Comunismo - Scintilla Rossa

Posts written by SkateRed

view post Posted: 2/3/2019, 16:41 Per i "principianti" - Marxismo
Manuale scolastico dei fondamenti di marxismo-leninismo per il sistema di studi del Partito

Cari compagni, questo lavoro è stato scritto più di dieci anni fa. Molti commenti sono figli di quel tempo, sia nei riferimenti, che in alcune analisi a margine che, oggi, sono state affinate da approfondimenti e ricerche successive. Tuttavia, al netto di tutto ciò, l'impianto complessivo del lavoro di traduzione e commento è, a mio avviso, ancora valido, così come lo sforzo che feci allora di "attualizzazione" della critica all'economia politica del modo capitalistico di produzione. Anzi, senza questo sforzo iniziale, i miei lavori successivi sicuramente non avrebbero mai visto la luce. E' stato inoltre, da parte mia, il primo tentativo sistematico di studiare l'economia politica del modo socialistico di produzione, nella fattispecie sovietico, traducendo materiali e attingendo da fonti di prima mano. Con questa avvertenza, e con l'auspicio che quanto riportato vi stimoli a ulteriori riflessioni e approfondimenti, vi auguro una Buona Lettura.

Paolo Selmi, 21 febbraio 2019

www.resistenze.org/sito/ma/di/fo/mdfojb21-021234a001.pdf
view post Posted: 2/3/2019, 16:29 Arrestati il segretario del PC Sudanese e altri leader dell'opposizione - Esteri

Arrestati il segretario del PC Sudanese
e altri leader dell'opposizione



Le forze di sicurezza arrestano il segretario del Partito Comunista, al-Khatib, e altri leader dell'opposizione

Partito Comunista Sudanese | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

22/02/2019

Le forze di sicurezza del regime dittatoriale in Sudan hanno arrestato ieri, 21 febbraio, 25 leader e attivisti dell'opposizione, mentre si apprestavano ad unirsi alla marcia di protesta verso il palazzo presidenziale a Khartoum per chiedere le dimissioni del dittatore Omar al-Bashir. Tra i detenuti c'è il compagno Mohamed Mokhtar al-Khatib, il Segretario del Partito Comunista Sudanese.

I pacifici manifestanti sono stati brutalmente attaccati dalle forze di sicurezza che hanno usato gas lacrimogeni per disperderli. Leader e figure dell'opposizione sono state arrestate nei pressi della Moschea Farooq, tra questi ci sono rappresentanti di diversi partiti politici e dell'Associazione professionale. Mentre sei di loro sono stati subito rilasciati, principalmente del Partito Umma, il compagno al-Khatib rimane ancora detenuto.

Centinaia di manifestanti e attivisti stanno ancora languendo nelle prigioni e nei centri di detenzione del regime in dure e disumane condizioni. Tra questi 15 membri del Comitato Centrale del Partito Comunista Sudanese e decine di quadri e membri.

Il movimento di protesta di massa contro il regime dittatoriale, iniziato tre mesi fa, il 19 dicembre 2018, si è intensificato nelle ultime settimane e diffuso in tutte le principali città.

Facciamo appello ai partiti fratelli perchè esprimano la loro forte condanna della sanguinosa repressione ad opera del regime di al-Bashir e delle sue forze di sicurezza e sostengano le giuste richieste del popolo sudanese e il loro movimento pacifico di protesta.

Chiediamo l'immediata liberazione del compagno Mohamed Mokhtar al-Khatib e dei leader e figure dell'opposizione detenuti.

Libertà per tutti i detenuti politici in Sudan.

Vittoria alla lotta del popolo Sudanese

Viva la solidarietà internazionale

www.resistenze.org/sito/te/po/sn/posnjb25-021288.htm
view post Posted: 2/3/2019, 16:22 1919-2019: I cento anni dell'Internazionale Comunista - Storia

Lotta per il comunismo: 100 anni di eredità politica



L'incontro dell'Iniziativa Comunista Europea intitolato "La lotta per il comunismo: 100 anni di eredità politica" e ospitato dal Partito Comunista di Turchia (TKP) si è svolto il 16-17 febbraio a Istanbul.

International Communist Press (ICP) | icp.sol.org.tr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

19/02/2019

L'incontro, che si è tenuto nel centesimo anniversario della fondazione del Comintern, ha approfondito la conoscenza della storia del movimento comunista internazionale e discusso collettivamente delle sfide affrontate dai Partiti comunisti e operai nei momenti cruciali del XX secolo.

All'avvio dei lavori, i delegati dei Partiti comunisti e operai hanno ricevuto il saluto dell'Ufficio relazioni internazionali del TKP, seguito dal discorso di apertura del segretario generale del Partito, Kemal Okuyan. Secondo il portale soL, Okuyan ha fatto le seguenti considerazioni:

"Mentre il Comintern veniva fondato, la maggioranza pensava che i giorni del capitalismo fossero contati. Anche i più cauti non avrebbero potuto prevedere che cento anni dopo il capitalismo sarebbe continuato ad esistere come sistema mondiale. Seguendo quelli che nel 1919 volevano fondare il Partito mondiale, guardiamo al passato con l'incrollabile convinzione che la borghesia sarà sconfitta e ci chiediamo 'Perché è passato così tanto tempo, perché la vittoria tarda così a lungo?'

"Questa domanda è diversa dal chiedersi 'qual è stato il nostro errore?' ... Riconoscere gli errori commessi in passato è senza dubbio un dovere cui non possiamo sottrarci. Tuttavia, la condizione primaria dell'apprendimento dal passato sta nel collegare tutte le nostre valutazioni alla risposta alla domanda 'come possiamo ottenere il successo?

"Se lo si fa, non c'è motivo di temere il passato; non negheremo il nostro passato come alcuni fanno vergognandosi. Se la classe operaia è salita al potere in un certo numero di paesi nel XX secolo, maggiore sarà quello che avverrà nel XXI. Guardiamo al passato alla ricerca dei modi per attuare questa affermazione e prendiamo lezioni di conseguenza".

La prima sessione dell'incontro, dal titolo "Insurrezioni rivoluzionarie", ha affrontato due eventi storici. Le lezioni del primo Stato operaio ungherese (1919) [Repubblica dei Consigli d'Ungheria, ndt] sono state discusse da Gyula Thurmer, presidente del Partito dei Lavoratori Ungherese (HWP). Alexander Cherepanov Kipriyanovich, segretario del Partito Comunista Operaio Russo (RCWP) ha parlato della rivolta dell'ottobre 1993 in Russia, chiedendosi se sia stata un'occasione mancata o uno stimolo.

Nella seconda sessione, intitolata "Socialdemocrazia e Partiti comunisti", Henrik Aris Patris, membro CC del Partito Comunista di Svezia (SKP) e Runa Evensen, presidente del Partito Comunista di Norvegia, ha parlato del mito della socialdemocrazia scandinava e del movimento comunista dopo la Seconda guerra mondiale.

Il tema "Le strategie dei Partiti comunisti nel periodo del fascismo e della Seconda guerra mondiale" è stato analizzato in due distinte sessioni. Astor Garcia, segretario generale del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) ha discusso la strategia del Partito comunista durante la Guerra civile, mentre Niko Kallionalusta del Partito Comunista dei Lavoratori per la Pace e il Socialismo (Finlandia) ha esaminato la guerra finno-sovietica del 1939-40.

Su questo tema, Eleni Bellou, membro del Politburo del CC, del Partito Comunista di Grecia (KKE) traeva conclusioni dalla lotta armata del KKE durante la Seconda guerra mondiale e dalla lotta del DSE (Esercito Democratico Greco), attraverso i propositi strategici del movimento comunista internazionale.

Nella stessa sessione, Guido Ricci, del Dipartimento internazionale CC del Partito Comunista (Italia), ha discusso il fallimento della strategia di sostegno ai governi borghesi dopo la Seconda guerra mondiale. Il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) ha dato impulso alla discussione con una relazione sulla politica del Partito Comunista Francese nel quadro del Consiglio nazionale della Resistenza e della sua partecipazione al governo (1944-1947).

Nel secondo giorno dell'incontro, la sessione su "La questione nazionale" ha annoverato le relazioni di Aydemir Güler, membro del CC del Partito Comunista di Turchia (TKP) sul ruolo del TKP nel Movimento di liberazione nazionale nel 1920, di Victor Degiovanni, segretario del CC del Partito Comunista di Malta (PKM) sulla lotta per l'indipendenza di Malta, e di Beata Karon, responsabile delle relazioni internazionali del Partito Comunista di Polonia (KPP) sulla guerra sovietico-polacca del 1920 e il movimento operaio in Polonia.

La successiva sessione intitolata "L'esperienza sovietica e il periodo post-sovietico" si è occupata dei contributi delle Repubbliche baltiche all'esperienza socialista nell'URSS, di Ingars Burlaks, vicepresidente del Partito Socialista di Lettonia (LSP) e Konstantinas Gorskovas, membro del consiglio del Partito Socialista, Lituania (SP).

Kipriyanovich, segretario del Partito Comunista Operaio Russo (RCWP), ha tenuto una lunga relazione abbracciando la lotta contro la degenerazione del PCUS, il XXVIII Congresso e l'apertura al mercato, seguita dalla continuazione della politica opportunista di Gorbaciov dopo il crollo dell'URSS. Nella stessa sessione Leonid Efimovich Shokolnikov, primo segretario del Comitato repubblicano del Partito Comunista Bielorusso dei Lavoratori - sezione del Partito Comunista dell'Unione Sovietica (Bielorussia CPSU) ha discusso l'essenza di classe dei governi Lukaschenko.

L'ultima sessione dal titolo "L'esperienza delle repubbliche socialiste" ha visto il contributo di Vladimir Kapuralin, responsabile delle relazioni internazionali del Partito Socialista dei Lavoratori di Croazia (SRP) e Nikolaj Pavlovski, responsabile delle relazioni internazionali del Partito Comunista di Macedonia sull'esperienza della cosiddetta autogestione in Jugoslavia.

In ciascuna sessione, i delegati dei Partiti comunisti e operai hanno posto domande riguardo le presentazioni, apportato contributi e sviluppato discussioni. Il TKP, in qualità di organizzatore dell'incontro, ha dichiarato che i documenti dettagliati delle presentazioni saranno raccolti e pubblicati.

Al termine dell'incontro, il segretario generale del TKP Okuyan ha tenuto un discorso di chiusura, dicendo "Abbiamo imparato molto l'un l'altro, ma dobbiamo avanzare". Sottolineando che le differenze tra i partiti non derivano solo dalle differenze tra i paesi, ma anche dal loro diverso approcciare le questioni critiche, Okuyan ha sottolineato la necessità di portare avanti le discussioni senza trascurare tali differenze.

"Se non deduciamo e impariamo da queste discussioni, gli incontri saranno vani", ha affermato Okuyan. "In questo incontro non solo abbiamo discusso molti aspetti ma abbiamo anche imparato come discutere e sviluppare le nostre discussioni". Okuyan ha sottolineato che la priorità dei membri dell'Iniziativa Europea è di rafforzare la loro influenza sulla classe operaia in ogni paese al fine di prepararsi ai momenti rivoluzionari socialisti.

Una dichiarazione di solidarietà con la campagna elettorale del TKP per le amministrative è stata firmata dai delegati dell'Iniziativa Comunista Europea. Alla fine dell'incontro, i delegati si sono uniti a una manifestazione del Partito nel distretto di Kartal, dove i candidati sindaci dei comuni di Istanbul, tutti lavoratori, hanno tenuto dei discorsi. Anche il candidato sindaco del TKP per Istanbul, Zehra Güner, come una delle donne nominate candidato sindaco delle tre città metropolitane di Turchia, ha pronunciato un discorso. La dichiarazione di solidarietà dell'Iniziativa Comunista Europea è stata letta durante l'incontro, suscitando un grande applauso.
view post Posted: 2/3/2019, 16:14 L'imperialismo si organizza in Venezuela - Esteri

Partiti Comunisti del Sud America
rifiutano l'intervento militare in Venezuela


Firmatari in calce | pcb.org.br
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Noi, Partiti Comunisti firmatari, rifiutiamo energeticamente qualsiasi tentativo di intervento militare nella Repubblica Bolivariana del Venezuela.

Rifiutiamo inoltre il blocco e la confisca di risorse che gli USA hanno imposto al Venezuela con la complicità dei governi che aderiscono alle politiche neocoloniali dell'imperialismo.

Sono gli stessi che hanno prontamente avallato l'intento di Guaidó, fantoccio delle politiche interventiste, di proclamarsi "presidente incaricato" con l'obiettivo di legittimare gli attacchi contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela. Con la scusa di far entrare in Venezuela un presunto "aiuto umanitario", il governo degli USA e i suoi seguaci nella regione minacciano un attacco militare che causerebbe solo morte e distruzione per il popolo venezuelano, con gravi conseguenze per la pace in tutta l'America Latina e Caraibi.

Noi comunisti ci schieriamo per il rispetto totale della sovranità dei popoli, contro ogni intervento straniero nei nostri paesi e continueremo a lottare affinché l'America Latina e Caraibi siano territori di Pace.

No all'intervento militare in Venezuela e in qualsiasi altro territorio della Nostra America.

America Latina e Caraibi sono territori di Pace.

Firmatari

Partito Comunista del Venezuela - Oscar Figuera
Partito Comunista dell'Argentina - Victor Kot
Partito Comunista di Bolivia - Ignacio Mendoza Pizarro
Partito Comunista del Brasile - Luciana Santos, Walter Sorrentino
Partito Comunista Brasiliano - Edmilson Costa
Partito Comunista del Cile - Guillermo Teillier
Partito Comunista Colombiano - Jaime Caycedo Turriago
Partito Comunista Paraguayano - Najeeb Amado
Partito Comunista Peruviano - Luis Villanueva Carbaial
Partito Comunista d'Uruguay - Juan Castillo

www.resistenze.org/sito/te/pe/mc/pemcjb25-021289.htm
view post Posted: 2/3/2019, 15:49 1919-2019: I cento anni dell'Internazionale Comunista - Storia

1919-2019:
I cento anni dell'Internazionale Comunista



Fabrizio Poggi * | nuovaunita.info

febbraio 2019

Dal 2 al 6 marzo 1919 si svolse a Mosca il primo Congresso del Comintern, in un momento di crescita del movimento rivoluzionario mondiale e di generale entusiasmo per la nuova organizzazione, tanto che il secondo Congresso, un anno dopo, con le famose 21 condizioni, ritenne necessario porre un freno all'adesione di quei partiti socialisti ancora impregnati di opportunismo

Dopo il centenario della Rivoluzione d'Ottobre, nel 2017; dopo il bicentenario della nascita di Karl Marx, nel 2018; i comunisti celebrano quest'anno i cento anni di quella Conferenza comunista internazionale, apertasi il 2 marzo 1919 a Mosca, che il 4 marzo proclamò la fondazione dell'Internazionale Comunista e si trasformò nel primo Congresso del Comintern.

L'atmosfera in cui si tenne l'incontro era di generale entusiasmo, per la crescita del movimento rivoluzionario mondiale; tutti gli interventi in quel primo Congresso, conclusosi il 6 marzo, esprimevano la certezza che in molti paesi europei si sarebbe presto arrivati alla rivoluzione proletaria. Il delegato del giovane Partito comunista tedesco, Hugo Eberlein, disse che non era "lontano il tempo in cui il proletariato tedesco porterà la rivoluzione alla sua vittoriosa conclusione". Il rappresentante ungherese concluse: "Possiamo già ora predire che il Comunismo in Ungheria rivestirà un ruolo decisivo". Molti delegati si dichiararono convinti che "l'idea di collaborazione con la borghesia è già praticamente spenta all'interno del movimento operaio e il proletariato sempre più decisamente volta le spalle ai capi social-riformisti".

In effetti, nonostante la sanguinosa repressione della rivoluzione a Berlino, nel gennaio precedente, a opera del governo socialdemocratico, con il massacro di centinaia di operai e dei capi del movimento spartachista, col feroce assassinio di Karl Liebknecht e Rosa Luxemburg, poi di Leo Jogiches e di tanti altri capi comunisti negli eccidi di marzo, la situazione europea infondeva entusiasmo: di lì a poco sarebbero state proclamate Repubbliche sovietiche in Ungheria, Baviera, Slovacchia, poi però soffocate nel sangue, al pari delle rivoluzioni tedesca e finlandese.

Anche in campo riformista si cercava di riallacciare i legami internazionali. Tra i partiti socialisti restii ai tentativi di rianimare la morta II Internazionale o di trovare "terze vie" (Internazionale "due e mezzo") alcuni chiesero l'adesione all'IC. Tra il 1° e il 2° Congresso, i partiti socialisti di Francia, Italia, Germania, Norvegia e altri avevano rotto con l'Internazionale di Berna, orientandosi verso Mosca. Si trattava di partiti centristi, diretti da elementi di destra e ciò dettò la necessità di adottare le famose 21 condizioni per l'ammissione all'IC, approvate dal 2° Congresso nel 1920, tra cui le principali erano il riconoscimento della dittatura del proletariato, espulsione dal partito di riformisti e centristi, centralismo democratico.

La degenerazione della II Internazionale

Lenin e i bolscevichi russi denunciavano da molti anni la degenerazione della II Internazionale e allo scoppio della prima guerra mondiale, col vergognoso atteggiamento dei principali capi riformisti, avevano cominciato a parlare della necessità della fondazione di una nuova Internazionale, comunista. Il 1° novembre 1914,

Lenin scriveva sul Sotzialdemocrat, organo del Partito bolscevico: "La maggioranza dei capi dell'attuale II Internazionale socialista ... hanno tradito il socialismo votando i crediti di guerra, ripetendo le parole d'ordine scioviniste ("patriottiche") della borghesia dei "loro" paesi, giustificando e difendendo la guerra, partecipando ai ministeri borghesi... Il fallimento della II Internazionale è il fallimento dell'opportunismo, che si è sviluppato sul terreno delle particolarità del periodo storico trascorso (cosiddetto "pacifico") ... Oggi non si può costituire un'effettiva unione internazionale dei lavoratori senza rompere decisamente con l'opportunismo... Alla III Internazionale spetta il compito di organizzare le forze del proletariato ... per la guerra civile contro la borghesia di tutti i paesi, per il potere politico, per la vittoria del socialismo!".

Alcuni embrioni della futura III Internazionale erano spuntati prima del 1914. Nonostante i partiti socialisti fossero ridotti ad appendici governative, di fronte alla prospettiva della guerra, al VII Congresso di Stoccarda della II Internazionale nel 1907 e a quello straordinario di Basilea nel 1912 si erano levate voci contro la guerra. Il manifesto di Basilea dichiarava che "i lavoratori gridano ai governi un ammonimento che è una sfida: osate di proclamare la guerra e noi reagiremo con tutti i mezzi. Se dobbiamo morire, non moriremo uccidendo i nostri fratelli, ma ci sacrificheremo per la causa della emancipazione operaia, cercando di rovesciare per sempre il dominio della borghesia". La coscienza dell'irriformabilità della II Internazionale e dell'impellenza della creazione di una nuova Internazionale si faceva strada, e non solo tra i dirigenti bolscevichi.

Nella corrispondenza con Aleksandr Shliapnikov dell'ottobre 1914, Lenin scriveva che "Nostro compito oggi è la lotta inflessibile e aperta contro l'opportunismo internazionale e coloro che lo coprono (Kautsky)... È sbagliata la parola d'ordine della "pace": la parola d'ordine deve essere quella della trasformazione della guerra nazionale in guerra civile". Un mese dopo, in "La guerra e la socialdemocrazia russa", lanciava l'appello a trasformare la guerra imperialista in guerra civile, accolto sprezzantemente dai vertici social-sciovinisti e dagli opportunisti alla Kautsky. A essi rispose Rosa Luxemburg, rinfacciando a Kautsky di aver trasfigurato l'appello del Manifesto dei Comunisti, trasformandolo in "Proletari di tutti i paesi unitevi in tempo di pace e prendetevi reciprocamente alla gola in tempo di guerra".

Nel 1915, alla Conferenza di Zimmerwald, si crearono una destra e una sinistra e quest'ultima, disse Lenin, costituiva "un primo passo verso la III Internazionale; un timido e incoerente passo verso la scissione dall'opportunismo". Un anno dopo, a Kienthal, ancora "un modesto passo in avanti - in sostanza si segna il passo" (Lenin): la destra di Zimmerwald era ancora per la conciliazione con i social-sciovinisti e respingeva l'idea di una III Internazionale. Ne "Il programma militare della rivoluzione", Lenin scriveva che "La lotta contro l'imperialismo, se non è strettamente collegata alla lotta contro l'opportunismo, è una frase vuota o un inganno. Uno dei principali difetti di Zimmerwald e di Kienthal, una delle cause fondamentali del possibile fiasco di questi germi della III Internazionale, consiste appunto nel fatto che la questione della lotta contro l'opportunismo non è stata, non dico, risolta nel senso della necessità di rompere con gli opportunisti, ma neppure posta apertamente".

Nella primavera del '15 scriveva ad Aleksandra Kollontaj: "Come si può "riconoscere" la lotta di classe senza capire che è inevitabile che in dati momenti essa si trasformi in guerra civile?"; e nel dicembre 1916, rivolto a Ines Armand: "Bisogna saper combinare la lotta per la democrazia con la lotta per la rivoluzione socialista, subordinando la prima alla seconda".

In numerose opere di quel periodo, Lenin continuò a denunciare l'opportunismo e il social-sciovinismo, delineando al contempo le basi ideologiche della nuova Internazionale. "La difesa della collaborazione delle classi" scriveva Lenin, "il ripudio dell'idea della rivoluzione socialista e dei metodi rivoluzionari di lotta … la trasformazione in feticcio della legalità borghese, la rinuncia al punto di vista di classe e alla lotta di classe... queste sono le basi ideologiche dell'opportunismo".

Verso l'Internazionale Comunista

Ancora rivolto alla Kollontaj, nel marzo del '17 Lenin scriveva: "È chiaro che "Zimmerwald" è fallita… La maggioranza di Zimmerwald è costituita da Turati e C, Kautsky e Ledebour, Merrheim: tutti costoro sono passati sulla posizione del socialpacifismo, condannato così solennemente (e così sterilmente!) a Kienthal... Il "centro" di Zimmerwald poi è Robert Grimm, il quale il 7 gennaio 1917 si è alleato con i socialpatrioti della Svizzera per la lotta contro la sinistra!". In quell'anno, tra le famose "Tesi di Aprile", scriveva: "Rinnovare l'Internazionale. Prendere l'iniziativa della creazione di una Internazionale rivoluzionaria contro i social-sciovinisti e contro il "centro"; la VII Conferenza del POSDR (b), poi, impegnava il Partito a prendere l'iniziativa di creare una Terza Internazionale.

Nell'agosto successivo, rivolto all'Ufficio estero del CC, scriveva: "Considero la partecipazione alla conferenza di Stoccolma e a qualsiasi altra insieme coi ministri (e farabutti) Cernov, Tsereteli, Skobelev, un vero e proprio tradimento … tutta questa "semi"-socialsciovinistica Commissione di Zimmerwald, che dipende dagli italiani e dai ledebouriani, i quali desiderano l'"unità" coi socialsciovinisti, è la più deleteria delle istituzioni... Noi commettiamo il più grave degli errori … mandare per le lunghe o differire la convocazione di una conferenza della sinistra per la fondazione della III Internazionale… I bolscevichi, la socialdemocrazia polacca, gli olandesi, la Arbeiterpolitik, il Demain: ecco un nucleo già sufficiente. Ad esso si aggiungeranno di certo... una parte dei danesi... una parte dei giovani svedesi... una parte dei bulgari, i sinistri dell'Austria, una parte degli amici di Loriot in Francia, una parte dei sinistri in Svizzera e in Italia e poi gli elementi... del movimento anglo-americano".

Nel gennaio 1918, una conferenza di partiti e gruppi socialisti, indetta a Pietroburgo dal Partito bolscevico, decise la convocazione della conferenza internazionale. Un ulteriore stimolo venne dalla fondazione, nella seconda metà del 1918, di partiti comunisti in Austria, Polonia, Ungheria, Finlandia, Lettonia, Argentina. La situazione suscitava entusiasmo, ma ciò che più mancava, come osservava Lenin, era il fattore soggettivo: l'organizzazione internazionale dei comunisti avrebbe aiutato a superare quella carenza.

A conclusione dell'articolo pubblicato sulla Pravda dell'11 ottobre 1918, dal titolo "La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky" (dato il procrastinarsi dei tempi della pubblicazione dell'omonima opera e l'urgenza di smascherare le calunnie al potere sovietico lanciate da Kautsky che, nonostante tutto, godeva ancora di una certa influenza, Lenin aveva sintetizzato il contenuto del libro in un articolo di giornale) Lenin scriveva che "La più grande disgrazia e il maggior pericolo per l'Europa è il fatto che qui non c'è un partito rivoluzionario. Ci sono partiti di traditori, del tipo degli Scheideman, Renaudel, Henderson, Webb e Co, oppure degli spiriti servili del tipo di Kautsky. Non c'è un partito rivoluzionario... [questa è] una grande disgrazia e un grande pericolo. Per questo, è necessario smascherare in ogni modo i rinnegati del tipo di Kautsky, sostenendo i gruppi rivoluzionari dei proletari effettivamente internazionalisti, che ci sono in tutti i paesi. Il proletariato volterà presto le spalle ai traditori e ai rinnegati e seguirà quei gruppi, formerà da essi i propri capi".

Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, dopo l'urgenza di far fronte alla guerra civile e arginare i primi interventi di truppe straniere, a Mosca si tornò a mettere al centro la creazione della nuova Internazionale. Due fattori convinsero i bolscevichi che la situazione fosse matura per la creazione della Terza Internazionale. Il primo, fu la fondazione, a dicembre 1918, del Partito comunista in Germania, considerata il cuore del movimento rivoluzionario in Europa; il secondo, a febbraio 1919, fu il congresso socialdemocratico di Berna, che condannava la Rivoluzione d'Ottobre e ribadiva l'ostilità alla rivoluzione socialista.

Il 1° Congresso dell'IC

Si giunse così alla fondazione dell'Internazionale Comunista, le cui prime deliberazioni, per la sostanza stessa della propria nascita, in lotta con l'opportunismo socialdemocratico, si incentrarono sulla denuncia del tradimento dei principi del socialismo scientifico da parte della vecchia II Internazionale. Ciò si riflesse nei principali documenti adottati al Congresso.

Contro le formule opportunistiche che consideravano la repubblica parlamentare borghese come la migliore delle repubbliche e ponevano lo Stato "al di sopra delle classi"; contro i centristi socialdemocratici che parlavano di "democrazia pura", o di "democrazia in generale", contrapposta al potere proletario della Russia sovietica, i comunisti consideravano urgente smascherare tali concezioni riformiste, che idealizzavano la democrazia borghese.

"Il punto di vista democratico-formale" scriveva Lenin, è proprio "il punto di vista del democratico borghese, il quale non riconosce che gli interessi del proletariato e della lotta di classe proletaria stanno al di sopra". E ancora: "La democrazia è una delle forme dello stato borghese, difesa da tutti i traditori dell'autentico socialismo, che si trovano ora alla testa del socialismo ufficiale e che sostengono che la democrazia contraddice la dittatura del proletariato".

L'assassinio di Liebknecht, Luxemburg e di centinaia di operai tedeschi, costituiva una tragica prova del cinismo della democrazia borghese. Il Congresso dichiarò che non esiste alcuna "democrazia pura", che rispecchia un'unica "volontà popolare", dato che nella società divisa in classi e nello Stato di classe non può esserci una volontà unica.

Già nel 1916 Lenin aveva scritto che "la democrazia è anch'essa una forma di stato, che dovrà scomparire allorché scomparirà lo Stato" e che "la democrazia è anch'essa il dominio di "una parte della popolazione sull'altra", è anch'essa uno stato". Avrebbe poi ribadito il concetto all'VIII Congresso del Partito bolscevico, nel marzo 1919: "Oggi vediamo che molti ex-marxisti - ad esempio, in campo menscevico - sostengono che nel periodo della battaglia decisiva tra proletariato e borghesia possa regnare la democrazia in generale".

In quel periodo di ascesa del movimento rivoluzionario, in cui era all'ordine del giorno l'abbattimento del capitalismo, il congresso fondativo dell'IC non poteva non porre come centrale la questione della conquista del potere da parte del proletariato, la questione della forma statale del potere proletario. Contro le litanie opportuniste sulla "democrazia pura", seguendo i concetti del Manifesto di Marx ed Engels, secondo cui la borghesia non lascia volontariamente il potere, il Congresso fece propri i concetti leninisti su democrazia e dittatura.

"La cosa più importante, ora" aveva scritto Lenin un anno prima, "è dire addio a quel pregiudizio intellettuale borghese, secondo cui dirigere lo Stato possono solo speciali funzionari, interamente dipendenti dal capitale"; al contrario, la strada verso la "progressiva liquidazione dello Stato" passa per "il sistematico coinvolgimento di un numero sempre maggiore di cittadini al diretto e quotidiano adempimento della propria parte di onere alla direzione dello Stato".

Lo Stato proletario

All'inizio degli anni '90 del XIX secolo Friedrich Engels aveva detto che"... l'unica istituzione che il proletariato trova pronta dopo la propria vittoria, è proprio lo Stato. Per la verità, questo Stato necessita di cambiamenti molto significativi, prima di poter adempiere alle sue nuove funzioni". Ora, stravolgendo il pensiero di Engels, gli opportunisti sostenevano che egli proponesse non di distruggere il vecchio Stato, ma solo di cambiarne le funzioni. In realtà, Engels polemizzava con gli anarchici, secondo i quali il primo atto della rivoluzione socialista sarebbe stato la liquidazione di ogni Stato, anche dello Stato proletario. Dopo la Comune di Parigi, sia Engels che Marx avevano sempre parlato di "spezzare", "eliminare", "tagliare", "liquidare" lo Stato borghese, quale macchina per l'oppressione della classe operaia, e sostituirlo con il nuovo Stato proletario.

Il primo Congresso dell'IC ritenne fondamentale chiarire che l'instaurazione del potere proletario equivale a eliminare, spezzare la macchina statale borghese e creare una struttura statale nuova, che in Russia si era concretizzata nei Soviet, definiti da Gramsci "forma immortale di organizzazione della società" e che avevano cominciato a diffondersi in numerosi paesi europei, quali embrioni di un nuovo potere.

La "rivoluzione è un'autentica rivoluzione e non vuota e gonfiata retorica demagogica" scriveva Gramsci nell'estate 1919, "solo quando si incarna in uno Stato di un tipo determinato, allorché diviene sistema organizzato di potere... La rivoluzione proletaria è tale solo quando dà vita a uno stato di tipo nuovo - lo stato proletario - e si incarna in esso… Lo Stato socialista non può incarnarsi nelle istituzioni dello Stato capitalista, ma è una creazione fondamentalmente nuova rispetto ad esse… La formula "conquista dello Stato" deve essere intesa in questo senso: creazione di un nuovo tipo di Stato, generato dalla esperienza associativa della classe proletaria, e sostituzione di esso allo Stato democratico-parlamentare".

Un tratto importantissimo del potere proletario consiste nella sua funzione di repressione della resistenza delle classi sfruttatrici e nella costruzione del socialismo. L'essenza della questione, aveva già scritto Lenin, è "se si conserva la vecchia macchina statale (legata con mille fili alla borghesia e interamente impregnata di routine e immobilismo) o se essa venga distrutta e sostituita con una nuova". Nel 1917, in "Stato e rivoluzione", scriveva che "L'opportunismo non conduce il riconoscimento della lotta di classe per l'appunto fino al momento principale, fino al periodo del passaggio dal capitalismo al comunismo, fino al periodo dell'abbattimento della borghesia e della sua piena liquidazione. Di fatto, questo periodo è inevitabilmente un periodo di lotta di classe di un accanimento senza precedenti, in forme quanto mai aspre e, conseguentemente, anche lo Stato di questo periodo deve essere uno Stato democratico in modo nuovo (per i proletari e i non possidenti in generale), e dittatoriale in modo nuovo (contro la borghesia)". Uno Stato che, in Russia, si esprimeva nei Soviet degli operai dei soldati e dei contadini. Il "passaggio dal capitalismo al comunismo" produrrà un'immensa "varietà di forme politiche" nei diversi paesi, scriveva Lenin, "ma la essenza sarà inevitabilmente una: la dittatura del proletariato".

E Gramsci, su L'Ordine Nuovo: "L'essenziale fatto della rivoluzione russa è l'instaurazione di un tipo nuovo di Stato: lo Stato dei Consigli"; poi, nel luglio 1919, continuava: "Aderire alla Internazionale comunista significa aderire alla concezione dello Stato soviettista e ripudiare ogni residuo della ideologia democratica, anche nel seno della attuale organizzazione del movimento socialista e proletario". E a novembre, pensando all'Italia, scriveva: "Gli operai e i contadini d'avanguardia … hanno indicato al Partito la via della presa del potere, la via del governo, la cui base costituzionale non sia il parlamento eletto a suffragio universale, sia dagli sfruttati che dagli sfruttatori, bensì il sistema dei Consigli degli operai e dei contadini, che incarnino sia il governo del potere industriale, sia quello del potere politico, che servano quale strumento per la rimozione dei capitalisti dal processo di produzione e per la privazione del loro ruolo di classe dominante in tutti gli organismi nazionali di gestione centralizzata dell'attività economica del paese".

I documenti del 1° Congresso dell'IC

Il 4 marzo 1919 il Congresso approva la Piattaforma dell'IC. In essa si dice che, date le crescenti contraddizioni del sistema capitalista, l'umanità "è minacciata di completo annientamento" e vi è "una sola forza che può salvarla, ed è il proletariato". La "conquista del potere politico da parte del proletariato significa la liquidazione del potere politico della borghesia", con "il suo esercito, la sua polizia, i suoi giudici e direttori di carcere, i suoi preti, funzionari". E ciò "non significa soltanto un cambiamento della compagine ministeriale, ma l'annientamento dell'apparato statale del nemico, il disarmo della borghesia, degli ufficiali controrivoluzionari, delle guardie bianche e l'armamento del proletariato, dei soldati rivoluzionari, della guardia rossa operaia; la destituzione di tutti i giudici borghesi e l'insediamento di tribunali proletari; l'abolizione del dominio dei funzionari statali reazionari e la creazione di nuovi organi d'amministrazione proletari. La vittoria del proletariato sta nel distruggere l'organizzazione del potere avversario e nell'organizzazione del potere proletario".

Si afferma quindi che, "come ogni Stato, lo Stato proletario è un apparato coercitivo... diretto contro i nemici della classe operaia … per spezzare e rendere impossibile la resistenza degli sfruttatori". Di contro, "la democrazia borghese, non è niente altro che la dittatura mascherata della borghesia. La tanto esaltata "volontà collettiva del popolo" non esiste più di quanto esista il popolo come un tutto unico. Di fatto le masse e le loro organizzazioni sono totalmente estromesse dall'effettiva amministrazione statale. Nel sistema sovietico l'amministrazione passa per le organizzazioni di massa, e tramite loro per le masse stesse, poiché i soviet accostano un numero sempre crescente di lavoratori all'amministrazione statale".

Il nuovo Stato proletario, si afferma nella Piattaforma, espropria la borghesia e socializza la produzione; condizione della vittoria, è però la "rottura non solo con i diretti lacchè del capitale e i boia della rivoluzione comunista, ruolo ricoperto dalla destra socialdemocratica, ma anche la separazione dal "centro" (kautskyani) che nel momento decisivo abbandona il proletariato e flirta con i suoi nemici dichiarati". È maturo il tempo, si afferma, per la lotta del proletariato internazionale per il potere, per la dittatura del proletariato, che deve spezzare la resistenza della borghesia e assicurare il passaggio al socialismo. "La dittatura del proletariato è la lotta di classe del proletariato che ha vinto e ha preso nelle proprie mani il potere politico contro la borghesia vinta, ma non ancora liquidata".

Il Congresso approva poi le 22 Tesi di Lenin su "Democrazia borghese e dittatura del proletariato", in cui vengono sviluppati i concetti già esposti in Stato e rivoluzione e La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky. Vi si illustra il carattere limitato, di classe, della democrazia borghese e la necessità storica della sua sostituzione con la dittatura del proletariato: "In nessun paese capitalistico esiste la "democrazia in generale", ma esiste soltanto la democrazia borghese". Si denuncia il ruolo della socialdemocrazia, che usa ipocritamente le formule di "democrazia pura", "democrazia in generale" e "dittatura in generale", senza specificare di quale classe e contro quale classe, per calunniare lo Stato sovietico, lottare in generale contro la rivoluzione proletaria e difendere, di fatto, la borghesia. Il potere sovietico, dice Lenin, è la forma statale concreta, scoperta dalle masse stesse, della dittatura del proletariato.

La storia insegna che nessuna classe oppressa è mai giunta al dominio, senza attraversare un periodo di dittatura, cioè di conquista del potere politico e di repressione violenta della più disperata e più rabbiosa resistenza degli sfruttatori, che non arretrano dinanzi a nessun delitto. La borghesia, continua Lenin, il cui dominio è difeso oggi dai socialisti che parlano contro la "dittatura in generale" e si spolmonano per la "democrazia in generale", ha conquistato il potere nei paesi progrediti a prezzo di "una serie di insurrezioni, guerre civili, repressione violenta di re, feudatari, proprietari di schiavi e dei loro tentativi di restaurazione.

I socialisti di tutti i paesi … hanno illustrato al popolo migliaia e milioni di volte il carattere di classe di queste rivoluzioni borghesi, di questa dittatura borghese. Perciò, l'odierna difesa della democrazia borghese sotto forma di "democrazia in generale" e le odierne urla e grida contro la dittatura del proletariato sotto forma di urla contro la "dittatura in generale", rappresentano un aperto tradimento del socialismo, il passaggio di fatto dalla parte della borghesia… Tutti i socialisti, illustrando il carattere di classe della civiltà borghese, della democrazia borghese, del parlamentarismo borghese, hanno interpretato l'idea che già Marx ed Engels, con maggior precisione scientifica, avevano espresso con le parole secondo cui la repubblica borghese più democratica non è altro che una macchina per la repressione della classe operaia da parte della borghesia, della massa dei lavoratori da parte di un pugno di capitalisti".

Parlando dello Stato proletario, Lenin afferma che l'essenza del potere sovietico consiste nel fatto che "la costante e unico fondamento di tutto il potere statale, di tutto l'apparato statale è l'organizzazione di massa proprio di quelle classi che erano oppresse dal capitalismo, cioè operai e semi-proletari... Proprio quelle masse che, anche nelle repubbliche borghesi più democratiche, pur avendo per legge uguali diritti, di fatto, con mille mezzi e trucchi, erano escluse dalla partecipazione alla vita politica e dal godimento dei diritti e libertà democratiche, partecipano ora in permanenza e immancabilmente, e in modo decisivo, alla gestione democratica dello stato".

Del resto, in Stato e rivoluzione, aveva già scritto che "la rivoluzione deve consistere non nel fatto che una nuova classe comandi, diriga per mezzo della vecchia macchina statale, ma nel fatto che essa spezzi quella macchina e comandi, diriga con una nuova macchina". E nel dicembre del 1919, a proposito di Assemblea costituente e Dittatura del proletariato, scriverà: "Pieni di pregiudizi piccolo-borghesi, avendo dimenticato la cosa più importante dell'insegnamento di Marx sullo Stato, i signori "socialisti" della II Internazionale guardano al potere statale come a qualcosa di sacro, un idolo oppure la risultante di elezioni formali, l'assoluto della "democrazia conseguente".

Nel "Manifesto dell'IC al proletariato di tutto il mondo" si afferma infine che "Settantadue anni fa, il Partito Comunista annunciò al mondo il proprio programma sotto forma di "Manifesto". Già allora il comunismo, appena apparso sull'arena della lotta, fu circondato dalle vessazioni, menzogne, odio e persecuzioni delle classi possidenti. L'epoca dell'ultima decisiva lotta è giunta più tardi di quanto si attendessero e sperassero gli apostoli della rivoluzione sociale. Ma essa è giunta. Noi comunisti, rappresentanti del proletariato rivoluzionario di diversi paesi d'Europa, America e Asia, riuniti nella Mosca sovietica, ci sentiamo e ci riconosciamo quali successori e dirigenti di quella causa, il cui programma era stato proclamato 72 anni fa. Il nostro compito consiste nel generalizzare l'esperienza rivoluzionaria della classe operaia, epurare il movimento dall'opportunismo e dal social-patriottismo, unire gli sforzi di tutti i partiti veramente rivoluzionari del proletariato mondiale e con ciò facilitare e accelerare la vittoria della rivoluzione comunista in tutto il mondo".

Oltre a Piattaforma, Tesi e Manifesto, tra i principali documenti del Congresso ci furono le Risoluzioni su: Atteggiamento verso le correnti "socialiste" e la conferenza di Berna, Terrore bianco, Coinvolgimento delle operaie alla lotta per il socialismo; le Tesi sulla situazione internazionale e la politica dell'Intesa; l'Appello agli operai di tutti i paesi.

Nel luglio 1919, in risposta a un intervento del leader del Partito operaio indipendente britannico, Ramsay MacDonald, a proposito della fondazione dell'IC e della rottura con l'Internazionale gialla di Berna, Lenin scrive che con persone quali MacDonald, "tipico rappresentante della II Internazionale, degno compagno d'armi di Scheidemann e Kautsky, di Vandervelde e Branting e compagnia bella"... la scissione è necessaria e inevitabile, perché non si può compiere la rivoluzione socialista a fianco di coloro che difendono la causa della borghesia. … Noi consideriamo l'Internazionale di Berna, nel suo complesso, un'Internazionale gialla, di traditori e di rinnegati, perché tutta la sua politica è una "concessione" alla borghesia. Ramsay MacDonald sa bene che abbiamo costituito la III Internazionale e abbiamo rotto incondizionatamente con la II, poiché ci siamo convinti della sua irrimediabilità, della sua incorreggibilità, del suo ruolo di serva dell'imperialismo, di conduttrice dell'influenza borghese... nel movimento operaio. … L'Internazionale "di Berna" è ... un'organizzazione di agenti dell'imperialismo internazionale, che agiscono all'interno del movimento operaio. Per vincere effettivamente l'opportunismo, che ha condotto alla fine ignominiosa della II Internazionale, per aiutare di fatto la rivoluzione ... bisogna: fare tutta l'agitazione e la propaganda dal punto di vista della rivoluzione, in opposizione al riformismo... Nessuno dei partiti dell'Internazionale "di Berna" soddisfa questa esigenza. Nessuno dimostra anche solo d'aver capito che in tutta l'agitazione e propaganda bisogna spiegare la differenza tra riforme e rivoluzione, bisogna educare incessantemente alla rivoluzione (...)".

"... esiste una sola Internazionale di fatto ed esistono due uffici, due burocrazie dell'Internazionale operaia: uno a Mosca, un altro a Berna", scriveva Gramsci nel giugno 1919; "uno, vicino, che non riscuote nessun prestigio, che non gode nessuna autorità, larva evanescente che passeggia l'Europa occidentale col passaporto vidimato e timbrato dai governi capitalistici. L'altro, lontano, comunicante con i suoi aderenti, saltuariamente, con senzafilo lacunosi e mal tradotti; ma vivo nelle coscienze, attivo ed operante come tutte le energie storiche che scaturiscono dalla necessità sociale. L'internazionale operaia è una sola, l'Internazionale comunista rivoluzionaria".

A cento anni di distanza, oggi che il posto dei social-sciovinisti a difesa degli interessi della "propria" borghesia e del "proprio" Stato è occupato dai liberal-reazionari del PD e il ruolo di centro-conciliatore è rivestito dalle loro appendici della "sinistra" sakharoviana, è compito dei comunisti dar vita a una organizzazione strutturata su base marxista-leninista, radicata tra i reparti d'avanguardia della classe operaia, che smascheri i reggicoda "democratici" di capitalisti e banchieri, per giungere a spezzare, frantumare il loro apparato statale, sulla strada della dittatura del proletariato e del socialismo.

*) Su Nuova unita n.1/2019, Ecco il sommario:
Lotte di classe, rapporti giuridici e diritto borghese. Che cosa cambia con il Decreto sicurezza? pagina 2
Anniversari: 1919-2019: i cento anni dell'Internazionale Comunista, pagine 4/5
Venezuela, una dichiarazione di guerra, pagina 6
Intervista/ Eduardo Barranco, 2° console generale del Venezuela a Milano: "La guerra che c'è adesso è quella con i mezzi di comunicazione in campo", pagine 6/7
Foibe: Revisionismo storico e anticomunismo. Una delle più sconcertanti e oltraggiose disposizioni di legge nel nostro paese, pagina 7
view post Posted: 1/3/2019, 14:41 Bilancio capitalistico del forum - Off topic
CITAZIONE (DDR Neujahr @ 1/3/2019, 11:03) 
CITAZIONE (Skatered @ 1/3/2019, 07:14) 
dio febbraio

:D

Voglio vedere te con 38,2 di febbre e dopo che durante la notte ha superato i 40 come casso scrivi! :rolleyes:
view post Posted: 1/3/2019, 07:14 Bilancio capitalistico del forum - Off topic
Hanno votato il forum nel mese dio febbraio i compagni:

-Fango-
amaryllide
carre
DDR Neujahr
i-pod keroro1
Kalashnikoba
Khleb
Kollontaj
Minerva Paradizo
primomaggio1945
Rashark17
Rosso Antico
Sandor_Krasna
Skatered
Yenan

GRAZIE COMPAGNI


15 VOTI - 94° POSTO

view post Posted: 28/2/2019, 18:39 Cd barricata rossa e Vento dall'est - Musica
Potevi evitare di rispondere dopo 7 mesi!
view post Posted: 28/2/2019, 16:57 Il fascismo rialza la testa con il suo razzismo - Varie
E ja, durante il ventennio funzionavano bene

Prostituzione, Salvini: "Sì alla riapertura delle case chiuse"


"Ero e continuo a essere favorevole alla riapertura delle case chiuse". Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini, precisando però che l'iniziativa "non è nel contratto di governo perché i cinque stelle non la pensano così". Secondo il ministro dell'Interno, "togliere alle mafie, alle strade e al degrado questo business, anche dal punto di vista sanitario, sia la strada giusta e che il modello austriaco sia quello più efficiente".

segue qui: https://www.tgcom24.mediaset.it/politica/p...1-201902a.shtml
view post Posted: 27/2/2019, 16:05 Appello per un Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista - Documenti e Dossier

★☭★

Appello per un Fronte Militante
per la ricostruzione del Partito comunista


Nella attuale fase, i comunisti debbono mobilitarsi per combattere la frammentazione, la divisione e mettere al centro l'esigenza di realizzare l'unità programmatica e organizzativa, indispensabile per adempiere efficacemente al proprio ruolo di militanti rivoluzionari. Per realizzare quest'obiettivo è necessario agire con forte desiderio di unità e la consapevolezza che la lotta è lo strumento per un'unità superiore e l'unità è l'obiettivo della nostra lotta. “Ricostruzione” perché riconosciamo il ruolo rivoluzionario del Partito comunista d'Italia che è stato fondato da A. Gramsci e che ha combattuto il nazifascismo nella Resistenza e nella lotta di Liberazione.
Il Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista, nel quadro dell'obiettivo dell'unità dei comunisti, ritiene fondamentale elevare la coscienza, l'attività e la capacità di analizzare la realtà dei militanti comunisti per diventare punto di riferimento delle avanguardie di lotta e consentire l'aggregazione e l'accumulazione di forze oggi disperse.
L'appello all'unità ideologica, politica e organizzativa è rivolto a militanti e realtà che hanno forte tensione verso il Partito, che ne comprendono fino in fondo la necessità, ma che oggi ne sono sprovvisti e che vivono in modo fortemente critico il proliferare di non pochi partitini costituitisi nel corso degli anni.
Oggi, i comunisti hanno il compito ed il dovere di lottare per la ricostruzione del Partito della classe operaia d'avanguardia e del proletariato. Partito di quadri secondo una concezione leninista. Per un simile obiettivo è necessaria l'Organizzazione (fase di transizione) capace di educare e sviluppare la formazione di quadri e militanti, oltre al radicamento nella classe.
Il Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista ritiene che il Partito comunista non possa nascere né da una scissione, né da una confluenza, bensì da un processo di fusione delle migliori energie che sorgono e sorgeranno nel vivo della lotta di classe.

1) Nel percorso-processo di aggregazione per la ricostruzione del Partito Comunista i compagni, singoli o localmente organizzati, che vogliono aderire al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista accettano, tenuto conto della necessità di rendere attuale l’analisi della composizione di classe, di condividere il metodo del centralismo democratico (“libertà e disciplina responsabile”) in capo agli organismi che si andranno dinamicamente determinando, fase per fase: dalla Direzione alle Commissioni, dall'Assemblea generale alle Strutture di base (cellule, nuclei e collettivi). Condividiamo pienamente i principi ispiratori previsti dai 21 punti dell'Internazionale comunista di Lenin che rappresentano un imprescindibile riferimento teorico, storico e pratico per l'azione dei rivoluzionari nel XXI secolo.

2) Ogni realtà aderente al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista deve contrastare concezioni riformiste e revisioniste, senza cedimenti a posizioni estranee alla storia e alla prospettiva del movimento comunista. il Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista deve denunciare e combattere dirigenti opportunisti e sedicenti comunisti, che pretendono di rappresentare il movimento comunista in sede internazionale, perché sono causa di arretramento nel processo di sviluppo dell’Internazionalismo proletario.

3) In Europa e in America assistiamo ad un processo di fascistizzazione che potrebbe sfociare, come già sta accadendo in alcuni casi, in una fase di guerra civile o di dittature della borghesia in forma più violenta e repressiva. In questa situazione i comunisti non possono assolutamente contare sulla legalità borghese che ha dimostrato di essere uno strumento al servizio della classe dominante, contro ogni prospettiva di cambiamento sociale radicale della società. La storia del movimento comunista internazionale e nazionale, ha mostrato che, dove non è stato possibile operare legalmente, i comunisti hanno saputo svolgere adeguatamente il proprio dovere rivoluzionario. Gli aderenti al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista riconoscono apertamente il diritto-dovere dei comunisti che militano in tutti quei Paesi, in cui non è possibile operare legalmente, di affiancare al lavoro legale quello clandestino.

4) La divulgazione delle idee comuniste implica la necessità di condurre un'attività di denuncia sistematica e permanente del ruolo repressivo dello Stato e delle forze militari, spesso impegnate in attività contro movimenti e lotte sociali, rivoluzionari e comunisti. La debolezza delle lotte e l’avvento della crisi generale che ha colpito il sistema capitalista ha determinato un più efficace apparato repressivo dello Stato, assecondando l’interesse borghese. L'apparato repressivo dello Stato è stato rafforzato a causa della crisi generale che ha colpito il sistema capitalista ed ha abbandonato il ricorso ai tradizionali strumenti riformistici che hanno caratterizzato le politiche socialdemocratiche nella seconda metà del secolo scorso, sostituendoli con mezzi e strumenti più raffinati ed efficaci di controllo sociale e repressione.

5) Il Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista ritiene necessaria l'opera di un'agitazione programmata in ogni luogo di lavoro sino alle campagne e ai cantieri, per un processo d’integrazione nelle lotte e nell’Organizzazione comunista del nuovo proletariato immigrato. E' di fondamentale importanza, per costruire una prospettiva di emancipazione sociale degli sfruttati, intervenire in modo incisivo e militante tra i braccianti agricoli e i lavoratori dell'edilizia, schiavi e vittime del moderno caporalato, sottoposti a ritmi di lavoro che riproducono condizioni di servitù.

6) Ogni compagno, singolo o organizzato, che voglia aderire al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista è tenuto a smascherare sia la falsità e l'ipocrisia delle forze socialdemocratiche, sia quelle tradizionali, sia quelle che, pur mascherandosi dietro un'apparente “radicalità”, sono parte integrante del sistema capitalistico e sono funzionali alla difesa dei suoi interessi, sul piano interno come su quello internazionale. Altrettanto importante, per i comunisti è denunciare e contrastare apertamente le posizioni “rosso”-brune e sovraniste “di sinistra”, collaterali alle organizzazioni di ultra-destra e con evidenti o occulti rapporti con le forze imperialiste.

7) Ogni compagno, singolo o organizzato, che voglia aderire al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista è tenuto a riconoscere la necessità di una frattura completa ed assoluta con il riformismo, in tutte le sue forme e manifestazioni. Senza di ciò non è possibile nessuna linea politica coerentemente comunista. Il Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista non può accettare che noti dirigenti, sedicenti comunisti, dichiaratamente opportunisti, rappresentino i comunisti d’Italia in sede internazionale, perché questi sono causa di arretramento nel processo di ricostruzione e fortificazione dell’internazionalismo proletario.

8) E' essenziale una posizione chiara sulla questione dei paesi sottoposti al dominio imperialistico e dei popoli oppressi. Ogni compagno, singolo o organizzato, che voglia aderire al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista è tenuto a smascherare gli inganni degli imperialisti, sin dalle emanazioni del 'nostro' capitalismo. Deve appoggiare concretamente ogni movimento di liberazione, battersi affinché gli imperialisti nostrani siano cacciati dai paesi dove persiste una loro presenza, propagandare tra lavoratori del proprio paese un atteggiamento di autentica fratellanza nei confronti dei lavoratori di paesi e popoli oppressi, svolgere azioni ed attività contro le moderne forme di oppressione, barattate per “intervento umanitario” o “difesa della pace”.
Parte integrante della battaglia antimperialista è quella per la difesa dell’ambiente, sempre più devastato, e dei territori saccheggiati in nome del massimo profitto.

9) Ogni compagno, singolo o organizzato, che voglia aderire al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista deve sviluppare un'attività sistematica nei sindacati, nei luoghi di lavoro, nei coordinamenti di lotta di lavoratori e lavoratrici. Bisogna tendenzialmente costituire all'interno di tali organizzazioni delle cellule comuniste in grado di conquistare alla causa del comunismo lavoratori e lavoratrici. Nel corso dell'attività quotidiana, le cellule debbono favorire il conflitto e la lotta sindacale, reclutare all'Organizzazione, smascherare i collaborazionisti, apparentemente schierati a difesa dei lavoratori, in realtà a difesa degli interessi e degli apparati di potere della classe dominante.

10) A partire dalla presa d’atto del tradimento del sindacalismo neo-corporativo, collaborazionista e concertativo e della fine della fase propulsiva del sindacalismo di base, il Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista si impegna, in questa fase, ad incentivare, nelle situazioni di lotta che lo rendono necessario, la costruzione di forme di auto-organizzazione, per la resistenza e la difesa economica dei lavoratori. Il Fronte ritiene di fondamentale importanza per la classe lavoratrice il processo di costruzione del Sindacato di Classe. In questo quadro deve propagandare con il massimo vigore tra i sindacalisti la necessità di lotta inesorabile contro le organizzazioni internazionali dei sindacati gialli (CES e CSI) e appoggiare incondizionatamente la WFTU (World Federation of trade Union ovvero la Federazione sindacale mondiale).

11) Il Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista critica fermamente posizioni ed atteggiamenti di fiducia nelle istituzioni borghesi e nelle sue rappresentanze elettorali. Nell'ipotesi in cui si verificassero condizioni tali per la partecipazione alla competizione elettorale, e nel caso in cui per ragioni tattiche si decidesse di partecipare alle elezioni, è chiaro che ogni singolo rappresentante “istituzionale” comunista deve subordinare la sua attività agli interessi della propaganda e dell'agitazione rivoluzionarie.

12) Un vero Partito comunista, la cui costruzione rappresenta l'obiettivo fondamentale del Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista, potrà assolvere al proprio compito soltanto se la sua organizzazione sarà il più possibile centralizzata e caratterizzata da una disciplina rigorosa.

13) Ogni singolo militante o realtà aderente al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista deve intraprendere un'attenta opera di vigilanza per evitare che nelle strutture possano confluire elementi influenzati dall'ideologia borghese, dal carrierismo, e dall'individualismo. Al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito Comunista dovranno essere estranei elementi affetti da quelle logiche di setta che hanno contribuito in modo determinante a impedire il lavoro di organizzazione dei comunisti in Italia.

14) Ogni compagno, singolo o organizzato, che voglia aderire è tenuto ad appoggiare partiti e organizzazioni che, in campo internazionale, si richiamano ed applicano concretamente e coerentemente i principi rivoluzionari del marxismo-leninismo.

15) Ogni realtà che voglia aderire al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista deve convergere sul programma elaborato e definito dal gruppo dirigente secondo le regole del centralismo democratico, con la partecipazione e il coinvolgimento attivo di tutti i compagni e le compagne. Ogni compagno/a deve avere responsabilità individuali e collettive.

16) Le decisioni del Direttivo nazionale sono vincolanti per militanti e aderenti al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista che, pur conservando una struttura necessariamente centralizzata deve tener conto in tutte le proprie attività della diversità di situazioni in cui si trovano a lottare ed operare le singole realtà aderenti. Decisioni vincolanti per tutti sono prese unicamente quando possibili.

17) Le realtà aderenti, in questa fase, oltre alla dizione del proprio nome integrano “aderente al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista”. Questo aspetto, non formale, è una questione politica. Il Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista denuncia i cosiddetti “partiti comunisti” che hanno tradito classe operaia e proletariato creando la frantumazione del movimento comunista nel nostro paese.

18) Ogni singolo o realtà aderente al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista ne condivide la linea politica, la concezione della lotta e dell'unità, partecipa attivamente alla vita del fronte, agisce con senso di responsabilità individuale e collettiva e contribuisce al sostegno economico dell'intera attività. Gli organi di stampa e i profili social delle realtà aderenti sono tenuti a pubblicare e diffondere documenti ufficiali del Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista. Lo stesso principio vale per i profili social dei singoli aderenti, salvo eccezioni valutabili specificamente dall'istanza di base cui appartiene il militante.

19) Ogni organizzazione che voglia aderire e quelle che hanno fatto domanda d'ammissione ad essa sono tenute ad approvare esplicitamente tutte queste condizioni d'ammissione.

20) Le organizzazioni che vogliono ora aderire al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista prima di dare la propria adesione devono provvedere acché i propri organismi dirigenti siano composti per non meno dei due terzi da compagni che già hanno assunto pubblicamente e inequivocabilmente la loro volontà d’adesione. Si possono fare delle eccezioni con il consenso del Direttivo Nazionale.

21) Ogni realtà e/o militante aderente al Fronte Militante per la ricostruzione del Partito comunista, che non si attiene alle condizioni e alle regole definite collettivamente, decade dall'adesione in quanto sono venuti meno i requisiti indispensabili a farne parte e, conseguentemente, deve essere espulso.

Coordinamento comunista campano proletario (m-l)
Red Militant


fronte_militante
view post Posted: 27/2/2019, 15:38 Stefano Cucchi - Interno

Cucchi, pm: partita truccata sulle spalle della famiglia,
in gioco credibilità di intero sistema



"In questa vicenda si è giocata una partita truccata, con carte segnate. Una partita giocata sulle spalle di una famiglia: qui c'è in gioco la credibilità di un intero sistema". Lo ha detto il pm Giovanni Musarò, in apertura di udienza del processo bis sulla morte di Stefano Cucchi che vede imputati cinque carabinieri.

Oggi è anche il giorno del generale VittorioTomasone, comandante interregionale a Napoli, chiamato a testimoniare nel processo per la morte di Stefano Cucchi. L'alto ufficiale dei carabinieri, chiamato sul banco dei testimoni da una delle parti civili, si è presentato in aula in attesa di essere convocato davanti alla Corte d'assise per rendere la sua testimonianza. Era stato proprio il generale Toasone, all'epoca dei fatti al vertice del Comando Provinciale dei carabinieri di Roma, a convocare una riunione con tutti coloro trattarono la vicenda relativa all'arresto di Stefano Cucchi, nella notte tra il 15 eil 16 ottobre 2009.

segue qui: https://www.msn.com/it-it/notizie/italia/c...ocid=spartandhp
view post Posted: 26/2/2019, 13:55 Ciao! - Presentazioni
Gli illuminati fuoriusciti dal foro della calotta polare artica si sono qui ritrovati? :P
view post Posted: 25/2/2019, 19:10 L'imperialismo si organizza in Venezuela - Esteri
Se qualcuno riesce a tradurlo meglio il link è giù!


"Escuálido" venezuelano minaccia di uccidere Eduardo Artés


Durante una manifestazione a sostegno del governo legittimo di Nicolás Maduro, un cittadino venezuelano su una motocicletta che circolava intorno al luogo ha iniziato ad insultare l'ex candidato presidenziale Eduardo Artés. I carabineros espellevano il soggetto dal luogo.

Circa un'ora dopo, l'uomo è tornato accompagnato da una donna. In quel momento gridò a Eduardo Artés che "Eduardo, ti abbiamo identificato, vedrai cosa ti succederà e ti cacceremo" mentre faceva gesti di decapitazione. Quando 'Carabineros' gli hanno ordinato di andarsene, ha aggredito fisicamente e verbalmente gli agenti di polizia, per i quali è stato arrestato per aggressioni e minacce.

La sua motocicletta è stata sequestrata e il soggetto trasferito alla stazione di polizia per essere formalizzato per il crimine di minacce.

Le gravi minacce contro l'ex candidato sono inquadrate in un contesto di continue provocazioni e aggressioni da parte dei cittadini venezuelani contro coloro che hanno dimostrato contro l'interferenza USA in Venezuela. Durante il giorno di sabato, diversi compagni, quando si ritirarono dall'attività all'ambasciata, furono aggressivamente perseguitati e minacciati da gruppi di venezuelani esaltati. Ricordiamo che l'opposizione venezuelana è caratterizzata dalla tremenda violenza con cui opera, arrivando in diverse occasioni a bruciare vivi personaggi che accusano di essere simpatizzanti di Nicolás Maduro.

Video del momento in cui viene arrestato il cittadino venezuelano:

http://remolinopopular.cl/2019/02/24/amena...aX_zsmO54iwDJeo

Edited by Skatered - 25/2/2019, 20:14
view post Posted: 25/2/2019, 17:34 Sono passati 60 anni dalla scomparsa del compagno Stalin - Bar Toto Cutugno

stalina


Celebrazione nella piazza rossa del 20 ° anniversario della rivoluzione di ottobre. Mosca, 1937.
view post Posted: 25/2/2019, 15:16 Il fascismo rialza la testa con il suo razzismo - Varie
“Devi morire perchè sei nero”. Frasi razziste contro un giovane ivoriano in un ospedale del Salernitano

“Questa è l’Italia??? Dove la vita umana non ha nessun valore, in un ospedale pubblico dove il dottore ti dice ‘devi andare al paese tuo, devi morire perché sei nero‘ dopo questo episodio ho deciso di non curami più e sono andato via da questo ospedale. Io sono fiero della mia razza e sono fiero del colore della mia pelle. Andate a dire a Salvini che sono ancora vivo“. Così, attraverso il suo profilo Fb, Souleymane Rachidi, un 20enne ivoriano che vive a Lancusi e che ha raccontato, documentandolo con un video, quanto gli sarebbe accaduto all’interno dell’ospedale “Curteri” di Mercato San Severino.

https://www.ondanews.it/devi-morire-perche...el-salernitano/

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