Comunismo - Scintilla Rossa

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view post Posted: 5/5/2024, 14:30 esperimenti con Rytr software di intelligenza artificiale - Tecnica





Nel corso della storia umana sono state scritte molte cose, dai poemi epici ai testi sacri, dai decreti fiscali alle liste della spesa. Ma tutti questi testi non avrebbero scopo se non potessero essere letti.

Tavolette rotte in mille pezzi, fragili pergamene o manoscritti in codice hanno incuriosito gli studiosi per secoli. Molti hanno dedicato la vita a decodificare “scarabocchi” del passato. Grazie a loro, l'umanità ha raccolto un'enorme base di conoscenze sui sistemi di scrittura e sulle lingue. Ma alcuni testi sfuggono ancora alla nostra comprensione.

Negli ultimi decenni, tecnologie innovative hanno fatto progredire non solo la nostra capacità di decodificare queste antiche scritture, ma anche di recuperare informazioni da oggetti [e documenti] un tempo ritenuti troppo danneggiati per essere compresi. Strumenti come i raggi X, le TAC e l'intelligenza artificiale hanno aiutato gli studiosi di oggi a scoprire il contenuto di fonti apparentemente impossibili da decifrare.

1. Alla vecchia maniera

All'inizio, gli studiosi di lingue del XVIII e XIX secolo dovevano arrivare a capire come funzionavano i sistemi di scrittura antichi. Per decifrare la scrittura in una lingua antica sconosciuta, dovevano svolgere un lungo lavoro di confronto dei loro campioni con altre lingue conosciute e con opere scritte dell'epoca.

Nel 1799, le truppe napoleoniche di stanza in Egitto scoprirono una lastra di granodiorite nera, alta poco più di un metro, oggi nota come Stele di Rosetta. Faceva parte di una gigantesca stele datata intorno al 204 a.C. Su di essa si trovava un editto del faraone Tolomeo V scritto in tre lingue diverse, compreso il geroglifico che nel XVIII secolo sfuggiva ancora alla comprensione. L'egittologo Jean-FrançJean-François Champollion utilizzò le altre due scritture (il demotico e il greco antico) e iniziò un processo di decifrazione per tentativi - ed errori – durato anni, prima di decodificare finalmente i geroglifici tolemaici nel 1822.

Uno dei poemi più antichi dell'umanità è venuto alla luce in modo simile, con un lavoro minuzioso. Alla fine del 1800, l'assiriologo George Smith trascorse ore e ore al British Museum per ricostruire tavolette d'argilla in frantumi ricoperte di caratteri cuneiformi. Confrontando la scrittura con altre opere della Mesopotamia, ha scoperto l'Epopea di Gilgamesh, il racconto di un antico eroe che si imbarca alla ricerca dell'immortalità e viene a conoscenza di un grande diluvio che avrebbe spazzato via l'umanità.

2. TAC e computer rivelano un libro sacro

Nel 2016 gli studiosi annunciavano di aver fatto un passo avanti nella decifrazione del rotolo di Ein Gedi. Circa 1.500 anni fa, la pergamena di pelle animale era custodita nell'Arca Santa di una sinagoga sulla sponda occidentale del Mar Morto. Quando un incendio divampò nella comunità, la città andò perduta, ma l'arca sopravvisse. L'intenso calore del fuoco aveva trasformato il rotolo in un tubo carbonizzato.

Il rotolo di Ein Gedi è stato conservato con cura per anni, ma gli studiosi non ne conoscevano il contenuto. A causa dei danni provocati dal calore, si pensava che srotolando la pergamena questa avrebbe potuto ridursi in polvere. Come, dunque, poter guardare al suo interno senza danneggiare il fragile materiale?

Nel 2015, una squadra di scienziati ha trovato la soluzione. Combinando scansioni TAC e un software informatico appositamente progettato, è stata ricostruita una copia virtuale del rotolo. Il team ha potuto quindi srotolare in sicurezza questa versione virtuale, consentendo di vedere gli strati più interni e di accedere al testo nascosto. Un anno dopo, i ricercatori hanno annunciato le loro scoperte: Il rotolo aveva tra i 1.700 e i 1.800 anni e conteneva i primi due capitoli del Levitico.

3. Il DNA e i Rotoli del Mar Morto

I Rotoli del Mar Morto sono stati uno dei più affascinanti e famosi ritrovamenti archeologici del XX secolo. Furono scoperti nel 1947 in alcune grotte vicino all'antico insediamento ebraico di Qumran. Da allora, ne sono stati ritrovati a centinaia lì dove erano stati accuratamente nascosti, circa 2.000 anni fa. Scritti su papiro e pergamena tratta da pelli di animali, sono tra i più antichi testi biblici mai ritrovati.

Ricercatori instancabili hanno dedicato una vita allo studio di questi preziosi documenti, mettendo insieme con cura migliaia di frammenti per determinarne il contenuto, le origini e l'età. L'esatta paternità dei Rotoli del Mar Morto è ancora molto discussa, ma la maggior parte degli studiosi concorda sul fatto che i documenti siano stati scritti da abitanti del deserto della Giudea tra il II secolo a.C. e il II secolo d.C.

I progressi dei test genetici hanno rivelato nuove informazioni sulle pergamene. Nel 2020, una squadra di ricercatori israeliani, svedesi e americani ha analizzato il DNA antico di alcuni frammenti e ha identificato le diverse pelli animali di cui erano fatti i frammenti di pergamena. Questa informazione fornisce agli studiosi un altro tassello per aiutare a ricomporre il puzzle della miriade di pezzi dei Rotoli del Mar Morto.

4. L'intelligenza artificiale e l'antica Roma

Dopo l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., Pompei e la vicina Ercolano furono sepolte dai detriti del vulcano. Da allora, entrambe le città sono diventate musei viventi che permettono ai visitatori di immaginare la vita degli antichi romani in riva al mare. Ma altri tesori, come la biblioteca della Villa dei Papiri di Ercolano, sono stati più lenti a rivelarsi.

All'interno della enorme villa marina di Ercolano, [nota anche come Villa dei Pisoni], sono stati trovati oltre 1.800 antichi papiri carbonizzati dal calore bruciante della cenere del Vesuvio. Ridotti a fasci di fibre annerite, i rotoli di papiro furono scoperti nel 1752, ma nessuno sapeva bene cosa farne. Come quelli trovati a Ein Gedi, i rotoli di Ercolano erano danneggiati dal calore e non potevano essere srotolati. Ma gli studiosi sapevano che all'interno c'erano i preziosi testi di una ricca biblioteca romana, forse piena di opere che si pensava fossero andate perdute nel tempo. Così, gli studiosi li hanno conservati e hanno aspettato un modo per rivelarne il contenuto.

Nel marzo 2023, la Vesuvius Challenge ha indetto un concorso: utilizzare l'intelligenza artificiale per decifrare una parte del contenuto dei rotoli di Ercolano. Sono state rilasciate scansioni TAC ad alta risoluzione di quattro esemplari e offerti generosi premi [ai partecipanti] e meno di un anno dopo sono stati annunciati i vincitori. Avevano decodificato il cinque per cento di un rotolo, il cui contenuto era stato descritto come "Il post di un blog di 2.000 anni fa su come godersi la vita".

Ma questo è solo l'inizio: la Vesuvius Challenge ha annunciato un altro concorso per il 2024. Questa volta il premio maggiore andrà a chi riuscirà a tradurre il 90% di ciascuno dei quattro rotoli scansionati.

5. Il libro più misterioso del mondo è ancora illeggibile. Per ora

Il Manoscritto Voynich non è antico come i Rotoli del Mar Morto o i papiri della Biblioteca di Ercolano, ma il suo contenuto è altrettanto intrigante. Chiamato così dal nome del commerciante di libri polacco che lo acquistò nel 1912, il libro si compone di 240 pagine ed è pieno di illustrazioni colorate di simboli astrologici, piante ondulate e vivaci figure umane. Il testo scritto a mano scorre da sinistra a destra su pagine in vellum [pergamena di vitello] che risalgono all'inizio del XV secolo [datazione al radiocarbonio].

In base alle sole illustrazioni, gli studiosi ritengono che il libro sia organizzato in sei sezioni tematiche: botanica, astronomia, biologia, cosmologia, medicina e cucina. Alcuni ritengono che il libro contenga elementi di scienze, mentre altri sostengono che riguardi la stregoneria, o forse un mix di entrambe.

Per secoli, i decifratori di codici hanno analizzato il testo, proponendo diverse teorie sulla sua decodificazione, ma nessuna di queste ha retto. Alcuni dei più recenti tentativi degli scienziati informatici hanno impiegato l'intelligenza artificiale, ma senza arrivare, per ora, a risultati concreti.

Oggi il Manoscritto Voynich è conservato nella collezione di libri rari dell'Università di Yale. È stato scansionato digitalmente e reso disponibile online, in attesa della persona o del programma giusto che ne sveli i segreti.

www.nationalgeographic.it/come-la-...et-newtab-it-it
view post Posted: 5/5/2024, 12:41 Ottolina Tv - Bar Toto Cutugno
QUOTE (Compagno Folagra @ 5/5/2024, 11:18) 
Questa è la playlist:
https://youtube.com/playlist?list=PLAZNPut...qcppCcvbW2yJK9H

Ora non mi ricordo di preciso quale fosse perché era un po' vecchiotto, in caso se in futuro dovessi beccarlo di nuovo ti dico

Ho capito quando lo trovi, purtroppo non ho molto tempo per vedermi tanti video,in effetti anch' io ho avuto la stessa impressione,in particolare che strizzano l' occhio al multipolarismo. Sicuramente la Cina può avere in parte un ruolo nello scenario globale come sviluppo delle forze produttive capitaliste in modo tale che si avvantaggi anche il proletariato, ma rimane attualmente un regime capitalista che ovviamente ha i suoi interessi nell' esportare le sue merci in tutto il mondo Poi alcune analisi storiche del campo sono senz' altro utili ma rimane il fatto che buona parte della ricchezza cinese moderna viene accumulata nelle fabbriche cinesi (alcune dei quali guidate da multinazionali occidentali) e di cui tutto il resto (governo,idee ) è solo l' impianto sovrastrutturale. Sulla forma di governo (monocratico,pesantemente burocratico) incidono anche fattori geografici come il clima e la demografia. Da una prospettiva comunista vedere il governo cinese come una forma di socialismo progressivo è una posizione revisionista,infatti sono sopratutto personaggi come Rizzo che hanno seguito e imposto questa linea
view post Posted: 5/5/2024, 10:08 Ottolina Tv - Bar Toto Cutugno
QUOTE (Compagno Folagra @ 5/5/2024, 09:47) 
Ad esempio qualche tempo fa fecero una live in cui parlavano un po' del sistema di governo, poi in generale mi sa che ne fanno ogni settimana almeno una monotematica sulla Cina ed avvolte hanno come ospiti gente che magari è comunista oppure se ne intende un pochino. Ho poi visto che c'è uno che invitano e con cui collaborano che abita ad Hong Kong (che a sua volta produce materiale e si chiama Dazibao)

Hai il video?
view post Posted: 5/5/2024, 08:22 Ottolina Tv - Bar Toto Cutugno
QUOTE (Compagno Folagra @ 4/5/2024, 22:34) 
Cosa ne pensate di questi?

https://m.youtube.com/channel/UCoxLVRisaG8...1D1eseng?cbrd=1

Ho visto che hanno fatto anche una newsletter - fra gli altri - con Marx 21 e quelli del partito dei CARC.
Personalmente non mi convince completamente la linea visto che si fanno trasportare troppo a parer mio - specie dalla storia del multipolarismo -, sembrano più qualcosa sulla falsa riga della sinistra radicale americana e poi perché strizzano l'occhio a Conte piazzandosi così nel fronte elettorale; però spesso dicono qualcosa di interessante specie sulla Cina.

Cioè?
view post Posted: 4/5/2024, 19:51 Meloname ottuso - Varie
QUOTE (il bovaro @ 3/5/2024, 16:28) 
Meloname ottuso

Chi fermerà questa deriva?
se la fatal demenza
riesplosa a nuova vita,
indisturbata deturpa
la comune dimora

Se giovani piagati
dalla produttività infinita

si fanno stupratori
di universali valori
per svellere da duri
crani ottusi
sclerotico letame
di indaffarate larve
con parvenze umane
per risvegliare
rimbecillite menti
dall' impersonale
mostro chiamato mercato
ancora accreditato
di volto umano


Deborda l'astio
di vermi istituzionali
ruminato su centenari
banchi parlamentari
nobilitati dal sacrificio
di assassinati da quel
laido bestiame


Tronfi crociati
da blocco navale
, orbi papponi
da cabina elettorale



Evasi da fogne
dove araba fenice
dai connotati di avvoltoio
vi ha ripartoriti uguali

avanguardie di altri
bellicismi umanitari

manco guernica
rinsavisce un popolo
da ogni saltimbanco
transitato nella landa
dove libera scorrazza
l'ignoranza piu pregna
di subumano squallore,
dall'esser rassegnato suino
proclamato erede assasino
di destinale missione


bastarda volontà
di coniugare storia
e prevaricazione,
ostinata perdura.
In raggelato tempo
cui nn s'intravvede fine

incontinente 25 aprile
giorno di paura ,
ritorno del liquame
tracimato dal confine,
dove finisce l'uomo
e comincia lo scherzo di natura


Per costoro
l'auspicio di cavalcare
disfatti rottami
in procellosi mari

Il dolce riposo
nella fossa greca
fino a che nuova terra
emerga a nuova vita

Purtroppo in politica conta essere pragmatici, essere pragmatici in tal caso significa lavorare sulla testa di quella piccola percentuale che la vota,io ci ho perso le speranze perchè persone che credono a una che dice di scrivere il suo nome su una scheda ho proprio l' impressione che una testa non c' è l' hanno
view post Posted: 1/5/2024, 22:44 Il divismo - Cinema & TV
Il divismo è un fenomeno di costume iniziato nel XIX secolo che consiste, essenzialmente, in un processo di quasi divinizzazione dei protagonisti di teatro, cinema, musica, sport, la cui immagine diventa un'icona altamente simbolica e onnipresente nella vita della gente comune, quasi pari alle icone religiose dei secoli passati: le persone che provocano tale fenomeno vengono definite divi e dive, uomini e donne, ossia celebri personaggi che sono sostenuti da numerosi ammiratori entusiasti, i quali sono identificati con il termine fan dagli anglofoni. In questo articolo si descrive il divismo riguardante teatro e cinema.

Precedentemente si erano avuti, verso gli attori di teatro, fenomeni di ammirazione tali da farli divenire divi, sebbene il termine divismo non fosse stato ancora elaborato e utilizzato per tali situazioni: si pensi al francese François-Joseph Talma, agli inglesi Edmund Kean e David Garrick o alle attrici Sarah Bernhardt ed Eleonora Duse solo per citare alcuni esempi celebri.

Il divismo cinematografico nacque forse in Italia, dove a Torino era presente una delle prime industrie cinematografiche già dagli anni dieci. In seguito divenne un fenomeno prettamente americano, con lo sviluppo di Hollywood e delle grandi case di produzione, che vedevano nei "divi" una sicura fonte di guadagno.

Il primo progetto di divinizzazione della propria immagine in Occidente risale ad Alessandro Magno, che s'ispirò ai sovrani orientali.

Alessandro ispirò anche alcuni imperatori romani. Augusto per esempio fece collocare statue che lo rappresentavano in tutto l'impero, dando una sensazione di onnipresenza ultraterrena alla propria figura.

La popolarità di alcuni attori teatrali a cavallo tra XIX e l'inizio del XX secolo, ha fatto parlare di loro come i primi divi dell'epoca moderna. La popolarità di alcuni attori di fama permetteva alle tournée di girare più città e di destare l'attenzione di giornalisti e fotografi. Questo processo ebbe inizio verso il 1820, quando le compagnie si andarono trasformando da compagnie di repertorio, basate su ruoli fissi, a compagnie associate con a capo un attore famoso, ed entro il 1890 il processo di affermazione delle star teatrali poteva dirsi concluso.

Il divismo rinacque con maggiore forza in ambito cinematografico negli anni venti, grazie all'intensa collaborazione tra cinema e gli altri mass media (giornali, riviste, rotocalchi, radio, industria musicale). La popolarità del cinema non poteva essere paragonata a quella del teatro, perché la diffusione capillare di un film di successo rendeva gli attori popolari davanti a un pubblico straordinariamente vasto, ben più della somma degli spettatori che avrebbero potuto assistere a tutte le performance teatrali di un singolo attore, in tutta la sua carriera.

Nascita del divismo cinematografico (anni dieci)


Inizialmente gli effetti mediatici del cinema furono una sorpresa: Max Linder, protagonista di una serie di cortometraggi settimanali prodotti dalla Pathé tra il 1905 e il 1911, scoprì suo malgrado l'enorme popolarità raggiunta quando venne accolto da un'inaspettata folla di più di mille persone ad attenderlo a Barcellona nel 1911, che richiese l'intervento della polizia: al ritorno a Parigi chiese ed ottenne il raddoppio della paga annua, e, in una guerra commerciale tra Pathé e un produttore tedesco, arrivò a strappare la cifra astronomica di un milione di franchi all'anno (contro i 7.300 della sua paga iniziale). Il suo successo mondiale era facilitato anche dalla serializzazione dei suoi personaggi e dall'identità tra immagine sullo schermo e immagine reale: questo sarà uno degli elementi chiave del divismo, quello che permette la riconoscibilità da parte del pubblico e la convinzione inconscia di conoscere personalmente l'attore, come se fosse un vicino di casa, ma infinitamente più simpatico o attraente; grazie a questo il pubblico si sente legato e riversa affetto e ammirazione sul personaggio.

In America il primo fenomeno di divismo è legato alla vicenda di Florence Lawrence del 1908, una graziosa attrice soprannominata la ragazza della Biograph, che in una lotta commerciale tra case di produzione venne strappata alla Biograph e, tramite un lancio pubblicitario mai registrato prima nel settore, venne prima diffusa una falsa notizia che la voleva morta in un incidente e poi ri-presentata al pubblico, viva e vegeta, come la rinata ragazza della IMP (una casa di produzione indipendente di Carl Laemmle, quindi più spregiudicata e innovativa). Fu uno dei primi casi in America in cui si cercava di prevedere la popolarità di un film futuro grazie alla presenza di un determinato attore/attrice. Al 1911 risale la prima rubrica, sul Motion Picture Story Magazine, dedicata alle star e ai pettegolezzi sulla loro vita privata.

Ma fu l'Italia il luogo dove nacque e si diffuse la parola "diva", durante la stagione che vide la nascita dell'industria cinematografica italiana negli anni dieci, fino alla creazione di un vero e proprio genere chiamato "diva-film". Le donne fatali italiane si ispirarono alle Vamp (donne-vampiro) scandinave, in particolare ad Asta Nielsen, protagonista nel 1910 del film Abisso, visto ad esempio da Francesca Bertini. Nel 1913 Lyda Borelli girò il primo diva-film Ma l'amor mio non muore di Mario Caserini. Colpì soprattutto il suo ballo sensuale e seduttivo attorno all'uomo, che inaugurò una figura di donna dominatrice e alla ricerca di un nuovo ruolo sociale. Tra le grandi dive del cinema italiano vi furono oltre alle già citate Bertini e Borelli, anche Pina Menichelli, Italia Almirante Manzini e, presa dal teatro, anche Eleonora Duse. In ambito maschile divenne estremamente popolare Bartolomeo Pagano, l'attore di Maciste, dove tornava, come in Linder, la sovrapposizione tra personaggio sullo schermo e persona nella vita reale (suggerita da molti film della serie, dove Pagano-attore è nella vita normale e gli eventi lo fanno diventare Maciste). Altro esempio di divismo maschile nel cinema muto italiano è incarnato da Emilio Ghione, tutt'uno con il celebre personaggio da lui inventato e interpretato, Za la Mort.

Un divo era qualcosa di diverso dall'attore: l'attore può recitare molte parti diverse, mentre un divo è essenzialmente un prodotto legato alla propria immagine, che quindi ripete sempre un medesimo modello nelle varie pellicole.

L'epoca d'oro del divismo (1920-1933)


Negli anni venti l'industria hollywoodiana decise di puntare con forza sul divismo, che divenne il cardine del sistema produttivo. Un film veniva di solito ideato espressamente per un volto o per un personaggio e le case di produzione tenevano sotto contratto un vivaio di giovani attori fisicamente attraenti, che venivano fatti diventare famosi e poi se ne sfruttava l'immagine in una serie di film appositamente creati. Erano possibili anche i prestiti e le cessioni di divi ad altri studios, ma comunque entro una politica di scambi.

I divi degli anni venti e dei primi anni trenta erano molto conturbanti e trasgressivi, spesso dai tratti esotici, come l'italiano Rodolfo Valentino, la svedese Greta Garbo o la tedesca Marlene Dietrich. Anche grandi artisti quali Charlie Chaplin o Buster Keaton furono delle star, con un'immagine ben studiata.

I divi suscitavano deliri di folla feticista (come ben descritto nel film Il giorno della locusta del 1975, ambientato alla fine degli anni trenta), diventando presto uno dei principali fattori dell'alienazione di massa della società moderna. Il divo sullo schermo, etereo e soprannaturale, era ormai un'immagine del tutto separata dalla persona in carne ed ossa, che recitava e lavorava come le persone normali.

Una prima riflessione sui divi e sui loro volti ebbe luogo in Francia, a proposito della "fotogenia", intesa come qualità morale che traspariva con forza dall'immagine filmica dell'attore. Il dibattito, che ebbe come contributori intellettuali quali Jean Epstein, Belá Belász e Louis Delluc, era nato a proposito dell'attore di origine giapponese Sessue Hayakawa nel film I prevaricatori di Cecil B. DeMille (1915), dove recitava la parte di un bieco collezionista di persone, interpretato con una maschera impassibile ma dallo sguardo fulminante. Ricciotto Canudo scrisse come il divo cinematografico, a differenza di una qualsiasi celebrità del mondo politico o del teatro, ad esempio, viene conosciuto in maniera più profonda, intima: "Ha tradotto in movimento vitale un certo sentimento che ci ha colpito, una certa avventura, che è stata, per la magia dell'arte, la nostra avventura di un'intera serata."


Marlene Dietrich e Gary Cooper

Il primo piano era il momento cruciale della costruzione del divo: il suo volto è il migliore specchio dei valori psicologici del personaggio e genera nello spettatore una vicinanza mentale, investendolo di pulsioni e significati affettivi: il divo tende, in quanto protagonista, ad avere il punto di vista che si trasmette allo spettatore, in una sorta di identificazione gratificante.

Anche nei divi di questo periodo permane un'identità tra immagine filmica e immagine reale. Le idee di bellezza, personalità e bravura che ammantano le star non possono avere presa se non sostenute anche dalle immagini della vita reale: ecco che la Garbo, sempre legata nei suoi film al doppio gioco tra eroina appassionata e fredda calcolatrice, si negò ai media incarnando magnificamente l'idea del mistero; Valentino consegnò la sua immagine al mito con una morte precoce; Chaplin subì nella vita un massacro mediatico che sembrava ricalcare l'eterna vittima Charlot.

Le star disciplinate (1930-1955)

Tra il 1927 e il 1929 l'industria cinematografica subì due shock che l'avrebbero profondamente e irreversibilmente modificata: l'avvento del sonoro e la grande crisi. I produttori americani seppero però rafforzarsi accentuando l'oligopolio ed entro il 1932 la riconversione delle sale alla nuova tecnologia sonora poteva dirsi completata. Per gli attori il passaggio al sonoro fu un vero spartiacque, che necessitava una trasformazione della tecnica di recitazione, secondo uno stile che non aveva ancora modelli, proprio come all'epoca del cinema delle origini. Le nuove leve puntarono molto sulla voce e sulle qualità canore, mentre la vecchia leva di star doveva rimodellare completamente la propria immagine divistica. Gli studios a quel punto decisero di puntare su un ricambio completo, anche per liberarsi dai contratti ormai onerosi con le vecchie star. Ad esempio Mary Pickford aveva per contratto il diritto a una percentuale sugli incassi. Nel 1931 era già attivo un nuovo parco divistico: su trentuno "star", solo tre appartenevano all'epoca del muto.



Il New Deal impose una visione ottimistica alla produzione cinematografica, per aiutare il paese a risollevarsi dalla crisi. I nuovi divi incarnavano figure più realistiche, non così diverse dalla gente comune e, dopo l'introduzione del Codice Hays (1933-34) meno trasgressive e più disciplinate, legate più a un casto amore che al sesso. Alcuni film come È nata una stella (1937) simboleggiano chiaramente il passaggio tra la vecchia guardia, rappresentata da attori corrotti e alcolizzata, e la nuova guardia, con giovani provenienti dalla provincia che conquistano la celebrità grazie alla loro fortuna e rettitudine morale (da notare, l'accento non viene mai posto sulla bravura, in maniera da facilitare un'identificazione rassicurante da parte del pubblico).

I contratti dei nuovi divi erano più rigorosi, con meno eccezioni, e con regole ferree decise dai produttori. Per contratto i divi dovevano somigliare ai loro personaggi anche nella vita privata ed avevano una "clausola morale", che vietava loro di avere comportamenti illeciti. Erano regolate le indisposizioni, le vacanze, i ritardi sul set, le sedute fotografiche, le scene da rigirare. Ogni trasgressione era sanzionata a vari livelli: multe, sospensioni, prestiti ad altri studios, fino alla stroncatura della carriera, magari con la proposta di parti sbagliate che non permettevano altre scelte, grazie alla complicità coordinata degli altri studios. Buster Keaton per contratto non poteva ridere in pubblico, Sydney Greenstreet non poteva ingrassare. Al divo però era garantito un ruolo preminente nelle pellicole, il nome nei titoli di testa, un numero preciso di primi piani, la scelta di collaboratori stabili di fiducia (costumista, truccatore, parrucchiere) e la libertà su alcune decisioni legate a aspetti marginali dell'immagine. I contratti delle star avevano una durata settennale e garantivano allo studio un parco stabile di personaggi sui quali sviluppare le pellicole. Praticato era il miscasting, cioè l'assegnazione volontaria di ruoli inadatti, usata per abbassare le quotazioni del divo o per tenerlo fermo, prolungando la validità del contratto per inattività (quest'ultima pratica venne sanzionata dal 1944).

Tutti i diritti sull'immagine, sul nome e sulla voce degli attori erano di proprietà degli studios, che potevano anche cederli ad altri, per esempio per pubblicizzare prodotti. Già nel 1934 si assiste alla nascita del merchandise cinematografico con la commercializzazione, a Natale, di una bambola con le fattezze di Shirley Temple.



Un'assoluta eccezione nel panorama delle star disciplinate fu il contratto assolutamente libero e vantaggiosissimo ottenuto da Orson Welles alla Rko Pictures nel 1940: la sua presenza a Hollywood aprì la strada al divismo registico.



La crisi del 1948, con la riorganizzazione in seguito alla condanna dell'integrazione verticale della Paramount da parte dell'anti trust, che la obbligò a cedere le sale di sua proprietà, vide la nascita di contratti più brevi con gli attori, per uno o più film soltanto, che diede alle star una maggiore libertà, ma anche una minore certezza di impiego. Negli anni cinquanta il valore di un divo era determinato dal successo commerciale degli ultimi film interpretati. Vengono girati in quell'epoca tre film che riflettono su Hollywood e sui meccanismi, anche spietati, del divismo: Eva contro Eva (Joseph Mankiewicz, 1950), Viale del tramonto (Billy Wilder, 1950) e Cantando sotto la pioggia (Stanley Donen e Gene Kelly, 1952). In questi film la celebrità del divo è una condizione transitoria in perenne minaccia, una falsa promessa di felicità e una fonte di instabilità psichica.

Particolarmente significativo per capire le modalità di creazione e demolizione dell'immagine di una star è il caso di Rita Hayworth ne La signora di Shanghai, (1948), dove venne diretta dall'ex-marito Welles. Fin dalle prime inquadrature del film è ritratta come un perfetto e sofisticato oggetto del desiderio, illuminata da "bagni di luce", che ne evoca un chiarore angelico, anche talvolta in contrasto con l'ambientazione; a lei sono riservati i primi piani più frontali ed evocativi. Le fa da contrapposto il personaggio di Welles, O'Hara, sempre solcato da ombre profonde o in penombra. Quando il personaggio della Hayworth, Elsa, viene smascherato come assassina, la sua immagine viene demolita, prima con specchi deformanti, poi con primi piani oscuri e giganteschi, infine solcata da occhiaie e rughe nell'ultima scena, con espressioni di autentica sofferenza mentre è prostrata a terra.

Divi nel neorealismo (1945-1955)

Col Neorealismo entrano nei film le persone più comuni, attori non professionisti e prestati dalla vita reale. Ma ciò significò anche che gli attori professionisti assumessero uno stile di recitazione il meno professionale possibile, rendendo contigui i personaggi alle loro vere figure. Nasce così un'estetica della sofferenza, con volti smagriti, abiti consunti, capelli arruffati. Ma in queste figure emerge comunque un senso eroico e tragico, che avvicinava mai come prima gli attori agli spettatori, mettendoli sullo stesso piano (si è parlato di "cinema della vicinanza") e rendendo di colpo le distanti figure patinate di Hollywood lontane e artefatte.

Da quella stagione emerse paradossalmente la diva Anna Magnani, che forgiò il suo talento e il temperamento proprio in quella stagione dove si imponeva uno stile il meno professionistico possibile. La sua formazione nei teatri di rivista le diede quel carattere spontaneo, tormentato e anticonvenzionale perfetto per le storie neorealiste. Echi della personalità della Magnani si trovano anche in film non interpretati da lei, ma nei quali i registi vollero costruire un'immagine per le attrici a lei ispirata: Clara Calamai in Ossessione o Sophia Loren ne La ciociara. Ma la consacrazione del suo personaggio è dovuta anche alle corrispondenze tra i suoi personaggi passionari e la cronaca della sua vita reale, che conferma l'indole popolare, indomita, vitale.

La grande differenza tra divismo hollywoodiano e divismo neorealista, che alimenterà i divi del cinema moderno, è che l'immagine dell'attore non viene più costruita in funzione dei personaggi dei film che interpreta, ma viceversa è il temperamento reale dell'attore che dà vita ai personaggi, sfocando il confine tra realtà e finzione.


Più complessa è l'immagine di Ingrid Bergman nei film di Roberto Rossellini, che da perfetta star hollywoodiana subì negli anni in Italia uno stravolgimento di immagine, basato su un sentimento di estraneità che esplora la crisi dell'uomo moderno, tema sviluppato poi nel cinema degli anni sessanta. Ingrid Bergmann, allo scadere del suo contratto settennale con David Selznick, voleva liberarsi della sua immagine stereotipata, legata esclusivamente a ruoli romantici, e scrisse lettere a registi realisti quali Frank Capra, Elia Kazan e Rossellini stesso, che la chiamò a Roma. Qui la Bergmann rovesciò la sua immagine di moglie e madre esemplare, diventando la donna fedifraga e la madre che abbandona la famiglia, incrinando i saldi principi dell'immagine dello star system, che si basavano sulla coerenza tra personaggio e attore. Mentre il consenso attorno a lei si incrina, lei sta passando da un'immagine di ragazza perfetta a quello di donna moderna e inquieta, capace di autodeterminarsi. In Stromboli la sua recitazione incerta e spaesata è anche frutto della tecnica imposta da Rossellini, che non usava necessariamente un copione. La sovversione dell'immagine classica della diva venne approfondita nei film successivi come Europa '51 e Viaggio in Italia, che compongono una "trilogia della solitudine", dove la Bergman sembra pagare con l'emarginazione lo scotto delle sue scelte. Ma attraverso questi film appare l'immagine di una donna reale, finalmente libera dai personaggi, che mostra tutte le sue debolezze e preoccupazioni. Per lei si è parlato di "star dislocata". La sua presenza scenica (alta, bionda, col portamento eretto e fiero) stonano acutamente con il paesaggio e il mondo dei contadini di Stromboli e lei sembra disorientata, disagiata, respinta: essa è simbolo di Hollywood in crisi, in un mondo che di lì a poco rifiuterà i canoni classici americani. Anche lo stile per evidenziare la sua immagine è diverso: non più il primo piano, ma il campo lungo e il piano-sequenza, coi conflitti visivi e i rapporti con lo spazio circostante tipici del cinema moderno.

Ancora più estremo è, per certi versi, l'episodio rosselliniano in Siamo donne (1953) dove la Bergman, nel suo italiano stentato, rivela di aver rubato un pollo parlando direttamente con il pubblico attraverso una grata, come un imputato alla sbarra. "La complicità che Rossellini chiede allo spettatore cinematografico è inaudita. [...] La diva "scende" al suo livello per mostrare la sua inadeguatezza davanti a lui".

Il cinema italiano del dopoguerra quindi colloca l'attore in uno spazio verosimile, a contatto diretto con la realtà: può aderire (come la Magnani) o risultarne estraneo (come la Bergman), in ogni caso da questo rapporto scaturisce la sua garanzia di autenticità e innovazione.

Le star della Nuova Hollywood (1955-1980)


Lo stile di recitazione degli attori di Hollywood fu radicalmente rinnovato dall'esperienza dell'Actors Studio (dove si insegnava il Metodo Stanislavskij), che sviluppava la loro capacità di recitare "vivendo" sulla propria pelle le storie dei personaggi e facendo scaturire le emozioni dalle esperienze della propria vita trascorsa, in particolare quelle più dolorose e nascoste, e quindi più forti. Questi nuovi divi (fra i quali Marlon Brando, James Dean, Montgomery Clift e Marilyn Monroe furono alcuni tra i primi) cambiarono l'idea di divo presso gli studios, non più come immagini fisse e per lo più stereotipate che garantivano il successo di un film, ma come artisti dell'interpretazione versatile e come persone vere con tutte le loro insicurezze, disagi, virtù e difetti. Sono gli anni anche della sovraesposizione mediatica dei divi, con i canali che moltiplicano e un'attenzione morbosa verso di essi, che si moltiplica anche dopo la morte.

Marlon Brando che ruba la scena alla protagonista Vivian Leigh in Un tram che si chiama Desiderio (Elia Kazan, 1951) è l'icona di un nuovo tipo di attore, iperrealistico, impegnato, controverso, perfettamente calato nel ruolo sia fisicamente che tramite la gamma di espressioni che mette a disposizione del personaggio. Un'innovazione sarà anche la gestione che questi nuovi divi faranno di sé stessi, indipendente dagli studios sia nella scelta dei progetti artistici che nella gestione della propria immagine. Marilyn Monroe, stanca delle pretese della Fox, fonda una casa di produzione indipendente, con la quale fa il suo primo vero film da "attrice", non diva, Fermata d'autobus (di Joshua Logan, 1956). Gli elementi di ribellione saranno uno dei principali motori della rivoluzione giovanile di quegli anni e i nuovi divi incarnano perfettamente le aspirazioni della nuova generazione, rifiutando l'autorità e le imposizioni.

La seconda generazione dell'Actors Studio (Dustin Hoffman, Jack Nicholson, Al Pacino e Robert De Niro) si spinge ancora oltre, demolendo il mito hollywoodiano della bellezza, all'insegna di tipi sofferenti e nervosi, anticonvenzionali e ambigui, a volte evanescenti. E il pubblico li segue, facendo dei loro film pellicole di culto e imponendo la tipologia del cinema indipendente anche a Hollywood: è la New Hollywood. Il cinema degli anni settanta è all'insegna dell'antidivo: emarginato, vagabondo, piantato o perdente.

Divi del cinema moderno (1960-1980)


La Nouvelle Vague fu un momento di grande innovazione, che coinvolse anche i meccanismi del divismo, ma come il Neorealismo, compì una svolta che non poté fare a meno di creare divi e di servirsene. Soprattutto venne ribadito in questa stagione il divismo del regista, che diventa il vero artefice del set e del film intero. Spesso i registi trasferirono su un singolo attore la loro immagine, facendone una sorta di alter ego: celebri sono i casi di François Truffaut e Jean-Pierre Léaud, Jean-Luc Godard e Jean-Paul Belmondo e, in Italia, Federico Fellini e Marcello Mastroianni.

Fellini segna anche un nuovo rapporto con la star, come descritto nelle celebri scene con Anita Ekberg de La dolce vita e Boccaccio '70: il mito americano arriva a Roma e dà il via a un martellamento mediatico; ma quando incontra Mastroianni, l'uomo comune e il riflesso dell'autore, nasce un confronto a due, che la rende a tratti vicina, a tratti minacciosa.

La massima star del periodo è probabilmente Brigitte Bardot, che impone un nuovo canone di seduzione femminile. Il suo è un personaggio che anticipa la rivoluzione sessuale degli anni sessanta, generando un clamore mediatico impressionante. Ma il suo personaggio è soprattutto creato dallo sguardo dei registi che la riprendono, nasce dal riflesso dello sguardo dell'autore-regista, il quale ne rivendica il possesso. Simile è il caso di Belmondo e del suo gesto di accarezzarsi le labbra, nato in Fino all'ultimo respiro (1960) come citazione di Humphrey Bogart esclusa da qualsiasi contesto narrativo e ridotta a pura esibizione.

Nel cinema moderno il ruolo del divo-attore entra in crisi e sembra raggiungere un punto di non ritorno con le immagini distrutte e provate dei nuovi attori scaruffati (uno su tutti, il volto di Monica Vitti per Michelangelo Antonioni). Nuovi miti della musica e della televisione iniziano a sostituirli nell'immaginario collettivo.

Interessante è registrare come però ormai una rottura nell'immagine divistica non sia più percepito come tradimento da parte del pubblico, lasciando agli attori una piena facoltà di scelta espressiva: esempio tipico è la già citata Monica Vitti, che passò con disinvoltura dai ruoli drammatici della prima parte della sua carriera a quelli leggeri e comici della seconda parte.

L'epoca contemporanea: la terza Hollywood (1980-oggi)



A partire dagli anni ottanta il mito dei divi cinematografici rinasce, forse aiutato anche da un divo che diventa presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan. La star-strategy rinasce e per la prima volta viene applicata anche a nuovi campi come quello della politica (si pensi anche agli studi di immagine che coinvolsero l'elezione di François Mitterrand nella corsa all'Eliseo). Tornano le star disciplinate e rassicuranti, ben inquadrate in un preciso ruolo che si riflette anche nella loro vita privata. È il caso degli eroi "muscolari" Sylvester Stallone o Arnold Schwarzenegger, protagonisti di saghe dal successo planetario e nuovi miti dell'immaginario collettivo. L'ostentazione della prestanza fisica ne fa uno degli attributi più importanti dell'immagine, che mette in secondo piano perfino la recitazione, sulla quale avevano fondato il proprio mito gli attori della Nuova Hollywood.

La rinata importanza dell'immagine suggella il successo di una produzione prima ancora che si inizi a girare (la presenza di una star è decisa ancora prima del varo cinematografico ed è un elemento essenziale nell'approvazione dei soggetti) e ha rafforzato il valore di mercato dei divi, che ormai sono dei veri e propri marchi (brand), contesi dal mondo della pubblicità.

Nel frattempo si è sviluppata anche, negli anni novanta, la tecnologia digitale che permette di manipolare, sostituire o anche creare ex novo l'immagine dell'attore, grazie a tecniche come il motion capture: interi personaggi virtuali possono essere ormai costruiti al computer.

https://it.wikipedia.org/wiki/Divismo

Edited by aixo - 2/5/2024, 08:39
view post Posted: 1/5/2024, 10:43 Saluti - Presentazioni
Benvenuto, vecchio in che senso? che partecipavi al sito,o sei vissuto prima del muro di Berlino?
view post Posted: 27/4/2024, 19:06 Elezioni borghesi 2022-23 - Interno
In attesa del risultato delle elezioni europee
Il governo furbescamente dà solo la cornice del documento di economia e finanza
Dopo le elezioni saranno lacrime e sangue


Il 9 aprile il Consiglio dei ministri ha approvato il DEF 2024, il documento annuale di economia e finanza che descrive la situazione dei conti dello Stato e fissa il programma economico e finanziario del governo per il successivo triennio. Contrariamente alla prassi consolidata però, questa volta il ministro dell'Economia e delle finanze Giorgetti che lo ha firmato ha presentato solo il quadro tendenziale, senza fornire il quadro programmatico.
Spieghiamo brevemente cosa significano questi termini tecnici. Ogni anno ad aprile il governo è tenuto a trasmettere alla Commissione europea il DEF che contiene i dati macroeconomici attuali e previsionali triennali del bilancio dello Stato (Prodotto interno lordo, debito, entrate e uscite, deficit, spesa per interessi, investimenti ecc.). Questi dati sono organizzati in due gruppi: un quadro “tendenziale”, che fotografa la situazione attuale ereditata dalla Legge di bilancio precedente (quella 2024 varata a fine 2023, in questo caso) e descrive come si evolverà nel triennio successivo (2025-2027) “a legislazione invariata”, ossia senza ulteriori interventi del governo; e un quadro “programmatico”, che descrive invece come gli stessi dati di partenza dovrebbero evolversi per effetto delle nuove misure del governo, sia quelle prese nei mesi successivi che soprattutto quelle fissate nella Legge di bilancio di fine anno. In preparazione della quale, entro il 20 settembre di ogni anno, il governo deve inviare alla UE la nota di aggiornamento al DEF (NADEF), che fornirà il quadro tendenziale e programmatico definitivo su cui sarà impostata la manovra economica.
Quindi, l'aver presentato solo il quadro tendenziale (“un DEF snello e assai asciutto”, l'ha definito ipocritamente Giorgetti), e rinviare quello programmatico alla NADEF di settembre, significa semplicemente da parte del governo rinviare a tale data l'annuncio delle misure che prenderà con la manovra di bilancio 2025, invece che farlo adesso ad appena due mesi dalle elezioni europee. E significa anche che in tutta evidenza questa deve essere una manovra di lacrime e sangue come non mai, visto l'inusuale ricorso alla violazione della prassi per nascondere la polvere sotto il tappeto. Non ci sono infatti precedenti del genere, e quei tre o quattro invocati dal governo, come quelli di Monti, Gentiloni e Draghi, erano governi dimissionari dopo elezioni politiche, e quello di Conte era in piena emergenza pandemia.

Una manovra da 23 miliardi solo per rinnovare bonus e sgravi fiscali
Il ministro leghista si è appellato anche alla scusa che quest'anno il rinvio a settembre degli impegni programmatici sarebbe consentito dalla UE in attesa delle nuove regole finanziarie che sostituiranno il vecchio patto di stabilità, per le quali ogni governo dovrà adottare un “Piano strutturale nazionale di bilancio a medio termine”; piano che fisserà i margini di manovra e gli obblighi da rispettare per il rientro dal debito, con un rigido programma di tagli in 4 anni, che eventualmente potranno estendersi a 7 accettando pesanti vincoli di riforme da realizzare. Si parla di una “cura dimagrante” a base di tagli dello 0,5% del PIL, pari a oltre 10 miliardi l'anno per i prossimi 7 anni.
Ma in aggiunta a ciò ci saranno da trovare subito almeno altri 20-23 miliardi solo per rinnovare anche per il 2025 il taglio del cuneo fiscale per gli stipendi fino a 35 mila euro, che vale 11 miliardi (che Giorgetti ha definito “una priorità” del governo), per l'accorpamento delle prime due aliquote Irpef varato con la delega fiscale, che vale altri 4, e per tutta la serie di bonus e agevolazioni fiscali che hanno sorretto fin qui la politica classista, corporativa, familista, demagogica ed elettoralista del governo neofascista Meloni, tra cui: la carta alimentare “Dedicata a te” del ministro Lollobrigida (600 milioni). Il bonus mamme lavoratrici con due figli, voluto espressamente da Meloni (368 milioni). La garanzia per i mutui prima casa per i giovani (282 milioni). Gli sgravi sui premi di produttività e il welfare aziendale della ministra Calderone (483 milioni). La riduzione del canone Rai a 70 euro di Salvini (430 milioni). I crediti di imposta per le Zone economiche speciali del Sud del ministro Fitto (1,8 miliardi). Il pacchetto pensioni con Quota 103, Opzione Donna, Ape sociale e l’aumento delle minime, caro a Lega e Fi (630 milioni). A cui vanno aggiunti il rinvio di Sugar e Plastic tax per 325 milioni solo nel secondo trimestre di quest'anno (sono 650 ogni anno) e gli sgravi per gli straordinari e i notturni del settore turistico, voluti dalla ministra Santanché, per 81 milioni da trovare subito per salvare Ferragosto e Natale.

La scusa pronto uso del superbonus 110
Ci sarebbe poi la mina vagante dei costi da smaltire del superbonus 110 (arrivati a 120 miliardi) e degli altri bonus edilizi per altri 100 miliardi. Come saranno spalmati nella manovra 2025 e nelle successive? Giorgetti, Meloni e tutto il governo neofascista usano il buco di bilancio per il superbonus come un disco rotto per coprire la loro fallimentare e scellerata politica economica che destina tutte le risorse ai ricchi e premia gli evasori, mentre le toglie ai poveri e disoccupati e dice che non ce ne sono abbastanza per la sanità, la scuola, le pensioni, l'assistenza e gli altri servizi sociali. E soprattutto come un alibi anticipato per i futuri e più sanguinosi tagli alla spesa pubblica chiesti dalla politica neoliberista europea.
Sta di fatto però che se pur ideato dal governo Conte 2, al quale addossano per intero il disastro dei bonus edilizi, essi ne sono quantomeno corresponsabili a metà, sia perché li hanno condivisi e appoggiati in larga misura fino ad oggi, sia perché il buco più grosso è stato fatto proprio sotto il governo Draghi e sotto questo stesso governo, guarda caso entrambi con Giorgetti alle Finanze, che però non perde occasione per tuonare contro questo “provvedimento scellerato”: 40 miliardi nel 2022 e ben 90 nel 2023, in pieno governo Meloni. E infatti, come si può vedere dalla tabella qui pubblicata riassemblando i dati del DEF, nel 2023 la spesa totale dello Stato è salita a 1.146 miliardi, pari al 55% del PIL, e l'indebitamento netto o deficit tra entrate ed uscite in percentuale sul PIL, è schizzato al -7,2%, ben oltre il -5,3% previsto nella NADEF dell'autunno scorso. Tanto che il debito complessivo dello Stato ha ora raggiunto la soglia fatidica dei 3.000 miliardi, ed è previsto che salirà ancora dall'attuale 137,8% del PIL di quest'anno al 139,8% del 2026, prima di invertire leggermente la rotta.

Giorgetti bara con i numeri, che lo smentiscono
Nel cercare di nascondere il vero motivo propagandistico a scopo elettorale del rinvio dei veri dati che contano, quelli programmatici, che dicono se ci saranno nuovi tagli e fino a che punto dolorosi, il titolare del MEF ha scritto nella premessa al documento che il rinvio sarebbe stato giustificato anche perché “non si è ritenuto necessario definire nel DEF degli obiettivi diversi dalle grandezze di finanza pubblica che emergono dal profilo tendenziale a legislazione vigente e che sono largamente in linea con lo scenario programmatico della scorsa NADEF”. Ma il ministro mente anche qui, e i suoi stessi numeri lo smentiscono. Confrontando la NADEF programmatica 2023 con il DEF tendenziale 2024 (vedi sempre tabella), si vede chiaramente che i conti non tornano: non c'è soltanto la suddetta differenza di 1,9 punti in più nell'indebitamento netto previsto per il 2023 (pari appunto a circa 40 miliardi), ma anche le previsioni sulla crescita del PIL per il 2024 si sono rivelate troppo ottimistiche, con un ridimensionamento dall'1,2% all'1% (ma secondo UE, Bankitalia e FMI è grassa se a fine anno arriverà allo 0,7%). E anche le stime per il 2025 scontano la stessa riduzione di 0,2 punti (da 1,4 a 1,2).
In ogni caso, anche a legislazione invariata, la direzione in cui sta andando il governo neofascista è ben chiara ugualmente, ed è sempre più quella del taglio delle tasse ai ricchi (patrimoni, imprese, commercianti, professionisti, autonomi) da una parte, e del taglio della spesa pubblica e delle privatizzazioni (Eni, Enel, Poste ecc.), dall'altra. Se si confrontano i dati delle entrate e della spesa pubbliche del 2023 con quelli tendenziali del 2027, c'è un calo di entrambe; il che in sostanza significa meno tasse da una parte (flat tax autonomi, riduzione regressiva scaglioni Irpef, concordato preventivo, rottamazioni cartelle, condoni fiscali e chi più ne ha più ne metta), e più tagli a sanità, scuola, pensioni, servizi sociali, dall'altra. Le entrate caleranno infatti dal 47,8% del PIL del 2023 al 46,2% del 2027: 1,6 punti di PIL, pari, a valori correnti, a circa 33 miliardi. Mentre le uscite dovranno calare a loro volta dal 55% del 2023 al 48,4% del 2027: ben 6,6 punti di PIL, pari a circa 132 miliardi in 4 anni.
E c'è da considerare che di questi 6,6 punti oltre la metà (3,9) sono da tagliare già quest'anno, e altri 0,3 nel 2025, per un totale di circa 84 miliardi di qui alla fine dell'anno prossimo. Anche il saldo primario (deficit depurato degli interessi sul debito), che quando sale è un altro indice legato al taglio della spesa, in particolare dei tagli lineari alla spesa dei ministeri, dovrebbe crescere di 5,6 punti nel periodo 2023-2024. E con un grosso balzo in alto di 3 punti già quest'anno, pari a 60 miliardi. Una cifra pazzesca, che si fa fatica a capire come possa essere realisticamente trovata.

In attesa di una nuova maggioranza della destra europea
Per non parlare del fatto che l'Italia è a rischio di infrazione davanti alla Commissione europea per lo sfondamento eccessivo del deficit nel 2023 (condanna che Giorgetti dà per scontata), e che potrebbe portare ad un'ulteriore correzione dei conti di 0,5 punti, un'altra decina di miliardi da trovare tra qualche mese. A tutto questo si aggiunga il forte ritardo nella realizzazione del PNRR, i cui lavori devono essere completati entro il 2026, pena la perdita dei finanziamenti. Significa che in meno di due anni dovranno essere spesi qualcosa come 151,4 miliardi rimasti, il 78% delle risorse disponibili, visto che fino ad ora è stato finito solo un quinto delle (ancorché già sforbiciate) opere avviate. Infatti, nonostante abbia già ricevuto un netto rifiuto, Giorgetti insiste nel chiedere alla Commissione europea un allungamento della scadenza del PNRR.
Insomma, non si fa certo fatica a capire perché il governo abbia scelto l'espediente del rinvio della resa dei conti a settembre: non soltanto per paura di perdere consensi alle prossime elezioni, ma anche nella speranza che ne esca una nuova maggioranza di destra neofascista e sovranista e quindi una nuova Commissione in cui l'Italia meloniana conti più di adesso. Non per nulla, presentando il DEF in conferenza stampa, Giorgetti ha eluso le domande dei giornalisti sulla mancata indicazione dei tagli programmati, rispondendo con la consueta aria sorniona: “Quando mi diranno le istruzioni sulla nuova governance europea conoscerò la traiettoria, le spese da monitorare ed eventualmente tagliare. Una volta che avremo il quadro sapremo anche dove andare a incidere per tagliare la spesa e trovare le risorse”.


COMMENTO DI CHAT GPT:

Questo articolo analizza criticamente la presentazione del Documento di Economia e Finanza (DEF) 2024 da parte del governo italiano, sottolineando il fatto che è stata fornita solo la cornice del documento, senza il quadro programmatico. Ciò solleva preoccupazioni sulla trasparenza e la completezza delle informazioni fornite, specialmente in vista delle elezioni europee.

Il governo è stato criticato per aver rinviato la presentazione del quadro programmatico fino a settembre, suggerendo che potrebbe nascondere misure impopolari che saranno implementate successivamente. Si ipotizza che il DEF rinvii l'annuncio delle misure economiche fino a dopo le elezioni europee per evitare possibili ripercussioni politiche.

Inoltre, l'articolo discute delle sfide economiche che il governo deve affrontare, compresa la necessità di trovare risorse per rinnovare bonus e sgravi fiscali, nonché per gestire i costi associati al superbonus 110 e ad altri bonus edilizi.

Il ministro delle Finanze è stato accusato di manipolare i numeri e di mancare di trasparenza nella presentazione del DEF. Si sottolinea che il governo sembra seguire una politica economica che favorisce i ricchi a discapito dei poveri e dei disoccupati, con tagli alla spesa pubblica e tasse più basse per i ricchi.

Infine, l'articolo mette in luce il contesto politico più ampio, suggerendo che il governo potrebbe essere motivato a ritardare la presentazione completa del DEF per evitare perdite di consenso e nella speranza di una nuova maggioranza di destra alle elezioni europee.

In conclusione, l'articolo solleva serie preoccupazioni sulla trasparenza e la direzione della politica economica del governo italiano
view post Posted: 25/4/2024, 14:21 Elezioni borghesi 2022-23 - Interno
Elezioni regionali del 21 e 22 aprile 2024
In Basilicata l’astensionismo supera la metà dell’elettorato
La destra del regime capitalista neofascista batte l’imbelle sinistra del regime. L’ex generale della guardia di finanza Vito Bardi (FI) rieletto dal 27% dell’elettorato. Crollo verticale della Lega di Salvini e del Movimento 5 Stelle. Forza Italia all’interno della coalizione supera i consensi della Lega che nel 2019 era il primo partito dopo l’astensionismo. Fratelli d’Italia e il PD al palo rispetto alle politiche 2022. Per la destra decisivi i voti di Azione di Calenda e di Renzi.
DARE FORZA ALLA VIA MAESTRA RIVOLUZIONARIA PER CAMBIARE L’ITALIA


Il 21 e 22 aprile 2024 si sono tenute le elezioni regionali in Basilicata. Una piccola regione di appena 567 mila elettrici ed elettori in genere ignorata e dimenticata da partiti e dai mass media che però quest’anno, causa la congiuntura politica e la vicinanza alle elezioni europee, è stata teatro di infinite trattative e scontri fra i vari partiti che hanno peraltro sancito la morte in culla del cosiddetto “campo largo”, ossia l’alleanza fra PD-M5S-Azione e IV, ed è divenuta di fatto un test di carattere nazionale.

L’astensionismo primo “partito”
Cominciamo però col dire che gli appelli accorati al voto, la pioggia di centinaia di migliaia di euro che il governo ha promesso in prima persona tramite Meloni, Tajani e Salvini per la Basilicata e i tanti ricatti morali e politici sulla necessità di “battere la destra” sul piano elettorale, non sono bastati a convincere le elettrici e gli elettori a recarsi in massa alle urne. Nemmeno l’aver protratto le operazioni di voto fino a lunedì alle 15 rispetto alla sola giornata delle elezioni regionali del 2019 è servito a qualcosa. Eppure in campo c’erano 13 liste, 258 candidati consiglieri, compresi tutti gli assessori uscenti e 18 dei 20 consiglieri della passata legislatura.
Oltre la metà dell’elettorato si è infatti astenuta, ben 297.603 elettrici ed elettori pari al 52,4% di quelli che ne avevano diritto non si sono recati alle urne, hanno annullato la scheda o l’hanno lasciata in bianco. Si tratta del 3,9% in più rispetto alle precedenti elezioni regionali del 2019.
Fra l’astensionismo primo “partito” e Fratelli d’Italia che si piazza al secondo posto, con i suoi 45 mila voti, c’è a dir poco un abisso.
La cosa più significativa è che la stragrande maggioranza, ossia il 50,2%, non si è recata proprio alle urne con un incremento rispetto al 2019 del 3,7%. Più forte ancora l’incremento percentuale nella provincia di Potenza dove ha disertato il 52,1% dell’elettorato con un +4,5% rispetto alle precedenti elezioni. A Matera, l’altra provincia della Basilicata, l’incremento è invece un po’ più contenuto, il 2%, passando dal 44% del 2019 al 45,9% di oggi.
In molti piccoli comuni, specie nella provincia di Potenza, si è recato alle urne meno del 30% dell’elettorato che ne aveva diritto.
Un risultato eccezionale che delegittima in partenza il governo della regione, i partiti e più in generale l’intero regime capitalista neofascista.

La destra batte di nuovo la sinistra del regime
Come largamente annunciato, la destra del regime capitalista neofascista batte l’imbelle sinistra del regime. Il generale della guardia di finanza in pensione, Vito Bardi, sostenuto da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, UdC, Azione di Calenda e le liste civiche Orgoglio Lucano (la lista sostenuta da IV di Renzi) e La vera Basilicata, viene riconfermato governatore con 153.088 consensi pari al 56,6% dei voti validi. Visto il peso dell’astensionismo i suoi voti però corrispondono appena al 27% degli elettori che avevano diritto, nemmeno un elettore su 3 lo ha sostenuto.
Nel 2019 la sua candidatura fu imposta da Silvio Berlusconi. All’epoca si parlò anche di un possibile debito di riconoscenza del capo di Forza Italia verso l’ex generale. Bardi riuscì a mettere fine a 24 anni di governo del “centro-sinistra” e allora furono decisivi i voti della Lega di Salvini, che divenne di gran lunga il primo partito della coalizione, il forte arretramento del PD e l’exploit del Movimento 5 stelle che correva da solo. Oggi la Lega è letteralmente precipitata in basso perdendo quasi i due terzi del suo elettorato rispetto ad allora passando dal 9,7% al 3,6% sul corpo elettorale. Per la riconferma di Bardi sono stati quindi decisivi i voti di Calenda e di Renzi che hanno portato in dote alla coalizione di destra circa 38 mila voti che se fossero andati alla coalizione della sinistra del regime avrebbero ribaltato completamente il risultato. Calenda in particolare ha schierato come capolista il suo coordinatore regionale, nonché consigliere uscente e soprattutto ex governatore PD dal 2013 al 2018, Marcello Pittella che nel 2019, alleato nel “centro-sinistra”, ottenne con la sua lista civica, “Avanti Basilicata”, più consensi dello stesso PD e personalmente si guadagnò il titolo di “re delle preferenze”.
Per due volte, nel 2015 e nel 2016, Marcello Pittella, figlio del senatore socialista Domenico Pittella e fratello del più noto Gianni Pittella, già eurodeputato e senatore del PD, ora anch’egli passato con Azione, è stato condannato a risarcire l’erario per illeciti nei rimborsi. Nel 2018 invece finì agli arresti domiciliari per falso ideologico e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla Sanitopoli lucana. Furono condannati sette dirigenti sanitari, ma Pittella fu assolto nonostante la richiesta del PM di condannarlo a una pena di 3 anni. La rottura col PD avvenne nel 2022 quando il partito non lo candidò alle elezioni politiche e lui quindi decise di passare con Calenda.
Nell’ambito della coalizione della destra Fratelli d’Italia resta il primo partito con 45.458 voti, solo mille voti in più rispetto a quelli presi alle politiche del 2022 tenendo però presente che in queste ultime elezioni il corpo elettorale è molto più ristretto per effetto del voto all’estero che viene conteggiato a parte. Tant’è che da un punto di vista percentuale anche Fratelli d’Italia perde l’1,9% sul corpo elettorale dei voti ottenuti alle politiche 2022. Segno che il suo governo neofascista e la leadership di stampo mussoliniano della ducessa Meloni non stanno pagando in termini elettorali.
Stando ancora nell’ambito della coalizione di destra, era atteso il confronto fra Forza Italia e la Lega di Salvini che dopo aver entrambi perso la centralità dell’alleanza ora si stanno contendendo la seconda posizione. Salvini in particolare è alle prese con il problema della sua leadership all’interno del partito messa in discussione dopo le ultime batoste elettorali e quella che si preannuncia alle prossime europee. Anche in Basilicata Forza Italia, grazie all’inglobamento della lista Noi Moderati di Lupi e al crollo della stessa Lega e in parte del M5S, ha superato e quasi raddoppiato i voti della Lega.

La sinistra del regime ancora battuta
Dall’altra parte l’imbelle sinistra del regime la cui opposizione al governo regionale e al governo nazionale risultano quasi inesistenti, incassa l’ennesimo insuccesso dopo la temporanea euforia per il risultato positivo in Sardegna. Le successive elezioni regionali in Abruzzo e ora in Basilicata confermano che il “vento non è cambiato” come vaneggiava Elly Schlein, all’indomani del risultato sardo, e che il “campo largo”, ossia la grande accozzaglia di partiti con al centro l’alleanza PD-M5S, che si sperava fosse in grado di contendere e strappare il potere governativo alla destra, è in realtà solo una grande illusione.
Dopo mesi di squallidi tira e molla, di veti e controveti, e l’accordo siglato da Calenda e da Renzi con la destra, l’ipotesi di sperimentare anche in Basilicata il “campo largo” è del tutto sfumata.
Alla fine la candidatura di Piero Marrese, ex sindaco di Montalbano Jonico e presidente della provincia di Matera, ha messo fine allo squallido balletto fra PD, M5S e il re delle cooperative bianche socio-sanitarie-assistenziali, Angelo Chiorazzo. Quest’ultimo, ex “Comunione e liberazione”, amico di Gianni Letta e molto gradito in Vaticano, per ben due volte ha avanzato e poi ritirato la sua candidatura a presidente, sostenuta dal PD lucano ma osteggiata dal M5S.
Piero Marrese, sostenuto da PD, M5S, Alleanza Verdi-sinistra e le due liste civiche Basilicata casa comune (la lista di Chiorazzo) e Basilicata unita, ha ottenuto 113.979 voti pari al 42,2% dei voti validi (ossia il 20,1% del corpo elettorale). Nel 2019, quando correvano separati, solo il candidato del “centro-sinistra” e quello del M5S complessivamente contavano quasi 160 mila voti.
Il PD ha sostanzialmente tenuto rispetto alle politiche 2022 e soprattutto ha recuperato circa 13 mila voti rispetto al 2019 ottenendo circa 36 mila voti. Un risultato ottenuto soprattutto grazie alla caduta in picchiata del Movimento 5 stelle. Ma siamo ben lontani dai tempi d’oro in cui il PD dominava quasi incontrastato. La lista di Chiorazzo ha preso 29 mila voti, 9 mila in più del M5S che in Basilicata scala a terza forza della coalizione.
Delusione assai cocente per l’ambizioso trasformista Giuseppe Conte che da tempo aspira di divenire il leader della sinistra del regime, con numeri che però al momento non lo sostengono. Il M5S è passato infatti da 58 mila voti nel 2019 e, ancora, dai 61 mila voti nel 2022, ai 20 mila di oggi. Non è un buon viatico in vista delle elezioni europee.
Il terzo candidato presidente in gioco era il giornalista Eustachio Follia del partito paneuropeo, Volt, che ottenendo meno di 3 mila voti, non supera nemmeno la soglia di sbarramento del 3%.

COMMENTO DI CHAT GPT


L'articolo analizza le elezioni regionali in Basilicata del 21 e 22 aprile 2024, fornendo un'interpretazione critica dei risultati e delle dinamiche politiche in gioco. Ecco alcuni punti chiave:

Astensionismo elevato: Una delle principali osservazioni riguarda l'astensionismo, che ha superato il 50% dell'elettorato. Questo dato è presentato come indicativo di una mancanza di fiducia nel sistema politico e nei partiti tradizionali da parte dei cittadini.
Vittoria della destra: Viene sottolineato il successo della coalizione di destra, guidata dall'ex generale della guardia di finanza Vito Bardi, che è stato rieletto governatore con una percentuale significativa dei voti. Tuttavia, si evidenzia che il suo consenso corrisponde solo al 27% degli elettori, data l'alta percentuale di astensionismo.
Declino della sinistra: Si sottolinea il declino della sinistra, rappresentata dall'alleanza PD-M5S-Azione e IV, che non è riuscita a ottenere un risultato significativo nonostante le aspettative. Viene criticata l'assenza di un'opposizione forte e coerente da parte della sinistra.
Rottura del "campo largo": Si menziona la rottura dell'alleanza tra PD-M5S-Azione e IV, definita "campo largo", e la mancanza di un'alternativa credibile alla destra. Questo viene interpretato come un segnale della mancanza di coesione e di visione comune all'interno della sinistra italiana.
Delusione per Giuseppe Conte e il M5S: Si sottolinea il calo significativo dei voti per il Movimento 5 Stelle, che è stato interpretato come un segnale negativo per l'ex premier Giuseppe Conte e per le ambizioni del M5S di diventare una forza di governo.
Analisi delle coalizioni: Viene fornita un'analisi dettagliata delle coalizioni e delle alleanze politiche in gioco, con un focus sulle strategie adottate dai vari partiti e sulle implicazioni di tali scelte per i risultati elettorali.
Complessivamente, l'articolo offre una visione critica e approfondita delle elezioni regionali in Basilicata, evidenziando le sfide e le contraddizioni del sistema politico italiano e le dinamiche di potere che ne derivano.
view post Posted: 14/4/2024, 15:02 Elezioni borghesi 2022-23 - Interno
Repubblica, Corriere della Sera e Mediaset pagate dalla Ue per le elezioni del parlamento europeo

Uno spettro si aggira in Europa, lo spettro dell'astensionismo. Sempre più invisa ai popoli e ai lavoratori, la Ue imperialista teme di uscire con le ossa rotte dalla ormai prossima tornata elettorale. Le elezioni per il Parlamento europeo del prossimo giugno si stanno avvicinando e la campagna elettorale sta iniziando a entrare nel vivo, con i partiti borghesi che, sempre più delegittimati in Italia e nel resto dell'Europa, hanno bisogno della grancassa mediatica costituita dai maggiori giornali e delle televisioni, i cui editori hanno già ricevuto dalle istituzioni europee cospicui fondi in vista della campagna elettorale. Un fiume di euro di finanziamenti alla stampa borghese per battere l'astensionismo.
Così hanno fatto il gruppo editoriale Gedi controllato dalla Exor degli Agnelli (proprietario tra l'altro di la Repubblica e La Stampa oltre che dei canali radiotelevisivi nazionali Deejay TV , Radio Deejay, Radio Capital e Radio m2o ), il gruppo editoriale RCS MediaGroup di Urbano Cairo (proprietario tra l'altro del Corriere della Sera e della La Gazzetta dello Sport ), Mediaset di Pier Silvio Berlusconi (proprietario di un impero radiotelevisivo che comprende, tra l'altro, Rete 4, Italia 1, Canale 5, Radio 105 TV e R 101 TV ) e il Gruppo 24 Ore di Confindustria (proprietario, tra l'altro, de Il Sole 24 Ore ).
Ha iniziato Mediaset a ricevere soldi del fondo europeo Multimedia con tre assegnazione di denaro, tramite un bando approvato dal Parlamento e dalla Commissione europea, di 172.897, 94.812 e 174.600 euro, per un totale di 442.309 euro: molto ha contato per la concessione di questa lauta elargizione a favore della società che fu di Silvio Berlusconi la comune affiliazione al Partito Popolare Europeo di Antonio Tajani (che è vicepresidente del partito oltre che segretario di Forza Italia, partito fondato da Silvio Berlusconi), della presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.
Di fronte a questo gigantesco conflitto di interessi che mette, di fatto, la stampa berlusconiana al soldo delle istituzioni europee e, segnatamente, del partito Popolare Europeo, il Parlamento europeo e la Commissione europea hanno pensato bene di foraggiare, e quindi azzittire, anche gli altri maggiori gruppi del panorama editoriale italiano elargendo fior di soldi anche a Gedi, a RCS, al Gruppo 24 Ore e, anche se in misura minore, al gruppo editoriale del leghista Antonio Angelucci (che controlla il quotidiano il Tempo ).
Alla testata online Open fondata da Enrico Mentana sono andate le briciole, comunque proporzionate alla sua minore rilevanza editoriale.
A fronte delle pesanti critiche mosse da alcuni articoli pubblicati sul Il Fatto Quotidiano la Commissione europea ha quindi comunicato all'inizio di aprile che d'ora in poi “tutti i fondi della linea Multimedia saranno sottoposti a bando pubblico” e che “per la prima volta questo canale di finanziamento viene interamente aperto alla libera competizione” in tutti i Paesi membri.
La Commissione quindi ha esteso e reso sistematica la già grave elargizione al gruppo Mediaset e agli altri importanti gruppi editoriali, calpestando sfacciatamente il principio teorico per cui la stampa nel contesto di un sistema di potere retto dalla borghesia dovrebbe controllare quest'ultima insieme ai politici che ne sono emanazione: se era chiaro ed evidente da sempre che la stampa borghese – che già di per sé è controllata da gruppi industriali capitalisti - non potrà mai esercitare alcuna critica nei confronti della struttura economica capitalista che la domina, ora si è smascherata anche la storiella del preteso controllo della stampa borghese nei confronti della sovrastruttura costituita dal potere politico (in questo caso la UE), e si è smascherata perché ora il foraggiamento della stampa è diventato un vero e proprio principio giuridico comunitario.
In parole povere, Parlamento e Commissione europea se con l'elargizione alle televisioni berlusconiane si sono messe in aperto e chiaro conflitto di interesse, con le ulteriori elargizioni di denaro europeo hanno completamente perso la faccia e pur di corrompere e turlupinare le masse popolari italiane ed europee e convincerle della bontà della Ue imperialista, hanno finito per delegittimare ulteriormente la stampa borghese italiana, neutralizzandola, corrompendola e asservendola mani e piedi alla UE e alle sue istituzioni.
La Rai non ha finora ricevuto fondi comunitari per le elezioni europee di giugno, anche se la UE ha fatto sapere di averla già nel suo libro paga per i media.
Quella della commistione tra il potere politico e la stampa è una vecchia storia che dai singoli Stati, tra i quali l'Italia, si è allargata direttamente in Europa: lo scorso febbraio il Dipartimento per l’informazione e l’editoria, che fa parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha pubblicato l’elenco definitivo dei contributi pubblici diretti versati dallo Stato ai giornali per il 2021, e risulta che essi hanno superato in quell'anno i 30 milioni di euro distribuiti a 180 testate giornalistiche, tra le quali Libero, Il Foglio , Italia Oggi , Gazzetta del Sud , ma anche Famiglia Cristiana e Avvenire , e persino Il Manifesto trotzkista, per cui è davanti agli occhi di tutti che tutte queste testate non possono non fare il gioco della borghesia e del suo sistema economico e sociale, essendo al libro paga della Ue imperialista e della sovrastruttura istituzionale del sistema capitalista, ossia dello Stato borghese.

COMMENTI DI CHAT GPT


L'articolo solleva una serie di preoccupazioni legate alla percezione di un presunto conflitto di interessi tra i media e le istituzioni europee, in particolare riguardo ai finanziamenti assegnati da queste ultime ai principali gruppi editoriali italiani in vista delle elezioni del Parlamento europeo.

Il pezzo evidenzia il fatto che gruppi editoriali importanti come Gedi, RCS, Mediaset e il Gruppo 24 Ore hanno ricevuto fondi dalla UE per sostenere la loro copertura mediatica delle elezioni europee. L'autore suggerisce che ciò potrebbe influenzare la copertura mediatica e che questi finanziamenti potrebbero essere visti come un tentativo di silenziare o influenzare le opinioni critiche nei confronti dell'Unione europea.

L'articolo esprime preoccupazione per il presunto conflitto di interessi, suggerendo che i media siano diventati dipendenti dai finanziamenti delle istituzioni europee e che ciò possa compromettere la loro indipendenza e la loro capacità di fornire una copertura equilibrata ed imparziale.
view post Posted: 14/4/2024, 13:59 Ipotesi sugli UFO - Bar Toto Cutugno
"SOLO": LA STORIA DI GARY MCKINNON, L'HACKER PIÙ TEMUTO DAGLI STATI UNITI



Scontri e incontri: gli alieni esistono davvero? E se così fosse, qualcuno li ha mai incontrati? Gary McKinnon si è fatto questa domanda per tutta la vita e stava per dare al mondo una risposta epocale poco prima di venire bloccato dalla giustizia statunitense.
Quella di Gary McKinnon - conosciuto anche come "Solo" - è stata "la più grande intrusione informatica su computer appartenenti alla difesa che si sia mai verificata in tutti i tempi", almeno secondo la giustizia statunitense. Oggi, il 56enne di Glasgow affetto dalla sindrome di Asperger trascorre le sue giornate in libertà condizionata, bandito dall'uso di qualsiasi computer con accesso ad Internet sin dal 2005. Ma che cosa scoprì di così eclatante il sistemista informatico più "pericoloso" di tutti i tempi?

Tra sogno e ossessione
Quella tra gli UFO e Gary McKinnon è una storia perpetuata per anni, sfociata in un'intrusione clamorosa che, per l'hacker, più che un crimine si è trattata inizialmente di una scorribanda informatica. "Ho hackerato la NASA" ha confermato recentemente McKinnon, che negli anni 2000 operava sotto lo pseudonimo di "Solo".



L'allora trentaseienne McKinnon era disoccupato, solitario e affetto dalla sindrome di Asperger, un disturbo dello spettro autistico caratterizzato da scarse relazioni sociali, comportamenti ripetitivi ed un'inspiegabile affinità con sistemi complessi - in questo caso, quello informatico.
Credere nell'esistenza di una civiltà ultraterrena era una sorta di via di fuga per l'informatico scozzese, che a soli 14 anni aveva imparato a programmare videogiochi da sè e si era unito alla British UFO Research Association. E la lettura di "The Hacker's Handbook", una sorta di "manuale di istruzioni" per l'hacking, fu per lui una svolta decisiva che sancì l'inizio del suo viaggio ossessivo su Internet.
Era il 2002 quando uno strano messaggio apparve sullo schermo di un computer dell'esercito americano: "Il tuo sistema di sicurezza è una m*rda". Ed in effetti, come dargli torto? McKinnon era riuscito ad infiltrarsi in ben 97 server militari degli Stati Uniti e della NASA, navigando al loro interno per mesi, ogni sera, senza mai farsi notare.
Per tre giorni, Solo riuscì a mandare in down circa 2000 computer di proprietà dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica, della NASA e del Dipartimento della Difesa, oltre ad un sistema esterno che non apparteneva al Pentagono.


Durante i suoi mesi di abusi informatici, McKinnon si mise alla ricerca di informazioni riguardo gli UFO e l'antigravità all'interno di cartelle off-limits dal contenuto privato. Ma nonostante le sue doti intellettuali sviluppatissime, McKinnon raggiunse il suo obbiettivo solo in parte, perché fu fermato prima di quanto aveva previsto.

Is There Life on Mars?
"Sono rimasto stupito dalla mancanza di sicurezza" ha dichiarato Gary McKinnon al DailyMail, poco dopo il suo arresto. Nel corso delle sue intrusioni, l'hacker scoprì che moltissimi computer dell'Esercito e della NASA possedevano password d'accesso predefinite e riuscì così ad installare un sistema di controllo remoto per poter accedere ai server a suo piacimento. Ma cosa trovò in quei computer? Qui la storia si fa controversa e sopra le righe.



Gary McKinnon afferma di aver scoperto due cartelle contenenti centinaia di foto scattate dallo spazio, la prima con immagini di città ed elementi artificiali sulla Luna e su Marte, oltre ad una serie di oggetti volanti non identificati in orbita intorno alla Terra; la seconda, con le stesse immagini "ripulite" dagli oggetti misteriosi, da presentare al pubblico.

Inoltre, Solo afferma di aver visto la foto di un velivolo simile ad un satellite: "aveva la forma di un sigaro con cupole su tutti i lati ed alle estremità", avrebbe affermato poco dopo. Purtroppo, l'hacker non avrebbe avuto il modo di salvare l'enorme immagine in questione.
Assieme alle foto, McKinnon trovò anche un elenco di "ufficiali non terrestri" della Marina degli Stati Uniti. Alieni? Non esattamente. "Gli Stati Uniti dispongono di una flotta di astronavi da guerra che opera nello spazio nell'ambito di un programma spaziale segreto gestito dalla Marina" ha affermato l'hacker durante un'intervista a Coast-to-Coast. In pratica, le basi di questi ufficiali non si troverebbero sulla Terra, ma su Marte.

Un uomo libero
Gary McKinnon fu arrestato nel 2002. La sua intrusione era stata rilevata da un computer ed immediatamente interrotta dall'utente in suo possesso. Il Governo avrebbe poi scoperto il suo indirizzo email attraverso il software di controllo remoto, e in men che non si dica risalì alla sua identità. Gli Stati Uniti lo incolparono di aver causato oltre 700.000 dollari di danni, oltre alla cancellazione di circa 1300 account e file dei sistemi operativi governativi.


Un'azione critica che bloccò la rete dell'Esercito per tre giorni, mettendo a rischio la difesa nazionale. In pratica, McKinnon fu additato come un potenziale terrorista, e nel 2005 gli Stati Uniti cominciarono le procedure di estradizione dal Regno Unito. Ma ciò non accadde mai: McKinnon scampò una condanna di 70 anni in un carcere di massima sicurezza. Come ci riuscì? A salvarlo furono le sue precarie condizioni fisiche, in seguito ad un periodo di forte stress emotivo che si sommò ai problemi legati allo spettro autistico.

In moltissimi, nel corso della loro vita, hanno sostenuto l'esistenza di forme di vita aliene. Tra questi, Haim Eshed, ex capo del programma di sicurezza spaziale israeliano, che con una serie di dichiarazioni shock, nel 2020 ha rivelato che "gli alieni esistono, c'è una base americana su Marte, esiste un accordo tra Stati Uniti e extraterrestri. E Donald Trump stava per raccontare ogni cosa". Più morigerate ma degne di nota anche le parole dell'ex presidente Barack Obama, ospite al "Late Late Show" nel 2021: "ci sono filmati e registrazioni di oggetti nei cieli che non sappiamo esattamente cosa siano. Non possiamo spiegare le loro traiettorie, non si muovono con uno schema facilmente spiegabile".


https://lifestyle.everyeye.it/articoli/spe...niti-60145.html
view post Posted: 12/4/2024, 20:47 L'ufologia sovietica - Canalisation d'égout
IL CASO ROSWELL, STORIA E AGGIORNAMENTI
A cura di Alessandro Cacciatore,


Era l'estate del 1947, quando a Roswell New Mexico stava nascendo il pilastro della dottrina strategica americana, e si sperimentavano in gran segreto i missili balistici V-2. Fu una vera doccia fredda quando il Roswell daily record scrisse: l'USAF cattura un disco volante. La notizia fece il giro del mondo! gli stessi militari scrissero che aveva effettivamente catturato un disco volante. Ecco cosa accadde quella sera: erano circa le 22 quando il ferramenta W. Mac Brazel stava fuori sul portico di casa parlando con la moglie, ad un certo punto avvistarono un oggetto a forma a cuneo o a piatto rovesciato luminoso schiantarsi nella parte di S. Corona, cittadina poco lontano da Roswell. Il giorno dopo Brazal nel suo ranch, ritrova dei "rottami", e pensando che potesse essere una cosa interessante, nasconde i frammenti nella sua fattoria e va a chiamare lo sceriffo della zona. Nella parte principale dello schianto invece arrivano i militari e la faccenda diventa top-secret. Il primo testimone che avvistò i rottami venne trattenuto dall'aereonautica e cambiò la sua prima versione dei fatti. Poi uscì la scritta sul giornale, dove l'USAF dichiarò di aver catturato un disco volante. Ma l’8 luglio i militari mostrarono ai testimoni dello schianto dell'ufo i rottami, che erano in realtà parte di un pallone meteorologico, il caso era chiuso.
Nel 1978 un fisico nucleare, Stanton Friedman, intervistò l’ex maggiore Jesse Marcel, che nel 1947 era a capo dell’intelligence del RAAF. Il suo racconto tolse il caso Roswell dal dimenticatoio e lo fece diventare il più famoso incidente ufologico della storia. Il maggiore Marcel, ormai in pensione, raccontò che la storia del pallone sonda era una manovra di copertura. Lui i detriti li aveva visti e toccati,non solo, li aveva trasportati alla base di Fort Worth, in Texas. C’erano fogli di metallo leggeri e flessibili come carta, altre parti metalliche avevano le proprietà di un tessuto. Erano resistentissime, non bruciavano e contenevano simboli simili a geroglifici. La sera del ritrovamento dei frammenti, Marcel tornò a casa e mostrò un filo d'acciaio con degli strani segni sopra alla moglie e al figlio. Alcuni avevano la forma di una stella, altri di un bicchiere, un altro ancora sembrava una foca che aveva una palla sul naso. Questo però verrà detto dallo stesso figlio di Marcel, Jassie Marcel jr. Il caso di Roswell sembrò tornare alla ribalta.
Negli anni 80 infatti, strane testimonianze di seconda e terza mano, cominciarono ad uscire anche grazie al libro “l’incidente di Roswell”dove vennero intervistati vari testimoni. Essi parlavano di strani esseri umanoidi ritrovati vicino il luogo dello schianto. L'USAF allora per difendersi, raccontarono cosa era realmente accaduto. L'oggetto schiantatosi a Roswell erano dei palloni meteorologici messi a grappolo, per il famoso progetto "mogul" allora segretissimo. Serviva per scopi di spionaggio, per studiare la tecnologia sovietica. Il caso sembrò ancora una volta finire nel vuoto. Ma ecco un nuovo colpo di scena…esce un filmato della presunta autopsia sull’alieno ritrovato a Roswell durante l’incidente UFO.
Il filmato è stato acquistato dal produttore Ray Santilli per circa 250 milioni di lire nel 1990 a Las Vegas da Jack Barnett, un ex-cineoperatore militare. Il filmato girato nel 1947 mostra i corpi degli alieni recuperati dopo l’Ufo Crash di Roswell. La pellicola venne portata in Inghilterra dove fu esaminata dall' Associazione per la Ricerca sugli UFO ed è l'unico film al mondo che mostri un extraterrestre; In seguito l’analisi confermò che la pellicola era vecchia di 50 anni. Per gli esperti il filmato non convinceva per niente; Il CICAP lo bollò come bufala dell’anno, tra gli ufologi stessi ci fu molto scetticismo per un filmato pieno di anomalie e la cosa ancora più strana fu il fatto che gli unici a non avere dubbi fossero coloro che avevano un rapporto economico con Santilli.

ANALISI DEL FILMATO


-Prima che inizi l'autopsia, la cinepresa inquadra alcuni rottami nelle mani di un militare: non si vede comunque né la faccia né i gradi militari per cui non possiamo dedurre la posizione militare.
-E’ stata interpellata un’ esperta di effetti speciali cinematografici, la sua deduzione sulla forma del mento e la posizione delle masse adipose sui fianchi fanno pensare ad un manichino realizzato sul modello di una persona in posizione eretta e non sdraiata su un tavolo; inoltre le spalle sono tese e non aderiscono correttamente al tavolo anatomico.
-Ed Uthmann, un patologo ha dichiarato:
"Il patologo del film si comportava più come un attore davanti all'obbiettivo, che come un medico impegnato in un'operazione di cui viene registrata una documentazione su pellicola".
-Dietro la vetrata alle spalle dell’alieno si vede una persona col camice. Santilli disse in una intervista che si riconosceva così bene il presidente Truman da potergli leggere le labbra. Ma il personaggio non parla e porta la mascherina.
-Nelle autopsie mediche le incisioni della cute sono molto più veloci e profonde.
-Dopo aver praticato le incisioni nella regione toracica bisogna scostare i lembi di pelle, cosa che non si vede nel film. Non si capisce poi, perchè un alieno con organi esterni simili ai nostri non debba avere anche gli organi interni come noi.
-Dopo qualche fotogramma appaiono gli organi interni ma solo nelle mani dei medici.
-Per l’apertura del cranio come per il torace viene omessa qualsiasi sequenza in cui la pelle viene piegata.
-Per l’estrazione del cervello si usa la stessa tecnica: si vede quando viene segata la fronte e poi si vede il cervello che viene estratto.
-Viene inquadrata una scatola con un cartellino e il timbro del ministero della difesa adottato molto tempo dopo ma il filmato dovrebbe essere stato girato nel 1947!
-Il filmato è in Bianco e Nero quando il colore era già in uso, soprattutto in ambito militare.

Per chi volesse vedere il filmato integrale è presente su youtube a questo indirizzo:
it.youtube.com/watch?v=jQRCmko5cR0


Nel 1997 l'USAF per festeggiare a loro modo la nascità dell'ufologia, decide di dare alla stampa un comunicato, dicendo cosa era realmente successo a Roswell. Quel giorno venne fatto un progetto per un nuovo tipo di missile segretissimo, e in seguito all'incidente del missile e alla caduta di un aereo DC-9 sono alla base dello schianto che avvenne a Roswell. Per colpa di uno sfasamento dei ricordi invece, questo è alla base della storia della testimonianza di presunti cadaveri alieni vicino al luogo dell'impatto!
Era la sera del 6 luglio 1947, ha raccontato Corso al simposio internazionale sugli ufo, e, con il grado di maggiore, ero di stanza a Fort Riley, nel Kansas, come responsabile della sicurezza. Stavo compiendo il consueto giro di perlustrazione della base quando, giunto vicino al caseggiato veterinario, fui chiamato dal sergente maggiore Bill Brown. ‘Maggiore, venga a vedere. C’e’ da non crederci’, mi disse.
Nessuno, quella sera, avrebbe dovuto entrare in quel perimetro. Un cartello diceva chiaramente di girare alla larga. Entrai e vidi alcune casse che, secondo Brown, venivano da San antonio, Texas. Ci avevano detto che contenevano del materiale recuperato da un incidente avvenuto un paio di giorni prima in Nuovo Messico. Mi avvicinai ad una delle casse di legno (erano una trentina), mentre Brown restava di guardia. Vidi una cassa, sigillata su un lato e aperta dall’alto. Sollevai il coperchio e illuminai l’interno con una torcia. In quel momento lo stomaco mi balzò in gola. Era una bara di vetro. Dentro c’era qualcosa sommerso in un liquido semigelatinoso, bluastro. Sulle prime pensai al cadavere di un bambino. Ma era una figura umana, molto lunga. Aveva braccia e mani strane, con quattro dita ciascuna. Non vidi il pollice e le gambe ed i piedi erano esili. La testa era sproporzionatamente grande, a bulbo. Nel momento in cui vidi l’alieno, capii di essermi imbattuto in qualcosa di straordinario. Dissi allora a Brown di andarsene in fretta, se non voleva avere grane. La storia sembrò finire lì ma poi, nel 1961, giunsi al Pentagono, alle dipendenze del generale Waschinton. Ero colonnello e fui distaccato al dipartimento Ricerche e Sviluppo. Fu in quell’occasione che Waschinton mi convocò e mi mostrò dei fascicoli speciali. Si parlava di autopsie di extraterrestri di Roswell e della tecnologia aliena recuperata. Waschintown mi disse che avrei dovuto valutare l’impiego strategico di quel materiale. Così decisi di distribuire segretamente parte dei materiali trovati a diversi specialisti competenti e fidati.Dovevamo capire come funzionavano.Nel disco di Roswell i militari hanno trovato, transistor e laser, fibre ottiche, leghe metalliche ad allineamento molecolare, generatori atomici portatili, proiettili ad uranio e sistemi di propulsione e guida estremamente avveniristici. Per inciso, scoprimmo che gli alieni di Roswell non erano dei veri extraterrestri, ma degli esseri clonati, dei robot biologici costruiti dagli alieni apposta per i viaggi interstellari”.
Il 4 aprile del 2006 finalmente Santilli in un intervista a Sky ammise di aver falsificato il filmato anche se raccontò delle cose piuttosto strane. Affermò di aver rovinato il filmato per incuria non appena lo ricevette e quindi decise di rifare il filmato insieme ad alcuni amici utilizzando un manichino. Questo non ha convinto gli ufologi i quali affermarono che l’autopsia sarebbe stata eseguita solo da mani esperte quali chirurghi. Sempre nel 2006 venne trovato un reperto interessante. Era accartocciato in un barattolo di vetro, avvolto in una copia del «Daily Mirror» datata ottobre 1947e sospeso in una soluzione acre e provvisto di un numero di serie americano dipinto sul piede a quattro dita. Si tratta di un modellino creato per un film, un facsimile di baby-alieno. La creaturina, lunga 30 centimetri è plasmata in un materiale incerto, assomiglia al presunto alieno dell’autopsia di Roswell. Broom, uno sceneggiatore è colui che ha ritrovato il modellino e dice di essere rimasto un po' impressionato dalla scoperta dell'alienetto. Era stipato nella sua soffitta con altri vecchi giornali .Prima di lui, nella casa viveva una vecchia zitella e non sembra che sia stata abitata da nessun altro.

TESTIMONIANZE
Di Alessandro Cacciatore

Come già detto in precedenza non furono poche le testimonianze che confermarono la tesi di corpi extraterrestri nell’incidente di Roswell. Tra le più importanti possiamo citare per esempio quella di Walter Haut, che disse: " ...ricevetti una telefonata dal comandante la base aeronautica di Roswell che mi informava di quello che stava accadendo sintetizzandomi i punti salienti e mi parlò dei resti del "Disco Volante", mi disse chi aveva mandato a prenderlo e dove sarebbero stati portati i resti ed io scrissi l'articolo sulla base di queste informazioni". Interessante anche ricordare la testimonianza di Judd Roberts, riguardo il fattore cover-up nel caso Roswell: "...Il problema vero fu il mattino seguente, quando una persona, piuttosto cordiale, probabilmente dell'ufficio di Clinton Anderson, ci chiamò da Washington dicendo << sappiamo che siete in possesso di alcune notizie e volevamo mettervi a conoscenza del fatto che, se trasmetterete qualcosa su questo argomento, cosa che non deve essere fatta, la vostra licenza correrà qualche pericolo, quindi vi consigliamo di non farlo >> poi aggiunse << quando dico pericolo, intendo dire nel giro di tre giorni,>>. A questo proposito vorrei ricordare cosa avvenne alla giornalista Lydia Sleppy di radio KOAT di Albuquerque. Precisamente 8 Luglio la giornalista in questione viene contattata da un suo amico e collega, tale John Mc Boyle, di radio KSWS di Roswell, raccontando che l’USAF aveva catturato un disco volante, e di iniziare a scrivere un articolo riguardo l’importante incidente avvenuto. La Sleppy ancora prima di divulgare la notizia, che viene chiamata per telefono da una persona sconosciuta (forse dell’FBI) dicendo che se non voleva perdere il lavoro doveva lasciar perdere l’articolo su Roswell. Poco dopo la donna già impaurita viene contattata nuovamente da Boyle dicendo: “dimentica tutto, non ne hai mai sentito parlare”. Lo stesso Boyle racconterà in seguito di essere stato testimone del decollo di un aereo militare con abbordo i rottami del disco volante, diretto a Wright Field. Fatto simile comunque è capitato il giorno prima di questo evento, al proprietario della stazione KGFL, tale W.E Whitmore, che stava per mandare in onda la registrazione riguardo l’intervista di Brezel quando una misteriosa telefonata direttamente da Washington gli impone il massimo riservo, e quindi il silenzio sull’intervista. Lo stesso Brezel infatti cambierà le sue dichiarazioni sul caso, dopo essere stato interrogato per ore ed ore e trattenuto per giorni dagli ufficiali dell’USAF, riguardo il prelevamento dei misteriosi rottami metallici. Possiamo trovare conferma di cio’ in una delle testimonianze delle persone presenti ai tempi dell’incidente. La signora Mary Ann Strickland vicina di Brazel racconto’: ... Mac Brazel veniva ogni tanto a trovare gli uomini della mia famiglia. Quella volta che ci portò quel pezzo di materiale strano, venne giù al recinto del bestiame. C'erano mio marito e i miei figli, anche loro hanno visto. Mio figlio diceva che quel materiale lo potevi accartocciare e si ridistendeva da solo. Brazel mi racconto di come era stato trattato da quelli dell'Esercito, l'avevano umiliato e trattenuto in prigione senza alcun motivo valido. Restando a parlare del misteriso materiale metallico riporto l’affermazione del figlio del maggiore Jesse Marcel, che disse: "...dopo l'incidente mio padre tornò a casa con la macchina piena di rottami e, sia io che mia madre, rovistammo fra questa roba. Tra l'altro c'era un frammento in lega simile ad una lamina, come il rivestimento di un aereoplano, ma non somigliava a niente che io avessi mai visto. C'era anche una trave a forma di I di circa 30 cm. di lunghezza e 1 m. di larghezza e, nella superficie interna c'erano dei simboli che somigliavano a geroglifici Egiziani. L'aeronautica disse che era un pallone sonda, ma mio padre non credette a questa versione, era convinto che si trattasse di un tentativo di insabbiamento. I rottami sono stati portati via e non li abbiamo più visti. Sono stati portati a Fort Worth (Texas). Io ho tenuto quelle cose fra le mie mani e certamente non era qualcosa di questo Universo. Anche un’altra vicina di casa del signor Brazel ricordo’ bene alcuni misteriosi rottami prelevati dall’UFO caduto nel deserto. La signora Loretta Proctor disse: "... il primo Luglio del 1947 arrivò Brazel con quello che mi sembrava un pezzo di legno e mi disse che lo aveva trovato al ranch e voleva che andassimo a vedere. Il materiale che ci fece vedere era grande pressapoco come una matita, lungo 10 - 15 cm.marrone chiaro, oggi avremmo detto che era di plastica, ma allora la plastica non si conosceva ancora, Non era sensibile al calore e non si poteva ne tagliare ne scalfire, era durissimo e anche leggero." Tra le altre famose testimonianze possiamo trovare quella della figlia dello sceriffo Wilcox da subito invischiato con l’incidente all’epoca. La signora Phillis Mc Guire infatti ricorda: "... papà mi disse che era venuto Bazel per segnalare un Disco Volante, io gli chiesi se gli credeva e lui mi rispose di si, che non vedeva come Brazel, sarebbe dovuto andare fino lì per raccontargli una balla. Aveva portato con se alcuni frammenti di quel materiale che mio padre non seppe classificare. Anni dopo mia madre mi disse che i militari avevano detto alla Polizia, che non avrebbero dovuto fare parola di quello che era successo e smentirono le rivelazioni del giornale locale, dicendo che si trattava di un pallone sonda. Mia madre mi disse anche che c'erano dei corpi, si un Disco Volante con dentro alcuni corpi". Anche la moglie di uno dei piloti addetti al prelevamento dei rottami del disco volante disse alcune parole molto interessanti. La signora Sappho Henderson confido’ infatti: "...mio marito seppe la notizia e mi disse" << scommetto che adesso lo mettono sui giornali, sono sicuro, è da anni che volevo dirvelo, voglio che leggi questo articolo perchè è una storia vera e io, non solo so che è vero, ma sono io il pilota che ha portato i rottami dell'UFO a Daytona nell'Ohio >>". Riguardo la presenza dei presunti extraterrestri nel luogo dell’incidente, l’ufologo Stanton Friedman disse: "...gli Alieni trovati a Roswell, erano senza capelli, la testa grande e indossavano una tuta grigia senza cuciture e probabilmente avevano lasciato l'aereo per mezzo di dispositivi di espulsione. Sappiamo di sicuro che una Nave Spaziale esplose ed alcuni cadaveri furono portati via insieme ai rottami, possiamo dimostrare che la storia è stata insabbiata molto velocemente ed è stata classificata come Top Secret."
Interessante poi anche il racconto dato da Glenn Dennis, che all’epoca era l’addetto all’agenzia delle pompe funebri di Roswell che grazie ad una sua amica infermiera riferì che alcuni corpi recuperati nell’incidente vennero portati dai militari alla clinica di Roswell per essere sottoposti ad un’autopsia. La donna descrisse i cadaveri come quelli visti da altre persone durante il recupero dei corpi da parte dell’USAF. Erano glabri, grigi, con occhi neri, mani lunghe, con una sorta di cuscinetti come ventose sulle dita. Non erano assolutamente umani. Interessante poi anche ricordare che sempre i militari ordinarono una serie di casse funebri proprio all’agenzia di Dennis, ma stranamente l’ordinazione delle casse era a misura di bambino, proprio la giusta costituzione del cosidetto “alieno grigio”. C’è poi un altro fatto che è stato scoperto solamente recentemente. Nella foto dove vengono mostrati i rottami del pallone sonda, il giorno subito dopo la smentita della caduta del disco volante, uno degli ufficiali militari presenti aveva in mano un dossier segreto. Questo è stato analizzato, confermando che nell’incidente c’erano “delle vittime”. È quindi palese la presenza di un equipaggio morto durante l’incidente.


Alla luce di cio’ è molto difficile pensare che si sia trattato di un semplice pallone sonda per analisi climatiche, o anche dei presunti progetti segreti di V-2 o altri missili, con abordo manichini o scimmie. È infatti interessante notare di come le ipotesi date dall’USAF e anche dalla CIA siano diverse e contraddittorie, sono invece molto più lucide e logiche quelle date dai testimoni presenti all’evento. Oggi sappiamo che neanche i Russi potevano essere i responsabili indiretti dell’incidente, in quando Stalin non solo voleva sapere (come noi ora) cosa avvenne a Roswell, ma mando’ egli stesso alcune spie per investigare. È palese il cover-up sul fatto, ad oltre 60 anni non possiamo comunque sapere con certezza cosa sia caduto a Roswell, ma possiamo essere certi di alcuni determinanti fattori:
1) nell’estate del ‘47 “qualcosa” precipitò nei pressi di Roswell e venne recuperato dai militari della vicina Base Aerea, come dimostra il comunicato ufficiale rilasciato dal Comando stesso del 509° Gruppo Bombardieri;
2) il Comandante della Base Aerea, Col. William BLANCHARD, venne “duramente richiamato” per aver rilasciato un comunicato stampa senza essersi preventivamente consultato con i Comandi superiori, segno evidente che “quella notizia“ non andava diffusa;
3) i rottami del pallone sonda mostrati durante la conferenza dal Gen. Roger RAMEY non sono quelli recuperati a Roswell, come hanno rivelato vari testimoni ;
4) il caso interessò anche l’F.B.I., la Polizia federale americana, che in un suo dispaccio riservato riporta la descrizione dell’oggetto recuperato a Roswell come fornita dal Gen. Roger RAMEY nel corso della conferenza-stampa (un “disco di forma esagonale, sospeso ad un pallone con un cavo”).

È interessantissimo anche notare una cosa molto importante di questo elenco, soprattutto il punto numero 2. Il colonnello Blanchard verrà infatti richiamato sotto corte-marziale e licenziato. Sarà poi sostituito dal colonnello Payne Jennings che misteriosamente morirà in un incidente aereo sull’Altlantico. Insieme a lui doveva anche esserci il maggiore Marcel, ma per destino quel giorno venne trattenuto dall’intervento personale del colonnello Blanchard.

RICOSTRUZIONE DEGLI EVENTI

Attualmente ci si è fatti una ricostruzione in merito i fatti emersi sul caso Roswell. Pare infatti che quella notte alcuni fulmini presenti nella zona (come confermato da un vecchio bollettino meteorologico dell’epoca) avrebbero colpito una o più astronavi extraterrestri, e che per colpa di questi si siano schiantati in diversi punti, si ipotizza a Roswell, S.Augostin e S.Antonio, dove si sarebbero distrutti a più pezzi, causando quindi la caduta in luoghi disparati dei corpi alieni apparentemente senza vita e dei conseguenti frammenti metallici. Ci sarebbe poi una seconda ricostruzione: Se accettassimo come vere le dichiarazioni di Ray Santilli, dovremmo rivedere tutta la storia di Roswell, poichè le date non coincidono, in quanto, secondo il fantomatico Jack Barnet, il filmato sarebbe stato fatto almeno 15 giorni prima dell'Ufo crash di Roswel. Se, però, quanto asserito dal sedicente cine operatore, corrispondesse a verità, si potrebbe immaginare un diverso scenario : ...in un giorno, non ben definito, comunque intorno alla fine di Giugno del 1947, un velivolo Alieno in avaria, sorvola Roswell impattando subito dopo in zona Corona ( nel campo di Mac Brazel ), ma non precipita e prosegue la sua corsa verso Magdalena dove impatta definitivamente spargendo i suoi resti per qualche miglio. Naturalmente i militari hanno seguito l'evento per mezzo dei radar e si recano velocemente sul posto ripulendo tutto ed impedendo il diffondersi della notizia. I corpi degli Alieni vengono portati a Magdalena per l'autopsia ed è lì che viene fatto il famoso filmato. L'operazione di Cover Up sarebbe stata perfetta se, alle autorità, non fosse sfuggito il particolare di Corona(Roswell), perche in quel breve impatto, il velivolo aveva perso una certa quantità di materiali... i rottami, appunto trovati da Mac Brazel nel suo campo, il 2 Luglio 1947. Tuttavia i dischi volanti saranno stati comunque portati in basi militari molto importanti all'epoca, una di queste sicuramente alla Wright Pettersen (Ohio). Oggi si ipotizza che l'UFO (o gli UFO) di Roswell si trovino nel settore S4 dell'Area51.

"...era il 2 Luglio del 1947, la giornata era stata piuttosto afosa a Roswell, così, dopo aver cenato, Dan Wilmot e sua moglie si concedevano una pausa al fresco seduti sotto il portico della loro casa a South Penn Street. Verso le 21,45 appare nel cielo una sagoma discoidale che, a forte velocità, si dirige verso la città di Corona. Di questo avvistamento, durato appena un attimo, i coniugi Wilmott ne parlarono solo otto giorni dopo, descrivendo l'oggetto come un disco scintillante che sembrava emettere, durante il sorvolo della casa, un suono sibilante..."
Siete ancora sicuri si sia trattato di un “pallone sonda”?

“La stragrande maggioranza di una nazione cadrà più facilmente vittima di una grossa menzogna che di una piccola”.


Qualcuno deve aver fatto buon uso di questa frase…
view post Posted: 12/4/2024, 09:31 L'ufologia sovietica - Canalisation d'égout
Questo thread è bellissimo non lo avevo mai visto,purtroppo in occidente l' ufologia sta diventando sempre più borghese,sapere che erano studiati anche in URSS è importante perchè riconnette alla vera origene di questo fenomeno sebbene non ci siano ancora delle prove sull' origine di questi velivoli
view post Posted: 11/4/2024, 17:11 Elezioni borghesi 2022-23 - Interno
Report Bankitalia
Il 5% delle famiglie possiede quasi la metà della ricchezza


Come accade ogni anno, la Banca d’Italia ha presentato il report annuale dedicato ai conti distributivi sulla ricchezza delle famiglie nel nostro Paese.
Il primo dato certo è la conferma che, considerando tempi relativamente recenti, le famiglie italiane hanno registrato un calo della propria ricchezza a partire dalla crisi del capitalismo e dei debiti sovrani iniziata nel 2008, senza più riuscire a tornare ai livelli economici del 2011, che in ogni caso evidenziavano già grosse criticità e disparità economiche a danno delle masse popolari.

Ricchezza sempre più concentrata nelle mani di pochi

I dati aggiornati alla fine del 2022, configurano una accentuata spaccatura sociale in Italia e mostrano come “il cinque per cento delle famiglie italiane più ricche possieda circa il 46 per cento della ricchezza netta totale”, mentre al cinquanta per cento più povero resta in totale “meno dell’otto per cento” di tutta l’attuale ricchezza prodotta e detenuta.
In ambito internazionale, l'Italia si colloca sotto la media Ue per concentrazione della ricchezza, sugli stessi livelli della Francia e dietro la Germania che appare "il paese con il maggior grado di disuguaglianza in termini di ricchezza netta".

I patrimoni immobiliari
Secondo Bankitalia la metà degli averi degli italiani è rappresentata dalle abitazioni, ma il dato varia molto in base alla fascia di popolazione considerata. Va poi ricordato che le abitazioni di “proprietà” sulle quali si calcola economicamente tale “ricchezza”, nella stragrande maggioranza dei casi nella fascia bassa della popolazione hanno come sottostante un mutuo “prima casa” che obbliga al pagamento di salatissime rate, e che le rende schiave del debito per decine di anni. Un salasso costante per ottenere un tetto che dovrebbe essere un diritto inalienabile e gratuito per tutti.
Al contrario, l’acquisto di immobili per i ricchi diviene soprattutto una condizione speculativa, un indebitamento per far profitti; ecco infatti che le case rappresentano addirittura i tre quarti della ricchezza totale per le famiglie sotto la soglia di “media”, mentre è poco più di un terzo per quelle appartenenti alla classe più ricca, con l’ulteriore differenza che le prime rappresentano una sorta di “tassa mensile”, mentre le seconde una ulteriore fonte di profitto.
Inoltre, mentre i pochi ricchi si sbizzarriscono a diversificare i loro denari in investimenti immobiliari, azionari, fondi speculativi, polizze e quant’altro, per le famiglie più povere che non hanno nemmeno una casa “di proprietà”, i pochi spiccioli che riescono a risparmiare dopo aver pagato anche l'affitto, rappresentano l’unica componente della loro cosiddetta “ricchezza finanziaria”, che purtroppo rimane pressoché nulla.


Ricchi sempre più ricchi

La distribuzione della ricchezza rappresenta una disuguaglianza netta che nel corso degli ultimi anni si è fatta più feroce; infatti se i principali indici sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, tra il 2010 e il 2016 l’indice di Gini (che misura la concentrazione, compreso fra 0 e 1, e utilizzato per rilevare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito o anche della ricchezza) è aumentato da 0,67 a 0,713, mentre la quota di ricchezza netta posseduta dal cinque per cento più ricco delle famiglie è passata dal 40 al 48%, per poi assestarsi ad un sonoro 46% rilevato alla fine del 2022.
In altre parole, se le famiglie italiane sotto la media detengono circa 60 mila euro nelle diverse forme (prime case incluse), ciascuna di quelle che rappresentano il 10% più ricco ne possiede oltre 2 milioni; e sono proprio queste famiglie quelle che nell’ultimo decennio hanno aumentato i loro depositi di oltre il 40%. Una sproporzione che mostra in maniera inequivocabile le ingiustizie sempre crescenti che il sistema capitalista produce e aggrava incessantemente.

Salario, disoccupazione e fisco ingiusto
A questa situazione contribuiscono senz’altro i salari, le pensioni e i redditi da lavoro dipendente che sono rimasti al palo, in alcuni settori fermi nominalmente da oltre un decennio e dunque ridotti nel loro potere di acquisto per colpa di un aumento speculativo del costo della vita in continua ascesa e di una inflazione ancora alle stelle, e la disoccupazione.
Tutti i governi borghesi che si sono succeduti fino a giungere a quello neofascista capeggiato da Meloni, oltre a confermare e rilanciare a termini di legge il neoliberismo e il conseguente aumento delle disuguaglianze sociali che gli è proprio, hanno agevolato questo processo anche attraverso controriforme fiscali sempre più ingiuste e basate sulle imposte indirette che colpiscono in prevalenza le fasce più deboli della popolazione, senza scalfire i grandi patrimoni.
A questo proposito uno studio appena pubblicato dai ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Università Milano-Bicocca pubblicato sul prestigioso “Journal of the european economic association”, dimostra che il sistema fiscale italiano è regressivo, ingiusto e anche in netto contrasto con quanto stabilito dell’art. 53 della Costituzione borghese del ’48 alla quale tutti si appellano.
Lo studio conferma infatti che la concentrazione dei redditi è in aumento a partire in particolare dalla crisi finanziaria del 2008, ma dice anche che sono i giovani e le donne che emergono come fasce sociali più svantaggiate da questa tendenza.
Lo studio conferma anche il contenuto dei nostri numerosi articoli, che hanno sempre denunciato questo sistema fiscale che favorisce i ricchi borghesi e i capitalisti; e lo fa affermando che il 5% più ricco degli italiani in termini di reddito, paga nei fatti aliquote inferiori rispetto al restante 95% della popolazione.

Nessun governo borghese torce un capello ai patrimoni

Come riporta “Greenreport”, un altro studio della stessa Scuola Superiore Sant’Anna, dimostra che aumentare blandamente la progressività delle tasse sulle multinazionali e sull’uno per cento più ricco degli europei – dei soli multimilionari insomma - permetterebbe di finanziare per intero un argomento di vitale importanza per la popolazione di tutto il mondo e per l’intero pianeta quale la transizione ecologica e, contestualmente, se andasse in porto la sola iniziativa europea “Tax the Rich”, lo Stato italiano incasserebbe dai 14,5 ai 25,5 miliardi di euro l’anno semplicemente concentrandosi sulla tassazione dello 0,1% più ricco, da destinare a politiche di sostenibilità ambientale e sociale.
Naturalmente questi esempi echeggiano possibili riforme istituzionali che sono però bloccate sul nascere, iniziative che non vedranno mai la luce nell’ambito del sistema capitalista imperante proprio perché gli sono avverse; come sperare dunque che chi governa, possa torcersi anche solo un capello per volontà propria?

Lottare contro il capitalismo per il socialismo

Nell’immediato è ovviamente necessario che le masse popolari si battano unite per una fiscalità equa e concentrata sui patrimoni, per la redistribuzione della ricchezza dei profitti capitalistici a favore dei salari, per aumenti salariali consistenti e netti in tutte le categorie fino al ripristino della scala mobile o di un altro meccanismo automatico che porti i salari al pari passo dell’inflazione, per la piena occupazione, il diritto alla casa e per tutte le altre battaglie sociali oggi necessarie a ridurre questo inaccettabile gap.
Nel nostro Paese questa lotta unita in quello che vorremmo essere un quanto più largo fronte unito possibile, dovrebbe essere indirizzata in particolare contro il governo Meloni che oggi rappresenta gli interessi e i voleri dei capitalisti e della borghesia nostrana; contro il governo che attualmente è il principale nemico delle masse popolari italiane, impoverite giorno dopo giorno di più in mille modi, tutti utili alla crescita dei profitti che si intascano un numero sempre inferiore di ricchi sempre più ricchi.
Va da sé però che inserire tutte queste rivendicazioni in una più generale lotta contro il capitalismo, che abbia per obiettivo il socialismo quale unico sistema che può ottenerle, rimane il passo fondamentale da compiere per risolvere una volta per tutte le innumerevoli e inaccettabili contraddizioni che questo sistema ingiusto e sbagliato genera in Italia come nel resto del mondo.

www.pmli.it/articoli/2024/20240410_...liaPoverta.html

COMMENTO DI CHAT GPT

Questo articolo offre uno sguardo critico e approfondito sulla distribuzione della ricchezza in Italia, evidenziando una crescente disuguaglianza sociale e economica. La Banca d'Italia ha presentato dati che confermano una netta concentrazione della ricchezza nelle mani di una piccola parte della popolazione, mentre la maggioranza delle famiglie detiene una quota molto minore di ricchezza.

Il problema si riflette anche nel settore immobiliare, dove le case, anziché essere un diritto universale, diventano spesso un peso finanziario per le famiglie meno abbienti, mentre per i ricchi rappresentano una fonte di profitto. La situazione è aggravata da politiche fiscali ingiuste che colpiscono soprattutto le fasce più deboli della popolazione, mantenendo intatti i grandi patrimoni.

L'aumento della disuguaglianza è evidente anche nei dati storici, con il gap che si è ampliato nel corso degli anni. La mancanza di interventi governativi efficaci per affrontare questa disparità economica indica un sistema politico e economico che favorisce sempre di più i ricchi a discapito delle masse popolari.

L'articolo conclude sottolineando la necessità di una lotta contro il capitalismo, indicando il socialismo come possibile alternativa per risolvere le profonde contraddizioni e disuguaglianze del sistema attuale. Si invita alla mobilitazione delle masse popolari per una fiscalità più equa, la redistribuzione della ricchezza e la tutela dei diritti fondamentali come il lavoro, la casa e la giustizia sociale.


Edited by aixo - 11/4/2024, 19:08
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