CITAZIONE (carre @ 21/3/2010, 15:46)
Mi piacerebbe sapere il nome di quali eroi borghesi abbia fatto Stalin.
Ma lasciando perdere questi idealismi da strapazzo, veniamo al concetto vero.
Il Dott. Borsellino non ha combattuto, né poteva combattere alcuna mafia, perché la mafia ed il potere della borghesia imperialista sono la medesima cosa (loro).
La mafia è una potentissima organizzazione imperialista. E allora quale Stato borghese è mai in grado di combattere l'imperialismo di cui si nutre? Quale funzionario statale può farlo?
Allora noi dobbiamo smettere di prendere i personaggi della borghesia (e proposti dalla borghesia stessa) come eroi, ma dobbiamo prendere come eroi gli eroi proletari del lavoro.
Insomma bisogna fare in ogni campo, anche in quello "propagandistico", quel passo avanti necessario, quel salto di qualità, per tantare di liberarci dall'asservimento all'ideologia della classe dominante, anche quando mascherata, talora abilmente, dagli agenti della borghesia all'interno del movimento comunista.
Nelle fabbriche sovietiche, all'ingresso, c'erano i ritratti e le foto degli operai migliori che avevano lavorato o che lavoravano in quella fabbrica; agli eroi del proletariato venivano intitolate quelle vie, quelle piazza, quei parchi pubblici qui da noi vengono e venivano intitolati agli eroi della borghesia.
Avanti, compagni!
Falcone e Borsellino non sono i miei eroi
Lettera aperta di uno studente palermitano
23 MAY 2017 | IN VARIE.
Pubblichiamo di seguito la lettera aperta di uno studente palermitano riguardo la commemorazione che, ogni anno come oggi, si celebra a Palermo per ricordare i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Falcone e Borsellino non sono i miei eroi
Ho sempre rispettato la morte e i morti. Ho sempre rispettato la vita di tutti, perché tutti hanno pari diritto di viverla. Ma soprattutto ho sempre nutrito profondo rispetto per il sacrificio, quello inesorabile, segnato, consapevole. Quello che lo sai che per essere coerente, portare avanti un'idea, affermare qualcosa di nuovo, devi per forza incontrare. Così, tanti sono gli eroi il cui sacrificio è valso uno scatto: per un diritto, per maggiore libertà, per un mondo più giusto. Loro sono i miei eroi. Falcone e borsellino no, non sono i miei eroi!
Il 23 maggio è un giorno di commemorazione, di ricordo, di cordoglio. Associazioni, politici di vario genere e schieramento e cariche istituzionali, si immergono nella retorica dell’antimafia e di quanto hanno dato per lo stato, gli eroi dell’antimafia. Coloro che hanno dato tutto nel perseguire l’obiettivo di fermare l’avanzata delle cosche, il loro potere, la loro violenza e tutto quello che ne conseguiva (e ne consegue) in termini di corruzione, logica della clientela, distruzione e morti.
Falcone e Borsellino erano magistrati, pubblici ministeri. Rappresentavano cioè lo Stato nell’esercizio della difesa dei suoi interessi. Uno dei principali interessi dello Stato è, appunto, il rispetto delle leggi. Perché, si sa, la legge è uguale per tutti e va rispettata.
E’ lo Stato che oggi si celebra e si auto assolve, ma sappiamo tutti che è proprio per i suoi equilibri e la sua "ragione" che i suoi due uomini sono morti. Questo non riesco a dimenticarlo. E non riesco a dimenticare che questo Stato è lo stesso che - è la storia a dirlo - ha messo bombe e fatto stragi, falsato carte e coperto omicidi ( pochi giorni fa era l'anniversario della morte di Impastato ). E, infine, non dimentico come procure e magistratura abbiano protetto quegli sporchi, sporchissimi affari.
L’anno in cui i due magistrati furono ammazzati avevo poco più di un anno. Adesso sono uno studente Palermitano fuori sede, e quello che so di loro è grazie (o a causa) alle carovane che ogni anno vengono organizzate dalle scuole per riempire una manifestazione che, se dovesse contare sulle scuole palermitane, correrebbe il rischio di risultare molto poco partecipata. Ricordo che prima di ogni 23 maggio ci preparavano ad affrontare in maniera adeguata questo importante appuntamento. Film, documentari e vari approfondimenti per provare a vedere da vicino cosa nella quotidianità, questi eroi, facevano. A quelle carovane partecipavo e una delle prime cose che mi è saltato all’occhio è stata la falsità di una commemorazione pensata come mattoncino nella costruzione di un immaginario del cambiamento possibile totalmente aleatorio, astratto. Come se il cambiamento passasse soprattuto dal ricordo di due magistrati che del rispetto della legge fecero la loro ragione di vita. Come se nel rispetto della legge, risiedesse il segreto del miglioramento di un sistema economico e politico, oggi come allora, marcio alla radice.
La legge permette a poche persone di avere tanto a discapito di molte altre che hanno poco o nulla. Permette che il diritto allo studio venga totalmente negato, escludendo dall’accesso al mondo della formazione chi ha così poco da non poterselo permettere. La legge permette che ci siano persone senza un tetto sulla testa, permette che una soluzione a questo problema non venga trovata. Per di più reprime chi per risolvere questo problema, si riprende luoghi pubblici inutilizzati. Sempre la legge permette che lavoratori e operai di un azienda prendano una paga da fame, mentre manager e dirigenti, premi milionari per averle affondate. C’è chi ha lavorato una vita e riesce a prendere a malapena la pensione e chi dopo due anni prende un vitalizio d’oro. Se la legge permette tutto questo io non posso nè difenderla, nè onorarla, nè tanto meno riconoscere come eroi coloro che hanno dato la vita per difenderla.
http://www.infoaut.org/varie/falcone-e-bor...ono-i-miei-eroi