Comunismo - Scintilla Rossa

Lo scienziato “Padre del riscaldamento globale” alla fine ammette che la teoria è sbagliata

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view post Posted on 27/8/2018, 00:04
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CITAZIONE
non percezioni individuali

lo scioglimento dei ghiacciai è un dato oggettivo che mi pare anche tu ammetti, quindi non capisco perchè fai il professorone e non confermi come l'evidenza empirica dimostri le previsioni scientifiche e che quanto postato da Skatered all'inizio di questa discussione sia una cagata grossa come una casa.

tu invece eri d'accordo con Skatered, l'hai scritto qui
CITAZIONE
Condivido la posizione del compagno Skatered che parla di allarmismo.

quindi se adesso ammetti la realtà del surriscaldamento globale vuoi dire che hai iniziato a ragionare e dunque siamo d'accordo, aldilà del fatto che il tuo scientismo-positivismo ha poco a che vedere con il materialismo dialettico
 
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Ligeti
view post Posted on 27/8/2018, 09:02




QUOTE
non confermi come l'evidenza empirica dimostri le previsioni scientifiche

Perché non si dimostra alcunché osservando esclusivamente gli effetti di un fenomeno, anzi se ne staticizzerebbe l'analisi (come farebbe ogni buon metafisico) invece di prenderne l'intera evoluzione in movimento (dialetticamente) e quindi partire dalle cause, dalla storia ossia campionando dati su quanto aumenta l'anidride carbonica, sullo studio dell'effetto serra, ecc e trarne poi le conclusioni attraverso una visione di insieme del fenomeno.
O si ragiona così o si finisce per sparare luoghi comuni rischiando di finire nella schiera o dei catastrofisti o dei negazionisti.

QUOTE
tu invece eri d'accordo con Skatered

Io di Skatered condivido quanto ha detto qua La Hack non ha mai negato il surriscaldamento ma ha solo sostenuto che su di esso si sta creando troppo allarmismo.
Che nel corso dei secoli ci siano state forti variazioni climatiche è innegabile.
A me sembra che basta che non piova per qualche giorno e si parla subito di siccità ma poi (stranamente) nei giorni successivi piove a dirotto e le alluvioni fanno danni e morti.

I post che ha messo sono interessanti ma non ne traggo nulla neanche io se non spunto per la discussione.
Di certo non nego né l'esistenza né la gravità del riscaldamento globale né l'urgenza di agire per contrastarlo, ma si deve stare attenti quando si parla di queste cose perché in giro c'è anche gente che afferma che lo scioglimento degli iceberg artici provocherebbe un innalzamento del livello del mare di metri e metri ricoprendo tutte le coste del mondo.

Edited by Ligeti - 27/8/2018, 13:50
 
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view post Posted on 28/8/2018, 23:03
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Perché non si dimostra alcunché osservando esclusivamente gli effetti di un fenomeno

io non ho voluto dimostrare nulla, io trovo conferma del riscaldamento globale nella mia esperienza personale confrontandomi con dati oggettivi così come è evidente che i popoli del globo ne stanno più o meno pesantemente pagando le conseguenze in termini di siccità, desertificazione e di eventi naturali estremi oltre che sul piano economico immediato ( http://www.agroalimentarenews.com/news-fil...della-pasta.htm ). Ti va bene?

CITAZIONE
si sta creando troppo allarmismo.

Hack aveva la sua bella villetta con i suoi trecento gatti e il telescopio per guardare le stelle...fosse vissuta nell'Africa subsahariana forse si sarebbe "allarmata" pure lei...
 
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view post Posted on 5/11/2018, 16:19

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Per i comunisti, solo il socialismo
può risolvere la crisi del riscaldamento globale


Partito comunista di Gran Bretagna | communist-party.org.uk
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

10/11/2018

"Il messaggio reale del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite è che il capitalismo ha causato la mortale crisi del riscaldamento globale ed è incapace di risolverlo", ha detto John Foster mercoledì scorso al comitato politico del Partito Comunista.

Sottolineando che la combustione di petrolio e gas rappresenta il 50% delle emissioni globali di carbonio, ha detto che le multinazionali non hanno alcuna intenzione di contribuire a raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi per limitare il riscaldamento globale a 2° C, figuriamoci 1,5° C. "Il petrolio è un affare estremamente redditizio per il quale i principali Stati imperialisti e i loro alleati sono pronti a fare la guerra", ha evidenziato Foster.

L'ultimo rapporto dell'IPCC insiste sul fatto che la mancata imposizione del limite di 1,5° C entro il 2050 aumenterà notevolmente il danno economico, le carestie, le malattie e le crisi dei rifugiati causate dall'innalzamento del livello del mare, dalla siccità e dalle tempeste. Gli oltre mille scienziati che hanno redatto o recensito il rapporto richiedono trasformazioni straordinarie nell'industria, nei trasporti, nell'energia, nell'uso del suolo e nelle costruzioni e nell'applicazione ampia della tecnologia di cattura del carbonio.

"Una trasformazione così urgente e radicale non è possibile senza la partecipazione pubblica, gli investimenti e la pianificazione su larga scala: il che significa un progresso rivoluzionario per il socialismo", ha affermato Foster.
In particolare, ha insistito sul fatto che le politiche neoliberali - incluse quelle sancite dai trattati e dalle direttive dell'Unione europea - precludevano l'azione necessaria per combattere efficacemente i cambiamenti climatici.
Il segretario internazionale del PC ha anche posto la sfida del riscaldamento globale in un contesto più ampio di crescente conflitto economico e militare internazionale e di minaccia di una nuova crisi economica e finanziaria.
"In Gran Bretagna, possiamo affrontare al meglio queste sfide intensificando le campagne locali e nazionali contro austerità, razzismo, xenofobia e guerra. Ciò contribuirà a creare le condizioni in cui eleggere un governo di sinistra a trazione laburista libero dalle catene dei grandi gruppi affaristici, fautori del mercato unico e dell'unione doganale dell'UE", ha proposto.

Il comitato politico del PC ha condannato l'incarcerazione di tre manifestanti anti-fracking al Preston Crown Court la settimana scorsa quale "esempio brutale di come lo Stato reagisce quando le persone osano difendere le comunità locali e l'ambiente contro gli sfruttatori e gli inquinatori".
I Comunisti britannici hanno anche sollecitato una grande partecipazione alla manifestazione nazionale a Londra il 17 novembre contro il fascismo e il razzismo.

www.resistenze.org/sito/te/po/gb/pogbil29-020825.htm
 
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Yenan
view post Posted on 22/3/2019, 12:20




Nessun politico ha paura di Greta

Tiziano Tussi

17/03/2019

C'è già pronto il libro, anche in italiano, per la Mondadori. C'è anche la proposta, da parte di alcuni deputati svedesi di darle il Nobel per la Pace. Insomma, basta poco per la canonizzazione, con qualche passaggio intermedio nel gruppo dei Beati, per Greta Thunberg, sedicenne svedese, dal gennaio di quest'anno, che nello scorso anno, all'età di 15 anni, si era fatta conoscere per uno sciopero individuale settimanale, anche se sciopero per una quindicenne è un po' forte come concetto. Manifestare di fronte al Parlamento del suo Paese, al venerdì, reclamando un cambiamento nella gestione del clima a livello mondiale.

Da lì si è arrivati alle manifestazioni di venerdì 15 marzo, in migliaia di città in centinaia di nazioni nel mondo. Tutti per Greta, con replicanti, di giovane età, più o meno una Greta in ogni Paese. Cosa dice di così nuovo questa ragazzina, che dimostra meno dei suoi anni? Niente di significativo che già non era stato detto da persone di entrambe i sessi e di tutte le età prima di lei. Traduco in senso economico: il capitalismo attuale, ma non solo da oggi, forse potremmo dire il capitalismo (?), ma questo pare troppo difficile, quindi il capitalismo attuale sta distruggendo il nostro pianeta, che poi è anche il suo.

I giovani, che hanno più da vivere rispetto alle persone mature o vecchie, si stanno mobilitando per dirlo e non vogliono più attendere, non si fidano di nessuno, ma protestano con convinzione. In Italia, dichiarazioni di supporto da parte di tutti i politici, e guai a dire male di Greta e delle sfilate in piazza. Nel mondo, nelle sedi in cui Greta è apparsa, in Polonia in una riunione per il clima, COP24, a Katovice, e al Parlamento dell'EU, a Bruxelles, lei diceva cose semplici e pesanti e tutti i marpioni europei ascoltavano, ridevano ed hanno applaudito alla fine del discorsetto, più o meno convintamente.

E poi…poi tutti a casa, a dimostrare la prossima volta, quando sarà e i burocrati europei a continuare la loro inutile condotta, letale per le sorti climatiche del pianeta. Era stata poco prima a Davos, culla del capitalismo vampiro mondiale ed il risultato è stata lo stesso. Breve discorso, semplice e non nuovo. Accuse esistenziali al capitalismo, senza mai nominarlo, una qualche brillantezza lessicale e periodale, e poi appalusi dai più grandi magnati, ricchi capitalisti, burocrati, banchieri a livello mondiale, e poi…. E poi nulla di significativo. Ogni cosa rimane così com'è, gli equilibri sociali non cambiano, certo, per un bel corto discorsetto. Rimangono lì come sono e come sono intendenza: ricchi sempre più ricchi e poveri di conseguenza sempre più poveri. Divari sociali che si allargano sempre più.

Un mio amico mi dice, a proposito delle dimostrazioni nelle piazze: "Vanno bene, ma non va bene. Prova un po' tu a spiegarlo." Va bene che le giovani menti si impegnino in una qualunque questione che abbia a che fare con loro e con l'umanità; non va bene se si pensa che il potere che è da sempre e che sta anche attorno a loro, li ha già ben gestiti. Tanto è che nessun politico ha paura di queste manifestazioni grandi e compatte, in tutto il mondo.

Se si dovesse sfilare per la Bontà, la Bellezza, l'Onestà, chi non sarebbe anche per queste entità astratte d'accordo? Anche le proteste di strada fatte per reclamare la pace, del febbraio 2003, furono grandiose. Si parlò allora, sulla stampa internazionale, di centodieci milioni persone in movimento. Risultato: le guerre sono continuate e ci sono tutt'ora. E basti scorrere l'elenco dei Nobel per la pace, cui Greta è stata indicata, per leggere di alcune presenze imbarazzanti. Qualche nome: Theodore Roosevelt 1906, Henry Kissinger 1973, Aung San Suu Kyi 1991, Barack Obama 2009.

Fa impressione vedere migliaia di giovani manifestare senza potere intervenire con qualche possibilità di riuscita in un movimento che sbollirà come è nato, aspettandone un altro che agiti una bandiera inoffensiva per gli equilibri economici internazionali, ma che scaldano comunque il cuore. Sembra assurdo non si riesca neppure a tenere in mente alcune lezioni che la storia e la storia del pensiero hanno già visto mettere in campo: "Lenin fu il primo [] tra i principali capi teorici del proletariato che abbia preso in esame questo problema dal punto di vista centrale praticamente decisivo, quello dell'organizzazione." (György Lukács, Lenin, Einaudi, Torino, 19790, p. 30)

Sembra di dire un'ovvietà parlando di organizzazione, ma basti osservare il fenomeno dei gilet jaunes per capire che non si possono intravvedere finali di alcun segno da comportamenti come i loro, a modello di odierne jacqueries. Lo stesso dicasi per il "movimento per il clima" che inneggia al futuro, come se il futuro realmente esistesse. Ma non è il caso, lo sarebbe (!), di aprire una piccola disputa sul concetto di tempo. Ricordiamo solo Orwell ed il suo 1984: Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente controlla il passato".

L'eterno presente ha bisogno di organizzazione costante, ora e qui, per potere costruire qualcosa, qualunque cosa. Altrimenti si agisce solo sull'immediato, sulla sabbia, sulla "pappa del cuore" e ben poco resta, al di là delle lodevoli intenzioni, in questo caso di una sedicenne svedese.
 
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view post Posted on 24/3/2019, 15:22

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riceviamo da
“rete ambientalista”, alessandria,
e volentieri pubblichiamo

https://pennatagliente.wordpress.com/2019/...bblichiamo-100/

Pubblicato il 23/03/2019
 
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Yenan
view post Posted on 5/6/2019, 10:04




Io spero sempre che queste previsioni catastrofiche siano delle mezze cazzate, certo è che ormai la comunità scientifica ha già indicato svariate volte il pericolo che sta correndo il genere umano...

La specie umana si estinguerà entro i prossimi 31 anni, avverte l'ultimo studio sui cambiamenti climatici
 
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view post Posted on 17/3/2020, 02:43

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CITAZIONE (Yenan @ 5/6/2019, 11:04) 
Io spero sempre che queste previsioni catastrofiche siano delle mezze cazzate, certo è che ormai la comunità scientifica ha già indicato svariate volte il pericolo che sta correndo il genere umano...

La specie umana si estinguerà entro i prossimi 31 anni, avverte l'ultimo studio sui cambiamenti climatici

È una cazzata nel senso che la razza umana non si estinguerà entro il 2050, ma se le emissioni di Co2 non saranno ridotte a zero entro quella data e, come previsto in tale scenario dagli scienziati climatici, l'innalzamento di temperatura raggiungesse i 2 gradi (stima approssimativa, in realtà altri studi mostrano potrebbe bastare anche meno) il circolo vizioso provocato da scioglimento dei ghiacciai, perdita di capacità di assorbimento dell'anidride carbonica da parte dell'ecosistema per la perdita di biodiversità e la deforestazione, l'aumento degli incendi e tanti altri fattori dovrebbe portare le temperature a più di 4 gradi entro la fine del secolo e fino ai 5-7 nel corso del XXII secolo, indipendentemente dalle azioni intraprese, temperature a cui non è detto la razza umana possa adattarsi (in ogni caso comporterebbe sicuramente il collasso di ogni tipo di civilizzazione).
Il problema è che l'unico modo per convertire in così breve tempo l'economia globale in un'economia sostenibils sarebbe ovviamente necessaria pianificazione, collettivizzazione dell'industria e uno Stato che agisca direttamente negli interessi della maggioranza, quindi una dittatura proletaria.
In pratica abbiamo realisticamente più o meno tempo fino al 2030-2035 (toh forse anche in una decina d'anni ci si potrebbe riuscire ma a costo di grossi sacrifici) per fare la rivoluzione se non vogliamo che vada tutto a puttane comunque 😥
Fonti: "Climate Change Report Warns of Dramatically Warmer World This Century" e "Turn Down the Heat: Why a 4°C warmer world must be avoided" (due rapporti del Potsdam Institute for Climate Impact Research and Climate Analytics, del primo è stato scritto un seguito che prende in considerazione solo alcune regioni e rileva come anche mantenendo la temperatura sotto i 2 gradi alcune porzioni della terra, tra cui gran parte parte dell'Africa, dell'America Latina e del Sudest asiatico sarebbero praticamente condannate),
 
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view post Posted on 19/6/2023, 12:04
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Dialoghi sul clima




di Alberto Lombardo

Segretario Generale del Partito Comunista

Professore Ordinario di Statistica nell’Università di Palermo



Invito alla lettura il libro curato da Alberto Prestininzi (a cura di), Dialoghi sul clima (2022 – Rubbettino Editore), edito con il contributo scientifico del CERI – Centro di Ricerca “Previsione, Prevenzione e Controllo dei Rischi Geologi e Ambientali” Università Sapienza di Roma.

Nel libro si raccolgono ben 3 presentazioni e 16 articoli scientifici, che spaziano su vari argomenti e si servono di vaste competenze multidisciplinari. Tutti sono indirizzati a mettere in discussione uno dei più vasti programmi di intervento che impatta sulle economie e sulle vite degli esseri umani: quello che riguarda i cambiamenti climatici e in particolare il contributo a esso della CO2.

Il nocciolo della questione è:

1) se vi sia una modifica unidirezionale del clima sulla Terra (climate change) o piuttosto che non siamo all’interno di storici ed epocali cicli naturali (in questo secondo caso si dovrebbe parlare di climate variation);

2) accettata la prima ipotesi, se questo change sia di prevalente o esclusiva causa antropica, ossia dovuta all’attività umana, in particolare dovuta all’aumento della CO2 in atmosfera;

3) accettata anche questa ipotesi, se vi siano azioni efficaci che l’uomo, attraverso i governi e i comportamenti individuali, possa mettere in opera per fermare e invertire questa tendenza, che altrimenti…

4) porterebbe all’irreversibile disastro climatico e quindi economico del Pianeta.

Come si intuisce facilmente, le conclusioni riguardanti la propugnata Rivoluzione Verde (“Green New Deal”) devono seguire l’infallibile consecutio delle precedenti ipotesi: cadutane una, crolla il teorema. In questo libro collettivo tutte e quattro queste ipotesi vengono criticate, messe in dubbio o smentite.

Nei nostri commenti qui di seguito metteremo in luce come neanche uno dei quattro punti della consecutio trova riscontro scientifico.

In particolare:

1) Vi sono ampie verifiche che il clima durante le varie ere è sempre cambiato anche in entità molto superiori al cambiamento registrato in questi decenni.

2) Per quanto la quantità CO2 di origine antropica sia aumentata di oltre il 50 percento negli ultimi trent’anni, la sua percentuale rispetto a quella naturalmente presente in atmosfera resta largamente al di sotto di qualunque soglia si possa ritenere abbia un effetto visibile sul clima. Resta comunque assolutamente indimostrato il legame tra CO2 e cambiamento climatico, se non come una correlazione spuria che non esce dalla semplice concomitanza di eventi che hanno una dinamica simile ma non per questo si influenzino l’uno verso l’altro.

3) I programmi di riduzione della CO2 che l’uomo può mettere in opera sono una frazione ancora più irrilevante e sono praticamente zero in riferimento a quello che il mondo occidentale può realizzare rispetto al resto del mondo.

4) sugli effetti dell’incremento della temperatura da parte dei catastrofisti si evidenziano alcuni lati negativi, ma si trascurano non irrilevanti lati positivi; in ogni caso sull’entità di tali incrementi i ricercatori pervengono a modelli molto diversi con previsioni incompatibili le une con le altre.

Nel libro viene anche discusso il preteso “consenso scientifico” su questi argomenti, che viene criticato sia in principio che nei fatti. Dal punto di vista scientifico il “consenso” vale meno di nulla. La maggior parte delle novità scientifiche si sono sempre affermate contro il consenso dell’epoca. Detto questo, occorre valutare nel concreto, ognuno con la propria testa, le conclusioni che vengono proposte, confrontando con equilibrio le due tesi. La demonizzazione di una e il suo oscuramento mediatico deve far largamente insospettire su chi vuole inquinare il dibattito e sterilizzarlo. In ogni caso, la tesi secondo la quale una “schiacciante maggioranza” degli scienziati accetti la tesi del Green New Deal in questo libro viene smentita da un’accurata e critica rassegna della letteratura.

Concludiamo questa introduzione, segnalando due recenti prese di posizione “ambientaliste”.

Su La Stampa del 12 giugno a pag. 12, si legge un articolo “La malattia del negazionismo” di Mario Tozzi, che rivela già dal titolo l’atteggiamento retorico scorretto e antiscientifico di cui è intriso, abusando di un parallelismo tra chi nega lo sterminio degli ebrei e chi nega qualunque altra cosa possa essere gradita al potere. Lo stile è quello della Santa Inquisizione: “IO sono la VERITÀ, TU sei contro di me, QUINDI tu sei contro la VERITÀ”. In particolare nell’articolo di fa un uso massiccio delle seguenti forme retoriche:

Argomentazione ad hominem. Si attacca non l’idea ma chi l’ha sostenuta, tirando in ballo fatti pregressi del tutto irrilevanti (il tabacco, il ddt, l’ozono …) che dovrebbero servire a disporre il lettore a un atteggiamento preventivamente negativo.
Il principio di autorità. Basato sulla “scienza certificata” (mai sentita una cosa così!) e su una pretesa univocità del “consesso scientifico”. Il processo a Galileo ne è un antesignano
L’individuazione di un colpevole utile. “I negazionisti sono amici e servi del peggiore capitalismo”, rovesciando diametralmente la realtà cercando di ingraziarsi il sentimento anticapitalistico, o comunque egualitario, del lettore.
Il secondo articolo che voglio qui commentare è del WWF https://www.wwf.it/pandanews/ambiente/emer...ento-climatico/. In questo articolo si mescolano sapientemente cose del tutto vere e che colpiscono l’opinione pubblica, come i disastri ambientali, con altre discutibili, avanzando quindi proposte giustissime insieme ad altre che invece non lo sono.

Concordiamo con “Urgente definire politiche di adattamento al clima che cambia”, così come “Ridare spazio alla natura”, mentre non siamo così convinti che ci siano “Eventi estremi sempre più intensi e frequenti”, quanto invece che gli effetti sul territorio siano sempre più devastanti a causa dell’incuria e saccheggio del territorio, questa sì la vera critica politica che si deve fare, anche perché è quella più immediatamente attuabile, che invece nell’articolo viene espressa in modo sibillino come “Rinaturazione sul territorio”, che quasi occulta l’origine economica speculativa dei disastri. Infine “Abbattere le emissioni di Co2”, del tutto inutile e irrealistica per quanto viene detto nel libro da noi proposto in lettura, mescolata a tutto il resto fa capire l’obiettivo dell’articolo, che sembra una pistola puntata alla testa del lettore terrorizzato: è tutto un pacchetto dal quale non puoi discernere il grano dal loglio, le cause vere e quelle presunte o del tutto inconsistenti. Anche qui un modo scorretto di argomentare e proporre i vari temi, finalizzato a far passare una tesi precostituita.

**********************

Diamo ora una rapida carrellata di alcuni degli interventi, sottolineando che tutti meritano un approfondimento attento.

Nella copertina si legge:

«Il dibattito sul clima ha assunto una nuova dimensione legata, soprattutto, a quanto è avvenuto negli ultimi 40 anni, ovvero da quando il tema clima è stato “ribattezzato” Global Warming, passando da prevalente argomento di interesse scientifico a dibattito politico-finanziario. La costituzione dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) nel 1988, sotto l’egida dell’ONU, come organo indirizzato a fornire una chiara visione scientifica del potenziale impatto sociale ed economico del Cambiamento climatico antropico, ha sottratto definitivamente alla scienza il confronto e il dibattito, spostandolo verso i media e il sistema di comunicazione, assumendo quindi una esclusiva dimensione politico-finanziaria. Questo volume nasce con il preciso obiettivo di riaprire un dibattito attraverso un confronto aperto, libero e plurale. L’idea di fornire informazioni razionali, corredate di dati e riferimenti scientifici, è stata accolta da molti scienziati ed esperti i quali affrontano, in questo volume, la complessa tematica ambientale da molteplici punti di vista, con il necessario rigore scientifico.»



GUUS BERKHOUT in “Il clima è più della CO2 e la CO2 è più del clima” rileva il

«bombardamento mediatico senza precedenti, che le persone vivono sempre più la cultura della paura e, nel contempo, rilevano ogni giorno la loro condizione di maggiore povertà. La buona notizia è che negli ultimi 50 anni le previsioni catastrofiche di questi profeti si sono ripetutamente rivelate del tutto errate», ammonendoci a «non confondere scienza e politica»



MARIO GIACCIO in “Economia e finanza delle politiche climatiche” fa un po’ la storia dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), del Protocollo di Kyoto in cui i partecipanti si impegnarono a ridurre le emissioni di CO2 di almeno il 5% rispetto ai livelli del 1990. Egli sottolinea però che

«In atmosfera vi sono 3.000 Gt (miliardi di tonnellate) di CO2, negli strati superficiali dell’oceano ve ne sono 3.600 Gt. La CO2 emessa dall’uomo nel 1990 ammontava a 22,3 Gt, quindi l’incidenza era dello 0,74% (22,3 × 100/3.000). Pertanto, la riduzione proposta, sulla quantità globale di CO2, è dello 0,037% (il 5% dello 0,74%). Nel 2019 la CO2 emessa dall’uomo è stata di 34,2 Gt, pertanto dal 1990 al 2019 si è avuto un incremento delle emissioni del 53% (da 22,3 a 34,2).»

«Anche se l’Europa riducesse del 40% le proprie emissioni per il 2030, il risultato sarebbe “invisibile”, infatti l’Europa (nel 2019) ha prodotto 3,47 Gt di CO2, ossia il 10% delle emissioni globali, ossia lo 0,11% di tutta l’anidride carbonica presente nell’atmosfera: il risparmio del 40% sulle attività considerate dall’Europa influirebbe sul quantitativo totale di CO2 atmosferica per lo 0,020% (il 40% del 45% dello 0,11%) in 10 anni!»

Denuncia altresì “il mercato dell’anidride carbonica” attraverso un «apparato economico-finanziario» basato su: 1) ETS (Emissions Trading System) per il quale «il produttore di CO2 non necessariamente deve ridurre le proprie emissioni, ma può comprare i permessi (di emissione) in modo da rientrare nei limiti assegnatigli.» 2) CDM = (Clean Development Mechanism) basato sulla “compensazione” (offset), che permette ai produttori di CO2 di finanziare progetti di compensazione o di riduzione delle emissioni in altri Paesi, invece di ridurre le proprie emissioni. Una delle tipologie più comuni è quella di piantare eucalipti in un luogo lontano dal quale è localizzato l’impianto che emette CO2: gli alberi, crescendo, dovrebbero assorbire l’anidride carbonica emessa dall’opificio industriale.

Il mercato mondiale del carbonio si è aggirato, nel 2020, intorno ai 220 miliardi di euro, l’Europa detiene il 90% di questo mercato, ossia il mercato europeo ha raggiunto un volume d’affari di 200 miliardi di euro nel 2020. Il volume delle aste, invece, è soltanto il 10% del volume complessivo degli scambi. Costo di acquisto dei permessi di emissione trasferito interamente sui consumatori attraverso l’aumento dei prezzi in fattura.

Il meccanismo dell’ETS ha provocato l’effetto contrario a quanto si proponeva: i permessi costavano poco quindi alle imprese forti consumatrici di energia non conveniva investire per ridurre le emissioni. La Germania, per esempio, ha incrementato la sua produzione di energia elettrica dal carbone: nel 2013 ha raggiunto 162 miliardi di chilowattora, il livello più elevato dal 1990 (anno della riunificazione tedesca).

L’inutile lotta per il clima fa diminuire la spesa per finalità sociali, infatti, nel bilancio dell’Unione Europea del 2020 è previsto un aumento della spesa destinata “a lottare contro la CO2” fino a un totale di 30 miliardi di euro. Ma a questo aumento dei fondi, destinati “a salvare il clima dell’Europa”, corrisponde la diminuzione dei fondi destinati all’agricoltura, una volta considerata da proteggere per motivi sociali. In questo settore il nostro Paese perderà 370 milioni di euro e la regione più colpita sarà la Puglia, con tagli per quasi 40 milioni di euro.

Riassumendo: il volume di denaro messo in movimento in Europa, direttamente o indirettamente, per la lotta contro la CO2 è di oltre 500 miliardi di euro all’anno, tutto questo per far diminuire di 8 parti per miliardo, all’anno, la quantità di CO2 in atmosfera.

Vi è da ricordare un ulteriore movimento di euro, è quello legato alle frodi fiscali. Il mercato dell’anidride carbonica si presta bene a questo tipo di frode perché non vi è movimentazione materiale: il tutto avviene senza bisogno di emettere bolle di accompagnamento, senza un effettivo trasporto, senza una logistica, in altre parole non vi è traccia materiale dell’operazione!

La green economy è l’attuale sforzo per salvare il sistema finanziario globale con una nuova gigantesca bolla finanziaria.

Segue un elenco sterminato dei vastissimi attori economici e speculativi che si sono messi in moto. Se le banche d’affari è scontato che ci siano così come i grandi magnati, vogliamo qui citare solo una protagonista che alcuni non si sarebbero aspettata, la deputata Alexandria Ocasio-Cortez, che nella proposta di legge sul Green New Deal, presentata al Congresso degli Stati Uniti insieme ai senatori Ed Markey e Bernie Sanders nel 2019, ha indicato un importo simile (a quello indicato dal Cancelliere dello Scacchiere) per «riorganizzare completamente l’economia statunitense»: circa 100 trilioni di dollari.

Il sistema economico mondiale è diventato obsoleto (come accade a tutti i sistemi), non si può più “estrarre” abbastanza valore, quindi bisogna cambiarlo.

Il quadro che emerge è il tentativo di riorganizzare finanziariamente l’economia mondiale usando l’obiettivo “zero emissioni” come scusa.

La finalità dell’ideologia climatica non è il benessere del pianeta (e dei suoi abitanti), è il benessere della grande finanza.



NICOLA SCAFETTA in “Interpretazione del cambiamento climatico: dai modelli basati sulla CO2 a quelli basati sulle oscillazioni astronomiche” mette in discussione l’origine antropica delle variazioni del clima, facendo riferimento a tutta l’evoluzione avuta sulla Terra negli ultimi 540 milioni di anni, quando

«la temperatura superficiale del pianeta è oscillata molte volte variando tra periodi caldi e periodi freddi tra un minimo di -6°C a un massimo di 14°C rispetto alla media del periodo 1960-1990.»

Qui abbiamo bisogno di riportare un grafico che è il centro della contestazione alla “narrazione” del climate change.



Variazione della temperatura superficiale globale (media annuale) osservata (nero) e simulata dai CMIP6 GCM utilizzando forzanti umani e naturali (marrone) e solo naturali (verde). Da Figura SPM.1b (IPCC 2021).

L’argomentazione di Scafetta è molto completa. Qui cercherò di sintetizzarne il contenuto metodologico.

La linea nera è quella dell’andamento reale della temperatura. Vengono messi due modelli a confronto. Non c’è dubbio che quello che tiene conto dei fattori antropici si adatta molto meglio rispetto a quello che li esclude. Ma dove sta la vera e propria “frode” scientifica?

Il modello con componenti esclusivamente naturali evidentemente non è completo. E infatti tutti i climatologi denunciano la difficoltà a costruire modelli siffatti. Il modello con i fattori antropici, non spiega affatto come questi fattori possano essere la causa e non una semplice concomitanza dei fenomeni.

Facciamo un esempio. Prendiamo due fenomeni del tutto separati (l’esempio che spesso faccio a lezione di Statistica è l’andamento del prezzo delle uova e quello delle scarpe, l’andamento degli incidenti automobilistici e quello delle malattie gastroenteriche). Se essi hanno una concausa comune, è evidente che avranno andamenti simili (l’andamento generale dei prezzi, l’influenza di fattori stagionali), ma nessuno si sognerebbe di attribuire a questa concomitanza una relazione di causa-effetto. In statistica si chiama correlazione spuria, studiata in tutti i corsi base di Statistica. Deve essere un atto concettuale autonomo proprio della disciplina che studia il fenomeno che a questa concomitanza dà una veste di causalità.

Se associamo il fenomeno “andamento della temperatura” (che è in aumento in questa particolare fase epocale, e nessuno lo nega) e il fenomeno “impatto antropico” (che è anch’esso in aumento per fatti storici) è chiaro che avremo una concomitanza. Ma tale concomitanza potrebbe aversi anche con qualunque fenomeno evolutivo che sia in aumento, come per esempio l’imbiancamento progressivo dei miei capelli negli ultimi decenni.

Inoltre, il modello fallisce miseramente quando si cerca di validarlo confrontandolo coi dati passati.

Scafetta inoltre mostra come dati riguardanti fenomeni astronomici si accordano molto meglio, pur tenendo conto delle difficoltà di definizione delle grandezze in gioco. Alternativamente, si è scoperto che «le sequenze climatiche sono spettralmente coerenti con varie oscillazioni solari, lunari e astronomiche.»



UBERTO CRESCENTI in “Contributo delle scienze geologiche alla conoscenza delle variazioni climatiche del passato” ricorda che l’IPCC nel report del 1990 pubblicò un diagramma sulle temperature degli ultimi mille anni in cui risultavano ben documentati il Periodo Caldo Medioevale (PCM) e la Piccola Era Glaciale (PEG). Successivamente, nel Report del 2001, l’IPCC cancellò sia il PCM sia la PEG e fece propria la ricostruzione delle temperature del millennio ricostruita da Mann et al. (Mann et al. 1998) nota come mazza da hockey. In questo modo appariva molto convincente la correlazione dell’aumento delle temperature nel nostro pianeta a partire dal 1850 con l’era industriale e in particolare con l’aumento in atmosfera dei cosiddetti gas serra, CO2 soprattutto.



Variazione di temperatura dell’ultimo millennio secondo Mann et al. (Mann et al. 1998) sopra e quella reale sotto.

Si parla del «più grande scandalo scientifico del nostro tempo» in riferimento alla CO2, e con le note del 2010.

«Si vede chiaramente che durante il PCM la temperatura è stata almeno di 1-2 °C superiore all’attuale quando la CO2 in atmosfera non era così abbondante come oggi. Ciò non confermava la correlazione CO2-temperatura. Non solo, ma durante il Medio Evo non si sono riscontrate tutte le catastrofi annunciate dai sostenitori del riscaldamento globale di origine antropica, come desertificazioni di aree, inondazioni lungo le coste, e così via. Il PCM è una verità scomoda per l’IPCC. La storia del clima fornisce una poderosa documentazione sul clima del passato. »



Anche FRANCO BATTAGLIA “Non esiste alcuna emergenza climatica” contesta la “narrazione” dominante, che sostiene che «Periodo Caldo Romano, Periodo Caldo Medievale, Piccola Era Glaciale, furono fenomeni solo locali e non globali. Non è così. La Piccola Era Glaciale (PEG) corrisponde a un periodo di minima attività solare».

Egli anche evidenzia delle insanabili contraddizioni.

«Perché, se è pur vero che, guardando nel complesso, nel corso degli ultimi 150 anni si osserva un riscaldamento, esso non ha seguito il monotòno crescente aumento di emissioni di gas serra. Si è osservato, invece, un arresto del riscaldamento nel periodo 1940-80».



AUGUSTA VITTORIA CERRUTI in “Clima e ghiacciai” ci fa vedere che

«Le ricerche geologiche hanno potuto accertare che nel lungo periodo chiamato Pleistocene (da 2,58 milioni a 11.700 anni dal presente) si sono alternati almeno quattro cicli glaciali dalle temperature molto basse con tre periodi interglaciali con temperature assai più moderate o più alte, tali da ridurre notevolmente o addirittura da far scomparire la gigantesca massa di ghiaccio che copriva buona parte dei continenti.»

In particolare fra i 7.500 e i 4.600 anni fa le Alpi erano senza ghiacciai.



TERESA NANNI, FRANCO PRODI in “Il sistema climatico” associano le variazioni a quelle dalla nostra Stella, spiegando con precisione cosa si deve intendere correttamente per effetto serra



GIANLUCA ALIMONDI in “Eventi climatici estremi: siamo in emergenza?” analizza, sulla base di osservazioni storiche e bibliografia recente, se la crisi climatica che, secondo alcune fonti stiamo vivendo oggi, sia effettivamente in corso.

Per quanto riguarda le precipitazioni in Italia, dai risultati emerge che

«la grande maggioranza delle stazioni presenta trend non significativi»

e che

«… a partire dalla metà del XIX secolo si è manifestata una diminuzione degli eventi idrologici eccezionali, soprattutto nei decenni più recenti».

In riferimento agli Stati Uniti, poi

«Con l’aumento della copertura radar National Doppler, l’aumento della popolazione e una maggiore attenzione ai rapporti sui tornado, c’è stato un aumento del numero di segnalazioni di tornado negli ultimi decenni. Ciò può creare la fuorviante impressione di una tendenza all’aumento della frequenza dei tornado. Tuttavia, ciò non significa che l’effettivo verificarsi di un tornado sia aumentato. Infatti l’aumento del numero di tornado è quasi interamente negli eventi deboli (EF-0, EF-1)…»

«A oggi le osservazioni globali non mostrano alcun trend significativo sia del numero che dell’energia accumulata dagli uragani…»

Ancora,

«le conclusioni riguardanti le tendenze globali della siccità in aumento dagli anni ’70 non sono più supportate»

In verità

«… l’aumento dell’esposizione delle persone e delle risorse economiche è stata la principale causa dell’aumento a lungo termine delle perdite dovute a disastri meteorologici e climatici.»



LUIGI MARIANI in “Clima, agricoltura e sicurezza alimentare” ricorda che

«il ricorso all’agricoltura per stabilizzare i livelli atmosferici di CO2 è una prospettiva concreta e in tal senso occorre rammentare che la vegetazione terrestre assorbe ogni anno circa 198 Gigatonnellate di CO2 e che di queste circa 1/3 sono già oggi assorbite dai vegetali coltivati. Un’agricoltura veramente innovativa in termini di genetica e di tecniche colturali potrebbe raddoppiare le rese … raggiungendo il duplice obiettivo di soddisfare le esigenze di cibo della popolazione mondiale e di utilizzare i polimeri di origine vegetale in luogo degli idrocarburi (carbone, petrolio, gas naturale e similari) per alimentare le filiere dell’energia, delle materie plastiche e di tanti altri prodotti essenziali per la vita umana.



GIOVANNI BRUSATTO in “Energia verde? Prepariamoci a scavare” descrive l’enorme quantità di materiali che occorrono per costruire impianti solari in termini di alluminio, di rame, calcestruzzo, acciaio, vetro, oltre a altri metalli come nichel, cromo, molibdeno o titanio, o quelli specifici, necessari in base al tipo di tecnologia solare fotovoltaica adottata.

«Metalli le cui riserve globali sono di molti ordini di grandezza inferiori alla domanda prevista». «È stato calcolato che l’estrazione mineraria potenzialmente potrebbe influire su 50 milioni di km2 di superficie terrestre, un’area superiore a quella dell’intero continente asiatico»

per vedere anche i grafici qui:
www.lariscossa.info/dialoghi-sul-clima/
 
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view post Posted on 26/7/2023, 11:25
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Cari Compagni,

Mega incendi, favoriti da temperature alle stelle, si accompagnano a precipitazioni di tipo monsonico, di più, piccoli o grandi tornado.
Le grandinate piovono giù con chicchi di dimensioni di una mela, mai successo (o rarissimamente).
Temperatura marina (Mediterraneo alto) ormai sui 30°
Siccità. Raccolti rovinati, aumento dei costi di produzione e quindi di vendita. Disponibilità frutta, verdura e derivati in calo.
Estensione del fenomeno: globale - al momento prevalentemente all'emisfero nord in quanto quello sud è in fase invernale.

La temperatura della Terra sta aumentando, non si può negare, ovunque vi sono segni che lo fanno percepire anche ai non addetti.

Si prevedono emigrazioni di massa dalle zone troppo calde verso quelle più fresche, si prevede diminuzione (forte) dell'acqua potabile.

Crisi sociale preannunciata.

Urge, a mio modesto avviso, che noi prendiamo al più presto una posizione netta, chiara e coerente.
Perché il problema climatico è un problema Sociale e non possiamo, proprio noi, trovarci impreparati su questo tema.
 
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view post Posted on 26/7/2023, 12:14
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compagno

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La temperatura della Terra sta aumentando

Su questo non ci piove :P .
Il fatto è che bisogna comprendere le cause vere, quelle principali. E quali ne sono le cause secondarie.
Insomma tocca fare un'inchiesta "scientifica".
 
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view post Posted on 27/7/2023, 09:43
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CITAZIONE (carre @ 26/7/2023, 13:14) 
CITAZIONE
La temperatura della Terra sta aumentando

Su questo non ci piove :P .
Il fatto è che bisogna comprendere le cause vere, quelle principali. E quali ne sono le cause secondarie.
Insomma tocca fare un'inchiesta "scientifica".

Che sia colpa dell'uomo di sicuro non si può negare. Che il capitalismo dia il suo pessimo contributo (tanto per cambiare) mi pare palese.

Poi forse, forse, c'entra anche l'interno della Terra e la propensione a invertire la polarità magnetica, ma a questo dubbio si può rispondere facilmente controllando se e come è cambiato il clima quando è avvenuta la precedente inversione dei poli magnetici; curioso è che non ho trovato una minima notizia a riguardo.
 
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view post Posted on 27/7/2023, 18:03

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Ci possono essere varie cause, sia naturali che artificiali, legate all'incremento di CO2, naturali come l'attività vulcanica e gli incendi, artificiali come i combustibili fossili e la deforestazione. Ma la polarità magnetica non è una di esse.
 
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view post Posted on 28/7/2023, 07:40
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CITAZIONE (Pepito 17 @ 27/7/2023, 19:03) 
Ci possono essere varie cause, sia naturali che artificiali, legate all'incremento di CO2, naturali come l'attività vulcanica e gli incendi, artificiali come i combustibili fossili e la deforestazione. Ma la polarità magnetica non è una di esse.

Se la circolazione delle masse fluide all'interno della Terra cambia a causa del rallentamento del nucleo, esse potrebbero trasmettere più calore del previsto verso l'esterno. O, anche, ostacolare di meno il vento solare, con il risultato che più protoni si scontrano con l'atmosfera terrestre, più energia gli cedono.

Però non sono informata su questo particolare.

Gli incendi aumentano a causa dell'aumento del riscaldamento globale. L'attività vulcanica di solito diminuisce il riscaldamento globale.
 
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view post Posted on 30/7/2023, 18:10

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Parlavo della variazione nella concentrazione di CO2, non delle cause del riscaldamento.
 
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