| Innanzitutto ringrazio Lepontico che mi ha spinto a leggere l'intero articolo di Lenin "L'atteggiamento del Partito Operaio verso la religione", reperibile a pag. 381 del vol.XV delle Opere Complete. L'attenta lettura dell'articolo mi ha pienamente convinto della possibilità - che pure, come dice Lenin, riveste sostanzialmente carattere occasionale - che anche un prete possa aderire al Partito del proletariato, così come possono aderirvi i "credenti", sempre che ecc. ecc. L'accurata disamina dell'articolo in questione mi ha altresì portato a considerare ancor più negativamente il manifestino del PCI oggetto della discussione. Che cosa si dice in questo manifestino? " ... noi diciamo che la Chiesa può prendere buona nota che il nostro Partito, il Partito Comunista Italiano, non è un partito ateo: non è contrario ai principi di Cristo" [il grassetto è nell'originale!] Ora leggiamo un'altra frase dell'articolo di Lenin, parte non riportata (mi sembra) da Lepontico:
[...]Il marxista deve saper tenere conto di tutta la situazione concreta, deve sempre scoprire il confine tra l'anarchia e l'opportunismo (questo confine è relativo, mobile, mutevole, ma esiste), non deve cadere nel « rivoluzionarismo » astratto, verbale e in effetti vuoto dello anarchico, ma nemmeno nel filisteismo e nell'opportunismo del piccolo borghese o dell'intellettuale liberale, che ha paura di combattere la religione, dimentica questo suo compito, accetta la fede in dio, si fa guidare non dagli interessi della lotta di classe, ma da un calcolo meschino e miserabile: non offendere, non respingere, non spaventare nessuno[...]
Letto questo breve brano, a quale dei termini sopra esposti da Lenin assomiglia il comportamento del PCI? A me sembra chiaro che la posizione del PCI del volantino e quella dell'opportunismo piccolo-borghese descritta nell'articolo di Lenin, siano uguali come due gocce d'acqua. Che cosa significa "la Chiesa può prendere ben nota"? Significa che il Partito della classe operaia si vuole accreditare presso la Chiesa Cattolica. Che è succube quindi del suo potere e del suo prestigio morale. Perché il PCI non fa prendere nota della cosa alle lavoratrici ed ai lavoratori italiani? E che cosa dire del fatto che "il Partito Comunista Italiano non è un Partito ateo"? Se non è ateo che cos'è? E' un Partito religioso? E' un Partito confessionale? Come può il Partito del proletariato, il Partito che si basa sul materialismo dialettico e storico di Karl Marx, non essere un Partito ateo? Certamente non è la caratteristica fondamentale di un Partito Comunista, l'ateismo, ma è un aspetto inevitabile come conseguenza del suo marxismo. Essere un Partito ateo non significa essere una congrega di mangiapreti e di violentasuore. Non significa impedire la religiosità, e neppure il culto dei non atei. Giustificarsi in tal modo, e per di più in modo che la Chiesa possa prenderne "buona nota", significa oggettivamente accettare la visione distorta, clericale appunto, che le Chiese danno degli atei e dell'ateismo. Significa cedere e perdere l'egemonia culturale in questo campo, adeguandosi all'ideologia del nemico di classe. E che il mio discorso non è campato in aria, non è esagerato, lo prova la frase successiva del volantino: "non è contrario [il PCI] ai principi di Cristo". Questo è cedimento su tutta la linea! Questo non è un inevitabile e favorevole compromesso foriero di grandi frutti per il proletariato. Questa è l'abiura del marxismo, del materialismo. E' l'abiura al dovere del Partito del proletariato di non mentire alle masse. Quali sono i principi di Cristo ai quali non è contrario il PCI? Alla sua natura divina? Alla resurrezione della carne? A camminare sull'acqua? Ad amare il prossimo tuo (anche i capitalisti ed i loro sgherri) come te stesso? A porgere l'altra guancia? Ad essere miti e mansueti? Ad aspettare la ricompensa divina nell'aldilà (mai più nell'aldiqua)? A dare a Cesare quel che è di Cesare e così via? Senza contare, detto incidentalmente, che seguire "i principi di Cristo" discrimina di fatto qualche miliardo di persone come i proletari di religione ebraica, musulmana, buddista, confuciana, scintoista e dio sa quant'altri. Ma, mi obietta Lepontico, quello era un volantino strumentale a quella situazione! Certo che era strumentale! E proprio per questo rientra nella caratteristica descritta da Lenin nel suo mirabile (e per me illuminante) articolo "non offendere, non respingere, non spaventare nessuno", cioè le precipue caratteristiche dell'opportunismo piccolo-borghese. Di più però: oltre ad essere strumentale, il manifestino era anche falso ed ingannava le masse! Io ho sempre immaginato che un Partito Comunista seguisse più che i principi di Cristo, quelli di Marx e di Engels; poi se alcune cose si ritrovano anche nel cristianesimo, perché di buon senso generale oppure per normale consuetudine umana, allora ben venga. Ma nel mondo contemporaneo non è il marxismo né il marxista che si deve adeguare, ma è il cristiano che deve trovare nel marxismo e nel Partito che al marxismo si rifà gli spunti, le verità e la giustezza che egli può condividere. Ecco che viene fuori dal menifestino la sudditanza ideologica alla cultura della classe dominante, al suo pensiero, al suo idealismo e, quindi, anche alla sua sovrastruttura religiosa. Ecco l'opportunismo, ecco la perdita dell'egemonia. Caro Lepontico, non è certo questo volantino la causa della sconfitta del PCI e del movimento comunista, ma questo volantino è il sintomo innegabile della deviazione revisionistica del Partito del proletariato italiano. E' il sintomo, chiaramente non l'unico né il più importante, della malattia che ha condotto alla situazione sfavorevole in cui ci troviamo ora. Veniamo quindi al succo dell'articolo che grazie a Lepontico ho potuto conoscere. Nella sua parte finale (anche questa non riportata da Lepontico) si conclude:
[...]Veniamo adesso alle circostanze che hanno generato in Occidente l'interpretazione opportunistica della tesi: « La religione è un affare privato ». Naturalmente, si risente qui l'influenza delle cause generali che determinano l'opportunismo, inteso come sacrificio degli interessi fondamentali del movimento operaio ai vantaggi del momento. Il partito del proletariato esige che lo Stato dichiari la religione un affare privato, senza per questo considerare un « affare privato » la lotta contro l'oppio del popolo, contro le superstizioni religiose, ecc. Gli opportunisti travisano la questione cosí da far credere che il partito socialdemocratico consideri la religione un affare privato![...] (questa volta il grassetto è mio!)
Detto questo, mi sembra assodato che il Partito Comunista, materialista ed ateo, non perseguita né la religione, né i religiosi, né i credenti, né i praticanti, ma lascia la più ampia libertà individuale. E, in determinate condizioni storiche può assumere al suo interno anche i credenti che accettino il marxismo come guida per l'azione. Nel periodo attuale peraltro io ritengo che si debba combattere una battaglia senza esclusione di colpi contro l'istituzione capitalistica chiamata Vaticano. Ma questo è forse un altro discorso. Vorrei concludere con una frase di Stalin del 1936, tratta da "Sul Progetto di Costituzione dell'URSS":
Ma perché aver paura in sostanza? Se hai paura dei lupi non andare nel bosco. In primo luogo non tutti gli ex kulak, ex guardie bianche o preti sono ostili al potere sovietico. In secondo luogo, se il popolo in una località o nell’altra eleggerà degli elementi ostili, ciò vorrà dire che il nostro lavoro d’agitazione sarà stato organizzato veramente male e che ci saremo veramente meritati una simile vergogna; se invece il nostro lavoro sarà fatto in modo bolscevico, il popolo non lascerà che degli elementi ostili penetrino nei suoi organi supremi. Ciò significa che bisogna lavorare e non piagnucolare.
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