40.000 nomi, di cui non tutti vennero giustiziati.
Se la mitologia anticomunista storiografica fosse stata corretta, ciò avrebbe significato che almeno due terzi di un milione di membri del partito sarebbero stati giustiziati durante il triennio 1936-1939 (dato che questo è il periodo considerato).
In realtà, grazie allo studio di Mozokhin (pubblicato nel 2005), abbiamo i numeri totali di tutte le persone arrestate:
- 1936: numero totale di persone arrestate:
131.168.
- 1937: numero totale di persone arrestate:
936.750.
- 1938: numero totale di persone arrestate:
638.509.
- 1939: numero totale di persone arrestate:
145.407.
- Totale persone delle arrestate nel1936-1939:
851.834.
Questi i numeri delle persone giustiziate durante gli anni indicati:
- 1936: numero totale di persone giustiziate:
1.118.
- 1937: numero totale di persone giustiziate:
353.074.
- 1938: numero totale di persone giustiziate:
328.618.
- 1939: numero totale di persone giustiziate:
2.601.
- 1940: numero totale di persone giustiziate:
1.863.
- Totale delle persone giustiziate nel 1936-1940:
687.27.
Ciò significa un totale di 685.411 persone che sono state condannate per essere giustiziate durante il periodo 1936-1939.
Questa cifra totale non riguarda solo i membri del partito, ma tutti i giustiziati.
Il totale per il 1937-1938 è di 681.692.35.
Sulla base delle fonti attualmente disponibili (probabilmente incomplete) si può dire che con l’ORDINE NUMERO 0447, oltre a successivi aumenti dei limiti noti, Mosca ha dato il permesso di fucilare circa 236.000 condannati.
Sono abbastanza certo che circa 386.798 persone sono state effettivamente fucilate, e che altre 151.716 lo sono state senza però che al momento sia stata documentata la loro approvazione da parte dell’NKVD o del Politburo.
La discrepanza tra le cifre di Mozokhin e quelle che io ho riportato può dipendere dalle cifre dell’NKVD per il 1937 e 1938, mentre quelle che ho riportato io provengono dall’ORDINE NUMERO 00447, emanato il 30 Luglio 1937, ma che era parte di un’Operazione per legalizzare la repressione iniziata attorno al 3 Luglio 1937.
Io mi riferisco a questo ordine come al NUMERO 00447, che rimase in vigore fino al 17 Novembre 1938, quando l’ORDINE NUMERO 00447 venne revocato, ma che, in pratica, restò valido ancora per qualche tempo.
Altre Operazioni, specialmente quelle che riguardavano le "nazionalità", Operazioni in cui Ezhov ed i suoi uomini uccisero un enorme numero di persone, non entrano nel conteggio come parte del totale dell’ORDINE NUMERO 00447.
In ogni caso, anche le cifre fornite da Mozokhin, le più alte di queste due serie, si applicano a tutti i cittadini dell’URSS piuttosto che ai soli membri del partito.
Tutti i dati dimostrano che le affermazioni degli anticomunisti sull'argomento sono ampiamente esagerate.
Anche se tutte le quarantamila persone del cosiddetto "ELENCO DELLE PERSONE DA FUCILARE" fossero stati membri del partito e fossero state tutte uccise (e si sa che molti non lo furono) esse rappresenterebbero ancora solo il 6 % dei 2-3 milioni indicati nella storiografia dominante.
Nel libro RUSSIA. DALLA RIVOLUZIONE ALLA CONTRORIVOLUZIONE (AC Editoriale Coop, Milano, 1998), a pag. 177 aveva scritto il defunto trozkista Ted Grant:
"(…).
Del Comitato Centrale del Partito Bolscevico del 1917, nel 1940 rimaneva soltanto un superstite, oltre Stalin".
C'è un link archivistico (www.knowbysight.info/2_KPSS/07179.asp) dove sono contenuti tutti i nomi e i cognomi dei membri del Comitato Centrale del Partito Bolscevico eletti al 6° congresso, svoltosi clandestinamente tra il 26 Luglio e il 3 Agosto 1917.
Questo link archivistico dimostra la falsità dell'affermazione di Grant, perchè:
- Lomov, Stasova, e Ioffe sono stati eletti come Membri Candidati, di cui sono stati eletti altri cinque.
- E. Stasova è stata anche eletta come una dei cinque membri del Segretariato del Comitato Centrale.
- Otto membri del Comitato Centrale (CC) del Partito Bolscevico (VKB) del 1917 (Uritsky, Shaumian (non “Shomyan”), Sverdlov, Artem (Sergeev), Noghin, e Ioffe) erano morti nel 1938.
Stalin non aveva nulla a che fare con le loro morti.
- Lenin morì di morte naturale il 21 Gennaio 1924, mentre Dzerzhinski morì di morte naturale il 20 Luglio 1926.
- M. S. Uritsky è stato assassinato dai Socialisti Rivoluzionari di Sinistra il 30 Agosto 1918.
- Stepan (Suren) Shaumian è stato fucilato dagli inglesi il 20 Settembre 1918, come uno dei “26 Commissari di Baku “.
P. A. Dzhaparidze, uno degli altri dei Commissari di Baku, fu anche lui fucilato dagli inglesi.
- Iakov Sverdlov morì il 16 Marzo 1919 di tubercolosi.
- Artem morì il 4 Febbraio 1921 in un incidente aereo.
Stalin aveva ospitato suo figlio in casa sua.
Negli anni ’80, il figlio di Artem aveva pubblicato un libro di memorie su com’era cresciuto nella famiglia di Stalin, che è estremamente favorevole a Stalin e getta luce su alcuni eventi, come il suicidio del 21 Giugno 1932 della seconda moglie di Stalin, su cui sono circolate molte voci anti-staliniste ossia anti-comuniste (cfr. S. Artem - E. Glushik, CONVERSATIONS ABOUT STALIN, Krymskii Most-9D, Moscow, 2006).
- Nogin era morto di morte naturale il 13 Maggio 1924.
- A. A. Ioffe, un seguace di Trotsky, si suicidò il 17 Novembre 1927.
- I tre che hanno più vissuto a lungo dopo il 1938 furono:
1) A. M. Kollontaj, morta di morte naturale il 9 Marzo 1952.
2) M. K. Muranov, morto di morte naturale il 9 Dicembre 1959.
3) E. D. Stasova, morta di morte naturale il 31 Dicembre 1966.
I recenti studi accademici-archivistici smontano in maniera strettamente documentaria l'accusa anti-comunista secondo cui durante le Grandi Purghe nell'Armata Rossa restarono vivi solo cinque Ufficiali.
Questi studi archivistici dimostrano:
- Che il numero di persone a capo dell'Armata Rossa (gli Ufficiali e i Commissari Politici), sono stati 144.300 nell'anno 1937, raggiungendo la cifra di 282.300 nell'anno 1939.
- Che durante le Grandi Purghe del biennio 1937-1938, 34.300 (numero totale) di Ufficiali e Commissari Politici erano stati espulsi per motivi politici e nel mese di Maggio del 1940, 11.596 sono stati riabilitati e restituiti ai loro posti.
- Che durante le Grandi Purghe del 1937-1938, 22.705 Ufficiali e Commissari Politici sono stati arrestati (13.000 Ufficiali, 4.700 Ufficiali della Armata Rossa e 5000 Commissari Politici): ossia il 7,7 % di tutti gli Ufficiali e Commissari Politici, non il 50 % come sostenuto nell'attuale storiografia dominante e di questi 7,7 % , alcuni sono stati condannati come traditori, ma la stragrande maggioranza (il 65 %), come mostrato negli studi sull'argomento, sono tornati alla vita civile svolgendo anche un ruolo di primo piano nella epica battaglia di Stalingrado.
- Che la purga investì l’esercito, ma non nella misura indicata nell'attuale storiografia dominante: dei 144.300 Ufficiali e Commissari dell’Armata Rossa, 34.300 furono espulsi per ragioni politiche: di questi 11.586 il 20 Maggio 1940 furono reintegrati nel posto e nel grado.
- Che i repressi della purga nell’esercito furono pertanto 22.705, cioè il 7,7 % del totale.
- Che durante le Grandi Purghe nell'Armata Rossa il numero di quadri epurati decresce in maniera verticale man mano che si discendono i gradi gerarchici (ridotti a 50), ossia man mano che si procede dal grado di Generale (ridotti a 30) a quello di Capitano (elevati a 200), per annullarsi al livello dei Tenenti (elevati a 350).
- Che la Grande Purga nell'Armata Rossa consente di far venire avanti tutta la nuova leva di 3000 Ufficiali, formatisi a partire dal 5 Maggio 1922 e provenienti dalle fila operaie e contadine.
- Che l’origine e l’appartenenza di classe erano requisiti indispensabili per accedere all’Accademia Militare e ricoprire i gradi nell’Armata Rossa nell'epoca socialista di Stalin.
- Un’altra mostruosa frottola su Stalin è che lui avrebbe fatto arrestare e fucilare oltre 40.000 militari esperti, il cui il risultato fu che l’Armata Rossa rimase senza il Comando di Combattimento, e perciò gli hitleriani recarono così grande danno all'Armata Rossa …
Quando si è cominciato a studiare per verificare questo fatto, risultò che questi militari furono messi in congedo.
E’ vero che prima dell’inizio della guerra quasi 40.000 dei Comandanti sono stati congedati per svariati motivi.
Ma congedare non significa fucilare.
Recenti studi accademici-archivistici dimostrano che è falsa l'accusa a Stalin (ripetuta da vari storici anticomunisti anche di estrazione trockysta) secondo cui "nelle Grandi Purghe vennero eliminati fisicamente tutti i membri del Comitato Esecutivo Internazionale Comunista (CEIC) del KOMINTERN".
Questi studi archivistici dimostrano invece che su 394 membri da cui era costituito il CEIC del KOMINTERN nel Gennaio 1936, nell'Aprile 1938 c'è ne erano 290: solo una minima parte (il 14 % ) non c'era più a causa del fatto che erano stati imprigionati nei GULAG per la loro attività contro-rivoluzionaria (tra questa minima percentuale (in buona parte amnistiata nel 1941) ci furono cospiratori di paesi diversi: tedeschi, austriaci, yugoslavi, italiani, bulgari, finlandesi, baltici, persino inglesi e francesi).
Sull' "Operazione Polonia" ci sono un sacco di fonti primarie (in tutto 9.000).
Ezhov ha davvero ucciso un gran numero di persone di origine polacca (in tutto 6000), o le persone i cui nomi "sembravano" polacchi (in tutto 2000).
Il numero dei prigionieri sovietici finiti nei campi nazisti polacchi (durante la Seconda Guerra Mondiale) furono 165.550.
Di questi ne tornarono in patria 75.699.
Degli altri 89.851, qualcuno evase (furono 2000 gli evasi), altri passarono ai polacchi (furono 3000) ma la stragrande maggioranza morì (il 70 %) : morì di fame, di malattie, di freddo, di maltrattamenti e di esecuzioni arbitrarie.
In Bielorussia, in Volinia e nell’Ucraina Occidentale, sotto il controllo polacco, si attuò una politica imperialista di “polonizzazione” con arresti arbitrari e uccisioni di comunisti, sindacalisti, contadini e cittadini ucraini, bielorussi ed ebrei.
A questi polacchi, implicati in crimini, le autorità sovietiche presentarono il conto.
Non vennero fucilati tutti: fu esaminato ogni singolo caso e solo coloro che risultarono colpevoli dei reati più gravi furono fucilati.
Gli altri furono internati in campi correzionali di lavoro.
A questo riguardo, ad esempio L. M. Kaganovich ebbe a dichiarare che, nella Primavera del 1940, il governo sovietico aveva dovuto prendere una decisione difficile: la fucilazione di 3.196 cittadini polacchi che si erano macchiati di crimini.
Questi crimini non riguardavano solo i casi che ho elencato sopra ma si estendevano anche al periodo seguente all’occupazione sovietica di quelle terre.
L. M. Kaganovich disse letteralmente: ”(…) gli stupratori, i banditi e gli assassini”.
Solo in alcuni casi vennero punite le famiglie dei prigionieri (in tutto le famiglie deportate furono 3.000): a seconda del loro grado di coinvolgimento.
Furono trasferiti all’interno dell’URSS (nella parte Nord) e questo fu la salvezza di molti polacchi, infatti la maggior parte di coloro (che furono in tutto 9000) che rimasero in Bielorussia, Volinia e Ucraina furono uccisi dai nazisti e dai collaborazionisti ucraini dell’UPA di Stepan Bandera.
Questi furono i soli polacchi a essere fucilati nella Primavera del 1940 dalle autorità sovietiche.
La Germania e l'Unione Sovietica firmarono il PATTO il 23 Agosto 1939, e gran parte del territorio etnicamente polacco finì sotto il controllo della Germania, mentre le aree annesse dall'URSS contenevano popoli diversi etnicamente, con un territorio suddiviso in diverse aree, alcune delle quali avevano una maggioranza non-polacca (come gli ucraini al Sud (gli ucraini erano la maggioranza della popolazione nel Voivodato di Stanislawòw, Ternopil' e Leopoli, che costituivano la Galizia Orientale; se si considera anche il territorio del Voivodato di Volinia (70 % ucraino), la presenza ucraina nell'area diventa una maggioranza schiacciante) ).
Le parti orientali della Polonia furono divise in tre zone da Nord a Sud.
Nel Sud risiedeva una maggioranza ucraina, tranne in alcune aree dove il numero dei polacchi li eguagliava.
Nella parte centrale, in Polesia e Volinia, vi era una minoranza polacca che si confrontava con una classe contadina prevalentemente ortodossa.
Nella parte settentrionale, nei Voivodati di Bialystok, Vilnius e Nowogródek, i polacchi erano la maggioranza.
Gli ebrei costituivano la principale minoranza nelle aree urbane, e molti di essi si sentivano alienati nella Polonia interbellica nazionalista.
Questo gruppo etnico sperò pertanto nell'arrivo dei sovietici.
I polacchi comprendevano il maggiore gruppo etnico nei territori annessi dai sovietici (nella popolazione dei territori orientali, circa il 38 % erano polacchi, il 37 % ucraini, il 14,5 % bielorussi, l'8,4 % ebrei, lo 0,9 % russi e lo 0,6 % tedeschi).
Tra gli stessi storici polacchi si dibatte non solo delle dimensioni della tragedia che si è consumata negli anni Quaranta in Volinia e nell’ex Galizia Orientale, ma anche in base agli stessi accordi fino al 3 Ottobre 1946 dove vennero evacuati, in senso contrario, dalla Polonia verso la RSS Ucraina, 500 mila ucraini, 200 dei quali trascorsero la loro vita in Siberia lavorando come falegnami (e dove nello stesso periodo vennero imprigionati anche 3000 reazionari polacchi tra cui 1000 noti criminali di guerra anti-semiti).
Le persone realmente giustiziate in Polonia (negli anni della Ezovscina) si attestano a 10 mila persone.
E' per certo (siccome si hanno a disposizione i DOSSIER di ciascun giustiziato in questione) che la maggior parte di queste persone erano innocenti, dal momento che il Responsabile dell’NKVD ha fatto delle confessioni in merito.
Dopo che Ezhov ha dato le dimissioni nel Novembre 1938 sono cominciate le indagini, e presto si è scoperto il fatto che Ezhov e i suoi uomini avevano fatto uccidere un gran numero di persone polacche, allo scopo di fomentare una rivolta contro il governo sovietico.
Sotto Beria, nel 1939-1941, moltissime persone polacche (allo stato attuale della documentazione se ne contano 2 milioni) sono state liberate dai campi (GULAG) situati a Danzica, molte accuse sono state riviste, e sono saltate fuori molte prove di uomini dell’NKVD che si sono resi responsabili di questi efferati crimini.
Nel 1938 ci fu il drammatico scioglimento del Partito Comunista di Polonia, e dopo la sua eliminazione fisica di un terzo dei membri del CC del Partito Comunista di Polonia (recenti studi archivistici polacchi parlano di 600 membri giustiziati) che erano esuli in URSS e che furono giustiziati durante le tremende purghe di Ezov: alla luce dell'attuale documentazione archivistica russa e dell'ex KOMINTERN, anche questo tragico fatto è da considerare parte della vasta trama cospirativa antisovietica (alias anticomunista).
Negli anni della Seconda Guerra Mondiale, il governo bolscevico dell'URSS ha evacuato una parte di tartari, e di calmucchi, ma le persone di buon senso hanno difeso giustamente la politica dei bolscevichi di quegli anni.
Adesso si discute sull'argomento umanitario, tacendo che l'intero battaglione dei nazionalisti ceceni erano passati dalla parte degli hitleriani.
Nelle fosse comuni del Parco "Astrahan" vi è seppellito più di 2000 reclute mandati sin dalla scuola in aiuto all'assediamento di Stalingrado, ma uccisi dai traditori calmucchi.
Soltanto in un accampamento di tartari a Balaklava sono stati dilaniati 500 marinai.
Hanno bruciato vivi dei patrioti nei forni dei Sovhoz della Crimea di nome "Krasnji".
Secondo i dati degli archivi, con i tartari della Crimea sono stati annientati 8.6000 pacifici abitanti, 84.000 funzionari di partito, 57.000 militari.
I nazionalisti della Lituania hanno fatto morire 700.000 patrioti, quelli della Lettonia 340.000 attivisti sovietici, e dell'Estonia 125.000.
I banderovzy ucraini (banditi nazionalisti che durante la Seconda Guerra Mondiale operavano nella regione di Zakarpatskaja (Ucraina) ) e gli ounovzy (gli ounovzy erano membri della OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini) e il loro capo era Stepan Bandera) nel Settembre 1941 a Babe Jar hanno eliminato 200.000 ebrei.
Dal 1944 al 1953 hanno compiuto 5099 atti terroristici e di sabotaggio con omicidi e incendi.
I tartari di Crimea vennero deportati in massa.
Molti documenti attinenti la loro deportazione, da archivi ex sovietici un tempo segretati, vennero pubblicati in Russia da ricercatori anticomunisti, i cui commenti sono parecchio tendenziosi.
I documenti stessi, nondimeno, sono molto interessanti ! : nel 1939 c'erano 218.000 tartari di Crimea.
Questo starebbe a significare circa 22.000 uomini in età da Servizio Militare, il 10 % della popolazione.
Nel 1941, da dati statistici contemporanei si evince che 20.000 soldati tartari della Crimea disertarono dall'Armata Rossa.
A partire dal 1944, 20.000 soldati tartari di Crimea si unirono alle forze naziste e combatterono contro l'Armata Rossa: così l'accusa di una massiccia collaborazione viene confermata.
Il governo sovietico decise di deportare tutta la nazionalità in Asia Centrale, cosa che fu fatta nel 1944.
Fu concessa loro della terra e qualche anno di esenzione dalla tassazione.
La nazione tartara rimase intatta e crebbe di grandezza a partire dai tardi anni 50.
I tartari di Crimea, che nella Seconda Guerra Mondiale si misero dalla parte dei nazisti, furono salvati dalla magnanimità di Stalin, che li trasferì dalla Crimea per sottrarli alla furia dei soldati sovietici rientrati dalla guerra.
Il governo bolscevico dell'URSS trasferì i tartari in nuove residenze dando loro tutto il necessario per una vita dignitosa.
Il 40 % dei tartari di Crimea venne reclutato dai nazisti.
Non tutti i tartari si unirono alle forze naziste.
Il 40 % degli uomini in Cecenia e Inguscezia vennero chiamati nel 1942 per essere reclutati dai nazisti.
Nel Febbraio del 1943 i nazionalisti filo-nazisti ceceni hanno promosso una grande rivolta a favore della Germania nazista.
Il numeri dei tartari di Crimea deportati (che fu di 15.1720) che morirono durante la deportazione fu di 191: ossia il 0,13 % .
I treni che l'NKVD organizzò per le deportazioni contennero 493.269 persone cecene, ingusce e di altre nazionalità.
50 persone morirono durante il viaggio e 1.272 riuscirono a fuggire: il totale fu dello 0,26 % delle perdite e ciò è accaduto in Inverno durante i feroci rastrellamenti nazisti: un tasso di perdita molto più basso di quello dei civili sovietici uccisi nelle zone occupate.
Nel caso della Cecenia, della Inguscezia e dei tartari della Crimea, la collaborazione con i nazisti è stata massiccia, e ha coinvolto gran parte della popolazione (una buona parte: il 60 % ).
Altri recenti studi archivistici (dopo 20 anni di ricerche d'archivio sull'argomento) dimostrano invece che la consegna da parte degli organi della giustizia rivoluzionaria del paese dei Soviet alla Ghestapo di quei 350 tedeschi esuli in URSS era la consegna di soggetti, nessuno escluso, che erano ex membri del KPD che cospirarono (dal 1932) con l'Opposizione Unificata di Destra e di Sinistra assieme ai nazisti (in questa trama cospirativa contro-rivoluzionaria furono coinvolti anche quadri del Partito Comunista di Palestina (PCP), molti dei quali erano emigrati in Polonia).
Cittadini tedeschi che sono stati arrestati per reati gravi sono stati consegnati alla Germania invece di essere imprigionati in URSS.
Non c'era una sorta di trattato per uno scambio reciproco di prigionieri.
Il governo bolscevico dell'URSS con questa manovra militare ottenne il rllascio di 400 comunisti del KPD imprigionati a Dachau.
Bucharin, che si prostra ai piedi del Partito Bolscevico (VKB) dicendo di aver confessato tutti i suoi crimini, non svela però che il Ministro degli Interni dell’epoca, Ezhov (che ricoprì questa carica dal 1937 al 1939), faceva parte della congiura trotskista.
Lo storico Grover Furr (dell’Università di Montclair nel New Jersey che, rovistando negli archivi statali di Mosca che sono stati via via desecretati, ha trovato e tradotto in inglese (dal russo) una serie di documenti di straordinaria importanza e finora sconosciuti, che smentiscono tutte (sottolineo tutte) le infamanti accuse che Krusciov ha rivolto a Stalin nel famigerato RAPPORTO “SEGRETO” passato alla CIA prima ancora che ai partiti “fratelli”) ha tradotto gli interrogatori di Ezhov che portarono alla sua condanna a morte.
Si trovano nel sito : http://msuweb.montclair.edu/~f…/research/ezhov042639eng.html.
Nel commentare l’operato di Ezhov, lo storico statunitense Grover Furr conclude che in effetti le cosiddette “Grandi Purghe” non furono opera di Stalin ma di Bucharin, il quale anche sul punto di morire si rifiutò di rivelare la vera identità politica di Ezhov il quale poté quindi compiere, prima di essere scoperto, la sua scellerata opera di assassino, dall’alto della carica pubblica che ricopriva.
Ezov svolgeva una personale attività cospirativa contro il governo sovietico e la leadership del partito.
Ezhov era stato reclutato dai servizi segreti tedeschi.
Come il gruppo della “destra” e i trotzkisti, Ezhov ed i suoi uomini migliori dell'NKVD facevano affidamento su un'invasione dalla Germania, dal Giappone, o da un altro grande paese capitalista.
Hanno torturato molte persone innocenti per spingerli a confessare crimini passibili di pena capitale in modo da fucilarli.
Sottoposero a esecuzioni sommarie un gran numero di persone utilizzando prove falsificate o addirittura senza alcuna prova.
Ezhov sperava che queste esecuzioni di massa di persone innocenti avrebbe fatto schierare gran parte della popolazione sovietica contro il governo.
Questo avrebbe creato le basi per lo scoppio di ribellioni interne contro il governo sovietico nel caso di attacco da parte della Germania o del Giappone.
Ezhov mentì a Stalin, al partito e ai capi del governo.
Le esecuzioni di massa veramente orribili del 1937- 1938 di 680.000 persone, sono state in gran parte ingiustificate esecuzioni di innocenti effettuate deliberatamente da Ezhov e dai suoi uomini migliori per seminare il malcontento tra la popolazione sovietica.
Anche se Ezhov fece fucilare un numero molto elevato di persone innocenti, è chiaro che, dalle prove ora disponibili, vi erano anche vere e proprie cospirazioni.
Il governo russo continua a conservare ogni cosa ma purtroppo alcuni documenti utili per questa investigazione rimangono top -secret.
Non si può sapere con certezza esattamente le dimensioni delle cospirazioni reali senza tali prove.
Pertanto, non si sa quante di queste 680.000 persone erano cospiratori reali e quanti sono state vittime innocenti.
Come è stato documentato Stalin e la direzione del partito cominciarono a sospettare già dall'Ottobre 1937 che la maggior parte della repressione fosse effettuata in modo illegale.
All'inizio nel 1938, quando Pavel Postiscev fu aspramente criticato, poi rimosso dal Comitato Centrale, poi espulso dal partito, processato e giustiziato per l’ingiustificata repressione di massa, questi sospetti crebbero.
Quando Lavrentii Berja venne nominato come il Vice di Ezhov, quest'ultimo e i suoi uomini compresero che Stalin e la direzione del partito non si fidavano più di loro.
Fecero un ultimo complotto per assassinare Stalin il 7 Novembre 1938, in occasione della celebrazione del 21° anniversario della rivoluzione bolscevica.
Ma gli uomini di Ezhov furono arrestati in tempo.
Ezhov venne convinto a dimettersi.
Un'intensa attività investigativa venne avviata e un enorme numero di abusi del NKVD vennero scoperti.
Un gran numero di casi di coloro che furono giudicati o puniti a causa di Ezhov vennero rivisti.
Alcune delle prove più evidenti e impressionanti pubblicate a partire dal 2005, sono le confessioni di Ezhov e di Mikhail Frinovsky, il secondo in comando di Ezhov.
Si ha anche un gran numero di confessioni e gli interrogatori, per lo più parziali, di Ezhov, in cui fa molte altre confessioni: questi sono stati pubblicati nel 2007 in un semi-ufficiale account da Aleksei Pavliukov.
Ora a 80 anni di distanza si può affermare che, senza i Processi di Mosca che la propaganda anticomunista si ostina a dire inventati da Stalin per consolidare il suo potere, l’URSS attaccata dalla Germania nazista avrebbe dovuto affrontare un tradimento interno dalle conseguenze disastrose.
La repressione, tuttavia, non si limitò a colpire gli esponenti di vertice ma colpì anche la base del complotto per cui gli arresti, i processi, le condanne ai lavori forzati e di morte coinvolsero, secondo le stime di storici veri e non buffoni anticomunisti, da 450.000 a 680.000 persone nell’annata 1937-1938 quando alla direzione del NKVD fu posto Ezhov.
Infatti, Ezhov sperava che queste esecuzioni di massa di persone innocenti avrebbero fatto schierare gran parte della popolazione sovietica contro il governo.
Con l'avvento di Berja al Ministero degli Interni oltre 100.000 persone vennero rilasciate dal carcere e dai campi.
Molti uomini della NKVD vennero arrestati e confessarono di aver torturato, processato e giustiziato persone innocenti.
Molti altri membri della NKVD furono condannati al carcere o licenziati.
Sotto Berja il numero delle esecuzioni nel 1938 e il 1940 scese a meno dell'1 % del numero raggiunto sotto il comando di Ezhov nel 1937 e 1938.
E molti di quelli giustiziati erano uomini della NKVD, tra cui Ezhov stesso, colpevoli di una massiccia repressione ingiustificata e di aver sottoposto ad esecuzione persone innocenti.
E' evidente che quello che fu definito dagli “storici” anticomunisti il "terrore staliniano" non fu opera di Stalin e non coinvolse decine di milioni di persone come viene affermato.
In malafede, questi scribacchini uniscono 2 fenomeni storici, la repressione del complotto e il tentativo di riordino e verifica degli iscritti al Partito Comunista (proverka: in russo significa verifica e non purga), che si svolse negli stessi anni che, come storici veri e non propagandisti anticomunisti hanno appurato esaminando gli archivi di Smolensk, portò all’espulsione di una ridicola percentuale di membri.
Un aspetto schifoso della questione è che Nikolai Bukharin, leader del gruppo di destra, era al corrente dell’ "Ezhovshchina" (la repressione condotta da Ezhov detta in lingua russa) e la lodò in una lettera che scrisse dal carcere a Stalin.
Bukharin sapeva che Ezhov era membro della cospirazione della Destra.
Senza dubbio è per questo che accolse con favore la nomina di Ezhov a capo della NKVD (orientamento registrato dalla vedova di Bucharin, Anna Larina, nelle sue memorie).
Nella sua prima confessione, nella sua ormai famosa lettera a Stalin del 10 Dicembre 1937 e al suo processo nel Marzo 1938, Bucharin sostenne che era completamente "disarmato" e di aver detto tutto quello che sapeva.
In realtà Bukharin sapeva che Ezhov era un membro di spicco del complotto della Destra, ma non disse nulla.
Secondo Mikhail Frinovsky, braccio destro di Ezhov, probabilmente Ezhov gli promise di adoperarsi affinché non fosse eseguita la sentenza di morte, se avesse taciuto della partecipazione di Ezhov.
Se Bucharin avesse detto la verità, se avesse rivelato, infatti, le informazioni su Ezhov, gli omicidi di massa ad opera di quest'ultimo avrebbero potuto essere fermati all’inizio.
Si sarebbero potute salvare le vite di centinaia di migliaia di persone innocenti.
Ma Bucharin rimase fedele ai suoi compagni cospiratori.
Andò all’esecuzione, esecuzione che, giurò, meritava "dieci volte”, senza rivelare la partecipazione di Ezhov alla cospirazione.
Questo punto non potrà mai essere sottolineato troppo: il sangue delle centinaia di migliaia di persone innocenti massacrati da Ezhov e dai suoi uomini durante il 1937-1938, ricade su Bucharin e non su Stalin.

http://stalin.blogfree.net/?t=5272952#cut
 
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Dario Oliveri
view post Posted on 22/6/2017, 17:31




bellissimo questo articolo
 
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view post Posted on 6/12/2022, 14:15
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ALCUNE RIFLESSIONI SUL LIBRO "KRUSHIOV MENTÌ" DI GROVER FURR



Vijay Singh

Dopo la pubblicazione in inglese di 'Krusciov mentì' in India il libro è stato tradotto in varie lingue indiane. Quanto segue è l'introduzione all'edizione in lingua malayalam.

Il discorso a porte chiuse tenuto da Nikita Krusciov al XX Congresso del PCUS nel 1956 ebbe molteplici ripercussioni. Ha impedito la conoscenza del ruolo di Stalin nella storia sovietica e mondiale, ha contribuito a indebolire il movimento comunista internazionale, ha ostacolato lo sviluppo del socialismo e del comunismo in Unione Sovietica e ha indebolito i movimenti di liberazione nazionale in via di sviluppo. Teoricamente, politicamente e ideologicamente ha rovesciato il marxismo-leninismo in una serie di questioni. Gli effetti devastanti del discorso a porte chiuse e del XX Congresso del PCUS hanno avuto effetti sia immediati che a lungo termine. Hanno portato alla fine della dittatura del proletariato e del socialismo nell'URSS e al mancato progresso nell’assolvimento delle funzioni della dittatura del proletariato nella maggior parte delle democrazie popolari in Europa e in Asia. Nessun leader di partito o partito dello schieramento democratico si espressero in difesa di Stalin e del marxismo-leninismo nel 1956. I partiti che avrebbero dovuto avviare la polemica in un fronte del movimento comunista internazionale diedero il loro sostegno alle tesi di Krusciov per diversi anni. All'interno dell'Unione Sovietica, Molotov e Kaganovich furono alleati del gruppo di Krusciov dal 1953 in poi, nonostante le loro differenze su una serie di questioni, fino alla loro esclusione dal PCUS nel giugno 1957. Dimostrazioni di massa nel periodo della destalinizzazione ebbero luogo in Unione Sovietica come rivelano le manifestazioni in Georgia (1956), a Novočerkassk in Russia (1962) e a Sumgait, Azerbaijan (1963) che registrarono centinaia di morti nel periodo 1956-1963. Krusciov rimosse il 70% del Comitato Centrale Staliniano negli anni ‘50, un altro 50% fu rimosso successivamente. Allo stesso modo, modificò la composizione dei Comitati Centrali dei Partiti Comunisti delle repubbliche, così come nella stessa misura, e anche maggiore, dei partiti delle regioni, dei comitati di partito cittadini e distrettuali.
Al di fuori della resistenza in Unione Sovietica il rapporto segreto venne criticato in tutto il mondo. Negli Stati Uniti la rivista "Turning Point" pubblicata dalla Lega Comunista si oppose agli attacchi revisionisti e opportunisti di Krusciov sin dal 1956. In Irlanda, Neil Goold nell'aprile del 1956 espresse le sue aspre critiche al discorso opportunista a porte chiuse. In India importanti critiche al XX Congresso furono scritte da Abdul Momin, Parimal Dasgupta e Moni Guha all'indomani del discorso a porte chiuse.
Le evidenti somiglianze tra il rapporto segreto di Krusciov e i punti di vista tradizionali dell'opposizione di sinistra di Trotskij (come anche del titoismo in Jugoslavia) furono commentate fin dall'inizio. Da parte di molti il discorso a porte chiuse fu interpretato, speciosamente, come una convalida delle critiche fatte da Trotskij all'Unione Sovietica e alla sua leadership. Dopo il 1956 il trotskismo come tendenza politica, che fino ad allora era stato esiguo, iniziò la sua rapida ascesa nell'intellettualità dei paesi occidentali come la Gran Bretagna. L'intervento sovietico in Cecoslovacchia, così come la diffusione di discutibili "ultimi testi" leninisti, hanno svolto un ruolo cardine in questo processo. In Francia, l'anno 1968 ha visto il bizzarro matrimonio teorico del trotskismo, dell'anarchismo con il maoismo (Bettelheim e altri.) L'intellettualità si rivoltò contro il marxismoleninismo. In Gran Bretagna, Francia e in altre potenze imperialiste, l'offensiva di Krusciov, Breznev e l'alleanza ideologica con le tendenze dell’opposizione di sinistra hanno inferto colpi pesanti al movimento marxista-leninista. Le forze rivoluzionarie marxiste-leniniste come quelle albanesi furono in grado solo in parte di misurarsi con l'egemonia della nuova ideologia imperialista.
I legami tra Trotskij e Krusciov non erano meramente politici, teorici e ideologici. Le memorie di Kaganovich rivelano che nel 1923 e nel 1924 Krusciov era stato un membro dell'opposizione trotskista. Alla fine del 1924 egli “capì” il suo errore e lo ammise. Chiese a Kaganovich il cambiamento della sua area di lavoro in modo da poter rompere i suoi precedenti legami politici. Dopo aver consultato Stalin, Kaganovich lo aveva trasferito in nuovi settori di lavoro. Krusciov, sostiene Kaganovich, in seguito condusse un buon lavoro contro la deviazione dell'opposizione di destra. In seguito fu promosso segretario del Comitato di Mosca.
Kaganovich ci rende il retroscena:
Ricordo che quando consultai il compagno Stalin su questo tema, gli riferii che Krusciov era un buon lavoratore del Partito e del passato trotskista di Krusciov nel 1923-1924. Il compagno Stalin chiese: “E ha superato questi errori?” Ho risposto: “Non solo li ha superati, ma ha lottato attivamente contro di lessi”. “Ebbene” – disse Stalin – “promuovetelo, soprattutto se è un buon lavoratore di partito”. Ricordo che quando più tardi cenai con lui nella sua abitazione, Stalin chiese a sua moglie: “Nadya, è lo stesso Krusciov dell'Accademia Industriale di cui hai detto che è un buon lavoratore del Partito?” – “Sì”, – ella rispose – “In effetti è lui”. Più tardi al compagno Krusciov fu chiesto di venire alla riunione del Segretariato del Comitato Centrale dove il compagno Stalin disse: “Per quanto riguarda il vostro errore del passato, ne parlerete al momento delle elezioni in Conferenza, e il compagno Kaganovich dirà che il Comitato Centrale ne è a conoscenza e ha fiducia nel compagno Krusciov”. Ed è quello che è stato fatto. (https://revolutionarydemocracy.org/rdv5n1/khrushch.htm)

Commentando le attività di Krusciov nei suoi anni di potere basandosi sulla propria esperienza, e dopo aver letto le memorie dell'ex leader sovietico, Kaganovich pervenne ad una conclusione: si è scoperto che Krusciov non si è rivelato un semplice camaleonte, ma un "recidivo" del trotskismo.
Il discorso a porte chiuse di Krusciov e il XX Congresso del PCUS sono stati chiaramente i punti di partenza del revisionismo moderno, della restaurazione del capitalismo e della liquidazione della maggior parte delle democrazie popolari.
In "Krusciov mentì", Grover Furr ha svolto un compito di enorme portata per tutti i lavoratori demolendo il contenuto del rapporto segreto. Furr riprende sessantuno affermazioni fatte da Krusciov e stabilisce la loro falsità sulla base dei documenti provenienti dagli archivi sovietici aperti dopo la caduta dell'Unione Sovietica.
Alcuni esempi dell’esposizione di Furr danno un quadro dell'ampiezza del libro.
Krusciov affermò che Stalin non agiva con il metodo della persuasione e della collaborazione, ma con l'imposizione delle sue opinioni. Coloro che non accettavano le sue posizioni erano rimossi dal collettivo politico e poi moralmente e fisicamente annientati.
Furr cita la testimonianza del maresciallo Zhukov che contraddice ciò. Zhukov affermò che Stalin cambiava la propria opinione dinanzi ad una opinione fondata.
Krusciov insinuò che Kirov era stato ucciso per ordine di Stalin. Furr fa giustamente notare che Kirov era un convinto sostenitore di Stalin e che nessuna commissione d'inchiesta post-staliniana istituita sotto Krusciov e Gorbaciov è stata in grado di stabilire alcun legame tra la morte di Kirov e l'NKVD.
Krusciov considerava Stalin responsabile delle repressioni di massa della fine degli anni 1930. Ma Furr sottolinea il ruolo di Krusciov stesso ed Ezhov in queste vicende. In precedenza Yagoda aveva iniziato le repressioni come membro dell'opposizione di destra. Anche se Stalin era a favore dell'eliminazione dei sostenitori del trotskismo dal partito, intendeva farlo non con la repressione di massa, ma confrontandosi con i singoli oppositori. L'esempio più classico può essere quello dello stesso Krusciov che, come abbiamo sottolineato, era stato membro dell'opposizione trotskista nel 1923-24. Un altro caso è quello dell'economista L.A. Leontyev che era stato un membro dell'opposizione trotskista come è registrato sulla sua tessera di partito.
Una delle principali accuse mosse da Krusciov fu che Stalin non era preparato all'attacco nazista all'Unione Sovietica. Essa era manifestamente infondata in quanto uno dei motivi per una rapida industrializzazione e collettivizzazione, a cui si opponevano l'opposizione trotskista e buchariniana, era quello di garantire la difesa permanente dell'Unione Sovietica dall'invasione imperialista. Se non fossero stati realizzati i piani quinquennali, che avevano gettato le basi dell'industria militare, sarebbe stato difficile per l'Unione sovietica sopravvivere a una guerra lampo tedesca. Visto il rifiuto della Gran Bretagna e della Francia di allearsi con l'Unione Sovietica contro Hitler, il leader sovietico, per consolidare la posizione dell'Unione Sovietica, acconsentì alla firma del Patto di non aggressione con la Germania nazista che consentì un guadagno di tempo e di confini allo stato socialista.
Krusciov biasimò Stalin per non aver accettato avvertimenti su un imminente attacco tedesco provenienti da vari informatori. Tuttavia molteplici segnalazioni da diverse fonti arrivarono sulla scrivania di Stalin in date diverse tra maggio e giugno 1941. Stalin evitò con successo di provocare un attacco tedesco non impegnandosi in movimenti di truppe in quel periodo. Così, l'accusa da parte di Krusciov che Stalin ignorava gli avvertimenti era quindi falsa. Krusciov mentiva spudoratamente quando accusava Stalin di essere demoralizzato dopo l'attacco tedesco e incapace di intraprendere alcuna azione nelle prime fasi della guerra. Grover Furr confuta tutto ciò indicandone le prove nel registro dei visitatori dell'ufficio di Stalin, nel Diario di Dimitrov e nelle opere dei critici di Stalin come Volkogonov e Sudoplatov che testimoniano chiaramente il ruolo attivo svolto da Stalin nei primi giorni della guerra. Krusciov attaccò ulteriormente Stalin nel discorso a porte chiuse per incompetenza militare, fino all'accusa che il leader preparava i piani operativi su un mappamondo. Anche ciò è stato confutato dalle memorie dei capi militari Zhukov, Vasilevsky e Golovanov.
Grover Furr ha compiuto un eccellente lavoro di confutazione delle menzogne di Krusciov nel rapporto segreto. I critici in India come Anil Ranjimwale del Partito Comunista dell’India sono stati punti sul vivo dal libro. I seguaci della 4^ Internazionale, anche in India, hanno reagito negativamente alla pubblicazione di questo libro. C’era da aspettarselo, perché Grover Furr ha mirato alle radici del revisionismo moderno e del trotskismo. Deve essere notato che i critici, a livello internazionale, di Furr non sono stati in grado di confutare le argomentazioni esposte nel libro "Krusciov mentì". La sua pubblicazione in diversi paesi del mondo e in diverse lingue indiane ha dimostrato il valore attribuitogli dai sostenitori del socialismo e della democrazia.
Grover Furr ha formulato una feroce critica politica del discorso a porte chiuse di Krusciov. Ma bisogna evidenziare che il discorso ha giocato un ruolo centrale nella politica e nell'economia del periodo poststaliniano. Furr, riprendendo lo storico russo Yuri Zhukov, collega correttamente il discorso con l'opposizione al programma di democratizzazione avanzato da Stalin. Furr afferma: “Stalin e i suoi sostenitori si erano battuti per un piano di democratizzazione dell'URSS attraverso il confronto elettorale. Il piano comportava a quanto pare lo spostamento del centro del potere nell'URSS trasferendolo dai dirigenti di partito come Krusciov a esponenti di governo eletti. Ciò avrebbe posto le premesse per il ripristino del Partito come organizzazione di persone votate alla lotta per il comunismo e non alla carriera o al privilegio individuale. A quanto pare Krusciov avrebbe avuto il sostegno dei Primi Segretari del Partito, che erano determinati a sabotare quel progetto e perpetuare le proprie posizioni di privilegio" (pag. 200, edizione inglese). Furr mette in evidenza anche le "riforme" di mercato di Krusciov con lo spostarono del baricentro dall'industria pesante – produzione dei mezzi di produzione della Sezione A - verso l'industria leggera dei beni di consumo che rallentò lo sviluppo economico dell'Unione Sovietica in quegli anni nonché l'abbandono del programma di transizione al comunismo.
Si può affermare che il rapporto segreto era una condicio sine qua non per la demolizione dell'autorità del marxismo-leninismo sotto forma di uno svilimento della personalità politica e dell'eredità di Stalin. Era la premessa per concertare l'interruzione della transizione dal socialismo al comunismo elaborata dal XVIII Congresso del PCUS (b) in avanti e l'inaugurazione del sistema di generalizzata produzione di merci in Unione Sovietica dopo Stalin nel periodo 1953-58.
Dopo la collettivizzazione, che vide la soppressione dell'ultima classe sfruttatrice in Unione Sovietica, i kulaki, Stalin dichiarò che le basi del socialismo erano state poste. Nel suo rapporto al XVII Congresso del partito nel 1934 egli ancora prevedeva il passaggio completo ad una società socialista senza classi come un compito del futuro. Il XVIII Congresso del PCUS (b) nel 1939 vide precisi interventi sulla questione della transizione al comunismo da parte di Molotov, Voznesensky e Stalin. Stalin rilevava che mentre l'Unione Sovietica aveva superato i principali paesi capitalisti in termini di tasso di sviluppo industriale, doveva ancora raggiungere il tasso di consumo delle principali nazioni capitaliste. Ciò era importante per gettare le basi dell’abbondanza di prodotti necessaria per la transizione dalla prima alla seconda fase del comunismo. Nel rapporto al Congresso di Molotov, questi legava il nuovo piano alla tappa del completamento di una società socialista senza classi e alla graduale transizione al comunismo. In questo congresso si valutò che la prima fase del comunismo era stata conclusa e che il terzo Piano Quinquennale doveva rappresentare un passo importante verso lo sviluppo del comunismo completo.
Il presidente della Commissione del piano di Stato, N.A. Voznesensky, enumerò i passaggi fondamentali della transizione al comunismo: in primo luogo, le forze produttive dovevano essere innalzate oltre i principali paesi capitalisti; in secondo luogo, la produttività del lavoro doveva essere innalzata per creare un'abbondanza di prodotti; in terzo luogo, il livello culturale e tecnico della classe operaia doveva essere elevato al livello degli ingegneri e dei lavoratori tecnici per porre fine al contrasto tra lavoro mentale e fisico; e infine lo stato socialista doveva elaborare nuove forme mentre s’instaurava il comunismo. Egli riteneva che mentre la transizione al socialismo aveva richiesto due decenni, la transizione al comunismo avrebbe richiesto un periodo di tempo inferiore. Non fece riferimento all’idea di Stalin espressa al XVII Congresso del partito che le aziende collettive dovevano trasformarsi in comuni fondate sulla proprietà sociale.
La prospettiva del comunismo implicava la necessità di un nuovo programma di partito. A questo scopo fu istituita una commissione di partito. Nello stesso tempo il Gosplan preparò nel 1941 un programma economico per la transizione al comunismo in due volumi. Questi progetti furono ripresi dopo la guerra sin dal 1946 e una bozza di programma del partito fu formulata nel 1947 dopo aver consultato gli scritti dei socialisti utopici.
In Problemi economici Stalin tratteggiò la graduale transizione al comunismo attraverso la creazione di un nuovo organo di pianificazione in sostituzione dell’attuale Gosplan in modo che le aziende collettive non avessero l'impressione che del loro surplus s’impossessasse il comitato di pianificazione statale; e il varo di un sistema di scambio dei prodotti tra le aziende agricole collettive e le imprese industriali senza la mediazione dei rapporti monetari. Le nuove prospettive implicavano la graduale eliminazione delle relazioni merce-denaro nella transizione verso una società comunista.
Krusciov e il partito abbandonarono il programma del comunismo del periodo staliniano. Anche Molotov ha sottolineato nelle sue conversazioni con Feliks Chuyev che non era d'accordo con il programma di Stalin per la transizione al comunismo delineato in Problemi economici. Il PCUS sotto Krusciov preparò un nuovo programma di partito nel 1961 che venne alla luce dopo lunghe discussioni. Il programma accettava formalmente la trasformazione della dittatura del proletariato in uno "stato di tutto il popolo". Sosteneva inoltre che la transizione verso una società comunista sarebbe stata raggiunta attraverso l'ulteriore sviluppo delle relazioni merce-denaro.
Quali furono i passaggi economici tra la morte di Stalin e il XX Congresso del PCUS? In questo periodo la direzione centralizzata della pianificazione fu eliminata: la sfera del Gosplan fu progressivamente limitata a partire dal 1953, come Mikoyan ammise apertamente; lo stesso comitato di pianificazione statale fu diviso in due organismi; i poteri dei ministeri e dei direttori delle imprese furono ampliati a spese del comitato di pianificazione statale. La direzione centralizzata della pianificazione per la costruzione del comunismo fu sostituita da una "pianificazione coordinata" decentrata per ripristinare un'economia di mercato. Il XX Congresso nel 1956 e l'espulsione del "gruppo antipartito" l'anno successivo prepararono il terreno per ulteriori cambiamenti nell'economia. Alla fine di maggio 1957, il sistema di assegnazione dei prodotti del settore statale era stato eliminato e un certo numero di organizzazioni di vendita furono create sotto il comitato di pianificazione statale per alienare i prodotti del settore statale. L'ulteriore mercificazione degli strumenti e dei mezzi di produzione ebbe luogo nel settembre 1957, poiché le aziende avrebbero operato sulla base della redditività. La nuova concezione dell'economia politica sovietica nel 1958 era ormai che i mezzi di produzione circolassero nel settore statale come merci. In seguito a ciò i mezzi di produzione dell’agricoltura, le Stazioni di macchine e trattori, furono vendute alle aziende collettive nel 1958 e quindi divennero anch’essi merci.
Se un paradigma ci occorre per bene intendere il discorso a porte chiuse, esso non va trovato sostanzialmente nella questione del piano staliniano di democratizzazione, ma piuttosto nel rovesciamento del programma del PCUS per gettare le basi della società comunista.
Il rapporto segreto rappresentava il tentativo di realizzare la corrispondenza tra i nuovi rapporti di produzione risultanti dalla distruzione del modo di produzione socialista avvenuto tra il 1953 e il 1956 e le forze produttive e di conformare ad essa la sovrastruttura. Il discorso ha inoltre spianato la strada alla creazione di un sistema generalizzato di produzione mercantile in Unione Sovietica e nella maggior parte delle democrazie popolari.
Revolutionary Democracy Volume 1, n. 2 (Nuova serie) Settembre 2022.
Traduzione a cura della redazione
 
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view post Posted on 6/1/2023, 15:46

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Mao dichiarò che Stalin aveva fatto il 70% delle cose giuste e il 30% delle cose errate, ma che forse questo 70% poteva anche essere un 80% o 90%.

E questo senza avere la prova storica, che oggi si ha, delle falsità dette da Krusciov. Immaginate come Mao avrebbe valutato Stalin se avesse avuto tali prove a disposizione.
 
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6 replies since 2/1/2011, 21:37   1806 views
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