Comunismo - Scintilla Rossa

Posts written by primomaggio1945

view post Posted: 14/7/2021, 15:33 L'economia Cinese e la sua strada Anti-Marxista - Marxismo
Si dice che la produzione mercantile in qualsiasi condizione deve portare e necessariamente porterà al capitalismo. Questo non è vero. Non sempre e non in qualsiasi condizione! Non si può identificare la produzione mercantile con la produzione capitalistica. Sono due cose diverse. La produzione mercantile porta al capitalismo solamente se esiste la proprietà privata dei mezzi di produzione, se la forza lavoro si presenta sul mercato come una merce che il capitalista può comprare e sfruttare nel processo di produzione, se, di conseguenza, esiste nel paese un sistema di sfruttamento degli operai salariati da parte dei capitalisti. La produzione capitalistica incomincia là, dove i mezzi di produzione sono concentrati in mani private e gli operai, privi di mezzi di produzione, sono costretti a vendere la loro forza lavoro come una merce. Senza di ciò non vi è produzione capitalistica.
Ebbene, e se non esistono queste condizioni che trasformano la produzione mercantile in produzione capitalistica, se i mezzi di produzione non sono più proprietà privata, ma proprietà socialista, se non esiste un sistema di lavoro salariato e la forza lavoro non è più una merce, se il sistema dello sfruttamento è già da tempo liquidato, - cosa dire allora: si può considerare che la produzione mercantile porti in ogni caso al capitalismo? No, non si può. E la nostra società è proprio una società in cui la proprietà privata dei mezzi di produzione, il sistema del lavoro salariato, il sistema dello sfruttamento non esistono più da tempo.
Non si può considerare la produzione mercantile come qualcosa a sé stante, indipendente dalle condizioni economiche circostanti. La produzione mercantile è più antica della produzione capitalistica. Essa esisteva nel sistema schiavistico e lo serviva, e tuttavia non ha portato al capitalismo. Essa esisteva nel feudalesimo e lo serviva, e tuttavia, benché preparasse alcune condizioni della produzione capitalistica, non ha portato al capitalismo. Si domanda allora perché la produzione mercantile non può servire per un certo periodo anche la nostra società socialista senza portare al capitalismo, quando si tenga presente che la produzione mercantile non ha da noi quella diffusione illimitata e universale che ha nelle condizioni del capitalismo, quando si tenga presente che essa da noi è costretta entro limiti rigorosi, grazie a condizioni economiche decisive, quali sono la proprietà collettiva sui mezzi di produzione, la liquidazione del sistema del lavoro salariato, la liquidazione del sistema dello sfruttamento.


Stalin, problemi economici del socialismo nell'urss, 1952
.

Studiate stalin prima di leggere le vostre minchiate hoxhaiste, fenomeni
view post Posted: 14/7/2021, 15:11 L'economia Cinese e la sua strada Anti-Marxista - Marxismo

"il fondamento dell'economia nazionale, il presidente Mao l'ha riassunta in queste parole: "Prendi l'agricoltura come fondamento e l'industria come fattore trainante" - che costituisce il principio generale per lo sviluppo dell'economia nazionale . Ha sottolineato che il primo posto deve essere dato allo sviluppo dell'agricoltura."


Il che rende giustizia rispetto alle minchiate degli hoxhaisti che continuano ad infestare questo forum. Senza la base agricola e senza il fattore guida costituito dall'industria pesante non c'è sviluppo socialista. Questo ci hanno insegnato mao tse tung e il pcc.

CITAZIONE
e dei loro successori, i Kruscioviani.

Tanto uguali che kruscev saboto' lo sviluppo economico cinese...ma non esiste un manicomio hoxhaista dove potete andare a raccontare le vostre fregnacce?

CITAZIONE
Rifiutando sia la completa titolarità statale dei mezzi di produzione nella società socialista

Quindi anche stalin era un revisionista perché distingueva tra proprietà collettiva e proprietà di tutto il popolo? Mentecatti trotskijsti andate fuori dalle palle!
view post Posted: 24/6/2021, 16:44 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
CITAZIONE
Dai, non prendiamoci in giro. Ti invito a inquadrare anche il contesto storico. In quel periodo c'era un po' dappertutto il vizietto di considerare "mutato" il carattere dei nemici storici del proletariato: in Urss, già ai tempi di Stalin, i vari Varga, Malenkov, che dopo una finta autocritica divennero gli ispiratori della coesistenza pacifica di Krushiov, proclamavano che la borghesia imperialista nemica avesse modificato le sue tendenze storiche e che fosse divenuta più ragionevole, lo stesso si verificò in Polonia, in Italia dove gli esponenti dei partiti comunisti Gomulka (lodato da Mao) e Togliatti consideravano rispettivamente diverso il carattere della propria borghesia consentendo quindi la costruzione del socialismo per mezzi pacifici, accusando di dogmatismo i suoi avversari politici, e reale la possibilità di costruire il socialismo attraverso il sistema elettorale e il parlamento borghesi. Anche in Cina quindi si verificarono simili deviazioni che non mi pento di definire apertamente socialdemocratiche ed anti-comuniste che sfociarono poi in teorie anti-marxiste come la Teoria dei Tre Mondi e nella presa del potere da parte di quella borghesia nazionale che "accettava di trasformarsi"... sì, trasformari in borghesia IMPERIALISTA semmai

Tu stai parlando del revisionismo moderno includendovi anche mao. E facendo dinuovo confusione tra borghesia nazionale e borghesia imperialista. La borghesia nazionale cinese non era un "nemico storico" del proletariato altrimenti anche stalin (ma i livelli della vostra schizofrenia ideologica sono sorprendenti e sempre inediti) sarebbe stato un deviazionista di destra perché ne promuoveva la collaborazione.
Mao tse tung fu e il partito comunista cinese sotto la sua guida furono i più acerrimi critici e nemici del revisionismo moderno; lo stesso hoxha ne accettò la guida politica nella battaglia contro l'urss revisionista.

Lenin ha detto del marxismo che “questa dottrina ha dovuto lottare a ogni passo
del suo corso”. Similmente, il leninismo si è sviluppato nel corso della lotta contro
il revisionismo della Seconda Internazionale. Ogni nuova conferma e vittoria del
leninismo è stata inevitabilmente accompagnata da “una battaglia dopo l’altra
contro la stupidità politica, la volgarità, l’opportunismo, ecc.”.
I vecchi revisionisti della Seconda Internazionale usavano spesso “nuovi dati
sullo sviluppo economico” per confondere le masse ed eliminare dal marxismo
l’anima rivoluzionaria e tuttavia essi agitavano falsamente la bandiera del
“marxismo”. Ora la storia si ripete in forme differenti, in circostanze differenti.
I revisionisti moderni, con il loro sbandierare falsamente il “leninismo” e il loro
loquace parlare di “fedeltà a Lenin”, stanno ripetendo in realtà lo stesso processo
e stanno usando alcuni “nuovi dati” dello sviluppo storico per confondere la
gente, insidiare gli insegnamenti rivoluzionari del leninismo, attaccare la
sostanza del leninismo, vale a dire gli insegnamenti di Lenin sull’imperialismo e
la sua teoria e tattica della rivoluzione proletaria e la dittatura proletaria.
Come il revisionismo-opportunismo della Seconda Internazionale, il moderno
revisionismo sta facendo di tutto per nascondere le contraddizioni del capitalismo
e dell’imperialismo e per negare che l’imperialismo è capitalismo moribondo, in decadimento, i cui giorni sono contati; esso si è spinto fino a descrivere l’imperialismo moderno come “pacifico” e “democratico” “superimperialismo”. I moderni revisionisti, rappresentati dal gruppo jugoslavo di Tito, hanno fatto di tutto per far apparire
attraente la macchina statale del capitalismo monopolistico di Stato. Essi descrivono
la politica della “nazionalizzazione”, il capitalismo monopolistico di Stato e l’intervento economico dello Stato nei paesi imperialisti e nei paesi capitalisti in
generale, con termini quali “sviluppo di elementi di socialismo”, “realizzazione di
un’economia pianificata”, “inizio del processo di trasformazione socialista” e così via.
Essi cianciano di “cambiamento graduale”, di “integrazione di rivoluzione e riforma”,
di “entrare pacificamente nell’era socialista” e così via. Ma essi non hanno mai
neanche una parola da dire circa la necessità, per passare dal capitalismo al
socialismo, di fare una rivoluzione che infranga la macchina dello Stato borghese e
sostituisca alla dittatura borghese la dittatura proletaria. È ben noto che la tesi fondamentale del marxismo, che Lenin si premurò di spiegare, era precisamente la
tesi della rivoluzione che infrange la macchina dello Stato borghese e della
sostituzione della dittatura borghese con la dittatura proletaria. Perché senza tale
rivoluzione tutto il parlare di trasformazione socialista è senza significato e il
capitalismo monopolistico di Stato rimane capitalismo e niente altro. Lenin ha ben
detto che l’esistenza e lo sviluppo del capitalismo monopolistico, incluso il
capitalismo monopolistico di Stato, può solo dimostrare il maturare dei preliminari
requisiti materiali per il socialismo e l’incombente avvicinarsi e l’inevitabilità della rivoluzione socialista, ma non può servire affatto “come un argomento in favore del
tollerare il ripudio di una tale rivoluzione e in favore degli sforzi per far apparire più
attraente il capitalismo: un’occupazione in cui sono impegnati tutti i riformisti”.
Qui vi è una differenza fondamentale nella valutazione della nostra epoca.
Quando i marxisti-leninisti dicono che “il principale contenuto della nostra epoca
è il passaggio dal capitalismo al socialismo, iniziato in Russia dalla grande
Rivoluzione socialista d’Ottobre” (Dichiarazione di Mosca dei rappresentanti dei
partiti comunisti e operai dei paesi socialisti, 14-16 novembre 1957), essi si basano
sul punto di vista della rivoluzione proletaria e della dittatura proletaria e
sull’esperienza fondamentale della grande Rivoluzione socialista d’Ottobre. Ma i
moderni revisionisti, scansando questo punto di vista come la peste, distorcono
l’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre ed evitano di riferirsi alla strada della
Rivoluzione d’Ottobre come alla strada comune che porta all’emancipazione
dell’umanità. In realtà essi considerano la nostra un’epoca in cui “il capitalismo
si sviluppa pacificamente in socialismo”.
Il marxismo-leninismo ha sempre attribuito grande importanza alla lotta per la
democrazia. Nei paesi dove la rivoluzione democratica borghese non è stata
portata a termine, il proletariato deve mobilitare le masse, compiere ogni sforzo
per guidare la rivoluzione democratica borghese e lottare per la sua vittoria. Nei
paesi dove esiste la democrazia borghese, il proletariato deve utilizzare i diritti
democratici già conquistati per lottare per altri diritti democratici, allo scopo di
educare, ridestare e organizzare le masse per la lotta contro il sistema borghese di sfruttamento e di violenza. Dopo la presa del potere, il proletariato deve
consolidare e rafforzare la dittatura del proletariato e allo stesso tempo realizzare
una larga democrazia sotto una direzione altamente centralizzata. In altre parole,
deve usare la dittatura sul nemico e praticare la democrazia tra il popolo, per
assicurare il successo nell’edificazione del socialismo e del comunismo. La
democrazia ha invariabilmente un carattere di classe. I marxisti-leninisti hanno
sempre trattato il problema della democrazia nel suo contesto storico e non hanno
mai parlato di “democrazia in astratto” o di “democrazia in generale”.
Lenin ha sottolineato che nelle condizioni del capitalismo il proletariato può
conservare la sua indipendenza solo se fa servire la sua lotta per la democrazia al
suo obiettivo ultimo della dittatura proletaria. Egli poi mise in evidenza che la
sostituzione della dittatura borghese con la dittatura proletaria significa un’estensione
della democrazia che è di significato storico mondiale; significa un cambiamento da
falsa democrazia a vera democrazia; significa privare dei diritti democratici i pochi
che sfruttano e mettere in grado il popolo lavoratore, la stragrande maggioranza, di
godere della democrazia. Pensare che la dittatura del proletariato implichi il rigetto
della democrazia è una degenerata “asserzione liberale e falsa” che perde di vista la
lotta di classe5
. Come i vecchi revisionisti, i revisionisti moderni usano ogni genere
di pretesti per cancellare il carattere di classe della democrazia e la differenza tra
democrazia borghese e democrazia proletaria. Nel difendere la “democrazia in
generale” o “democrazia di tutto il popolo”, essi in realtà fanno un feticcio della
democrazia borghese, cioè della dittatura borghese. Procedendo da questo punto di
vista, essi fanno di tutto per confondere rivoluzione con riforma e per limitare tutto
il loro lavoro nei confini permessi dalla dittatura borghese. Lenin aveva molto tempo
fa criticato questo punto di vista estremamente sbagliato. Egli disse: “Sarebbe pura
sciocchezza pensare che la più profonda rivoluzione della storia umana, una
rivoluzione che per la prima volta trasferisce il potere dalla minoranza sfruttatrice alla
maggioranza sfruttata, possa essere attuata entro la vecchia intelaiatura della
democrazia borghese parlamentare, senza cambiamenti drastici, senza la creazione
di nuove forme di democrazia e di nuove istituzioni conformi alle nuove condizioni
per applicare la democrazia, ecc.”. Questa asserzione di Lenin si è dimostrata corretta
nella Rivoluzione d’Ottobre e anche completamente corretta di fronte alle vittorie
ottenute in seguito da alcuni paesi di varie parti del mondo nella loro rivoluzione
socialista. Tuttavia ciò che i revisionisti moderni continuano a sostenere è proprio
l’assurda teoria che Lenin aveva confutato.
Nelle condizioni del socialismo i moderni revisionisti, ancora con il pretesto
della “democrazia in generale”, negano il carattere di classe della democrazia e
si sforzano di conseguire gradualmente il loro obiettivo di eliminare la dittatura
del proletariato, allo scopo di facilitare la graduale restaurazione del capitalismo
in una forma o nell’altra.

Leninismo e revisionismo moderno, editoriale di Bandiera Rossa, 1963.

La "teoria dei tre mondi", ti è stato detto in tutte le maniere, non ha che vedere con mao, ma con deng. È una teoria che assolutizza la contraddizione interimperialista rispetto alla contraddizione di classe, funzionale alla strutturazione di una politica internazionale conforme alla restaurazione del capitalismo in cina. Questa teoria riprende singole affermazioni di mao tse tung a scopo strumentale...il discorso all'onu di deng contro usa e urss può essere letto, col senno di poi, come un'anticipazione di quella teoria ma in sé non ha nulla di sbagliato, rilevando il ruolo dei popoli oppressi nella lotta alle potenze imperialiste.

Edited by primomaggio1945 - 24/6/2021, 18:03
view post Posted: 14/6/2021, 14:44 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
L'apertura dei rapporti diplomatici tra usa e cina, con i colloqui tra mao e nixon, rappresentava il riconoscimento da parte usa di nuovi rapporti di forza a livello globale, e soprattutto in Asia, con l'affermazione del movimento di decolonizzazione e comunista in vaste parti di questo continente, grazie alla funzione di base rossa della rivoluzione internazionale che esercitava la cina di mao. Non a caso di lì a poco si sarebbe arrivati alla liberazione completa dell'Indocina dal dominio statunitense, grazie soprattutto all'appoggio cinese.
Basti leggere il messaggio di Capodanno del 1973 pubblicato da diversi giornali comunisti cinesi per capire come dopo i colloqui con nixon, la linea internazionalista della Cina non mutava.

Attualmente, la situazione internazionale è eccellente. La fisionomia del mondo
muta nel processo in atto di grandi rivolgimenti e di grandi raggruppamenti. La lotta
rivoluzionaria dei popoli si sviluppa in profondità. I paesi piccoli e medi si sono uniti
ancora più largamente contro l’egemonismo e la politica del più forte delle due
superpotenze americana e sovietica. Il revisionismo sovietico ha rivelato ancora più
chiaramente la sua natura socialimperialista ai popoli di tutto il mondo. I complotti
e gli intrighi del revisionismo sovietico e dell’imperialismo USA, per numerosi che
siano, non possono minimamente ostacolare l’impetuosa corrente storica, cioè che
i paesi vogliono l’indipendenza, le nazioni la liberazione e i popoli la rivoluzione.
Nel nuovo anno continueremo ad applicare la linea rivoluzionaria del presidente
Mao negli affari esteri, a rafforzare l’unità con i paesi socialisti, ad appoggiare
risolutamente tutti i popoli nella loro lotta rivoluzionaria, a operare in favore della
coesistenza pacifica tra i paesi a sistema sociale diverso sulla base dei cinque principi
e a dispiegare tutti gli sforzi per promuovere la causa del progresso dell’umanità.
Recentemente l’imperialismo USA ha effettuato bombardamenti e attacchi su
vasta scala contro la Repubblica democratica del Vietnam. Il popolo cinese ne è
profondamente indignato e condanna energicamente l’imperialismo USA. Se il
governo degli Stati Uniti non pone fine immediatamente ai bombardamenti, non
firma l’“accordo sulla cessazione della guerra e il ristabilimento della pace nel
Vietnam” e si ostina nella sua guerra di aggressione, il popolo cinese assolverà
fermamente, come in passato, il suo dovere internazionalista, appoggiando con
tutte le sue forze il popolo vietnamita nella sua guerra di resistenza all’aggressione
americana e per la salvezza nazionale. Il popolo cinese continuerà a sostenere con
fermezza i popoli laotiano e cambogiano nella loro lotta di resistenza all’aggres-
sione americana, per la salvezza nazionale. Siamo profondamente convinti che
la vittoria arriderà ai tre eroici popoli indocinesi.
Nel momento in cui festeggiamo l’anno nuovo, esprimiamo la nostra profonda
sollecitudine ai nostri compatrioti della provincia di Taiwan che sono legati a noi
dalla carne e dal sangue. Libereremo Taiwan. Il nostro pensiero va ugualmente
ai nostri compatrioti di Hongkong e di Macao. Facciamo i migliori auguri ai nostri
compatrioti d’oltremare e auspichiamo che contribuiscano sempre di più a
rafforzare l’amicizia tra il popolo cinese e gli altri popoli.
Sotto la direzione del Comitato centrale del Partito comunista cinese con a capo
il presidente Mao, uniamoci per riportare vittorie ancora maggiori!


Ovviamente risulta difficile far capire ciò ai parolai hoxhaisti i quali, mentre accusano mao di collusione con gli usa e si proclamano ostili parimenti agli usa e all'urss, appoggiarono la guerra di occupazione dei revisionisti vietnamiti contro il popolo cambogiano, dimostrando tutta la loro ambiguità verso il socialimperialismo sovietico e le sue manovre internazionali.
Gli hoxhaisti e simili spacciano la fandonia della collusione della cina di mao con gli usa per nascondere la loro ambiguità rispetto al socialismo sovietico. Fingono di non capire quale minaccia il socialimperialismo sovietico costituiva per la cina tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, quando l'Urss schierò sul confine con la cina più truppe rispetto a quelle schierate in Europa. Minaccia peraltro concretizzatasi già in una breve guerra nel 1969. Per la Cina, l'apertura agli usa rappresentò una mossa inevitabile per rompere il contemporaneo accerchiamento delle grandi potenze muovendosi tra le loro contraddizioni e contrastandole concretamente sui singoli terreni nazionali nei quali ponevano in essere il loro espansionismo e bellicismo. Tanto per essere concreti, appoggiare la lotta dei popoli indocinesi contro l'imperialismo usa, che rappresentava la contraddizione principale in quell'area rispetto alla loro liberazione, aveva lo stesso fine di appoggiare il popolo mozambicano nella lotta contro il socialimperialismo sovietico, che rappresentava la contraddizione principale rispetto alla liberazione nazionale del Mozambico.
Questo fu l'internazionalismo praticato dalla cina di mao, ben distante dal verbalismo astratto, dal dogmatismo e dall'opportunismo di hoxha.
view post Posted: 14/6/2021, 12:48 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
I massimalisti dogmatici considerano i rapporti tra le classi sulla base della teoria astratta non sulla base della pratica concreta della lotta di classe.
Lo stesso schema ideologico fondamentale utilizzato dagli hoxhaisti per criticare le politiche dei compagni cinesi rispetto alla borghesia nazionale venne applicato in urss da Trotskij contro la nep...schema dogmatico di estrema sinistra...teso a negare
i passaggi concreti dello sviluppo della lotta di classe...ugualmente lo stesso schema ideologico fondamentale utilizzato rispetto alla collettivizzazione agricola in urss si ripete con il "grande balzo in avanti" in cina...schema dogmatico di destra...basato sull'unilateralismo dello sviluppo delle forze produttive rispetto ai rapporti sociali...i.risultati di passaggi contraddittori ma concreti nella costruzione del socialismo sia urss che in cina, fu che, in entrambi i casi, nel giro di circa tre decenni dalla presa del potere del proletariato, la proprietà privata era stata praticamente liquidata, trasformandosi o in proprietà collettiva o in proprietà di tutto il popolo.
Per quanto riguarda i rapporti mao-nixon, va rilevata la radice ideologica dogmatica delle accuse hoxhaiste, ma anche la loro inconsistenza fattuale nonché l'ipocrisia.
Ancora una volta, si rivela maestra l'esperienza sovietica, con la lotta, all'interno del pcus e del movimento comunista, tra la linea della coesistenza pacifica di lenin e stalin e quella del dogmatismo e dell'avventurismo dei trotskijsti e degli estremisti di sinistra di varia fattura. Fu attraverso passaggi politici come il patto di brest litovsk e il patto molotov ribbentropp, ai quali gli estremisti dogmatici di opposero, che la diplomazia sovietica riuscì a frenare linea guerrafondaia dell'imperialismo e a porre le basi, in ultima analisi, per la trasformazione della guerra imperialista in guerra rivoluzionaria.
view post Posted: 9/6/2021, 13:22 Le bugie concernenti la storia dell'Unione Sovietica - Storia
Una storia perlopiù inventata dall'anticomunista francese werth...il numero dei deportati è ingigantito...comunque effettivamente vi fu quel campo di rieducazione nel quale vennero rinchiusi criminali antisociali che presero il potere nella struttura a seguito di una rivolta...l'episodio comportò penuria di cibo e forse casi di cannibalismo...ovviamente dovettero intervenire i compagni...il governo e il partito furono informati dei fatti e il campo venne chiuso in tempi rapidi
view post Posted: 8/6/2021, 15:02 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
CITAZIONE
E certo, la borghesia nazionale, solo in Cina eh, perché lì c'è il paradiso in Terra, sceglie di sua spontanea volontà di rinunciare allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo inchinandosi al cospetto del grande timoniere Mao Zedong pregando che il proletariato cinese prenda il possesso dei mezzi di produzione, per cui, in virtù di questo originale carattere benevolo della borghesia esistente solo in Cina e in nessun altro paese al mondo, il grande timoniere ricambia il generoso gesto riservando una seconda linea all'interno di quello che dovrebbe essere il partito d'avanguardia proletaria.

Quindi stalin quando diceva che i comunisti, cioè i rappresentanti del proletariato, e la borghesia nazionale - parzialmente rivoluzionaria - formavano un blocco, era revisionista pure lui? Le citazioni che ti ho fornito chiariscono come nella fase della rivoluzione socialista la borghesia nazionale che non accetta la transizione diviene nemica e che la contraddizione tra borghesia e proletariato diviene principale. Tutto il resto sono tue falsificazioni o, volendo vanamente ritenerti in buona fede, incapacità non tanto di comprendere il maoismo, ma la dialettica marxista in sé, in particolare rispetto ai rapporti tra le classi e alla rivoluzione socialista nei paesi oppressi.

Ti invito inoltre a non confondere borghesia nazionale con piccola borghesia. Secondo mao tse tung, l'elezione al comitato centrale del pcc di wang Ming e li li san all'ottavo congresso derivava dalla volontà di trasformare i quadri piccolo borghesi del partito comunista che li avevano come punto di riferimento.

Nel settimo Congresso abbiamo convinto i compagni e abbiamo eletto Wang
Wing e Li-san. Ebbene, negli undici anni trascorsi da allora, la cosa ci ha causato
qualche danno? Nessun danno: l’elezione di Wang Ming e Li Li-san non ha
impedito la vittoria della rivoluzione né l’ha ritardata di qualche mese.
Eleggerli significa far avere un premio a chi ha commesso errori? “Se chi ha
sbagliato viene eletto membro del Comitato centrale, allora mettiamoci tutti a fare
errori, così avremo comunque la possibilità di essere eletti”: può succedere che
qualcuno la pensi così? Non è possibile. Guardate la settantina di membri del
nostro Comitato centrale: non è che qualcuno abbia commesso questo o
quell’errore apposta per essere rieletto! È forse possibile che quelli che non ne
fanno parte, si tratti di quadri che si sono uniti alla rivoluzione prima del 1938,
nel 1938 o dopo, si ispirino a Wang Ming e a Li Li-san e tirino fuori altre due linee
(così farebbero quattro) per diventare membri del Comitato centrale? Non è
possibile, nessuno si comporterà così; anzi, tenendo presenti gli errori di quei due,
gli altri saranno un po’ più prudenti.
Non basta; in passato c’è stato chi diceva “meglio unirsi alla rivoluzione dopo
piuttosto che prima, meglio non unirsi affatto alla rivoluzione”. Allora, se
eleggiamo Wang Ming e Li Li-san può forse sorgere nel partito il quesito se è
meglio aver fatto errori che aver avuto una posizione corretta, se è meglio aver
fatto grossi errori che piccoli errori? Se Wang Ming e Li Li-san che hanno
commesso errori relativi alla linea del partito ora devono essere eletti al Comitato
centrale, di conseguenza due compagni che hanno avuto posizioni corrette o
hanno fatto piccoli errori devono lasciare liberi due posti per loro. Questa
sistemazione non è forse la più ingiusta che si sia mai vista? Vista da questo punto
di vista, certamente è una cosa molto ingiusta: guardate, persone che hanno avuto
posizioni corrette o hanno commesso piccoli errori devono lasciare il posto a chi
ha commesso grossi errori, è un’ingiustizia molto evidente, qui non c’è niente di
giusto. Se si fa questo tipo di confronto allora bisogna ammetterlo, è “meglio
sbagliare che avere ragione, meglio commettere grossi errori che piccoli errori”.
Ma se si guardano le cose da un altro punto di vista, allora è diverso. I loro errori
di linea sono conosciuti in tutta la Cina e in tutto il mondo; la ragione per cui li
eleggiamo sta proprio nel fatto che sono diventati famosi. Che volete farci? Loro
sono diventati famosi, mentre voi che non avete fatto errori o ne avete fatti solo
di scarso rilievo non avete una rinomanza così grande. In un paese come il nostro
con ampi strati di piccola borghesia, essi sono una bandiera. Se li eleggiamo, molte
persone diranno: “Il Partito comunista cinese è paziente nei loro confronti, è
disposto a lasciar liberi due posti per loro, per consentir loro di correggersi”. Che si correggano o meno è un’altra faccenda, è un problema di scarso rilievo che
riguarda solo loro due. La questione è che nella nostra società la piccola borghesia
è assai numerosa, che nel nostro partito sono molto numerosi gli elementi
oscillanti provenienti da questa classe e che tra gli intellettuali ci sono molti di
questi elementi oscillanti; costoro vogliono vedere cosa sarà di questi due casi
esemplari. Se vedranno che queste due bandiere ci sono ancora, si sentiranno a
loro agio, riusciranno a prendere sonno, saranno contenti. Se abbattete queste due
bandiere, saranno presi dal panico. Quindi il problema non è vedere se Wang
Ming e Li Li-san si correggeranno o no, questo non ha grande importanza; quello
che ha molta importanza è che milioni di membri del nostro partito di provenienza
piccolo borghese che sono portati a oscillare, e gli intellettuali in particolare,
guardano l’atteggiamento che prenderemo nei confronti di Wang Ming e Li Li-san.
È come per i contadini ricchi durante la riforma agraria: quando non toccammo
i contadini ricchi, i medi si tranquillizzarono. Se all’ottavo Congresso tratteremo
queste due persone nello stesso modo in cui li abbiamo trattati al settimo, il nostro
partito ne ricaverà un utile, un vantaggio, nel senso che sarà più facile trasformare
i larghi strati di piccola borghesia di tutto il paese. La cosa avrà una certa influenza
anche a livello mondiale. All’estero un atteggiamento come il nostro verso coloro
che hanno commesso errori è molto raro, si può dire che non esista.
Questa riunione preparatoria del nostro congresso durerà poco più di quindici
giorni a partire da oggi, ma predisponendo bene l’ordine dei lavori è senz’altro
possibile portare a termine i preparativi. Siamo convinti che questo congresso si
svolgerà in modo soddisfacente, il livello dei delegati è in grado di assicurare
questo risultato. Tuttavia è necessario che ognuno di noi sia molto coscienzioso
e che facciamo tutti il meglio di cui siamo capaci.


Mao tse tung, rafforzare l'unità del partito - continuare le tradizioni del partito, 1956

Ovviamente chi ha una concezione dogmatica e metafisica del partito, chi nega la lotta tra due linee, trova scandalose le parole di mao. Ma costoro dovrebbero confrontarsi con la storia del movimento comunista...ricordo che i bolscevichi riammisero kamanev, zinoviev e rykov tra le loro file, anzi ai massimi vertici, dopo che essi si opposero pubblicamente all'insurrezione dell'ottobre, rischiando di farla fallire...stalin epuro' i vari esponenti delle linee sbagliate nel partito comunista non perché commisero errori ma perché commisero crimini contro l'ordine sovietico una volta che furono sconfitti politicamente dalla linea giusta.
Allo stesso modo, il tuo argomentare a sproposito su mao in questa discussione ad un certo punto è stato bloccato perché si è capito che non hai nessuna voglia di imparare, ma solo di condurre sterili polemiche. Non perché tu esprimi una linea sbagliata, quella dell'hoxhaismo, ma per il tuo accanimento con insulti e fandonie contro mao nonché per la ripetitività delle tue errate argomentazioni.

Edited by primomaggio1945 - 8/6/2021, 17:14
view post Posted: 17/5/2021, 17:10 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
CITAZIONE
Quindi per te la borghesia nazionale non è una classe sfruttatrice e parassitaria

È una classe che concorre, indirettemente, alla produzione di valore e all'accumulazione capitalistica nei paesi oppressi e quindi lo sfruttamento che esercita sugli operai autoctoni oggettivamente si distingue da quello esercitato dalla borghesia imperialista straniera.
view post Posted: 14/5/2021, 09:10 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
CITAZIONE
Mao va oltre, vorrebbe che questo fronte continuasse anche durante la costruzione del socialismo e considera la borghesia come PARTE DEL POPOLO e volenteroso di realizzare IL SOCIALISMO

Il popolo in termini di classe e materialisti è l'insieme delle classi direttamente o indirettamente produttive di valore, contrapposte per interessi a quelli delle classi interamente sfruttatrici e parassitarie.
Dunque nei paesi oppressi la borghesia nazionale rientra nella nozione di popolo, o meglio di masse popolari. Se la borghesia nazionale accetta di trasformarsi, come avvenne in parte in cina, perché la contraddizione con essa deve divenire antagonista? In ciò non vi è nessuna deviazione dal marxismo leninismo ma semplicemente la sua applicazione nel contesto del passaggio tra rivoluzione democratica e rivoluzione socialista.
Per il resto non so cosa dirti nikos... ideologicamente sei un dogmatico che non sa fare altro che ripetersi... personalmente sei un mentecatto presuntuoso... comunque quantomeno le tue cazzate ci consentono di rispolverare il marxismo leninismo contro il dogmatismo hoxhaista... solo che qualcuno potrebbe stufarsi di lucidare continuamente lo stesso pavimento e potrebbe decidere di eliminare definitivamente la polvere buttandoti nel cestino.
view post Posted: 13/5/2021, 08:06 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
CITAZIONE
questo carattere diverso della borghesia nazionale in un paese semi-feudale uscito da una rivoluzione anti-coloniale

,
Nikos ma ti rendi conto che stai facendo una domanda del tipo... "vorrei sapere come si va in quel posto che è alla fine di questa strada, all'incrocio con l'altra strada, al numero civico x...?" Cioè visto che dici di interessarti di materialismo dialettico dovresti comprendere, dopo aver specificato che la cina era un paese semicoloniale e semifeudale, il ruolo progressivo della borghesia nazionale... e poi ti è già stato spiegato più volte su questo forum...non puoi continuare a fare il pappagallo all'infinito... la pazienza ha un limite...

CITAZIONE
No, tu hai tagliuzzato una frase di Stalin quando letteralmente due parole dopo dice che questo blocco deve essere di breve durata e ignori le parole dello stesso Mao che conferma le differenze di vedute tra lui e Stalin

Ci sono differenze importanti tra i paesi delle democrazie popolari e la Repubblica Popolare Cinese: 1) in Cina esiste una dittatura democratica dei proletari e dei contadini, qualcosa di simile a ciò di cui i bolscevichi discutevano tra il 1904 e il 1905; 2) c'era un'oppressione da parte delle borghesie straniere, perciò la borghesia nazionale cinese è parzialmente rivoluzionaria; considerato questo, una coalizione con la borghesia nazionale è ammissibile, e in Cina i comunisti e la borghesia compongono un blocco. Non è una cosa innaturale. Nel 1848 anche Marx fece una coalizione con la borghesia quando dirigeva la Neue Rheinische Zeitung, ma la cosa non durò a lungo; 3) i cinesi devono ancora affrontare il compito di liquidare i rapporti feudali, e in questo senso la Rivoluzione cinese ricorda la Rivoluzione francese borghese del 1789; 4) la caratteristica particolare della Rivoluzione cinese è che il Partito Comunista è a capo dello Stato. Perciò si può dire che in Cina c'è una Repubblica Popolare Democratica, ma solo alla sua prima fase di sviluppo.

Questa è la citazione in forma più estesa. Stalin afferma che la collaborazione promossa da marx nel 1848 fu di breve periodo. Niente di più niente di meno... quindi per favore smettila di dire sciocchezze... il fronte popolare tra le classi antifeudali e antimperialiste in cina fu una linea generale condivisa dal pcc e dal Comintern per tutta la durata della lotta rivoluzionaria e venne portata avanti dopo la presa del potere durante la fase della rivoluzione di nuova democrazia, come dice stalin stesso.

CITAZIONE
il demente sarei io?

Demente rischia di essere un complimento perché ti assolve per incapacità intellettuale. La definizione forse più giusta è molestatore hoxhaista perché è da quando sei su questo forum che rompi le palle, assieme a "generico antimaoista", su Mao e la Cina ripetendo a pappagallo le stesse cose... fatevi un forum hoxhaista e vediamo quanto mi fate durare se vi vengo a dire e ripetere a pappagallo le cazzate e gli insulti che sparate su questo forum...
view post Posted: 12/5/2021, 17:34 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
Ma se non vuoi ascoltare mao perché "attacca come un mafioso" (nikos ma da quale manicomio sei uscito?) almeno ascolta stalin che parla di blocco tra comunisti e borghesia nazionale rispetto alla cina... porca miseria nikos non puoi andare avanti così... stai scivolando nella demenza argomentativa... cerca di moderarti perché se continui così potresti essere bannato per trollaggio e insulti...
view post Posted: 12/5/2021, 14:43 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
Risolvere le contraddizioni differenti con metodi differenti è un principio che i marxisti-leninisti devono rigorosamente osservare. I dogmatici non osservano questo principio, non afferrano le diversità delle condizioni in cui le diverse rivoluzioni avvengono e non comprendono quindi che contraddizioni diverse debbono essere risolte con metodi diversi. Essi adottano invariabilmente ciò che credono una formula immutabile e l’applicano meccanicamente dappertutto; questo può soltanto provocare gravi danni alla rivoluzione o compromettere ciò che avrebbe potuto essere condotto a buon fine.

Qui mao ci dà una definizione del dogmatismo applicabile per ogni sua espressione concreta nel movimento operaio e comunista, dall'anarchismo all'hoxhaismo passando ovviamente per trotskijsmo e bordighismo.
view post Posted: 11/5/2021, 20:08 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
Le contraddizioni qualitativamente diverse possono essere risolte solo con metodi qualitativamente diversi. Per esempio, la contraddizione fra il proletariato e la borghesia si risolve con il metodo della rivoluzione socialista; la contraddizione fra le masse popolari e il sistema feudale, con il metodo della rivoluzione democratica; la contraddizione fra le colonie e l’imperialismo, con il metodo della guerra rivoluzionaria nazionale; la contraddizione fra la classe operaia e la classe contadina nella società socialista, con il metodo della collettivizzazione e la meccanizzazione dell’agricoltura; le contraddizioni in seno al Partito comunista si risolvono con il metodo della critica e dell’autocritica; le contraddizioni fra la società e la natura, con il metodo dello sviluppo delle forze produttive. I processi cambiano, i vecchi processi e le vecchie contraddizioni spariscono, sorgono nuovi processi e nuove contraddizioni; in corrispondenza mutano anche i metodi per risolvere le contraddizioni. Tra le contraddizioni risolte dalla Rivoluzione di febbraio e quelle risolte dalla Rivoluzione d’Ottobre in Russia e anche tra i metodi impiegati per risolverle c’era una differenza radicale. Risolvere le contraddizioni differenti con metodi differenti è un principio che i marxisti-leninisti devono rigorosamente osservare. I dogmatici non osservano questo principio, non afferrano le diversità delle condizioni in cui le diverse rivoluzioni avvengono e non comprendono quindi che contraddizioni diverse debbono essere risolte con metodi diversi. Essi adottano invariabilmente ciò che credono una formula immutabile e l’applicano meccanicamente dappertutto; questo può soltanto provocare gravi danni alla rivoluzione o compromettere ciò che avrebbe potuto essere condotto a buon fine.

Mao Tse Tung, Sulla contraddizione, 1937

Noi siamo fautori della teoria della trasformazione della rivoluzione, siamo per la trasformazione della rivoluzione democratica in rivoluzione socialista. La rivoluzione democratica attraverserà diverse fasi di sviluppo, tutte con la parola d’ordine della repubblica democratica. Il passaggio dalla prevalenza della borghesia alla prevalenza del proletariato è un lungo processo di lotta, di lotta per l’egemonia, il cui successo dipenderà dagli sforzi compiuti dal Partito comunista per elevare la coscienza politica e il grado di organizzazione del proletariato, dei contadini e della piccola borghesia urbana.

Sicuri alleati del proletariato sono i contadini e dopo di loro la piccola borghesia delle città. La borghesia è invece nostra rivale nella lotta per l’egemonia.

Per vincere l’indecisione e l’inconseguenza della borghesia, noi dobbiamo appoggiarci sulla forza delle masse popolari e seguire una politica giusta, altrimenti la borghesia prenderà il sopravvento sul proletariato.

Noi vogliamo una trasformazione senza spargimenti di sangue e dobbiamo lottare al meglio per questo, ma il risultato dipenderà dalla forza delle masse popolari.

Noi siamo fautori della teoria della trasformazione della rivoluzione e non della teoria trotskista della “rivoluzione permanente”. Noi vogliamo arrivare al socialismo passando attraverso tutte le necessarie fasi di sviluppo della repubblica democratica. Noi siamo contro il codismo, ma anche contro l’avventurismo e la precipitazione.

Opporsi alla partecipazione della borghesia alla rivoluzione con il pretesto che sarebbe soltanto temporanea o chiamare capitolazione l’alleanza con gli elementi antigiapponesi della borghesia (in un paese semicoloniale) è una tesi trotskista con la quale non possiamo essere d’accordo. Oggi quest’alleanza è il ponte necessario per arrivare al socialismo.


Mao Tse Tung, Conquistare a milioni le masse nel fronte unito antigiapponese, 1937


In cina esisteva l'oppressione della borghesia straniera, e per questo motivo la borghesia nazionale cinese è parzialmente rivoluzionaria; è quindi ammissibile una coalizione con la borghesia nazionale, e in Cina i comunisti e la borghesia formano un blocco.


Stalin, cinque conversazioni con economisti sovietici (1941-1952), discussione del 22 febbraio 1950.



La borghesia nazionale è diversa dagli imperialisti, dai proprietari terrieri e dalla borghesia burocratica. La contraddizione tra la classe operaia e la borghesia nazionale è una contraddizione tra sfruttati e sfruttatori ed è per se stessa una contraddizione antagonista. Tuttavia nelle condizioni concrete del nostro paese, se la si tratta nel dovuto modo, la contraddizione antagonista tra queste due classi si può trasformare in una contraddizione non antagonista ed essere risolta con metodi pacifici. Se invece noi non la trattiamo correttamente, vale a dire se non applichiamo nei riguardi della borghesia nazionale una politica di unione, di critica e di educazione, o se la borghesia nazionale non accetta una tale politica, la contraddizione tra la classe operaia e la borghesia nazionale può trasformarsi in una contraddizione tra noi e i nostri nemici.


Mao Tse Tung, Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo, 1957


Nel periodo della rivoluzione socialista, la contraddizione esistente tra il popolo
e la borghesia di destra, anticomunista, antipopolare e antisocialista è una
contraddizione tra il nemico e noi, di carattere antagonista, inconciliabile, per la
vita o per la morte.


Mao Tse Tung, La situazione nell'estate 1957, 1957

La Cina ha compiuto due rivoluzioni. Durante la rivoluzione democratica
abbiamo lottato contro l’imperialismo, il feudalismo e il capitalismo burocratico.
In quel periodo contro l’ideologia capitalistica della borghesia nazionale si lottò
soltanto all’interno del partito. Allora, vi erano soltanto due vie, la strada della
liberazione nazionale e la strada della sottomissione all’imperialismo. Ora invece
la rivoluzione socialista abolisce le classi, abolisce lo sfruttamento, essa è la
rivoluzione del proletariato. La tesi che oggi borghesia e proletariato costituiscono
la contraddizione principale a mio parere è incontestabile.

Mao tse tung, Primo discorso alla terza sessione plenaria dell'ottavo comitato centrale del pcc, 7 ottobre 1957.

Piccolo bignami sulla questione della borghesia nazionale in Cina. Senza nessuna pretesa che i pappagalli hoxhaisti capiscano che stando zitti farebbero una figura migliore...
view post Posted: 10/5/2021, 16:16 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
CITAZIONE
Che le citazioni siano fuori contesto, anche se possibilissimo, va dimostrato

Anche tu dovresti sforzarti di capire il pensiero e la prassi di mao invece di procedere a citazioni prese qua e là, a scopo denigratorio, tagliando le parti del testo che non ti aggradano. Ad esempio come mai su tale testo hai omesso tutta la parte sullo scontro tra sinistra e destra in cina? Ovviamente perché vuoi avallare la tua tesi preconcetta che confonde la concezione dell'inevitabile scontro tra due linee nel seno dei partiti comunisti con una sorta di legittimazione che mao avrebbe dato alla destra. Purtroppo da buon dogmatico non sei capace di comprendere le basi del marxismo ossia che sono fondamentalmente le condizioni materiali a fare gli uomini e non viceversa e che la realtà si sviluppa sulla base delle contraddizioni. Tu vedi ancora lo scontro tra comunismo e revisionismo moderno come uno scontro tra "buoni" rivoluzionari e "cattivi" controrivoluzionari mentre in realtà essi sono il riflesso delle contraddizioni materiali della fase di transizione. Anche quando parli di epurazioni non ti rendi conto che lo fai a sproposito. Non è importante infatti l'epurazione in sé rispetto al partito comunista e allo stato socialista ma il fatto che l'epurazione stia all'interno di un processo di lotta di classe. La vostra ridicolo spiegazione del revisionismo moderno ( in sostanza voi dite "kruscev non lo abbiamo fermato in tempo") dimostra come ragioniate in senso "tecnico", cioè in ultima analisi in termini idealistici e borghesi, e non in senso sostanzialmente politico, secondo una visione proletaria.

CITAZIONE
D'altronde anche Dimitrov aveva ammonito i cinesi su quanto fosse scorretto far entrare cani e porci nel partito d'avanguardia

Giusto ricordare il grande dimitrov...ma ti ricordo che il partito comunista cinese pieno di "cani e porci" condusse la battaglia contro il revisionismo moderno mentre il partito comunista bulgaro fu pedissequamente a fianco dei revisionisti sovietici. Fossi in te una riflessione me la farei...il monolitismo è un mezzo per difendere le posizioni giuste ma può diventare la bandiera dietro cui difendere le posizioni sbagliate...il cuore della questione è sempre concepire anche il partito comunista come un'unità di opposti la cui funzione di avanguardia si esercita anche nella lotta interna contro le posizioni borghesi e che purtroppo possono anche porsi alla testa del partito, fino a cambiarne la natura.
CITAZIONE
Quindi, se dopo decenni in cui capitalisti , kulak e via dicendo hanno avuto modo di votare e entrare nel partito in nome di contraddizioni non antagoniste e vie pacifiche al socialismo,se questi finalmente questi vengono epurati nella rivoluzione culturale , ma già nel 1970 Chou Enlai riferisce che il 95% dei quadri epurati nel partito erano già stati reintegrati , allora personalmente mi viene da pensare che nel partito era legittimata la presenza della destra e che l'obbiettivo della rivoluzione culturale era esclusivamente che Mao riprendesse la direzione del partito che gli era stata spodestata da Liu Saoqi, e non che i revisionisti fossero definitivamente sconfitti.

Ci sono anche storici borghesi che affermano che la rivoluzione sovietica nasce dalla brama di potere di Lenin...le tue conclusioni su mao e la rivoluzione culturale riflettono perfettamente la tua concezione del mondo per cui la storia la fanno gli individui e non le classi...puoi tranquillamente aggiungerti a tutto il pattume borghese circolante...
Beninteso il partito BOLSCEVICO fece la rivoluzione sovietica con al proprio interno kamanev, zinoviev, bucharin, trotskij...a conferma del fatto che è la natura di classe e la linea politica che fanno un partito non i singoli che lo compongono. Il pcc guidò vittoriosamente la rivoluzione proletaria in cina, fu il partito della classe operaia che esercitò il proprio potere in alleanza con i contadini e, nel primo decennio di potere, in un fronte popolare che comprendeva la borghesia nazionale. Lo stesso stalin rimproverava i comunisti dogmatici rispetto all'alleanza con la borghesia nazionale cinese. Ora se tu non riesci a comprendere che la politica dei crediti era un passaggio per gestire il rapporto con questa parte di borghesia si conferma di nuovo il tuo essere dogmatico.
view post Posted: 7/5/2021, 11:40 Sulla questione di Stalin e della Cina - Documenti e Dossier
CITAZIONE
Personalmente io non comprendo bene in che senso la destra possa prevalere usando le sue parole , ma la sinistra possa a sua volta usare altre sue parole.

È normale che chi ignori la dialettica non capisca la compenetrazione degli opposti e l'uno che si divide in due. Tu hai condotto una polemica continua contro mao basandoti su singole citazioni estrapolate dal loro contesto...quando cerchi il "come" la destra può strumentalizzare mao dovresti guardare a come la presunta sinistra hoxhaista abbia condotto una polemica contro il maoismo basandosi su interpretazioni falsificanti delle parole di mao. A partire da quanto state affermando tu e nikos, che mutate la concezione della lotta tra due linee in legittimazione della destra. In questa maniera sconfessate tutta la storia del movimento comunista, a partire dalla critica di marx al socialismo utopistico...fino alla chiusura degli occhi sulla rivoluzione culturale che, come dicono le parole di mao, fu lo scontro più acuto tra comunismo rivoluzionario e revisionismo in tutta la storia del movimento comunista.
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