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| CITAZIONE (Comandante Carlos @ 10/12/2009, 01:28) CITAZIONE (carre @ 9/12/2009, 08:32) Il radicamento nel territorio ce l'ha anche la chiesa cattolica. infatti è da 1000 anni che domina in Italia Ma non ha mai fatto una rivoluzione socialista. Anche la borghesia domina da tanti anni, ma non credo che tu voglia essere come la borghesia. O sbaglio? Quindi che caspita di discorsi fai? CITAZIONE quando una persona si limita al citazionismo meccanico smettendo di studiare la realtà sociale odierna diventa automaticamente antimarxista. Se ti riferisci a me, non capisco da dove ti provenga tutta questa astiosa ed arrogante conoscenza della mia vita. Evidentemente non hai altri mezzi per discutere se non l'offesa personale. Ma quand'anche io fossi come tu dici, ciò non cambierebbe di una virgola il concetto espresso che se si viene meno ai principi del marxismo, come hanno fatto i revisionisti moderni, viene meno anche il loro marxismo. E questo è vero sia che tu mi offenda o no. Quindi anche questa tua risposta non significa assolutamente nulla, se non la tua rabbiosa impotenza. CITAZIONE In che modo stravolgo il amrxismo per favorire la borghesia? In molti modi pratici, ma nella sostanza nel modo descritto da Lenin: L'elemento essenziale della dottrina di Marx è la lotta di classe. Così si dice e si scrive molto spesso. Ma questo non è vero e da questa affermazione errata deriva, di solito, una deformazione opportunista del marxismo, un travestimento del marxismo nel senso di renderlo accettabile alla borghesia. Perché la dottrina della lotta di classe non è stata creata da Marx, ma dalla borghesia prima di Marx e quindi può, in generale, essere accettata dalla borghesia. Colui che si accontenta di riconoscere la lotta delle classi non è ancora un marxista e può darsi benissimo che egli non esca dai limiti del pensiero borghese e dalla politica borghese. Ridurre il marxismo alla dottrina della lotta delle classi, vuol dire mutilare il marxismo, deformarlo, ridurlo a ciò che la borghesia può accettare. Marxista è soltanto colui che estende il riconoscimento della lotta delle classi sino al riconoscimento della dittatura del proletariato. In questo consiste la differenza più profonda tra il marxista e il banale piccolo-borghese (e anche il grande). E' questo il punto attorno al quale bisogna mettere alla prova la comprensione e il riconoscimento effettivi del marxismo. Il riformismo rientra completamente nella caratteristica attribuita da Marx alla posizione borghese, perché esso riconosce la lotta di classe soltanto nei limiti dei rapporti borghesi. (Ma entro questi limiti, nel quadro di questi rapporti, nessun liberale colto si rifiuta di riconoscere "in linea di principio" la lotta di classe!) L'opportunismo non porta il riconoscimento della lotta di classe sino al punto precisamente essenziale, sino al periodo del passaggio dal capitalismo al comunismo, sino al periodo dell'abbattimento della borghesia e del suo annientamento completo. In realtà, questo periodo è inevitabilmente un periodo di lotta di classe di un'asprezza inaudita, un periodo in cui le forme di questa lotta diventano quanto mai acute, e quindi anche lo Stato di questo periodo deve essere uno Stato democratico in modo nuovo (per i proletari e i non possidenti in generale), e dittatoriale in modo nuovo (contro la borghesia). L'essenza della dottrina dello Stato di Marx può essere compresa fino in fondo soltanto da colui che comprende che la dittatura di una sola classe è necessaria non solo per ogni società classista in generale, non solo per il proletariato dopo aver abbattuto la borghesia, ma per un intero periodo storico, che separa il capitalismo della "società senza classi", dal comunismo. Le forme degli Stati borghesi sono varie, ma la loro sostanza è unica: tutti questi Stati sono in un modo o nell'altro una dittatura della borghesia. Il passaggio dal capitalismo al comunismo, naturalmente, non può non produrre un'enorme abbondanza e varietà di forme politiche, ma la sostanza sarà inevitabilmente una sola: la dittatura del proletariato.
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