Comunismo - Scintilla Rossa

Cile: Solidarietà internazionale con i prigionieri politici Mapuche

« Older   Newer »
  Share  
Khorramshahr
view post Posted on 29/5/2011, 20:44




Il Partito Comunista del Cile denuncia alla comunità internazionale la situazione critica che stanno vivendo i quattro prigionieri politici Mapuche che attuano uno sciopero della fame dal 15 marzo 2011 nel carcere di Angol, nel sud del nostro paese, il silenzio criminale del governo di Sebastián Piñera di fronte alle loro richieste e la grave situazione di salute in cui versano.

Si tratta dei compagni Héctor Llaitul Carrillanca, Jonathan Sady Huillical, José Santiago Huenuche Reiman e Ramón Llanquileo Pilquiman, che parteciparono allo sciopero della fame di più di 80 giorni attuato da più di trenta mapuche a metà dell'anno scorso in diverse carceri delle regioni del Biobio e dell'Araucania, che culminò in un accordo sottoscritto dal governo al tavolo di confronto portato avanti con la mediazione della Chiesa Cattolica.

Come hanno denunciato i portavoce dei prigionieri politici mapuche, le sentenze emesse dalla giustizia penale contro questi quattro compagni, condannati a pene tra i 20 e i 25 anni di carcere, nel corso di un processo realizzato in base alla legge antiterrorista, facendo uso di testimoni senza volto e di altri marchingegni legali contemplati da questa legge, sono la chiara dimostrazione dell'inadempimento da parte del governo degli accordi sottoscritti con le organizzazioni mapuche, particolarmente per quanto riguarda la non incriminazione in base alla legge antiterrorista.

Gli avvocati difensori in queste cause e la stessa Difensora Penale Pubblica Nazionale, Paula Vial, hanno ripetutamente protestato contro le irregolarità del processo che li ha condannati, sostenendo che nel corso di tale giudizio è stato gravemente conculcato il loro diritto alla difesa, ragion per cui è stata inoltrato alla Corte Suprema un ricorso per l'annullamento del processo.

Ripetendo il suo comportamento dell'anno scorso, il governo di Sebastián Piñera scansa la propria responsabilità politica e dimostra, ancora una volta, il suo disprezzo per la protezione dei diritti umani. Ciò ha avuto la sua espressione esemplare nella dichiarazione del sottosegretario alla Presidenza, Claudio Alvarado, che nei giorni scorsi ha affermato che di fronte “al risultato finale del processo e alla condanna, essi sostengono che non hanno avuto piene garanzia, ma questo non è certo un problema del governo”. Vale a dire, il governo del Cile dichiara che la flagrante violazione dei diritti umani e la trasgressione delle garanzie costituzionali non sono un suo problema!

In questo contesto, il Partito Comunista del Cile lancia un appello a tutte le forze democratiche del mondo ad estendere la solidarietà internazionale con i quattro compagni mapuche che hanno già attuato 74 giorni di sciopero della fame. Il nostro appello è a dare impulso a manifestazioni davanti alle rappresentanze cilene in tutto il mondo e a iniziative ufficiali che esigano dal governo cileno una rapida soluzione di questo conflitto.

PARTITO COMUNISTA DEL CILE

Traduzione di l'Ernesto online

29/05/2011
 
Top
view post Posted on 4/1/2014, 10:08

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


La coscienza sporca di Bachelet: contro i Mapuche è ancora dittatura


Il 15 dicembre 2013 il popolo cileno ha scelto che fosse Michelle Bachelet Jeria a guidare nuovamente il Paese, facendo di lei la prima donna a vincere per due volte le presidenziali in Cile. Una vittoria oscurata dall’altissima percentuale di astensionismo (circa il 60% degli aventi diritto non ha votato), chiaro segno di come i cileni non credano più nelle proprie istituzioni.

Per riguadagnare la fiducia degli elettori, la neoeletta presidente, che prenderà posto a La Moneda l’11 marzo, dovrà portare a compimento le promesse elettorali, quali la garanzia di un’istruzione gratuita e di qualità e la riforma della Costituzione, considerata illegale dal popolo in quanto votata in piena dittatura (1980) attraverso un referendum privo di registri, svoltosi in un clima tutt’altro che sereno.

Ma queste non sono le uniche promesse alle quali la Bachelet e la sua Nueva Mayoría dovranno far fronte. Esiste un tema delicato, toccato poche volte durante la campagna elettorale dei candidati, una lotta che si porta avanti da anni all’interno del territorio cileno, una questione sociale e politica chiamata Mapuche. Il popolo Mapuche, cui nome nel loro idioma Mapudungun significa “Popolo della Terra”, non amano essere definiti come gli indigeni del Cile, bensì come la Nazione Originaria, coloro che vivevano lì da prima dell’invasione dei Conquistadores spagnoli.

La lotta per recuperare le loro terre ancestrali, vendute dallo Stato a grossi proprietari terrieri privati o ad imprese forestali e centrali idroelettriche, dura ormai da più di 20 anni ed è costata (e continua a costare) moltissimo in termini di vite e di rispetto dei diritti umani.

Fu proprio durante il primo mandato della Bachelet che si registrò il numero più alto di Mapuche uccisi ed incarcerati, addirittura maggiore al periodo di governo della Concertación (coalizione di partiti che sconfisse il dittatore Pinochet e governò il Cile per 10 anni), grazie anche all’applicazione della “Ley antiterrorista”, una legge varata da Pinochet, che puniva indiscriminatamente qualsiasi forma di ribellione sociale. Giovani come Matías Catrileo e Jaime Mendoza Collío, uniti dallo stesso tragico destino, sono diventati esempi della lotta Mapuche; proprio durante una tappa della campagna elettorale della neoeletta presidente a Temuco, l’11 novembre 2013, la famiglia di Catrileo aveva vibratamente protestato per la mancanza di giustizia nei confronti del popolo Mapuche.

In risposta, la Bachelet che aveva affermato che l’applicazione della legge antiterrorista era stato un errore e che per nessun motivo l’avrebbe applicata nuovamente, dichiarazione che stride con l’atteggiamento dello Stato che, proprio oggi, ha provveduto ad inviare forze speciali ed elicotteri ad infrarossi per monitorare la regione dell’Araucanía in un giorno particolare, il 3 gennaio, in cui si commemora la morte dello studente Matías Catrileo, ucciso da alcuni colpi di arma da fuoco alla schiena, mentre stava cercando di recuperare un fondo agricolo.

“I Mapuche sono innocenti vittime di un montaggio politico” ha dichiarato padre Luís García-Huidobro, un gesuita che condivide la lotta degli originari, arrestato alcuni giorni fa, solo per partecipare ad una marcia a favore dei prigionieri politici Mapuche. Alcune associazioni per i diritti umani, tra le quali Amnesty International, hanno accusato il governo cileno di perpetrare una politica di repressione e, recentemente, l’Unicef si è espresso sulle condanne inflitte hai minori di età contro i quali si continua ad applicare, seppure ben occultata, la legge antiterrorista. L’ONU, tramite il relatore per i popoli indigeni, James Anaya, ha chiesto il rispetto per i diritti dei popoli originari del Cile e l’accelerazione nella restituzione delle loro terre ancestrali.

Ed in questo clima di instabilità, si registra un’altra morte “sospetta”, quella di Nicolasa Quintreman, la donna che insieme alla sorella aveva capeggiato la lotta dei Mapuche Pehuenche, contro le centrali idroelettriche di Pangue e Ralco. “Non possiamo confidare in Michelle Bachelet” afferma padre García-Huidobro, rispecchiando il pensiero di migliaia di Mapuche.
La risoluzione del conflitto, a prescindere dalle dichiarazioni di facciata dei governanti, sembra molto lontano.

fonte
 
Web  Top
view post Posted on 6/1/2014, 18:14

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Sabotaggi dei mapuche scatenano l’isteria nel governo cileno



Almeno tre nuovi sabotaggi contro l’occupazione cilena sono avvenuti nell’ultima settima, si tratta dell’incendio di un luogo di villeggiatura privato sul lago Lleu Lleu, di una casa padronale a Vilcún e di un accampamento forestale a Lumaco, che nella zona hanno scatenato una reazione isterica del governo cileno e del suo apparato poliziesco, così come l’ira dell’imprenditoria e dei suoi lacchè politici che non hanno esitato a criticare il loro stesso governo di fronte al fracasso della sua politica repressiva contro il movimento mapuche.

Questa reazione isterica causata dall’avvio delle azioni di resistenza in vari punti del Wallmapu occupato, ha portato il comando della polizia e il governo a modificare i propri piani di occupazione, predisponendo nella zona equipaggiamenti di ultima tecnologia come l’uso di almeno due aerei spia per proteggere la pace degli occupanti e controllare specialmente di notte il movimento delle persone, e aumentando nel frattempo significativamente la dotazione poliziesca (120 nuovi poliziotti) che nel Wallmapu è già altissima.

Questo tipo di aeronavi, aerei ed elicotteri spia sono ufficialmente utilizzati per il controllo del narcotraffico, specialmente nel nord del Cile, e il loro uso nel contrasto della resistenza mapuche non era stato fino ad ora riconosciuto dal governo cileno. Nonostante ciò, cittadini mapuche di diverse comunità del Wallmapu, da almeno un anno hanno segnalato di aver visto o udito in varie occasioni il sorvolo di navi quasi impercettibili a prima vista ma che possono essere sentiti specialmente di notte, tali aeronavi potrebbero essere i droni di origine israeliana acquistati poco tempo fa dal governo cileno, e che sono ampiamente utilizzati dall’esercito terrorista di Israele nella repressione degli attivisti del popolo palestinese.

Ardono capanne nel lago Lleu Lleu

Uno degli ultimi luoghi di villeggiatura privati che rimanevano sulla sponda ovest del lago Lleu Lleu è stato incendiato da sconosciuti all’alba di martedì 23 dicembre.

Secondo i resoconti della stampa, sul luogo sono stati ritrovati volantini che fanno riferimento a delle richieste mapuche.

Con questo il lato nord del lago rimane praticamente libero da investitori e privati cileni e avanza di alcuni metri il recupero dello spazio rivierasco per le comunità mapuche. Il fatto è che da alcuni anni il lago Lleu Lleu era altamente privatizzato ed era praticamente alieno ai cittadini mapuche del settore.

Da quando è iniziata, agli inizi degli anni 90, la nuova incursione mapuche per riprendere il controllo della riva del lago Lleu Lleu, fino ad ora sono stati vari i terreni che sono passati dalla proprietà privata nelle mani delle comunità mapuche attraverso vari modi, alcuni sono ancora legalmente di proprietà di aziende forestali, nonostante che i comuneri mantengano saldo il controllo territoriale su questi.

Brucia una casa padronale in una tenuta di Vilcún e un incendio di un accampamento forestale a Lumaco

All’alba di venerdì 27 dicembre scorso, così come si rileva nei diversi media della stampa ufficiale, sconosciuti hanno dato fuoco ad una casa padronale e ad un veicolo nella tenuta Santa Ana di Vilcún, occupata dal privato Gaston Escala, ex presidente della camera cilena delle costruzioni.

Da un’altra parte, in quella medesima mattinata, a Lumaco è stato registrato anche l’incendio di un accampamento forestale con diversi macchinari della titolare.

Matias Catrileo continua nella lotta

Le nuove azioni di sabotaggio avvengono nell’ambito di esemplari processi anti-mapuche che vengono portati avanti in vari punti del Wallmapu, così come anche in uno scenario di delirante repressione della polizia militare anti-mapuche contro i pacifici cortei delle comunità e alla vigilia della commemorazione dell’assassinio alle spalle del weichafe Matias Catrileo.

Il 3 gennaio 2008 Matias Catrileo partecipava insieme ad altri comuneri ad una pacifica occupazione della tenuta Santa Margarita en Vilcún quando ricevette alle spalle un colpo di mitragliatrice sparato dall’ex caporale Walter Ramirez, che fino ad ora non ha passato nemmeno un solo giorno in carcere per questo perfido crimine.

FONTE
 
Web  Top
view post Posted on 19/2/2014, 20:20

Group:
Member
Posts:
23,823
Location:
ScintillaRossa

Status:


Cile: più di 11 bambini mapuche in carcere


Ad oggi sono undici i bambini e i minori di età detenuti nella regione dell’Araucanía, solo durante gennaio dell’anno in corso. Diverse organizzazioni hanno manifestato le proprie preoccupazioni sull’attuale modo di risolvere i problemi che coinvolgono le famiglie mapuche e le loro rivendicazioni in Araucanía.

Solo a gennaio 2014 undici bambini mapuche sono già stati incarcerati durante operazioni che la polizia ha effettuato nella Regione dell’Araucanía per sgomberare dei terreni occupati da comunità indigene. In uno dei casi sono stati imprigionati nove bambini della comunità Liempi Colipi, della comune di Curacautín. E nel secondo, avvenuto ad Aylla Rehue Budi, è stato catturato un adolescente, figlio del lonko (capo) della comunità Llaguepulli. Organizzazioni umanitarie e dell’infanzia hanno denunciato che ambedue le situazioni violano gli accordi internazionali che stabiliscono i diritti dei bambini e dei popoli originari che lo stato del Cile si è impegnato a proteggere.

La comunità Liempi Colipi ha iniziato l’occupazione del fondo Santa Filomena lunedì 13 gennaio. Accogliendo rapidamente la richiesta di sgombero formulata dalla proprietaria, nella mattina di mercoledì 15 i Carabinieri sono entrati nel terreno recintato. Vedendosi circondati da un impressionante dispiegamento di forze speciali, gli occupanti hanno chiesto di abbandonare in modo pacifico il luogo, ma la loro richiesta non è stata accolta e un totale di 35 persone sono state arrestate e trasferite fino al Commissariato di Curacautín. Tra i detenuti si trovavano dieci (10) bambini, cinque dei quali con meno di 5 anni, quattro con meno di 14 anni e un giovane di 17 anni, secondo quanto ha precisato Juan Huenuhueque, lonko della comunità.

“Anno arrestato perfino un bambino di tre anni. È stata un’azione delle autorità sbagliata. Hanno preso i bambini senza alcun motivo e non ci hanno dato nessuna spiegazione di questo”, ha precisato il lonko, aggiungendo che sono in attesa di presentare una denuncia per questi fatti con l’aiuto dell’Istituto Nazionale dei Diritti Umani.

Il dirigente ha aggiunto che reclamano questo terreno perché fa parte degli spazi che furono usurpati alle loro famiglie. “Più di cento anni fa, altri con la forza si fecero padroni di queste terre. Questo tema è in attesa di giudizio e la CONADI non sta facendo nulla affinché le recuperiamo. Devono consegnarcele perché sono nostre”, ha insistito.

Occupazione produttiva

La seconda operazione di sgombero ha avuto luogo il 16 gennaio nella zona costiera di Puerto Domínguez. In questo caso i Carabinieri sono entrati nel fondo La Parroquia, che si trovava occupato da comuneri di Aylla Rewe Budi, arrestando il lonko Jorge Calfuqueo, della comunità Lleguipulli, suo figlio di 15 anni ed altri quattro comuneri.

Il fondo appartiene alla Chiesa Cattolica e da decenni le comunità lafquenches del settore Budi reclamano la sua restituzione con l’argomento che si tratta di terre che il governo del Cile sottrasse agli inizi del secolo scorso al capo indigeno Pascual Coña per consegnarle a coloni spagnoli, mentre loro furono rinchiusi in piccole riserve dove le famiglie possono appena sopravvivere in condizioni miserabili.

Non trovando risposte alle loro richieste territoriali, nel 2009 le comunità che aderiscono all’Alleanza Territoriale Mapuche entrarono nel fondo La Parroquia dando inizio a delle occupazioni produttive che includono l’alimentazione di bestiame e semine. Il lonko Calfuqueo ha messo in rilievo che nel luogo esiste un Eltun o cimitero ancestrale mapuche, che per le comunità ha un profondo significato spirituale.

La situazione di violenza e umiliazione subita dal lonko Calfuqueo, da suo figlio e dai restanti arrestati ha provocato delle reazioni di condanna di organizzazioni umanitarie che hanno sollecitato lo stato e la Chiesa ad accogliere le ragioni storiche, economiche, sociali e culturali delle comunità mapuche che rivendicano questo spazio territoriale.

fonte
 
Web  Top
3 replies since 29/5/2011, 20:44   104 views
  Share