CITAZIONE
Io potrei postarti, ma d'altronde ne sei ovviamente a conoscenza anche tu, deine di attestazioni di stima e di fratellanza "comuniste" tra il PCC guidato da Mao ed il PdLA diretto da Hoxha.
Li conosco benissimo, e non fanno che avvalorare la mia tesi: Hoxha era il Krusciov albanese. Si diceva a parole dalla parte di Mao (e Mao lo ricambiava
sinceramente) mentre in realtà, come dimostrano le stesse Riflessioni sulla Cina, privatamente lo denigrava e lo calunniava (le suddette iniziano nel 1962 e finiscono nel 1977 mentre i vari attestati di stima cominciano a quanto so nel 1968 e vanno fino allo stesso 1977 in occasione del primo anniversario della morte del Grande Timoniere). Ti sbagli, compagno carre, nel dire che "solo nel 1963 il PCC criticò apertamente il revisionismo sovietico", in quanto i rapporti diplomatici e di partito furono interrotti già nel 1960 e nel 1962 Mao chiamava già revisionisti i sovietici e iniziò una grandiosa polemica contro i togliattiani.
CITAZIONE
Pertanto attribuire ad Hoxha ogni male revisionistico della terra è puro dogmatismo. Accomunarlo a Troschi significa vedere l'albero e non la foresta. Porta al settarismo ed all'isolamento dalle masse.
Nessuno attribuisce a Hoxha "ogni male revisionistico della terra": ci sono revisionisti molto più "grossi" di lui, come Krusciov, Tito, Togliatti e compagnia. Io ho detto solo che la propaganda sul "grande antirevisionista" Enver è un mito da sfatare. Finché continueremo a giustificare l'hoxhaismo esso continuerà a turlupinare e ingannare i giovani marxisti-leninisti con le sue frasi altisonanti e "sinistre", e i dogmatici e settari
non possono e non devono essere assolutamente considerati marxisti-leninisti, perché il marxismo-leninismo è contro il dogmatismo e contro il settarismo. Nessuna giustificazione per gli incorreggibili che ne sono infetti, anche se tessono lodi divinatorie a Stalin o a chicchessia. I padri del comunismo sono cinque: Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao. Tutti insieme sono legati a doppio filo da una grande unità teorica e pratica. È chiaro che screditarne uno è come screditarli tutti, perché le teorie dell'uno sono la continuazione di quello prima, le cui teorie sono a sua volta la continuazione del Maestro prima ancora e così via. Considerarli staccati l'uno dall'altro e a sé stanti è antimarxista.
CITAZIONE
Mao ha liberato alcune centinaia di milioni di cinesi dal giogo feudale e dall'imperialismo. E inoltre un teorico originale del marxismo-leninismo, non solo piano strettamente politico ma anche filosofico.
E Hoxha, compagno babeuf, ha screditato proprio queste teorie originali del marxismo-leninismo, come tu le chiami. Le ha giudicate apertamente antimarxiste e revisioniste, quindi o le si considera originali o le si considera revisioniste. Tenere il piede in due staffe non ha senso, anche perché gli stessi hoxhaisti non accetteranno mai di identificarsi con noi maoisti, ed è giusto che sia così. L'altro giorno ho letto un articolo della Izvestia del marzo 1969 alla vigilia dell'apertura del IX Congresso del Partito Comunista Cinese, e quest'articolo diceva che «La Grande Rivoluzione Culturale Proletaria ha distrutto il Partito dall'interno, ha creato disordini, si basa sul movimentismo degli universitari», «Il Partito Comunista Cinese è stato liquidato», «Tutto in Cina è retto da Mao, Jang Qing e Lin Biao» ecc., le stesse cose che diceva Hoxha. Ne "I Kruscioviani" Hoxha ricorda che in un colloquio coi sovietici (con Mikoyan e Krusciov credo di ricordare) questi ultimi dissero agli albanesi che erano sorti forti contrasti coi cinesi e che questi (i sovietici) non appoggiavano per nulla la Campagna dei Cento Fiori. Hoxha se ne stette zitto, come ammise lui stesso, perché in realtà era d'accordo coi sovietici ma per motivi tattici non poteva rivelare nulla.
CITAZIONE
Limite culturale di Hoxha è capire la degenerazione in corso in Cina , ma sbagliare bersaglio ed attribuire questi errori alla direzione di Mao e non ad un processo in corso guidato dai revisionisti.
Non si chiama "limite culturale", ma revisionismo. Anche Krusciov finché era vivo Stalin lo lodava e anche a Stalin stava simpatico, anche se l'ha criticato nel 1952 quando gli disse che lui e la sua banda avrebbero venduto l'Unione Sovietica dopo la sua morte. Ma per questo non è che andiamo a cercare di ricomporre coi kruscioviani perché troviamo giusta la direzione collegiale e perché quelli lodavano Stalin finché era vivo!!
CITAZIONE
Onestamente credo che vada ricomposta la scissione tra hoxhaisti e maoisti che non ha più nessun senso politico
È una cosa che ho sempre sostenuto anch'io, ma è il carattere settario, dogmatico e scissionista (quindi
antimarxista) degli hoxhaisti che impedisce questa ricomposizione. Tuttavia, come ho detto anche stamani al compagno carre, è impossibile oramai ricomporla perché ciò significherebbe gettare nella pattumiera tutte le opere fondamentali di Hoxha, che quest'ultimo ha scritto dopo la morte di Mao e dove calunnia quest'ultimo (mi riferisco a scritti come "Con Stalin", "I Kruscioviani", "L'eurocomunismo è anticomunismo" e le stesse "Riflessioni sulla Cina"), e questo, mi capirai, è improponibile.
CITAZIONE
la rivoluzione culturale proletaria,l' apice della lotta contro il revisionismo condotto da mao da essi è vista come una politica revisionistica anti-partito. Per i marxisti-leninisti pensa, è lo sviluppo della lotta di classe delle masse e del proletariato contro la tendenza borghese che si manifesta durante la dittatura del proletariato. Il compagno Mao ha agito nell' interesse del proletariato mondiale.Questo è il parametro per stabilire da quale parte di classe uno si pone. Sostenere il contrario,come fanno gli hoxhaisti,si, è revisionismo bello e buono.
Concordo in pieno, è quello che sostengo anch'io. Quindi resta solo da capire l'ultimo passo: di conseguenza a ciò, Hoxha era un revisionista. Come Krusciov, come Tito, come Trotzki, come Togliatti. La sola difesa di Stalin è troppo poco per costituire un serio e definitivo spartiacque tra lui e questi qua.