CITAZIONE
io ti sto solo correggendo per aver sottovalutato teoria dell'albanese
Non è che la "sottovaluti". La ritengo semplicemente insufficiente per capire l'origine strutturale del revisionismo sovrastrutturale. E i motivi sono quelli esposti sopra.
Per il resto, considero le teorie di Hoxha su Mao(questo è l'oggetto della discussione nata tra noi, non un altro) delle sostanziali menzogne o spesso dei veri e propri deliri.
CITAZIONE
Invece la teoria trotzkista non c'entra nulla perché la teoria di Hoxha, a differenza di quella di Trotzki, sostiene che la contraddizione antagonistica è nata proprio per via dell'espansione del campo socialista che ha permesso l'indebolimento di molte potenze imperialiste (Francia, Giappone, Germania, Inghilterra) a favore dei soli USA che, dopo la WW2, avevano dalla loro parte tutte queste superpotenze.
Dunque? Lol
La teoria trotskista non sostiene che il semplice numero di paesi faccia la forza del "campo socialista", ma che la rivoluzione avvenuta nei
principali paesi capitalistici inverta il processo: il campo socialista accerchia il capitalismo/imperialismo oramai totalmente indebolito, senza alcuna forza. Non è dunque la situazione descritta da Hoxha e da te, ma una situazione che sarebbe venuta dopo la situazione da te descritta con la vittoria del socialismo, con la sua conversione ad elemento principale della contraddizione e con il passaggio del capitalismo ad elemento secondario e dominato.
Tale teoria è corretta perché non è certo trotskista, ma viene sostenuta anche da Stalin riprendendo Lenin.
Sono errate le conclusione trotskiste(e che sono pure quelle hoxhaiste) ovvero quelle secondo le quali questo permetterebbe(a differenza di una situazione di accerchiamento imperialista) una costruzione senza attriti del socialismo e da ciò ne consegue(altra teoria errata) che le contraddizioni interne verrebbero attivate dall'accerchiamento imperialista. Senza questo accerchiamento - sostieni tu con Hoxha - il Paradiso!
Ciò è del tutto errato perché non vede che la contraddizione sorge a livello di "configurazione economica" e viene utilizzata, acutizzata dalla borghesia imperialista; non certo attivata o inventata da questa...
CITAZIONE
quindi, non essendoci praticamente contraddizioni tra imperialismi
Attento che il passo da Hoxha a Kautsky è breve
Se è pur vero che gli imperialismi dovettero far fronte, questo non eliminò le loro contraddizioni reciproche(seppur secondarie).
CITAZIONE
ingigantendo così la contraddizione tra imperialismo e socialismo.
Nessuno ha negato il processo dialettico che fa sì che alla crescita di forza dell'opposto faccia seguito un accrescimento dell'uso di forza a disposizione dell'altro opposto. È lo stesso processo che fece sì che all'accrescersi della forza del proletariato cinese e della sua edificazione socialista, ecco la borghesia aumentare il carico di forza e compiere a tutti i costi una controrivoluzione. È un principio che capisce anche un bambino e non sarò certo io a negarlo
Io sto negando che le contraddizioni interne siano state attivate(ATTIVATE, non acutizzate) da questo processo e che l'assenza di un tale processo avrebbe creato le condizioni di una costruzione del socialismo senza attriti.
CITAZIONE
Per Trotzki invece era l'esatto contrario: egli immaginava che l'avanzare del socialismo, anzicché rafforzare l'aggressività dell'imperialismo, la diminuisse, questo perché il trotzkismo ha molto in comune con la socialdemocrazia
Come detto, questo non è del tutto vero. Il trotskismo errava nel voler iniziare un attacco frontale nel momento in cui questo avrebbe voluto dire una completa disfatta(per citare Gramsci).
Ma non sosteneva quello che dici tu. Trotksy sosteneva che la vittoria nei principali paesi capitalistici avrebbe indebolito l'intervento esterno della borghesia e questa è una tesi corretta(leninista), ma da questo ne traeva due tesi errate: 1) che allora la costruzione iniziale del socialismo fosse del tutto impossibile in un solo paese e 2) che allora la costruzione del socialismo - una volta avvenuta la rivoluzione nei principali paesi - avrebbe significato una costruzione senza attriti. E questa seconda tesi è condivisa anche da te e Hoxha. Ed è errata.
La tesi secondo cui la vittoria del socialismo nei principali paesi porti ad un indebilimento dell'intervento esterno e ad un rafforzamento del socialismo nella stessa URSS non è errata come sostieni e viene sostenuta da Stalin stesso:
《Consolidato il proprio potere e tratti dietro a sé i contadini, il proletariato del paese vittorioso può e deve edificare la società socialista. Ma significa forse che con ciò esso arriverà alla vittoria completa, definitiva del socialismo, cioè che esso può, con le forze di un solo paese, consolidare definitivamente il socialismo e garantire completamente il paese dall’intervento straniero e, quindi, dalla restaurazione? No, non significa questo. Per questo è necessaria la vittoria della rivoluzione almeno in alcuni paesi.》
[Stalin, "Principi del Leninismo"]E Stalin la trae da Lenin il quale sostiene che il compito della rivoluzione vittoriosa consiste in:
《il massimo del realizzabile in un solo paese per sviluppare, appoggiare, svegliare, la rivoluzione in tutti i paesi》
[La rivoluzione proletaria e il rinnegato Kautsky]Da ciò ne consegue che stai attribuendo la paternità di una tesi a Trotsky investendolo di fin troppa creatività
Solo una interpretazione parziale delle parole di Trotksy potrebbe portare a quella errata conclusione secondo la quale Trotsky fosse così ingenuo da pensare che la vittoria in alcuni paesi a caso avrebbe portato ad assicurare un non intervento esterno.
Proprio il fatto che Stalin condividesse tale tesi fino alla fine della sua vita è qualcosa di molto scomodo ai trotskisti che così non possono rappresentare in maniera falsificata quella che fu la tesi del "socialismo in un solo paese".
Ma permettimi un appunto. Tu sembri assolutizzare il fatto che l'aggressività dell'imperialismo si acutizzi in un fronte unico via via che la forza del campo socialista cresce. Questo è errato. Essa cresce finché il socialismo non diviene elemento principale della contraddizione e allora l'accerchiamento imperialista viene sostituito dall'accerchiamento socialista in una decrescita di forza dell'imperialismo. Se così non fosse e se l'imperialismo fosse aggressivo e fortissimo anche quando ormai posto in minoranza ed accerchiato(cosa di certo non del tutto avvenuta nel Novecento, se non in una minima parte) allora verrebbe meno tutta la dialettica tra i due opposti e ogni rivoluzione risulterebbe impossibile. "Più il proletariato mondiale acquista forza e più la borghesia diventa potente!" sembri annunciare. Allora perché organizzare la dittatura del proletariato? Questa potrebbe portare i borghesi a fare fronte unico! Meglio di no!
Questa è una visione errata. La dialettica tra gli opposti porta il proletariato ad acquisire sempre più forza. A questo risponde una reazione crescente, ovvero un uso di tutte le forze presenti nel campo borghese. Infine succede che la forza acquisita dal proletariato è troppa e avviene lo strappo rivoluzionario: il proletariato diviene elemento principale della contraddizione. E questo permette al proletariato di soffocare i tentativi di controrivoluzione. Ciò avviene anche a livello internazionale: il campo socialista acquista sempre più piede. Allora per la borghesia imperialista la contraddizione con il socialismo diviene la contraddizione principale e quelle tra di loro divengono secondarie. Ma questo non elimina affatto tali contraddizioni che anzi per via della legge della irregolarità dello sviluppo capitalista si intensificano portando a spaccature interne al campo imperialista. La tua teoria quindi è una astrazione della situazione che si venne a configurare subito dopo il 1945, ma che già dagli anni '50 cominciò a mutare. Non vi fu mai il super-imperialismo sognato dagli USA, ma un semplice fronte unico imperialista pur con le sue interne contraddizioni a guida dell'imperialismo più avanzato di quel grosso mucchio che fu ed è la NATO.
Quindi se è pur vero che la borghesia imperialista fece fronte unico di fronte al pericolo crescente di una rivoluzione socialista determinato da un'acquisto incredibile di forza da parte del campo proletario mondiale, tutto questo non annullò le contraddizioni interne all'imperialismo. Se fossero state annullate allora addio possibilità di vittoria. Tanto vale attendere la controrivoluzione inevitabile, tanto, più diventiamo forti e meno contraddizioni interne ha il nostro nemico e sempre maggiori armi ha a sua disposizione. No?
Ma ciò è smentito da Stalin sempre in
"Principi del Leninismo":
« Prima si considerava impossibile la vittoria della rivoluzione in un solo paese, perché si riteneva che per vincere la borghesia fosse necessaria l’azione comune del proletariato di tutti i paesi avanzati o almeno della maggior parte di essi. Oggi questo punto di vista non corrisponde più alla realtà. Oggi bisogna ammettere la possibilità di una tale vittoria, perché il carattere ineguale, a sbalzi, dello sviluppo dei diversi paesi capitalistici nel periodo dell’imperialismo, lo sviluppo delle catastrofiche contraddizioni interne dell’imperialismo, che generano delle guerre inevitabili, lo sviluppo del movimento rivoluzionario in tutti i paesi del mondo, tutto ciò determina non solo la possibilità, ma l’inevitabilità della vittoria del proletariato in singoli paesi. »Tali contraddizioni interne all'imperialismo non vennero eliminate dal necessario dover fare fronte unico contro il blocco socialista. Divennero secondarie, ma non furono affatto annullate. Questa tua idea di un super-imperialismo è socialdemocratica e somiglia anche alle teorie denghiste. La teoria che attribuisci a Trotksy(ma che in realtà è di Lenin e Marx e sostenuta poi da Stalin come da Mao) è perfettamente marxista-leninista ed è anzi la perfetta applicazione della legge della irregolarità dello sviluppo capitalista che porta alcuni paesi a svilupparsi(cosa che avvenne dopo il dopo-guerra) e a cambiare così i rapporti di forza nel campo imperialista.
La maggiore aggressività non è dunque determinata dalla assenza di contraddizioni, ma dalla semplice necessità di dover contrastare con mezzi commisurati la "aggressività" del movimento rivoluzionario internazionale. Questo fronte anziché esser guidato dal paese X o dal paese Y, B e H, fu - per via della legge dell'ineguale sviluppo che fu la causa della seconda guerra mondiale e del conseguente effetto di cambi di forza - guidato dagli USA(il paese Z), ma la medesima legge determinò cambi di forza interni al campo imperialista e crescita delle contraddizioni fra di loro. Contraddizioni che vennero a mostrarsi quando furono sufficientemente(quantitativamente) accumulate e visibili.
Tu presenti invece il fronte unico come se fosse stata una specie di benedizione scesa per l'imperialismo a causa della seconda guerra mondiale che indebolí i partners europei. Sostituisci l'occasione ai principi della dialettica degli opposti e alla legge scientifica sopraesposta(dell'irregolare/ineguale sviluppo dei paesi capitalistici). Scadi così nell'empirismo e non fai scienza.
CITAZIONE
Siccome Stalin era tra i pochi che avevano compreso la realtà delle nuove condizioni e la "vecchia guardia" (Molotov, Kaganovic, Voroshilov, insieme a moltissimi altri elementi nel partito) si era ormai burocratizzata
È evidente che non usiamo il termine "burocratizzazione" nel medesimo modo. Affermare che Molotov fosse divenuto un agente della borghesia e così pure
tutta la vecchia guardia staliniana è del tutto errato a livello storico. Ma è anche errato a livello teorico affermare che se così fosse - e così non fu, dato che Molotov fu uno dei pochi a costituire da sinistra una certa opposizione seppur soffocata dal monolitismo del partito - l'unico, quasi un Messia, a non esserne stato influenzato fosse il Totem Stalin. Questa tua lettura soggettivistica della Storia somiglia all'idea di certi contadini russi i quali credevano che lo Zar fosse un Santo e Salvatore pronti a liberarli dai soprusi dei proprietari terrieri non appena fosse venuto a sapere della situazione.
Se l'interna vecchia guardia era burocratizzata, allora lo era anche Stalin. Ma dal momento che cosi non è, Stalin fu - assieme ad altri - il riflesso politico della resistenza del proletariato agli elementi controrivoluzionari. Purtroppo il modo amministrativo(da parte di Stalin) di trattare gli elementi burocratizzati, fu esso stesso un elemento che contribuì in un certo senso alla burocratizzazione, ma se Stalin e tutta la guardia bolscevica fossero stati elementi burocratizzati, Krusciov non si sarebbe preso il mal di pancia di infangare Stalin per infangare - di riflesso - le misure di costruzione del socialismo e di dittatura del proletariato rappresentate dalla direzione staliniana come riflesso della lotta di classe in URSS. Stalin fu una specie di Robespierre contro cui si sollevò la destra controrivoluzionaria e moderata. Questo tipo di analogie storiche permettono di vedere come esistano delle certe regolarità nella storia dei movimenti rivoluzionari.
Per il resto mi pare che la tua ricostruzione sia ancora mitologica. Per quale motivo prima della morte di Stalin tutti sarebbero scesi in strada a difenderlo, ma non appena morto, nessuno più scende in piazza per lui? È evidente che questa tua ricostruzione è mitologica e non scientifica.
In realtà il motivo della scelta del colpo di stato subito dopo la morte di Stalin e non prima non è tanto legato a quello. I moti di piazza vi furono e vennero soffocati. Destituirne la figura quando era ancora in vita era impossibile proprio per via del potere che - per dinamiche di Partito - era ancora nelle mani della direzione staliniana e della guardia che tu definisci interamente burocratizzata, ma che burocratizzata non era. Tutto qui.
Krusciov e compagnia nel '52(come da te stesso ammesso) non avevano ancora del tutto rafforzato le proprie posizioni. Non avevano ancora raggiunto dei rapporti di forza tali da permettere un colpo di stato senza pericoli. Inoltre, inserire tale colpo di stato entro le normali dinamiche del Partito, permise a Krusciov di agitare il monolitismo del Partito in faccia ad una eventuale opposizione di sinistra. Se avesse commesso un colpo di stato nella piena illegalità, la opposizione di sinistra avrebbe potuto utilizzare gli strumenti legali contro i termidoriani.
Il fatto che Stalin fosse morto permise invece un colpo di stato entro le normali dinamiche di Partito. In tal modo l'opposizione di Malenkov, Molotov etc.(il cosiddetto "gruppo antipartito") poté essere attaccata tramite strumenti "legali" facendo passare la sinistra come termidoriana.
L'unione di questi due motivi(raggiungimento di bastante forza e uso delle dinamiche di Partito+Monolitismo) permisero così la controrivoluzione, con la sconfitta completa della opposizione di sinistra.
Le accuse di burocratizzazione che lanci alla vecchia guardia bolscevica(Malenkov, Molotov etc.) sono le stesse accuse che lanciò verso di questi quel maiale di Krusciov. E questo perché erano stati gli unici ad aver osato un tentativo di destituzione della guardia termidoriana.
CITAZIONE
Allo stesso modo, per via delle nuove condizioni sfavorevoli sorte nel dopoguerra, come l'aumento dell'occupazione anche nei paesi capitalisti (per via del bisogno sempre maggiore di manodopera per ricostruire l'Europa) facendo rinascere la concezione del raggiungimento del socialismo anche per via pacifica, o per la maggiore aggressione dei governi imperialisti contro i Partiti Comunisti dei propri paesi, unite a quelle già esistenti, hanno contribuito fortemente alla "socialdemocratizzazione" del movimento comunista mondiale
Elenchi ancora una volta delle cause semplicemente occasionali e ti fai sfuggire le cause profonde. In altre parole: elenchi come cause quegli elementi sovrastrutturali che secondo te avrebbero poi causato riflessi elementi strutturali. Elenchi questioni politiche, ideologiche, percezioni e ne fai il motore della storia. Questo non è materialismo dialettico, ma storiografia empirista borghese. Le cause furono del tutto strutturali e le cose che elenchi furono effetto di quelle cause strutturali che ormai ripeto da fin troppi post.
CITAZIONE
Pima dell'avvento di queste nove concezioni, le contraddizioni in seno al partito, per quanto riguarda la burocratizzazione, erano di carattere non antagonistico
Prima il motivo della attivazione in senso antagonistico era stata la pressione imperialista. Tesi errata come ho già spiegato.
Ora peggiori ancora di più la tua tesi: la causa di attivazione in senso antagonistico delle contraddizioni in Urss(nel Partito, scrivi tu, come se il Partito fosse un nucleo isolato dalla struttura economica sovietica) sarebbe stata - miracoli dell'hegelismo - una concezione del mondo! E così il buon Marx se ne va in soffitta con il suo amico Engels.
Le contraddizioni interne al Partito sono il riflesso di contraddizioni strutturali e di classe. E tali contraddizioni diventano antagonistiche nella misura in cui le contraddizioni di classe e strutturali divengono antagonistiche. Nessuna concezione(manco la Madonna d'Albania) può farle diventare in alcun modo. Tu stesso derivi la contraddizione con il Trotskismo a partire da influenze borghesi ovvero da contraddizioni di classe. Subito dopo cambi approccio pur di salvare in qualche modo le tesi del tuo amatissimo Hoxha. Ma in tal modo fai un bel capitombolo verso l'idealismo più goffo.
E che fossero antagonistiche ben prima della fine della guerra(cosa che continui ad ignorare) lo si capisce benissimo per via di certe misure molto forti(anche violente) prese da Stalin contro la burocratizzazione già negli anni '30(le famose purghe)...
Quindi in quale fantasia hoxhaista la contraddizione fu non-antagonistica fino al dopoguerra?
CITAZIONE
Cina di Mao era una" Nuova Democrazia"(che al momento non mi sento né di sminuirla definendola revisionista, né di esaltarla definendola uno "sviluppo creativo del marxismo-leninismo") e, per sua stessa ammissione, non era ancora socialista
È evidente che non hai ancora ben presente la storia della Cina e la teoria scientifica di Mao, dal momento che la Nuova Democrazia è solo la prima fase prima della Rivoluzione Socialista. Una fase necessaria a paesi arretrati semi-coloniali come la Cina. Tale fase fu abbandonata in Cina e si perseguí l'edificazione socialista. O dovremmo considerare l'attuale Cina come più socialista di quella di Mao? Di quale restaurazione del capitalismo in Cina parleremmo noialtri se in Cina non vi fosse stata alcuna costruzione del socialismo?
Ecco perché quella tua uscita era errata e una copiatura dei deliri della burocrazia hoxhaista(più a sinistra di Krusciov, ma più a destra di Mao).
CITAZIONE
È proprio ciò che ha tentato di fare Stalin poco prima che morisse. Poi come mai, se Mao ha scoperto la legge per non far andare al potere la borghesia allora questa vi è andata lo stesso?
Lol
Mao non ha "scoperto la legge per non far andare al potere la borghesia". Mao si è limitato - da scienziato - a descrivere il fatto che la borghesia tende a riformarsi a partire dai rapporti di produzione e che tende quindi a gettare i suoi tentacoli sul Partito. Saperlo è meglio di non saperlo e non fare nulla o non capire esattamente come colpire, non credi? Comprendere che la controrivoluzione parte dalla struttura, permette di capire cosa colpire(i rapporti di produzione) e come colpirli(con una mobilitazione di massa e non con misure solo amministrative).
Nel caso della Cina si trattò poi anche della vecchia borghesia(più che in URSS).
In ogni caso Mao dal fatto di aver compreso ciò, tentò la grande mobilitazione di massa che fu la Rivoluzione culturale proletaria che tu schifi. E - come in ogni guerra - il fatto di perderla non dimostra la inesattezza della teoria, ma anzi - almeno in questo caso - la sua esattezza. La borghesia(vecchia e nuova) ha effettivamente fatto i propri termidori in tutti i paesi socialisti, Cina compresa. Il che dimostra che Stalin quando dichiarava sostanzialmente liquidate le classi sfruttatrici nelle posizioni chiave(prima di avvedersene in parte, ma troppo tardi) si sbagliava e così pure Hoxha quando attaccava la teoria delle due linee nel Partito. Mao invece aveva ragione: quella borghesia ha preso prima il potere in URSS e poi altrove, a catena.
E tu sei qui a dubitare di Mao che ce lo ha detto sulla base del fatto che purtroppo dopo la sua morte la guerra fu sostanzialmente persa...
P.s. definire il maoismo uno sviluppo "creativo" è secondo me una definizione infelice perché sembrerebbe quasi che nella scienza il progresso sia un miracolo o un attacco d'arte e non la regola. So che molti la usano in buona fede, ma non mi è mai piaciuta troppo.
Mao non nega il marxismo-leninismo. Si limita ad applicarlo alla situazione dei paesi semi-coloniali ed arretrati. Dirlo pare semplice, ma riuscire ad elaborare una strategia vincente per farlo è tutto un altro paio di maniche.
Edited by Ruhan - 27/7/2020, 03:31