Comunismo - Scintilla Rossa

Comunismo e filosofia, di Amedeo Curatoli

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view post Posted on 16/12/2021, 20:59

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Grazie compagno mi metterò a leggere ciò che mi hai consigliato.

QUOTE
La filosofia é sempre ideologia, ovvero un insieme di idee sul mondo dedotto socialmente e storicamente(ovvero non scende mai dal cielo). È sempre "di parte", ha sempre un'origine di classe.

Come dovrebbe comportarsi un marxista di fronte a ciò?
Nel socialismo la filosofia andrebbe bene purché rimanga innocua oppure andrebbe combattuta?
Io da piccolo-borghese quale sono mi dispiacerei se si bruciassero i testi di Platone, indipendentemente dal fatto che indirettamente o meno sostenevano la classe schiavista ateniese.
 
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view post Posted on 16/12/2021, 22:01
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CITAZIONE
mi dispiacerei se si bruciassero i testi di Platone, indipendentemente dal fatto che indirettamente o meno sostenevano la classe schiavista ateniese.

e perchè mai qualcuno dovrebbe bruciarli?
 
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view post Posted on 16/12/2021, 22:24
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CITAZIONE (k7ygd @ 16/12/2021, 20:59) 
Grazie compagno

Grazie a te per l'interessamento.

CITAZIONE (k7ygd @ 16/12/2021, 20:59) 
Come dovrebbe comportarsi un marxista di fronte a ciò?
Nel socialismo la filosofia andrebbe bene purché rimanga innocua oppure andrebbe combattuta?

In che senso "la filosofia"? Quella passata?

CITAZIONE (k7ygd @ 16/12/2021, 20:59) 
Io da piccolo-borghese quale sono mi dispiacerei se si bruciassero i testi di Platone, indipendentemente dal fatto che indirettamente o meno sostenevano la classe schiavista ateniese.

Prenderei personalmente a calci chi lo facesse e credo anche qualunque marxista serio.

Il fatto che sia socialmente dedotta non è una condanna morale, ma solo un dato fattuale attraverso cui ricostruire la storia della filosofia in quanto storia delle idee che ebbe questa o quella classe in relazione alla propria posizione di classe e agli avvenimenti sociali e storici della propria epoca.
 
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view post Posted on 17/12/2021, 06:22

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QUOTE (Ruhan @ 16/12/2021, 22:24) 
QUOTE (k7ygd @ 16/12/2021, 20:59) 
Come dovrebbe comportarsi un marxista di fronte a ciò?
Nel socialismo la filosofia andrebbe bene purché rimanga innocua oppure andrebbe combattuta?

In che senso "la filosofia"? Quella passata?

Non si può parlare di "filosofia passata" in senso cronologico perché Heidegger è posteriore a Marx.
A meno che non si voglia adottare una terminologia che divida la filosofia in idealista e marxista, per filosofia intendo tutta quella che conosciamo, in quanto il marxismo e tutta una eventuale futura neofilosofia-comunista che nascesse dopo la vittoria del socialismo non potrebbero più essere considerati come semplici filosofie ma come scienze, seppur si fondino in parte sullo stesso terreno su cui giocò (e gioca ancora) la filosofia. Ogni eventuale futura neofilosofia-comunista che non fosse scientifica, ossia ignorasse gli insegnamenti marxisti, sarebbe antistorica e una riproposizione caricaturale di quella che fu la filosofia in tutta la sua miseria.

QUOTE
e perchè mai qualcuno dovrebbe bruciarli?

Perché se nel socialismo i rimasugli della borghesia si rifacessero a quei testi, come hanno fatto per esempio in Cina con Confucio, come dovrà essere condotta la lotta culturale? Non certo puramente sul piano teorico. D'altra parte punire i singoli individui e lasciare libera la filosofia non-marxista non sarebbe come dire "fermiamo i terroristi ma lasciamo libere in circolazione le bombe"?
Forse bruciarli sarebbe una misura esagerata, troglodita direbbe Stalin, ma si potrebbe sequestrarli e archiviarli fino alla vittoria del socialismo.

Edited by k7ygd - 17/12/2021, 07:50
 
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view post Posted on 17/12/2021, 13:22
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CITAZIONE (k7ygd @ 17/12/2021, 06:22) 
Non si può parlare di "filosofia passata" in senso cronologico perché Heidegger è posteriore a Marx.

Sarà posteriore a Marx, ma è anteriore rispetto a noialtri :D

Quello che ti chiedevo è: intendi la filosofia già scritta o quella che verrà scritta in seguito ad una eventuale rivoluzione? Perché la questione cambia a seconda che si tratti dell'una o dell'altra. Una già circola e sarebbe assurdo fare roghi di libri. L'altra(quella successiva alla rivoluzione) è difficile che circoli semplicemente perché non incontra il dibattito intellettuale che si instaura solitamente a seguito di una rivoluzione. Non è che in URSS, ad esempio, si vietasse formalmente di leggere Heidegger(non che io sappia; non ricordo provvedimenti in tal senso, ma si prenda un qualunque autore filosofico di quell'epoca se il mio esempio non funziona); semplicemente veniva perlopiù ignorato perché parlava di cose che per gli intellettuali sovietici non avevano nessun senso, che non corrispondevano ai problemi intellettuali di punta in URSS; e quei "pochi" che lo leggevano, lo criticavano.

Perché Evola - ad esempio - è molto letto durante il fascismo e molto meno dopo la caduta del fascismo? Eppure nessuno vietava le sue opere nell'Italia repubblicana. Semplicemente perché caduto il regime fascista erano completamente cambiati i problemi intellettuali di punta, le domande "filosofiche" della classe dominante e della opinione pubblica giornalistica, i gusti e le sensibilità. E questo perché la situazione era mutata: Evola non rispondeva più ai "problemi" della situazione presente e quindi veniva perlopiù ignorato e letto solo in certi circoletti di quattro gatti. Lo stesso avviene con la filosofia borghese scritta post-rivoluzione: non parla dei problemi che si pongono in una nazione che vive il periodo rivoluzionario e quindi non suscita nessun interesse o quasi nessun interesse. Di conseguenza non si pone spesso nemmeno la necessità di tradurre certe opere e così via.

CITAZIONE (k7ygd @ 17/12/2021, 06:22) 
A meno che non si voglia adottare una terminologia che divida la filosofia in idealista e marxista, per filosofia intendo tutta quella che conosciamo, in quanto il marxismo e tutta una eventuale futura neofilosofia-comunista che nascesse dopo la vittoria del socialismo non potrebbero più essere considerati come semplici filosofie ma come scienze, seppur si fondino in parte sullo stesso terreno su cui giocò (e gioca ancora) la filosofia. Ogni eventuale futura neofilosofia-comunista che non fosse scientifica, ossia ignorasse gli insegnamenti marxisti, sarebbe antistorica e una riproposizione caricaturale di quella che fu la filosofia in tutta la sua miseria.

Come hai scritto tu stesso, la filosofia non-marxista difetta di scientificità e dunque di materialismo; si può benissimo dire che tutta la filosofia non-marxista è affetta dal tarlo idealista e metafisico(in diversa misura).

CITAZIONE (k7ygd @ 17/12/2021, 06:22) 
Perché se nel socialismo i rimasugli della borghesia si rifacessero a quei testi, come hanno fatto per esempio in Cina con Confucio, come dovrà essere condotta la lotta culturale?

Non certo bruciando le opere di Confucio o di Platone, ma conducendo una lotta teorica ed ideologica(e non solo teorica nel caso di soggetti o gruppi controrivoluzionari) verso quelle tesi borghesi che riprendono eventuali autori del passato per piegarli - consapevolmente o non - ai propri scopi di classe.

CITAZIONE (k7ygd @ 17/12/2021, 06:22) 
D'altra parte punire i singoli individui e lasciare libera la filosofia non-marxista non sarebbe come dire "fermiamo i terroristi ma lasciamo libere in circolazione le bombe"?

Per quanto riguarda i controrivoluzionari dichiarati e i sabotatori della causa del socialismo è semplice: togliamo loro la libertà di parola.
La questione è diversa quando invece ci troviamo di fronte a idee errate nel popolo.
Sarebbe giusto condannare queste idee senza dar loro la possibilità di esprimersi? No di certo.
Applicare metodi semplicistici per risolvere le questioni ideologiche in seno al popolo, le questioni legate alla vita intellettuale dell'uomo, non è soltanto inefficace, ma estremamente controproducente.
Si può vietare che le idee sbagliate siano espresse, ma le idee rimarranno sempre.
E le idee giuste, se le si coltiva in serra senza esporle al vento e alla pioggia, senza immunizzarle, non riusciranno a trionfare nello scontro con le idee sbagliate.
Quindi soltanto con il metodo della discussione, della critica e del ragionamento possiamo realmente far progredire le idee giuste, togliere di mezzo quelle sbagliate e risolvere effettivamente i problemi.
L'ideologia borghese e piccolo-borghese si rifletterà senza dubbio da qualche parte; senza dubbio, ostinatamente in tutti i modi possibili, si esprimerà nelle questioni politiche e ideologiche.
Non è possibile impedirlo: non dobbiamo impedire a questa ideologia di manifestarsi facendo ricorso a mezzi repressivi, ma permetterle di esprimersi e nello stesso tempo discuterla e criticarla opportunamente, perché è incontestabile che dobbiamo criticare tutti i tipi di idee sbagliate, e che non possiamo astenerci dal criticarle e, rimanendo semplici spettatori, permettere che si diffondano senza controllo e prendano piede.

Gli errori devono essere criticati e le erbe velenose sradicate.
Ma in questo campo la critica non deve essere dogmatica; non bisogna applicare il metodo metafisico ma sforzarsi di ricorrere al metodo dialettico.
La critica deve fondarsi sull'analisi scientifica ed essere completamente convincente.
La critica dogmatica non risolve nulla.
Non vogliamo erbe velenose di nessun genere, ma dobbiamo accuratamente distinguere tra quello che è realmente erba velenosa e quello che in realtà è fiore fragrante.
Dobbiamo imparare insieme alle masse a fare questa attenta distinzione e con loro lottare contro le erbe velenose applicando dei metodi giusti. 》

( Mao, "Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo" )





Tradotto nella nostra situazione(in cui non esiste una distinzione tra borghesia compradora e non) ai sabotatori controrivoluzionari dichiarati viene tolta la parola e così anche alla borghesia appena spodestata; ma lo stesso non si potrà di certo fare con quegli strascichi ideologici piccolo-borghesi che continueranno a permanere in certi strati intellettuali o in generale della cosiddetta "opinione pubblica". Qui si dovrà applicare la critica scientifica, perché solo lo scontro tempra la teoria e la rende inattaccabile, convincente. È proprio semplicemente inefficace indietreggiare, nascondere etc. Rivela debolezza teorica, paura della critica e quindi non-scientificità delle proprie teorie. E nella critica scientifica rientra chiaramente anche la dimostrazione della efficacia pratica delle idee giuste rispetto alla inefficacia pratica di quelle sbagliate.

Bisogna distinguere tra chi sabota e soffia sulla controrivoluzione(da fermare con metodi coercitivi) e le idee sbagliate che circolano tra le masse. Sono due questioni differenti.

Perciò sarebbe assurdo:
CITAZIONE (k7ygd @ 17/12/2021, 06:22) 
Forse bruciarli sarebbe una misura esagerata, troglodita direbbe Stalin, ma si potrebbe sequestrarli e archiviarli fino alla vittoria del socialismo.

Non si tratta di impedire alle idee "sbagliate" di circolare, ma di criticarle, scontrarsi con esse affinché esse vengano sostituite da nuove idee che diverranno dominanti proprio attraverso lo scontro dialettico. Esattamente come fece Lenin con tutta la filosofia passata e contemporanea alla sua epoca, e come continuarono a fare in seguito i vari Sceptulin o Zdanov. Questi ultimi citano a chiare lettere non solo i filosofi morti e sepolti, ma addirittura quelli a loro contemporanei come Sartre e compagnia. E li criticano, non li archiviano. Anche perché la rivoluzione non avviene in uno spazio vuoto, ma anzi, in uno spazio di accerchiamento imperialista non solo in senso militare, ma anche in senso ideologico. Difficile archiviare una ideologia che ancora esiste ed è viva e vegeta, e che bisogna conoscere per poterla combattere, criticare nel merito.



Detto questo, capisco perfettamente le tue paure a riguardo, ma spesso le soluzioni più semplici non sono anche le migliori, specie quando si tratta una "materia" tanto scivolosa come quella delle idee che circolano tra le masse.

Edited by Ruhan - 17/12/2021, 14:25
 
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view post Posted on 17/12/2021, 15:21

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Il passo di Mao è chiarissimo.
Le mie paure nascono dal fallimento del socialismo in URSS e Cina e la presa del potere del revisionismo, anche se non ho la conoscenza storica necessaria a determinare quali siano state le cause maggiori.
 
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view post Posted on 17/12/2021, 15:34
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CITAZIONE (k7ygd @ 17/12/2021, 15:21) 
Il passo di Mao è chiarissimo.
Le mie paure nascono dal fallimento del socialismo in URSS e Cina e la presa del potere del revisionismo, anche se non ho la conoscenza storica necessaria a determinare quali siano state le cause maggiori.

Capisco, compagno, ma come sempre le cause determinanti vanno ricercate nella materia dei rapporti di classe(nel guadagno di forza materiale della classe avversaria, nel suo prendere piede entro i rapporti della produzione sociale) e non nelle semplici idee che ne sono l'eventuale riflesso. Eliminare la circolazione delle idee sbagliate serve a poco; bisogna prima di tutto eliminare la loro radice materiale, ovvero il guadagno di forza della classe antagonista nei rapporti della produzione che determina l'infiltrazione delle idee sbagliate e la loro circolazione.

Critica scientifica(delle idee sbagliate) e mobilitazione di classe entro i rapporti sociali(in modo da smussare la forza della classe avversaria, in modo da eliminare i suoi trespoli entro i rapporti sociali) devono andare di pari passo.
 
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