È uno scritto del 1928. Per spingere alla collevizzazione. Il paragone è fuori luogo. Sulla dialettica tra industria e agricoltura in realtà le contraddizioni tra quanto espressero stalin e mao non sono affatto antagonistiche...anzi...
È possibile far progredire a ritmo accelerato la nostra industria socialista, avendo una base agricola come la piccola azienda contadina, incapace di riproduzione allargata e che rappresenta, inoltre, la forza predominante nella nostra economia nazionale? No, non è possibile. È possibile, per un periodo di tempo più o meno lungo, far poggiare il potere sovietico e l'edificazione socialista su due basi differenti, — la base della più potente industria socialista unificata e la base dell'azienda contadina a piccola produzione mercantile, che è la più spezzettata e la più arretrata? No, non è possibile. Ciò porterebbe un giorno al crollo completo di tutta l'economia nazionale. Dov'è la via d'uscita? La via d'uscita sta nell'ingrandire le aziende agricole, nel renderle capaci di accumulazione, di riproduzione allargata, e nel trasformare, in questo modo, la base agricola dell'economia nazionale. Ma come ingrandire le aziende agricole? Per questo vi sono due strade. C'è la strada capitalista, che consiste nell'ingrandire le aziende agricole stabilendo in esse il capitalismo, e che conduce all'impoverimento dei contadini e allo sviluppo delle aziende capitaliste nell'agricoltura. Questa strada la respingiamo, come incompatibile con l'economia sovietica. C'è un'altra strada, la strada socialista, che consiste nello stabilire nell'agricoltura i colcos e i sovcos, e che conduce a raggruppare le piccole aziende contadine in grandi aziende collettive, armate della tecnica e della scienza, e ad eliminare gli elementi capitalistici dall'agricoltura. Noi siamo per questa seconda strada.
La questione si pone dunque così: o una strada o l'altra, o indietro, verso il capitalismo, o avanti, verso il socialismo. Una terza strada non esiste e non può esistere. La teoria dell'«equilibrio» è un tentativo di tracciare una terza strada. E appunto perchè mira a una terza strada (inesistente), essa è utopistica, antimarxista.
Quindi, basterebbe solamente contrapporre la teoria della riproduzione di Marx alla teoria dell'«equilibrio» dei settori, perchè di quest'ultima teoria non rimanesse traccia.
Perchè dunque i nostri specialisti marxisti della questione agraria non lo fanno? A che serve che la ridicola teoria dell'«equilibrio» abbia corso nella nostra stampa, mentre la teoria marxista della riproduzione rimane nascosta nei cassetti?
Stalin, questioni di politica agraria in urss, 1929
Ovviamente capisco che per gli hoxhaisti è dura da digerire uno stalin "maoista"...sia sulla questione dei rapporti tra industria e agricoltura (mi aspetto che "generico hoxhaista" adesso si faccia qualche sega mentale sul fatto che stalin parli di "basi" riferendosi sia all'agricoltura che all'industria...) sia, incidentalmente ma chiaramente, rispetto alla lotta tra le due linee, negata dalla metafisica hoxhaista. Tutta la storia del movimento comunista è contrassegnata dall'"uno che si divide in due"...dalla prima internazionale con lo scontro tra marx e bakunin...al marxismo leninismo...con lo scontro tra il comunismo rivoluzionario di mao e il dogmatismo opportunista di hoxha... Sulla questione economica in cina lo scontro fu sul ruolo dell'industria pesante e sulla collettivizzazione agricola. La destra del partito poneva in termini unilaterali lo sviluppo dell'industria pesante copiando il modello sovietico e appoggiandosi a kruscev. Inoltre era attendista sulla collettivizzazione, come i buchariniani in urss. La sinistra poneva la questione del rapporto dialettico tra industria e agricoltura ed era favorevole all'accelerazione sulla collettivizzazione agricola. A quanto pare gli hoxhaisti stavano con la destra visto quello che state sostenendo su questo forum...ma delle vostre posizioni oramai non so più bene cosa pensare visto che ogni tre parole vi contraddicete...tipo le sparate di "generico hoxhaista" che prima dice che in cina avevano troppa fretta di collettivizzare e poi dice che le comuni gli aggradano...ma pretendere coerenza da chi apprezza l'incoerenza fattasi bunker, ovvero il dogmatico albanese, mi pare risulta difficile. Diciamo che nikos è l'ottuso da sfondamento...dice le cazzate della propaganda hoxhaista ed è disposto a sostenerle come i bambini quando dicono di aver ragione..."generico hoxhaista" è lo "sbirro buono"...mescola i concetti, gioca con le parole, si finge ecumenico per poi affermare che i maoisti sostennero pinochet e mao doveva "redimersi"...
L'ultima cazzata è quella di contrapporre l'espressione "sviluppo prioritario" a "fattore guida" per quanto riguarda l'industria...dalle mie parti si dice: fai la punta allo stronzo... Ti rispondono bene queste citazioni di mao del '58 (non post'61 come erroneamente dici tu)
Attualmente noi sosteniamo che, ferma la priorità assegnata allo sviluppo dell’industria pesante, bisogna sviluppare contemporaneamente anche l’industria leggera e l’agricoltura, in altre parole bisogna camminare su due gambe.
Mao Tse Tung, Conferenza di Chengchow: terzo discorso, 1958
In Cina, queste due condizioni significano: primo, incrementare energicamente la produzione e sviluppare simultaneamente l’industria e l’agricoltura attenendosi sempre al principio della crescita prioritaria dell’industria pesante.
Mao Tse Tung, Su "Problemi economici del socialismo nell'Urss" di Stalin, 1958
Citazioni peraltro già svolte...spero che questa discussione la legga qualcuno altro perché il fatto che continuiate a ripetere le stesse cose da mesi, pur essendovi stato risposto su tutto, dimostra il fatto che voi non siete su questo forum per discutere ma per fare i cosiddetti troll hoxhaisti che hanno come unico scopo lo sputtanamento di mao tse tung. Ma torniamo al dunque perché non ho intenzione di lasciarvi l'ultima parola... Se vi rifiutate di comprendere che la contraddizione politica sostanziale, nei rapporti tra settori economici, tra il maoismo e il modello sovietico è la questione del tendenziale unilateralismo del secondo rispetto all'industria pesante non so cosa dirvi...abbiate l'onestà di ammettere che la vostra posizione è quella dei revisionisti sovietici e della destra del pcc...
Altra contraddizione del sig. "Generico hoxhaista" è criticare mao perché "lasciò" nel comitato centrale del pcc li li san e wang ming. Evidentemente a "generico hoxhaista" piacciono i cc nominati su cooptazione come nella Jugoslavia di Tito ...le elezioni per lui non contano...ma wang Ming e li li san erano coloro che apportarono gravi danni alla rivoluzione cinese, per errori di linea (dogmatica e avventurista, poi opportunista per quanto riguarda wang ming)...questa linea sbagliata venne appoggiata dal comintern e da stalin (che dovette poi fare autocritica)...per poi essere rivalutata da hoxha nei suoi scritti antimaoisti posteriori alla morte di mao...
Durante il periodo rivoluzionario che va dal 1924 al 1927, nel nostro partito apparve la tendenza sbagliata rappresentata dall’opportunismo di destra di Chen Tu-hsiu. Durante il periodo rivoluzionario che va dal 1927 al 1936 per tre volte nel nostro partito si manifestò la tendenza sbagliata rappresentata dall’opportu- nismo “di sinistra”. Tra queste tendenze le più gravi furono quelle di Li Li-san e di Wang Ming. La prima tendenza si manifestò nel 1930 e l’altra dal 1931 al 1934. Il danno arrecato alla rivoluzione dalla tendenza di Wang Ming fu particolarmente grave. Durante quello stesso periodo, in un’importante base rivoluzionaria si verificò anche l’errata tendenza opportunista di destra di Chang Kuo-tao che si opponeva al Comitato centrale del partito. Questa errata posizione recò grave danno a un importante settore delle forze rivoluzionarie. Eccezion fatta per la posizione di Chang Kuo-tao, che fu un errore circoscritto a un’importante base rivoluzionaria, tutti gli altri errori commessi in quei due periodi si estesero nazionalmente. Durante la Guerra di resistenza contro il Giappone si verificò di nuovo all’interno del nostro partito una posizione errata di opportunismo di destra rappresentata dal compagno Wang Ming. Ma poiché il partito aveva tratto esperienza dai due precedenti periodi rivoluzionari, noi non permettemmo a questa linea errata di prender piede e il Comitato centrale del partito la corresse in un tempo relativamente breve. Dopo la fondazione della Repubblica popolare cinese, nel 1953, all’interno del partito si manifestò il blocco antipartito di Kao Kang e di Jao Shu-shi. Questo blocco antipartito rappresentava le forze reazionarie all’interno e al di fuori del paese, il cui intento era di danneggiare la causa della rivoluzione.
Partito comunista cinese, a proposito dell'esperienza storica della dittatura del proletariato, 1956.
Dunque, attento, "generico hoxhaista", che tra i tanti "piccolo borghesi" dileggiati da mao nella citazione saresti compreso pure tu e il "tuo apprezzato" revisionista albanese.
Edited by primomaggio1945 - 23/4/2021, 15:05
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