Comunismo - Scintilla Rossa

L'insurrezione armata, A. Neuberg

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Public Enemy
view post Posted on 30/11/2012, 11:06 by: Public Enemy




L'organizzazione delle forze armate del proletariato

Uno degli obbiettivi del partito del proletariato rivoluzio¬ne rio in una situazione immediatamente rivoluzionaria è la costi¬tuzione delle forze armate del proletariato, cioè la formazione di un'organizzazione di combattimento. La necessità di questa organizzazione tattica è indiscutibile.
L'esperienza delle insurrezioni armate scoppiate in diversi paesi insegna che, per ottimo che sia il lavoro del Partito presso l'esercito e, in genere, presso le forze armate della borghesia, non sarà mai possibile aver già disgregato tutto l'esercito bor¬ghese prima dell'insurrezione; non si potrà mai conquistare l'in¬tero esercito alla rivoluzione e neppure neutralizzarlo completa¬mente con i soli metodi del lavoro politico al suo interno. Re¬si eranno sempre delle unità e dei gruppi fedeli al comando reazionario, i quali combatteranno attivamente il proletariato. Nel 1906 cosi scriveva Lenin in "Gli insegnamenti dell'insurrezione di Mosca":

Noi abbiamo preparato e prepareremo ancor più tenacemente il "la¬voro" ideologico nell'esercito. Ma ci dimostreremmo dei poveri pedanti se dimenticassimo che, nel momento dell'insurrezione, è necessaria, per con¬quisi are l'esercito, anche una lotta fisica.1

Ogni esercito avrà, se già non ha, delle unità di sicura fede, reclutate tra gli elementi attaccati alla borghesia (scuole allievi ulliciali e sottufficiali, reparti speciali della polizia o dell'esercito, gruppi di "mauseristi," come in Cina, ecc.), che sono meglio pagati delle truppe normali. Può contare inoltre su ogni sorta di organizzazioni volontarie (molto diffuse in Occidente), desti¬nale soprattutto a condurre la lotta attiva contro il proletariato rivoluzionario. Bisogna inoltre considerare che, nel corso dell'in-surrezione, la borghesia ricorrerà a ogni mezzo (corruzione, men¬zogna, tensione nervosa, repressione, ecc.) per conservare nelle proprie mani le truppe esitanti. Si può dunque affermare con sicurezza che mai e poi mai il proletariato riuscirà a sottrarre completamente l'esercito all'influenza delle classi egemoni e a strappare i soldati esitanti al comando controrivoluzionario per trascinarli dalla parte della rivoluzione. La demoralizzazione e la neutralizzazione delle unità e delle organizzazioni speciali saranno possibili solamente dopo il loro disarmo a opera delle forze ar¬mate del proletariato. Di qui l'imperio sa necessità di costituire in tempo utile sufficienti forze armate di classe operaia, capaci di unirsi alle unità dell'esercito passate nel campo della rivoluzione per annientare del tutto la base militare del regime costituito.
Nelle insurrezioni a venire, soprattutto se la situazione imme¬diatamente rivoluzionaria non sarà conseguente a una guerra, ca¬piterà spesso che l'intero onere delle prime battaglie decisive do¬vrà essere sopportato da reparti della guardia rossa, senza alcun appoggio da parte di truppe rivoluzionarie.

L'esercito rivoluzionario è necessario per condurre la lotta armata e per guidare le masse al combattimento contro i resti della forza militare e del¬l'autocrazia. L'esercito rivoluzionario è indispensabile, perché soltanto la forza può risolvere i grandi problemi storici; e l'organizzazione della forza nelle battaglie moderne è l'organizzazione militare?'

La struttura dell'organizzazione tattica del proletariato varia a seconda del paese. Solo una cosa è chiara: i reparti di questa organizzazione di combattimento devono basarsi sulle masse (fab¬briche, officine, imprese, ecc.) ed essere numericamente forti. La loro struttura deve ricordare più o meno quella della guardia rossa in Russia, delle centurie proletarie tedesche del 1923, delle squa¬dre di combattimento cinesi, ecc.
La guardia rossa non può essere formata in una qualsiasi si¬tuazione politica.

La guardia rossa è un organo insurrezionale. Dovere dei comunisti in presenza di una situazione direttamente rivoluzionaria è fare dell'agitazione al fine della sua costituzione.
In nessun caso ci si dovrà dimenticare che, nei paesi imperialisti, l'esi¬stenza di una milizia proletaria o di una guardia rossa nel quadro dello Stato borghese, in tempo di "pace generale," è inammissibile e impossibile.3

L'organizzazione militare proletaria di massa (la guardia rossa) deve costituirsi quando il Partito mette all'ordine del giorno la questione della dittatura del proletariato e si orienta alla prepa¬razione diretta della conquista del potere.
Le lezioni di Pietrogrado, di Mosca, della Germania del 1923, di Canton, di Sciangai e così via, dimostrano come in un periodo rivoluzionario molto critico sia relativamente facile costituire una vasta organizzazione di combattimento. Normalmente il tempo di cui si dispone ascende ad alcuni mesi, ma la costituzione rapida di un'organizzazione militare veramente idonea al combattimento è possibile soltanto in presenza di un numero abbastanza alto di quadri sufficientemente preparati militarmente e politicamente. Senza questi quadri, che sarebbero lo scheletro dell'organizzazione mitica, cioè lo Stato maggiore, l'organizzazione militare avrà scar¬so valore dal punto di vista combattivo.
A Pietrogrado, a Mosca e nelle altre città russe del 1917, la situazione era, da questo punto di vista, estremamente favore¬vole. Come capi e istruttori la guardia rossa aveva dei soldati e, persine, degli ufficiali comunisti. Questi istruttori, che durante le battaglie d'Ottobre comandavano i reparti della guardia rossa, avevano precedentemente insegnato ai combattenti a servirsi delle armi, spiegando loro i principi della tattica e, in genere, dell'arte militare.
Completamente diverso è il quadro che abbiamo osservato per la Germania del 1923. Là, in pochi mesi, erano state organizzate circa 250.000 guardie rosse, raggruppate in centurie proletarie. Tuttavia, data la mancanza di quadri militarmente addestrati (quell'enorme massa di guardie rosse aveva soltanto un pugno di ex ufficiali comunisti), in quanto i dirigenti ignoravano gli ele¬menti della tattica del combattimento negli abitati e dell'insurrezione in genere, oltre a ignorare l'organizzazione e la tattica dell'esercito governativo, il valore militare di queste centurie la¬sciava parecchio a desiderare. Ciò era tanto più vero, in quanto avevano a disposizione un numero di armi limitatissimo.
La stessa osservazione si potrebbe fare per Canton. La guar¬dia rossa, come abbiamo già visto, si era fatta un'idea molto vaga dell'importanza delle proprie armi e non sapeva servirsene battaglia. Subì perdite pesanti e condusse tante operazioni sfortu¬nate solo perché a dirigerla erano stati posti dei compagni poco sperimentati e quasi completamente digiuni di arte militare. Del resi o a Canton il numero dei comunisti competenti in questo rampo era molto esiguo.
Troppo spesso, in pratica, i partiti comunisti attribuiscono scarsa importanza alla preparazione dei quadri, problema invece eccezionalmente grave, soprattutto in paesi come la Cina, in cui il proletariato ha ben poche possibilità di formarsi i capi militari nell'ambito degli eserciti già costituiti.
La tattica dell'insurrezione e del combattimento negli abitati (e ogni insurrezione urbana assume la forma del combattimento negli abitati),4 a motivo delle varie caratteristiche specifiche, di cui tratteremo più avanti e che la distinguono dalla tattica solita de¬gli eserciti regolari, è estremamente complicata. Il suo studio ri¬chiede tempo e perseveranza. Pertanto un partito rivoluzionario che voglia restare marxista fino in fondo, che voglia cioè consi¬derare l'insurrezione come un'arte, propagando nella classe ope¬raia l'idea della sollevazione armata, deve porsi praticamente il problema della preparazione dei quadri della futura insurrezione, adottando questa o quella soluzione. A tal fine ogni partito prole¬tario deve prepararsi subito, senza attendere la situazione imme¬diatamente rivoluzionaria, poiché rischierebbe di farsi superare dagli avvenimenti. Deve prepararsi, anche, indipendentemente dalla situazione politica attuale. Nonostante l'apparente comples¬sità, il problema è lungi dall'essere insolubile. A lato dello studio del marxismo-leninismo, la direzione del Partito deve organizzare anche lo studio dell'arte militare, l'analisi degli insegnamenti da trarre dalle diverse insurrezioni, soprattutto da quelle russe, tede¬sche e cinesi. Tale studio potrà essere condotto nei circoli, nelle scuole (legali, semilegali o clandestine, a seconda delle circo¬stanze), riepilogando gli insegnamenti della lotta armata del pro¬letariato nelle pubblicazioni di partito, studiando l'arte militare in pratica (invio di compagni nell'esercito), costituendo organizza¬zioni militari legali e illegali (Fronte rosso in Germania, Associa-zione rivoluzionaria degli ex combattenti in Francia).
Naturalmente, a formare esperti dirigenti militari per i reparti di guardie rosse non basta la conoscenza teorica, però questa è la condizione prima, alla quale in nessun caso possiamo rinunciare.
Nella formazione dei quadri militari della futura insurrezione e nella preparazione delle masse proletarie all'arte militare, hanno una parte di primo piano le grandi organizzazioni paramilitari del proletariato (Fronte rosso in Germania, ecc.). Queste organizzazioni non possono essere confuse con la guardia rossa, in quanto non sono degli strumenti della lotta diretta per la dittatura del proletariato. La loro finalità essenziale, come abbiamo già visto nel capitolo precedente, sta nella mobilitazione e nell'educazione del proletariato nello spirito della lotta di classe; servono inoltre per 1.1 lotta politica contro le organizzazioni militari della borghesia. E non basta: esse consentono a decine di migliaia di proletari di imparare l'arte della guerra e di formarsi per la guerra civile. Onesti raggruppamenti, che sono l'organizzazione tattica per la dilesa del proletariato, sono al tempo stesso i paladini dell'idea deIla guerra civile e un potente mezzo per propagandare questa idea nell'insieme della classe operaia.
Inoltre l'istruzione militare delle masse si può effettuare, al¬meno fino a un certo punto, tramite diverse organizzazioni legali: società sportive, società di tiro al bersaglio, ecc. Ovunque sia possibile, il Partito comunista dovrà servirsi di queste società per dare un'educazione militare alla gioventù rivoluzionaria.
Non appena si presenta la situazione immediatamente rivo¬luzionaria, dovranno intensificarsi al massimo l'istruzione militare delle masse (maneggio delle armi, elementi di tattica insurrezionale e di combattimento negli abitati, ricognizione, servizio collega¬menti, studio dell'organico e della tattica dell'esercito e della polizia, ecc.), l'armamento del popolo e la formazione, in ogni dove, della guardia rossa. In tali frangenti si dovrà dedicare grande attenzione ai centri decisivi della vita politica ed economica del parse (la capitale, i grandi centri industriali, i nodi ferroviari, ecc.).
Trascurare questi vari punti significa esporsi, proprio nel mo¬mento più critico della rivoluzione, a conseguenze funeste.
L'insurrezione di Canton ha dimostrato che i tre quarti circa degli operai che presero parte attiva ai combattimenti non sapevano servirsi dei loro fucili, erano incapaci di maneggiare le armi di fui si erano impadroniti all'inizio dei moti. Si ebbero casi di operai che, avendo ricevuto il fucile e non sapendo le più ele¬mentari norme di tiro, facevano fuoco sui compagni. La mancata conoscenza delle norme fondamentali di tiro e di tattica, la mancata conoscenza dei metodi di ricognizione e collegamento, la mancata individuazione dei punti forti e dei punti deboli delle file militariste, provocarono agli insorti perdite gravissime. In questo senso l'insurrezione di Canton ha messo a nudo le deficienze del Partito comunista in materia militare e gli errori commessi a questo riguardo in tutto il periodo precedente.
Nel luglio 1905, nel suo articolo L'esercito rivoluzionario e il governo rivoluzionario, Lenin così scrisse a proposito della ne¬cessità di studiare l'arte militare:

Non v'è socialdemocratico a conoscenza di un po' di storia e formatosi alla scuola di Engels, grande conoscitore di quest'arte, che abbia mai du¬bitato dell'enorme importanza della tecnica e dell'organizzazione militare quali strumenti di cui devono servirsi le masse popolari e le classi popolari per risolvere i grandi conflitti storici. La socialdemocrazia non si è mai abbassata a giocherellare con complotti militari, né mai ha posto in primo piano le questioni militari finché non si sono date appuntamento le con¬dizioni che generano la guerra civile. Oggi, però, tutti i socialdemocratici mettono avanti, se non in primo piano almeno tra le prime istanze, le que¬stioni militari; hanno portato all'ordine del giorno lo studio e la propaganda degli aspetti militari tra le masse popolari. L'esercito rivoluzionario deve applicare praticamente le cognizioni militari e la conoscenza dei mezzi mi¬litari, per decidere l'intero avvenire del popolo russo, per risolvere la que¬stione prima ed essenziale, quella della libertà.

Il Comitato centrale del Partito comunista cinese in carica fino alla Conferenza d'agosto, aveva adottato, per quanto riguarda l'armamento delle masse e la formazione di una potente forza armata proletaria, oltre che il lavoro nell'esercito nazionale, una linea estremamente opportunista:

II Comitato centrale del Partito comunista cinese non si è mai curato seriamente di armare gli operai e i contadini, non ha mai badato alla ne¬cessità di questo armamento né, in genere, a quella della formazione di quadri militari contadini veramente rivoluzionari. La sua commissione mi¬litare ha manifestato a questo proposito l'indifferenza più completa. Nulla è stato fatto per l'addestramento militare di tutti i comunisti, compito pri¬mo del Partito. Non ci si è preoccupati di raccogliere organicamente i vari reparti isolati di operai e contadini in una forza organizzata idonea a difendere efficacemente la rivoluzione nel corso del suo sviluppo. Quasi non sono stati presi provvedimenti per procurarsi le armi là dove se ne sarebbero certamente trovate, né tanto meno per distribuirne agli operai e ai conta¬dini. Il Comitato centrale ha ritenuto inesistente, se non addirittura com¬promettente per i suoi accordi politici con il comando del Kuomintang, il problema dell'armamento degli operai e dei contadini. E tutt'a un tratto, do¬po questa lunga inattività, ha manifestato una grande energia, ma in senso contrario, proponendo ai picchetti di Ukhan, "per evitare conflitti e pro-vocazioni," di restituire spontaneamente le armi. Un simile atteggiamento del Comitato centrale di fronte alle esigenze vitali della rivoluzione può es¬sere qualificato soltanto di mentalità liquidatrice.5

Attualmente questi errori dell'ex direzione del Partito comu¬nista cinese, errori che in certa misura hanno avuto conseguenze latali nel momento critico della rivoluzione del 1927, stanno per essere riparati del tutto.
Nella preparazione dell'insurrezione, uno dei problemi più difficili da risolvere è quello delle armi, problema che però riveste un'importanza politica enorme. Sotto la dittatura della borghesia (in tempo di "pace"), il proletariato è generalmente privo di ogni possibilità di armarsi. Eppure, a dispetto di ogni diffi¬coltà, non si tratta di una questione ardua da risolvere. La situa¬zione politica nella quale la presa del potere si presenterà come una questione pratica (ossia in caso di rapido accrescimento delle Inclinazioni rivoluzionarie presso i lavoratori, di grandi tentenna¬menti presso la piccola borghesia e di indebolimento dell'apparato governativo borghese), permetterà al proletariato, con l'opportuna guida emanante dal Partito, di provvedersi di armi, acquistan¬dole, disarmando le leghe fasciste, impadronendosi di certi arse¬nali, fabbricandone (almeno quelle più rudimentali), in modo da armare l'organizzazione di combattimento cosi che garantisca al momento dell'insurrezione il successo delle azioni tentate per pro¬curare altre armi. Nell'elaborare il piano insurrezionale, la direzione deve dedicare seria attenzione al problema delle armi e del¬l'armamento delle squadre non ancora armate o dei rivoluzionari Disposti a combattere.
Nel 1905, nell'articolo Gli obbiettivi dei reparti dell'esercito rivoluzionario, Lenin scriveva:

I reparti dovranno armarsi come potranno (fucili, pistole, coltelli, manganelli, bastoni, baionette, stracci imbevuti di petrolio per appiccare il fuoco, corde o scale di corda, pietroni per innalzare le barricate, candelotti di dinamite, filo spinato, chiodi contro la cavalleria, ecc.). In nessun caso si può chiedere aiuto dall'esterno o dall'alto: bisogna procurarsi tutto da sé.

E subito aggiungeva che "in nessun caso si deve rinunciare a formare una squadra, ritardandone la formazione, con il pretesto «della mancanza d'armi."6
In risposta al resoconto del Comitato militare del direttivo di San Pietroburgo, che faceva notare la lentezza con cui procedeva la costituzione delle squadre di combattimento, sottolineando la penuria d'armi, Lenin consigliava:

Andate dai giovani, formate immediatamente delle squadre di combattimento, dovunque, presso gli studenti e, soprattutto, presso gli operai, ecc.;
si organizzino senza indugio squadre da 3 a 10, al massimo 30 uomini. Si armino da soli sul campo, come possono, chi di una pistola, chi di un col¬tello, chi di una torcia imbevuta di petrolio per appiccare il fuoco.7

Le istruzioni di Lenin sulla costituzione dei reparti dell'eser¬cito rivoluzionario e sul modo di procurarsi le armi sono valide ancor oggi.
Bisogna tener conto che, nelle insurrezioni future, in Oriente come nei paesi a capitalismo avanzato, il proletariato, o almeno alcuni suoi elementi, prima di impadronirsi di una quantità suffi¬ciente di armi moderne (nel primo momento dell'insurrezione), dovrà accontentarsi di armi imperfette. In nessun caso bisognerà fare i difficili, poiché con queste armi rudimentali e imperfette i reparti di combattimento possono e debbono procurarsi armi più consone e più moderne.
L'insurrezione è condotta dal Partito e ogni membro del Par¬tito è un soldato della guerra civile. Questo principio obbliga ogni comunista al possesso di un'arma. Ciò vale soprattutto per i par¬titi dei paesi in cui la lotta di classe è più aspra e in cui le varie condizioni specifiche rendano più verosimile un'esplosione rivoluzionaria.
Per tornare sulla questione della formazione della guardia rossa (esercito rivoluzionario) e della sua struttura, è opportuno segnalare i seguenti, importantissimi fattori, che discendono dal¬l'esperienza acquisita a questo riguardo in diversi paesi.
Quando si presenta una situazione immediatamente rivoluzio¬naria, la guardia rossa deve costituirsi dovunque e contemporanea¬mente, nelle fabbriche, nelle città, mentre il Partito lancia parole d'ordine sempre più attive, chiamando direttamente le masse alla preparazione della sollevazione armata. I reparti della guardia rossa devono essere normalmente costituiti da operai senza par¬tito, da studenti e da contadini poveri. Il Partito deve sforzarsi di assicurare a questi reparti la propria guida, introducendovi uo¬mini di provata fede ai posti di comando, dirigendone l'addestra¬mento militare, ecc. In molti paesi non è escluso che i reparti della guardia rossa debbano formarsi clandestinamente, almeno all'inizio. Il grado di legalità della guardia rossa dipenderà dalle condizioni più svariate, ma soprattutto dalla profondità del movi¬mento rivoluzionario tra le classi oppresse, dall'entità della di-sgregazione dell'apparato governativo delle classi dirigenti, ecc. Spetta al Partito tener conto della situazione politica reale in ciascuna regione e lanciare tra le masse delle parole d'ordine la (ni applicazione garantisca l'esistenza legale delle organizzazioni operaie, compresi il Partito e la guardia rossa, e il loro progres¬sivo accrescimento. Non bisogna mai dimenticare che la questione della legalità della guardia rossa sarà definitivamente risolta con la lotta e soltanto dalla lotta delle masse operaie. Il Partito deve adoperarsi con ogni mezzo per spiegare alle masse che una lotta loiiunata per la costituzione dell'esercito rivoluzionario determina in larga misura una lotta vittoriosa nel corso dell'insurrezione, poiché lottare per la formazione e per lo sviluppo legale della guardia rossa significa lottare per la principale via d'accesso alle posizioni decisive, significa dare inizio alla lotta diretta per il potere. In questo periodo saranno inevitabili scontri limitati con le forze armate della borghesia (truppe, polizia, carabinieri, squadre fasciste), così come saranno inevitabili le sconfitte parziali.
L'esperienza dei vari paesi dimostra che sostanzialmente la natura dei reparti di guardie rosse si può ricondurre allo sche¬ma seguente. Le forze armate del proletariato, in condizioni di c lanclestinità, si costituiranno in piccoli gruppi (di 3, 5, 10) orga¬nizzati in ogni fabbrica, ecc., subordinandosi, tramite i rispettivi comandanti, a un'istanza superiore (comandante di fabbrica o di quartiere). In questo periodo si sconsiglia la formazione di unità piiì ampie (compagnie, battaglioni) per non compromettere la segretezza.
Con lo sviluppo della campagna per la formazione della guar¬dia rossa, quando l'idea sarà penetrata tra le masse operaie, in¬frangendo ogni norma di legalità e quando la costituzione dell'esercito rivoluzionario avrà assunto un carattere di massa, allora il Partito, basandosi sulle esigenze del combattimento negli abitati e sulle armi di cui dispone, dovrà fornire lo schema idoneo al-l'organizzazione della guardia rossa. Non c'è bisogno di adoperairsi per avere una struttura complicata o per realizzare grandi unità. Bisogna invece tentare di raggruppare in modo ben com¬pano le piccole unità elementari: squadre e gruppi (da 10 a 20 uomini), plotoni (da 35 a 45) e compagnie (da 2 a 3 plotoni). In certi casi si potranno riunire due o tre compagnie in un batta¬glione. Si sconsiglia la formazione, spesso deleteria, di unità più grandi (reggimenti o divisioni) come venne fatto invece in Ger¬mania nel 1923, poiché viene inevitabilmente a scemare l'importanza dei piccoli reparti, preziosissimi nei combattimenti urbani, denotando così un'incomprensione della natura di questo tipo di combattimento il cui onere ricade per intero su gruppi e reparti corrispondenti numericamente alla squadra o al plotone o, al massimo, alla compagnia. La costituzione di grandi unità sarà invece necessaria dopo la presa del potere in una data città, cioè nel momento in cui la lotta si dovrà spostare all'esterno, in campo aperto.
Nella formazione e nell'istruzione militare della guardia rossa, conviene dedicare la massima attenzione alla preparazione, in seno alle unità elementari come la squadra o la compagnia, di uomini o di gruppi aventi compiti speciali: collegamento, esploratori, infermieri, mitraglieri, artiglieri, guastatori, autieri, ecc.; questa è una cosa molto importante, poiché la presenza di tutti questi specialisti (sia pure in assenza delle armi corrispondenti) consen¬tirà in primo luogo di meglio combattere le specialità corrispon¬denti presso il nemico e, in secondo luogo, una volta in possesso dell'equipaggiamento adatto, di utilizzarlo ai propri fini. Gli uo¬mini del collegamento (possibilmente staffette in bicicletta) e gli esploratori saranno sempre indispensabili nei combattimenti ne¬gli abitati: pertanto è assolutamente necessario preparare dei com¬pagni o degli interi gruppi in ciascun plotone e in ciascuna com¬pagnia perché servano da esploratori e da staffette.
Nella designazione e nella preparazione del comando dei re¬parti, è bene ricordare che i vari capi dovranno avere, durante il combattimento, molto spirito d'indipendenza e di iniziativa, l'at¬titudine a orientarsi nelle complesse situazioni dei combattimenti urbani, gran coraggio personale, la capacità di assumersi ogni re¬sponsabilità nella soluzione indipendente dei problemi tattici e, infine, una dedizione illimitata alla causa rivoluzionaria.
La selezione del personale dirigente la guardia rossa dovrà te¬ner conto di questi requisiti. Bisogna ricordarsi che la persona del comandante, nei combattimenti nelle strade e nel corso dell'insur¬rezione, ha una parte di primo piano.

1 LENIN, Le opere, Gli insegnamenti dell'insurrezione di Mosca, Editori Riuniti, 1970, P. 438.
4 Nell'originale si parla di "combattimento nelle strade." In realtà la tattica moderna, anche_ quella degli "eserciti regolari," conosce appunto la variante del combattimento negli abitati, e non solo a scopo antinsurrezionale. L'espressione "guerriglia urbana," tanto di moda da qualche tempo, è impropria e pericolosamente ingannevole. [N.d.T.]
5 Tesi della conferenza di agosto 1927 del P.C. cinese.
6 Leninski Sbornik, tomo V.
7 Ibidem.
 
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