Comunismo - Scintilla Rossa

Il Giornalismo, Quello Bello

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view post Posted on 20/3/2023, 10:22
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ladro_bimbi
 
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view post Posted on 22/3/2023, 11:17
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view post Posted on 4/4/2023, 18:38
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view post Posted on 9/4/2023, 11:45
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Ufficio Sinistri. Il buco nero in cui è scomparsa la sinistra


I FINTI “FACT CHECKING INDIPENDENTI” AL SERVIZIO DELLA CIA: IL CASO OPEN.


NON C'È DI CHE.


di Daniele Luttazzi.

Disinformazione: le porte girevoli fra 007, social, Nato e le industrie di armi.


Riassunto delle puntate precedenti: ex-agenti Cia, Fbi e Nsa sono stati assunti da Facebook, Twitter, Google, TikTok e Reddit per pilotare il fact-checking e favorire l’agenda di Washington.
Inoltre, le agenzie di fact-checking di Facebook (anche quella italiana, Open) sono tutte “certificate” dall’Ifcn, ovvero dal Poynter Institute, entrambi finanziati dal Ned, ovvero dalla CIA.
I fact-checker CIA non segnalano la propria attività, né le fake news del governo Usa; le loro manipolazioni, oltre a minacciare la sicurezza e la sovranità nazionale degli altri Paesi, ostacolano la risoluzione dei conflitti.
La Cia, con propri agenti e con il Ned, cerca di controllare anche la stampa e le agenzie giornalistiche, di concerto con fondazioni come la Luminate di Pierre Olmidyar e la Open Society di George Soros.
Una costante è l’excusatio non petita: ogni organo di informazione e di fact-checking sostenuto in qualche modo dal Ned si professa “indipendente”.
Un’altra costante sono le porte girevoli fra agenzie di spionaggio, piattaforme social, media finanziati dal Ned, ambasciate Usa, think tank filo-Nato, industrie della Difesa, fondazioni filo-Usa, e governi occidentali. Il sistema funziona che è una meraviglia: peccato che pochi lo conoscano.
Le piattaforme web, che dunque non sono imparziali (non arruolano whistleblower o dissidenti, per dire), affidano a personale che viene dalle agenzie di sicurezza Usa anche le assunzioni.
John Papp, dopo 12 anni alla Cia e 4 alla Dia (Defense Intelligence Agency), ha lavorato come reclutatore presso grosse aziende del ramo Difesa (Booz Allen Hamilton, Raytheon, Northrop Grumman, Ibm, Lockheed Martin). Oggi fa il reclutatore a Meta.
Altri esempi emblematici: Dawn Burton passò dalla Lockheed Martin (direttrice a Washington) all’Fbi (consigliere del direttore sull’innovazione) e infine a Twitter (direttrice strategia e operazioni).
Jim Baker: 17 anni al Dipartimento di Giustizia, poi 4 anni all’Fbi, un anno alla Cnn, un anno all’R Institute (un think tank conservatore), infine a Twitter (vice-presidente).
Jeff Carlton, ora a Twitter per promuovere “conversazioni pubbliche sane”, era un marine che s’occupava di intelligence nel Pacifico, poi fu contemporaneamente alla Cia e all’Fbi (scriveva rapporti segreti per il presidente Obama).
Bryan Weisbard, ora direttore a Meta, nonché consigliere di World Affairs (un’organizzazione Usa che si occupa di politica globale: sulla guerra in Ucraina la pensa come l’amministrazione Biden), era alla Cia, poi ha fatto il diplomatico (a conferma di come le due attività siano contigue), quindi è passato a Twitter e a Google.
Mike Bradow ha lavorato per 10 anni in Usaid (finanziata dal governo Usa, è un’organizzazione implicata in tentativi di cambi di regime, per esempio in Venezuela, Cuba e Nicaragua) e per quasi 3 anni alla Freedom House (altra organizzazione governativa): oggi si occupa di disinformazione a Meta.
Greg Andersen, dopo Twitter, adesso è a TikTok, ma cominciò alla Nato, dove si occupava di “operazioni psicologiche”. Kanishk Karan e Daniel Weimert, che a Twitter sono fra quelli che decidono se un’informazione è legittima o no, vengono invece dall’Atlatic Council, il think tank Nato che bolla come “cavalli di Troia del Cremlino” tutti i partiti antagonisti europei.
 
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view post Posted on 17/5/2023, 17:46
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view post Posted on 19/5/2023, 09:19
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lavoro_e_salute
 
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view post Posted on 24/5/2023, 09:08
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view post Posted on 25/5/2023, 08:57
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view post Posted on 27/5/2023, 08:20
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riceviamo e volentieri pubblichiamo
Pubblicato il 25/05/2023 da pennatagliente
Nel “controcanto” di oggi 22 maggio su visione TV, Francesco Toscano mette in ridicolo i pennivendoli che continuano a diffondere menzogne sulla guerra in Ucraina. “Dopo avere scritto per tanto tempo che “Zelenski vince”, Zelenski avanza”, “i russi in fuga”, “gli ucraini hanno recuperato 50 metri quadrati, adesso si trovano davanti all’amara necessità di raccontare che Bahmut è caduta in mano ai russi. Ma come spieghi a un lettore del “Corriere” che tu hai visto un’altra partita ma adesso il risultato è uscito sul tabellone? La “giornalista” Marta Serafini è una poveraccia che per campare deve scrivere per due mesi che gli ucraini stanno vincendo. Ma stamattina la chiama il direttore e le dice che ormai lo sanno tutti e quindi la notizia bisogna darla. Marta suda, si misura la pressione, prende un po’ di valeriana e si domanda che cosa potrà mai inventare.


Il direttore le consiglia di leggere la favola della volpe e l’uva, di Esopo. Giusto.

In realtà Bahmut non era poi così importante! Ieri era considerata la linea del Piave, ma adesso che è caduta si scopre che non era importante. In fondo cosa ha vinto Putin? Solo macerie. Potranno anche dire che hanno vinto, ma hanno conquistato solo macerie.

Un bel pezzo, questa poveraccia ha fatto di tutto per guadagnarsi la pagnotta.

Si potrebbe pensare che il “Corriere” oggi ha dato il massimo e non si può fare peggio. Ma in realtà “Repubblica” riesce a fare peggio grazie a un certo Daniele Raineri.

Un comandante ucraino ha detto che hanno perso Bahmut ma Raineri lo smentisce e dice che in realtà “gli ucraini circondano i russi”, si sono piazzati sulle alture e sono pronti a colpire con l’artiglieria. Inoltre ci spiega che gli ucraini a Bahmut non hanno usato le loro armi migliori, solo roba di scarto. Le armi migliori le tengono di riserva per la grande controffensiva”. Bravo Raineri! Ha vinto il duello a chi le spara più grosse con la povera Marta Serafini.

Aldo Calcidese – Circolo Itinerante Proletario “Georges Politzer”
 
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view post Posted on 31/5/2023, 10:24
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view post Posted on 4/6/2023, 09:01
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wagner_in_kossovo
 
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view post Posted on 7/6/2023, 08:34
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shhhh
Oggi come allora ...
nemico_ascolta
 
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view post Posted on 9/6/2023, 08:29
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han giocato tre numeri al lotto


Pubblicato il 07/06/2023 da pennatagliente
Giovedì primo giugno, il Parlamento europeo ha licenziato un provvedimento che prevede, per gli Stati membri, l’utilizzo di parte dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per la produzione di armi da inviare alla Giunta ucraina.

L’ennnesima norma indecente di un organismo per lo più inutile, visto che le leggi vengono fatte dalla Commissione – organismo di nominati estraneo a qualunque processo decisionale popolare – e semplicemente ratificate dall’assemble elettiva, che ha una funzione solamente consultiva.

Sembra evidente che l’unico motivo per il quale esiste sia l’appannaggio d’oro – mediamente oltre venticinquemila Euro mensili – che si intascano i presunti “rappresentanti del popolo” per sedere nelle Aule di Bruxelles e Strasburgo.

La categoria peggiore tra coloro che seguono le vicende continentali non sono però i politicanti, ma i sedicenti giornalisti: prova ne è il resoconto che tutte le testate italiane fanno del voto degli eurodeputati, provenienti dall’Italia, iscritti o legati al gruppo dei Socialisti e Democratici.


Gli unici due dati certi sono che gli italiani iscritti alla citata consorteria sono sedici, e che di questi uno solo – Massimiliano Smeriglio, peraltro esponente di Sinistra Civica Ecologista, non del Partito Democratico – ha votato contro questa porcheria che consente ai governi di togliere risorse ai servizi pubblici per destinarle alla produzione di armi da regalare a Vladimir Aleksandrovic Zelensky ed ai suoi tirapiedi.

Ecco cosa raccontano, il giorno successivo, quattro quotidiani contigui ad un partito: la voce ufficiosa dei sedicenti democratici, quello diretto dal creatore di Italia Viva, il rappresentante del principale partito che dirige l’esecutivo, quello vicino ai grillini.

l’Unità: nove favorevoli, sei astenuti, un contrario. Nello specifico, i bellicisti travestiti sarebbero: Piero Bartolo, Camilla Laureti, Alessandra Moretti, Patrizia Toia e Achille Variati; peccato che subito dopo viene precisato che «il voto di Moretti e Toia, inizialmente registrato come astensione, è stato poi rettificato».

Quindi, se ai cinque – e non sei, almeno stando ai nomi citati – astenuti ne togliamo due mantenendo invariato l’unico contrario, i favorevoli salirebbero a undici; resta il mistero di cosa sia successo, forse era semplicemente assente, del sedicesimo componente: il milanese Giuliano Pisapia.

il Riformista: il fogliaccio diretto da Matteo Renzi fa una narrazione diversa, sostenendo che i sì siano stati sei, quattro i ni, e un no: chissà se questi “signori” si sono chiesti se qualcosa non torna nella loro visione, visto che cinque non avrebbero proprio votato.

Secolo d’Italia: otto a favore, sei astenuti, un contrario. Il quotidiano fascista di via della Scrofa aggiunge Franco Roberti ai numeri del secondo insieme, ma non menziona il fatto che qualcuno abbia rivendicato il proprio voto anticostituzionale.

Anche il Fatto Quotidiano, che ha almeno il merito di chiamare i guerrafondai per nome, fa un po’ di confusione: «gli astenuti, al momento del voto, sono stati sei: Piero Bartolo, Camilla Laureti, Alessandra Moretti, Patrizia Toia e Achille Variati».

E continua: «Moretti e Toia hanno poi detto di essersi sbagliate e che avrebbero voluto votare a favore insieme agli altri otto colleghi: Brando Benifei, Mercedes Bresso, Beatrice Covassi, Paolo De Castro, Elisabetta Gualmini, Pina Picierno, Daniela Rondinelli, Irene Tinagli».

Quindi, secondo il giornale vicino al Movimento 5 Stelle, i sedici deputati italiani avrebbero deciso di schierarsi così: dieci favorevoli, tre astenuti, un contrario; i supposti assenti salirebbero a due, perché oltre a Pisapia mancherebbe Roberti.
 
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view post Posted on 14/6/2023, 17:40
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