| Nel 1975 dobbiamo portare a termine o superare il quarto piano quinquennale, al fine di gettare una base ancora più solida che ci permetterà di portare a compimento, prima del 1980, la prima fase così come l’abbiamo prevista. Considerando la situazione interna e internazionale, i dieci anni a venire saranno anni decisivi per la realizzazione delle due fasi suddette. In questo periodo noi dovremo non solo costruire un sistema industriale e un sistema economico nazionale indipendenti e relativamente completi, ma anche avanzare verso il raggiungimento del grandioso obiettivo concepito per la seconda fase. Conformemente a questo obiettivo, il Consiglio di Stato elaborerà un programma decennale, ossia un programma a lungo termine, piani quinquennali e piani annuali. I ministeri e le commissioni dipendenti dal Consiglio di Stato, i comitati rivoluzionari locali ai diversi livelli e anche le imprese industriali e minerarie, le squadre di produzione e le altre unità di base dovranno mobilitare le masse ed elaborare, attraverso ampie discussioni, i loro rispettivi piani,perché il nostro grandioso obiettivo sia raggiunto prima del previsto. Per dare un impulso ancora maggiore alla nostra economia socialista, dobbiamo persistere nella linea generale consistente nell’edificare il socialismo in base al principio di adoperare tutte le energie, di mirare alto e di ottenere risultati maggiori, più rapidi, migliori e più economici; dobbiamo continuare ad applicare il principio di prendere l’agricoltura come base e l’industria come fattore guida e la serie di misure politiche consistenti nel “camminare sulle due gambe”. Dobbiamo organizzare il piano dell’economia nazionale nell’ordine di priorità seguente: agricoltura, industria leggera, industria pesante. Dobbiamo valorizzare appieno, nel quadro della pianificazione unificata dello Stato, l’iniziativa delle autorità sia centrali che locali. È necessario applicare ancora meglio la Carta della acciaieria di Anshan e approfondire il movimento di massa: “Che l’industria impari da Taching e che l’agricoltura impari da Tachai”. Nell’affrontare il lavoro economico, i nostri compagni dirigenti ai diversi livelli devono prestare molta attenzione alla rivoluzione socialista nella sovrastruttura e attribuire una grande importanza alla lotta di classe e alla lotta tra le due linee. Solo facendo bene la rivoluzione, si può far progredire la produzione. Bisogna criticare in profondità il revisionismo, le tendenze al capitalismo, le idee sbagliate e le cattive abitudini, come il servilismo verso ciò che è straniero, la teoria dei passi da lumaca, la prodigalità e lo spreco. Il presidente Mao ha sottolineato: “Noi dobbiamo contare principalmente sulle nostre forze e considerare l’aiuto esterno come un fattore ausiliario; dobbiamo porre fine ai vecchi miti e intraprendere in modo indipendente la produzione industriale e agricola e la rivoluzione tecnica e culturale; dobbiamo eliminare il servilismo e seppellire il dogmatismo; dobbiamo imparare con impegno dalle esperienze positive degli altri paesi e studiare anche le loro esperienze negative per trarne delle lezioni:questa è la nostra linea”. Questa linea ci ha messi in grado di rompere il blocco imperialista e di resistere alle pressioni del socialimperialismo e la nostra economia ha continuato a svilupparsi in modo sicuro e vigoroso nonostante l’ondata della crisi economica nel mondo capitalista. Dobbiamo sempre seguire questa linea.
Chou en lai, rapporto sull'attività di governo, 1975
Un tanto per smentire le minchiate degli hoxhaisti sulla continuità tra periodo maoista e periodo revisionista in cina...
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