Comunismo - Scintilla Rossa

Ucraina, scendono in campo gli Stati Uniti

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view post Posted on 7/3/2014, 15:20

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Ucraina: braccio di ferro Obama-Putin


WASHINGTON - Nel braccio di ferro con Mosca per la crisi in Ucraina, Obama ha dato oggi un nuovo giro di vite: ha imposto sanzioni a cittadini russi e ucraini "responsabili o complici delle minacce alla sovranita' e integrita' territoriale dell'Ucraina", e ha anche ammonito che il referendum con cui il 16 marzo i cittadini della Crimea dovranno scegliere tra Kiev e Mosca e' incostituzionale, ma ha anche passato un'ora al telefono con Putin, per ribadire che "c'e un modo per risolvere la situazione con mezzi diplomatici, in modo da venire incontro agli interessi della Russia, del popolo ucraino e della comunita' internazionale".
Nel corso della telefonata, ha riferito la Casa Bianca, il presidente americano ha di nuovo sottolineato che "le azioni della Russia violano sovranita' e integrita' territoriale dell'Ucraina", cosa che ha indotto gli Usa "ad intraprendere diversi passi in risposta, in coordinamento coi nostri partner europei".

fonte


ecco in breve quanto si sono detti nella telefonata (mi scuso per la fonte)


Vladimir Putin e Barack Obama hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale il presidente russo ha chiesto al collega americano di "non rovinare le relazioni bilaterali a causa di differenze su questioni internazionali, pur significative e importanti". Lo ha riferito il Cremlino, aggiungendo che la telefonata è stata una iniziativa della Casa Bianca. Washington ha spiegato che durante la conversazione, Obama ha ricordato al collega russo che le azioni di Mosca "violano la sovranità dell'Ucraina e la sua integrità territoriale".

Le nostre relazioni, ha insistito Putin, sono "fondamentali per la sicurezza e la stabilità nel mondo". Durante il colloquio, si legge nella nota diffusa da Mosca, i due presidenti hanno preso atto delle differenze sulla questione ucraina. Putin ha ribadito a Obama il suo pensiero: le attuali autorità ucraine sono arrivate al potere per mezzo di un golpe anticostituzionale, senza un mandato a livello nazionale, e impongono decisioni assolutamente illegittime". In questo contesto, ha aggiunto Putin, la Russia "non può ignorare la richiesta di aiuto e sta agendo in piena conformità con il diritto internazionale". I due leader hanno comunque di concordato di mantenersi in stretto contatto, come dimostrato anche dagli ultimi colloqui tra il segretario di Stato John Kerry e il ministro degli Esteri Serghei Lavrov.

Durante la conversazione telefonica, durata circa un'ora, Obama ha comunque sottolineato che "esiste una via diplomatica per risolvere" la crisi, ha riferito la Casa Bianca. E la soluzione, ha ribadito il presidente americano al suo interlocutore, "passa per i colloqui diretti tra Kiev e Mosca, mediate dalla comunità internazionale". Putin avrebbe poi accettato l'invio di osservatori internazionali che assicureranno il rispetto dei diritti di tutti i cittadini, ucraini e russi, in preparazione delle elezioni di maggio. Obama ha poi chiesto a Putin di ritirare le sue truppe dalle installazioni militari in Crimea.

fonte

qui aggiornamenti dall'Ucraina
 
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view post Posted on 7/3/2014, 16:21

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A mio parere il presidente Putin,alla richiesta di Obama x mantenere l'unità e l'integrità territoriale dell'Ucraina,avrebbe dovuto rispondere con una sola frase: :asd:
Mr president,do you remember Kossovo,in the age of 1999? :sticazzi: :P :P :P :P :P

un saluto
Alexfaro
 
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view post Posted on 7/3/2014, 20:53

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CITAZIONE (alexfaro @ 7/3/2014, 16:21) 
A mio parere il presidente Putin,alla richiesta di Obama x mantenere l'unità e l'integrità territoriale dell'Ucraina,avrebbe dovuto rispondere con una sola frase: :asd:
Mr president,do you remember Kossovo,in the age of 1999? :sticazzi: :P :P :P :P :P

un saluto
Alexfaro

concordo :sisi:
 
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view post Posted on 10/3/2014, 15:23

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NINA ANDREEVA: UNITA' DEI POPOLI FRATELLI, UCRAINA E CRIMEA SOVIETICHE E SOCIALISTE



Dichiarazione del CC del VKPB del 3 marzo 2014

Il regime di estrema destra nazionalista e pro-occidentale di Turcinov-Jazenjuk credeva che il popolo ucraino avrebbe accettato senza fiatare il nuovo ordine, che al seguito dei banderisti di "Svoboda", "Tridente" ed altre organizzazioni nazional-fasciste avrebbe osannato Bandera, Shuchevic e la soldataglia dell'OUN-UPA, che infine avrebbe guardato indifferente i novelli nazisti abbattere i monumenti di Lenin, vietare la lingua russa e sfoggiare atteggiamenti russofobi.
E invece gli abitanti dell'Ucraina sud-orientale e della Crimea si sono sollevati contro la violenza, contro i tentativi di separare i popoli fratelli di Ucraina e Russia per contrapporli l'uno all'altro e spingerli in una guerra fratricida.
La Crimea, Charkov, Lugansk, Doneck, Odessa hanno organizzato la resistenza ai nazional-fascisti e non gli hanno consentito di prendere il potere nei loro territori, di instaurarvi un sistema nazista.
Serghej Aksionov, il nuovo capo del governo di Crimea eletto dal parlamento regionale, ha chiesto aiuto ai dirigenti russi, pregandoli di difendere i crimeani dalle scorribande dei banderisti e impedire l'imposizione in Crimea di un regime antirusso.
Le autorità russe hanno accolto l'appello, autorizzando il Presidente Vladimir Putin, comandante supremo delle Forze Armate, ad impiegare l'esercito, se necessario, per salvaguardare i diritti dei russi e della popolazione russofona.
Il mondo occidentale ha immediatamente parlato di aggressione. Eppure proprio sotto la tutela degli USA e degli altri paesi NATO, nonché con l'ausilio delle cosiddette organizzazioni non governative, sono stati nutriti, addestrati, armati e foraggiati in Ucraina gli squadristi nazionalisti, copia delle SD e delle SS hitleriane. Costoro hanno compiuto veri e propri pogrom nel cuore di Kiev, hanno attaccato e occupato le sedi amministrative della capitale e delle regioni occidentali, hanno tentato di compiere gli stessi vandalismi nelle regioni orientali e sudorientali e in Crimea.
E' noto come gli Stati Uniti e la NATO esportino la "democrazia" occidentale. Hanno bombardato la Jugoslavia nel centro dell'Europa, aggredito l'Afghanistan, l'Iraq e la Libia, infliggendo ai popoli di questi paesi sofferenze inaudite e devastazioni incommensurabili con migliaia e migliaia di vittime tra la popolazione civile. Da alcuni anni la guerra civile flagella la Siria, una guerra scatenata e ispirata dall'esterno che ha già provocato decine di migliaia di morti. La Crimea è sempre stata parte integrante della Russia e la città eroica di Sebastopoli è una gloria della Russia per le battaglie sostenute e le straordinarie imprese compiute come base della Marina Militare dell'URSS.
Il rinnegato Chruscev calunniatore di Stalin, che guidò il popolo sovietico nella vittoria sul fascismo, regalò la Crimea all'Ucraina violando tutte le leggi e le norme internazionali con una volontaristica decisione personale. Questo fatto pesa ancora oggi nella battaglia contro il nazionalismo borghese ucraino, nella lotta contro i tentativi di ucrainizzare coattivamente i territori russofoni della Crimea, oltre che dell'Ucraina orientale e sud-orientale. Lo stesso vale per i "popoli repressi" che sarebbero stati riabilitati da Chruscev. Ma di quali "popoli repressi" si può parlare se questi popoli, i tartari di Crimea, che nella seconda guerra mondiale si misero dalla parte dei fascisti, furono salvati dalla magnanimità di Stalin, che li trasferì dalla Crimea per sottrarli alla furia dei soldati sovietici rientrati dalla guerra. Li trasferì in nuove residenze dando loro tutto il necessario per una vita dignitosa.
Noi bolscevichi riteniamo che la causa di tutte le disgrazie accadute ai popoli dell' ex Unione Sovietica risieda nella distruzione violenta della Patria socialista da parte della controrivoluzione borghese.
Il Partito Comunista Pansovietico dei Bolscevichi ritiene che la via d'uscita dalla grave crisi economica e politica in cui attualmente versano i nostri popoli risieda nella rinascita dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e quindi anche nella rinascita della Repubblica Socialista Sovietica di Ucraina.
Nella situazione attuale, quando ancora la classe operaia ucraina non è pronta a sostenere da sola il peso della lotta contro le bande armate dei nazional-fascisti e la causa della resistenza al fascismo è stata abbracciata da borghesi patrioti, noi appoggiamo il referendum per l'ampliamento dello status e dei poteri della Crimea indetto per il 30 marzo (è stato anticipato al 16 marzo. N.d.T.).
Noi dichiariamo che tutta la responsabilità di una eventuale scissione dell'Ucraina ricada sul nuovo potere nazional-fascista banderista e sull'Occidente imperialistico che l'incoraggia e lo sostiene, che da sempre fomenta lo scontro fra due popoli fratelli in un conflitto fratricida per sottomettere anche la Russia dopo la l'Ucraina.
Solo in uno stato plurinazionale di operai e contadini la Crimea e la flotta del Mar Nero cesseranno di essere moneta di scambio nelle mani degli imperialisti sionisti-americani e del regime fantoccio nazional-fascista in Ucraina, degli istigatori della Terza guerra mondiale.
Soltanto fermando l'avanzata del fascismo, unendo gli operai e i contadini nella lotta contro la borghesia di qualsiasi orientamento possiamo ricostituire il potere sovietico, il socialismo e la grande Unione Sovietica.
N.A. Adreeva
Segretario Generale del VKPB

Traduzione di Stefano Trocini (Testo ridotto)
Fonte: www.vkpb.ru 4 marzo 2014

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view post Posted on 10/3/2014, 20:52

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Uno per uno, i nazisti nel nuovo governo ucraino



Vice primo ministro, ministro della Difesa, segretario e vice segretario del Consiglio nazionale di Sicurezza e Difesa, ministro dell'Istruzione, ministro dell'Ambiente, ministro dell'Agricoltura, ministro della Gioventù e dello Sport, procuratore generale dell'Ucraina, presidente della commissione Anticorruzione. I nazisti nostalgici di Hitler hanno preso possesso del nuovo governo ucraino, occupando molti dei posti chiave. È la prima volta dalla seconda guerra mondiale che dei politici che si rifanno espressamente al Terzo Reich salgono al potere in Europa.
E non è tutto. Due di queste persone sono legate a Doku Khamatovich Umarov (conosciuto col nome islamico di Dokka Abu Usman), uno dei più feroci comandanti dei ribelli ceceni, nonché autoproclamatosi ex Emiro dell'Emirato del Caucaso. Abu Usman ha rivendicato sia l'attentato del 29 marzo 2010 alla metropolitana di Mosca (quarantuno morti), sia quelo all'aeroporto di Mosca del 2011 (trentasette morti). L'Emirato islamico del Caucaso è iscritto dalle Nazioni Unite come organizzazione appartenente alla galassia di Al Qaida. Uno di questi due politici ha anche personalmente combattuto in Cecenia contro i russi.

In Ucraina esistono diversi partiti che si rifanno alla tradizione nazista e a Stepan Bandera, capo della divisione Ss Galizien, responsabile dell'eccidio di centinaia migliaia di persone e della deportazione di un numero equivalente di ebrei, comunisti e zingari verso i campi di sterminio nazisti. In alcune zone dell'Ovest, epicentro della rivolta anti Yanukovich, alle ultime elezioni la galassia di estrema destra ha superato il quaranta per cento dei voti. Oggi, tutti questi partiti sono entrati a far parte del governo.
L'Unione Pan-Ucraina "Libertà", meglio conosciuto come Svoboda, è il più importante partito neonazista. Nato nel 1991 col nome esplicito di Partito nazionalsocialista dell'Ucraina, oggi è guidato da Oleg Tiaghnibok, che a piazza Maidan indossava un casco e uno scudo con una croce celtica in bella evidenza, insieme al numero 1488, che è l'emblema del neonazismo suprematista bianco.

Il programma politico di Svoboda prevede l'abolizione del diritto d'aborto e la criminalizzazione di chi anche solo si dichiara a favore dell'aborto, la messa al bando di tutti i partiti comunisti, il diritto di possedere armi, l'indacazione sui passaporti dell'appartenenza etnica e religiosa, la creazione di un arsenale nucleare ucraino, l'entrata nell'Unione Europea e l'adesione alla Nato.
Il deputato di Svoboda Ihor Miroshnychenko ha dichiarato: «L'omosessualità andrà bandita da questo Paese, perché è una malattia che aiuta a diffondere l'Aids». Miroshnychenko ha scritto un libro ("Nazionalsocialismo") per spiegare l'ideologia che è alla base del suo partito. Tra i riferimenti ideologici più ricorrenti figurano il capo delle camicie brune Ernst Röhm, il gerarca nazista Gregor Strasser e il vice di Hitler Joseph Goebbels. Lo stesso deputato, sulla sua pagina Facebook, ha definito l'attrice Mila Kunis «una scrofa», perché è nata sì in Ucraina, ma da padre russo e madre ebrea.

Svoboda è stato definito dal Centro Simon Wiesenthal: «Uno dei cinque partiti più anti semiti del pianeta».
I camerati del Tridente (Trizub in ucraino) sono quelli che durante la battaglia di Kiev hanno occupato le caserme e i depositi d'armi. Il loro leader, Dmitrij Jarosh, viene considerata la figura più minacciosa e pericolosa tra i leader di estrema destra.
Il partito Karpatskaja Sech prende il nome da una lingua inventata dai nazisti ucraini durante la seconda guerra mondiale quando, sotto l'occupazione hitleriana, venne abolito il russo. Secondo i collaborazionisti la karpatskaja rus era la mitologica lingua che si parlava in Ucraina prima della nascita del regno russo, la Rus di Kiev.

Una-Unso, acronimo di Assemblea nazionale ucraina-Auto difesa del popolo ucraino, è un partito di estrama destra i cui militanti si organizzarono in brigate volontarie che andarono a combattere al fianco dei guerriglieri ceceni. La sua idealogia si basa sul fondamentalismo ortodosso, sul nazionalismo ucraino, sull'anti semitismo e sulla «necessità di un governo autoritario».
Ministro per ministro, Popoff è in grado di raccontarvi chi sono i politici che hanno preso il potere a Kiev, coloro che avranno un ruolo chiave nell'approviggionamento energetico dell'Europa e che forse in futuro siederanno nella Commissione europea.


Andriy Parubiy
Segretario del Consiglio nazionale sicurezza e difesa (corpo ombrello del ministero della Difesa e delle Forze Armate).
Cofondatore di Svoboda

Dmitriy Jarosh
Vicesegretario del Consiglio nazionale Sicurezza e Difesa.
Capo del Trizub Stepan Bandera e di Fazione destra. Jarosh ha combattuto con
gli islamisti ceceni

Oleksandr Sych
Vicepremier e membro di Svoboda.
 Attivista antiaborto, anche in caso di stupro

Igor Tenjukh
Ministro della Difesa. Anche se la sua adesione formale a Svoboda non è certa, ha partecipato alle sue riunioni

Sergej Kvit
Ministro della Pubblica Istruzione.
Membro di Svoboda

Andriy Mokhnik
Ministro dell'Ambiente. Membro di Svoboda

Igor Shvajka
Ministro dell'Agricoltura. Membro di Svoboda

Dmitry Bulatov
Ministro della Gioventù e dello Sport. Membro di Una-Unso

Oleg Makhnitskiy
Procuratore generale dell'Ucraina.
Membro di Svoboda

Tatyana Chornovol
Presidente della commissione Anticorruzione nazionale.
Membro di Una-Unso

FONTE e per chi vuole vedere le foto di questi imbecilli
 
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view post Posted on 11/3/2014, 14:21

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La Nato minaccia Mosca e rafforza l'accerchiamento della Russia


11.55 - Il capo del governo fantoccio di Kiev, Arseny Yatseniuk, sarà in visita a Washington domani per un colloquio con i rappresentanti del governo degli Stati Uniti.

11.50 - La Russia condanna l'''illegalità'' in cui è precipitata l'est dell'Ucraina. In un comunicato, il ministero degli Esteri a Mosca torna ad accusare la ''connivenza'' delle nuove autorità di Kiev con gruppi di estrema destra, denunciando che aggressori ''bene equipaggiati'' l'altro ieri hanno aperto il fuoco contro manifestanti pacifici a Kharkiv e che sette giornalisti russi sono stati fermati dalla polizia a Dnipropetrovsk.

11.40 - L'ex pugile Vitali Klitschko, leader del partito di destra Udar a capo del golpe, ha incontrato ieri a Donetsk colui che di Yanukovich era il maggior finanziatore: Rinat Akhmetov, l'uomo più ricco d'Ucraina. Ne dà notizia lo stesso partito di Klitschko. In ballo il sostegno degli oligarchi delle regioni russofone dell'Ucraina alle prossime elezioni presidenziali del 25 maggio. Ma mentre Klitschko era a Donetsk è stato preso di mira dai manifestanti filo-russi che hanno lanciato uova contro il leader politico arrivato da Kiev. Poco prima Klitscho era stato costretto ad annullare un incontro a Donetsk a causa di una contro manifestazione di circa 10mila persone contrarie al nuovo regime.

11.35 - L'Ue prenderà misure contro la Russia se Mosca non cambierà posizione sulla Crimea e sull'Ucraina "entro la fine della settimana". Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, confermando quanto dichiarato poco fa dal collega francese Laurent Fabius.

11.25 - I rappresentanti delle comunità tartare della Crimea - popolazione turcofona e islamica - hanno annunciato il boicottaggio del referendum sull'annessione della Repubblica Autonoma alla Federazione Russa, nonostante l'offerta da parte delle autorità della regione di includere alcuni rappresentanti della comunità tartara all'interno del governo e dell'amministrazione e le assicurazioni sul rispetto dei diritti linguistici e culturali della minoranza.

11.15 - Alcuni media russi e ucraini lo avevano dato per moribondo, colpito da un grave infarto. Ma oggi l'ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, defenestrato e destituito dai partiti nazionalisti e di destra è ricomparso in pubblico nel corso di una conferenza stampa a Rostov, in Russia. Yanukovich ha rivendicato la legittimità del suo incarico presidenziale e ha dichiarato che intende tornare a Kiev, "non appena le circostanze lo permettono, e sono sicuro che accadrà presto: io tornerò sicuramente a Kiev". Viktor Yanukovich ha anche detto che "forze oscure" in Ucraina spingono per iniziare una guerra civile ricordando che l'attuale governo "vuole includere nelle forze armate organizzazioni nazionaliste militanti, dare loro le armi in mano".

11.00 - Il capo della diplomazia tedesca Frank-Walter Steinmeier, in visita a Tallinn, ha rassicurato i paesi baltici sulla loro sicurezza, garantita da Unione europea e Nato. "Sono qui per dire che i paesi baltici non saranno abbandonati. E' un problema comune per la Ue e la Nato" ha detto il ministro degli esteri del governo 'rosso-nero' di Berlino. Steinmeier è nella capitale estone per incontrare i suoi omologhi estone, lituano e lettone.

10.50 - Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha minacciato nuove sanzioni già "da questa settimana" contro la Russia se non arriveranno risposte positive alle richieste "di mitigare la situazione di tensione in Ucraina".

10.40 - La Banca mondiale ha annunciato ieri di essere pronta a garantire 3 miliardi di dollari all'Ucraina nel 2014, per sostenere "riforme e progetti di sviluppo". "Siamo impegnati a sostenere il popolo ucraino in questi momenti difficili, con l'auspicio che la situazione nel paese si stabilizzi presto", ha detto il presidente Jim Yong Kim. Un miliardo è in arrivo dagli Stati Uniti ma Kiev è allo stremo e ha bisogno di una somma assai più consistente. Che la troika e il Fondo Monetario Internazionale potrebbero concedere anche se a prezzo di privatizzazioni, aumento del prezzo del gas e dell'energia, aumento dell'età pensionabile ecc.

La situazione alle 10.30

Teoricamente il presidente degli Stati Uniti Obama e le autorità dell’Unione Europea continuano ad appellarsi a una soluzione pacifica e concertata della crisi ucraina scatenata dal golpe filoccidentale messo a segno a fine febbraio a Kiev dalle forze di destra, nazionaliste e apertamente neonaziste.

Ma negli ultimi giorni i segnali di pressione militare occidentale nei confronti della Russia non sono mancati. Già nei giorni scorsi i comandi della Nato avevano inviato nei paesi baltici alcuni caccia ed ora la presenza militare dell’Alleanza Atlantica viene ulteriormente rafforzata con l’invio di aerei radar di tipo Awacs nei cieli di Polonia e Romania. I comandi di Bruxelles affermano che gli aerei radar "rafforzeranno la capacità di sorveglianza della situazione" della Nato e "avranno luogo esclusivamente al di sopra del territorio" dei paesi appartenenti all'Alleanza atlantica anche se in realtà la Russia ha già denunciato lo sconfinamento dei velivoli da guerra dell’Alleanza Atlantica sui cieli ucraini negli ultimi giorni. Inoltre gli Stati Uniti hanno annunciato il rafforzamento della propria presenza militare nei Paesi Baltici e anche in Polonia, dove in queste ore starebbero arrivando alcune centinaia di Marines e tecnici. Per non parlare dell’arrivo nei giorni scorsi in territorio ucraino di alcune centinaia di mercenari della Blackwater, multinazionale privata della sicurezza ma in realtà longa manus degli interessi di Washington e della Nato. Anche sui mari Washington ha accresciuto la sua presenza militare diretta attorno alla Russia, con l'arrivo di due navi da guerra a stelle e strisce nel Mar Nero, a largo delle coste della Crimea che tra pochi giorni - il 16 marzo - terrà un referendum sull'adesione della Repubblica Autonoma alla Russia.

E’ proprio su quanto sta avvenendo nella penisola abitata al 65% da cittadini russi o di lingua e cultura russa che si concentra lo scontro in queste ore. L'amministrazione della Crimea non ha invitato l'Osce, Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, a monitorare il referendum del 16 marzo, ha fatto sapere Rustam Temirgaliyev, vice primo ministro della Repubblica Autonoma di Crimea sottolineando che "l'invito verbale è stato effettivamente fatto dal primo ministro Sergei Aksyonov, ma nessun invito ufficiale è stato mandato". Per poi aggiungere: "Siamo aperti a varie organizzazioni internazionali, ma solo se sono pronti a inviare osservatori, non sabotatori, esperti militari e consulenti. Non abbiamo bisogno dell'aiuto di questi specialisti", ha tagliato corto.

Intanto il progetto di legge sulla annessione della Crimea alla Federazione Russa verrà discusso dalla Camera bassa del Parlamento russo, la Duma, il 21 marzo prossimo. Il progetto di legge è stato presentato dai deputati di Russia Giusta, un partito di minoranza, non sempre fedele alla linea putiniana, dopo che giovedì scorso il Consiglio Supremo della Repubblica Autonoma di Crimea ha annunciato di aver deciso di aderire alla Federazione russa come soggetto autonomo.

Il referendum del 16 marzo però viene definito illegittimo e quindi nulla da praticamente tutti i leader occidentali e naturalmente dal governo fantoccio di Kiev. Ma nella penisola i preparativi all’imminente passaggio nel territorio di Mosca procedono spediti e ieri l’amministrazione di Sebastopoli ha deciso che da ora in poi tutti i documenti ufficiali verranno redatti solo in russo e non più in Ucraino.
 
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view post Posted on 11/3/2014, 19:46

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Crimea, Parlamento dichiara indipendenza da Ucraina



Kiev - Il Parlamento della Crimea ha approvato una "dichiarazione di indipendenza della Repubblica autonoma di Crimea".
Nel documento si specifica che la regione diventera' indipendente dall'Ucraina se i residenti voteranno a favore dell'adesione alla Russia nel referendum che si terra' domenica, il 17 marzo. I Paesi occidentali hanno fatto sapere che non intendono riconoscere la legittimita' del voto referendario.

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view post Posted on 13/3/2014, 17:22

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Contro Obama a Roma il 28 marzo!


Dal 27 al 3 marzo Obama sbarca in Europa per rinsaldare in sede Nato la contesa aperta con la Russia Putin sull'Ucraina.
Il 28/3 sarà a Roma ricevuto dal Papa e Napolitano. In quella occasione una molteplicità di realtà: NO Muos, NO War, ecc., lavoratori, studenti, movimenti di lotta indicano la necessità della mobilitazione antimperialista.

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view post Posted on 13/3/2014, 17:49

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Usa: Capo di Stato Maggiore Dempsey, 'pronti a intervento in Ucraina'


Per il Generale Dempsey, l'Europa orientale "è esposta ad un rischio significativo". Dempsey non è un generale qualsiasi, è il Capo dello Stato Maggiore congiunto delle Forze Armate Usa.
Il Generale Martin Dempsey ha dichiarato - oggi a Washington - che nel caso di una escalation di disordini in Crimea, l'Esercito americano è pronto per una "risposta militare" in Ucraina.
Dempsey ha riferito di "aver parlato con i suoi omologhi militari in Russia, ma di aver anche inviato un messaggio chiaro all' Ucraina e ai membri della NATO: l'esercito americano risponderà militarmente, se necessario."
"Stiamo cercando di convincere la Russia a non far degenerare ulteriormente la situazione nell'Ucraina orientale, e concordare qualche tipo di soluzione per la Crimea. Abbiamo degli obblighi nei confronti dei nostri alleati della NATO. E se le circostanze lo richiedessero, li rispetteremmo", ha detto Dempsey.
Secondo il generale, l'incursione delle truppe russe in Crimea crea rischi per tutti i paesi d'Europa e gli alleati della NATO. "Se alla Russia è consentito intervenire in un Paese sovrano con il pretesto di proteggere i russi in Ucraina, l'Europa orientale è esposta ad un rischio significativo, perché ci sono enclavi etniche in tutta l'Europa orientale e nei Balcani" , ha spiegato Dempsey.
Probabilmente, Dempsey fa finta di non sapere che proprio la questione "etnica" è stata alla base della secessione del Kosovo, abitato, secondo i secessionisti, da una maggioranza albanese. La NATO a cui fa riferimento Dempsey minacciando ora militarmente la Russia di Putin, è la stessa NATO che utilizzà l'aviazione militare, la marina militare e l'arma missilistica in appoggio dei kosovari secessionisti. Con questo, violando apertamente ogni regola internazionale di non ingerenza militare negli affari di Stati europei.
Dempsey è molto difficile abbia lanciato queste minacce di aggressione militare senza l'avallo del presidente Obama e quindi c'è da concludere che gli Stati Uniti si stanno preparando a scatenare la guerra in Europa.

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view post Posted on 14/3/2014, 19:08

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Kiev: le milizie neonaziste diventano la ‘Guardia Nazionale’


In questi giorni i nuovi padroni di Kiev hanno preso atto del fatto che l’esercito del paese è letteralmente allo sbando e che assai in pochi sono quelli che hanno risposto alla chiamata alla mobilitazione del nuovo esecutivo filoccidentale. E non solo nelle regioni russofone dell’est dell’Ucraina, ma anche nelle regioni dove più forti e radicati sono i partiti che si sono impossessati del potere alla fine di febbraio attraverso un vero e proprio colpo di stato. Secondo lo stesso ministro della Difesa solo una minima parte degli effettivi delle forze armate del paese - decimate da migliaia di defezioni in Crimea e nel Donbass russo – di fatto solo 6 mila uomini, sono realmente in grado di combattere, e anche molti dei mezzi militari in possesso di Kiev sono in realtà inservibili.

I settori più estremisti della nuova maggioranza ne hanno quindi approfittato per portare a casa uno dei risultati perseguiti fin dalla vittoria della cosiddetta ‘rivoluzione’: legalizzare le squadracce paramilitari inquadrate nell’alleanza Pravyi Sektor o agli ordini dei capi del partito nazionalsocialista Svoboda. Che hanno dato un contributo rilevante alla destituzione del presidente Yanukovich, agli assalti alle sedi istituzionali e all’omicidio di avversari politici ed esponenti delle forze di sicurezza, e che ora vogliono qualcosa in cambio.
Alcuni esponenti di punta di Pravyi Sektor sono già stati messi a capo delle forze di sicurezza, e quelli di Svoboda sono diventati addirittura ministri e vicepremier! Ma ora, sulla base di una proposta di legge presentata alcune settimane fa, migliaia di estremisti di destra e picchiatori potrebbero essere promossi al rango di poliziotti e militari, consegnando di fatto un enorme potere alle organizzazioni neofasciste e neonaziste.
Ieri infatti la Verkhovna Rada, il parlamento di Kiev ripulito da ogni opposizione, ha annunciato la costituzione della cosiddetta Guardia Nazionale Ucraina, un nuovo corpo di sicurezza militare che sarà formato da alcune decine di migliaia – c’è chi dice 20 mila, c’è chi spara 60 mila membri – di effettivi volontari, molti dei quali saranno presi dalle bande dei gruppi paramilitari di estrema destra e dalle cosiddette “autodifese di Maidan”, quelle che in questi giorni stanno seminando il terrore nelle varie regioni ma anche nella capitale Kiev. Secondo le dichiarazioni di Dmitri Yarosh, Pravyi Sektor e altre bande paramilitari potrebbero contare attualmente su 10 mila combattenti. Al loro fianco anche soldati e ufficiali di provata fedeltà al nuovo regime – e ovviamente alla Nato – oltre che a giovani graduati nelle Accademie militari del paese.

Secondo il capo del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino Andriy Parubiy – fondatore dell’allora Partito Social-Nazionale ora Svoboda - la nuova Guardia Nazionale "garantirà la sicurezza dello Stato, difenderà i confini ed eliminerà i gruppi terroristi". Ma sono alcuni degli stessi deputati dei partiti di governo – in particolare di Patria – a denunciare le scorribande violente delle milizie di Maidan.
L’altro ieri notte oltre venti uomini armati hanno assaltato e occupato nel centro della capitale la sede della UkrBusinessBank. Dopo aver attaccato la vigilanza, hanno occupato vari piani dell'edificio dichiarando che il loro intento non era rapinare l'istituto, ma "metterlo sotto tutela". Solo alle quattro del mattino i capi delle Autodifese di Maidan hanno convinto i loro uomini a lasciare l’edificio. Gli autori del blitz sarebbero gli aderenti al gruppo dei Voiny Narnii, federato a Pravyi Sektor, tra quelli che ancora bivaccano in Piazza dell’Indipendenza. Contemporaneamente 4 uomini armati di kalashnikov e bottiglie molotov hanno intimato all'amministratore dell'hotel-ristorante Tripole, sempre a Kiev, di consegnare loro, in nome di una non meglio specificata "nazionalizzazione", il complesso alberghiero.
Saranno questi banditi i prossimi tutori dell’ordine a Kiev, con il sostegno di Bruxelles e di Washington. C’è da preoccuparsi, e non poco…

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Abdullah Calahamed (EAU) Vladimir Sevchenko (Belarus)

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ho avuto soffiata che si muoveranno a breve anche istruttori NATO di agenti chimici.
 
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Ancora scontri in Ucraina, domani il referendum in Crimea


Un velivolo teleguidato ("drone") statunitense sarebbe stato intercettato nei cieli della Crimea dalle forze armate russe, che ne avrebbero interrotto il contatto con gli operatori. Afferma un comunicato emesso dal gruppo pubblico d'armamenti russo Rostekhnologuiï (Rostec): "(il drone) volava a circa 4mila metri di altezza ed era praticamente invisibile da terra. E' stato possibile interrompere il collegamento con i suoi operatori americani grazie a un'attrezzatura per la guerra radio-elettronica".

E’ tesissima la situazione alla vigilia del referendum che sancirà il ritorno della Repubblica Autonoma di Crimea dall’Ucraina alla Russia, dopo una parentesi durata alcuni decenni (dal 1954, quando il presidente sovietico Kruscev la donò a Kiev).

Tutte le grandi potenze tranne la Cina – che però ha fatto sapere di non essere d’accordo con un cambiamento dei confini attuali dell’Ucraina – hanno affermato che non riconosceranno i risultati della consultazione popolare organizzata dalle autorità della penisola del Mar Nero. Ed anzi i membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu si riuniranno con urgenza per votare su una risoluzione occidentale che condanna il referendum di domani in Crimea. Naturalmente sul testo è atteso il veto della Russia.

L'Unione europea sta mettendo a punto sanzioni contro un numero "limitato" ma "politicamente significativo" di una trentina di personalità russe. "La lista sarà limitata ma politicamente significativa per inviare un messaggio chiaro" ha detto una fonte dell’Ue. Per un'altra "comprenderà tra i 25 e i 30 nomi" mentre verranno esclusi "membri del governo russo" perchè "sarebbe difficile" sanzionare persone con le quali si sta cercando una soluzione politica. "ci saranno parlamentari, membri delle organizzazioni per la sicurezza, un alto responsabile del ministero della Difesa, ma non il ministro" ha detto. Sanzioni in vista anche per i responsabili della autorità indipendentiste della Crimea. Usa e Ue stanno mettendo a punto sanzioni, che comprendono blocchi dei beni e divieto di ingresso. L'incontro di ieri tra i capi delle diplomazie russa e Usa, Sergei Lavrov e John Kerry, si è concluso con un nulla di fatto: le distanze tra Mosca e Washington sono ancora grandi, ha detto Lavrov.
Da parte sua invece il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che il referendum di domenica in Crimea sul ricongiungimento alla Russia rispetta il diritto internazionale e la Carta dell'Onu, in occasione di una telefonata con il segretario generale del Nazioni unite Ban Ki-moon. Putin e Ban "hanno parlato della questione del referendum e Putin ha sottolineato che la decisione di tenerlo è assolutamente conforme ai principi del diritto internazionale e alla Carta dell'Onu" afferma un comunicato del Cremlino.

Intanto sia in Crimea sia nelle regioni russofone dell’Ucraina continuano gli scontri tra coloro che sostengono il regime di Kiev e coloro che invece lo condannano e pretendono un maggiore grado di autonomia.
Gli attivisti pro Kiev scomparsi da alcuni giorni in Crimea sono stati arrestati dalle forze di sicurezza della penisola "per prevenire azioni sovversive" prima del referendum di domenica. Lo ha ammesso il premier filo russo Sergei Aksyonov citando esplicitamente il caso di Andrey Shchekun, a capo del Consiglio ucraino della Crimea, scomparso a Simferopoli domenica scorsa, prima dell'inizio della manifestazione contro l'occupazione russa che aveva organizzato. "E' vivo e sta bene, ma come altri attivisti sarà in regime di libertà limitata fino alla fine del voto", ha detto precisando che "questa è una situazione di guerra che richiede l'adozione di misure drastiche".

Intanto anche a Kharkiv, l'ex capitale dell'Ucraina non lontana dai confini con la Russia, hanno annunciato di voler organizzare un proprio "referendum" per l'annessione a Mosca domani. La voglia di separazione da Kiev cresce soprattutto dopo che negli ultimi giorni le squadracce di estrema destra provenienti dalle regioni occidentali hanno compiuto attacchi e incursioni in città. Si sono verificati scontri durante manifestazioni contrapposte e si contano anche alcuni morti. In numerose zone della città si registrano scontri anche armati tra le milizie di autodifesa e le squadracce di Pravyi Sektor. Stesso scenario a Donetsk, anche qui scontri e morti durante manifestazioni contrapposte. Le autorità delle regioni russofone e i servizi di sicurezza di Mosca accusano apertamente il governo di Kiev di mettere in atto provocazioni e attacchi nelle regioni orientali per alzare la tensione e giustificare un intervento dell’esercito e della appena costituita Guardia Nazionale.

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Crimea, Mosca intercetta drone Usa
Esercito russo: "Volava a 4mila metri"



19:45 - Un drone di ricognizione americano è stato intercettato dall'esercito russo nello spazio aereo della Crimea. Lo ha reso noto il gruppo statale di tecnologia militare Rostec. "Il drone volava a circa 4mila metri di quota ed era praticamente invisibile da terra", si legge in un comunicato, in cui si precisa che si è riusciti a interrompere le comunicazioni con gli operatori americani.

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view post Posted on 15/3/2014, 17:36

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credo sia più che normale ;)

Russia pone veto su risoluzione in Crimea del Consiglio Sicurezza Onu


NEW YORK - La Russia ha utilizzato il suo diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu per bloccare la risoluzione sulla crisi in Crimea presentata dagli Stati Uniti.
Il documento invitava tutti gli Stati dell'Onu a non riconoscere i risultati del referendum in programma per domani nella penisola ucraina. L'Ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vitaly Churkin, ha giustificato il veto ribadendo che le attuali autorità di Kiev sono risultato di "un colpo di Stato" e che la Russia"rispetterà la volontà del popolo crimeano". "La Russia può opporre il veto alla risoluzione ma non può opporre il veto alla verità", ha ribattuto la rappresentante statunitense, Samantha Power, avvertendo che le iniziative russe "avranno delle conseguenze". Un successo la diplomazia occidentale lo ha tuttavia raggiunto: il documento - redatto nei termini più moderati possibili, senza mai citare esplicitamente la Russia - ha ottenuto l'astensione della Cina, che isola di fatto la posizione di Mosca. Il testo non menzionava neanche il ritiro delle forze militari russe presenti in Crimea, sottolineando tuttavia che "il referendum non può avere alcuna validità e non può portare ad alcuna modifica dello statuto della Crimea".

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view post Posted on 16/3/2014, 15:18

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Ucraina, Yatsenyuk: Firmeremo accordo con Ue il 21 marzo


Kiev - Il 21 marzo l'Ucraina firmerà la parte politica dell'accordo con l'Unione europea per il libero scambio. Lo ha annunciato il premier Arseniy Yatsenyuk in conferenza stampa, in cui ha anche detto che Kiev è "pronta a discutere con le autorità della Crimea e con il popolo dell'estensione dell'autonomia di cui dispongono", ma "intorno a un tavolo" e "non con le pistole che si trovano nelle strade della Crimea"
 
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view post Posted on 17/3/2014, 13:51

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all'impero usaue ora brucia!

Crimea: plebiscito per la Russia



12.30 - La Russia propone agli Stati Uniti e all'Ue la creazione di "un Gruppo di supporto per l'Ucraina, con un formato che sia accettabile a tutte le forze politiche ucraine". Il ministero degli Esteri di Mosca ha emesso una dettagliata nota con cui formalizza le proposte per una soluzione della crisi ucraina, già avanzata nei giorni scorsi, ma ora ribadite formalmente mentre i ministri degli Esteri dell'Unione europea passano al vaglio a Bruxelles possibili sanzioni contro la Russia. "Mosca, assieme ai partner internazionali, è pronta senza alcun indugio alla creazione di un meccanismo multilaterale per una soluzione alla crisi ucraina", si legge nel testo, diffuso da Rias Novosti. Questo Gruppo di supporto dovrebbe farsi garante poi dello status di neutralità militare dell'Ucraina, con una risoluzione Onu. Alla proposta la Russia affianca una serie di richieste, compreso l'appello a "riconoscere e rispettare il diritto della Crimea a decidere il proprio futuro in base alla libera espressione della voltontà pololare". Mosca chiede anche che alla lingua russa venga riconosciuto la status di seconda lingua ufficiale in Ucraina, status che aveva fino a poche settimane fa e cancellato dalla giunta golpista salita al potere a fine febbraio.

12.00 - I militari ucraini resteranno in Crimea nonostante il referendum di ieri per l'annessione della penisola alla Russia. Lo ha annunciato il ministro della Difesa ucraino Igor Teniukh.

11.00 - Truppe russe avrebbero piazzato mine anticarro intorno a una base della marina militare ucraina a Feodosia, in Crimea. A sostenerlo sono per ora solo le Forze armate di Kiev sul proprio account Facebook, in cui sottolineano che a restare intrappolato è "primo battaglione della Forza Navale ucraina". Da circa due settimane mezzi russi e e miliziani filorussi stazionano di fronte alla base.

10.50 - Ieri migliaia di manifestanti 'filorussiì sono scesi in piazza a Kharkiv e a Odessa, due città rispettivamente dell'Ucraina orientale e meridionale. A Kharkiv, nonostante il divieto di manifestare imposto dalla giunta di Kiev, circa 6.000 persone hanno dimostrato in una 'protesta-referendum' a favore della federalizzazione dell'Ucraina e del russo come seconda lingua ufficiale del Paese. Gli organizzatori hanno distribuito delle finte schede elettorali che sono poi state raccolte in un sacco di plastica. Alcune centinaia di persone hanno poi fatto irruzione nella sede di alcuni gruppi di estrema destra che sostengono il nuovo governo ucraino e l'hanno occupata senza che la polizia intervenisse (segno che il governo di Kiev ha scarso controllo anche sulle proprie forze di sicurezza).
A Odessa invece sono scese in piazza almeno 5.000 persone.
A Donetsk invece migliaia di manifestanti hanno letteralmente assediato la procura per chiedere la liberazione di Pavlo Goubarev, proclamato alcune settimane fa governatore della regione a est dell'Ucraina ma destituito dalla giunta di Kiev. Una parte dei manifestanti è riuscito a entrare nella sede giudiziaria e in quella adiacente dei servizi speciali ucraini senza incontrare particolare resistenza da parte delle forze dell'ordine.

10.40 - Il governo della Crimea ha ordinato questa mattina la nazionalizzazione di tutte le proprietà di Stato ucraine nel territorio della Repubblica Autonoma, il cambiamento di nome del Parlamento dall'ucraino Rada al russo Duma

10.20 - A partire dal 30 marzo nella Repubblica Autonoma di Crima l'orario verra spostato in avanti di due ore per equipararlo a quello di Mosca
10.10 - l presidente del Parlamento della Crimea ha annunciato la smobilitazione di tutte le basi militari ucraine nel territorio della Repubblica Autonoma, anche se per ora senza specificare il destino delle truppe di Kiev ancora presenti in queste basi.

La situazione alle 10,00

Come era prevedibile, la stragrande maggioranza della popolazione della Repubblica Autonoma nel sud della Crimea regalata all’Ucraina da Nikita Krushev (presidente sovietico di origine ucraina) nel 1954 ha deciso ieri di tornare alla Russia. A chiedere che la penisola venga integrata all’interno della Federazione Russa nel voto di ieri si sono espressi il 96,6% degli abitanti della regione del Mar Nero. Un vero e proprio plebiscito, certamente rafforzato dalla scarsa affluenza di coloro che si sentono ucraini e degli appartenenti alla minoranza tatara (turcofona e islamista) anche se in molte zone abitate da questi ultimi l'affluenza è andata comunque oltre il 50%. Tenendo conto del fatto che l’affluenza ai seggi è stata molto alta, pari all'81,7% degli aventi diritto, il risultato del referendum è andato anche oltre le aspettative della vigilia. Occorre tener presente che secondo i dati ufficiali circa il 60% degli abitanti sono russi o di origine russa e il 77% della popolazione della Crimea ha il russo come lingua madre.
La Borsa di Mosca, che nei giorni scorsi aveva registrato forti perdite sui listini, ha reagito con un aumento del 2% in apertura ai risultati del referendum di ieri.

Stamattina sulla base del voto di ieri le autorità di Simferopoli hanno proclamato l'indipendenza e chiesto ufficialmente di avviare le procedure per il ricongiungimento con la Russia come Repubblica Autonoma, che secondo le previsioni dovrebbero durare circa tre mesi anche se di fatto la forte presenza militare di Mosca e altre misure (russo come lingua ufficiale, introduzione del rublo ecc) hanno già reso operativa la decisioni di ieri.

Dure e ipocrite le prese di posizione delle grandi potenze che giudicano ‘illegale’ e ‘ininfluente’ la decisione espressa democraticamente dalla stragrande maggioranza del popolo della penisola dove immediate erano state le reazioni delle autorità ma anche degli abitanti al golpe nazionalista andato in scena a Kiev proprio sotto l’egida di Usa, Ue e Nato.
Il referendum in Crimea è stato "una grande farsa" ha naturalmente commentato il presidente ucraino ad interim, Oleksandr Turchinov che poi ha aggiunto durante un intervento alla Rada (Parlamento): "La Russia tenta di coprire la sua aggressione in Crimea con una grande farsa chiamata referendum, che non sarà mai riconosciuto né dall'Ucraina né dal mondo civilizzato".
Il parlamento di Kiev ha intanto approvato la parziale mobilitazione dell'esercito ordinata da Turchinov. Il decreto introduce la parziale mobilitazione delle truppe in tutte le regioni dell'Ucraina e a Kiev. In Crimea e Sebastopoli, si legge nel testo della mozione diffusa da Interfax Ukraina, l'appello riguarda solo i cittadini "che hanno espresso volontariamente il desiderio di essere richiamati, anche rivolgendosi ai commissariati militari e alle basi militari".

Da parte sua il presidente USA Barack Obama ha minacciato "costi crescenti" per la Russia che nelle ultime ore si è detta di nuovo pronta a "rispettare la volontà del popolo di Crimea" sottolineando che il referendum in Crimea "è pienamente conforme" al diritto internazionale. Nel corso di una conversazione telefonica con Putin, l’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato che il "referendum" in Crimea, che viola la costituzione ucraina e si è svolto sotto la minaccia dell'intervento militare russo, non sarà mai riconosciuto dagli Stati Uniti e dalla comunità internazionale".
Anche l'Ue si appresta a varare, già oggi, un primo pacchetto di misure già concordate dal Consiglio europeo del 6 marzo. Inoltre i ministri degli Esteri dell'Unione discuteranno anche la possibilità di firmare in tempi brevissimi l'Accordo di associazione con l'Ucraina e di concretizzare velocemente quella svolta verso Occidente invocata per settimane dalla cosiddetta “euromajdan”, la piazza di Kiev occupata per mesi da alcune decine di migliaia di manifestanti filoccidentali.

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