Comunismo - Scintilla Rossa

Posts written by RedSioux

view post Posted: 12/5/2020, 20:46 A pranzo da Tiziano - Bar Toto Cutugno
«Rivoluzione» in cucina. A tavola con Stalin Stampa E-mail
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«Rivoluzione» in cucina. A tavola con Stalin

Excelsior 1881, pagg.192, Euro 14,50



rivoluzione_in_cucina IL LIBRO - Il libro del cibo sano e salutare uscì nel 1952 in Unione Sovietica: pubblicato in prima edizione in 500mila copie, fece il tutto esaurito in pochissimo tempo e a grande richiesta fu ristampato, sempre con le medesime tirature, nel '53 e nel '54. Sua principale funzione è essere d'aiuto alla padrona di casa sovietica, facendole risparmiare tempo e fatica, assistendola nella preparazione di cibi buoni e sani per la famiglia, utilizzando prodotti dell'industria alimentare dell'epoca.
Il volume espone i capisaldi di un?alimentazione corretta, fornendo brevi descrizioni di cibi e ricette create dagli chef più famosi del tempo.
Dalla prefazione di Josif Vissarionovi Stalin: «La caratteristica della nostra rivoluzione consiste nell'aver dato al popolo non soltanto la libertà, ma pure i beni materiali e la possibilità di una vita agiata e culturale.
La quantità, la qualità, l'assortimento dei prodotti nutritivi, la modernità e la regolarità dell'assunzione del cibo è caratteristica determinante della vita umana in tutte le sue espressioni. La seduta plenaria del Comitato Centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, in data 7 settembre 1953, così dispone: Sulle misure del futuro sviluppo della civiltà contadina dell'Urss: Il compito consiste che nei prossimi due-tre anni vengano soddisfatte le crescenti necessità del nostro Paese in fatto di produzione alimentare e assicurato un adeguato sviluppo dell'industria leggera e agro-alimentare.
Sotto la guida del nostro glorioso Partito Comunista, del Suo Comitato centrale e del Governo sovietico, i popoli della nostra immensa e potente Patria socialista, con il loro lavoro gioioso, eroico e creativo creano una maestosa costruzione del comunismo, trasformando in vita la plurisecolare speranza dell'umanità sull'edificazione della società comunista, società foriera di benessere, di felicità e di gioia.


DAL TESTO - “Nel corso degli anni e dei piani quinquennali stalinisti, nell'Unione Sovietica è stata costituita una potente industria alimentare. Essa produce un'immensa quantità di prodotti atti a soddisfare i gusti più diversi e ogni necessità della popolazione, per grandi e piccini, per sani e malati. In base al costante aumento del benessere del popolo sovietico, il compito dell'industria alimentare si fonda sul presupposto di fornire supporto all'industria per la lavorazione del pesce, della carne, dei latticini, rispondendo nel contempo alle più moderne esigenze.

“Ogni anno che passa cresce sempre di più, da parte della popolazione, la richiesta di cibi ad alto valore nutrizionale. Negli ultimi anni l'industria alimentare ha acquisito la capacità di produrre decine di prodotti precedentemente inesistenti e sconosciuti in tutta la Russia. Centinaia di specie di conserve, nuovi prodotti a base di farine, maionese, margarina, ketchup, succhi naturali di frutta e verdura per uso popolare, come pure numerosi altri prodotti industriali e i più svariati alimenti per il popolo sovietico.

“In base alla proposta del compagno A.I. MIKOJAN, la redazione della rivista «Industria alimentare» pubblica ora Il libro del cibo gustoso e salutare, prima opera del genere in Unione Sovietica, un libro di ricette per tutti gli strati della popolazione.

“Esso contiene le ricette delle più varie pietanze adatte alla nutrizione quotidiana, cibi per le festività, cibi per i bambini e cibi indicati per persone che, per motivi di salute, devono seguire una dieta particolare. Nelle note "a latere" il lettore avrà la possibilità di conoscere i nuovi prodotti per la nutrizione e avrà pure l'occasione di essere messo adeguatamente al corrente riguardo all'industria alimentare dell'Unione Sovietica.

“Il libro si è avvalso della ricca tradizione culinaria che è alla base delle ricette contenute in esso. Hanno avuto parte attiva nel libro pure i contadini, gli ingegneri, i medici, i biologi, così come le semplici massaie.

“La pubblicazione di un simile libro nel nostro Paese è una novità assoluta”.


INDICE DELL'OPERA - Nota introduttiva, di Ljiljana Virović - Premessa all'edizione 1939 - Premessa all'edizione 1954 - Premessa all'edizione 1987 - Verso l'abbondanza (1954) – Ricette - Pietanze fredde e antipasti - Insalate (Insalata "Salute" - Insalata di cetrioli crudi con panna acida - Insalata verde con panna acida e uovo sodo - Insalata di barbabietola rossa - Insalata di cavolo rosso) – Tartine – Pietanze fredde o antipasti di pesce (Salmone, salmone tipo sjomga o salmone tipo keta con contorno - Storione, storione grande tipo beluga, storione tipo sevrjuga, pesce siluro - Maionese di pesce persico, di salmone o di trota - Maionese di storione o di beluga) – Antipasti di pesce conservato – Antipaste o pietanze fredde a base di carne (Antipasto di carne mista - Paté di fegato di vitello o di manzo - Maionese di selvaggina) – Antipasti caldi (Sosiska) – Prodotti conservati – Pesce bollito (Salsa bianca (per pesce bollito, a vapore o in salamoia) - Salsa di rafano (per carne bollita di manzo, di montone, di maiale)) – Brodi, bouillon, minestre (Šči di cavolo fresco - Šči verde – Boršč - Boršč all'ucraina - Boršč di funghi con prugne secche - Minestra di acetosa - Minestra di patate con vermicelli - Harčo (minestra piccante del Caucaso con carne di montone o di manzo) - Minestra di visciole con vareniki (specie di ravioli) - Minestra di cavolfiore – Šurpa) – La carne (Carne di manzo bollita, servita con salsa di rafano – Čanahi – Dolma (involtini di carne di montone in foglia di vite) - Carne cotta preparata con panna acida e cipolla - Bastruma di filetto – Šašlyk (spiedino) - Cervella fritta – Plov o pilaf all'uzbeka – Čeburek (pasticcio o ravioli di carne di montone o di agnello) – Dolci vari (Bliny – Bliny con pastella lievitata – Bliny all'ucraina - Cottura dei prodotti a base di farina nel fornetto "Miracolo" - Base per torta di Pan di Spagna - Torta di mandorle)
view post Posted: 12/5/2020, 16:09 Silvia Romano - Interno
CITAZIONE (vecio_ @ 11/5/2020, 17:04) 
Compagno sono d'accordo con te, ma per quanto si debba costantemente tenere d'occhio e studiare il nemico, leggere i commenti generali su un caso come questo, nonché i titoli della carta da sedere che spacciano per giornali, ti fa solo salire il crimine. Detto ciò, c'è da chiedersi come mai ci siano voluti 2 anni per pagare un riscatto...

C'è chi dopo mesi sta ancora aspettando i 600 euro
view post Posted: 8/5/2020, 17:48 immigrazione - Esteri
CITAZIONE (Kollontaj_2 @ 8/5/2020, 18:40) 
un immigrato che passa dal lavorare in nero e senza alcun permesso di soggiorno, ad una situazione regolare con contratto e permesso, ha un cambiamento delle condizioni generali di vita evidente.

Mi sembra che tu stia facendo confusione tra permessi di soggiorno e prestazioni lavorative con contratto regolare e relative coperture previdenziali e assistenziali.
In ogni caso nel comunicato si parla di "riduzione dell’orario di lavoro per permettere la piena occupazione ed evitare la guerra tra poveri, incrementi salariali generalizzati, un piano straordinario infrastrutturale e di riassesto idrogeologico di tutta la nazione. Per risolvere la piaga del lavoro nero occorre una massiccia assunzione di ispettori del lavoro "
view post Posted: 8/5/2020, 17:27 immigrazione - Esteri
CITAZIONE (Kollontaj_2 @ 8/5/2020, 17:48) 
ma infatti io non dico mica di accodarci, io mi son chiesto quale linea emergesse concretamente da quel comunicato.

A me è parso chiaro che il comunicato intendesse criticare la linea che si fa preponderante all'interno del Governo, sostenuta da ampie schiere dei rappresentanti borghesi, che prevede la regolarizzazione, a tempo determinato, dei cittadini irregolari in maniera che gli stessi possano entrare in modo del tutto libero da rischi (per i padroni) nel processo produttivo. La critica la trovo giusta e la condivido pienamente, quelle persone apparterranno comunque a strati sociali molto deboli, verosimilmente verranno impiegate in modo irregolare attraverso il lavoro nero e saranno soggetti a condizioni spesso identiche a quelle pre-regolarizzazione. Tuttavia il padrone non rischierà l'osso del collo, ma solo illeciti civili peraltro difficilmente dimostrabili.

CITAZIONE
redsioux anche il pezzo che hai postato di militant va nel senso di quello che dico io e che dice il compagno primomaggio.

L'articolo del collettivo Militant si sofferma sull'importanza del riconoscimento del permesso di soggiorno agli immigrati, cosa peraltro condivisa da tutti qui dentro credo. Altra cosa mi sembra sostenere che l'unica lotta possibile sia quella per il permesso di soggiorno, dimenticandosi della contraddizione principale. Anche se sono sicuro che Primomaggio non abbia inteso dire questo, ma sia stato tradito dall'espressione equivocabile che ha utilizzato. Però non condivido l'accusa di estremismo, volta ad accaparrarsi opportunisticamente l'elettorato xenofobo, fatta da Primomaggio. In primo luogo perché nel comunicato si citano delle riforme e in secondo luogo perché riporto testuali parole "Solo se riusciamo a dare un lavoro a tutti la regolarizzazione degli immigrati può trasformarsi in cittadinanza piena e in diritti veri, altrimenti si trasforma nel solito spot elettorale" non mi sembra che il PC si sia schierato contro il permesso di cittadinanza a favore degli immigrati, anzi lo ha esteso al concetto di cittadinanza!

"I marxisti, a differenza degli anarchici, ammettono la lotta per le riforme, cioè per quei miglioramenti nella situazione dei lavoratori che lasciano il potere, come nel passato, nelle mani della classe dominante. Ma nello stesso tempo essi conducono la più energica lotta contro i riformisti, i quali, direttamente o indirettamente, limitano alle riforme le aspirazioni e l'attività della classe operaia. Il riformismo è l'inganno borghese degli operai che, nonostante i parziali miglioramenti, restano sempre schiavi salariati finché esiste il dominio del capitale."
Lenin
view post Posted: 8/5/2020, 15:30 immigrazione - Esteri
CITAZIONE (Kollontaj_2 @ 8/5/2020, 15:59) 
quale sarebbe questa contraddizione?
questi, regolarizzati o no, sono comunque li a lavorare, nelle condizioni che sappiamo.

E' evidente che così non è. Certi settori produttivi, specie l'agroalimentare, hanno sofferto la penuria di lavoratori salariati da impiegare. Il padrone non può tollerare di aver investito nei mezzi di produzione senza poterne ricavare le merci da vendere sul mercato a causa della mancanza di lavoratori che svolgano il processo produttivo. Non corrisponde alla realtà l'indifferenza della borghesia relativamente alla regolarizzazione o meno dei lavoratori, lo si vede in tutti i settori produttivi. La borghesia, in parte dalle lotte operaie e in parte per convenienza propria, è stata costretta a dotarsi di un impianto normativo che non consente l'impiego di cittadini irregolari nel lavoro. Non possiamo non notare che l'impiego di cittadini irregolari costituisca un rischio evidente per il padrone. Che poi ciò accada comunque non esclude che il fenomeno sia necessariamente marginale rispetto alla totalità dei lavoratori impiegati contrattualizzati e non. Posto che ritoccare l'impianto normativo adottato per stabilire certi divieti è, allo stato, impossibile, ricorre ad una escamotage ossia dare una patente temporanea agli immigrati irregolari per poterli sfruttare e successivamente tirargli una pedata nel sedere.

CITAZIONE
in che modo avere dei lavoratori ricattati può essere uguale ad avere dei lavoratori quantomeno regolarizzati, che non temono di essere espulsi da un giorno all'altro, o di perdere quel poco che hanno?

E' ovvio che una posizione sia peggiore rispetto all'altra, ma circa la situazione dei lavoratori regolari mi sembra che tu dipinga un quadro fin troppo felice rispetto alla realtà terribile che vede cittadini regolari sfruttati come schiavi durante i periodi di maggior produzione.

CITAZIONE
e noi stiamo dicendo di ignorare tutto questo, per non favorire una fazione borghese?

Ovviamente no, ma siamo sicuri che accodarsi alle rivendicazioni borghesi sia una strada molto più proficua?

Edited by RedSioux - 8/5/2020, 17:52
view post Posted: 8/5/2020, 14:49 immigrazione - Esteri
Il miserabile teatrino sulla pelle dei braccianti

Sembra che il vaccino contro il Coronavirus sia già stato trovato: si chiama lavoro. Diceva bene chi notava che l’unico momento in cui l’aggressività del virus sembra calare improvvisamente, è quello della produttività. Il cedimento su tutta la linea da parte di un governo privo di una strategia complessiva alle richieste – anzi al piano complessivo, l’unico per adesso – della Confindustria, che vuole liquidare le misure di contenimento e di sicurezza come fossero una piccola parentesi, parla da se. Eppure ci è voluta una pandemia globale – non proprio una passeggiata – per far riemergere la contraddizione dagli anni di oblio in cui era stata relegata. E tornare a far discutere. Da ultima la questione regolarizzazione “migranti” ed emergenza manodopera nel settore agricolo. La proposta avanzata dai renziani, se ci ricorda della miseria di quella frazione governativa che pur di rimanere a galla torna ad agitare le acque di palazzo Chigi cercando di recuperare uno spazio elettorale ormai estinto, ripresenta, in maniera del tutto strumentale, una questione centrale per una larga fetta del proletariato di questo paese. Ma di cosa stiamo parlando quando parliamo di “regolarizzazione”, quale è la proposta che ha alzato un polverone in tutto lo spettro politico, da destra a sinistra? Parliamo di una “regolarizzazione” provvisoria, da sei mesi rinnovabili ad altri sei per la proposta iniziale, a soli tre mesi di tutela per l’ultima versione del provvedimento. Praticamente nulla, una marchetta agli imprenditori agricoli, una norma ad uso e consumo del settore agroindustriale che, orfano dei corridoi speciali con la Romania – che pure altri paesi europei hanno continuato a garantire come Inghilterra e Germania – vuole evitare in tutti i modi gli squilibri del coronavirus nella filiera agroalimentare.



Eppure la questione non è così semplice – soprattutto per una sinistra di classe che vuole definirsi tale – e non si può correre il rischio di schematizzare. Il settore agroindustriale è infatti un settore produttivo strategico che si regge sulla manodopera sottopagata, stagionale, iper-sfruttata e che vive in condizioni di semi-schiavitù, di cui, una buona parte, viene dal proletariato di recente immigrazione. E’ un settore che sostanzialmente basa la sua competitività – la cui forma compiuta sono le famose passate di pomodoro a prezzi ridicoli nei supermercati – sull’iper-sfruttamento dei braccianti che ad ogni stagione si ritrovano schiacciati dal braccio del caporalato al servizio dei grandi agro-produttori. Ogni garanzia – seppure borghese e come tutte le altre puramente formale – per questo settore di proletariato significa ossigeno e possibilità di alzare la testa. La “clandestinizzazione” forzata, la situazione in cui tutte le recenti leggi in materia d’immigrazione hanno voluto spingere i lavoratori irregolari, è lo strumento più efficace per rendere questo settore di proletariato succube e inattivo, sostanzialmente ridurlo al silenzio e immobilizzarlo. E non solo: è uno degli strumenti più efficaci per tenere sotto scacco anche il resto dei lavoratori che, annichiliti dalla retorica della concorrenza dello straniero, non riescono a focalizzare la causa, l’offerta di lavoro a salari miseri che questi lavoratori sono costretti ad accettare, scagliandosi contro l’effetto dell’aumento della concorrenza.



Il cuore di tutta la questione dell’immigrazione e dei conflitti che hanno caratterizzato la storia di questo paese di questi ultimi anni si trova, infatti, proprio qui: il rapporto tra classe e nazione. E’ solo l’antagonismo fra le classi che può riportare ordine nel disorientamento in cui ormai il conflitto sociale in Italia, per quel poco, si sviluppa. E’ solo l’antagonismo delle classi che può sopprimere quello tra le nazioni, tra lavoratori già inseriti nel processo produttivo, e quelli di recente inserimento che vivono situazioni di lavoro insostenibili. Comprendere che spezzare questo circolo vizioso della frammentazione e della divisione delle condizioni di vita interne alla classe (circolo che va dalla “clandestinizzazione” alla moltiplicazione delle figure contrattuali passando per la precarizzazione generalizzata) ci può dire molto di più che agitare incomprensibili – se non alla parte sbagliata – spettri di un’imprenditoria illuminata desiderosa di dispensare permessi di soggiorno urbi et orbi. Come se qualsiasi conquista, anche dal punto di vista formale, fosse regalata. Ed è proprio il contrario, invece: gli imprenditori agricoli, come ha dichiarato il presidente di una delle più grandi confederazioni agricole ieri sul Corsera (il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti), vogliono lavorare con “chi già conoscono”, ovvero con i lavoratori più produttivi, ed è per questo che si stanno organizzando con voli diretti per prelevare manodopera “già collaudata” e, in assenza di “corridoi verdi” dalla Romania e possibilità di chiedere ulteriori straordinari ai lavoratori già contrattualizzati, guardano alla misura di regolarizzazione dei clandestini come ad una extrema ratio plausibile. Quindi nè pietà umanitaria nè foga di contrattualizzazione, ma misura necessaria alla tutela della produzione. Eppure a quella fetta di lavoratori sulla carta inesistenti, la possibilità di essere parificati agli altri che pure vivono condizioni di sfruttamento e subordinazione – che dovrebbe essere attuata con misure effettive e non con la ridicola marchetta proposta dalla Bellanova – equivale a ridurre la propria ricattabilità. La fuoriuscita di una fetta del proletariato dal completo anonimato, insomma, il suo costituirsi in classe nazionale è la precondizione del prodursi di un effettivo conflitto di classe. E magari della formazione di una nuova generazione d’avanguardie operaie come l’esempio della logistica ci ha limpidamente dimostrato.
view post Posted: 8/5/2020, 14:18 immigrazione - Esteri
Diamo anche il giusto peso al fatto che OGGI la maggior spinta verso la regolarizzazione dei lavoratori immigrati proviene spesso dall'ala più reazionaria della borghesia che ha urgente necessità di salariati da sfruttare nei campi. Sono pienamente d'accordo con Carre quando afferma che non ci si possa fermare alla rivendicazione espressa da Primomaggio, se così fosse si incorrerebbe nell'errore di aiutare una certa parte dei padroni a risolvere una contraddizione imminente, certo creando il campo per farne sorgere di nuove, ma un siffatto modo di agire appartiene al riformismo.
view post Posted: 7/5/2020, 08:30 comunismo usa - Storia
Brief Report on May Day March in the US

An International Workers Day march was held in Austin, Texas for May Day, which took the streets despite immense police presence and harassment from Trump-supporting reactionaries. The march clashed with the fascists and left some of them bloodied in the face; most of the reactionaries’ small group was thrown to the ground and pummeled by revolutionaries.

The police dove in to separate the groups, and the march was split apart for a time, preserving their forces against police repression. The two groups continued marching until they victoriously came together. The march soon gathered at the county jail to show solidarity with protesters who had been arrested earlier in the day in an action to support rent strikes. Revolutionaries flew the red flag outside the jail, and chanted slogans such as “Sweep this Rotten World Away, It’s International Workers Day!” They carried a banner that read: “Long Live the First of May, International Day of the Proletariat”

US revolutionaries are extremely pleased with the combative demonstration, held in restrictive conditions, that was still able to carry out revolutionary violence against fascists.


A Austin durante la parata per il 1° Maggio i compagni hanno represso con la forza alcuni manifestanti dell'estrema destra che marciavano con slogan a sostegno di Trump. Il tutto accompagnati dalle effigi di Marx Lenin, Stalin e Mao!
Sweep this Rotten World Away, It’s International Workers Day!
view post Posted: 3/5/2020, 10:19 La Corea del Nord (RPDC) di oggi - Documenti e Dossier
Il Dirigente Supremo Kim Jong Un taglia il nastro per il completamento della Fabbrica di fertilizzanti fosfatici di Sunchon
kfaitalia / 23 ore ago
La Fabbrica dei fertilizzanti fosfatici di Sunchon è stata costruita in qualità di creazione della nostra lotta per il conseguimento della prosperità tramite la fiducia nei propri mezzi, un altro passo in avanti nella grande marcia di tutto il popolo per dischiudere il nuovo cammino dell’edificazione socialista fedeli al grande piano del Partito e affrontando al contempo le gravi difficoltà dinanzi alla rivoluzione.

Dimostrando l’invariabile credo del Partito del Lavoro di Corea e del popolo, in base al quale più le forze ostili si fanno zelanti nel far spirare il loro vento, più la nostra bandiera rossa sventolerà con vigore, è stata eccelsamente completata una grande base dell’industria chimica come la prima vittoria di tutti i fronti della costruzione di un potente Stato socialista in quest’anno che è cominciato con l’avanzamento della grande idea di lanciare un’offensiva frontale.

Una cerimonia per il completamento della fabbrica, costruita come base produttiva del fertilizzante Juche, si è splendidamente svolta il Primo Maggio, festa internazionale dei lavoratori di tutto il mondo.

Kim Jong Un, Presidente del Partito del Lavoro di Corea, presidente della Commissione Affari di Stato della Repubblica Popolare Democratica di Corea e Comandante supremo delle forze armate, ha presenziato la cerimonia.

La fabbrica, orgogliosa creazione della grande era del Partito del Lavoro e nuova risorsa eterna per l’edificazione di un paese fiorente, è un modello e un esempio nel campo dell’industria chimica in quanto è stata costruita interamente sulla base del Juche e dei requisiti della modernizzazione ed è perfetta quanto alla produzione, all’architettura e alla protezione dell’ambiente ecologico.

Con l’edificazione dell’industria di fertilizzanti fosfatici basata sul Juche, sui nostri sforzi, sulla tecnica autoctona e su materiali disponibili localmente sotto la saggia direzione del Dirigente Supremo del Partito, dello Stato e delle forze armate Kim Jong Un, è stata aperta una breccia che ci permette di far risaltare in eterno le gesta compiute per tutta la loro vita dal Presidente Kim Il Sung e dal Presidente Kim Jong Il al fine di gettare solide fondamenta di un’economia socialista autosufficiente e per un incremento stabile della produzione di grano.

Il completamento della fabbrica, prima vittoria nell’offensiva frontale volta ad attuare le decisioni della storica V sessione plenaria del VII Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea, ci ispira grandemente, ci dà fiducia nella vittoria e nel fatto che possiamo esaltare appieno la dignità e la maestosità di uno Stato potente fin quando seguiamo strettamente le idee e la direzione del Comitato Centrale del Partito e mettiamo pienamente in mostra la potenza della fiducia in sé.

Sulle note di una musica di benvenuto, Kim Jong Un è giunto alla cerimonia.

Tutti i partecipanti sono esplosi in possenti grida di giubilo, rendendo il più grande omaggio al Dirigente Supremo che ha generato un nuovo cambiamento nello sviluppo dell’industria di fertilizzanti basata sul Juche e ha guidato la grande avanzata rivoluzionaria per il rafforzamento dell’economia autosufficiente alla vittoria con la sua direzione eccezionale.

Pak Pong Ju, membro del Presidium dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito del Lavoro di Corea, era presente alla cerimonia.

Presenti erano anche Kim Jae Ryong, membro dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del PLC, membro della Commissione Affari di Stato della RPDC e presidente del Consiglio dei ministri; Kim Tok Hun e Pak Thae Song, vicepresidenti del Comitato Centrale del PLC; Kim Yo Jong e Jo Yong Won, primi vicedirettori dipartimentali del Comitato Centrale del PLC; funzionari del Comitato Centrale del PLC, ufficiali dell’esercito e civili che hanno preso parte alla costruzione, operai e funzionari della provincia del Sud Phyongan.

Pak Pong Ju ha pronunciato un discorso d’apertura.

Egli ha detto che il completamento della Fabbrica di fertilizzanti fosfatici di Sunchon costituisce un grande evento di buon auspicio che ha ampiamente rallegrato tutti i lavoratori agricoli e il resto del popolo in quanto non soltanto ha dimostrato lo spirito rivoluzionario dell’eroica classe operaia della RPDC, determinata a conseguire nuove vittorie nell’edificazione socialista tramite coraggiose offensive frontali sotto la direzione del grande Partito, ma anche la straordinaria forza del nostro Stato.

Ha detto che il Dirigente Supremo ha assegnato il compito militante di costruire la fattoria che produce in massa fertilizzante fosfatico di ammonio ad alta concentrazione, fondamentale per una produzione agricola moderna e ampia, e ha fornito una direzione energica a costruirla come una fabbrica-modello nel campo dell’industria chimica che materializzi l’esigenza del Juche e della modernità e come uno stabilimento a risparmio di manodopera, ogni processo del quale sia automatizzato e semplificato.

Ha affermato che gli operai, gli scienziati e i soldati-costruttori che hanno incarnato lo spirito della devota attuazione della linea del Partito si sono mobilitati in una feroce lotta quotidiana di fedeltà per portare a compimento questo immane progetto prima del previsto, hanno risolto a modo nostro un’enormità di problemi scientifici e tecnici sorti nel porre l’industria dei fertilizzanti fosfatici su una base Juche e hanno compiuto un dedito lavoro per anticipare la data del completamento.

«Il completamento della Fabbrica di fertilizzanti fosfatici di Sunchon, che svilupperà drasticamente l’industria di fertilizzanti del paese e stimolerà il fronte economico nel suo insieme, è una grande vittoria dell’idea del nostro Partito di effettuare un’offensiva frontale e conseguire la prosperità tramite la fiducia nei propri mezzi; questo dimostra ancora una volta la verità che possiamo certamente raggiungere gli obiettivi di combattimento allorquando avanziamo dinamicamente sotto la bandiera dispiegata della fiducia in sé sotto la guida del Partito», ha osservato.

Egli ha quindi fatto appello a unirsi strettamente attorno al Dirigente Supremo, amplificando ulteriormente l’entusiasmo dell’offensiva frontale al fine di continuare a registrare successi ammirevoli della fiducia nei propri mezzi e avanzare con dinamismo pieni di fiducia nella sicura vittoria per la prosperità del paese socialista.

Kim Jong Un ha poi tagliato il nastro per il completamento della fabbrica.

Tutti i partecipanti hanno di nuovo prorotto in fragorose grida di giubilo per il Dirigente Supremo che guida la marcia generale di tutto il popolo per il trionfo della grande causa della prosperità tramite la fiducia nei propri mezzi e dimostra la forza e la dignità della Corea socialista al livello più alto.

Il Dirigente Supremo ha risposto con calore alle grida festanti degli operai e delle masse.

Ha osservato vari luoghi, tra cui il processo di lavorazione delle materie prime, il processo di produzione di fosforo giallo, il processo di produzione di fertilizzanti fosfatici di ammonio e il processo di imballaggio, venendo informato sui processi di produzione della fabbrica.

Rallegrandosi alla vista panoramica della fabbrica magnificamente costruita, il Dirigente Supremo ha detto, profondamente emozionato, che il Presidente Kim Il Sung e il Presidente Kim Jong Il i quali hanno lavorato con corpo e anima alla soluzione del problema alimentare per il popolo sarebbero estremamente contenti se sapessero che è stata costruita questa moderna fabbrica di fertilizzanti fosfatici.

«Ora è diventato possibile, per i lavoratori agricoli, concentrare con le dovute garanzie tutti i loro sforzi al raggiungimento dell’obiettivo del grano definito dal Partito», ha detto, aggiungendo che la fabbrica è un’orgogliosa realizzazione creata da coloro che seguono in toto la linea del Partito dimostrando la potenza dell’unità esercito-popolo. Egli ha apprezzato molto le gesta compiute da tutti gli operai, gli scienziati e i tecnici.

Ha espresso soddisfazione per la meravigliosa creazione del sistema produttivo integrato della Fabbrica dei fertilizzanti fosfatici di Sunchon da parte dei docenti e dei ricercatori del Politecnico Kim Chaek in collaborazione con le unità competenti, sottolineando ripetutamente che i talenti sono una grande sorgente e una forza motrice dello sviluppo del paese e che la formazione dei talenti è una questione di linea alla quale il Partito ha dato la massima priorità.

«Il completamento della Fabbrica dei fertilizzanti fosfatici di Sunchon è il primo successo dopo la V sessione plenaria del VII Comitato Centrale del PLC e un’occasione importante per far compiere un balzo in avanti all’industria chimica del paese», ha detto, facendo appello a ravvivare con più vigore la fiamma del conseguimento della prosperità tramite la fiducia nei propri mezzi in tutti i campi della costruzione di un paese potente con questo notevole successo quale base.

Ha specificato i compiti di dettaglio per la gestione e l’operatività della fabbrica, tra cui la questione dell’adozione di misure approfondite per la fornitura di materie prime per porre la produzione di fertilizzanti al fosforo su una base normale, la questione di arrotondare ulteriormente il sistema di produzione integrato e porre i processi di produzione in condizioni stabili e quella di prestare particolare attenzione alla protezione dell’ambiente.

Ha definito i compiti e i metodi per sviluppare la nostra industria chimica con un orientamento corretto come richiesto dal nuovo secolo, tra cui la ricostruzione e l’ammodernamento delle fabbriche di fertilizzanti nel loro insieme e la costruzione di nuove basi dell’industria chimica.

Ha espresso l’aspettativa e la convinzione che i funzionari, gli scienziati, i tecnici e gli operai lanceranno una coraggiosa offensiva per dischiudere il nuovo cammino dell’edificazione socialista nello stesso spirito e con lo stesso vigore coi quali hanno creato la nuova industria facendo affidamento sulle nostre materie prime e sulla nostra tecnologia, dimostrando così ulteriormente la potenza della grande idea del Partito di compiere un’offensiva frontale.

Tutti i partecipanti alla significativa e grandiosa cerimonia di completamento alla presenza del Dirigente Supremo erano pieni di entusiasmo per la glorificazione ulteriore di quest’anno che segna il 75° anniversario della fondazione del glorioso Partito con successi orgogliosi e per continuare a conseguire nuove vittorie nella costruzione di un potente paese socialista con l’infaticabile spirito combattente e lo stile di lavoro della fiducia nei propri mezzi, fedeli alla direzione e all’ideologia del Partito
view post Posted: 2/5/2020, 22:31 notizie curiose - Canalisation d'égout
CITAZIONE (Khleb @ 2/5/2020, 18:17) 
Come prevedibile questa crisi del post-coronavirus sarà un bel banco di prova per la reazione.

Crisi economica; borghesie nazionali che fanno appello allo Stato per la difesa del proprio capitale (si veda potenziamento del golden power) e nel frattempo eseguono incursioni di rapina comprando società sull'orlo del baratro a prezzi stracciati; stive piene di petrolio (si veda crollo del prezzo); un sempre maggiore sviluppo ineguale. Cos'altro manca per la IIIWW?
view post Posted: 2/5/2020, 17:28 La grande crisi - Varie
Nazionalizzazioni, Golden Power e aiuti di stato: la partecipazione dello stato alla competizione intercapitalistica

Domenico Moro | lordinenuovo.it

27/04/2020

L'attuale fase storica del modo di produzione capitalistico è caratterizzata da un aumento della concorrenza tra frazioni nazionali di capitale che viene accentuata dalla crisi del Covid-19, che si presenta come la più grave dal '29. L'elemento che sembra caratterizzare maggiormente questa fase è un revival dell'intervento statale nell'economia non sono sul piano del sostegno economico alle imprese in difficoltà ma anche in difesa della nazionalità delle imprese stesse. Infatti, la crisi determina una condizione per la quale le imprese, sia quelle quotate sia quelle non quotate, possono essere più facilmente acquisite e interi settori manifatturieri e economici potrebbero così passare in mani estere. Data la specifica situazione di difficoltà dell'economia italiana si assiste a un attivismo particolarmente marcato dello Stato italiano a difesa del proprio capitale nazionale. Tuttavia la tendenza è comune anche al resto della Ue, in Spagna, Francia e Germania ad esempio, e interessa un po' tutti i Paesi a capitalismo avanzato. Del resto, la crisi del Covid-19 accentua una tendenza protezionistica commerciale e di difesa proprietaria del capitale nazionale che si stava già diffondendo da qualche tempo, non solo negli Usa di Trump ma anche in Europa, andando in direzione opposta rispetto alle correnti liberalizzatrici che avevano caratterizzato la fase della globalizzazione.

Via libera agli aiuti di stato e alle nazionalizzazioni

In primo luogo va rilevato che la Commissione europea nell'ultimo mese ha molto allentato le normative che tradizionalmente facevano dell'opposizione agli aiuti di stato uno dei suoi pilastri, grazie alla comunicazione del 13 marzo, in cui si dà l'assenso a misure supplementari atte a porre rimedio a situazioni di grave turbamento dell'economia e si predispone la velocizzazione delle decisioni della Commissione stessa rispetto alle notifiche dei singoli Stati sugli aiuti da prestare alle imprese. Successivamente, il quadro degli aiuti di Stato è stato esteso e integrato nella Comunicazione della commissione del 3 aprile. L'aspetto più interessante del via libera agli aiuti di Stato è che l'attuale crisi ripropone uno strumento che era stato espunto dalla politica economica europea, quello delle nazionalizzazioni. Per la verità i Paesi europei avevano già fatto uso delle nazionalizzazioni per salvare le proprie banche nell'ultima crisi, a partire dalla Germania e dall'Olanda. In Italia la pandemia ha allungato i tempi della permanenza al controllo del Monte dei paschi di Siena da parte del Tesoro, che ne detiene il 68%. La novità è che, nella crisi del Covid-19, le nazionalizzazioni riguardano un ventaglio di settori economici che va molto oltre quello bancario.

Gli Stati europei e in particolare l'Italia stanno trattando con Bruxelles sulle condizioni delle ricapitalizzazioni pubbliche, e quindi per l'entrata dello Stato nelle imprese in difficoltà per la crisi del Covid-19. La finestra temporale entro cui lo Stato può entrare nelle aziende in crisi per la Commissione sarebbe il 31 dicembre 2020, ma l'Italia preme perché venga estesa al 30 giugno 2021. In discussione è anche la durata delle nazionalizzazioni, che a Bruxelles si ritiene debba essere innalzata a 5-7 anni. La Vestager, la commissaria alla concorrenza, prevede una soglia di 100 milioni oltre la quale ci sarebbe bisogno di effettuare una notifica alla Commissione per ogni singola operazione. Ma la maggior parte degli Stati membri è per innalzare tale soglia, l'Italia la vorrebbe portare a 250 milioni, la Germania addirittura a 3 miliardi. Si pensa anche a una clausola antidelocalizzazioni, che vieti per 5 anni lo spostamento della produzione in altri Paesi Ue da parte delle imprese beneficiarie della ricapitalizzazione pubblica. La comunicazione della Commissione del 3 marzo pone, come condizione per l'intervento pubblico nelle imprese, che lo stato di crisi non possa essere esteso alle imprese che si trovassero in stato di difficoltà prima del 31 dicembre 2019, il che escluderebbe l'Alitalia dalla nazionalizzazione. All'interno dell'Europa ci sono due linee che si stanno confrontando sulle nazionalizzazioni, quella più concentrata sul contenimento dei rischi di fallimento delle imprese, privilegiata dalla Commissione, e quella che si pone come principale obiettivo quello di difendere gli asset strategici da incursioni di investitori extra Ue. La Germania, in particolare, punta a estendere le iniezioni di capitale anche alle grandi imprese, a prescindere dal loro stato di salute. La Spagna e l'Italia, invece, si preoccupano che Stati europei con maggiori capacità finanziarie, la Francia ma soprattutto la Germania, possano avvantaggiarsi sugli altri Paesi, facendo acquisti massicci di imprese in difficoltà. In Italia il vettore principale delle nazionalizzazioni dovrebbe essere la Cassa depositi e prestiti (Cdp), a cui verrebbero fornite risorse pari a 45 miliardi di euro per la sua ricapitalizzazione. La Cdp dovrebbe aiutare sia le imprese a rischio fallimento sia le imprese che rischierebbero di cadere in mani straniere a prezzi di saldo per il crollo dei loro valori di borsa. L'iniziativa italiana ricalca quella della Germania, dove il governo ha approvato un piano di circa 500 miliardi con il coinvolgimento anche della KfW, il corrispettivo tedesco della Cdp, che potrà contare su una ricapitalizzazione di 100 miliardi.

Il rafforzamento del Golden Power e la Borsa italiana

Uno degli strumenti più importanti usati dallo Stato italiano a difesa della nazionalità del proprio capitale è il rafforzamento del Golden power. Il Golden power risale al decreto legge n.21 del 15 marzo 2012 che, recependo i rilievi della Commissione europea sulla vecchia Golden share, ha dato vita a una nuova disciplina in tema di attribuzione al capo dello Stato di poteri di intervento in caso di operazioni straordinarie riguardanti imprese operanti nei settori della difesa o della sicurezza nazionale o in aree strategiche dei trasporti e delle telecomunicazioni.

A seguito della crisi del Covid-19 il decreto legge n.23 dell'8 aprile 2020 introduce significative novità nella disciplina del Golden power, allo scopo di estendere e rafforzare gli strumenti per opporsi a operazioni speculative, predatorie o comunque lesive di esigenze imperative nazionali. La novità si inserisce all'interno delle modifiche degli stessi regolamenti europei nel quadro del controllo degli investimenti diretti esteri. La Commissione europea, con la comunicazione del 26 marzo 2020, ha auspicato la pronta adesione di nuovi meccanismi di controllo che neutralizzino la possibilità di svendita degli operatori commerciali e industriali europei comprese le piccole e medie imprese. In questo quadro anche altri Stati si sono mossi nello stesso senso dell'Italia. La Spagna, a partire dal 18 marzo 2020, ha introdotto una sospensione, per i soggetti extra Ue, del regime di liberalizzazione degli investimenti diretti esteri. In Francia sono entrate in vigore negli ultimi giorni nuove norme che regolano gli investimenti stranieri, allargando il campo a nuovi settori economici, abbassando le soglie che attivano i poteri di controllo, e velocizzando e semplificando le relative procedure. Anche la Germania ha annunciato a gennaio una riforma della normativa che regola gli investimenti esteri. Ma l'inasprimento della normativa si estende anche fuori della Ue. Negli Usa i poteri del Comitato di controllo sugli investimenti esteri sono stati ampliati a comprendere anche gli investimenti che non comportano il controllo delle imprese interessate, ma che attribuiscano all'investitore la titolarità di certe informazioni o diritti concernenti alcune infrastrutture critiche.

Il nuovo decreto legge italiano implica le seguenti novità. In primo luogo definisce con precisione i settori economici su cui esercitare il potere di controllo estendendone il numero. I settori sono i seguenti: A) Le infrastrutture critiche siano esse fisiche o virtuali (trasporti, acqua, salute, i media, il trattamento e l'archiviazione dei dati, le infrastrutture aerospaziali, di difesa, elettorali), tra di esse sono espressamente compresi i settori creditizio e assicurativo; B) le tecnologie critiche e prodotti a duplice uso (intelligenza artificiale, robotica, semiconduttori, la cybersicurezza, le tecnologie aerospaziali, di difesa, le nanotecnologie e le biotecnologie); C) La sicurezza dell'approvvigionamento dei fattori produttivi critici, tra cui l'energia e le materie prime nonché la sicurezza alimentare; D) L'accesso a informazioni sensibili, compresi i dati personali o la capacità di controllare tali informazioni; E) La libertà e il pluralismo dei media.

Fino al 31 dicembre 2020 le società interessate ai settori sopra specificati sono tenute a comunicare ogni operazione che abbia come effetto la modifica della titolarità, del controllo o della disponibilità degli attivi strategici. Allo stesso modo è tenuto a notifica anche chi intenda acquistare società rientranti nei settori individuati, nel caso in cui la partecipazione societaria superi certe soglie. A questo proposito è da rilevare che la nuova disciplina interessa anche gli investimenti non di controllo e che sono state introdotte nuove soglie (ogni acquisto di partecipazioni pari ad almeno il 10% dei diritti di voto o del capitale, per un controvalore di almeno un milione, e a ogni superamento di determinate soglie dal 15% in su), che si riferiscono però ai soli soggetti non appartenenti alla Ue. Tuttavia, uno degli aspetti più importanti del decreto è il parziale superamento della distinzione di trattamento tra soggetti acquirenti extra e intra Ue. Infatti, il Decreto legge introduce una disciplina per gli acquisti di partecipazioni di controllo effettuate genericamente da Stati stranieri, quindi anche europei. Una particolare attenzione viene rivolta nel caso in cui la nuova partecipazione di controllo sia effettuata da una amministrazione pubblica, anche nel caso in cui appartenga a uno Stato Ue. L'equiparazione tra investimenti Ue ed extra Ue si propone con specifico riferimento ai nuovi settori delle infrastrutture e delle tecnologie critiche, nonché dell'approvvigionamento di fattori produttivi critici, e dell'accesso a informazioni sensibili e dei media. Infine, i poteri d'intervento statale sono arricchiti, in maniera questa volta permanente, dalla possibilità di iniziare d'ufficio il procedimento atto a finalizzare il Golden power nel caso di violazione degli obblighi di notifica.

La questione dell'esercizio del Golden power è stata sollevata anche a proposito delle Borsa italiana dal presidente della Consob, Paolo Savona, nel caso in cui non sarà rispettata l'autonomia di Piazza Affari. La Borsa italiana fa parte da 12 anni della borsa londinese, il gruppo London Stock Exchange, che in questo periodo è impegnato nella acquisizione di Refinitiv, un fornitore globale di dati e infrastrutture del mercato finanziario. A fronte dell'uscita del Regno Unito dalla Ue e dell'acquisizione, che cambierà azionariato e baricentro della Borsa di Londra, la Consob ha chiesto precise garanzie sull'autonomia della Borsa italiana, ma, nonostante sia stato attivato un gruppo di lavoro allo scopo, non è ancora arrivata alcuna risposta. Tra le questioni che dovranno essere discusse sono l'iter decisionale su spese e investimenti e il fatto che le funzioni corporate rispondano alla capogruppo della City più che alle strutture della Borsa italiana. Nel caso in cui la Borsa di Londra dovesse decidere di vendere la Borsa italiana, si è candidata a subentrare Euronext, un mercato centrato su Parigi che comprende diverse borse europee, tra cui quelle di Amsterdam e Bruxelles. L'interesse dei francesi provoca qualche perplessità nella Borsa italiana, perché, ad esempio, la fusione tra l'italiana Luxottica e la francese Essilor ha portato la prima a trasferire la sua quotazione di borsa da Milano a Parigi. Delle vicende della Borsa italiana si era interessato prima dello scoppio della pandemia in Italia, anche il Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica (Copasir), che aveva convocato il commissario Consob Ciocca, ex vicedirettore di una branca dell'intelligence (Dis), per fornire chiarimenti sulla presenza straniera nel capitale delle società quotate nella borsa italiana. Il tema della Borsa è strettamente intrecciato con la difesa dell'italianità delle imprese. La crisi del Covid-19, a causa del crollo delle azioni delle società quotate, ha esteso il concetto di strategicità a comprendere realtà che prima non si pensava di mettere sotto tutela, come quella finanziaria. A questo scopo il Copasir ha programmato una serie di audizioni relative al settore bancario e assicurativo, di importanza strategica anche perché detiene una parte notevole dei titoli di stato italiani. Infine, va rilevato che per un intervento su Borsa italiana è stato più volte evocato l'intervento della Cdp in Borsa italiana, anche perché alla Cassa fa capo anche il Mts, il mercato all'ingrosso dei titoli di Stato piattaforma centrale per la gestione del debito pubblico.

Conclusioni

Appare evidente, come dicevamo all'inizio, l'incremento dell'intervento dello Stato a difesa del proprio capitale nazionale in tutta Europa e anche fuori. Per quanto riguarda l'Europa va rilevato che le nazionalizzazioni e le ricapitalizzazioni pubbliche sono comunque intese come uno strumento d'emergenza, a tempo. Anche alcuni aspetti del rafforzamento del golden power sono a tempo. Bisognerà, però, capire come evolverà la crisi e se effettivamente la presenza statale, che il capitale accetta solo come extrema ratio in condizioni di emergenza, potrà ritirarsi in tempi brevi. Cosa tutt'altro che certa, se la crisi sarà così profonda come sembra. Inoltre, quello che è chiaro è che norme come l'estensione del golden power anche alle partecipazioni di controllo di imprese private (e pubbliche) degli Stati Ue denota che lo scontro è dichiaratamente non più solo tra capitale europeo e extra europeo, ma anche tra capitali europei. È altresì chiaro che l'intervento statale non è certo diretto a difendere generici "interessi nazionali", ma specificatamente l'autonomia del capitale nazionale da altri capitali.

Lo Stato, in questo senso ricopre appieno il suo ruolo di comitato d'affari della borghesia, pronto a intervenire quando necessario e altrettanto pronto a ritirarsi per lasciare il campo libero al privato, quando la sua presenza non è più necessaria.

L'intervento con gli aiuti di stato, le nazionalizzazioni e il golden power si associa allo scontro che abbiamo già visto in atto tra Stati europei, e quindi tra le rispettive frazioni di capitale, sulle decisioni che l'Europa deve prendere per supportare le imprese a proposito del Mes e del Fondo di ricostruzione. Tutto ciò dimostra l'intensificarsi della conflittualità interstatale (e interimperialistica) europea e conferma la natura tutt'altro che unitaria dell'Ue. Fra l'altro, bisogna fare attenzione a distinguere nettamente tra Stati (e capitali) predatori e Stati (e capitali) prede. Le imprese dell'Italia, considerata da alcuni alle stregua di una semi-colonia, hanno finalizzato nel primo trimestre 2020 41 operazioni di acquisizioni e fusioni all'estero per 6,6 miliardi (2,9 miliardi in 52 operazioni nel primo trimestre 2019) a fronte di 63 transazioni ma per soli 1,3 miliardi di investimenti esteri in Italia (2,4 miliardi nel primo trimestre 2019)[1].

[1] Il Sole24ore, 21 aprile 2020, p.19
view post Posted: 1/5/2020, 09:17 Il primo maggio - Bar Toto Cutugno
pc 1 maggio - Dichiarazione Internazionale dei Partiti e organizzazioni marxiste-leniniste-maoiste nel mondo
Viva il 1° Maggio giornata internazionale di lotta del proletariato mondiale!
Il virus più pericoloso è il sistema imperialista e capitalista
Avanzare verso la rivoluzione proletaria in tutto il mondo!

Quest'anno il 1° Maggio non potrà vedere le piazze di tutto il mondo piene di lavoratori, donne, masse sfruttate per celebrare la giornata internazionale dei proletari, sotto la bandiera dell'unità, dell'internazionalismo proletario, della lotta contro l'imperialismo e il capitalismo nel mondo,
a causa della terribile pandemia che sta uccidendo in ogni angolo del mondo e dello stato di emergenza dichiarato dagli stati e governi imperialisti usando il coronavirus.
Questa pandemia è causata dal sistema imperialista e capitalista mondiale e i morti sono il risultato della sete di sfruttamento e profitto dei capitalisti che ha attaccato il sistema ambientale mondiale, facendo emergere il suo carico aggressivo contro la salute e la vita degli esseri umani e di ogni specie della terra.
I capitalisti hanno convertito la salute in un affare molto lucrativo per le imprese private e la pandemia ha trovato campo aperto per trasformarsi in una strage che tuttora mette in pericolo tante vite di proletari e masse popolari.
Per il capitale anche di fronte alla pandemia la questione principale è la continuazione della produzione per il profitto e mentre ha chiamato tutti a stare nelle proprie case, agli operai e ai lavoratori ha voluto imporre la produzione in ogni condizione, ben al di là delle esigenze di salvaguardia dei beni essenziali.
Il capitalismo ha asservito la scienza ai suoi interessi, producendo armi sempre più sofisticate e invece fermando il suo sviluppo della ricerca dei rimedi di fronte alle malattie che colpiscono i proletari e masse popolari nelle cittadelle imperialiste e ancor più nei paesi oppressi dall'imperialismo, e che ora ha trovato tutto il mondo disarmato di fronte allo sviluppo della pandemia.
Il capitalismo ha creato “fornaci del mondo” come Wuhan in cui le condizioni di lavoro, di vita, di organizzazione sociale, imposte dal capitalismo, hanno alimentato il diffondersi della pandemia che si è poi estesa colpendo nel cuore i paesi imperialisti europei e il cuore stesso della potenza imperialista maggiore, USA. Mentre incombe la minaccia della sua tremenda espansione nelle aree dei paesi oppressi del mondo, dall'Africa, al Medio oriente Paesi arabi, Asia, America Latina.
L'imperialismo e il capitalismo si dimostrano come la maggior fonte di morte e distruzione più di qualsiasi pandemia che ha colpito la società umana e la storia.

Tutto questo fa gridare oggi ai proletari, mentre si seppelliscono i morti e si trasformano città anche metropolitane in ospedali: Basta con il capitalismo/imperialismo e il suo sistema assassino!

Gli stati e i governi in ogni parte del mondo hanno imposto lo stato di emergenza, ai limiti di uno stato militarizzato per fronteggiare l'epidemia, non evitando di usare in diversi paesi la violenza e la repressione contro i poveri, i senza casa, i migranti che chiedono di sopravvivere.
Gli Stati di dittatura borghese trovano nell'emergenza sanitaria condizioni per indurirsi e stabilire regimi politici di tipo fascista che sono sempre un’arma contro la lotta dei proletari e dei popoli sotto ogni latitudine.

Per questa ragione, in questo 1° Maggio in tutte le forme deve sollevarsi con forza in tutte le forme uno stesso grido contro i padroni imperialisti e tutte le borghesie e classi dominanti del mondo:
Siete voi i responsabili! Morte all'imperialismo!

La pandemia ha trovato comunque una forte resistenza da parte dei lavoratori e settori delle masse che anche in uno stato d'emergenza e di divieti di scioperi e manifestazioni ha svuotato le fabbriche, con scioperi, astensioni di massa, resistenza, spesso con una lotta corpo a corpo, per le misure di protezione, per l’incremento straordinario di ospedali, medici, lavoratori della sanità, per il diritto a mantenere il salario, il lavoro se mandati a casa, per il salario garantito per tutti i proletari senza reddito.
L'Italia uno dei centri più colpiti è stato anche un centro di resistenza e opposizione proletaria e popolare ai padroni e al governo, utile verso altri paesi imperialisti toccati progressivamente dalla stessa epidemia e dalla stessa risposta della borghesia, del suo Stato, dei suoi governi.
Anche in stato di emergenza si può lottare e vincere, si può sviluppare la solidarietà popolare. Questa lotta, questa resistenza se vede i comunisti autentici in prima fila, alla loro testa, è un'arma fondamentale per preparare dentro la cosiddetta Corona/crisi la lotta contro la devastante nuova fase della crisi capitalista mondiale – peggiore nei suoi effetti del collasso finanziario del 2007/2008 e si attende che possa essere peggiore della crisi del capitalismo begli anni '20 - che era in corso prima dell'esplosione del coronavirus e che ora si aggiunge alla crisi ciclica del sistema capitalista mondiale, che tocca tutti gli aspetti della sua vita e della sua natura e tutti gli angoli del mondo.
Il capitalismo per la sua sopravvivenza scarica sui proletari e i popoli oppressi del mondo la crisi economica mondiale aumentando gravemente la disoccupazione, la precarietà, l'impoverimento assoluto e relativo nel cuore stesso dei paesi imperialisti e capitalisti che si aggiungono alla fame, alla miseria che già toccano tutti i popoli e nazioni oppresse dall'imperialismo.
Ma proprio questo intreccio tra crisi economica e pandemia è ciò che toglie la maschera al sistema capitalista mondiale, ai suoi Stati, ai suoi governi, impegnati a trasformare tutto in profitto e capitale.
Questo alimenta la lotta dei proletari e delle masse popolari e crea una condizione migliore soggettiva, favorevole alla lotta comune nel mondo e in ogni paese per rovesciare questo sistema e costruire attraverso le rivoluzioni di nuova democrazia e rivoluzioni socialiste una nuova società socialista in marcia verso il comunismo.
Il socialismo è l'economia nelle mani dello Stato proletario in grado di realizzare tutto quello che il capitalismo e l'imperialismo hanno dimostrato di essere incapaci di realizzare in una situazione mondiale drammatica. Il capitalismo e l'imperialismo sono distruzione, il socialismo è la costruzione di una nuova società che può liberare le masse dalle catene dello sfruttamento e dell'oppressione e dare nelle loro mani l'enorme potenzialità dello sviluppo scientifico per liberare l'umanità dai rischi per la loro salute, dalle devastazioni ambientali che ne mettono in pericolo la sopravvivenza.

Questa situazione mostra la grande attualità e forza di Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao e il grande messaggio storico che proviene dalle tre tappe della lotta rivoluzionaria del proletariato.
La Comune di Parigi, la Rivoluzione d'Ottobre, la Grande rivoluzione culturale proletaria in Cina hanno mostrato che la marcia del proletariato e dei popoli e nazioni oppresse è inarrestabile. Può subire sconfitte, ma si nutre di queste esperienze per portare avanti il suo pensiero e azione che la mette in grado di affrontare in maniera sempre più forte le contingenze storiche che portano allo scontro finale di lunga durata tra capitalismo/imperialismo e il socialismo e il comunismo.

In questo 1° Maggio siamo di fronte a uno scenario di una nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale che indica ai proletari e alle masse popolari la sua urgenza e la sua necessità.
Le potenzialità oggettive della situazione possono trasformarsi in realtà se il proletariato costruisce nel fuoco della lotta di classe della situazione attuale i propri strumenti per la rivoluzione.
Prima di tutto la costruzione dei Partiti comunisti come avanguardie organizzate della classe operaia, combattenti politici d’avanguardia, macchine da guerra e nuclei dirigenti di tutto il popolo, nel cuore delle cittadelle imperialiste, in unità con il cammino già intrapreso dai partiti comunisti che sviluppano e dirigono la guerra di popolo di lunga durata nei paesi oppressi dall'imperialismo.
Il Fronte unito dei proletari e masse popolari che il capitale ‘pandemico’ alimenta e favorisce perchè mostra non solo agli sfruttati di sempre ma a gran parte dell'umanità che non si può vivere in un sistema in cui il dominio è nelle mani di un pugno di padroni arricchiti dallo sfruttamento, dalla finanza e che per i propri profitti e ricchezze non esitano a mettere a rischio la vita di miliardi di persone.
La Forza militare dell'esercito proletario, contadino e popolare che è la risposta reale e fondamentale allo stato d'emergenza che la borghesia costruisce in forme assolutamente inedite e contemporanee nel mondo, usando il coronavirus per cancellare ogni forma di democrazia e proporsi come dittatura aperta globale, chiamando, quindi, proletari e masse popolari a comprendere che anche la lotta quotidiana per la salute, la vita, diritti di tutti domanda la lotta contro lo Stato borghese e forgia l'esperienza che per rispondere alla guerra contro i proletari e le masse popolari serve la guerra di classe, la guerra rivoluzionaria, la guerra popolare.

Potranno riuscire in questo 1° Maggio a svuotare le piazze - anche se in tante parti del mondo anche in questa speciale e particolare giornata non mancheranno le azioni del proletariato e le bandiere rosse della rivoluzione - ma l'imperialismo ha creato le condizioni perche queste piazze si riempiano di un possente movimento rivoluzionario, del mare armato di proletari e masse popolari che tutti insieme applicando alle condizioni specifiche di ogni paese gridino:
Morte all'imperialismo! Il futuro deve essere del socialismo e del comunismo!

NO allo scaricamento della crisi sulla classe operaia e le masse popolari!
NO allo stato d'emergenza che è guerra contro il popolo utilizzando il coronavirus!
E' giusto ribellarsi!
Sviluppare il potenziale rivoluzionario della classe operaia e delle masse in questa condizione difficile – la vera guerra che dobbiamo fare è contro la borghesia e il suo Stato!
Per un sistema sanitario al servizio del popolo!
Lotta classista e combattiva per la salute, il salario, il lavoro per tutti i proletari!
Contro la crisi economica mondiale che avanza intensificare la lotta di classe dei proletari e masse popolari!
Per la costruzione nel fuoco della crisi economica/pandemica dell'imperialismo dei Partiti comunisti marxisti-leninisti-maoisti in stretto legame con le masse!
Per le rivoluzioni di Nuova democrazia e il Socialismo!
Proletari e popoli oppressi uniamoci nell'Internazionalismo proletario!
Viva il marxismo-leninismo-maoismo!
Avanziamo ora più che mai nell'unità internazionale dei comunisti di tutto il mondo!
Abbasso il capitalismo/imperialismo in crisi!
Viva il socialismo e il comunismo!

Questo messaggio è realizzato e sottoscritto da organizzazioni comuniste marxiste-leniniste-maoiste di Europa/Asia/America/Africa è diffuso in diverse lingue e in diverse forme in tutto il mondo.

lo firmano finora

Partito Comunista maoista Italia
Partito Comunista marxista-leninista Turchia
Partito Comunista d'Afghanistan maoista
Unione Operaia Comunista – Colombia
Partito Comunista del Nepal (maoista-rivoluzionario)
Partito Comunista Rivoluzionario del Canada
Partito El Kadehines – Tunisia
Voce Operaia - Malaysia
Comitato per la costruzione del Partito Comunista maoista - Galizia
Linea Proletaria marxista -leninista Marocco
Nucleo Comunista Nepal
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