Comunismo - Scintilla Rossa

Basi americane e militarizzazione dei territori:

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view post Posted on 20/6/2012, 11:24

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"Lo sai che c’è un posto in Calabria a pochi chilometri da noi che si chiama Monte Mancuso dove esiste una base militare dove nessuno può entrare nonostante che tutti gli impianti radar siano stati da tempo dismessi? perché non vai lì sopra mi dice? perché come giornalista, che dici di essere, non formi un gruppo di persone e ci andate sopra e andate a vedere cosa c’è dentro? Avete paura?" (Francesco Cirillo)

La vetta del Mancuso è avvolta dalle foresta e dalle nebbie, ma anche dal mistero. Infatti, tutti conoscono che qui vi è un’importante base NATO, sulla quale, negli anni della “guerra fredda”, si sono alimentati miti e leggende. Secondo i più fantasiosi, i militari americani nascondevano nel sottosuolo i micidiali missili a testata atomica da utilizzare in caso di aggressione sovietica. Ma quanto e cosa sarà stato vero di tutto ciò? La base di Monte Mancuso è stata sempre, come tuttora, un centro di telecomunicazioni, oppure v’era qualcos’altro? Chi lo saprà mai! Le nebbie continueranno ad avvolgere la montagna ed a custodire intatti i suoi terrificanti segreti nucleari!



Basi americane e militarizzazione dei territori:
la base IMMZ di Monte Mancuso



Breve dossier sulla Base IMMZ di Monte Mancuso (CZ) realizzato ed illustrato in occasione della presentazione del libro “Un Eco MUOStro a Niscemi” di Antonio Mazzeo. (19 giugno 2012)

BASI AMERICANE E MILITARIZZAZIONE DEI TERRITORI



Le basi militari in Italia
Sono 113 le basi militari, attive e non, in Italia. (per il sole 24 ore sono 11 (1))
In Calabria, in particolare, la mappa riporta 3 siti:
- Crotone. Stazione di telecomunicazioni e radar Usa e Nato.
- Monte Mancuso [Cz]. Stazione di telecomunicazioni Usa.
- Sellia Marina [Cz]. Centro telecomunicazioni Usa con copertura Nato.

Ci soffermeremo, quindi, sulla base di Monte Mancuso.

ACE HIGH STATION
MONTE MANCUSO – IMMZ


La base di Monte Mancuso, la IMMZ, faceva parte dell’ACE-HIGH Network, un sistema strategico per le radiocomunicazioni nell’ambito Nato che collegava tra di loro e con i centri decisionali e di comando, tutti i radar remoti posti sui confini est dell’Alleanza Atlantica.

In particolare, la IMMZ era un centro nodale da dove partiva un collegamento con la Grecia e la Turchia tramite la stazione di Cefalonia GKFZ.

La base fu ultimata nel 1960 quando, come testimoniano queste foto, sotto la neve si issa il paraboloide sperimentale per la prova della tratta con Cefalonia.

Nel 1970 quindi la base, come dimostrano queste altre foto scattate all’interno della sala OH, era a pieno regime.

Per capire meglio cosa succedeva nella base e per studiare l’impatto che essa ha avuto sul territorio ci siamo recati a Falerna per raccogliere alcune testimonianze:
<<gli abitanti del posto ed i boscaioli che lavoravano nei boschi intorno alla base, non potevano dire cosa succedeva li dentro>>;
<<nel 1991, durante la guerra in Iraq spesso i militari scendevano in paese a Falerna>>;
<<nel 2002 c’erano solo 3 soldati di guardia nella base>>.

Proprio questi segreti sulla base hanno generato nella popolazione diverse preoccupazioni e diversi misteri. Sono in molti a sostenere, infatti, che sotto la base fosse nascosto qualcosa di pericoloso…
Ed il pensiero va subito alle bombe atomiche americane.

Nonostante la posizione favorevole ed il compito che doveva svolgere, il ponte radio di Monte Mancuso non è stato mai citato nelle inchieste sulla strage di Ustica.


La Base oggi
Superata la Guerra Fredda, molte delle basi USA in Italia sono state dismesse o riconvertite. L’ACE-HIGH Network venne chiuso nella prima metà degli anni ’90 (in Italia 94-95). La IMMZ, cessata ufficialmente la propria funzione di ponte radio, rimani lì, tra la nebbia e la fitta vegetazione di Monte Mancuso, con le sue grandi antenne e i suoi misteri.

03immzline




FONTI
www.francescocataudo.it/MancusoItinerario/index.htm
http://altralamezia.org/2012/06/19/basi-am...-monte-mancuso/
www.ik4mgv.it/Amarcord2.htm
http://scirocco.blog.tiscali.it/2010/06/


NOTE

(1) La Nato in Italia: 116 strutture in tutto
L’Italia - un po’ per la sua posizione geografica, e un po’ perché per moltissimi anni ebbe uno dei più forti partiti comunisti di tutto l’Occidente – ospita sul suo territorio tantissime basi: Aviano, Sigonella, Ederle, Ghedi sono quelle che conoscono tutti, perché sono le più grandi e le più attive in caso di conflitti. Ma sul nostro territorio le strutture riconducibili alla NATO o anche esclusivamente all’esercito statunitense sono ben 116. Si tratta soprattutto di depositi, piccoli centri di comunicazione o soltanto di antenne. In alcuni casi non esiste nessuna guarnigione, e manutenzione e sicurezza sono garantite da personale italiano.

NORD
Delle regioni settentrionali l’unica a non ospitare nessuna base è la Valle d’Aosta, mentre la concentrazione maggiore la si trova in Veneto.

Piemonte: sono due, entrambe della Nato, e si trovano a Cameri (Novara) e a Candelo-Masazza (Vercelli).
Lombardia: due in provincia di Brescia (a Ghedi e a Montichiari), una in provincia di Pavia (a Remondò), e soprattutto il comando Nato di Solbiate Olona in provincia di Varese. In una frazione di Castiglione delle Stiviere e di Cavriana (Mantova), e a Sorico (Como) si trovano delle antenne utilizzate per le telecomunicazioni.
Veneto: le truppe Nato dell’Europa Meridionale hanno il loro quartier generale presso la "Caserma Carlo Ederle" a Vicenza. Nella stesso distretto si trovano basi anche a Longare, a Tormeno e a Vicenza stessa. La provincia di Verona è “fornita” di 5 basi: Bovolone, Affi, Erbezzo, Lunghezzano e il Comando Nato delle Forze di Terra dell’Europa del Sud nella città di Giulietta e Romeo. In provincia di Padova si possono trovare truppe Usa/Nato a S.Anna di Alfaedo, a Conselve e sul Monte Venda. Numerose anche le basi in provincia di Treviso (Istrana, Ciano, Oderzo e Condogné) e Venezia (Ceggia, Scorzè, Lame di Concordia, Venezia, Boscomantivo).
Trentino-Alto Adige: due centri-radio sul Monte Paganella (Trento) e sulla Cima Gallina (Bolzano).
Friuli Venezia-Giulia: ovviamente Aviano (Pordenone), Roveredo (sempre Pordenone), Trieste e tre in provincia di Udine (Maniago, Rivolto e San Bernardo).
Liguria: a Finale Ligure a a S.Bartolomeo, in provincia di La Spezia.
Emilia-Romagna: Parma, Bologna, Rimini (due), Piacenza. Ma anche a Pisignano (Ravenna), Poggio Renatico (Ferrara), S.Damiano (Piacenza) e sul Monte Cimone (Modena).

CENTRO
Umbria, Abruzzo e Molise non vedono la presenza di nessuna base.

Toscana: la conosciutissima Camp Darby si trova in provincia di Pisa, e anche la città della torre pendente ospita un aeroporto militare utilizzabile da velivoli a stelle e strisce. E poi Coltano (ancora Pisa), Livorno, Monte Giogo (Massa Carrara) e Poggio Ballone (Grosseto).
Marche: soltanto una, a Potenza Picena in provincia di Macerata.
Lazio: Roma, Rocca di Papa (Roma), Gaeta e Casale delle Palme (Latina). All’occorrenza può essere utilizzato come scalo militare anche l’aeroporto di Ciampino.

SUD
Basi e – soprattutto – centri di comunicazioni sono presenti in tutte le regioni di questa area a cavallo tra Balcani, Africa, Mediterraneo orientale ed Europa continentale.

Campania: il porto e l’aeroporto di Napoli hanno aree militari riservate, tanto che una portaerei americana nel golfo del capoluogo campano è uno spettacolo piuttosto abituale. In provincia di Napoli ci sono anche le basi di Bagnoli, Ischia, Nisida, Agnano, Giugliano, Monte Camaldoli e Licola. Una base anche in provincia di Avellino (Montevergine) e due in provincia di Caserta (Mondragone e Lago Patria).
Basilicata: due, a Cirigliano e a Pietraficcata, entrambe in provincia di Matera.
Puglia: Brindisi, Taranto, Otranto (Lecce), Gioia del Colle (Bari), Amendola (Foggia), Monte Iacotenente (Foggia), Punta della Contessa (Brindisi), Martina Franca (Taranto) e San Vito dei Normanni (Brindisi).
Calabria: tre stazioni di comunicazione a Crotone, Monte Mancuso e Sellia Marina (entrambi in provincia di Catanzaro).

ISOLE
Sicilia e Sardegna hanno entrambe moltissime basi.

Sicilia: la notissima Sigonella in provincia di Catania, al centro di un vivacissimo scontro politico-diplomatico a metà degli anni Ottanta, è soltanto la più famosa. Sempre in provincia di Catania basi si trovano a Caltagirone, Vizzini e Motta S.Anastasia. E poi Marina di Marza (Ragusa), Monte Lauro (Siracusa), Niscemi (Caltanissetta), Trapani, Centuripe (Enna), Augusta (Siracusa). Infine tre isole: Lampedusa, Pantelleria e l’Isola delle Femmine.
Sardegna: Capo Teulada (Cagliari), Oristano, Isola della Maddalena (Sassari), Sinis di Cabras (Oristano), Perdasdefogu (Nuoro), Tempio (Sassari), Cagliari, Isola di Tavolara (Sassari), Monte Arci (Oristano), Monte Limbara (Sassari), Santulussurgiu (Oristano) e Capo Frasca (Oristano). Infine queste sono le basi in provincia di Cagliari: Elmas, Decimomannu, Capo di San Lorenzo, Monte Urpino, Salto di Quirra. fonte
 
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Ceskystev
view post Posted on 21/6/2012, 23:44




CITAZIONE
Sicilia: la notissima Sigonella in provincia di Catania, al centro di un vivacissimo scontro politico-diplomatico a metà degli anni Ottanta, è soltanto la più famosa. Sempre in provincia di Catania basi si trovano a Caltagirone, Vizzini e Motta S.Anastasia. E poi Marina di Marza (Ragusa), Monte Lauro (Siracusa), Niscemi (Caltanissetta), Trapani, Centuripe (Enna), Augusta (Siracusa).

Si, la Sicilia è piena, ecco perché l'unico modo per poterla liberare sarebbe isolarla elettricamente, mettendo in ginocchio la tecnologia USA a corrente.
 
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Georgij Konstantinovic Zukov
view post Posted on 22/6/2012, 07:02




Sarebbe curioso domandare agli americani cosa ci facciano realmente in Italia.
La risposta forse è sotto intesa.
 
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view post Posted on 22/6/2012, 08:50

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CITAZIONE
ecco perché l'unico modo per poterla liberare sarebbe isolarla elettricamente

anche se vine bombardata si risolve il problema.. ci penserà Bashar al-Assad...

CITAZIONE (Georgij Konstantinovic Zukov @ 22/6/2012, 08:02) 
Sarebbe curioso domandare agli americani cosa ci facciano realmente in Italia.
La risposta forse è sotto intesa.

a cagarci il kass :asd:
 
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Georgij Konstantinovic Zukov
view post Posted on 22/6/2012, 09:44




Sogno di cantare "Fischia il vento" alle porte delle loro basi e convergervi assieme ai partigiani e porre fine alla loro invasione ma ciò è utopia.
 
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view post Posted on 22/6/2012, 12:24
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La sicilia è piena? Vogliamo parlare della Sardegna? Da sola contiene il 40% delle installazioni militari di tutto il territorio italiano
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 1/7/2012, 12:46




CITAZIONE
La sicilia è piena? Vogliamo parlare della Sardegna? Da sola contiene il 40% delle installazioni militari di tutto il territorio italiano

L'italia era considerata da Mussolini una portaerea , non dobbiamo stupirci di ciò , sono presenti anche basi dotate di ordigni nucleari sopratutto al Nord e al Centro ( Vedi livorno )

Padania nucleare

L'Italia è una potenza nucleare in franchising. La licenza, dalla fine della seconda guerra mondiale, l'abbiamo ottenuta dagli Stati Uniti. Sul nostro territorio ci sono ordigni nucleari americani pronti a essere caricati su un bombardiere e lanciati su uno Stato canaglia a scelta. Nel blog in questi cinque anni sono state riportate tutte le informazioni possibili sui depositi nucleari di Aviano e Ghedi Torre contenenti 90 testate nucleari. Fotografie dall'alto dei siti, tipo di ordigni, servizi, interviste, documenti.
Un rapporto del Dipartimento della Difesa Usa ha valutato il potenziale distruttivo pari a 900 volte Hiroshima. Il documento fu ordinato Roger Brady, comandante dell'Air Force in Europa, dopo che un B52 trasportò per errore sei testate atomiche sorvolando gli Stati Uniti. Nel rapporto si rilevano: "problemi di edifici di supporto, alle recinzioni dei depositi, all'illuminazione e ai sistemi di sicurezza, a guardia delle basi vi sono soldati di leva con pochi mesi di addestramento".
Nella base di Ghedi Torre, alcuni anni fa, un gruppo di ragazzi improvvisò un picnic per una mezz'ora prima di essere identificato. Era un test per verificare le misure di sicurezza che fu documentato in seguito dalla televisione svizzera italiana. I nostri vicini sono da sempre preoccupati di un incidente nucleare a due passi da casa loro. Può capitare. L'imponderabile è sempre in agguato. Un'esplosione dovuta a un errore umano o a un attacco terroristico cancellerebbe dalla carta geografica il Nord Italia e parte dei Paesi confinanti. Addio Padania.
In Italia nessuna reazione, eppure per Pdl e Pdmenoelle chi si preoccupano dell'Iran nuclearizzato almeno una volta alla settimana, ospitare un numero di testate sufficienti a spazzare via la vita dall'Europa dovrebbe essere un problema fondamentale. Una questione di vita e di morte. Persino la rivista TIME si è posta in un recente articolo dal titolo. "What to do about Europe secret nukes" (Cosa fare con le testate nucleari segrete dell'Europa) la domanda: "Is Italy capable of delivering a thermonuclear strike?" (L'Italia è capace di effettuare un attacco termonucleare?). Secondo il TIME, In caso di guerra l'Italia, in virtù di un accordo sottoscritto durante la Guerra Fredda, potrebbe acquisire il controllo delle bombe termonucleari B61 presenti sul suo territorio.
La presenza di ordigni nucleari in Italia è contraria al Trattato di non proliferazione nucleare (NPT), oltre che antistorica a vent'anni dalla caduta del muro di Berlino. Le bombe made in USA devono ritornare al loro Paese di origine. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

FONTE

http://www.ngiforum.com/politica-e-attuali...a-nucleare.html

 
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view post Posted on 26/11/2012, 16:00

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Bagnoli dice addio alla Nato dopo 59 anni
Il Comando si trasferisce a Lago Patria



NAPOLI - La fine di un'epoca. Così i militari del Comando interforze alleato di Bagnoli definiscono la chiusura della base Nato di Napoli, per 59 anni centro dello scacchiere degli equilibri mondiali , che dal 3 dicembre si trasferirà nella nuova sede di Lago Patria. continua
 
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view post Posted on 26/11/2012, 19:18
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L'Italia è una mega portaerei che si affaccia sul Mediterraneo, si sporge a Est e sbircia a Oriente. All'interno di questa mega portaerei c'è la Sardegna, che fa parte della portaerei, ma non ha il fastidioso problema della gente e delle città. Una sorta di ponte libero, ettari ed ettari non cari, quasi spopolati, ma comunque abitati da gente, i sardi, tenaci e coriacei, ma come risaputo incapaci di costituire movimenti collettivi o iniziative comuni. L'isola è povera e per questo facilmente comprabile con poche centinaia di posti di lavoro nelle basi militari, da offrire come mangime a qualche compiacente politico nazionale e regionale.
Da un rapporto della CIA degli anni Sessanta.
 
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Paolo Bitta
view post Posted on 26/11/2012, 23:24




CITAZIONE (RedSioux @ 26/11/2012, 19:18) 
L'Italia è una mega portaerei che si affaccia sul Mediterraneo, si sporge a Est e sbircia a Oriente. All'interno di questa mega portaerei c'è la Sardegna, che fa parte della portaerei, ma non ha il fastidioso problema della gente e delle città. Una sorta di ponte libero, ettari ed ettari non cari, quasi spopolati, ma comunque abitati da gente, i sardi, tenaci e coriacei, ma come risaputo incapaci di costituire movimenti collettivi o iniziative comuni. L'isola è povera e per questo facilmente comprabile con poche centinaia di posti di lavoro nelle basi militari, da offrire come mangime a qualche compiacente politico nazionale e regionale.
Da un rapporto della CIA degli anni Sessanta.

Come ci vedono in america

:sick:
 
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®edboy™
view post Posted on 27/11/2012, 14:49




come vedono tutto il mondo, il pensiero capitalista più spinto, come nei cartoni animati (la mia grande cultura eh) gli occhi a forma di soldi, ovunque vedono petrolio,soldi.......FREE GAZA
 
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view post Posted on 21/9/2013, 13:51

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Tra pascoli, bombe e malformazioni


Vi vorrei porre un indovinello. Qual'è la regione italiana che nel raggio di pochi km ha ben 3 poligoni di tiro NATO ed un aeroporto militare NATO?

Qualcuno dei compagni dovrebbe saperlo... prima date una risposta e dopo controllate qui
 
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view post Posted on 21/9/2013, 15:17
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Ichnusa
 
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view post Posted on 10/9/2016, 07:43

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Italia, laboratorio di guerra NATO&USA

In Italia è in atto una colonizzazione militare. Sono più di100 le basi NATO e degli Stati Uniti sul territorio italiano, aree dove gli americani fanno spesso e volentieri quello che vogliono. L’Italia è di fatto un deposito di armi straniere, comprese 90 bombe atomiche, un vero laboratorio di guerra NATO & USA.La guerra fredda è lontana, ma l'attività della NATO e la sua presenza in Europa non fa che aumentare. L'Italia è un esempio emblematico, rappresenta una piattaforma di lancio ideale per gli Stati Uniti e le loro guerre, il tutto nel silenzio assoluto dei politici e dei mass media. Gli italiani non sanno che cosa accade all'interno delle basi militari americane sul suolo italiano, non si ha nemmeno la certezza del numero delle testate atomiche che si aggira fra le 60 e le 90 bombe. In effetti gli americani trovano una grande libertà d'azione in Italia, che si può ormai chiamare "la terra delle basi USA". È ora di chiedersi finalmente a che cosa servono le basi NATO e USA in Italia? Quali sono i rischi che corre l'Italia? Sputnik Italia ne ha parlato con Antonio Mazzeo, giornalista da tempo impegnato nei temi della pace e della militarizzazione. — Antonio, quante basi militari e soldati americani ci sono sul territorio italiano? Abbiamo dei dati? © Foto: Antonio Mazzeo, giornalista da tempo impegnato nei temi della pace e della militarizzazione — Formalmente abbiamo la possibilità di avere dei dati più o meno reali dalle richieste che fa il Dipartimento della Difesa al Congresso e al Senato per farsi autorizzare le spese per potenziamenti delle basi americane in Italia. Una volta che fanno queste richieste presentano delle schede riassuntive sulle basi, dove trovi delle informazioni sulle funzioni e il numero di addetti militari e civili presenti nelle basi. Si parla di oltre una decina di migliaia di addetti fra militari e civili. Qui bisogna aggiungervi le famiglie al seguito degli ufficiali e del personale militare. — Con quale forma giuridica viene regolamentata questa presenza? — In Italia viene regolamentata attraverso una serie di protocolli che di fatto consentono la presenza delle infrastrutture. Nei protocolli viene riassunto anche il tipo di funzione e il tipo di infrastrutture all'interno delle basi. Mi riferisco al complesso di basi a Vicenza, la base di Aviano, la base di Camp Darby fra Pisa e Livorno, la base di Sigonella, il comando di Napoli a Capodichino. — In alcune basi però sono presenti delle testate nucleari e qui la questione si fa molto delicata. — È un dato accertato che in questo momento in Italia nelle infrastrutture di Aviano e di Ghedi in provincia di Brescia sono presenti fra le 60 e le 90 testate nucleari. Fra l'altro queste testate sono in via di aggiornamento. C'è un grosso progetto statunitense di potenziamento. — La presenza di bombe atomiche sul territorio non va in contrasto con quello che è il trattato di non proliferazione? © AFP 2016/ JEAN CHRISTOPHE MAGNENETDifesa e guerra, in Italia è tabù — Questo fatto è già stato denunciato da numerosi costituzionalisti e politologi. Sicuramente la presenza di testate nucleari in territorio italiano viola la firma del Trattato internazionale di non proliferazione sottoscritto dal governo italiano. Non si può nemmeno dire che sono delle testate statunitensi e possiamo dunque non sapere della loro presenza sul territorio italiano. È falso, perché le testate nucleari B61possono essere messe a disposizione anche dei cacciabombardieri italiani. In caso di crisi internazionali queste testate possono essere messe a disposizione dell'Aeronautica italiana. La violazione è palese da parte delle autorità italiane. — Le basi americane e quelle NATO sono considerate suolo italiano o americano? Gli italiani possono sapere che cosa avviene all'interno di queste basi? — Scateni uno dei grandi quesiti e dibattiti di cui non c'è mai stata soluzione. Innanzitutto esistono basi USA e basi NATO e non detto che le basi americane siano sempre delle basi NATO. Vorrei citare l'esempio della base di Sigonella. Questa base ha un'area sotto il controllo unico degli Stati Uniti a tutti gli effetti, in particolare della Marina e dell'Aeronautica. Qui non c'è assolutamente la possibilità da parte delle autorità italiane di poter sapere delle operazioni militari che vengono eseguite. La vicenda della famosa notte di Sigonella nel'85 quando si creò uno dei più grandi conflitti politico militari fra Italia e Stati Uniti ne è un esempio: si trattò di una vera e propria operazione di pirateria aerea quando obbligarono un aereo che trasportava un gruppo palestinese ad atterrare a Sigonella. Questa è la dimostrazione palese che gli americani in un pezzo di territorio hanno la possibilità di fare quello che vogliono. Sempre a Sigonella c'è un'area a tutti gli effetti NATO, il comando è condiviso in sede atlantica. All'interno di questa base c'è anche un'area italiana, dov'è prevista la presenza del 41-simo stormo dell'Aeronautica militare che è sotto comando dell'Aeronautica stessa. — Ci sono basi militari quindi molto diverse fra loro? © flickr.com/ Stephen MelkisethianCon i droni USA di Sigonella l’Italia vola in guerra — La situazione è molto più complessa della divisione fra basi USA e basi NATO, perché ci sono delle basi italiane che vengono messe a disposizione di volta in volta delle forze aeree statunitensi. È il caso della base italiana Pantelleria, che da un anno e mezzo viene messa a disposizione delle forze armate statunitensi. Si tratta di un aereo appartenente ad una compagnia statunitense, che però compie azioni militari di spionaggio di tutto il Nord Africa, dalla Tunisia fino all'Egitto sotto il comando di USAFRICOM. La situazione oggi è molto più complessa, perché ci sono in Italia strutture civili, dove però di volta in volta vi è autorizzato il dislocamento di aerei o NATO o delle forze armate statunitensi. Molte delle basi italiane vengono messe a disposizione anche di forze armate di Paesi che non sono all'interno dell'Alleanza Atlantica. In Sardegna si fa un utilizzo costante dei poligoni e degli aeroporti messi a disposizione delle forze armate di Israele o di molti Paesi del mondo arabo come l'Arabia Saudita, il Qatar. La situazione con le basi militari in Italia viola i principi costituzionali e sfugge a quello che dovrebbe essere il controllo parlamentare. — In effetti in alcune basi militari in Italia gli americani fanno un po'quello che vogliono. La popolazione come reagisce a tutta questa situazione? — Rispetto alla gravità della situazione e al fatto che molte basi in Italia vengono già utilizzate per operazioni di guerra in Medio Oriente, in Africa, ovviamente la risposta, o meglio, la consapevolezza da parte italiana è veramente minima. Se neanche il Parlamento italiano ritiene di non doversi mai confrontare e aprire un dibattito serio su quello che è accaduto negli ultimi anni, è troppo chiedere che sia la popolazione a farlo. © Foto: fornita da Chiara PaladinoGli italiani dicono “no” alla guerra e alla NATO I grandi sistemi mediatici inoltre fanno in tutti i modi per non dare informazioni sulla gravità, per cui è chiaro che la risposta e la consapevolezza da parte della popolazione sia molto bassa. Non dobbiamo dimenticare comunque che in Sicilia, Sardegna, in Veneto sono state diverse le forme di lotta rispetto ai processi di militarizzazione e al rafforzamento della presenza militare straniera, USA e NATO nel nostro Paese. La vicenda del M.u.o.s di Niscemi è emblematica, vi è stata un'opposizione alla costruzione dell'aeroporto Dal Molin a Vicenza. Meno note forse in Italia sono le forme di opposizione dal basso che si verificano in Sardegna, rispetto la presenza militare e l'uso di buona parte del territorio per sperimentare sistemi di guerra. Inoltre l'anno scorso di fronte alle maxi esercitazioni NATO "Trident Juncture" si sono svolte diverse manifestazioni di opposizione. Ora sono in atto nell'isola da tutti conosciuta per l'immigrazione, Lampedusa, che ha visto un boom di militarizzazione inimmaginabile: l'isola si trasforma in una selva di sistemi radar, uno degli avamposti principali della NATO nel Mediterraneo. — L'Italia che cosa rischia secondo te essendo coinvolta in una NATO molto aggressiva, tenendo conto delle numerose basi militari americane sul suo territorio? — La NATO non è mai stata una struttura difensiva, questo potevano mascherarlo quando c'era la guerra fredda. Caduto l'altro blocco è caduta anche la foglia di fico che dimostra il ruolo profondamente aggressivo e imperialista di questa alleanza. La NATO è cambiata, è molto più complessa, è un'alleanza fatta anche di attori che non sono subordinati agli Stati Uniti. Penso al ruolo della Turchia in questo momento, ma penso anche alla Francia e alla Gran Bretagna, che vogliono assumere un ruolo da primadonna per esempio nel continente africano, anche in conflitto e in tensione con altri Paesi della NATO. Questo a mio avviso aumenta il rischio per Paesi come l'Italia a trovarsi in un'alleanza atlantica che è sempre più aggressiva, imperialista che vede al suo interno interessi contrastanti con gli interessi economici, politici e militari del nostro Paese. In questo contesto, di fatto, la presenza NATO influisce sulla politica estera italiana, ma anche sulla sua situazione sociale e politica interna. L'opinione dell'autore può non coincidere con la posizione della redazione.

Leggi tutto: http://it.sputniknews.com/opinioni/2016090...lla-guerra.html
 
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view post Posted on 8/3/2020, 22:08
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vietcong

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risaputo ma una lettura non fa male

Ecco le 70 bombe nucleari in Italia

CITAZIONE (§kãtê®RëЙ @ 21/9/2013, 13:51) 

Tra pascoli, bombe e malformazioni


Vi vorrei porre un indovinello. Qual'è la regione italiana che nel raggio di pochi km ha ben 3 poligoni di tiro NATO ed un aeroporto militare NATO?

Qualcuno dei compagni dovrebbe saperlo... prima date una risposta e dopo controllate qui

Ci hanno fatto un bellissimo documentario qualche anno fa, questo: Materia oscura (documentario) - Wikipedia, ve lo consiglio caldamente, merita
 
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19 replies since 20/6/2012, 11:24   2901 views
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