Comunismo - Scintilla Rossa

Posts written by Kimilsungista

view post Posted: 5/2/2013, 21:59 In occasione dell'80° compleanno del compagno Mao Tse-tung (1973) - Documenti e Dossier
In realtà la "grande lotta antirevisionista" che il "compagno Enver" avrebbe condotto non partiva nemmeno da posizioni di principio. L'URSS aveva rotto le sue relazioni con l'Albania nel 1961, ma si può dire (senza per questo dover difendere i kruscioviani) che gli albanesi si dettero al sabotaggio e alle provocazioni contro la parte sovietica, esattamente come faranno con la Cina una quindicina di anni dopo (ho un documento a tal proposito ma sono sicuro che seccherei pubblicandolo). Ed ecco come cominciò la "lotta contro il revisionismo" da parte di Hoxha...
view post Posted: 4/2/2013, 21:14 In occasione dell'80° compleanno del compagno Mao Tse-tung (1973) - Documenti e Dossier
CITAZIONE
Hoxha ha avuto il merito di criticare approfonditamente il titismo , il breznevismo e il krusciovismo ,

Quelli sono meriti che ha anche Mao. Il Presidente Mao ha criticato apertamente i kruscioviani già qualche mese dopo il XX Congresso (come si può vedere dalle frasi nella mia firma qua sotto), mentre Hoxha prima di aprire il fuoco contro di loro ha aspettato il 1960, cioè quattro anni; altri due prima di annunciare il ritiro dell'Albania dal Patto di Varsavia e ulteriori sei prima di attuarlo concretamente. O nel Partia i Punës capivano le cose con un ritardo esasperante oppure erano dei biechi opportunisti. Non è da escludersi né l'una né l'altra, anche se personalmente propendo per la seconda. Il punto è, compagno Gagarin, che l'errore sta nel partire dal presupposto che l'hoxhaismo è una tendenza, una corrente marxista-leninista, e non una deviazione trotzkista, come invece è. Purtroppo, molti compagni si fanno ingannare dalle parole altisonanti di Hoxha su Stalin, ma se togliamo Stalin dalla loro bandiera, ecco che tra il PPSH e i trotzkisti non vi è più alcuna differenza: stesso settarismo, stesso dogmatismo, stesso "purismo", stesso scissionismo, stesso frazionismo, stessa incapacità di vedere e sfruttare le contraddizioni, e tanta, tanta, tanta demagogia "sinistra" per nascondere il proprio tradimento del marxismo-leninismo. A questo proposito, consiglio a tutti i compagni la lettura dei discorsi di Stalin sulla deviazione di destra nel Partito Bolscevico nel 1928-29, e per molti salteranno all'occhio le somiglianze tra i deviazionisti di "sinistra" nel PCR(b) e gli hoxhaisti. In Albania non si è mai costruita un'autentica società socialista, non è possibile dire che "a parte l'antimaoismo e il suo isolazionismo anni 80 [Enver Hoxha] è riuscito ad applicare coerentemente i principi del Marxismo Leninismo , come dissi tempo fa non è revisionista sul pensiero di Marx , Lenin e Stalin , ma sul pensiero di Mao", perché l'azione di Hoxha va in senso direttamente contrario al marxismo-leninismo, a parte il fatto che da come hai impostato il tuo ragionamento sembra che il Pensiero di Mao sia qualcosa di staccato e di "diverso" dal marxismo-leninismo, cosa che non è assolutamente vera, il Pensiero di Mao è il marxismo-leninismo attuale. Tempo fa dissi anch'io a un compagno (hoxhaista -di tendenza, non l'utente Hoxhaista-) che in fondo le divisioni tra hoxhaisti e maoisti non hanno senso, perché entrambi appunto abbiamo in comune che difendiamo Stalin e ci opponiamo a Tito, al revisionismo kruscioviano e alla coesistenza pacifica di Krusciov, ma infatti la scissione Hoxha-Mao l'ha voluta esclusivamente il primo. Non dimentichiamo che, fra le altre cose, Mao ebbe a dire una volta: «In materia di marxismo-leninismo, io sono un professore di scuola superiore, Enver Hoxha è un docente universitario» («Ne ceshtjet e marksizem-leninizem, une jam nje profesor gjimnazi ndersa shoku. Enver Hoxha eshte nje pedagog universiteti», fonte https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&es...LJZXzFqTppU0Fxg), e anche nel resto del mondo Albania e Cina sembravano saldamente unite.
view post Posted: 4/2/2013, 21:03 Mao Zedong e la "teoria dei tre mondi" - Edizioni SR Web-inediti
Quel compagno spagnolo ha ragione, K. Venu poi ha rinnegato tutto affermando che la costruzione di un autentico partito marxista-leninista in India era impossibile..ora non ricordo che fine ha fatto, c'è la pagina su Wikipedia comunque, ma credo sia rimasto nell'ambito ultrasinistro e insurrezionalista.
CITAZIONE
A lo que parece el hombre, por bastantes años dirigente del PCI (ML), ha tirado con katiushka contra las experiencias de la Dictadura del Proletariado en la URSS de Stalin y de la China Popular de Mao; en particular contra Lenin, Stalin y Mao... luego se ha largado del partido con viento fresco.

«A quanto pare l'uomo, per diversi anni dirigente del PCI (ML) si è scagliato con forza contro le esperienze della dittatura del proletariato nell'URSS di Lenin e Stalin e nella Cina popolare di Mao; in particolare contro Lenin, Stalin e Mao...dopo si è volatilizzato dal partito» (liceo linguistico ;)).

Ah ecco, mi pareva lui, ma non ero sicuro...
ti ringrazio dei complimenti dei quali sono lusingato, compagno! :)
view post Posted: 4/2/2013, 17:48 Mao Zedong e la "teoria dei tre mondi" - Edizioni SR Web-inediti
CITAZIONE
compagno Fiero Maoista, questo scritto è un inedito visto che non mi sembra ci sia da altre parti in rete?
io lo sposto nella seizione inediti ma se eventualmente lo hai già pubblicato altrove ce lo fai sapere...

no no hai fatto bene, questo scritto non c'è da nessuna parte in rete, c'è (credo) su Google Libri ma in Inglese, io l'ho copiato tutto a mano (che fatica! E in soli due giorni!) da un opuscolo (in inglese) regalatomi a Natale. L'ho pubblicato solo qui.
CITAZIONE
e pensare che il compagno fiero maoista aveva dei dubbi se aprire discussioni

ahahah :D non è che avevo dubbi, è il fatto che temevo ci fosse da chiedere qualche permesso per via del centralismo democratico leninista :)
CITAZIONE
in effetti mao con lo scia , con nixon e pinochet aveva solo rapporti diplomatici , del resto anche stalin li aveva con mussolini , ma questo non pregiudicava i partiti comunisti di quei paesi , mentre deng si alleò e iniziava a voler emulare gli usa

Precisamente, compagno.

P.S. ma qualcuno sa per caso chi è il personaggio alla sinistra di Hoxha in questa foto?
http://i50.tinypic.com/25rdte1.png
view post Posted: 4/2/2013, 17:47 In occasione dell'80° compleanno del compagno Mao Tse-tung (1973) - Documenti e Dossier
CITAZIONE
questo scritto lo dovresti proporre ai nostri bravi "hoxhaisti ortodossi "che sino a poco tempo venivano a trollare e ora sono spariti

ahah già che fine hanno fatto tutti gli hoxhaisti?? :asd:
CITAZIONE
grande lettera del compagno Hoxha al nostro maestro del proletariato Mao Tsetung mi sa che devo approfondire di più sulla storia del compagno Hoxha, so poco di lui purtroppo

compagno, hai capito, vero, che io ho postato questa lettera come una prova del carattere revisionista di Hoxha e dell'hoxhaismo?
view post Posted: 3/2/2013, 22:09 Mao Zedong e la "teoria dei tre mondi" - Edizioni SR Web-inediti
Sì, gli hoxhaisti più che altro affermano che la natura controrivoluzionaria della Teoria dei Tre Mondi (alleanze con Franco, lo Scià, Pinochet ecc.) affonda le sue origini nel Pensiero di Mao, ma i denghisti hanno storpiato le politiche di Mao verso i paesi del Terzo Mondo esagerando il loro tenore e il loro significato coi risultati che tutti ben conosciamo..
view post Posted: 3/2/2013, 22:03 In occasione dell'80° compleanno del compagno Mao Tse-tung (1973) - Documenti e Dossier
Al compagno Mao Tse-tung,
Presidente del CC del PCC
Pechino

Carissimo compagno Mao Tse-tung,
sono particolarmente felice di inviarVi a nome del CC del PLA, dei comunisti e di tutto il popolo albanese e mio personale, i più calorosi saluti e i migliori auguri di cuore in occasione del Vostro 80° compleanno.
I comunisti e il popolo albanesi vedono nella Vostra persona il glorioso dirigente dell'eroico Partito Comunista Cinese e del popolo cinese fratello, l'amico più caro e amato del popolo albanese, il grande marxista-leninista, il combattente provato e invincibile dell'imperialismo, del revisionismo moderno e del socialimperialismo, così come dei reazionari di ogni genere.
Voi, caro compagno Mao Tse-tung, avete fondato il grande Partito Comunista Cinese, Voi avete guidato il Partito e il popolo cinese fratello valoroso e amante della libertà attraverso lunghe e leggendarie lotte di classe verso la grande vittoria storica sulle forze della reazione interna e dell'imperialismo e nell'edificazione della grande Repubblica Popolare Cinese. Sotto la brillante direzione del Partito Comunista Cinese, da Voi saggiamente guidato, la nuova Cina si è trasformata in un potente colosso del socialismo e in una cittadella invincibile per i nemici, è divenuta il difensore e l'ispiratore dei popoli oppressi e sfruttati di ogni parte del mondo.
Voi compagno Mao Tse-tung, avete scatenato e guidato di persona la Grande rivoluzione culturale proletaria, il cui trionfo è stato una grande vittoria non solo nazionale ma internazionale del marxismo-leninismo, della causa del socialismo e del comunismo e una fonte di ispirazione per tutto il movimento rivoluzionario nel mondo. La rivoluzione culturale ha smascherato la linea di tradimento del rinnegato Liu Shao-chi e ha consolidato le vittorie del socialismo e della dittatura del proletariato in Cina. Sotto la Vostra direzione, il Partito Comunista Cinese ha scoperto e schiacciato il pericoloso complotto controrivoluzionario della cricca antipartito dell'arrivista borghese, cospiratore e rinnegato Lin Piao.
Il grande popolo cinese, applicando la Vostra indicazione «fare la rivoluzione e promuovere la produzione», ha ottenuto successi magnifici, ha creato una industria moderna, una agricoltura avanzata, una scienza e una tecnica di livello mondiale, un insegnamento e una cultura fiorenti e un potenziale di difesa invincibile, munito delle armi più potenti. Oggi la Cina popolare gode di una autorità incomparabile e riveste un ruolo ed esercita una grande influenza sull'arena internazionale. Essa si erge come una roccia di granito, un baluardo invincibile della rivoluzione, della libertà dei popoli e del socialismo. I comunisti e tutto il popolo cinesi, illuminati dalle Vostre grandi idee marxiste-leniniste, temprati nelle aspre battaglie di classe della Grande rivoluzione culturale proletaria e applicando con determinazione le decisioni dello storico X Congresso del Partito Comunista Cinese, marciano a passi da gigante sulla via radiosa per conseguire nuove vittorie ancora più grandi nello sviluppo continuo della rivoluzione e nella edificazione socialista del Paese. Voi caro compagno Mao Tsetung, quale teorico e grande stratega della rivoluzione, in lotta inconciliabile con le varie correnti opportuniste di destra e di «sinistra», in particolare con le prediche dei revisionisti kruscioviani che hanno tradito la causa della rivoluzione e del comunismo, avete difeso con fedeltà e ardimento la dottrina vittoriosa del marxismo-leninismo. Quale eminente continuatore dei grandi educatori del proletariato mondiale, Marx, Engels, Lenin e Stalin, Voi avete sviluppato e arricchito ulteriormente e in modo creativo, conformemente alle condizioni della Cina e alle particolarità della epoca attuale, la scienza marxista-leninista nel campo della filosofia, dello sviluppo del Partito proletario, della strategia e della tattica della lotta rivoluzionaria e della lotta contro l'imperialismo, dei problemi della costruzione della società socialista. I vostri insegnamenti sulla continuazione della rivoluzione nelle condizioni della dittatura del proletariato, per condurre fino alla vittoria completa l'edificazione socialista e per sbarrare la via al pericolo della restaurazione del capitalismo, in qualsiasi forma si presenti o da qualsiasi parte provenga, costituiscono un contributo eminente di grande valore internazionale alla teoria e alla pratica del socialismo scientifico. Le Vostre opere sono una autentica scuola rivoluzionaria per tutti i marxisti-leninisti e i lavoratori.
I comunisti e tutto il nostro popolo apprezzano enormemente il Vostro contributo notevole al rafforzamento e al consolidamento della grande amicizia rivoluzionaria tra il Partito del Lavoro d'Albania e il Partito Comunista Cinese, tra i nostri due popoli che saranno sempre legati anima e corpo nella loro lotta comune per la causa del socialismo e della rivoluzione.
Essi troveranno sempre l'uno presso l'altro forza e ispirazione rivoluzionarie per riportare vittorie contro i nostri comuni nemici. Una grande fonte di ispirazione rimarranno per il popolo albanese le Vostre indimenticabili parole nel messaggio inviato al V Congresso del PLA che «qualsiasi cosa accada nel mondo, i nostri due Partiti e i nostri due popoli resteranno certamente sempre insieme, lotteranno insieme e vinceranno insieme».
In questa occasione, caro compagno Mao Tse-tung, noi Vi auguriamo di tutto cuore buona salute, lunga vita e che Voi viviate quanto le montagne per il bene del Partito Comunista Cinese, del popolo fratello cinese, dell'umanità progressista, per il trionfo del marxismo-leninismo, del socialismo e del comunismo nel mondo intero.

ENVER HOXHA
Primo Segretario del Comitato Centrale del PLA


Tirana, 24 dicembre 1973

Edited by Sandor_Krasna - 21/12/2014, 17:29
view post Posted: 3/2/2013, 20:59 Mao Zedong e la "teoria dei tre mondi" - Edizioni SR Web-inediti
ahahahah ti ringrazio compagno carre!!! (e auguri sia pure in un secolare ritardo :))
In effetti, ma non provocatoriamente, mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i compagni hoxhaisti di questo testo... :D
view post Posted: 3/2/2013, 19:14 Mao Zedong e la "teoria dei tre mondi" - Edizioni SR Web-inediti
PREFAZIONE

Il comitato in difesa del marxismo-leninismo-Pensiero di Mao Zedong raccomanda questo opuscolo di K. Venu, un membro guida del partito Indiano. Questo opuscolo confuta le menzogne spacciate sia dai revisionisti cinesi che da quelli sovietici in merito alla distorsione delle opere di Lenin e del Presidente Mao sulla questione dei tre mondi.


Dopo l'aperta denuncia della Rivoluzione Culturale e il rifiuto di tutti i princìpi basici difesi da Mao Zedong dal 12esimo Congresso del PCC tenuto a metà del 1982, molte cosiddette organizzazioni marxiste-leniniste in tutto il mondo e in India hanno cominciato con esitazioni a criticare l'attuale leadership cinese come revisionista. Ma un numero di queste organizzazioni si sta ancora arrampicando sulla "Teoria dei Tre Mondi" con la scusa che fu avanzata originariamente da Mao e che rappresenta realmente una linea rivoluzionaria per il proletariato internazionale. Simili organizzazioni, specialmente in India, sono state capaci di creare confusione tra i ranghi e le file per quanto riguarda la reale natura della "teoria dei tre mondi" e il suo legame con Mao. In queste circostanze è dovere di tutti i marxisti-leninisti genuini di approfondire il problema e smascherare la natura controrivoluzionaria della Teoria dei Tre Mondi.
All'inizio, cioè subito dopo la morte di Mao e il golpe di destra in Cina, il Partito del Lavoro d'Albania ha assunto una posizione sleale che Mao è l'architetto della "teoria dei tre mondi" e che insieme con la Teoria dei Tre Mondi, lo stesso Pensiero di Mao va scartato. In realtà, la posizione albanese ha aiutato molto la linea Hua-Teng che sostiene che la "teoria dei tre mondi" fu formulata da Mao e quindi va difesa. In realtà, tuttavia, entrambe queste posizioni, sebbene originando da punti diametralmente opposti, stanno attaccando l'essenza del marxismo-leninismo-Pensiero di Mao.
In sintesi, la divisione del mondo in tre, il primo mondo che comprende le due superpotenze, il secondo mondo i rimanenti paesi imperialisti e capitalisti, e il terzo mondo, tutti i paesi coloniali e semicoloniali, è considerata la "Teoria dei Tre Mondi".
Il nocciolo della questione è che la differenziazione in tre mondi di Mao e l'essenza della Teoria dei Tre Mondi avanzata dall'attuale leadership sono due cose fondamentalmente diverse. La differenziazione di Mao in tre mondi è specificatamente limitata a un aspetto della politica estera di un paese socialista, ossia a quegli aspetti che hanno a che fare con le relazioni tra paesi aventi sistema sociale diverso. Al contrario, la Teoria dei Tre Mondi di Teng è stata formulata come la strategia internazionale del proletariato mondiale, l'essenza della quale è la formazione di un fronte unito a livello statale di tutti i paesi del terzo e secondo mondo contro una superpotenza, l'Unione Sovietica. L'aspetto più importante di questa strategia è che scarta la lotta di classe in tutti questi paesi in nome della formazione di questo fronte unito globale che può essere formato solo a livello statale tra i paesi. Così, nell'essenza, esso diventa una strategia completamente collaborazionista di classe che serve gli imperialisti e i reazionari del mondo.
Nei seguenti paragrafi vedremo come la differenziazione in tre di Mao emerse e come la Teoria dei Tre Mondi di Teng stia assumendo un carattere reazionario.

1. La linea generale del movimento comunista internazionale
Molti dei problemi basici sollevati dalla presente lotta ideologica basata sulla "Teoria dei Tre Mondi" furono discussi nella lotta idelogica che ebbe luogo già negli anni '60. La risposta data da Mao e dal PCC alle idee controrivoluzionarie che Krusciov e i suoi seguaci tentarono di presentare come la linea generale del movimento comunista internazionale rende il più prezioso aiuto ai marxisti-leninisti nell'attuale lotta ideologica. Le stesse armi precise che Mao usò allora per smascherare il revisionismo kruscioviano ci sono molto utili oggi nello smascherare e sconfiggere la posizione controrivoluzionaria degli attuali revisionisti cinesi e dei revisionisti albanesi. Quindi è necessario comprendere correttamente come Mao e il PCC difesero la linea generale del movimento comunista internazionale nei '60 e come il revisionismo kruscioviano fu smascherato. Solo allora saremo capaci di trovare risposte corrette ai presenti problemi.
Dal tempo del 20esimo Congresso del PCUS tenuto nel 1956 Krusciov tentò di trasformare la politica di coesistenza pacifica che Lenin aveva avanzato come una componente della politica estera di uno Stato socialista, nella linea generale del movimento comunista internazionale. Da quel tempo in poi il PCC condusse una lotta contro questa tendenza controrivoluzionaria. Nell'aperta polemica che ebbe luogo nei '60 tra il PCUS e il PCC, tutti questi problemi furono posti. Nella replica inviata dal CC del PCC al CC del PCUS, chiamata "Proposte riguardanti la linea generale del movimento comunista internazionale" (14 giugno 1963), il corretto approccio che i marxisti-leninisti ebbero riguardo alle posizioni revisioniste di Krusciov sono poste nei dettagli. Solo ergendosi fermamente sulla base di questi princìpi fondamentali avanzati allora dal PCC i marxisti-leninisti possono arrivare a corrette posizioni nella lotta ideologica odierna.
Alla questione di qual è la linea generale del movimento comunista internazionale, il suddetto documento ha questa risposta:

«Proletari di tutti i paesi, unitevi; proletari di tutto il mondo, unitevi con i popoli oppressi e le nazioni oppresse; opponetevi all'imperialismo e alla reazione in tutti i paesi; battetevi per la pace mondiale, la liberazione nazionale, la democrazia popolare e il socialismo; consolidate ed espandete il campo socialista; portate la rivoluzione proletaria mondiale passo per passo alla vittoria completa; e instaurate un nuovo mondo senza imperialismo, senza capitalismo e senza lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
Questa, secondo noi, è la linea generale del movimento comunista internazionale allo stadio presente» (Proposte, pag. 4)


E continuando più in là esso spiega la politica basica da adottare per attuare questa linea generale.

«Questa linea generale è una linea di fondare un vasto fronte unito, col campo socialista e il proletariato internazionale alla testa, per opporsi all'imperialismo e ai reazionari capeggiati dagli Stati Uniti;...
Questa linea generale è una linea di lotta rivoluzionaria risoluta dai popoli di tutti i paesi e di portare la rivoluzione proletaria mondiale avanti fino alla fine, è la linea che più effettivamente combatte l'imperialismo e difende la pace mondiale» (Ibid.)


L'essenza della linea generale esposta qui è chiara come dovrebbe essere. Il bersaglio del proletariato mondiale è l'imperialismo mondiale capeggiato dall'imperialismo USA e i reazionari di tutti i paesi che si alleano con esso. Gli elementi costituenti il campo rivoluzionario, che sta costruendo il movimento comunista mondiale contro questo campo nemico sono il campo socialista, il proletariato mondiale, i popoli oppressi e i loro movimenti di liberazione Sulla base di una netta linea di classe tutti i nemici di classe sono nel campo nemico, e tutte le classi rivoluzionarie nel campo rivoluzionario
Ciò che Krusciov, sotto la coperta delle accattivanti parole "Coesistenza pacifica", "Cooperazione pacifica" e "Transizione pacifica", tentò di portare a compimento fu di trasformare la linea generale del movimento comunista internazionale in una linea di evidente collaborazione di classe. Definendo chiaramente la linea di classe del proletariato mondiale, il PCC smascherò la politica di Krusciov di collaborazione di classe.
Fu sulla base dell'analisi delle contraddizioni fondamentali esistenti nel mondo contemporaneo che questa linea generale prese forma. Seguendo le valutazioni delle contraddizioni fondamentali nel mondo fatte da Lenin e Stalin, il PCC dice:

«Quali sono le contraddizioni fondamentali nel mondo contemporaneo? I marxisti-leninisti sostengono coerentemente che esse sono: la contraddizione tra il campo socialista e il campo imperialista; la contraddizione tra il proletariato e la borghesia nei paesi capitalisti; la contraddizione tra le nazioni oppresse e l'imperialismo; e la contraddizione tra i paesi imperialisti e tra i gruppi monopolistici capitalisti» (Ibid., pag. 6)

L'approccio dei revisionisti kruscioviani a queste fondamentali contraddizioni nel mondo era antimarxista. Prima di tutto, essi oscurarono il contenuto di classe della contraddizione tra il campo socialista e il campo imperialista; essi la ridussero a una contraddizione meramente tra Stati sotto la dittatura del proletariato e dittature borghesi. Inoltre, dopo avere così volgarizzato questa contraddizione tra i campi socialista e imperialista, essi misconoscono l'altra fondamentale contraddizione ─ o ignorandola in toto, o sottovalutando la sua importanza. Assumendo questa erronea visione, essi vanno avanti e sostengono che la contraddizione tra la borghesia e il proletariato, così come quella tra l'imperialismo e le nazioni oppresse possono essere risolte solamente attraverso la "competizione economica", e non attraverso la lotta di classe, la rivoluzione proletaria o la lotta di liberazione nazionale. In una parola, in ogni sfera dell'attività i revisionisti rimpiazzano la lotta di classe con la collaborazione di classe.
Ciò che Mao e il PCC fecero non fu di criticare meramente le succitate tesi di Krusciov e soci che isolano ed esagerano l'importanza di una singola contraddizione (su tutte la contraddizione mondiale) cioè la contraddizione tra i campi del socialismo e dell'imperialismo. Mao e il PCC hanno obiettivamente valutato la situazione mondiale venutasi a creare, e sottolinearono l'importanza della lotta antimperialista che stava prendendo piede nei paesi oppressi dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina. Nel documento che abbiamo citato sopra ciò è riassunto così:

«(8) I vari tipi di contraddizione nel mondo contemporaneo sono concentrati nelle vaste aree dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina; queste sono le aree più vulnerabili sotto il dominio imperialista e i centri della tempesta della rivoluzione mondiale sferrando colpi diretti all'imperialismo» (Ibid., pag. 12)

I movimenti nazionali democratici rivoluzionari di queste aree sono infatti capaci di mozzare all'imperialismo le sue vere radici. Per dirla diversamente, è solo con la realizzazione della liberazione in queste aree che la roccia dell'imperialismo comincerà a sgretolarsi. Solo allora le lotte rivoluzionarie del proletariato dei paesi imperialisti si avvicineranno ai loro obiettivi. Il documento prosegue:

«In un certo senso, quindi, l'intero corso della rivoluzione proletaria internazionale poggia sull'esito delle lotte rivoluzionarie dei popoli di queste aree, che costituiscono la schiacciante maggioranza della popolazione mondiale» (Ibid., pag. 13)

Anche se in questo documento il PCC non dice esattamente che la contraddizione tra l'imperialismo e le nazioni oppresse è la contraddizione più importante nel mondo contemporaneo, il loro approccio è chiaramente quello di dare maggiore importanza e speciale enfasi a questa contraddizione. Chiunque tenti di effettuare uno studio obiettivo dei cambi che hanno avuto luogo nella situazione mondiale nel periodo seguente alla Seconda Guerra Mondiale concorderà che questa valutazione del PCC è assolutamente corretta.
Il documento cinese avanza il punto fermo che i partiti proletari di questi paesi devono raccogliere la lotta contro l'imperialismo e la reazione interna. È una netta posizione in armonia con la linea generale del movimento comunista internazionale. Criticando il collaborazionismo di classe di qualsiasi tipo e non lasciando spazio per alcun dubbio il documento dichiara:

«Se il proletariato diventa la coda dei proprietari terrieri e della borghesia nella rivoluzione, nessun reale o completa vittoria nella rivoluzione democratica nazionale è possibile, e anche se una vittoria di qualsiasi tipo fosse ottenuta, sarebbe impossibile da consolidare» (pagg. 17-18)

Anche se insistendo sulla lotta antimperialista dei popoli oppressi e sull'importanza della lotta del proletariato nei paesi imperialisti, i paesi capitalisti non sono certo minimizzati. Il proletariato dei paesi capitalisti, soggetto alle minacce e alle pressioni dell'imperialismo USA deve lottare contro l'imperialismo USA e "il loro stesso" capitalismo monopolistico. La classe operaia non deve essere immersa nelle lotte per i bisogni giornalieri, cioè i bisogni del momento, ma dovrebbe condurre la lotta tenendo sempre in vista l'obiettivo a lungo termine della conquista del potere politico. Allo stesso tempo, sostenere attivamente le lotte rivoluzionarie dei popoli dei paesi oppressi è un dovere necessario del movimento della classe operaia nei paesi capitalisti, un dovere dal quale non può mai prescindere.

2. La politica estera dei paesi socialisti e la coesistenza pacifica
La politica estera dei paesi socialisti deve essere impostata in modo da non opporsi alla linea generale del movimento comunista internazionale. Anche se questa linea generale e la politica estera di un paese socialista sono interconnesse e corrispondono l'una con l'altra, è pericoloso confondere le due eguagliandole. Questo è esattamente ciò che Krusciov e soci hanno fatto. Se vogliamo rimuovere questa confusione ideologica dobbiamo quindi definire precisamente che cosa dovrebbe essere la politica estera di un paese socialista. Nel documento, il PCC l'ha definita così:

«Per noi, la linea generale della politica estera dei paesi socialisti dovrebbe avere il seguente contenuto: sviluppare relazioni d'amicizia, mutua assistenza e cooperazione tra i paesi nel campo socialista in accordo col principio dell'internazionalismo proletario; battersi per la coesistenza pacifica sulla base dei Cinque Princìpi con i paesi aventi sistema sociale diverso e opporsi alle politiche imperialiste di aggressione e di guerra; e sostenere e assistere alle lotte rivoluzionarie di tutti i popoli e le nazioni oppressi. Questi tre aspetti sono interconnessi e indivisibili, e non uno solo può essere omesso» (Ibid., pag. 36)

Isolare la politica di coesistenza pacifica che determina le relazioni coi paesi aventi sistemi sociali diversi e fare di questa politica la linea generale non solo della politica estera dei paesi socialisti ma quella dello stesso movimento comunista internazionale ─ questo è ciò che Krusciov e i suoi soci hanno fatto. L'opinione dei revisionisti è quella di stabilire relazioni basate sulla coesistenza pacifica con paesi aventi sistema sociale diverso, gli scopi della rivoluzione nazionale e internazionale possono essere raggiunti e la transizione al socialismo e al comunismo può essere resa facilmente. A questo il PCC dà la risposta:

«Il principio della coesistenza pacifica di Lenin è molto chiaro e prontamente comprensibile dalle persone comuni. La coesistenza pacifica prevede relazioni tra paesi con sistema sociale differente, e non deve essere interpretata a proprio piacimento. Non dovrebbe mai essere estesa ad applicare le relazioni tra paesi oppressori e paesi oppressi o tra classi oppresse e classi oppressori, e mai essere descritto come il principale contenuto della transizione dal capitalismo al socialismo, e ancora meno si dovrebbe asserire che la coesistenza pacifica è la strada dell'umanità per il socialismo. La ragione è che una cosa è praticare la coesistenza pacifica tra paesi a differente sistema sociale..........La lotta di classe, la lotta per la liberazione nazionale e la transizione dal capitalismo al socialismo nei vari paesi sono un'altra cosa. Esse sono tutte amare lotte rivoluzionarie tra la vita e la morte che puntano a cambiare il sistema sociale. La coesistenza pacifica non può sostituire la lotta rivoluzionaria dei popoli. La transizione dal capitalismo al socialismo in qualunque paese può avvenire soltanto attraverso la rivoluzione proletaria e la dittatura del proletariato in quel paese» (Ibid., pagg. 34-35)

Gettando ai quattro venti le posizioni basilari marxiste-leniniste, Krusciov e soci distorsero l'idea della coesistenza pacifica e tentarono di trasformarla nella linea generale del movimento comunista mondiale. Quando Mao e il PCC criticarono questa posizione revisionista, Krusciov e soci se ne vennero fuori con la contro-accusa che essi (Mao e il PCC) avevano scartato la politica di Lenin della coesistenza pacifica. La risposta del PCC a quest'accusa fu esposta a chiare lettere in "Due politiche di coesistenza pacifica diametralmente opposte", un articolo scritto unitamente dalle commissioni editoriali del Quotidiano del Popolo e di Bandiera Rossa. In questo articolo, scritto il 12 dicembre 1963, i problemi sono trattati con precisione.
Lenin formulò la politica di coesistenza pacifica come una continuazione della sua tesi che la rivoluzione in un paese solo è possibile. Dopo che la rivoluzione avrebbe trionfato in un solo paese, se il socialismo va costruito lì si può fare solo stando in mezzo a una cerchia di paesi capitalisti e imperialisti. Questo non equivale a dire che questo stato di cose continuerà per sempre. L'imperialismo non permetterà che la coesistenza pacifica continui. Solo essendo costantemente vigilanti contro gli attacchi e i sabotaggi dell'imperialismo un paese socialista può portare a compimento la sua politica di coesistenza pacifica. Per questa reale ragione, Lenin precisò nettamente che solo sulle basi della lotta un paese socialista può coesistere pacificamente con i paesi imperialisti.
Lenin precisò la necessità di assumere diverse posizioni in merito ai diversi paesi nel mondo capitalista per quanto concerne l'applicazione di questa politica. L'articolo cinese menzionato sopra dichiara anche che Lenin ha detto: "gli interessi fondamentali di tutti i popoli che soffrono per il giogo dell'imperialismo coincidono" e "la politica mondiale dell'imperialismo è guidare all'instaurazione di relazioni, alleanze e amicizia più strette fra tutte le nazioni oppresse". Lenin formulò la politica della coesistenza pacifica solo come approccio da avere verso i paesi a diverso sistema sociale da parte del proletariato che ha conquistato il potere politico. Inoltre, Lenin sottolineò sempre che le classi e le nazioni oppresse non possono coesistere con le classi e le nazioni oppressori.
Anche Stalin fece del suo meglio per difendere, sia in teoria che in pratica, l'internazionalismo proletario come il contenuto essenziale della politica estera dell'Unione Sovietica.
Mao e il PCC hanno formulato la politica estera della Cina basandosi su questi veri princìpi avanzati e praticati da Lenin e Stalin. Il PCC valutò che i cambiamenti nella situazione mondiale dopo la Seconda Guerra Mondiale hanno creato condizioni più favorevoli per la messa in pratica della politica di coesistenza pacifica. Le basi per tali condizioni favorevoli sono la crescita dei movimenti di liberazione nazionale e la nascita degli Stati nazionalisti. Praticando la politica di coesistenza pacifica in queste nuove condizioni, il PCC sostenne che è necessario assumere diversi approcci tenendo in conto le differenze dei paesi in questioni. Di conseguenza, il PCC differenziò i paesi non socialisti in tre categorie e formulò il loro approccio a essi. Questa differenziazione è avanzata nell'articolo sulla coesistenza pacifica pubblicato nel 1963.
Nella situazione che successe alla Seconda Guerra Mondiale, molteplici paesi dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina ottennero l'indipendenza politica; questi paesi costituiscono una categoria. In problemi come l'opposizione all'imperialismo, questi paesi sono d'accordo con gli interessi dei paesi socialisti. Per i paesi socialisti stringere legami intimi con questi paesi sulle basi della coesistenza pacifica pertanto è vantaggioso per la lotta antimperialista dei popoli. Tuttavia questo può essere fatto solo stringendo relazioni di principio basate sui Cinque Princìpi. I paesi sviluppati, che sono una categoria a parte, furono dunque divisi in due, vale a dire, paesi capitalisti e paesi imperialisti. Corrispondentemente con la crescita dei movimenti rivoluzionari e i movimenti di liberazione nazionale le contraddizioni tra i semplici paesi capitalisti e i paesi imperialisti e tra gli stessi paesi imperialisti si acuiscono, e utilizzando queste acutizzazioni è possibile per i paesi socialisti stabilire relazioni di coesistenza pacifica con alcuni di essi.
Differenziare i paesi in questa maniera e stringere relazioni con essi coerentemente ─ tutto questo è per applicare la coesistenza pacifica con paesi a diverso sistema sociale. Non bisogna mai farla diventare la linea generale della politica estera di un paese socialista. Anche applicando la politica di coesistenza pacifica, il contenuto essenziale della politica estera della Cina era di dare attivo sostegno ai movimenti di liberazione in Asia, Africa e America Latina, ai movimenti della classe operaia in Europa occidentale, Nord America e Oceania e a tutte le lotte rivoluzionarie dei popoli. Il PCC sotto la guida di Mao non ha mai deviato da questa politica basilare.
Ma l'approccio avuto da Krusciov e soci fu diametralmente opposto a ciò. L'articolo al quale ci riferivamo sopra spiega in parole precise la politica di Lenin della coesistenza pacifica e l'approccio di Krusciov a essa.

«La politica della coesistenza pacifica di Lenin è la politica seguita da un paese socialista nelle sue relazioni con paesi aventi sistemi sociali diversi, mentre Krusciov descrive la coesistenza pacifica come il principio supremo che governa le leggi della vita della moderna società.
La politica di Lenin della coesistenza pacifica costituisce un aspetto della politica internazionale del proletariato al potere, mentre Krusciov estende la coesistenza pacifica a linea generale per i paesi socialisti e anche più in là, a linea generale per tutti i partiti comunisti.
La politica di Lenin della coesistenza pacifica era diretta contro le politiche imperialiste di aggressione è basata sul punto fermo della lotta di classe internazionale, mentre la coesistenza pacifica di Krusciov si batte per sostituire la lotta di classe internazionale con la collaborazione di classe internazionale» (Due politiche di coesistenza pacifica diametralmente opposte, Pechino 1963, pagg. 20-21)


Certi punti basilari sono diretta conseguenza dell'esame di sopra. La linea generale del movimento comunista internazionale è formulata sulle basi della lotta di classe nazionale e internazionale. Non deve essere mescolata con la politica estera dei paesi socialisti: delle tre componenti della politica estera dei paesi socialisti, la più importante è l'internazionalismo proletario. Un'altra delle tre componenti, ossia la coesistenza pacifica, è solo una politica per stabilire relazioni con paesi aventi diverso sistema sociale. Estenderla e farne la linea generale della politica estera dei paesi socialisti e la linea generale del movimento comunista internazionale, come ha fatto Krusciov, è estremamente pericoloso. Ed è proprio questa strategia controrivoluzionaria di Krusciov che il PCC ha, sotto la guida di Mao, combattuto senza tregua.

3. Cambi nella situazione internazionale
Abbiamo detto sopra come, nel corso della lotta contro il revisionismo kruscioviano, la linea generale del movimento comunista internazionale fu correttamente definita. Ora abbiamo da investigare e vedere se la situazione mondiale ha visto verificarsi qualche cambiamento fondamentale da allora. È un fatto che la trasformazione dell'Unione Sovietica in un paese socialimperialista e la regressione della maggioranza dei paesi del campo socialista al capitalismo ha cambiato le condizioni del mondo. E il rapporto politico approvato dal nono congresso del PCC (1969) riflette questo cambiamento. Le quattro contraddizioni basilari nel mondo precisate nella Linea Generale del '63, sono elaborate ora nel 9° congresso:
"Il Presidente Mao ha dichiarato recentemente, «Dal momento che la questione della guerra mondiale è contemplata esistono due possibilità, l'una è che la guerra porterà alla rivoluzione e l'altra è che la rivoluzione preverrà la guerra». Questo è così perché ci sono principalmente quattro contraddizioni nel mondo oggi: la contraddizione tra nazioni oppresse da una parte e l'imperialismo e il socialimperialismo da quell'altra; la contraddizione tra il proletariato e la borghesia nei paesi capitalisti e revisionisti; la contraddizione tra i paesi imperialisti e socialimperialisti e quelle tra gli stessi paesi imperialisti; la contraddizione tra i paesi socialisti da una parte e l'imperialismo e il socialimperialismo da quell'altra. L'esistenza e la crescita di queste contraddizioni porta necessariamente alla rivoluzione".
Queste sono le stesse quattro contraddizioni basilari nel mondo definite da Lenin e Stalin e riaffermate dalla Linea Generale. Tuttavia, certi cambi significativi sono avvenuti in essi. Insieme all'imperialismo, il socialimperialismo è anch'esso piombato sulla scena come nemico dei popoli del mondo. Quindi in tutte le contraddizioni il socialimperialismo è anch'esso diventato un fattore da riconoscere. Inoltre, la contraddizione tra le nazioni oppresse e l'imperialismo che fu enfatizzata nel 1963 è ora messa in primo piano. Non è un nuovo punto di vista, nella Linea Generale avanzata dal PCC nella valutazione della situazione internazionale dopo la Seconda Guerra Mondiale la necessità per un tale approccio era già stata accennata. Tuttavia, definendo questa contraddizione come più importante, la peculiarità della nuova situazione è già venuta fuori. Ma ciò non significa che nessun cambio va fatto nella prospettiva della strategia rivoluzionaria mondiale avanzata nella Linea Generale del '63. Anche il Nono Congresso ha ripetutamente enfatizzato lo stesso approccio avanzato nella Linea Generale. Il Rapporto del 9° Congresso dichiara:

«Oggi, non è l'imperialismo, il revisionismo e la reazione, ma il proletariato e i popoli rivoluzionari di tutti i paesi che determinano il destino del mondo. I genuini partiti marxisti-leninisti e le organizzazioni di vari paesi, che sono composte dagli elementi avanzati del proletariato, sono una nuova forza nascente che ha prospettive infinitamente vaste. Il Partito Comunista Cinese è determinato a unirsi e a combattere insieme a loro...............; noi sosteniamo fermamente le lotte rivoluzionarie dei popoli di tutti i paesi; e sosteniamo fermamente tutte le giuste lotte di resistenza contro l'aggressione e l'oppressione dell'imperialismo USA e del revisionismo sovietico. Tutti i paesi e i popoli soggetti all'aggressione, al controllo, all'intervento o alla prepotenza dell'imperialismo USA e del revisionismo sovietico, si uniscano e formino il fronte unito più vasto possibile e rovescino i nostri comuni nemici» (Nono Congresso, pag. 48, Vichar Prakashan, 1969)

Da ciò è chiaro che la linea rivoluzionaria mondiale avanzata dal 9° Congresso del Partito è la stessa esposta nella Linea Generale. Il Rapporto del 9° Congresso considera le lotte rivoluzionarie dei popoli dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina, e i partiti marxisti-leninisti che guidano quelle lotte, come la forza principale contro l'imperialismo e il socialimperialismo. L'appello a organizzare il più vasto fronte unito dei paesi e dei popoli soggetti all'aggressione e all'interferenza è interamente differente dalla teoria collaborazionista di classe avanzata da Krusciov e dai suoi moderni discepoli. Le basi della linea generale avanzate dal movimento rivoluzionario mondiale nella nuova èra dopo la Rivoluzione d'Ottobre erano sempre quelle del vasto fronte unito dei movimenti proletari rivoluzionari nei paesi capitalisti e i movimenti di liberazione nei paesi coloniali e semicoloniali. È naturale che i paesi soggetti all'aggressione dall'imperialismo e dal socialimperialismo diventassero anch'essi parte di tale fronte unito. Quando il Kampuchea fu attaccato nel 1970, Mao lanciò un appello per la creazione di un fronte unito contro l'aggressione dell'imperialismo USA in Indocina. Conseguentemente, un fronte unito dei movimenti di liberazione e dei paesi indocinesi soggetti all'aggressione USA fu formato. Quel fronte unito godeva del fermo appoggio dei movimenti di liberazione, delle forze progressive e del proletariato di tutto il mondo. Quindi quel fronte unito divenne un fronte unito contro il nemico comune. Questa è sempre stata la natura del genuino fronte unito che le forze rivoluzionarie costruirono.
Anche il 10° Congresso del PCC tenuto nel 1973 avanzò la prospettiva per lo stesso fronte unito. Il Rapporto del 10° Congresso dichiara che la posizione assunta da Lenin e Stalin per valutare la situazione mondiale è rilevante anche ora: "Stalin disse: «Il leninismo è il marxismo dell'epoca dell'imperialismo e delle rivoluzioni proletarie». Questo è interamente giusto. Dalla morte di Lenin, la situazione mondiale ha attraversato grandi cambi. Ma l'epoca non è cambiata. I fondamentali princìpi del leninismo non sono superati; essi rimangono la base teorica che guida il nostro pensiero oggi". Da ciò è chiaro che le contraddizioni basilari nel mondo definite al tempo di Lenin e Stalin continuano a rimanere valide anche oggi. Il 10° Congresso difese anche le stesse identiche contraddizioni mondiali così come definite nel Rapporto del 9° Congresso. Questo dimostra che fino al 10° Congresso, tenuto nel 1973, nessun cambiamento fondamentale è intervenuto nella posizione tenuta dal PCC riguardo alla linea generale del movimento comunista mondiale. Il PCC sotto la guida di Mao ha sempre avanzato una linea rivoluzionaria del proletariato mondiale che differenzia correttamente i nemici di classe e le classi rivoluzionarie.
Il PCC ha riconosciuto il fatto che le lotte rivoluzionarie dei popoli dell'Asia, dell'Africa e dell'America Latina stanno emergendo come nuove forze. Questa è la ragione per cui il Nono e il Decimo Congresso del PCC misero maggiore enfasi sulla crescita di queste nuove forze. Il PCC sottolineò l'importanza delle lotte rivoluzionarie condotte dai popoli e dalle forze rivoluzionarie di queste regioni contro l'imperialismo e la reazione locale. A causa della crescita di queste forze rivoluzionarie, anche i capi di Stato reazionari in questi paesi sono costretti qualche volta a esprimere sentimenti antimperialisti, almeno a parole. Il compagno Charu Mazumdar ha valutato questa nuova situazione: "Anche ora essi non possono mettere in pratica la loro cospirazione per scatenare una Guerra Mondiale. Essi non sono capaci di far questo a causa della forza crescente della guerra popolare mondiale, della posizione presa dai piccoli e medi paesi di votare per portare la Cina Popolare alle Nazioni Unite ignorando l'opposizione delle due superpotenze, che attuano il limite delle 200 miglia nautiche a quei paesi che si oppongono alle minacce delle superpotenze, la decisione presa da essi di innalzare i prezzi del petrolio e altre decisioni simili. Questi sviluppi non hanno precedenti e sono una parte vitale della lotta antimperialista mondiale. Quindi la Cina saluta questi sviluppi. Ma questo non vuol dire che in tutti questi piccoli e medi paesi la borghesia nazionale è venuta al potere nottetempo. Il potere statale è ancora nelle mani della borghesia compradora. Ma anche con loro la contraddizione con l'imperialismo è visibile. Oggi, la borghesia compradora è costretta a riflettere nella sua politia estera le contrddizioni tra i popoli di questi paesi e l'imperialismo. Questo è un evento senza precedenti nella politica mondiale. I reazionari sono oggi costretti a fare le loro mosse dando grande importanza alla forza del popolo" (Lettera ai compagni di Tripura; aprile 1972; tradotto [in inglese] dal Malayalam)
Il tentativo fatto dagli agenti di Teng in India di usare questa valutazione del compagno Charu Mazumdar basata su una netta valutazione di classe per giustificare la "Teoria dei Tre Mondi" dei revisionisti cinesi è ridicola. Ciò che il compagno Charu Mazumdar ha precisato è che a causa del rafforzamento delle forze rivoluzionarie dei popoli gli Stati compradori sono talvolta costretti ad assumere una posizione antimperialista. La "Teoria dei Tre Mondi" di Teng dà enfasi all'unità tra gli Stati reazionari anziché all'unità tra i popoli rivoluzionari. La posizione del compagno Charu Mazumdar è abbastanza contraria a questo. Egli definisce correttamente il contenuto di classe della terza forza emergente a livello globale come segue: "L'importanza di questo 1° Maggio è l'emersione dela terza forza nel mondo, quella terza forza cresce con l'intensificazione dei movimenti di liberazione in tutti i paesi e le nazioni in aggiunta alle forze socialiste e alle forze imperialiste. È dovere del proletariato unirsi con queste forze" (Discorso del 1° Maggio 1972; tradotto [in inglese] dal Malayalam). Da ciò è molto chiaro che, fino a che il compagno Charu Mazumdar era coinvolto, la terza forza emergente nel mondo non era altro se non il movimento di liberazione dei popoli rivoluzionari di tutti i paesi.
Il PCC sotto la guida di Mao non ha mai esteso il riconoscimento di tale terza forza per tirar su un fronte unito di governi reazionari al posto di un fronte unito tra i popoli rivoluzionari. Mao si oppose agli opportunisti che provarono a mescolare le relazioni coi paesi aventi diverso sistema sociale con la linea generale del movimento comunista internazionale. Mao che ha smascherato tale rozzo opportunismo di Krusciov e compagnia non ha mai deviato da questa posizione di principio. È in questo contesto che dovremmo esaminare le osservazioni di Mao circa la differenziazione del mondo in tre parti. Teng e i suoi seguaci stanno proiettando queste osservazioni di Mao come la sola base sulla quale essi connettono il suo nome con la loro "Teoria dei Tre Mondi". Essi pretendono che Mao avrebbe fatto la seguente osservazione nella sua conversazione col leader africano Kenneth Kaunda nel febbraio del 1974: "Sono dell’opinione che gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica costituiscono il primo mondo. Il Giappone, l’Europa e il Canada, sostenitori della linea di centro, appartengono al secondo. Noi apparteniamo al terzo mondo. Il terzo mondo ha una grande popolazione. Tolto il Giappone, tutta l’Asia appartiene al terzo mondo, tutta l’Africa appartiene al terzo mondo e l’America Latina altrettanto" (Quotidiano del popolo, 1 novembre 1977)
L'attuale leadership cinese ha ammesso che per connettere il nome di Mao con la loro "teoria dei tre mondi" non ha nessun documento ufficiale o articolo eccetto simili vaghe osservazioni. Per capire il vero significato di questa osservazione di Mao che differenzia il mondo in tre parti, uno deve solo esaminare i documenti del Quarto Congresso Nazionale del Popolo convocato nel gennaio del 1975. Il Comunicato Stampa emesso il 17 gennaio 1975 circa la Prima Sessione del Congresso del Popolo dice: "Il Congresso ha sottolineato che dovremmo continuare ad attuare la linea rivoluzionaria del Presidente Mao negli affari esteri; difendere l'internazionalismo proletario, rafforzare la nostra unità con i paesi socialisti e i popoli oppressi e le nazioni oppresse del mondo; allearci con tutte le forze con cui possiamo allearci; sostenere risolutamente il terzo mondo nella sua lotta per ottenere o salvaguardare l'indipendenza nazionale, difendere la sovranità nazionale e sviluppare l'economia nazionale; e sostenere i paesi e i popoli del secondo mondo nella loro lotta contro il controllo, le minacce e la prepotenza delle superpotenze". La linea rivoluzionaria del Presidente Mao negli affari esteri è spiegata allo stesso modo del rapporto presentato. Spiegando la politica estera della Cina, esso dice: "Il Terzo Mondo è la forza principale nel combattere il colonialismo, l'imperialismo e l'egemonismo. La Cina è un paese socialista in via di sviluppo che appartiene al terzo mondo". Questi documenti del Congresso del Popolo rendono chiaro che dividere il mondo in tre parti e includere la Cina nel terzo mondo erano problemi ufficialmente accettati in Cina.
Insieme a ciò, anche un altro punto è reso chiaro da questi documenti. Ciò che è spiegato qui è la linea rivoluzionaria del Compagno Mao nella politica estera che la Cina dovrebbe attuare in quanto Stato socialista. Abbiamo già visto le tre componenti interconnesse e indivisibili della politica estera di uno Stato socialista. Quelle tre componenti sono incluse qui. Anche qui, all'internazionalismo proletario è data la preminenza. Gli stretti legami con gli Stati socialisti e il sostegno alle nazioni e ai popoli oppressi sono spiegati. È sulla questione dell'instaurazione di relazioni con paesi a differente sistema sociale che essi sono divisi in tre mondi. Abbiamo già, spiegando la politica di coesistenza pacifica, precisato come i paesi nel mondo aventi differenti sistemi sociali fossero divisi in tre categorie nel 1963. Questa differenziazione è presentata più chiaramente qui nel rapporto al Congresso del Popolo nel 1975. Per stabilire relazioni con paesi a differente sistema sociale basate sul principio della coesistenza pacifica come una parte della politica estera di un paese socialista, è sempre conveniente e utile una simile divisione. Questa divisione del mondo in tre parti è qualcosa di simile alla divisione del mondo in tre parti di Lenin nel rapporto presentato al Secondo Congresso dell'Internazionale Comunista tenuto nel 1920. Lenin ci ricordò che dovremmo avere questa immagine nella mente quando consideriamo le contraddizioni principali nel mondo. Rispetto alla divisione del mondo di Mao possiamo dire anche noi la stessa cosa (questa dichiarazione di Lenin fu citata fuori dal contesto e distorta da Teng e i suoi seguaci nel loro articolo del Quotidiano del Popolo del 1° novembre 1977, per giustificare la loro controrivoluzionaria "Teoria dei Tre Mondi"). Ma esponendo la strategia rivoluzionaria globale del proletariato, Lenin enfatizzò la divisione internazionale delle forze di classe. Lenin differenziò il proletariato in paesi capitalisti e le masse lavoratrici del popolo nei paesi coloniali e semicoloniali da una parte dalle forze imperialiste e i loro lacché in tutti i paesi dall'altra parte. La divisione di Mao del mondo in tre parti è solo una utile guida per attuare la politica di coesistenza pacifica nello stabilire relazioni con paesi a differente sistema sociale in continuazione della politica estera di uno Stato socialista. Proprio come Krusciov e compagnia estesero la politica di coesistenza pacifica, prima come linea generale di uno Stato socialista e poi come la linea generale del movimento comunista mondiale, Teng e i suoi seguaci stanno provando a distorcere la divisione di Mao in tre mondi come la strategia rivoluzionaria globale del proletariato.
Come il PCC sotto la guida di Mao ha fatto, se la divisione del mondo in tre parti è usata per attuare correttamente la politica di coesistenza pacifica, come una componente della politica di uno Stato socialista, essa può aiutare lo sviluppo del movimento rivoluzionario mondiale. Solo quando confinata a quel limite c'è un significato nell'inclusione della Cina nel terzo mondo. Mao ha incluso la Cina nel terzo mondo proprio come Lenin incluse la Russia socialista tra le nazioni oppresse nel 1920. Allo stesso tempo, considerando le relazioni di classe rispetto alla strategia rivoluzionaria globale sarà estremamente pericoloso mescolare i paesi socialisti con i paesi coloniali e semicoloniali del terzo mondo.

4. La "Teoria dei Tre Mondi" di Teng Hsiaoping
La tendenza revisionista rappresentata da Teng Hsiaoping in Cina sta facendo del suo meglio per seguire Krusciov nel problema della politica estera tanto quanto nella politica interna. A tal fine, Teng e seguaci usarono tutte le opportunità possibili. Proprio come aveva fatto Krusciov, anche i revisionisti della Cina stavano facendo tentativi per convertire la differenziazione di Mao dei tre mondi nella strategia per la rivoluzione mondiale. Alla conferenza speciale sui materiali greggi tenuta nell'aprile 1974 all'ONU, Teng, in qualità di capo della delegazione cinese, tenne un discorso provando a travisare la differenziazione dei tre mondi in questo modo. Questa Conferenza fu presenziata da dirigenti rappresentanti di paesi aventi diverso sistema sociale. Fino a che la Cina era interessata, in una simile conferenza, ciò che doveva fare, come paese socialista, era di presentare l'approccio basato sulla coesistenza pacifica, che è una delle componenti della sua politica estera. E infatti questo è anche il carattere fondamentale del discorso di Teng. Ma nel discorso Teng effettua un tentativo di negare l'importanza della lotta di classe provando a stabilire che tutti i problemi economici e politici di fronte ai paesi del terzo mondo possono essere risolti ricorrendo a relazioni basate sulla coesistenza pacifica.
Tuttavia, poiché la lotta contro coloro che avevano preso la via del capitalismo veniva portata avanti in Cina (e come risultato, Teng fu rimosso da tutte le posizioni di potere nel partito e nello Stato), i tentativi di Teng di travisare la politica estera non avanzarono. Ma, in seguito alla morte di Mao, Hua Kuofeng e soci misero in scena il golpe militare, coloro che avevano preso la via del capitalismo conquistarono il potere e con rinnovato vigore essi iniziarono ad attuare la linea di Teng nei problemi tanto interni quanto esteri. È dopo la totale riabilitazione di Teng Hsiaoping nel luglio 1977 che la "Teoria dei Tre Mondi" fu avanzata nella sua presente forma (all'11° Congresso del PCC tenuto nell'agosto di quell'anno).
Nel rapporto politico presentato da Hua Kuofeng la "Teoria dei Tre Mondi" è stata descritta come la strategia globale rivoluzionaria del proletariato. Nel rapporto Hua Kuofeng dice: "La tesi del Presidente Mao che differenzia i tre mondi che espose nel 1974 è di profondo e lungimirante significato. Applicando il metodo dell'analisi di classe, egli studiò i cambi nello sviluppo delle principali contraddizioni nel mondo contemporaneo, la divisione e il riallineamento delle diverse forze politiche e dello status politico ed economico di ogni paese nel contesto internazionale e di conseguenza arrivò a questa conclusione scientifica concernente l'odierna situazione nel mondo. Le due potenze egemoniche, l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti, sono le due più grandi sfruttatrici e oppressori internazionali di oggi e i nemici comuni dei popoli del mondo. I paesi del terzo mondo soffrono la peggiore oppressione e quindi mettono su la resistenza più forte; essi sono la forza principale nel combattere l'imperialismo, il colonialismo e l'egemonismo. I paesi del secondo mondo hanno un doppio carattere; da una parte essi opprimono, sfruttano e controllano i paesi del terzo mondo, e dall'altra parte essi sono controllati, minacciati e vittime della prepotenza di entrambe le potenze egemoniche in vari gradi. La tesi del Presidente Mao che differenzia i tre mondi dà un corretto orientamento alla presente lotta internazionale e definisce chiaramente le principali forze rivoluzionarie, i nemici principali e le forze intermedie che possono essere conquistate e unite, consentendo al proletariato internazionale di unire tutte le forze che possono essere unite per formare il più vasto fronte unito nella lotta di classe contro i nemici principali sull'arena mondiale. Questa formulazione strategica si conforma ai requisiti strategici delle attuali lotte del proletariato internazionale e dei popoli e delle nazioni oppresse del mondo e anche delle lotte per il trionfo del socialismo e del comunismo. È la corretta formulazione strategica e tattica per il proletariato mondiale nell'èra presente e la sua linea di classe nella sua lotta internazionale" (Peking Review, N° 35, 1977). Infatti, né Mao né il PCC sotto la sua guida hanno mai avanzato una simile tesi. Spiegando le due politiche concernenti la coesistenza pacifica, lo stesso Mao nel 1964 ha indicato la differenziazione dei paesi a diverso sistema sociale in tre categorie: nel 1974 egli ha meramente reso questa definizione più precisa. Ma questo non costituisce alcuna differenza al fatto che la differenziazione in tre mondi è solo una questione correlata alla politica di coesistenza pacifica. Anche il Quarto Congresso del Popolo del 1975 ha reso ciò chiaro oltre l'ombra del dubbio che questa differenziazione in tre mondi è solo una componente della politica estera. Dall'altra parte fu la cricca Hua-Teng che la ha estesa e la ha resa una simile tesi pretendendo che fosse la strategia del proletariato mondiale e la linea di classe della sua lotta internazionale. È stato all'11° Congresso che questa definizione è stata avanzata. Tutte le critiche enumerate dal PCC contro Krusciov su come egli ha volgarizzato e utilizzato la politica di Lenin di coesistenza pacifica sono totalmente applicabili anche alla cricca Hua-Teng. È esattamente nello stile kruscioviano che questa cricca revisionista ha deciso di convertire la differenziazione in tre mondi di Mao nella strategia globale del proletariato.
La delucidazione ufficiale della "Teoria dei Tre Mondi" presentata nella sua nuova forma fu esposta il 1° novembre 1977 in un articolo pubblicato dal Quotidiano del Popolo. In questo articolo i revisionisti ammettono indirettamente che la differenziazione in tre mondi di Mao concerne in realtà le relazioni tra i paesi e che la "Teoria dei Tre Mondi" di loro fattura si riferisce alla lotta di classe internazionale. Essi hanno scritto: "In apparenza, questa teoria del Presidente Mao sembra coinvolgere solo le relazioni tra i paesi e tra le nazioni nel mondo attuale, ma in sostanza, essa porta direttamente alla questione vitale delle lotte di classe su scala mondiale". Questo contiene un'onesta spiegazione della Teoria dei Tre Mondi. In contrasto con ciò che Teng e la sua razza dicono, non è il caso di spiegare che la differenziazione in tre mondi di Mao sembra essere così, ma in realtà è solo a proposito delle relazioni tra paesi. I miserabili revisionisti presentano la "Teoria dei Tre Mondi" in opposizione a ciò come la tesi della lotta di classe internazionale.

5. La collaborazione di classe al suo apice
Il fattore decisivo della lotta di classe globale è la lotta di classe interna in ciascun paese. Il fronte unito su scala globale dev'essere costruito solo in tale direzione in modo da assistere la lotta di classe interna. Al contrario, non dare importanza alla lotta di classe interna col pretesto di facilitare la costruzione del fronte unito a livello globale è veramente minare la lotta contro le superpotenze. Ciò che la "Teoria dei Tre Mondi" fa è proprio questo. Essa imposta il fronte unito a livello globale come il principale fattore nella lotta contro le superpotenze. Il risultato naturale di ciò è che la lotta di classe interna è relegata in secondo piano, effettivamente ignorata. In breve, il fronte unito previsto dalla "Teoria dei Tre Mondi" diventa lo strumento della collaborazione di classe a livello globale.
Per capire se è la lotta di classe o la collaborazione di classe che la "Teoria dei Tre Mondi" sta avanzando, guardiamo a questa spiegazione dell'articolo del Quotidiano del Popolo: "Prima della Seconda Guerra Mondiale, la lotta antimperialista delle nazioni oppresse spesso mancava fortemente, sostenuta a livello globale. Le cose sono diverse oggi. Il mutuo sostegno tra i paesi del terzo mondo, inclusi i paesi socialisti, e tra le forze che si oppongono all'aggressione, compreso il proletariato internazionale, ha reso possibile per i paesi del terzo mondo e i popoli di giocare un ruolo anche più effettivo come la forza principale nella lotta contro l'imperialismo e l'egemonismo. Esercitando il potere statale nelle loro mani i paesi indipendenti del terzo mondo hanno ottenuto spazi più vasti e ciò vuol dire che portano avanti la lotta in misura maggiore rispetto al passato, e possono migliorare costantemente la loro cooperazione e prendere iniziative comuni" (il corsivo è nostro ─ K. Venu). Ciò che essi intendono con lotta dei paesi del terzo mondo è chiaro come la luce del sole. Quando essi parlano di unità e mutuo sostegno tra i paesi del terzo mondo, essi intendono in realtà unità e mutuo sostegno tra quelli che mantengono il potere statale in quei paesi.
Chi sono esattamente coloro che detengono il potere statale nei paesi del terzo mondo? Prendiamo la stessa India, come esempio di un paese del terzo mondo. Anche se nel 1947 i britannici terminarono il loro dominio coloniale diretto, l'India continua ancora oggi a essere un paese semicoloniale dominato da diverse potenze imperialiste. Le sue classi dominanti sono la borghesia burocratica compradora e i feudali, agenti dell'imperialismo e del socialimperialismo. Queste classi non hanno un interesse genuino nel riguadagnare l'indipendenza nazionale dell'India ponendo fine alla sottomissione all'imperialismo. Naturalmente non è la stessa cosa che dire sia che l'India è nelle condizioni di una mera colonia o che le classi dominanti indiane non hanno assolutamente nessuna contraddizione con l'imperialismo. A un certo punto le classi dominanti interne di una semicolonia possono avere un'esistenza indipendente, ma esse non hanno interesse a sviluppare questa limitata indipendenza in una completa indipendenza nazionale a tutti gli effetti. Al contrario, il loro tentativo è quello di andare in offerta al prezzo più alto per allearsi con diverse potenze imperialiste. Poi, come il compagno Charu Mazumdar ha precisato ultimamente, come risultato della crescente forza del popolo combattente le classi dominanti sono costrette ad esprimere un certo carattere antimperialista anche se solo a parole. Nondimeno, da questo non dovremmo trarre la conclusione che esse sono diventate protettrici degli interessi nazionali; esse continuano infallibilmente a conservare il loro principale carattere comprador. Esse non potranno mai dare la guida della lotta antimperialista al popolo indiano. Nell'ottica di uno Stato che non sia servile a nessun imperialismo e che salvaguardi la libertà nazionale dell'India e che realizzi l'esistenza dell'indipendenza dell'India, la rivoluzione di nuova democrazia deve essere portata avanti fino alla vittoria scatenando una lotta rivoluzionaria di lunga durata contro le attuali classi dominanti e i loro padroni imperialisti e socialimperialisti fino a che non saranno totalmente seppelliti. Un'immagine quasi identica è presentata dalla vasta maggioranza dei paesi semicoloniali dell'Asia. In quasi tutti i paesi latinoamericani, le dittature militari controllate direttamente o indirettamente dall'imperialismo USA sono al potere. I paesi sottosviluppati dell'Africa sono anch'essi entro l'ambito imperialista e socialimperialista.
Stando così le cose, dire che la maggioranza degli Stati del terzo mondo guideranno la lotta antimperialista non è nulla se non un tentativo di ingannare i popoli dei paesi del terzo mondo. Di fatto, la "Teoria dei Tre Mondi" sostiene che il dovere dei popoli oppressi e delle forze rivoluzionarie dei paesi del terzo mondo è quella di dare sostegno ai "loro" capi di Stato, che non sono altro che schiavi (di vecchio tipo o "moderni") dell'imperialismo e del socialimperialismo. Dopo aver valutato gli Stati del terzo mondo come rappresentanti di quei paesi e poi aver lanciato l'appello per un fronte unito di quei paesi attraverso quegli Stati, che significato può dare uno al borbottio sulla lotta di classe in quei paesi? Chiunque abbia occhi per vedere non può fare a meno di vedere che, mentre esalta a parole la lotta di classe, la "Teoria dei Tre Mondi" accarezza in pratica la collaborazione di classe. Ed è precisamente la collaborazione di classe la reale quintessenza di questa "teoria".
Questa posizione della "Teoria dei Tre Mondi" è diametralmente opposta all'essenza della rivoluzione di nuova democrazia. Tutti coloro che difendono il marxismo-leninismo-Pensiero di Mao hanno riconosciuto che la strada della rivoluzione nei paesi del terzo mondo è la strada della rivoluzione di nuova democrazia sviluppata da Mao. La teoria e la pratica della rivoluzione di nuova democrazia ci insegna che nella nuova èra dopo la Rivoluzione d'Ottobre, le rivoluzioni democratiche antimperialiste e antifeudali sotto la guida della borghesia come un tempo non può avere luogo nei paesi coloniali e semicoloniali, e che la lotta antimperialista può essere completata solo attraverso la rivoluzione di nuova democrazia, combinando in quest'ultima tutte le classi rivoluzionarie sotto la guida della classe operaia. In tutti questi campi dove la lotta antimperialista sotto la guida della classe operaia non ha ottenuto la vittoria, è la borghesia burocratica compradora e feudale, al servizio dei vari imperialismi a diversi livelli, che ha preso il potere. È solo quando sia la guerra civile che la guerra nazionale per spazzare via queste classi dominanti e i loro padroni hanno avuto successo sotto la guida della classe operaia che i paesi del terzo mondo si libereranno dal giogo imperialista. Ma la "Teoria dei Tre Mondi", postulando che la lotta antimperialista può essere portata avanti solo sotto la guida delle esistenti classi dominanti dei paesi del terzo mondo, ha totalmente rinunciato alla rivoluzione di nuova democrazia, per cui ha pugnalato alle spalle la lotta rivoluzionaria in via di sviluppo in questi paesi sotto la guida della classe operaia.
Dando via l'essenza collaborazionista della "Teoria dei Tre Mondi", il Quotidiano del Popolo prosegue: "Ci sono naturalmente lotte tra le differenti forze politiche negli stessi paesi del terzo mondo. Alcune sono rivoluzionarie che si battono fermamente per portare avanti la rivoluzione di nuova democrazia. Altre sono progressive e intermedie a vari livelli. Poche altre sono reazionarie. E ci sono pure alcuni agenti dell'imperialismo o del socialimperialismo. Simili fenomeni sono inevitabili dal momento che ci sono classi, dal momento che vi è un proletariato, una classe contadina e una piccola-borghesia e una borghesia variegata e i proprietari terrieri e altre classi sfruttatrici. Tuttavia questa situazione complessa non incide sul fatto principale che i paesi del terzo mondo sono la forza principale nella lotta contro l'imperialismo e l'egemonismo. Qualunque siano le differenze nelle condizioni politiche dei paesi del terzo mondo, esse non possono cambiare la fondamentale contraddizione tra l'imperialismo e l'egemonismo da una parte e i paesi e i popoli del terzo mondo dall'altra" (il corsivo è nostro ─ K. Venu).
Questo, gli agenti dell'imperialismo e del socialimperialismo che detengono il potere nei paesi del terzo mondo, è un fatto che non può essere negato. Nelle circostanze sono questi servitori imperialisti e socialimperialisti che compaiono sulla scena internazionale e rappresentano questi paesi. Tuttavia, agli occhi dei teorici del Terzo Mondo, la questione di questi agenti non è di così tanta importanza. Essi dicono che in quei paesi "ci sono pure alcuni agenti dell'imperialismo o del socialimperialismo". Ciò che questa dichiarazione implica è che il ruolo di questi agenti è abbastanza trascurabile. In questo modo la "Teoria dei Tre Mondi" nasconde il decisivo ruolo giocato da questi agenti nella preparazione del terreno per il saccheggio imperialista e socialimperialista di questi paesi, con ciò tentando di salvare i reali nemici in questi paesi dagli attacchi del popolo. Mascherando la reale contraddizione che esiste tra i popoli e i loro nemici interni in ciascun paese i teorici del Terzo Mondo chiedono ai popoli oppressi di seguire la politica di aperta collaborazione di classe. Ciò è in opposizione diretta alla linea rivoluzionaria di classe seguita dal movimento comunista internazionale fino a oggi.
Non è solo ai popoli dei paesi del terzo mondo che la "Teoria dei Tre Mondi" raccomanda di seguire questa politica di collaborazione di classe. Secondo i teorici del Terzo Mondo, il problema principale che il secondo mondo affronta oggi è quello di proteggere la sua indipendenza nazionale contro l'aggressione delle due superpotenze, specialmente il socialimperialismo sovietico. Citando fuori dal contesto le parole di Engels e Lenin che giustificano la guerra nazionale, questi teorici argomentano che i paesi del secondo mondo stanno affrontando una guerra nazionale contro l'aggressione imperialista. Esso fu l'aspetto caratteristico della politica revisionista della 2nda Internazionale (che Lenin così spietatamente smascherò) di descrivere le guerre che derivavano dalla rivalità imperialista come guerre nazionali e argomentare che le forze rivoluzionarie avrebbero dovuto prestare supporto a simili guerre. Questa stessa politica opportunista, che i bolscevichi sotto la guida di Lenin sconfissero così a fondo durante la Prima Guerra Mondiale, ha ora cercato di essere sollevata sulle forze rivoluzionarie in una forma mascherata dai teorici del Terzo Mondo.
La conseguenza pratica di una tale posizione finché riguarda i movimenti proletari del primo e secondo mondo è questa: "In questi paesi non c'è al momento attuale una situazione rivoluzionaria per l'immediata presa del potere" (articolo del Quotidiano del Popolo). Sotto queste circostanze il compito del movimento rivoluzionario di questi paesi è affermato quello di dare supporto ai paesi del terzo mondo. Ma abbiamo visto cosa si intende con "dare supporto ai paesi del terzo mondo". Proprio come fu teorizzato che le forze rivoluzionarie dei paesi del terzo mondo avrebbero dovuto sostenere gli Stati dei loro rispettivi paesi (in nome dell'opposizione all'imperialismo), la "Teoria dei Tre Mondi" sostiene non solo che il proletariato dei paesi capitalisti avanzati dovrebbe rinunciare alla lotta per il potere politico ma che dovrebbe sostenere gli Stati oppressori nei loro rispettivi paesi (in nome dell'indipendenza nazionale e della difesa nazionale). E poi, dal momento che tra le superpotenze, il socialimperialismo sovietico è il pericolo maggiore, la classe operaia deve puntellare perfino l'alleanza che il "loro" Stato stringe con l'imperialismo USA contro il socialimperialismo sovietico. In altre parole, i movimenti della classe operaia dell'Europa occidentale devono supportare la NATO (che è guidata dall'imperialismo USA) contro il Patto di Varsavia (che è guidato dal socialimperialismo sovietico)!
Da tutto questo emerge chiaramente un punto. Le possibilità per la collaborazione aperte dalla "Teoria dei Tre Mondi" sono illimitate. Esse non sono confinate solo ai paesi coloniali e semicoloniali. Nei paesi capitalisti avanzati, questa "teoria" si è spinta fino alle possibilità di fronte per la collaborazione di classe non solo meramente dei movimenti della classe operaia con le classi dominanti ma anche con le stesse superpotenze! Davvero i teorici del Terzo Mondo hanno superato Krusciov nell'universalizzare la collaborazione di classe!

6. Il fronte unito come strumento di collaborazione di classe
La questione del fronte unito, che costituisce la pietra miliare della "Teoria dei Tre Mondi", è stata infatti avanzata come condizione per attuare questa collaborazione di classe universale. Ora, i marxisti-leninisti a ogni congiuntura storica costituiscono fronti uniti sulla base di specifiche analisi di classe. Per esempio, durante la fase della rivoluzione di nuova democrazia il fronte unito formato con la piccola borghesia, altri strati intermedi ed elementi della borghesia nazionale è un fronte unito basato su una netta analisi di classe. Nella fase della guerra civile della lotta antimperialista, i marxisti-leninisti non saranno mai d'accordo nell'includere nel fronte unito le classi dominanti che sono il nemico interno. Anche quando l'imperialismo ha commesso un'aggressione militare diretta, è solo isolando questi nemici interni che stanno rendendo uno sporco servizio a quell'imperialismo che il fronte unito può essere esteso. Poi, il carattere di tale fronte unito sarà determinato nell'analisi finale dalle condizioni concrete esistenti in ciascun paese in ciascun periodo. Ed è la prospettiva di classe che opera alla base di tale fronte unito. Ciononostante, sotto certe condizioni in tempo di guerra o in tali situazioni di uguale emergenza, accade che compromessi (giunti non impiegando la prospettiva di classe ma solamente la pura considerazione della situazione specifica) anche col nemico a volte, o, in certe altri condizioni, temporanee alleanze a breve termine vanno fatte. Ma nessuna di queste misure adottate costituisce la base per l'approccio strategico, a lungo termine, dei marxisti-leninisti. Al contrario, il fronte unito strategico è costruito sulla base dell'analisi di classe. I compromessi e le alleanze temporanei, a breve termine, fatte sotto condizioni d'emergenza sono solo tattici. Confondere questi due, ed erodere la linea di demarcazione tra essi è una chiara manifestazione di prospettiva opportunista. Questo opportunismo è il "marchio di garanzia" della "Teoria dei Tre Mondi".
Sulla questione della costruzione di fronti uniti, esistono principalmente due tendenze erronee. Una di queste è questa: sotto nessuna circostanza dovremmo costruire un fronte unito o un'alleanza con chicchessia appartenente alla classe nemica. Questa è una deviazione di sinistra. Trotzki e i suoi seguaci che si opposero al trattato di Brest-Litovsk (sotto le particolari condizioni che seguirono la Rivoluzione d'Ottobre, il nuovo governo rivoluzionario aveva siglato questo trattato con la Germania) dicendo che esso è una resa al nemico, avevano commesso quest'errore. La critica del Partito del Lavoro d'Albania alla "Teoria dei Tre Mondi" deriva interamente da tale punto di vista. La loro posizione rivela chiaramente che anche se a parole giurano sul nome di Stalin, nei fatti è a Trotzki che i dirigenti albanesi sono leali.
Poi ci sono gli altri, rappresentanti della seconda tendenza, che teorizzando e generalizzando i compromessi e i fronti uniti fanno fatti sotto certe specifiche condizioni argomentano che compromessi e fronti uniti devono essere fatti con tutti e sotto tutte le circostanze; questo è opportunismo di destra. L'universale "fronteunitismo" che forma la base della "Teoria dei Tre Mondi" è il riflesso di tale teorizzazione opportunista di destra. L'articolo del Quotidiano del Popolo si rifà all'unità dell'Unione Sovietica con la Gran Bretagna, l'America e la Francia in un fronte (in seguito all'aggressione della Germania fascista nel 1941) come un fatto storico che giustifica la "Teoria dei Tre Mondi". È vero che già nel 1935, il Comintern aveva avanzato la politica di formare un vasto fronte unito contro il fascismo. Fu in generale un passo corretto. Ma allo stesso tempo, la conclusione di un patto di non aggressione tra l'Unione Sovietica e la Germania fascista nel 1939 dimostra che in pratica la questione di formare un fronte unito fu solo tattica. Specialmente nel corso della Guerra la natura dei fronti uniti cambiò secondo le necessità tattiche di ogni circostanza. Così, mentre l'Unione Sovietica dovette siglare un patto con la Germania nel 1939, ancora, nel '41 essa dovette entrare in un fronte anti-tedesco quando la Germania dichiarò guerra all'Unione Sovietica. E questo fronte durò solo fino alla fine della Guerra.
Anche questo concetto di fronte unito antifascista non fu propriamente capito da molti dei partiti comunisti sotto il Comintern. E anche il Comintern fu in parte responsabile di questa situazione. Tutti questi partiti comunisti che entrarono in questo fronte antifascista si trainavano dietro alla borghesia dei loro rispettivi paesi. Quindi questi partiti non potettero utilizzare la favorevole condizione oggettiva per la rivoluzione che presto emerse: essi erano già degenerati in partiti revisionisti. Solo il PCC e l'EPL potettero assumere un corretto approccio riguardo al fronte unito e pertanto guidare la loro rivoluzione al successo. Tutto questo dimostra quanto cruciale è l'approccio di uno verso il fronte unito.
Similmente, dire che un fronte unito come quello formato sotto certe condizioni specifiche dovrebbe essere formato sotto circostanze radicalmente differenti è anch'esso opportunismo di destra. Per esempio, rifarsi al fronte unito fatto con Chiang Kaishek dal Partito Comunista Cinese nel periodo 1937-'45 e innalzandolo a modello per i paesi semicoloniali da seguire per l'intero periodo della rivoluzione di nuova democrazia è una tale deviazione di destra. Non dovrebbe essere dimenticato che fu solo per otto anni nell'intero periodo della rivoluzione cinese (che si estese dal 1924 al '49) che questo fronte unito esistette. Nel periodo 1927-'36 quando la guerra civile infuriava in Cina, le classi dominanti rappresentate da Chiang Kaishek costituivano il nemico principale. Fu solo quando la guerra civile cambiò, contro lo scenario dell'aggressione diretta da parte dell'imperialismo giapponese, che un fronte unito con Chiang Kaishek divenne possibile. Ancora, nel periodo 1945-'49 quel fronte unito divenne impraticabile. Se in questo periodo (cioè 1945-'49) il Partito Comunista Cinese avesse dimostrato carenza di vigilanza nel combattere contro Chiang Kaishek, la rivoluzione cinese avrebbe potuto affrontare un grosso regresso.
Gli opportunisti come Satyanarain Singh in India avanzarono la tesi di costruire un fronte unito con le classi dominanti filoamericane tracciando un parallelo col fronte unito con Chiang Kaishek. Argomentare che un fronte unito come quello formato in Cina quando la guerra nazionale stava imperversando lì dev'essere costruito in India dove la fase ora è quella della guerra civile non è altro che aperto collaborazionismo di classe. La "Teoria dei Tre Mondi" è arrivata come un dono a questi opportunisti che erano già ben incamminati su questa strada di collaborazione con le sezioni pro-USA delle classi dominanti. Ora è diventato abbastanza facile per questi opportunisti asserire che la loro alleanza con le classi dominanti indiane è una parte del vasto fronte unito globale che include l'imperialismo USA. È già diventato ovvio come la "Teoria dei Tre Mondi" ben si confà ai rinnegati come Satyanarain Singh.
Un'altra organizzazione pro-Teng, quella guidata da Vinod Mishra, sta anch'essa cercando di attuare la "Teoria dei Tre Mondi" costruendo un fronte unito sulla stessa via. Prima di tutto, essi valutano l'attuale governo indiano come un governo filosovietico, autocratico, e quindi propongono, nel nome di un'alternativa nazionale, di costruire un fronte unito antigovernativo includendo tutti gli elementi che sono contro il governo. In pratica, questa politica ha finito per organizzare qualche organizzazione-guazzabuglio qua e là principalmente sotto la guida delle classi dominanti filoamericane e i loro rappresentanti politici. Quindi, per questi popoli, questi cosiddetti fronti uniti rimpiazzano il programma originario di costruire fronti uniti di classe secondo le necessità della rivoluzione di nuova democrazia. Contemporaneamente, quando la rivoluzione indiana sta attraversando la fase della guerra civile, questi opportunisti stanno provando a costruire un fronte apertamente collaborazionista di classe puntando definitivamente a indebolire la lotta di classe. Questo mostra come la "Teoria dei Tre Mondi" può giocare un ruolo controrivoluzionario nell'indebolire la lotta di classe che stava -e sta- essendo ferocemente combattuta, e nel trasformarla in un guazzabuglio collaborazionista di classe.
Già un'altra organizzazione, la fazione "Guerra Popolare" del PCI(m-l), che stava assumendo un'aperta posizione pro-Teng fino all'inizio del 1981, si è successivamente spostata su una posizione centrista. Essi hanno cominciato ora a criticare l'attuale dirigenza del PCC per essersi opposta alla Rivoluzione Culturale e a molte altre politiche intraprese da Mao; essi ancora nutrono e propagano l'illusione che il PCC può essere capace di correggere i suoi errori attraverso la lotta tra due linee che sta andando avanti ora al suo interno. Allo stesso tempo, essi difendono la "Teoria dei Tre Mondi" pretendendo che sarebbe stata originariamente formulata da Mao; solo Teng l'ha distorta ora. Ma in realtà essi stanno difendendo la Teoria dei Tre Mondi così come l'ha formulata Teng, annunciata prima da Hua nel suo rapporto all'11esimo congresso e poi spiegata nell'articolo del Quotidiano del Popolo, l'essenza del quale come abbiamo detto prima è la costruzione di un fronte internazionale antisovietico a livello statale. Il gruppo "Guerra Popolare" sta accettando questa strategia come la linea rivoluzionaria internazionale del proletariato mondiale e giustificano questa posizione col pretesto che la situazione mondiale è cambiata dall'inizio del '70, a causa dell'emersione dell'Unione Sovietica come la potenza imperialista più pericolosa. Ma, a livello nazionale, essi proclamano di opporsi alla strategia di fronte unito avanzata da Satyanarain Singh e Vinod Mishra, dicendo che il loro approccio è collaborazionista di classe. In realtà quest'organizzazione è finita in una posizione auto-contraddittoria. Da una parte essi difendono la politica di costruire un fronte unito a livello statale, guidato specialmente dalla "Cina socialista". Ma ora che essi riconoscono che la dirigenza della Cina è diventata revisionista, essi non hanno risposta alla domanda di chi guiderà un tale fronte unito globale. Dall'altra parte, anche se ammettono che la strategia nazionale della rivoluzione dev'essere modificata in accordo con la strategia globale prevista dalla Teoria dei Tre Mondi, essi vogliono attenersi alla principale politica di fronte unito della Rivoluzione di Nuova Democrazia così come avanzata dal programma del 1970 del PCI(m-l). Essi criticano Satyanarain Singh e Vinod Mishra col pretesto che stanno deviando da questa politica principale. Come possono questi due differenti concetti di fronte unito andare insieme? Il programma del '70 è basato sulla valutazione che la presente fase della rivoluzione sta passando attraverso la guerra civile nella quale tutte le classi e gli strati rivoluzionari devono unirsi contro tutte le classi dominanti. Ma la "Teoria dei Tre Mondi" prevede una situazione diversa nella quale un fronte unito che includa molte delle sezioni delle classi dominanti deve essere organizzato per muovere una guerra nazionale contro un nemico esterno, qui identificato con l'Unione Sovietica. Il gruppo Guerra Popolare, tentando di collegare questi due concetti di fronte unito si è costretto ad assumere una tale posizione auto-contraddittoria.
Quando le contraddizioni sorgono tra i nemici bisogna utilizzarle negli interessi delle forze rivoluzionarie. Tuttavia, se tale utilizzazione non è eseguita correttamente l'iniziativa delle forze rivoluzionarie è spesso persa. Il risultato dell'alleanza che Satyanarain Singh e soci hanno fatto con una sezione dei nemici sotto il pretesto di approfondire le contraddizioni tra i nemici è stato che essi stessi sono diventati una coda di tale sezione. Non è sempre utile allearsi con qualsiasi particolare sezione dei nemici per raggiungere l'obiettivo di approfondire le contraddizioni tra i nemici. A volte potrebbe tornare utile. Molto spesso, rafforzando la lotta contro entrambe le sezioni senza allearsi con alcuna sarà utile nello approfondire le contraddizioni tra nemici. Fu in questo contesto che quando l'attacco delle forze rivoluzionarie verso i nemici di classe in India crebbe di forza dal 1967 in poi la contraddizione che non era ancora manifesta in seno ad essi affiorò e crebbe forte.
Abbiamo visto che la Teoria dei Tre Mondi prevede un fronte unito tra Stati e non uno tra le classi rivoluzionarie su scala internazionale. Lo stile basico di lavoro di un fronte unito che abbraccia Stati della maggioranza dei paesi nel mondo corrisponderà ai princìpi che lavorano alla base delle relazioni tra Stati. Stati con differente sistema sociale entrano in questo fronte unito. Pertanto, i cinque princìpi della coesistenza pacifica che guidano le relazioni tra Stati aventi differente sistema sociale determineranno le relazioni tra di loro in questo fronte unito. Naturalmente, la coesistenza pacifica diventerà il perno di questo fronte unito. Da questo diventa chiaro che il fronte unito dei teorici del Terzo Mondo produce gli stessi risultati che ha prodotto l'atto di Krusciov di trasformare la coesistenza pacifica nella linea rivoluzionaria globale del proletariato. La cosa principale che un fronte unito basato sulla coesistenza pacifica è capace di fare nell'ambito della rivoluzione mondiale è quello di cooperare per sopprimere le lotte rivoluzionarie dei popoli. Un simile esempio è l'ASEAN, un'organizzazione dei paesi del Sudest asiatico. I teorici del Terzo Mondo mostrano grande entusiasmo nel difendere quest'organizzazione come un fronte unito contro il socialimperialismo sovietico e come uno dei fattori guida per la costruzione di un vasto fronte dei paesi del terzo mondo. In realtà tuttavia quest'organizzazione è stata formata col pieno sostegno e la piena benedizione dell'imperialismo USA, dei lacché imperialisti, degli Stati feudali compradori delle Filippine, dell'Indonesia, della Thailandia, della Malesia e del Singapore con l'obiettivo di sfarinare gli schemi per sopprimere le lotte rivoluzionarie dei popoli che stanno irresistibilmente crescendo in questi paesi. Il vero obiettivo di organizzazioni e fronti come questi che sono saltati fuori in molte parti del mondo non è diverso.

7. La questione delle due superpotenze
L'aspetto più importante della Teoria dei Tre Mondi è il suo tentativo di costruire questo fronte unito mondiale contro le due superpotenze e identificando fondamentalmente l'Unione Sovietica come il bersaglio di questo fronte unito. Il principale argomento sollevato in sostegno di una simile posizione è che l'Unione Sovietica è la potenza imperialista emergente e quindi è più aggressiva. E tutta quest'analisi è fatta in nome dell'applicazione della dialettica nel trovare e isolare il nemico principale.
In realtà, in nome dell'applicazione della dialettica, i propositori della Teoria dei Tre Mondi stanno applicando un approccio meccanico. Prima di tutto, essi isolano le due superpotenze dal sistema imperialista mondiale e le considerano come le sole due nemiche. Come risultato, la lotta per distruggere l'intero sistema imperialista è spuntata. È vero che le due superpotenze stanno giocando il ruolo guida nel mantenimento del sistema imperialista. Quindi devono essere il principale bersaglio di tutte le lotte antimperialiste. Ma come possono esse essere attaccate da tutti i popoli in lotta in tutto il mondo? Le superpotenze stanno mantenendo il loro sistema attraverso i loro alleati e lacché in tutti i paesi dominati. Questo è il motivo per cui i marxisti-leninisti avanzano la strategia internazionale in accordo col fatto che tutte le forze antimperialiste del mondo devono unirsi e metter su una lotta di lunga durata e inflessibile contro tutti i lacché e alleati delle superpotenze in tutti i paesi e poi isolare e sconfiggere in ultima istanza le superpotenze e spazzare via l'intero sistema dell'imperialismo mondiale. Pertanto, in accordo con questa prospettiva, la lotta contro le superpotenze non è affatto slegata dalla lotta contro le classi dominanti reazionarie in ogni paese e dalla lotta contro il sistema imperialista nel suo insieme. Ma i teorici del Terzo Mondo stanno coscienziosamente tentando di minare una simile strategia rivoluzionaria internazionale deviando l'attenzione delle forze rivoluzionarie dalla loro lotta immediata contro il loro nemico di classe e mettendo in primo piano la politica collaborazionista di classe di costruire un fronte unito con tutti gli alleati e lacché delle vere superpotenze. Perciò i teorici del Terzo Mondo stanno difendendo tutti gli alleati e i lacché delle superpotenze, salvaguardando in ultima istanza gli interessi delle stesse superpotenze.
Non paghi di ciò, i teorici del Terzo Mondo prendono il passo successivo di costruire il fronte unito globale antisovietico, includendo dunque una delle superpotenze come un'importante alleata in questo fronte. Per cui all'intero popolo mondiale e alle forze rivoluzionarie si chiede di schierarsi con una delle superpotenze nella lotta contro i due blocchi di potere imperialista capeggiati dalle due superpotenze! Essi stanno provando a distrarre l'attenzione dei popoli verso l'insensata discussione di determinare quale superpotenza è più aggressiva o più forte dell'altra, contando il numero di missili che ciascuna possiede o il numero di paesi che ciascuna domina. Simili differenze in dettaglio non apportano alcun cambio fondamentale nel carattere di entrambe le superpotenze o del sistema imperialista in generale. A volte una superpotenza può apparire più aggressiva e potente dell'altra e viceversa. E le forze rivoluzionarie non dovrebbero determinare la loro strategia internazionale sulla base di tali variazioni tattiche nella bilancia delle forze tra i vari blocchi imperialisti.
Inoltre, gli argomenti sollevati dai teorici del Terzo Mondo per dimostrare che il socialimperialismo sovietico è più aggressivo e che l'imperialismo USA è sulla difensiva è anch'esso privo di basi e antiscientifico. Un argomento è che il socialimperialismo sovietico è una forza emergente e quindi assume una posizione aggressiva, mentre l'imperialismo USA, essendo in declino, è costretto ad assumere una posizione difensiva. Tali generalizzazioni non ci aiuteranno a trovare la vera natura delle superpotenze. Ciò che è necessario è uno studio concreto della forza e della debolezza di ciascuna superpotenza. È vero che nei primi anni '70 quando il socialimperialismo sovietico stava venendo allo scoperto e facendo valere la sua esistenza come una potente rivale dell'imperialismo USA, appariva più aggressivo e ambizioso di portare più e più aree sotto il suo controllo. Allo stesso tempo, l'imperialismo USA riuscì a recuperare dalla temporanea crisi sofferta sia a livello economico che politico, anche se la crisi inerente al sistema imperialista nel suo insieme sta diventando sempre più profonda.
Dall'altra parte, anche se il socialimperialismo sovietico continua la sua offensiva culminata nell'aperta aggressione contro l'Afghanistan, presto la fondamentale debolezza del blocco sovietico si rivelerà da sola. Come essi sono rimasti impigliati in Afghanistan, incapaci di venir fuori dal cerchio della resistenza del popolo lì, essi non poterono continuare l'offensiva quando i lavoratori della Polonia si ribellarono ai padroni sovietici e ai loro lacché. La Polonia di oggi è l'Unione Sovietica di domani -è diventata il simbolo della debolezza interna dei paesi del blocco sovietico-, è principalmente un sistema capitalista oberata da una burocrazia centralizzata. Conseguentemente, i paesi del blocco sovietico, inclusa l'Unione Sovietica, si stanno indebitando sempre di più col blocco imperialista occidentale e tutte le crisi economiche affrontate dal blocco imperialista USA si riflettono prontamente nei paesi del blocco sovietico. Per mascherare queste debolezze fondamentali del loro sistema economico, l'Unione Sovietica sta diventando sempre di più un'esportatrice di armi piuttosto che di capitali. Questo è il punto cruciale del problema. Esso punta alle limitazioni di base del socialimperialismo sovietico.
La storia recente, specialmente gli sviluppi del Medio Oriente, mostrano chiaramente la natura aggressiva dell'imperialismo USA. Essi rivelano anche la debolezza interna del socialimperialismo sovietico. Esso non può fare niente contro l'aperta aggressione commessa da Israele con l'aperta connivenza dell'imperialismo USA. Questo mostra come le posizioni delle superpotenze cambiano da aggressiva a difensiva e viceversa.
Secondo i teorici del Terzo Mondo, sulla base della loro valutazione che il socialimperialismo sovietico è il principale nemico dei popoli del mondo, le forze rivoluzionarie in tutti i paesi devono forgiare fronti uniti antisovietici includendo le classi dirigenti filoamericane. In corrispondenza della situazione ottenuta in ciascun paese, è possibile che una delle due superpotenze diventi la nemica principale. Ma in una situazione del genere, argomentare che le forze rivoluzionarie di quel paese dovrebbero partecipare in un fronte unito con l'altra superpotenza è nonsenso. Nella maggioranza dei paesi asiatici oggi è l'imperialismo USA che domina. Ma dire che le forze rivoluzionarie di quei paesi dovrebbero unirsi col socialimperialismo sovietico sarebbe difendere una linea suicida. È ugualmente sleale difendere compromessi con l'imperialismo USA in quei paesi dove il socialimperialismo sovietico è il potere dominante. Anche la situazione in Africa non è molto diversa. In questa situazione generale, l'opinione dei teorici del Terzo Mondo che tutte le forze rivoluzionarie devono allearsi con l'imperialismo USA per combattere il pericolo principale, che essi dicono essere il socialimperialismo sovietico, è vòlto a minare la lotta antimperialista che sta sorgendo. Tuttavia, le forze rivoluzionarie del mondo si possono forgiare in avanti solo conducendo una lotta senza compromessi contro tutte e due le superpotenze, le altre potenze imperialiste alleate con esse e le forze reazionarie nazionali che sono i lacché dell'imperialismo.

8. Rivoluzione e guerra
I teorici del Terzo Mondo stanno lanciando un appello per questo fronte mondiale contro le superpotenze come un'effettiva misura per anticipare il pericolo di un'imminente guerra mondiale. È presentando questa guerra mondiale, che essi nella pratica rinunciano alla lotta di classe interna e patrocinando la costruzione di un fronte unito tra gli Stati del terzo mondo e i paesi del secondo mondo. Dal momento che la Seconda Guerra Mondiale si è conclusa, la minaccia di una terza guerra mondiale sorse davanti alla rivoluzione mondiale.
Immediatamente dopo che la Seconda guerra mondiale si concluse, Mao disse nel 1946:

«Io penso che il popolo americano e i popoli di tutti i paesi minacciati dall'aggressione USA dovrebbero unirsi e lottare contro gli attacchi dei reazionari USA e i loro lacché in questi paesi. Solo con la vittoria in questa lotta una terza guerra mondiale può essere evitata; altrimenti è inevitabile» (Mao Zedong, Opere scelte, Vol. 4, pag. 100)

Nell'ordine di evitare la guerra mondiale, Mao non ha richiesto la costruzione di un'unità tra i paesi che affrontavano il pericolo di un'aggressione; al contrario, egli ha chiamato i popoli di tutti i paesi ad unirsi e combattere contro l'imperialismo USA e la reazione nazionale in tutti i paesi. Per scongiurare la minaccia della guerra mondiale, Mao ha avanzato un fronte unito basato sulle classi. Questo è fondamentalmente diverso dal fronte unito dei teorici del Terzo Mondo.
È vero che la situazione del mondo attuale è cambiata dai primi tempi del secondo dopoguerra. Dopo la Guerra, come le potenze imperialiste furono capaci di stabilire una nuova forma di sfruttamento e sabotaggio imperialisti, ossia il sistema neocoloniale, nel quale tutti i paesi imperialisti potevano penetrare economicamente e sabotare qualunque paese dominato, la lotta per il dominio assunse una forma diversa. Il vecchio tipo di divisione territoriale non era l'immediato interesse delle potenze imperialiste. Così essi poterono mantenere un'apparente stabilità e sviluppo in tutto il mondo sia al livello economico che politico, per due o tre decenni. Ma la debolezza interna del sistema capitalista non poté essere mascherata da simili misure e così dagli ultimi anni '60, la crisi economica affrontata dal sistema imperialista sta diventando sempre più acuta, a dispetto dei loro tentativi di risolverla. E questa crisi si sta riflettendo anche a livello politico, portando a intensi conflitti tra paesi e blocchi dando adito a guerre locali e tensioni. L'emergenza del socialimperialismo sovietico come un potente rivale del blocco imperialista USA negli anni '70 ha radicalmente cambiato il carattere e la dimensione di questi conflitti. Il mondo fu diviso in due blocchi sotto la guida di queste due superpotenze. E la disputa tra questi due blocchi per l'egemonia sul mondo sta assumendo nuove dimensioni. Anche se l'aggressione diretta dei paesi dominati dalle potenze imperialiste non è la pratica generale, ed è limitata ad alcune situazioni eccezionali, la contesa tra le due superpotenze si sta approfondendo a livello globale su un piano diverso. Nell'attuale periodo di guerra nucleare, il dominio di una superpotenza sull'intero mondo non è principalmente determinato dall'area dei territori controllati o dominati da essa; piuttosto, è dalla complessiva potenza nucleare a livello globale. Quindi, nel mondo d'oggi, la disputa tra questi due blocchi imperialisti è principalmente concentrata nel guadagnare il dominio nella capacità nucleare perché determina la capacità complessiva di una superpotenza di controllare i problemi sia politici che economici a livello globale. L'attuale feroce contraddizione tra i due blocchi sulla questione della bilancia della potenza nucleare è una manifestazione di questa fondamentale caratteristica della rivalità interimperialistica. E questo ha definitivamente aumentato la possibilità per una terza guerra mondiale, che sarà sicuramente una guerra nucleare. Di fronte a una tale possibilità per una guerra mondiale, la strategia delle forze rivoluzionarie a livello internazionale deve essere di intensificare la lotta di classe e le lotte rivoluzionarie in ogni paese, costringendo le forze imperialiste a combattere per la loro stessa esistenza. Solo intensificando tali lotte le forze rivoluzionarie possono sperare di prevenire questa possibile guerra mondiale.
Il compito della classe operaia e delle altre forze rivoluzionarie in questa epoca, secondo gli insegnamenti della "Teoria dei Tre Mondi" è quella di dare supporto agli Stati reazionari che stanno provando a difendere la sicurezza e la sovranità della patria contro l'aggressione dalle superpotenze. Precisamente la stessa era l'essenza dell'infida politica di Krusciov e soci che hanno sollevato la minaccia della terza guerra mondiale. Ma il programma avanzato da Krusciov e soci non era nuovo. Esso era meramente una versione ristrutturata del programma presentato da Kautsky e seguaci -i veri maestri di Krusciov- prima della Prima Guerra Mondiale, con l'obiettivo di minare le forze rivoluzionarie. In risposta al tradimento di classe di Krusciov, il Quotidiano del Popolo e Bandiera Rossa scrissero unitariamente un documento "Due differenti linee sulla questione della guerra e della pace" il 17 novembre 1963. Esso dice:

«Poco prima dello scoppio della Prima guerra mondiale e subito dopo, i vecchi revisionisti si sbarazzarono uno dopo l’altro della loro maschera di “pace”, si schierarono ognuno dalla parte del governo imperialista del suo paese, diedero il loro appoggio a quella guerra che gli imperialisti conducevano per procedere a una nuova spartizione del mondo, votarono i crediti militari al parlamento e, da buoni ipocriti quali essi erano, si riempirono la bocca di parole come “difesa della patria”» (pag. 3)

I teorici del Terzo Mondo stanno dicendo la stessa cosa ma in una nuova forma. Nell'imminente guerra mondiale, il proletariato mondiale e le nazioni oppresse dovrebbero sostenere l'imperialismo USA contro il socialimperialismo sovietico, questo è il loro appello. La politica revisionista della Seconda Internazionale di partecipare alle guerre ingiuste portate avanti dalle potenze imperialiste per la spartizione del mondo e del prendere poi parte al massacro dei propri stessi fratelli di classe ─ questa è la stessa spazzatura revisionista che risalta nella politica di fronte unito dei teorici del Terzo Mondo. Nel periodo della Prima Guerra Mondiale le forze rivoluzionarie sotto la guida di Lenin furono capaci di smascherare e sconfiggere il tradimento di Kautsky e soci. Ancora, quando Krusciov e la sua comitiva lo ripeterono, i marxisti-leninisti del mondo guidati da Mao e dal PCC li smascherarono e li sconfissero. Anche oggi, quando i teorici del Terzo Mondo stanno ripetendo lo stesso tradimento, in forma nuova, i marxisti-leninisti del mondo li possono certamente smascherare e sconfiggere i loro disegni.
Mao precisò: "Dal momento che la questione della guerra mondiale è contemplata esistono due possibilità, l'una è che la guerra porterà alla rivoluzione e l'altra è che la rivoluzione preverrà la guerra". In ambedue queste possibilità concernenti la guerra mondiale, la rivoluzione è il fattore principale. Poi, se la guerra deve essere portata alla rivoluzione, le forze rivoluzionarie dei rispettivi paesi devono cogliere correttamente le contraddizioni interne e devono preparare le condizioni per la rivoluzione. Se la rivoluzione deve prevenire la guerra, questi preparativi devono andare molto più spediti. In ciascun caso, è solo approfondendo la lotta di classe in ciascun paese che la guerra può essere portata alla rivoluzione o la rivoluzione fatta per prevenire la guerra. Poi, fin quando la questione della guerra è contemplata, il fattore cruciale è la lotta di classe interna di ciascun paese. Ciò che la "Teoria dei Tre Mondi", argomentando per il suo fronte unito tra Stati ha gettato a mare è precisamente questa lotta di classe.

Edited by Sandor_Krasna - 5/12/2014, 18:19
view post Posted: 3/12/2012, 21:08 Partito della Rifondazione Comunista - Partiti e movimenti comunisti
CITAZIONE
E' un bene che ci siano state queste primarie. Più in fretta i nodi vengono al pettine e meglio è...

In che senso questo? Tanto che ci sia Renzi o Bersani che cosa cambia? Qui in Toscana Renzi ha raggiunto una maggioranza schiacciante, ma è solo un alternarsi di imbroglioni demagoghi capitalisti che vogliono tenere le masse schiave dell'elettoralismo. Per fortuna quest'inganno fallisce ogni volta sempre di più.
view post Posted: 2/12/2012, 18:59 Partito della Rifondazione Comunista - Partiti e movimenti comunisti
Quelli di Rifondazione ormai non hanno più niente di comunista, se mai ce l'hanno avuto. Che gliene frega ormai dell'antifascismo? Di comunista hanno solo il nome, di fatto sono dei socialdemocratici. Ma la loro base è costituita da tantissimi compagni m-l che devono capire in che partito revisionista militano.
view post Posted: 30/11/2012, 20:49 “Il Migliore” ha affossato il comunismo in Italia - Marxismo
Gramsci nel 1917 accusò Marx di avere "contaminato di incrostazioni positivistiche e naturalistiche" il "pensiero idealistico italiano e tedesco". Inoltre teorizzò l'"Egemonia del consenso" ed altri concetti di "guerra di posizione" ripresi dal programma della II Internazionale degenerata (che appunto sosteneva che il proletariato dovesse prima ottenere la maggioranza e conquistarsi il consenso degli intellettuali e solo dopo conquistare il potere). E vogliamo dimenticare che negli anni '30, pochissimo tempo prima di morire, si schierò in difesa di Trotzki e Zinoviev giustamente condannati e smascherati come traditori e sabotatori antileninisti del Partito Bolscevico? Compagni, secondo voi perché di lui Craxi disse, al 44° Congresso socialista di Rimini: «Armato di una formidabile intelligenza critica egli seppe dirigerla anche contro le degenerazioni e le involuzioni della rivoluzione comunista e dello stalinismo avanzando l'idea di una "Egemonia del consenso" quando trionfava la dittatura fondata sulla violenza e sul terrore»?
Per quanto riguarda Che Guevara, a parte che, detto tra parentesi, non tutti gli hoxhaisti sono antiguevaristi (il Partito Comunista di Venezuela (marxista-leninista) è guevarista, ad esempio), ma a parte questo, indipendentemente da chi fosse firmata, l'analisi "degli hoxhaisti e del PMLI" su Che Guevara è giusta. Basta leggere qualche scritto militare di quest'ultimo e compararlo con pietre miliari della rivoluzione proletaria come gli scritti militari di Mao o anche di Marx, Engels, Lenin e Stalin, per capire quanto il Che fosse imbevuto di idealismo borghese e di umanitarismo che niente hanno a che vedere col marxismo-leninismo-Pensiero di Mao. Inoltre, molti compagni, per giustificare la loro adesione al guevarismo, citano questa frase del Che: «Ancora una volta mi sono convinto di quanto sono terribili le piovre capitaliste. Giuro su una foto del nostro vecchio e compianto compagno Stalin, di non riposare fino a quando queste piovre saranno state distrutte». È ovvio che questa frase è autenticissima, ma è stata detta nel novembre del 1953, tre anni prima della destalinizzazione. È vero anche che Che Guevara lesse anche diversi scritti di Stalin e dello stesso Mao, come confermato anche da Alberto Granado in un'intervista mi sembra a "Liberazione" negli anni '80-'90, ma nella vita, nell'opera e nell'azione del Che non vi si trova traccia dei preziosi insegnamenti contenuti in quegli scritti. In "Il Partito marxista-leninista" scrisse praticamente che il PCUS era un partito marxista-leninista. E non dimentichiamo che egli scrisse anche: «Il terribile crimine storico di Stalin fu l'aver disprezzato l'educazione comunista e istituito il culto illimitato dell'autorità» (Note critiche), e pure che l'URSS di Brezhnev "marciava verso il comunismo" quando invece era già da tempo regredita al capitalismo.
Compagni, i Maestri del proletariato internazionale sono 5: Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Né uno di più, né uno di meno. Non aggiungiamo gente che non c'entra nulla con loro, per cortesia.
view post Posted: 30/11/2012, 18:39 “Il Migliore” ha affossato il comunismo in Italia - Marxismo
CITAZIONE
Cita UN episodio della vita di Gramsci da cui si possa formulare una accusa di revisionismo.

Beh, per esempio criticò duramente il "Capitale" di Marx e si rifiutò di riconoscere la Rivoluzione d'Ottobre come esempio-guida per i proletari di tutto il mondo. Gli stessi Lenin e Stalin criticarono decisamente Gramsci, definendolo giustamente piccolo-borghese idealista. Per il resto sono d'accordo con l'analisi del compagno Felix12. Ma non dimentichiamoci di Bordiga (anche se comunque credo personalmente che, Krusciov a parte, il primato dei revisionisti sia una cosa abbastanza difficile da definire; sul podio, secondo me, ci vanno appunto Krusciov, Hoxha e Che Guevara [non se n'abbia a male il compagno Yuri Gagarin], ma questa è una questione di poco conto, per evitare OT)!
view post Posted: 17/11/2012, 21:09 Estratti dalle Opere - Edizioni SR Web-inediti
CITAZIONE
Ad oggi ancora nessuno e' arrivato al punto di seguire gli insegnamenti di Moccia e Fabio Volo per costruire il socialismo

Avevo nominato quei due per esaltare la grandezza di Zhdanov, contrapponendola alle porcherie letterarie scritte appunto da Moccia e Volo. :) scusate l'OT (ma siamo sicuri che i nostri siano proprio proprio degli OT?)
116 replies since 2/8/2012