Antonio Gramsci, esemplare dirigente comunista
Antonio Gramsci appartiene al movimento comunista e operaio. È stato e rimane la più grande figura di comunista che la classe operaia del nostro paese abbia espresso, uno dei grandi dirigenti rivoluzionari del proletariato internazionale.
Gramsci fu il primo in Italia a comprendere il carattere internazionale della Rivoluzione Socialista d’Ottobre, rompendo con le interpretazioni meccaniciste ed evoluzionistiche del marxismo. Nel biennio rosso 1919-20 fu alla testa dell’occupazione delle fabbriche in Italia, scoprendo e dirigendo il movimento dei Consigli di fabbrica come organismi che incarnavano l’esperienza sovietica e la volontà di emancipazione della classe operaia.
Nel 1921 portò a fondo la lotta contro il riformismo e il massimalismo, figurando tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia (PCdI).
Gramsci nel 1922 viene chiamato a far parte dell’Esecutivo della Terza Internazionale Comunista, che gli affidò il compito di combattere il bordighismo, bolscevizzare il Partito e portare avanti la tattica di fronte unico. Le fondamentali “Tesi di Lione”, che raccolsero la stragrande maggioranza dei voti al III Congresso del PCdI, sono frutto della sua elaborazione politica.
Gramsci fu lo stratega della rivoluzione proletaria in Italia e applicò con reale impegno il marxismo-leninismo alla situazione concreta. E’ sua l’idea-forza della alleanza della classe operaia con le grandi masse, soprattutto dei contadini delle regioni meridionali, sotto l’egemonia (direzione) del proletariato e del suo Partito, per conquistare e mantenere il potere. Per questo motivo la borghesia italiana, attraverso il fascismo, imprigionò Gramsci nel 1926 e lo assassinò lentamente.
Innumerevoli sono gli insegnamenti che Gramsci ci ha lasciato. Una vera e propria miniera aurea, un’elaborazione originale e creativa che riguarda innumerevoli aspetti teorici, politici, economici, storici, culturali, etc.
I revisionisti e gli intellettuali borghesi hanno sempre cercato di riassorbire Gramsci negli schemi della teoria e della politica borghese. Ma Gramsci supera di gran lunga gli ideologi delle classi proprietarie, non si confonde e non si mescola con essi, perchè ha seguito una strada completamente nuova: quella del marxismo e del leninismo.
La grandezza di Gramsci fu giustamente messa in risalto dal comunicato del Comitato esecutivo della Terza Internazionale Comunista diffuso dopo la sua morte, avvenuta il 27 aprile 1937 dopo lunghi anni di carcere e maltrattamenti fascisti:
“
Strettamente legato alle masse, capace di istruirsi alla scuola delle masse, sapendo comprenderne tutti gli aspetti della vita sociale, rivoluzionario inflessibile, fedele fino al suo ultimo soffio all’Internazionale Comunista e al suo partito, Gramsci ci lascia il ricordo di uno dei migliori rappresentanti della generazione di bolscevichi che nelle file dell’Internazionale Comunista fu edificata nello spirito della dottrina di Marx, Engels, Lenin, Stalin, nello spirito del bolscevismo.”
La difesa del pensiero e dell’opera rivoluzionaria di Antonio Gramsci è un compito permanente di tutti i sinceri comunisti.
Gramsci vive nella lotta per il Partito della rivoluzione proletaria!
27 aprile 2023Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia