CITAZIONE
alleanze soltanto temporanee con la borghesia (come invece ha fatto Lenin), bensì a tempo indeterminato. "Sualla giusta soluzione delle contraddizioni in senso al popolo" fa intendere chiaramente che Mao predicava l'eterna conciliazione tra le che classi.
CITAZIONE
ma non una che sarebbe dovuta durare fino al comunismo
Tu continui ad argomentare presupponendo che Mao abbia sostenuto tale tesi. Ma dato che questo è falso(come andremo a dimostrare), tutte le tue argomentazioni si sciolgono come neve al sole.
Mao nel testo da te citato è molto chiaro nel circoscrivere
1) la strategia alla sola situazione particolare cinese(feudale, semi-feudale e semi-coloniale, nella quale la borghesia nazionale è di un tipo qualitativamente differente dalla borghesia di un paese imperialista);
2) nel presupporre che la borghesia verrà gradualmente soppressa(come classe!) attraverso la costruzione socialista e
3) che se la borghesia nazionale dovesse impostare una lotta palese nei confronti della edificazione socialista, allora la contraddizione si sarebbe evoluta in contraddizione antagonistica e sarebbero stati necessari - dunque - metodi violenti.
《Nel nostro paese, le contraddizioni tra la classe operaia e la borghesia nazionale fanno parte delle contraddizioni in seno al popolo. La lotta di classe tra la classe operaia e la borghesia nazionale appartiene in linea generale alla lotta di classe in seno al popolo, ciò perché la borghesia nazionale nel nostro paese ha un carattere duplice. Nel periodo della rivoluzione democratica borghese essa aveva un carattere rivoluzionario e, contemporaneamente, una tendenza al compromesso. Nel periodo della rivoluzione socialista lo sfruttamento della classe operaia per trarne profitto costituisce un aspetto della natura della borghesia nazionale, mentre il sostegno alla Costituzione e la disponibilità ad accettare la trasformazione socialista ne costituiscono l’altro. La borghesia nazionale è diversa dagli imperialisti, dai proprietari terrieri e dalla borghesia burocratica. La contraddizione tra la classe operaia e la borghesia nazionale è una contraddizione tra sfruttati e sfruttatori ed è per se stessa una contraddizione antagonista. Tuttavia nelle condizioni concrete del nostro paese, se la si tratta nel dovuto modo, la contraddizione antagonista tra queste due classi si può trasformare in una contraddizione non antagonista ed essere risolta con metodi pacifici. Se invece noi non la trattiamo correttamente, vale a dire se non applichiamo nei riguardi della borghesia nazionale una politica di unione, di critica e di educazione, o se la borghesia nazionale non accetta una tale politica, la contraddizione tra la classe operaia e la borghesia nazionale può trasformarsi in una contraddizione tra noi e i nostri nemici》.Tu neghi questa politica perché parli della borghesia cinese, ma in realtà la analizzi come se essa fosse la borghesia di un normale paese imperialista come la Russia.
Qual è la differenza? La differenza è concretissima.
La borghesia di un paese imperialista è una borghesia qualitativamente dotata di una forza maggiore rispetto ad una borghesia di un paese semi-feudale e semi-coloniale. Dunque è una borghesia capace di figurare come elemento principale nella contraddizione di classe e con essa è impossibile ogni tipo di risoluzione non antagonistica della contraddizione.
Con una borghesia debole, questa risoluzione pacifica è possibile, ma non nel senso di eternizzare l'esistenza della borghesia fino all'avvento del comunismo, ma nel senso di sopprimere la classe borghese(attraverso l'edificazione socialista) senza che tale soppressione sia di carattere antagonistico e violento. Questo è possibile solo in un paese semi-coloniale e semi-feudale nel quale la borghesia è abbastanza debole e ha dunque possedimenti di minore portata, è maggiormente controllabile etc. etc.
È un tipo di borghesia peculiare e da trattare in modo peculiare, fintanto la contraddizione rimane meno acuta.
Dunque no, non ho travisato. Tu dichiari a parole di considerare le condizioni particolari della Cina e subito dopo te ne dimentichi e procedi argomentando come se queste non esistessero, applicando meccanicamente i tuoi schemi e paragonando la Jugoslavia capitalista alla Cina semi-feudale e semi-coloniale...
CITAZIONE
Certo che vedo le condizioni feudali della Cina
E invece continui a scrivere come se non le vedessi affatto, come non vedi quelle semi-coloniali.
CITAZIONE
Non ho mai detto che tutta la fase della rivoluzione socialista con la successiva edificazione del socialismo debba essere copia e incollata così com'è e ripdodotta in tutti i paesi del mondo
Non lo hai mai detto in modo palese, ma in realtà lo hai fatto e continui a farlo. Vedi la questione dell'Industria pesante. Vedi la questione della ubicazione delle industrie. Vedi la questione dei rapporti di classe. Appicchichi l'URSS ovunque perché viene semplice farlo, ma è un errato metodo di analisi.
CITAZIONE
Ho solo detto che IL LENINISMO è universale: quindi la rivoluzione socialista, la dittatura del proletariato, il partito unico, l'unità di partito ecc
Tutte cose mai negate da Mao..
Come mai Mao ha sostenuto l'esistenza di partiti borghesi al potere nella forma del parlamentarismo borghese..
《Essi ritengono che sotto il nostro regime di democrazia popolare c’è troppa poca libertà e che nel regime democratico parlamentare dell’Occidente ve ne è di più. Essi chiedono l’instaurazione di un sistema a due partiti, come in Occidente, con un partito al governo e l’altro all’opposizione. Ma questo cosiddetto sistema bipartitico non è altro che un mezzo per mantenere la dittatura della borghesia e non potrebbe in alcun caso garantire la libertà dei lavoratori.》
Sempre dal testo da te citato.
Mao sostiene(una volta superata la fase di nuova democrazia necessaria ad abbattere il potere dei proprietari terrieri compradori e della borghesia burocratica compradora etc., e dunque avviata la fase dell'edificazione socialista) la dittatura del proletariato attraverso la sua avanguardia(il Partito), ma - per ragioni essenzialmente legate alle condizioni feudali e semi-coloniali) non sopprime i partiti democratici che rappresentano(politicamente) quegli interessi che la borghesia nazionale cinese ebbe in comune con il proletariato nelle prime fasi della edificazione socialista, ovvero continuare la difesa antimperialista nei confronti di eventuali nuove invasioni(dato lo stato di semi-colonia appena affrancata) e la larga industrializzazione per il superamento del sistema semi-feudale dominante(e non - come in Russia - per il superamento, soprattutto, della piccola produzione privata).
Dunque i partiti democratici sono semplici interlocutori ufficiali tra il proletariato al potere e la borghesia(qualitativamente differente dalla borghesia di un paese imperialista, lo ripeto) posta sotto la dittatura del proletariato. Ogni altro interlocutore non è concesso. Si tratta - al contrario di come sostieni tu - di una riduzione del raggio di azione della borghesia che dovrà servirsi di dati interlocutori(non al potere!) e non di altri e la cui libertà verrà così limitata.
Scrive Mao sempre in
"Sulla giusta risoluzione delle contraddizioni in seno al popolo":
《Perché si deve ammettere la coesistenza a lungo termine dei partiti democratici della borghesia e della piccola borghesia con il partito politico della classe operaia? Perché non abbiamo motivo di non adottare una politica di coesistenza a lungo termine verso tutti i partiti politici che si sforzano sinceramente di unirsi al popolo per la causa del socialismo e che godono della fiducia del popolo.》Queste parole dette dal Segretario generale del Partito Comunista di un paese imperialista o capitalista farebbero accapponare la pelle.
Ma se vengono dette nel contesto cinese del tempo(1957), semi-coloniale e semi-feudale, acquista tutto un altro senso. Come al solito dipende dal contesto, dai reali e materiali rapporti tra le classi, da quanto forte sia la borghesia in una data fase. Più è forte, più acquista autonomia e più avrà interessi antagonistici e la contraddizione tra i due elementi diventerà antagonistica e da affrontare violentemente.
In quel dato momento la contraddizione non era acuta abbastanza da giustificare un altro tipo di strategia. Altri tipi di strategie avrebbero portato a perdere consistenti aiuti nella lotta contro le forme semi-feudali(industrializzazione) e ad una contraddizione antagonistica pericolosa per un proletariato, sì al potere, ma non ancora al massimo delle sue forze.
Ma le cose cambiano presto e tali rapporti divengono con il tempo sempre più antagonistici fino ad arrivare al loro culmine, ovvero quella lotta per la vita o per la morte che fu la stagione della rivoluzione culturale proletaria. La borghesia fu costretta(data l'acutezza dello scontro di classe) a prendere il potere poiché non farlo avrebbe significato la sua disfatta.
CITAZIONE
Invece la NEP non è universale e non fa parte drl leninismo, perché fu istituita solo per via delle condizioni della Russia dell'epoca.
Fu istituita sulla base degli strumenti di analisi leninisti che impongono di analizzare concretamente la situazione concreta e di adattare la propria tattica.
CITAZIONE
Quello che chiedevo io è quali sono le leggi universali del maoismo? Dato che hai detto che praticamente tutta la politica di Mao era dovuta solo alle condizioni cinesi.
1) Il maoismo ha indicato la strada a tutte le nazioni coloniali e semi-coloniali elaborando la strategia della rivoluzione di nuova democrazia.
2) Ha elaborato scientificamente la strategia militare universale per la presa del potere da parte del proletariato di tutti i paesi, ovvero la guerra popolare di lunga durata.
3) Ha coerentizzato scientificamente la teoria della continuazione della lotta di classe in seno allo stesso socialismo e ha indicato le forme attraverso le quali la borghesia viene a riformarsi.
4) Ha indicato che il Partito stesso è oggetto della rivoluzione socialista e dunque non è un semplice dirigente, ma viene esso stesso trasportato dalla corrente rivoluzionaria proletaria. Perciò la sinistra deve continuamente lottare contro la destra borghese interna allo stesso partito.
La lotta tra le due linee viene scientificamente conosciuta e delineata da Mao. Tale lotta esiste a prescindere dalla volontà dei singoli ed è una continuazione in seno al partito della lotta di classe: è parte della lotta di classe stessa! Ecco perché il partito stesso diviene oggetto della rivoluzione socialista.
5) La linea di massa come metodo di analisi e prassi del Partito tra le masse.
Questi sono i principali apporti maoisti quantomeno riguardanti le questioni più palesemente pratiche.
Ma Mao fu molto di più. Mao fu l'Aristotele della logica dialettica. I suoi scritti sulla contraddizione sono una sistemazione e coerentizzazione della dialettica marxista e della teoria della contraddizione. Mao come Aristotele fu capace di coerentizzare la logica dialettica e darle anche una veste scientifica formale pur senza mai scadere in un formalismo unilaterale.
Mao fu colui che più di tutti delineò le differenze sostanziali tra materialismo classico e materialismo dialettico, tra logica formale e logica dialettica.
Questi sono alcuni degli apporti teorici e scientifici che fanno di Mao la terza tappa scientifica del marxismo-leninismo.
La scienza progredisce nelle sue acquisizioni. Negare ogni progresso scientifico per paura di eventuali revisionismi significa scadere nella più bieca revisione del marxismo: ovvero revisionare il marxismo e farlo diventare dottrina e non scienza. Significa tornare alla filosofia borghese.
Esistono strumenti di analisi scientifici che ci permettono di capire con estrema precisione quali apporti siano apporti scientifici e quali novità siano invece ritorni a dottrine borghesi(il revisionismo è questo).
Mao(date le condizioni particolari della Cina e di qualunque paese coloniale o semicoloniale) fu uno scienziato, non un revisionista.
Seguire la linea indicata da Hoxha avrebbe significato - in un paese semi-coloniale e semi-feudale - la disfatta della rivoluzione proletaria.
CITAZIONE
Questi punti di vista sono diametralmente
opposti agli insegnamenti leninisti sul partito comunista in quanto reparto organizzato e d’avanguardia, che deve avere un’unica linea e un’unità
di pensiero e d’azione d’acciaio.
Come già detto, questo sostegno entusiasta di Hoxha al monolitismo del Partito fu un sostegno di comodo della burocrazia albanese che temeva l'imporsi mondiale(tra gli antirevisionisti) di una linea di sinistra sul modello maoista.
Il monolitismo del Partito tanto difeso da Hoxha significa che se la destra prende il potere, la sinistra si ritrova con le mani legate come avvenne a Molotov e gli altri che per tale motivo non poterono fare tutto il necessario per impedire l'ascesa della borghesia kruscioviana.
Hoxha lo sostiene precisamente per questo: per poter continuare a soffocare(in nome di un'unica linea inesistente) la sinistra.
Hoxha nega l'esistenza delle due linee, non perché esse non esistano, ma perché è impaurito dall'idea che una linea di sinistra si affermi a livello mondiale e magari pure in Albania. È impaurito dall'esistenza di quella seconda linea.
Ma le linee si sviluppano naturalmente in seno al Partito poiché si tratta del semplice riflesso ideologico della lotta di classe di cui la lotta tra le due linee fa parte. Negare che esistano equivale a negare la prosecuzione della lotta di classe nel socialismo.
CITAZIONE
La lotta di classe, in seno al partito, in quanto riflesso della lotta di classe che si svolge al suo esterno, non ha nulla in comune con le concezioni di Mao Tsetung sulle «due linee nel partito». Il Partito non è un’arena di classi e di lotta fra classi antagoniste, non è un insieme di persone con scopi contrapposti. Il vero partito marxista-leninista è solo il partito della classe operaia e ha, alla sua base, gli interessi di quest’ultima. Questo è il
fattore determinante del trionfo della rivoluzione e della costruzione del socialismo. G. V. Stalin, difendendo i principi leninisti sul partito, che non
ammettono l’esistenza di parecchie linee, correnti avversarie nel partito comunista, rilevava che «...il Partito Comunista è il partito monolitico del proletariato e non un partito di un blocco di elementi appartenenti a diverse classi.»
E infatti qui Hoxha inizialmente afferma che la lotta di classe in seno al partito esiste. Poi afferma che la lotta tra le due linee non ha nulla a che fare con la prima e infine nega(con la sua descrizione) l'esistenza della lotta di classe in seno al partito.
La afferma retoricamente e poi la nega di fatto. A sentir Hoxha la lotta di classe pur esistendo quasi non si vedrebbe in seno al partito. E cita Stalin a suo sostegno, senza rendersi conto che la strategia del monolitismo del partito fu poi l'arma usata dalla borghesia Kruscioviana al potere...
Hoxha si contraddice goffamente. Prima afferma l'esistenza della:
CITAZIONE
lotta di classe, in seno al partito, in quanto riflesso della lotta di classe che si svolge al suo esterno
Ma poi la nega poche righe dopo:
CITAZIONE
Il Partito non è un’arena di classi e di lotta fra classi antagoniste
O l'una o l'altra.
Edited by Ruhan - 10/7/2020, 05:50