Lepontico |
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| Il cosiddetto capitalismo di stato è un concetto che, o continuo costantemente a non capire, oppure che ho perfettamente capito ma non vedo dove stia la critica, soprattutto se proviene da un comunista o socialista. Cosa si imputa con il capitalismo di stato? Forse che le industrie erano di proprietà statale e non in mano privata? Forse che le terre da coltivare erano gestite in cooperazione fra i contadini? Forse che la dimensione collettiva prevale su quella individuale? Bè, se questo si intende: cosa c'è di male? Capisco se a criticarlo è un liberista o un capitalista, ma da sinistra è una critica che proprio non concepisco. La struttura sovietica, da sempre, è stata in ogni caso superiore alla struttura capitalistica occidentale, il socialismo è in uno stadio superiore al capitalismo e questo era anche il socialismo sovietico. Sicuramente ci sono state in economia scelte sbagliate, o avventurose o addirittura dannose, ma quello era socialismo, uno stadio superiore dal punto di vista del lavoratore, in cui le scelte per la collettività avevano prevalenza sulle scelte per l'individuo, in cui la merce riacquistava valore proprio e in cui in sostanza non esisteva plusvalore se non verso la collettività.
Comunque mi sembra un argomento ottimo per arricchire la discussione.
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