Yuri Alexevich Gagarin
L'infanzia e i primi anniYuri Alexevich Gagarin nasce il 9 marzo 1934 a Klushino, un villaggio vicino Smolesk nella regione di Oblast (Unione Sovietica). Insieme ai genitori e ai 3 fratelli (Valenti, Zoya e il più piccolo Boris) vive in un kolchoz, dove il padre lavora come falegname.
Malgrado l’interruzione a causa della seconda guerra mondiale, Yuri riesce a frequentare la scuola superiore trasferendosi a Mosca dove frequenta la scuola di fonditore a Lyebersty. Nel 1951 si trasferisce alla scuola tecnico-industriale di Saratov.
Il battesimo dell’aria avviene nel 1955, dopo essersi iscritto ad un aeroclub; nello stesso anno effettua il suo primo volo da solo su uno Yak 18.
Grazie all’ottimo risultato scolastico, entra nel tardo autunno del 1955 all'Accademia Aeronautica Sovietica di Orenburg, dove viene addestrato per pilotare i MIG.
L’8 gennaio 1956 presta il giuramento di fedeltà.
In questo periodo conosce Valentina “Valya” Ivanovna Goryacheva, che studia per diventare infermiera. Con lei condivide l’amore per la lettura e il teatro.
Nel novembre 1957, all’età di 23 anni, ottiene il diploma con alto profitto presso la scuola militare e diventa quindi tenente dell’Aeronautica Sovietica. Negli stessi giorni sposa Valya.
La carrieraDopo essere diventato tenente presso l'Accademia Aeronautica Sovietica di Orenburg nel 1957, come prima destinazione sceglie la base di Nikel (regione di Murmansk) a circa 300 chilometri oltre il circolo polare artico, accompagnato dagli amici fraterni Yuri Dergunov e Valentin Zoblin. L’impegno sul lavoro e lo sforzo famigliare sono consistenti, ma qui Yuri può fare un’esperienza di volo unica e ben presto effettua le prime uscite in “solo” a bordo dei MiG-15.
Valya intanto lo raggiunge nell’agosto 1958, dopo aver conseguito il diploma di infermiera qualifica e tecnica di laboratorio.
E’ un periodo estremamente importante: mentre la cosmonautica sovietica intraprende il suo cammino nello spazio e segna primati mondiali, Yuri nel 1959 si iscrive al Partito Comunista e nasce la sua prima figlia Yelena Lenochka (Lena); perde anche il suo carissimo amico Dergunov in un incidente con il sidecar, episodio che lo segna per lungo tempo.
Nell’ottobre 1959 le maggiori basi e stazioni aeronautiche sovietiche vengono visitate dalle commissioni esaminatrici con l’obiettivo di selezionare i primi cosmonauti.
Yuri entusiasticamente si sottopone a tutti i test: accurate visite mediche, prove matematiche e test di resistenza allo stress. Dei 2200 candidati ne rimangono 20: Yuri è tra questi. Passa quindi al secondo ciclo di test, più mirati rispetto allo scopo della selezione, come prove nella cabina pressurizzata, resistenza alle temperatura, centrifuga, esami mnemonici e comportamentali.
L’esito positivo della selezione comporta il trasferimento immediato, insieme agli altri selezionati, di Yuri e della sua famiglia presso la Città delle Stelle nei pressi di Mosca.
Tutti i candidati incominciano la preparazione per lo spazio fatta di test psicoficisi, sport (nuoto soprattutto) e istruzione teorica (principi basilari della tecnica del missile, disegno della navetta, concetti di astrofisica, geofisica e medicina dello spazio).
Il 25 gennaio 1961 Yuri apprende di essere stato selezionato tra i sei candidati per il primo lancio. Ne facevano anche parte: Titov, Nelyubov, Nikolaiev, Popovich e Bykovsky.
Negli stessi giorni (era il 7 marzo) nasce la primogenita Galya ma già il 26 Yuri parte per Baikonur insieme agli altri cosmonauti scelti. La decisione definitiva stabilisce che il primo uomo nello spazio sarebbe stato Yuri Gagarin; Gherman Titov sarebbe stato il cosmonauta due.
All’alba dell’11 aprile 1961 il progettista capo Koroliov prepara sulla rampa il missile R-7. La sera stessa Yuri e Titov si preparano: partita di biliardo, cena “spaziale”, visita medica. La mattina successiva Yuri viene vestito con la tuta e portato alla rampa. Ripassati tutte le nozioni indispensabili per il viaggio, Yuri entra nella capsula e attende il lancio della Vostok 1. Alle 8.51 cominciano le operazioni di accensione e alle 9.07 (ora di Mosca) comincia il decollo: è in questo momento che Yuri pronuncia la storica frase поехали! (pojechali), cioè “si va!”
Durante il viaggio Yuri compie un'intera orbita ellittica intorno alla Terra, raggiungendo un'altitudine massima di 302 km e una minima di 175 km, viaggiando a una velocità di 27.400 km/ora, per una durata complessiva di 108 minuti.
La discesa nella capsula si conclude a 7.000 metri da terra quando Yuri si eietta. Tocca il suolo alle 10.55 del 12 aprile 1961, nei campi di una fattoria collettiva nella regione di Saratov. Le prime persone che incontra sono la contadina Anna Taktatova e sua nipote.
Yuri e gli altri cosmonauti vengono subito trasferiti a Kuibishev (oggi Samara). Il 14 aprile Yuri arriva a Mosca dove viene accolto in maniera trionfale dalla folla riunita nella Piazza Rossa alla presenza di Nikita Krushov e i più alti funzionari politici.
Successivamente al suo rientro Yuri comincia un tour per il mondo e si reca in Cecoslovacchia, Bulgaria, Finlandia, Inghilterra, Canada, Cuba.
La morte Al termine del lungo viaggio Yuri è nominato vice responsabile per l’istruzione dei futuri cosmonauti nel centro operativo della Città delle Stelle, incarico che mantiene fino alla morte.
Escluso definitivamente come candidato per altre missioni, Gagarin vuole riprendere a volare ,malgrado l'esiguità di aerei supersonici presso la Città delle Stelle. Si rivolge all'esperto istruttore Vladimir Serugin, asso della Seconda Guerra Mondiale.
Il 27 marzo 1968 Gagarin e Serugin decollano dalla base di Chkalovskij a bordo di un MiG-15 UTI: è l'ultimo viaggio nel cielo di Yuri. Alle 10.31 si interrompono le comunicazioni e solo dopo sei ore viene inviato un elicottero per sorvolare la zona a circa 96 chilometri a nord est di Mosca. Una nuvola di fumo segnala la presenza di un relitto: un grande cratere, frammenti di alberi e pezzi di metallo sparsi. Le ricerche riprendono il giorno seguente e vengono trovati i resti dei due piloti.
Malgrado le indagini, riaperte anche nel 1986, ancora fitto è il mistero sulle cause dell'incidente. Il cosmonauta Alexeij Leonov, che era a poca distanza dal luogo dell'incidente, afferma di aver sentito due forti esplosioni e la presenza di frammenti delle giacche indica che i due piloti non si erano potuti eiettare. Le analisi confermarono anche che il tasso alcolico era irrilevante.
Fu anche constatato che l'impatto al suolo era stato di pancia e non in picchiata, e che il tettuccio dell'abitacolo si era infranto durante il volo.
Yuri Gagarin è sepolto nelle mura del Cremlino sulla Piazza Rossa, insieme agli eroi della Patria.