Comunismo - Scintilla Rossa

Critica previana ad una visione di "contrapposizione polare dicotomica" del marxismo.

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Paolo Bitta
icon9  view post Posted on 12/1/2013, 12:45




Molti mi insulteranno per quello che sto postando, ho già discusso (anche se purtroppo per motivi temporali in modo troppo celere) con Zdanov su questo articoletto e lui ha già trovato in poco tempo molti errori. Tuttavia trovo interessante il concetto principale, quello per cui Marx non ragiona in modo destra/sinistra ma ha un pensiero più monistico (e lo scrivo subito, l'autore ne tratta poco, ma sono perfettamente a conoscenza del concetto materialista marxiano) e quindi non inquadrabile nel pensiero politico classico.

Ecco l'articolo di Costanzo Preve:






Secondo Costanzo Preve: In nessun punto della sua opera Marx afferma di essere di sinistra, e tanto meno di estrema sinistra. Ci si può chiedere dunque dove sia nata questa leggenda metropolitana completamente priva di riscontri filologici e citatologici. Ma i pregiudizi senza fondamenti sono la regola, non l’eccezione nella storia del pensiero. Per secoli si è creduto che la terra fosse piatta, il sole girasse intorno alla Terra, ed una divinità monoteistica progettante avesse creato le specie vegetali ed animali. Il mito per cui Marx sarebbe stato un pensatore di sinistra o di estrema sinistra fa parte di questa classe di teorie mitopoietiche.

Quando Marx parla dei suoi predecessori (Spinoza, Smith, Aristotele, Hegel) ne parla sempre con infinito rispetto. Ma quando parla della cosiddetta sinistra del suo tempo (Mazzini, Proudhon) o della estrema sinistra (Bakunin) il suo turpiloquio (spesso insopportabile e fastidioso) supera di gran lunga il turpiloquio di La Grassa. In ogni caso, resta il fatto che l’attribuzione a Marx di essere un pensatore di “sinistra” è del tutto arbitraria, e deriva da una impropria retrodatazione all’ottocento di coordinate politico-culturali assolutamente novecentesche.

Questa tesi può sembrare (ed è) paradossale ed esagerata. Ma lo sembrerà molto di meno se si passa dal berciare polemico-ideologico di identità e di appartenenza alla pacata e meditata riflessione su di una tesi teorica che qui riassumo e poi discuterò in breve. Il concetto teorico-pratico di Sinistra ha un’origine illuministica, in quanto la dicotomia Destra/Sinistra non è altro che l’ulteriore concretizzazione storico-politica della dicotomia illuministica Illuminismo/Oscurantismo e Ragione/Ignoranza; il pensiero di Marx invece non è dualistico, ma monistico, e deriva non dal dualismo illuministico, ma dall’elaborazione monistica del concetto hegeliano di coscienza infelice (applicato alla società e non alla religione), che sviluppa la critica ad una totalità espressiva, e non ricalca le orme dualistiche della contrapposizione polare fra Illuminismo ed Oscurantismo, da cui deriva il fatto che la Sinistra è il luogo dell’Illuminismo e la Destra è il luogo dell’Oscurantismo. Ma procediamo passo dopo passo. Secondo la geniale intuizione di Cassirer, Rousseau è il vero fondatore del pensiero politico della sinistra moderna, in quanto secolarizza il precedente concetto religioso di peccato originale nel nuovo concetto politico di ingiustizia sociale. Il peccato originale diventa l’ingiustizia sociale, e diventa quindi un oggetto razionalmente eliminabile mediante una prassi ben orientata. Il concetto idealistico fichtiano di Non-Io non è altro che una coerentizzazione razionale dell’ingiustizia sociale, e rappresenta un progresso rispetto a Rousseau. Rousseau infatti, parte da presupposti astrattamente individualistici (come rilevò correttamente Hegel), ed il suo pensiero soffre di una insanabile contraddizione non risolta: da un lato egli vuole sinceramente lottare contro l’ingiustizia sociale, ed infatti si spinge a proporre un nuovo contratto sociale rivoluzionario; ma dall’altro i suoi presupposti individualistici (in parte derivati dalla sua personale paranoia, doppiata da una schizofrenia patologica) gli impediscono di cogliere il carattere collettivo e comunitario della nascita della stessa ingiustizia che, infatti in modo del tutto robinsoniano fa derivare dal primo uomo che ha che recintato un terreno ed ha detto che il terreno era suo. La teoria della nascita della proprietà privata in Rousseau è del tutto eguale ed anzi indistinguibile da quella del liberale Locke, il mercante di schiavi apologeta del capitalismo.

Mille miglia teoriche sopra Rousseau, Fichte capisce bene che all’origine dei rapporti sociali, non sta l’individuo, ma sta l’intera società, che egli metamorfizza idealmente nella categoria di Io, che significa ovviamente la prassi dell’intera umanità, storicamente concepita. L’idealismo classico tedesco, i cui tre principali esponenti sono stati Fichte, Hegel e Marx (il lettore ha letto bene; non è un errore di stampa), nasce geneticamente da una critica all’individualismo politico di Rousseau ed all’individualismo filosofico di Kant. Da questo punto di vista sia Hegel che Marx non aggiungeranno nulla all’originaria critica di Fichte a Rousseau ed a Kant. Al posto dell’individuo, e della contrapposizione polare dicotomica pensata attraverso l’intelletto (Verstand), si colloca la totalità dialettica pensata senza nessuna preliminare dicotomizzazione bipolare, il suo organo conoscitivo è la ragione (Vernunft). Questo dovrebbe essere noto a qualunque studente liceale, ma evidentemente non lo è affatto, se si crede che Marx ragioni in base alle dicotomie di contrapposizione dell’intelletto astratto illuministico, e fosse un Bobbio solo un po’ più estremista. La Sinistra deriva quindi dal dualismo dicotomico illuministico, ed infatti pensa in modo polare (Illuminismo/Oscurantismo, Progresso/Reazione, Destra/Sinistra). Il pensare in modo polare-dicotomico è sempre un pensare intellettuale (nel senso dell’intelletto astratto, Verstand). Per questo la sinistra trova il suo luogo ideale negli “intellettuali di sinistra”, che pensando in maggioranza in modo astratto-intellettualistico comprendono in genere la totalità sociale molto peggio delle casalinghe, dei macellai, dei camionisti e delle prostitute, che almeno, ignorando sia l’intelletto che la ragione, hanno un rapporto quotidiano empirico-intuitivo, con il funzionamento della riproduzione sociale, che non si ripromettono affatto di mutare, ma almeno capiscono. Fate parlare insieme un Tranviere e Toni Negri, e vedrete chi dei due ha un migliore rapporto conoscitivo con la realtà sociale circostante.

Fichte capì per primo la natura di quella che oggi possiamo chiamare la sinistra di derivazione dicotomico-bipolare illuministica, quella che nella opposizione polare Sinistra/Destra crede di proseguire nelle nuove condizioni storiche la vecchia opposizione polare Illuminismo/Oscurantismo. Egli capì che la semplice vittoria del polo illuministico contro il polo oscurantistico non portava affatto ad una società libera e riconciliata, ma portava (cito) ad “un’epoca della compiuta peccaminosità”. L’espressione è forte, ma a mio avviso è del tutto adeguata. Vengono distrutte tutte le vecchie superstizioni frutto di ignoranza e di manipolazione pretesca, ed al suo posto si installa il nulla scettico e relativistico.

Al posto delle precedenti False Verità, non si fa strada ad una nuova verità, ma si afferma semplicemente il Nulla. Nel linguaggio di Fichte, l’epoca della compiuta peccaminosità. Nel linguaggio di Hegel, il rovesciamento dialettico dell’ascetismo della morale nel regno animale dello spirito. Nel linguaggio di Marx, l’alienazione dell’ente umano naturale e generico attraverso la progressiva reificazione di tutti i rapporti sociali mercificati. Non è infatti un caso che i tre idealisti abbiano in comune un linguaggio idealistico. Ma il cuore del problema sta in ciò, che la genesi di questo linguaggio, basato sulla elaborazione dialettica dello svolgimento storico di una totalità espressiva presupposta (il concetto unificato trascendentale-riflessivo di storia universale dell’intera umanità) si colloca in una critica al precedente dualismo illuministico, basato sull’interminabile moltiplicazione di contrapposizioni (Illuminismo/Oscurantismo, Destra/Sinistra).

Possiamo quindi capire perché Marx non è mai stato di sinistra, e neppure di estrema sinistra, nonostante fosse certamente animato dalla “passione per l’eguaglianza sociale” che ha caratterizzato la sinistra europea fino al 1968 circa, in cui la passione per l’eguaglianza sociale e l’indignazione morale per la ricchezza anomica e privatistica è stata sostituita dalla critica individualistica all’etica familiare, al merito professionale ed alla funzione connettivo-sociale dello stato. Marx non ragionava in modo illuministico attraverso contrapposizioni polari e dicotomiche, da cui deriva la contrapposizione dicotomico-polare Sinistra/Destra come momento evolutivo della prima contrapposizione-polare Illuminismo/Oscurantismo. Marx ragionava in modo idealistico (al di là della sua autocertificazione materialistica, dietro cui si nascondono soltanto l’affermazione di ateismo, la centralità della prassi ed il primato della struttura sulla sovrastruttura), sulla base dell’elaborazione unitaria del concetto di coscienza infelice, infelice non tanto perché non può essere simile a Dio, ma infelice perché sulla base dell’universalismo borghese, che comprende al suo interno la legittimazione dello sfruttamento, è impossibile conseguire una società umana realmente veritativa.

So che cosa pensano i cosiddetti “marxisti”, ma da tempo ho capito che (come diceva il mio defunto amico francese Vincent) bisogna sbarazzarsi del marxismo ossificato. In sintesi:

I) Marx non era né di sinistra ne di estrema sinistra, né ovviamente di destra. Non ragionava in base a dicotomie polari di tipo illuministico, ma in base ad un unità concettuali dialettiche di tipo idealistico. Fu quindi il terzo ed ultimo grande idealista, dopo Fichte e Hegel.

II) Marx non credeva purtroppo ne alla verità filosofica (distinta dalla certezza scientifica), e neppure nella natura umana. Due errori, scusabili ma gravissimi, che hanno condizionato negativamente il marxismo successivo.

III) Marx non deve essere inteso come cului che ha “infuturato” la filosofia della storia di Hegel (anche se questo elemento è certamente in parte presente), ma come un pensatore tradizionalista classico, che oppone la ricomposizione comunitaria e solidale all’anomia individualistico-possessiva, ovviamente nelle nuove condizioni storiche capitalistiche.

FONTE
http://forum.videohifi.com/discussion/1742...-di-sinistra/p1
 
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babeuf
view post Posted on 12/1/2013, 14:20




Molto brevemente, l'unico superamento della categorie destra , sinistra nel 900 è stato compiuto dai fascismi. Me ne terrei a ragionevole distanza.
Detto questo, la distanza con Fusaro e Preve, per me è proprio filosofica,
1) Marx non era il terzo grande idealista dopo Fichte e Hegel. Ma un materialista che ha rovesciato la dialettica hegeliana, creando un'altra scienza. Il materialismo storico.
2) Marx alla verità filosofica avrebbe irriso e al convetto di natura umana . Leggere l'Ideologia tedesca per averne conferma. Le idee dominanti sono le idee della classi dominanti.
3) La terza è proprio una sciocchezza. Chi conosce il manifesto conosce anche l'apologia che fa Marx del capitalismo che distrugge le arcaiche società comunitarie, solidali e gerarchiche.
Solo dopo questa distruzione il "regno della libertà" diventa possibile.
 
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view post Posted on 12/1/2013, 16:15
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compagno

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Comunismo . Scintilla Rossa

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Caro Paolo, sono centosessantacinque anni che cercano di trasformare Marx in qualcosa di accessibile e di appetibile per la borghesia (cioè di non decisamente indigesto, quale realmente è!).
Questo di Preve - che è un profondo antimarxista - è l'ultimo tentativo in ordine di tempo, ed il primo del XXI secolo.
Io capisco bene che tutti noi, pervasi e corrotti dall'ideologia borghese sin dalla nascita (e in questa ideologia borghese comprendo il pensiero revisionista moderno di stampo kruscio-togliattiano), quasi aneliamo ad un Marx poco o nulla rivoluzionario, ad un Marx poco o nulla trasformante la realtà. Ad un Marx che ci lasci la coscienza tranquilla ed il tempo per continuare a farci i cazzi nostri.
Però ciò è impossibile perché Marx è il rivoluzionario per eccellenza. E' il trasformatore per eccellenza.
Ed ogni tentativo di addolcirlo è destinato al fallimento, ovvero ad avere presa soltanto su coloro che già sono propensi alla capitolazione.
 
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Paolo Bitta
view post Posted on 12/1/2013, 17:09




Ok! grazie compagni per le risposte!
Non sapevo che Preve era antimarxista!
 
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MDCCXCIII
view post Posted on 12/1/2013, 17:54




CITAZIONE (Paolo Bitta @ 12/1/2013, 12:45) 
Tuttavia trovo interessante il concetto principale, quello per cui Marx non ragiona in modo destra/sinistra ma ha un pensiero più monistico (e lo scrivo subito, l'autore ne tratta poco, ma sono perfettamente a conoscenza del concetto materialista marxiano) e quindi non inquadrabile nel pensiero politico classico.

Preve crede di aver fatto la grande scoperta ma non ha scoperto niente che non fosse già noto. Eppure tempi così miseri fanno apparire un cazzaro come lui un gigante.
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 13/1/2013, 11:43




Decisamente , a me preve puzza de bombacci , l'ho sempre detto e sempre lo dirò ...
 
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babeuf
view post Posted on 13/1/2013, 13:34




E chi minimizza questo dato è un amico della sua stessa risma.

CITAZIONE (Yuri Gagarin @ 13/1/2013, 11:43) 
Decisamente , a me preve puzza de bombacci , l'ho sempre detto e sempre lo dirò ...
 
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Yuri Gagarin
view post Posted on 13/1/2013, 16:18




be definirsi ne a dx ne a sx è sempre stata una prerogativa fascista , nonchè nazbol o terzoposizionista ....anche se preve non sembra , ma è un riferimento per gruppi nazbol o comunitaristici
 
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Paolo Bitta
view post Posted on 13/1/2013, 16:32




CITAZIONE (MDCCXCIII @ 12/1/2013, 17:54) 
CITAZIONE (Paolo Bitta @ 12/1/2013, 12:45) 
Tuttavia trovo interessante il concetto principale, quello per cui Marx non ragiona in modo destra/sinistra ma ha un pensiero più monistico (e lo scrivo subito, l'autore ne tratta poco, ma sono perfettamente a conoscenza del concetto materialista marxiano) e quindi non inquadrabile nel pensiero politico classico.

Preve crede di aver fatto la grande scoperta ma non ha scoperto niente che non fosse già noto. Eppure tempi così miseri fanno apparire un cazzaro come lui un gigante.

Si ma ora con il tuo commento mi ributti nell'incertezza più totale dopo aver letto i commenti dei compagni Carre e Babeuf!
Vuol dire che mi farò un'idea nel proseguio della discussione :)
 
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8 replies since 12/1/2013, 12:45   342 views
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