Comunismo - Scintilla Rossa

manifesto del partito comunista italiano degli anni 50

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view post Posted on 9/2/2009, 00:36
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compagno

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CITAZIONE (Lepontico @ 8/2/2009, 14:08)
Secondo me sarebbe stato un comportamento suicida

I fatti (rinuncia alla rivoluzione, deviazione revisionistica, socialdemocratizzazione del Partito, scioglimento del Partito, regime DC-Berlusconi per 65 anni, vittoria del capitalismo, sconfitta del proletariato) dimostrano che il comportamento suicida è proprio quello che tu esalti.
E mi pare che questo basti, senza entrare nel merito di certe tue affermazioni strampalate - a dir poco - sul materialismo e sull'idealismo.

Il manifestino parla, ribadisco, di "cattolici praticanti" (senza neppure distinzione di classe!!!) iscritti nelle fila del Partito Comunista Italiano - e quindi col metodo del centralismo democratico, deputati a dirigerlo! Il manifestino non si limita a chiederne l'appoggio nelle lotte in quanto lavoratori.


CITAZIONE (BrigataGaribaldi @ 8/2/2009, 11:59)
D'accordo,ma il senso del manifesto è: anche se siete cattolici votate per il PCI. Non, cattolici entrate nel PCI.

No, no! Non si parla di elettori, ma di iscritti. B.G., leggi bene.
 
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Il Quarto Stato
view post Posted on 9/2/2009, 00:43




Ma è chiarissimo! Bisogna essere cechi nel vero senso della parola!
"Ebbene noi diciamo che la chiesa può prendere nota, che il nostro Partito, il Partito Comunista Italiano non è ateo![...]Un simile atteggiamento dovrebbe rallegrare l'animo di ogni ... sacerdote, che dovrebbe vedere da ciò enormemente facilitata la sua opera di proselitismo e catechizzazione"

Ne ma che dovevano scrivere di più, di essere l'ala sinistra del vaticano?

Un Partito Comunista che fa opera di catechizzazione, è un colmo, è quasi una barzelletta.
 
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Lepontico
view post Posted on 9/2/2009, 09:28




CITAZIONE
I fatti (rinuncia alla rivoluzione, deviazione revisionistica, socialdemocratizzazione del Partito, scioglimento del Partito, regime DC-Berlusconi per 65 anni, vittoria del capitalismo, sconfitta del proletariato) dimostrano che il comportamento suicida è proprio quello che tu esalti.

devi dimostrare che quei fatti siano determinati dall'apertura ai cattolici italiani (cioè al proletariato italiano). Inoltre cerca di capire che io non esalto un bel niente, stò cercando di farti capire al di fuori di ogni dogmatismo un comportamento di un partito in un particolarissimo momento storico.
E secondo te cosa significa "cattolici praticanti"?? Te lo ripeto, il rifiuto della religione ha basi fondate e ben precise, ma l'essere tradizionalmente cattolici in Italia non aveva nulla a che vedere con l'essere organici all'istituzione religiosa e tantomeno all'ideologia dell'ortodossia cattolica.
 
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Il Quarto Stato
view post Posted on 9/2/2009, 09:50




va beh, pazienza, io ci rinuncio.
 
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Lepontico
view post Posted on 9/2/2009, 11:30




Detesto fare il gioco delle citazioni, spesso utilizzate ad arte per giustificare delle posizioni, e sò che queste citazioni non sono perfettamente riferibili al caso concreto di cui si parla, però mi sembrano molto interessanti e chiarificatorie sulla differenza tra una visione ideologica della religione e una materialista, dialettica, connessa alla lotta di classe, antidogmatica.


"Separare con una barriera rigida e insormontabile la propaganda teorica dell'ateismo, cioè la distruzione delle credenze religiose in determinati strati del proletariato, dall'esito, dall'andamento e dalle condizioni della lotta di classe di questi strati significa ragionare in modo non dialettico; significa trasformare in una rigida barriera quella che è invece una barriera mobile e relativa; significa scindere con la violenza ciò che è inscindibilmente connesso nella realtà della vita.
Facciamo un esempio. Il proletariato di una data regione e di un dato settore industriale si suddivide, poniamo, in uno strato progressivo di socialdemocratici abbastanza coscienti, che sono naturalmente atei, e in una massa di operai abbastanza arretrati, legati ancora alla campagna e ai contadini, che credono in Dio, vanno in chiesa o sono persino soggetti all'influenza diretta del prete locale, il quale sta fondando, poniamo, un sindacato operaio cristiano.
Supponiamo inoltre che la lotta economica sfoci, in questa località, in uno sciopero. Il marxista è tenuto a porre in primo piano il buon esito dello sciopero, deve reagire con energia alla divisione degli operai - durante questa lotta - in atei e cristiani, deve battersi con fermezza contro questa scissione. La propaganda atea può risultare in queste circostanze superflua e nociva, non per le considerazioni filistee del non spaventare gli strati arretrati, del perdere un mandato alle elezioni, ecc., ma sotto il profilo del progresso reale della lotta di classe, che, nella società capitalistica moderna, condurrà gli operai cristiani alla socialdemocrazia e all'ateismo cento volte meglio di quanto possa farlo la pura e semplice predicazione atea. In questa fase e in questa situazione il predicatore dell'ateismo farebbe soltanto il gioco del prete e di tutti i preti, i quali non desiderano altro che sostituire la divisione degli operai in base alla loro partecipazione allo sciopero con la loro scissione in base alla fede in Dio."

"Si pone spesso, ad esempio, la questione se un prete possa far parte del partito socialdemocratico, e, di solito, si risponde affermativamente, senza alcuna riserva, richiamandosi all'esperienza dei partiti socialdemocratici europei. Tuttavia, quest'esperienza non è nata soltanto dall'applicazione della dottrina marxista al movimento operaio, ma anche dalle particolari condizioni storiche dell'Occidente, condizioni che non esistono in Russia (ne parleremo in seguito), e quindi una risposta assolutamente affermativa è in questo caso sbagliata. Non si può dichiarare una volta per tutte, a prescindere dalle diverse condizioni, che i preti non possono essere iscritti al partito socialdemocratico, ma non si può nemmeno proclamare una volta per tutte la regola opposta. Se un prete viene da noi per svolgere un lavoro politico un comune ed esegue con coscienza il lavoro di partito, senza opporsi al programma del partito, noi possiamo accoglierlo nelle file della socialdemocrazia, perché la contraddizione tra lo spirito o i princìpi del nostro programma e i convincimenti religiosi del prete potrebbe restare, in queste condizioni, una contraddizione puramente personale, e un'organizzazione politica non deve sottoporre i suoi iscritti a un esame sull'assenza di contrasti tra le loro opinioni e il programma del partito.
Ma, ovviamente, un simile caso potrebbe essere una rara eccezione persino in Europa. In Russia poi è davvero improbabile. Se, per esempio, un prete aderisse al partito socialdemocratico e vi svolgesse come suo lavoro principale e quasi esclusivo la predicazione attiva delle concezioni religiose, il partito dovrebbe espellerlo senza meno dalle sue file. Noi dobbiamo non soltanto accogliere, ma mobilitare attivamente nel partito socialdemocratico tutti gli operai che conservano la fede in Dio; noi siamo assolutamente contrari a ledere in qualsiasi forma i loro convincimenti religiosi; ma noi li reclutiamo per educarli secondo lo spirito del nostro programma, e non per farli lottare attivamente contro di esso."

13 (26) maggio 1909.

Proletari, n. 45, V. Lenin


"we do not and should not prohibit proletarians who still retain vestiges of their old prejudices from associating themselves with our Party."
Lenin, Socialism and Religion


Sebbene Lenin ha di fronte la chiesa ortodossa russa, molto diversa dalla chiesa cattolica in Italia, comprende bene come, fermo restando la politica essenzialmente atea del partito, non si può non fare i conti con la presenza di questi "antichi pregiudizi" tra le file del proletariato e come la religione si combatte prima di tutto coinvolgendo il proletariato stesso (intriso di religione) nelle lotte di classe.
 
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BrigataGaribaldi
view post Posted on 9/2/2009, 12:22




Molto interessante Lep.
Grazie per la citazione che non avevo mai letto prima..
 
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view post Posted on 9/2/2009, 23:39
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compagno

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Innanzitutto ringrazio Lepontico che mi ha spinto a leggere l'intero articolo di Lenin "L'atteggiamento del Partito Operaio verso la religione", reperibile a pag. 381 del vol.XV delle Opere Complete.
L'attenta lettura dell'articolo mi ha pienamente convinto della possibilità - che pure, come dice Lenin, riveste sostanzialmente carattere occasionale - che anche un prete possa aderire al Partito del proletariato, così come possono aderirvi i "credenti", sempre che ecc. ecc.
L'accurata disamina dell'articolo in questione mi ha altresì portato a considerare ancor più negativamente il manifestino del PCI oggetto della discussione.
Che cosa si dice in questo manifestino? " ... noi diciamo che la Chiesa può prendere buona nota che il nostro Partito, il Partito Comunista Italiano, non è un partito ateo: non è contrario ai principi di Cristo" [il grassetto è nell'originale!]
Ora leggiamo un'altra frase dell'articolo di Lenin, parte non riportata (mi sembra) da Lepontico:

[...]Il marxista deve saper tenere conto di tutta la situazione concreta, deve sempre scoprire il confine tra l'anarchia e l'opportunismo (questo confine è relativo, mobile, mutevole, ma esiste), non deve cadere nel « rivoluzionarismo » astratto, verbale e in effetti vuoto dello anarchico, ma nemmeno nel filisteismo e nell'opportunismo del piccolo borghese o dell'intellettuale liberale, che ha paura di combattere la religione, dimentica questo suo compito, accetta la fede in dio, si fa guidare non dagli interessi della lotta di classe, ma da un calcolo meschino e miserabile: non offendere, non respingere, non spaventare nessuno[...]

Letto questo breve brano, a quale dei termini sopra esposti da Lenin assomiglia il comportamento del PCI?
A me sembra chiaro che la posizione del PCI del volantino e quella dell'opportunismo piccolo-borghese descritta nell'articolo di Lenin, siano uguali come due gocce d'acqua.
Che cosa significa "la Chiesa può prendere ben nota"? Significa che il Partito della classe operaia si vuole accreditare presso la Chiesa Cattolica. Che è succube quindi del suo potere e del suo prestigio morale. Perché il PCI non fa prendere nota della cosa alle lavoratrici ed ai lavoratori italiani?
E che cosa dire del fatto che "il Partito Comunista Italiano non è un Partito ateo"? Se non è ateo che cos'è? E' un Partito religioso? E' un Partito confessionale? Come può il Partito del proletariato, il Partito che si basa sul materialismo dialettico e storico di Karl Marx, non essere un Partito ateo?
Certamente non è la caratteristica fondamentale di un Partito Comunista, l'ateismo, ma è un aspetto inevitabile come conseguenza del suo marxismo. Essere un Partito ateo non significa essere una congrega di mangiapreti e di violentasuore. Non significa impedire la religiosità, e neppure il culto dei non atei.
Giustificarsi in tal modo, e per di più in modo che la Chiesa possa prenderne "buona nota", significa oggettivamente accettare la visione distorta, clericale appunto, che le Chiese danno degli atei e dell'ateismo. Significa cedere e perdere l'egemonia culturale in questo campo, adeguandosi all'ideologia del nemico di classe.
E che il mio discorso non è campato in aria, non è esagerato, lo prova la frase successiva del volantino: "non è contrario [il PCI] ai principi di Cristo".
Questo è cedimento su tutta la linea! Questo non è un inevitabile e favorevole compromesso foriero di grandi frutti per il proletariato. Questa è l'abiura del marxismo, del materialismo. E' l'abiura al dovere del Partito del proletariato di non mentire alle masse.
Quali sono i principi di Cristo ai quali non è contrario il PCI? Alla sua natura divina? Alla resurrezione della carne? A camminare sull'acqua? Ad amare il prossimo tuo (anche i capitalisti ed i loro sgherri) come te stesso? A porgere l'altra guancia? Ad essere miti e mansueti? Ad aspettare la ricompensa divina nell'aldilà (mai più nell'aldiqua)? A dare a Cesare quel che è di Cesare e così via?
Senza contare, detto incidentalmente, che seguire "i principi di Cristo" discrimina di fatto qualche miliardo di persone come i proletari di religione ebraica, musulmana, buddista, confuciana, scintoista e dio sa quant'altri.
Ma, mi obietta Lepontico, quello era un volantino strumentale a quella situazione!
Certo che era strumentale! E proprio per questo rientra nella caratteristica descritta da Lenin nel suo mirabile (e per me illuminante) articolo "non offendere, non respingere, non spaventare nessuno", cioè le precipue caratteristiche dell'opportunismo piccolo-borghese. Di più però: oltre ad essere strumentale, il manifestino era anche falso ed ingannava le masse!
Io ho sempre immaginato che un Partito Comunista seguisse più che i principi di Cristo, quelli di Marx e di Engels; poi se alcune cose si ritrovano anche nel cristianesimo, perché di buon senso generale oppure per normale consuetudine umana, allora ben venga. Ma nel mondo contemporaneo non è il marxismo né il marxista che si deve adeguare, ma è il cristiano che deve trovare nel marxismo e nel Partito che al marxismo si rifà gli spunti, le verità e la giustezza che egli può condividere.
Ecco che viene fuori dal menifestino la sudditanza ideologica alla cultura della classe dominante, al suo pensiero, al suo idealismo e, quindi, anche alla sua sovrastruttura religiosa.
Ecco l'opportunismo, ecco la perdita dell'egemonia.
Caro Lepontico, non è certo questo volantino la causa della sconfitta del PCI e del movimento comunista, ma questo volantino è il sintomo innegabile della deviazione revisionistica del Partito del proletariato italiano. E' il sintomo, chiaramente non l'unico né il più importante, della malattia che ha condotto alla situazione sfavorevole in cui ci troviamo ora.
Veniamo quindi al succo dell'articolo che grazie a Lepontico ho potuto conoscere. Nella sua parte finale (anche questa non riportata da Lepontico) si conclude:

[...]Veniamo adesso alle circostanze che hanno generato in Occidente l'interpretazione opportunistica della tesi: « La religione è un affare privato ». Naturalmente, si risente qui l'influenza delle cause generali che determinano l'opportunismo, inteso come sacrificio degli interessi fondamentali del movimento operaio ai vantaggi del momento. Il partito del proletariato esige che lo Stato dichiari la religione un affare privato, senza per questo considerare un « affare privato » la lotta contro l'oppio del popolo, contro le superstizioni religiose, ecc. Gli opportunisti travisano la questione cosí da far credere che il partito socialdemocratico consideri la religione un affare privato![...] (questa volta il grassetto è mio!)

Detto questo, mi sembra assodato che il Partito Comunista, materialista ed ateo, non perseguita né la religione, né i religiosi, né i credenti, né i praticanti, ma lascia la più ampia libertà individuale. E, in determinate condizioni storiche può assumere al suo interno anche i credenti che accettino il marxismo come guida per l'azione. Nel periodo attuale peraltro io ritengo che si debba combattere una battaglia senza esclusione di colpi contro l'istituzione capitalistica chiamata Vaticano. Ma questo è forse un altro discorso.
Vorrei concludere con una frase di Stalin del 1936, tratta da "Sul Progetto di Costituzione dell'URSS":

Ma perché aver paura in sostanza? Se hai paura dei lupi non andare nel bosco. In primo luogo non tutti gli ex kulak, ex guardie bianche o preti sono ostili al potere sovietico. In secondo luogo, se il popolo in una località o nell’altra eleggerà degli elementi ostili, ciò vorrà dire che il nostro lavoro d’agitazione sarà stato organizzato veramente male e che ci saremo veramente meritati una simile vergogna; se invece il nostro lavoro sarà fatto in modo bolscevico, il popolo non lascerà che degli elementi ostili penetrino nei suoi organi supremi. Ciò significa che bisogna lavorare e non piagnucolare.
 
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LudovicoPiero
view post Posted on 10/2/2009, 00:03




Ottima analisi.

LP
 
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view post Posted on 10/2/2009, 00:53
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compagno

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CITAZIONE (Redskin_Roma @ 8/2/2009, 13:45)
Nel primo dopoguerra i comunisti dovettero scegliere se fare dei compromessi o essere emarginati politicamente. Se l'alternativa è non poter volantinare, tenere comizi, aprire sezioni e, per farla breve, non avere alcuna agibilità politica, smussare il proprio disprezzo per la chiesa e la DC è la scelta migliore - a meno che ovviamente non si voglia fare i 'duri e i puri', ma questa tattica non ha mai portato a risultati concreti.
Alla fine voler temporeggiare ha portato i suoi frutti: negli anni '50 sono stati i comunisti a sostituire la DC nell'organizzazione della vita sociale, nella creazione di luoghi di aggregazione (le case del popolo) e nella creazione di leghe e strutture per resistere ai soprusi degli industriali e dei proprietari terrieri - cosa che gli scioperi al nord e l'occupazione dei terreni agricoli al sud dimostrano.
Il compromesso non piace a nessuno, ma se l'alternativa è rinunciare del tutto alla propria attività politica la scelta è presto fatta; all'epoca il PCI rischiava addirittura di divenire fuorilegge, cosa che successe in Francia negli anni '50. All'epoca era in atto un scontro politico e culturale tra le istituzioni e la chiesa nei confronti dei comunisti, e fare la voce grossa non avrebbe portato a niente, se non a più repressione, più arresti e un allontanamento ancora maggiore delle masse nei confronti del PCI e dei sindacati.

Certamente l'agibilità politica si può ottenere sia con dei rapporti di forza a proprio favore, sia diventando consoni ed utili a chi detiene il potere.
 
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Lepontico
view post Posted on 10/2/2009, 10:54




CITAZIONE
Letto questo breve brano, a quale dei termini sopra esposti da Lenin assomiglia il comportamento del PCI?
A me sembra chiaro che la posizione del PCI del volantino e quella dell'opportunismo piccolo-borghese descritta nell'articolo di Lenin, siano uguali come due gocce d'acqua.

CITAZIONE
Che cosa significa "la Chiesa può prendere ben nota"? Significa che il Partito della classe operaia si vuole accreditare presso la Chiesa Cattolica. Che è succube quindi del suo potere e del suo prestigio morale. Perché il PCI non fa prendere nota della cosa alle lavoratrici ed ai lavoratori italiani?

CITAZIONE
E che il mio discorso non è campato in aria, non è esagerato, lo prova la frase successiva del volantino: "non è contrario [il PCI] ai principi di Cristo".
Questo è cedimento su tutta la linea! Questo non è un inevitabile e favorevole compromesso foriero di grandi frutti per il proletariato. Questa è l'abiura del marxismo, del materialismo.

no carre, la tua analisi è antistorica. Il caso del PCI e della Chiesa non è sovrapponibile a quello descritto da Lenin, che oltretutto dà per scontato la presenza di cristiani nel partito (quelli che conservono le vestigia di antichi pregiudizi) e affronta piuttosto la presenza di preti, cioè "cristiani militanti", deliberatamente cristiani, deliberatamete antimaterialisti. Il PCI dà per scontato invece che nessun prete cattolico possa accedere al partito, proprio perché le condizioni sono diverse; il manifesto del PCI è prima di tutto una risposta alla chiesa e alle scomuniche e una sfida a chi l'avrebbe potuto dichiarare illegale. Il PCI faceva quotidianamente "prendere nota alle lavoratrici ed ai lavoratori italiani", questo è un manifesto rivolto alla Chiesa e alla DC, ripeto, una sfida contro le loro minacce, non un manifesto promozionale. Le motivazioni sono già state esposte più e più volte, e come sai non hanno nulla che vedere con un "timore di offendere" i poveri cristiani.

CITAZIONE
[...]Veniamo adesso alle circostanze che hanno generato in Occidente l'interpretazione opportunistica della tesi: « La religione è un affare privato ». Naturalmente, si risente qui l'influenza delle cause generali che determinano l'opportunismo, inteso come sacrificio degli interessi fondamentali del movimento operaio ai vantaggi del momento. Il partito del proletariato esige che lo Stato dichiari la religione un affare privato, senza per questo considerare un « affare privato » la lotta contro l'oppio del popolo, contro le superstizioni religiose, ecc. Gli opportunisti travisano la questione cosí da far credere che il partito socialdemocratico consideri la religione un affare privato![...] (questa volta il grassetto è mio!)

lo hai già citato prima carre, e anche in altre discussioni.
 
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view post Posted on 10/2/2009, 23:13
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CITAZIONE (Lepontico @ 10/2/2009, 10:54)
questo è un manifesto rivolto alla Chiesa e alla DC, ripeto, una sfida contro le loro minacce

"Il PCI non è contrario ai principi di Cristo [...]ogni sacerdote, che dovrebbe vedere da ciò enormemente facilitata la sua opera di proselitismo e catechizzazione"
Questa è una sfida a chi è più prete!!!
A chi inganna meglio e di più le masse popolari.
E infatti i risultati si son visti: i preti ci sono e comandano ancora, il PCI non ha comandato mai e non c'è più.




CITAZIONE (Lepontico @ 10/2/2009, 10:54)
CITAZIONE
[...]Veniamo adesso alle circostanze che hanno generato in Occidente l'interpretazione opportunistica della tesi: « La religione è un affare privato ». Naturalmente, si risente qui l'influenza delle cause generali che determinano l'opportunismo, inteso come sacrificio degli interessi fondamentali del movimento operaio ai vantaggi del momento. Il partito del proletariato esige che lo Stato dichiari la religione un affare privato, senza per questo considerare un « affare privato » la lotta contro l'oppio del popolo, contro le superstizioni religiose, ecc. Gli opportunisti travisano la questione cosí da far credere che il partito socialdemocratico consideri la religione un affare privato![...] (questa volta il grassetto è mio!)

lo hai già citato prima carre, e anche in altre discussioni.

Ti sbagli, Lepontico. Questo brano l'ho tratto proprio dall'articolo che mi hai indicato tu e che non mi sembra di aver mai letto prima.
Ma tu l'hai letto tutto?
Quello a cui ti riferisci, che io cito ogni volta che devo controbattere ad alcune tesi antimarxiste di alcuni utenti del forum, è un pezzo di "Stato e Rivoluzione" di Lenin; brano in cui peraltro Lenin si rifà alle parole di Engels, le stesse che analizza anche nel "tuo" articolo.
 
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Lepontico
view post Posted on 11/2/2009, 09:27




CITAZIONE
Ma tu l'hai letto tutto?

si, l'ho anche postato completo nell'apposita sezione del forum. Mi sembrava che l'avessi già scritta altre volte quella citazione.

CITAZIONE
"Il PCI non è contrario ai principi di Cristo [...]ogni sacerdote, che dovrebbe vedere da ciò enormemente facilitata la sua opera di proselitismo e catechizzazione"
Questa è una sfida a chi è più prete!!!
A chi inganna meglio e di più le masse popolari.
E infatti i risultati si son visti: i preti ci sono e comandano ancora, il PCI non ha comandato mai e non c'è più.

La propaganda cattolica era rivolta alla demonizzazione dei comunisti, li dipingeva come l'anticristo, nemici della libertà e della felicità, mentre propagandava il cristianesimo come l'unica soluzione giusta. Secondo te era preferibile piegarsi a queste descrizioni, secondo il PCI era più utile sfidare direttamente le gerarchie manifestando apertamente che le proprie intenzioni non erano altro che quelle aderenti ai sentimenti di tutti "i buoni cristiani", cioè una vita più sicura e migliori condizioni materiali.
 
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view post Posted on 11/2/2009, 17:51
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Ma i lavoratori "cattolici" che vivevano a contatto coi compagni comunisti, avevano bisogno delle menzogne del PCI sui "principi di Cristo" per apprezzare i comunisti ed il comunismo?
Nossignore. Quel manifestino si rivolge alla borghesia ed al clero, per il quale il PCI si augura addirittura di dare una mano alla catechizzazione ed all'apostolato.
Roba da vomitare.
Tutto ciò denota la sudditanza ideologica alla borghesia ed alla Chiesa. Tutto ciò è il sintomo chiarissimo delle successive deviazioni opportunistiche del PCI.
I fatti hanno smascherato tutto questo: di cedimento in cedimento, di deviazione in deviazione, il PCI è scomparso portando con sé la momentanea sconfitta del proletariato.
Santa Romana Chiesa è ancora viva e vegeta.
I marxisti non possono non considerare l'esperienza della realtà degli accadimenti.
Quindi le chiacchiere stanno a zero. Quel manifestino è orrendamente sbagliato e contiene tutti gli errori revisionistici futuri del PCI.
 
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Lepontico
view post Posted on 11/2/2009, 18:15




CITAZIONE
Nossignore. Quel manifestino si rivolge alla borghesia ed al clero, per il quale il PCI si augura addirittura di dare una mano alla catechizzazione ed all'apostolato.

Questo è quello che dici tu, indipendentemente (e antistoricamente opposto) alla strategia effettivamente adottata dal partito.
Sembra quasi che qui la tua attività principale sia di modificare la storia per aderirla alle tue convinzioni e preferenze personali...Ma ripeto che questa non è storia.
 
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view post Posted on 11/2/2009, 19:00
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Lepontico, il manifestino parla da solo. Basta leggerlo.
L'abbiamo esaminato e i compagni si faranno la propria opinione in merito.
Ma che tu ora voglia convincere del contrario di quanto c'è scritto nel volantino, questo mi sembra francamente troppo.
La strategia effettivamente adottata dal partito è purtroppo quella che si evince dal manifesto. I risultati globali di quella strategia che io ritengo opportunistica, purtroppo pure per quelli, si sono visti.
Mi sembra assodato ed indubitabile, visti i risultati finali, che quella strategia era sbagliata.
E' importante ribadirlo, perché le deviazioni opportunistiche permangono nei partiti sedicenti "comunisti" nati ( e ormai mezzi morti!) dall'implosione del PCI.
 
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