Comunismo - Scintilla Rossa

Cina: dove sta andando?

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Yuri Gagarin
view post Posted on 13/2/2013, 12:15




La Cina supera gli USA




Big in Japan" è stato un motivo assai celebre nelle hit parade mondiali negli anni '80, a celebrare la grandezza del Sol Levante, ora bisognerebbe cambiarlo: Big in China, dunque ed a ragione. Mentre la Cina festeggia il passaggio dall'anno del dragone a quello del serpente, l'economia cinese è quella che avrebbe ragion d'essere la vera festeggiata: + 50 Mld rispetto a quelli degli USA.



Importante è però che il riferimento non è quello di un più o meno discutibile PIL, ma quello - assai più significativo - della produzione oggettiva. Ma non è questo il solo dato economico, ve ne sono altri a corollario. L'economia USA infatti è tarata, a differenza di quella cinese, da un ben più gravoso debito pubblico, il primo al mondo (ed i primi creditori sono proprio i cinesi), e dai "derivati" che da soli ammontano a ben 750.000 Mld di $ (di contro il PIL USA è di circa 70.000 Mld di $) entrambi causa basilare dell'attuale crisi economica mondiale. Il sorpasso cinese perciò è ben più cospicuo di quanto a prima vista. Contrariamente a quanto ritenuto generalmente specie nell'opinione pubblica occidentale, il sorpasso cinese non è semplicemente dovuto al basso costo della manodopera, la quale infatti negli ultimi anni è aumentata prima del 50% e poi addirittura del 60%. A questo dato si somma quello della recente dichiarazione del governo cinese di voler incrementare ulteriormente del 40% i salari minimi onde fronteggiare le crescenti disparità economiche e sociali, a sostegno di una maggior giustizia sociale.

Già prima di questa dichiarazione, che si prevede comunque attuata in tempi rapidi, la Cina non era più il Paese a produzione "Low Cost" per antonomasia, e molte imprese hanno delocalizzato in Bengladesh, nell'area indocinese ed in Africa. Da indagini economiche e di produzione industriale accurate si evince che comunque la Cina vedrà incrementata la propria leadership nel prossimo decennio e oltre. La motivazione sarebbe quella della buona qualità del prodotto cinese, meglio l'ottimo rapporto qualità / prezzo: se si vuole un prodotto migliore di quello cinese bisogna pagarlo molto di più, se invece si vuole spendere di meno si può ottenere solo un prodotto decisamente inferiore. Il serpente, anche presso i cinesi è simbolo di saggezza e di prudenza: è quanto lascia ben sperare per tutti.

FONTE

www.agoravox.it/E-ufficiale-Cina-sorpassa-USA-50.html
 
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MDCCXCIII
view post Posted on 24/2/2013, 23:31




Xi Jinping: non faremo la fine dell'Urss

19 Febbraio 2013

di Diego Angelo Bertozzi per Marx21.it

In un suo recente studio [1] dedicato alle lezioni apprese dalla Cina dal collasso dell'Unione Sovietica, Kerry Brown, professore di Politiche cinesi all'università di Sydney, ha evidenziato un fondamentale punto di partenza: “Mentre per chi vive nelle democrazie liberali la caduta dell'Urss è un fatto storico, per la Cina ha importanza e significato ancora molto sentiti”. E così: la dirigenza comunista della Repubblica popolare cinese impegnata fin dal 1989 nell'analisi e dello studio delle cause che hanno portato alla caduta del primo Paese socialista della storia e delle democrazie popolari dell'Est Europa. Sempre secondo lo studioso australiano “il crollo dell'Unione Sovietica è una lente attraverso la quale analizzare la politica di riforma e apertura della Cina”. Il Partito comunista cinese sarebbe, quindi, da ormai tre decenni impegnato in un continuo “processo di apprendimento” finalizzato ad evitare la fine miseranda del regime sovietico e conservare il ruolo guida del Partito all'interno di un profondo e originale processo di riforma del proprio sistema socialista che ha riportato la Cina al ruolo di primo attore politico ed economico sullo scenario internazionale.


Il 2011, anno del ventennale della fine dell'Urss, ha visto la pubblicazione di numerosi studi e articoli che hanno in parte messo in mostra le opinioni della dirigenza cinese. Senza addentrarci in una analisi di discussioni prevalentemente interne e che solo in parte sono diffuse oltre le mura di Zhongnanhai, il dibattito in corso ha individuato le cause principali della disintegrazione sovietica nel revisionismo che ha caratterizzato la gestione rinnovatrice di Gorbaciov e l'abbandono, nella fretta riformatrice, del patrimonio ideologico del marxismo-leninismo; la sfida portata dagli Stati Uniti per l'egemonia mondiale che ha costretto Mosca a spese eccessive nel comparto industriale e alla sottovalutazione dell'importanza di beni di consumo e di servizi; la stagnazione economica; la progressiva mancanza di sostegno da parte del popolo; l'esplosione, aiutata da eccessive liberalizzazioni politiche di stampo occidentale, dei nazionalismi periferici che ha, inoltre fornito, agli Usa e alle potenze occidentali l'occasione per continue interferenze, e la corruzione dilagante nel Pcus e nei gruppi dirigenti sovietici.

In questo quadro di riflessioni non possono certi stupire le dichiarazioni che, secondo una indiscrezione pervenuta al New York Times, Xi Jinping avrebbe rivolto a porte chiuse ai funzionari di partito durante il suo recente viaggio nella provincia meridionale del Guandong, fiore all'occhiello dello sviluppo economico cinese. In molti – immaginiamo - avrebbero preferito avere tra le mani parole liquidatorie sulla figura e il lascito ideologico di Mao per mostrare, ancora una volta, che la Cina dell'impressionante sviluppo economico non è più un Paese socialista. Per chi pensava ad una immediata sconfessione dei temi usciti dal recente congresso del PCC – che ha confermato la fedeltà a buona parte dell'azione e del lascito ideologico del “Grande Timoniere” - è arrivata una amara sorpresa: il nuovo segretario comunista e prossimo Presidente della Repubblica popolare ha individuato nella mancanza di fedeltà agli ideali la ragione del crollo del Partito comunista sovietico, liquidando senza mezzi termini la figura di Gorbaciov insieme a quelle di tutto il gruppo dirigente: “E' bastata una semplice parola di Gorbaciov per dichiarare lo scioglimento del Partito comunista sovietico e far scomparire un grande partito. Alla fine non c'è stato nessun uomo vero, nessuno è riuscito a resistere” [2].

Una sentenza che non è certo nuova. Anzi quella dell'abbandono degli ideali rappresenta una delle letture più diffuse – a torto o a ragione - tra la dirigenza di Pechino per spiegare proprio la fine dell'Urss. Dichiarazioni, quindi, che non devono stupire più di tanto anche perché Xi Jinping, nel suo ruolo di presidente della Scuola centrale del Partito comunista cinese, ha più volte ribadito la necessità di restare fedeli al marxismo-leninismo e ai suoi adattamenti alle condizioni storiche e sociali della Cina: “La purezza del Partito si manifesta ideologicamente, politicamente, organizzativamente e nello stile di lavoro. La purezza ideologica richiede che tutte le organizzazioni, gli iscritti e i dirigenti del Partito continuino ad assumere come proprio principio guida il marxismo e i raggiungimenti [teorici] dell’adattamento del marxismo alle condizioni cinesi; che mantengano incrollabile la convinzione negli ideali del socialismo e del comunismo; che seguano la linea ideologica marxista del “ricercare la verità attraverso i fatti”; che resistano strenuamente alla penetrazione di idee anti-marxiste; e che assumano una posizione contro le idee erronee che vanno contro i principi del marxismo”.

Invece di giocare sulle presunte contraddizioni che caratterizzano la figura del nuovo leader comunista, costretto a destreggiarsi tra dichiarazioni riformiste e poi conservatrici, meglio sarebbe guardare alla visibile continuità che caratterizza la sua azione politica. Anche perché è proprio dalle nostre parti che i termini “riforme” e “conservazione” hanno da tempo smarrito il loro reale significato (il peggioramento delle condizioni dei lavoratori è divenuto sinonimo di “riforme”).

Tra le posizioni riformiste sono stati annoverati i recenti inviti, rivolti pubblicamente ai funzionari, ad aprire il Partito comunista alla critiche che arrivano da persone influenti della società, dai media e da esponenti dei partiti alleati. E soprattutto sarebbe bene fare riferimento a quanto uscito dal Congresso comunista dello scorso ottobre: le riforme economiche e politiche non presuppongo alcuna dismissione del ruolo di guida del Pcc e del suo patrimonio ideologico in continua evoluzione, semmai un suo rilancio nel ruolo di asse centrale di un nuovo Fronte unito per lo sviluppo e la difesa del modello socialista cinese. Sarebbe bene mettersi il cuore un poco in pace: ad oggi non pare all'orizzonte alcun Gorbaciov in salsa cinese che possa rivendicare la missione storica dell'abbattimento del comunismo negli ultimi avamposti [3].

Le misure contro la corruzione e a favore di una maggiore trasparenza delle decisioni, vanno, invece, viste proprio alla luce delle decennali riflessioni sulla caduta dell'Urss. E, insieme a queste, lo stabilimento di un moderno e universale sistema di welfare, le politiche di redistribuzione del reddito, le misure e le risorse dedicate a diminuire sensibilmente il divario tra le ricche regioni costiere e quelle interne (dove sono presenti le minoranze etniche) possono essere giudicate e lette in base a quel profondo “processo di apprendimento” che ha svolto e svolge la dirigenza comunista cinese. Le lezioni della storia sono assai chiare e non possono certo essere trascurate da chi guida una potenza economica e politica: conflittualità e divisioni interni, malcontento popolare e l'approfondirsi delle disuguaglianze, oltre a mettere in crisi la legittimità del Partito, possono fornire l'occasione tanto attesa dalle Potenze straniere per rimettere in discussione la sovranità cinese.

Gli stessi concetti di “Ascesa pacifica” e “Convergenza di interessi” che accompagnano, in sintonia con la decisa difesa della integrità nazionale e l'avvio della modernizzazione militare, la crescente presenza cinese sullo scacchiere geopolitico, sono il portato della costante volontà cinese di evitare un rinnovato e deleterio clima da guerra fredda con la conseguente formazione di blocchi militari contrapposti.

Potremmo dire che questo “processo di apprendimento” accompagna fin dall'inizio la lunga rivoluzione cinese. Affonda le sue radici nelle riflessioni condotte sulle ragioni che hanno portato alla fine del Celeste Impero sotto i colpi delle rivolte interne e del massiccio intervento coloniale e imperialista straniero. E quindi un caso che Xi Jinping abbia inaugurato il suo mandato di segretario ricordando come il sogno del rinnovamento cinese sia indissolubilmente legato al grande processo di ricostruzione del Paese iniziato nel 1840 tra umiliazioni e sofferenze?

NOTE

1 Brown K., “Lessons learned in China from the collapse of the Soviet Union” in http//: sydney.edu.au/china_studies_centre

2 New York Times, “Vows of Change in China Belie Private Warning” 14 febbraio 2012

3 Il riferimento è al discorso tenuto da Gorbaciov, nell'agosto del 2000, durante un seminario dell'Università statunitense della Turchia, nel quale confessò che “obiettivo della mia vita è stato annientare il comunismo, la sua insopportabile dittatura sulle gente”. Si veda Granado A., “Un gitano sedentario”, Milano, 2004, pagg. 216-218.


http://www.marx21.it/internazionale/cina/2...e-dellurss.html
 
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Lavrentij
view post Posted on 5/3/2013, 12:24




sulla cina consiglio la lettura di questo blog http://lacrescitafelice.blogspot.it/
si legge tipo un libro, è strutturato in capitoli
 
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Felix12
view post Posted on 5/3/2013, 17:12




CITAZIONE (Potere Operaio @ 3/10/2009, 09:10) 
Compagni,aprofitto delle recentissime commemorazioni del sessantesimo anniversario della Rivoluzione cinese per esprimervi le mie
perplessità sulla effettiva relizzazione del comunismo nella Cina di questi ultimi anni: non vorrei offendere la sensibilità di quanti vedono nella Cina un faro per lil proletariato di tutto il mondo ma ho l’impressione che la gloriosa rivoluzione culturale faccia parte di un lontano passato,le aperture dei dirigenti del PCC all'economia liberista hanno portato certamente una grande ricchezza in termini di PIL nel paese ma hanno portato pure alla creazione di un classe media urbana che guadagna molto di più degli operai dei contadini e di coloro che vivono nelle campagne.
In Cina ormai si importano auto di lusso ad uso e consumo dei nuovi ricchi,il consumismo dilaga con preoccupante velocità:a Pechinoe nelle principali grandi città ci sono ormai boutique di alta moda,si ospita il campionato di Formula1 icona del capitalismo occidentale,ovunque sono presenti i MC Donalds che servono lo scadente cibo che tutti conosciamo.
Ho letto recenti dichiarazioni rilasciate durante l’ultimo Congresso del PCC nelle quali si auspicava la crescita della classe media in modo che sempre più cinesi si potessero arricchire.
Certo arricchire,ma alle spalle di chi? dei milioni di altri cinesi che nella classe media non potranno mai entrare,operai costretti a lavorare in condizioni disumane per arricchire i manager che godono di stipendi elevatissimi.
Il tutto con il beneplacito del PCC.
Chiedo a voi cosa ne pensate di queste mie considerazioni,apriamo un dibattito costruttivo.

Caro compagno che dire..
Anch'io sono stato in Cina personalmente alcune volte negli ultimi anni. E' un grande paese si, per cui ogni visuale da un singolo punto di vista è limitata, tuttavia il numero di truffatori e l'avidità di denaro che ho visto e che si respira a Shangai, io non l'avevo mai vista. Forse Napoli, per come la ricordo 10 o venti anni fa (piena di truffatori di bassa lega) è qualcosa che ci si avvicina, diciamo che Shangai è una Napoli moltiplicata però per 10 o per 20..
Si vede chiaramente che le persone umili non hanno alcuna dignità, e che vedono nel denaro la propria salvezza, cioè l'unica possibilità di procurarsi una dignità. Si tratta cioè della più palese EGEMONIA della mentalità BORGHESE sul proletariato che io abbia mai visto, roba da far impallidire il posto più reazionario d'Italia.

Il fatto è che la Cina non persegue affatto obbiettivi rivoluzionari di tipo socialista, persegue unicamente l'obiettivo nazionale
di uscire dallo status di paese colonia o semi-colonia, e
di diventare una delle grandi potenze capitalistiche come il Giappone. Il loro unico obiettivo è colmare il divario che li separa dal Giappone.
E' un obiettivo nazionale, forse anche apprezzabile se fatto da un paese del terzo mondo, ma non vedo per quale ragione noi comunisti dovremmo confonderlo con un obiettivo rivoluzionario di tipo socialista, come fa ad esempio sistematicamente il compagno Curatoli.
 
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babeuf
view post Posted on 20/3/2013, 10:15




Oggi sul manifesto , interessante intevista ad un professore di economia cinese in America..con il benenificio d'inventario del personaggio interessante questo passaggio:
"ogni anno milioni di persone spontaneamente partecipano alle attività di massa che commemorano Mao Zedong in tutto il paese nonostante l'opposizione ufficiale, o persino la repressione della polizia"
ed ancora " in linea di massima la sinistra cinese oggi si oppone al capitalismo e la sua riforma economica supporta la trasformazione socialista della società cinese".
 
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Felix12
view post Posted on 20/3/2013, 12:31




CITAZIONE (babeuf @ 20/3/2013, 10:15) 
Oggi sul manifesto , interessante intevista ad un professore di economia cinese in America..con il benenificio d'inventario del personaggio interessante questo passaggio:
"ogni anno milioni di persone spontaneamente partecipano alle attività di massa che commemorano Mao Zedong in tutto il paese nonostante l'opposizione ufficiale, o persino la repressione della polizia"
ed ancora " in linea di massima la sinistra cinese oggi si oppone al capitalismo e la sua riforma economica supporta la trasformazione socialista della società cinese".

ECCO spiegato il motivo per cui il PCC continua a chiamarsi 'comunista' e continua ad intrattenere rapporti con altri partiti comunisti...

Il compagno Curatoli, in altro post, ha invitato a riflettere sul fatto che il PCC continua a partecipare a riunioni internazionali di partiti comunisti. Da questo però lui traeva la conclusione che la Cina continua ad essere un paese socialista..

Invece ecco spiegato l'arcano: il PCC è attualmente governato da forze che, se potessero, probabilmente farebbero come Gorbaciov e Eltsin in URSS..
Ma non possono tirare troppo la corda perché hanno una componente cospicua, alla quale in particolare si riallaccia il proletariato cinese, che continua ad essere comunista di fatto, e non solo di nome. In virtù del centralismo democratico questa componente non può organizzarsi come 'opposizione' interna, ma d'altra parte nemmeno gli attuali detentori della linea vincente possono organizzarsi come 'maggioranza'... Per cui l'unica possibilità è far passare la propria linea capitalista mascherandola con richiami formali al Marxismo-Leninismo o con affermazioni in cui viene tirata in ballo la 'specificità cinese', affermazioni che possono sempre richiamarsi (formalmente) ad una tradizione Marxista-leninista. Ecco dunque il 'socialismo con caratteristiche cinesi' oppure l'Industria di Stato, che non viene privatizzata, come orpello per dare un minimo di sostanza a questo 'socialismo'..
 
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MDCCXCIII
view post Posted on 20/3/2013, 12:57




CITAZIONE (babeuf @ 20/3/2013, 10:15) 
Oggi sul manifesto , interessante intevista ad un professore di economia cinese in America..con il benenificio d'inventario del personaggio interessante questo passaggio:
"ogni anno milioni di persone spontaneamente partecipano alle attività di massa che commemorano Mao Zedong in tutto il paese nonostante l'opposizione ufficiale, o persino la repressione della polizia"
ed ancora " in linea di massima la sinistra cinese oggi si oppone al capitalismo e la sua riforma economica supporta la trasformazione socialista della società cinese".

una fonte autorevole

CITAZIONE (Felix12 @ 20/3/2013, 12:31) 
Invece ecco spiegato l'arcano: il PCC è attualmente governato da forze che, se potessero, probabilmente farebbero come Gorbaciov e Eltsin in URSS..

e se mio nonno avesse tre palle sarebbe un flipper

CITAZIONE (Felix12 @ 5/3/2013, 17:12) 
Caro compagno che dire..
Anch'io sono stato in Cina personalmente alcune volte negli ultimi anni. E' un grande paese si, per cui ogni visuale da un singolo punto di vista è limitata, tuttavia il numero di truffatori e l'avidità di denaro che ho visto e che si respira a Shangai, io non l'avevo mai vista. Forse Napoli, per come la ricordo 10 o venti anni fa (piena di truffatori di bassa lega) è qualcosa che ci si avvicina, diciamo che Shangai è una Napoli moltiplicata però per 10 o per 20..

Il problema dei truffatori non sono i truffatori, sono i fessi. Se poi i fessi sono stranieri tanto di guadagnato.
 
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babeuf
view post Posted on 20/3/2013, 13:05




Infatti, al di là della fonte , la verità è che in Cina esiste ancora una sinistra interna che si oppone alla scelte della borghesia interna ed esterna al partito.
All'interno di questa sinistra esiste una componente maoista (non sappiamo quanto cospicua).
Insomma non tutto è perduto, esiste linea rossa contro la linea nera.
La lotta contro lo sfruttamento in Cina significa la sconfitta dell'attuale cricca al potere.
E non per questo mi considero anticinese, anzi..


CITAZIONE (Felix12 @ 20/3/2013, 12:31) 
CITAZIONE (babeuf @ 20/3/2013, 10:15) 
Oggi sul manifesto , interessante intevista ad un professore di economia cinese in America..con il benenificio d'inventario del personaggio interessante questo passaggio:
"ogni anno milioni di persone spontaneamente partecipano alle attività di massa che commemorano Mao Zedong in tutto il paese nonostante l'opposizione ufficiale, o persino la repressione della polizia"
ed ancora " in linea di massima la sinistra cinese oggi si oppone al capitalismo e la sua riforma economica supporta la trasformazione socialista della società cinese".

ECCO spiegato il motivo per cui il PCC continua a chiamarsi 'comunista' e continua ad intrattenere rapporti con altri partiti comunisti...

Il compagno Curatoli, in altro post, ha invitato a riflettere sul fatto che il PCC continua a partecipare a riunioni internazionali di partiti comunisti. Da questo però lui traeva la conclusione che la Cina continua ad essere un paese socialista..

Invece ecco spiegato l'arcano: il PCC è attualmente governato da forze che, se potessero, probabilmente farebbero come Gorbaciov e Eltsin in URSS..
Ma non possono tirare troppo la corda perché hanno una componente cospicua, alla quale in particolare si riallaccia il proletariato cinese, che continua ad essere comunista di fatto, e non solo di nome. In virtù del centralismo democratico questa componente non può organizzarsi come 'opposizione' interna, ma d'altra parte nemmeno gli attuali detentori della linea vincente possono organizzarsi come 'maggioranza'... Per cui l'unica possibilità è far passare la propria linea capitalista mascherandola con richiami formali al Marxismo-Leninismo o con affermazioni in cui viene tirata in ballo la 'specificità cinese', affermazioni che possono sempre richiamarsi (formalmente) ad una tradizione Marxista-leninista. Ecco dunque il 'socialismo con caratteristiche cinesi' oppure l'Industria di Stato, che non viene privatizzata, come orpello per dare un minimo di sostanza a questo 'socialismo'..
 
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view post Posted on 21/3/2013, 17:25
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compagno

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Ho spostato il delirante intervento di "Proletario marxista-leninista" nella sezione di competenza: "Paranoie".
Invito col cuore in mano il compagno a non insistere su certe follie degne della propaganda nazista ("La Rivoluzione Russa: complotto giudaico-massonico")
 
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North_Korean_Army
view post Posted on 21/3/2013, 23:18




Pagliacci di questo tipo su internet proliferano. Anche youtube è infestato ormai, tra aborti rossobruni e fascisti che cercano di camuffarsi.

Li disprezzo profondamente.
 
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Proletario marxista-leninista
view post Posted on 22/3/2013, 14:14




Carre conosci una cosa chiamata dialettica? questa sconosciuta...esprimi dei pareri, fondati con documentazione, e vieni censurato...dai (date) un'ottima idea di socialismo! Se uno tocca qualcuno dei "pilastri del ml" allora è colpevole!

CITAZIONE (North_Korean_Army @ 21/3/2013, 23:18) 
Pagliacci di questo tipo su internet proliferano. Anche youtube è infestato ormai, tra aborti rossobruni e fascisti che cercano di camuffarsi.

Li disprezzo profondamente.

il disprezzo è reciproco, non preoccuparti...pagliaccio ci sarai tu...
 
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view post Posted on 22/3/2013, 19:23
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compagno

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CITAZIONE
Carre conosci una cosa chiamata dialettica?

Forse non conosco bene la dialettica, me so benissimo riconoscere cazzate e cazzaroni!
Adesso hai stancato, però!
Il tema del topic è "Cina dove stai andando". Se lo zio del benzinaio del sarto di Mao Tse-tung conosceva l'amante massone del cognato ebreo della commessa negra dei grandi magazzini di Shangai, non ci interessa qui.
Se poi qui vuoi venire a fare propaganda simil-nazista (i bolscevichi massa di ebrei) o propaganda filo-imperialista (Lenin mandato in Russia dalla massoneria dell'Intesa), io ti sbatto fuori a calci nel sedere. Tanto più che ti sei riciclato con nick cambiato.
 
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Ceskystev
view post Posted on 23/3/2013, 23:54




Ho trovato un documento estremamente interessante, i massoni sono preoccupati per l'avanzata cinese e nel documento vi sono alcune considerazioni interessanti su cui riflettere: (risale al 2007). Comunque dal documento emerge in modo chiaro che ai Massoni i comunisti non piacciono ed in altri documenti parlano della Russia che "sta abbandonando la malvagia via dei Soviet". Comunque ognuno può prendere questi documenti in modo serio o no, io ve lo posto perché il sito è quello ufficiale della massoneria siciliana con i suoi "meeting" e non il solito coglione che spara 4 cazzate e nessuno sa chi sia.


http://www.granloggiadisicilia.org/solstiz...oneria_uni.html
 
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Felix12
view post Posted on 24/3/2013, 00:25




CITAZIONE (MDCCXCIII @ 20/3/2013, 12:57) 
CITAZIONE (babeuf @ 20/3/2013, 10:15) 
Oggi sul manifesto , interessante intevista ad un professore di economia cinese in America..con il benenificio d'inventario del personaggio interessante questo passaggio:
"ogni anno milioni di persone spontaneamente partecipano alle attività di massa che commemorano Mao Zedong in tutto il paese nonostante l'opposizione ufficiale, o persino la repressione della polizia"
ed ancora " in linea di massima la sinistra cinese oggi si oppone al capitalismo e la sua riforma economica supporta la trasformazione socialista della società cinese".

una fonte autorevole

..bè, meglio di Repubblica o il Sole 24 ore..


[QUOTE]
CITAZIONE (Felix12 @ 20/3/2013, 12:31) 
Invece ecco spiegato l'arcano: il PCC è attualmente governato da forze che, se potessero, probabilmente farebbero come Gorbaciov e Eltsin in URSS..

e se mio nonno avesse tre palle sarebbe un flipper
[QUOTE]

Dunque: ..fammi riflettere... se non fossero ciò che sono.. se il PCC non fosse ciò che è.... e il tutto detto in senso ironico... dunque totale:

il risultato è 'IL PCC E' DAVVERO COMUNISTA'

Ho capito bene?

Resta da capire però una cosa: 'comunista' è un insulto oppure un complimento?
Andiamo avanti.

viene
CITAZIONE
CITAZIONE (Felix12 @ 5/3/2013, 17:12) 
Caro compagno che dire..
Anch'io sono stato in Cina personalmente alcune volte negli ultimi anni. E' un grande paese si, per cui ogni visuale da un singolo punto di vista è limitata, tuttavia il numero di truffatori e l'avidità di denaro che ho visto e che si respira a Shangai, io non l'avevo mai vista. Forse Napoli, per come la ricordo 10 o venti anni fa (piena di truffatori di bassa lega) è qualcosa che ci si avvicina, diciamo che Shangai è una Napoli moltiplicata però per 10 o per 20..

Il problema dei truffatori non sono i truffatori, sono i fessi. Se poi i fessi sono stranieri tanto di guadagnato.

Se uno truffato la colpa è sua..
e' una versione del più noto concetto: 'se sei povero la colpa è tua'.

EBBE' TRE INDIZI FANNO UNA PROVA...

I PERSONAGGI CHE HAI MESSO NEL NICKNAME NON STANNO LI IN SENSO IRONICO!

(e si capisce anche la risposta al mio interrogativo del secondo quote.)
 
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view post Posted on 24/3/2013, 19:20

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Caro Felix12,mi spiace ma secondo il codice penale,ed anche secondo me tre indizi NON fanno assolutamente una prova,ma sono solo 3 indizi e basta!
la differenza tra indizio e prova,é che mentre un indizio,deve essere interpretato e valutato da parte dell'investigatore,ma NON é definitivo dell'indagine in corso,viceversa una prova é assolutamente incontrovertibile,da qualunque parte la guardi.
mi spiego con un esempio pratico:
viene trovato il cadavere di una persona uccisa con una coltellata,ma il coltello,rinvenuto presso il corpo,non presenta impronte digitali essendo stato ripulito(forse dall'assassino?)
la persona che ha ritrovato il cadavere risulta sporco di sangue,é forse l'omicida?oppure si é sporcato di sangue avendo inavvertitamente toccato il cadavere?
cosa farebbe un bravo detective in questo caso(e cosa faresti tu caro Felix12)?
attendo risposte
un saluto comunista
Alexfaro
 
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610 replies since 3/10/2009, 09:10   16855 views
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