Comunismo - Scintilla Rossa

L'insurrezione armata, A. Neuberg

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Public Enemy
view post Posted on 29/11/2012, 18:16 by: Public Enemy




L'insurrezione di Canton

Osservazioni generali

La portata storica universale dell'insurrezione di Canton è indiscutibile e ben nota. È un dato di fatto che non abbisogna di prove. Il VI congresso dell'Internazionale comunista ha espresso su questa insurrezione il seguente giudizio:
L'insurrezione di Canton, battaglia eroica di retroguardia del proletariato cinese nell'ultimo periodo della rivoluzione cinese, rimarrà, nonostante gli errori grossolani di chi la guidò, il segno della nuova fase della rivoluzione, la fase sovietica.1
L'insurrezione di Canton è intesa dagli operai come esempio del grandi- eroismo degli operai cinesi.2
Se durante le insurrezioni di Sciangai e, in genere, durante l'intera lotta rivoluzionaria fino all'insurrezione cantonese, il pro-letariato cinese era rimasto regolarmente alleato alla borghesia na/ional-radicale, se la sua avanguardia, il Partito comunista, aveva latto blocco con il Kuomintang, che era poi l'espressione politica "lei blocco di quattro forze - proletariato, borghesia, contadini e popolazione povera delle città -, nell'insurrezione di Canton il proletariato cinese si presentò per la prima volta come classe veramente indipendente, in lotta contro la borghesia, contro le cricche militariste e feudali e contro l'imperialismo straniero, per la dittai ura democratica rivoluzionaria del proletariato e dei contadini, /><r il potere dei Soviet. Il proletariato cantonese, sotto la guida "IrI Partito comunista cinese, riuscì a impadronirsi del potere in una città di un milione d'abitanti e a conservarlo per 58 ore, dimo-M nindo così al mondo intero che il proletariato cinese ha definitivamente preso coscienza di sé, si è costituito politicamente, è divenuto classe indipendente, capace di essere la forza direttrice e conduttrice della rivoluzione cinese. Ha dimostrato, infine, che il corso ulteriore della grande rivoluzione cinese si svolgerà sotto l'egemonia del proletariato.
Gli avvenimenti rivoluzionari che in Cina fecero seguito all'insurrezione di Canton confermano la fondatezza di questa asserzione. Già prima dell'insurrezione la borghesia cinese non era più una forza rivoluzionaria, essendo passata definitivamente nel campo della controrivoluzione da dove, con le cricche feudali e mili-tariste e con l'imperialismo straniero, conduceva una guerra accanita contro il proletariato e contro i suoi alleati, i contadini e la popolazione povera delle città. Dopo l'insurrezione di Canton questa battaglia della reazione contro la rivoluzione si è fatta sempre più aspra. La sola forza capace di condurre la lotta rivoluzionaria delle classi lavoratrici in Cina è il proletariato.
Ci accingiamo ora a ricostruire la situazione della Cina e, in particolare, della provincia di Kuang-Tung, sulla quale si sviluppò la lotta, e di studiare le cause della sconfitta. Gli insegnamenti dell'insurrezione cantonese non vanno solamente a beneficio del proletariato cinese: i suoi aspetti positivi, al pari degli errori commessi, devono essere portati a conoscenza del proletariato internazionale, poiché l'esperienza di Canton è una delle lezioni più preziose della lotta rivoluzionaria internazionale di questi ultimi anni.

La situazione in Cina

La situazione generale in Cina3 e in particolare nel centro e nel meridione nell'autunno 1927 era caratterizzata come segue:
a] La borghesia nazionale continuava ad allontanarsi sempre più dalla rivoluzione democratica nazionale, per trasferirsi nel campo della controrivoluzione militarista e imperialista; tutte le forze controrivoluzionarie conducevano una guerra accanita contro la frazione rivoluzionaria del proletariato e contro il grosso della popolazione contadina: scioglimento forzoso delle organizzazioni rurali e dei sindacati, repressione selvaggia di ogni moto rivoluzionario, massacro individuale dei quadri rivoluzionari della classe operaia, ecc.;
b] In tutti i settori della vita economica si manifestava una profonda crisi: le condizioni della finanza, del commercio, dell'industria, dei trasporti, peggioravano a vista d'occhio. La crisi assumeva proporzioni catastrofiche;
c] La controrivoluzione si rivelava assolutamente incapace di creare una situazione stabile e persine di imporre l'unità al suo stesso schieramento; la spartizione del paese tra molteplici raggruppamenti politici avversi, in stato di guerra gli uni contro gli altri, aveva raggiunto un livello inaudito;
d) Si assisteva alla crescente diffusione di un potente movimento rivoluzionario, che si manifestava negli scioperi dei centri industriali (Sciangai, Canton, Hankeu, ecc.), nel sempre più intenso moto rivoluzionario contadino, che aveva assunto nelle province dello Hunan, Hupé, Tsiansi, Honan e Kuang-Tung la forma di vera e propria guerra civile delle campagne contro i latifondisti e le magistrature ereditarie, nell'insurrezione delle truppe di Hetin e di Holun il 30 luglio a Nangan, nella costituzione del potere dei Soviet a Haifin e Lu-Fin, ecc.
Contemporaneamente, il periodo precedente alla insurrezione di Canton era caratterizzato da un'attività piuttosto debole del Partito comunista. Nel suo insieme il Partito non era in grado né di organizzare né di condurre politicamente il movimento rivoluzionario delle masse. Non essendosi ancora liberato definitivamente delle illusioni del Kuomintang di sinistra, commetteva gravi errori d'opportunismo, soprattutto in materia agraria, militare, ecc. D'altro canto l'attività e il barbaro terrorismo della controrivoluzione nei confronti del Partito comunista, con la mancanza di conlatti diretti (nel tempo e nello spazio) tra i grandi fattori della rivoluzione - lotta della classe operaia, insurrezioni contadine e ammutinamenti dei soldati4 -, avevano esercitato una netta influenza negativa sullo sviluppo della rivoluzione.
Dall'analisi della situazione concreta del momento, il Comitato centrale del Partito comunista cinese constatò nella sua seduta plenaria dell'ottobre 1927 che la situazione in Cina, nono-Mante una serie di sconfitte (Sciangai: repressione del moto operaio d'aprile; Ukhan: disarmo degli operai, ecc.; Svateu: sconfitta dell'armata di He-Tin e Ho-Lun, ecc.)> permaneva immediatamente rivoluzionaria e che la parola d'ordine dell'insurrezione restava valida.

La situazione nel Kuang-Tung

I fattori essenziali che caratterizzano la situazione a Canton e nella provincia di Kuang-Tung subito prima dell'insurrezione, sono i seguenti:
a] II 17 novembre il generale Ciang-Fa-Ku, il cui ispiratore politico era Van-Tin-Wei, il leader della sinistra del Kuomintang, e che si appoggiava su parte della borghesia della provincia, condusse un colpo di Stato a Canton e cacciò dalla città Li-Tin-Sings, ideologo della borghesia dei compradores, il quale si era a suo tempo impadronito del potere a seguito del colpo di Stato controrivoluzionario del 15 aprile 1927.
Ciang-Fa-Ku e Van-Tin-Wei, nel tentativo di guadagnarsi la simpatia generale ricorrendo ad affermazioni menzognere, condussero in realtà una guerra accanita contro gli operai rivoluzionari, il movimento contadino e, soprattutto, il Partito comunista ormai ridotto all'azione clandestina. A tale proposito bisogna dire che questi esponenti della "sinistra" del Kuomintang nulla avevano da invidiare al reazionario puro Li-Tin-Sings. Il governo di Van-Tin-Wei e Ciang-Fa-Ku, una volta insediato, annullò subito le conquiste degli scioperanti di Hong-Kong (sfratto dagli alloggi forniti dai padroni, chiusura delle mense popolari, espulsione degli scioperanti da Canton, ecc.), operò arresti in massa tra gli operai, sciolse i sindacati rivoluzionari, ne occupò le sedi, affisse dei manifesti invitanti allo sterminio dei comunisti, difese addirittura le organizzazioni borghesi che reclamavano il boicottaggio delle merci inglesi e giapponesi.
b] Subito dopo il colpo di Stato del 17 novembre, iniziarono nella provincia le ostilità tra i due raggruppamenti militaristi, quello di Ciang-Fa-Ku e quello di Li-Tin-Sings, alleato del generale Li-Fu-Lin. Poiché Li-Tin-Sings si preoccupò di evitare scontri decisivi, la guerra non assunse mai le dimensioni di grandi battaglie. Li-Tin-Sings smistò le sue truppe in varie direzioni, trascinando dietro di sé quelle di Ciang-Fa-Ku. Nondimeno il cambio di governo e questa guerra "incruenta" indebolirono enormemente le classi dirigenti, ne accelerarono la disgregazione, gettarono il discredito sulle autorità politiche del Kuomintang e sullo stesso Kuomintang e affrettarono lo sfacelo economico della pro-vincia e della città di Canton.
c] Con la partenza delle truppe di Li-Tin-Sings, inseguito a distanza da Ciang-Fa-Ku, Canton si sbarazzò un po' alla volta, senza colpo ferire, delle truppe governative. Si susseguirono infatti gli invii dei reparti locali al fronte, nell'intento di concentrare forze ragguardevoli per sferrare il colpo decisivo alle spalle di Li-Tin-Sings in ritirata.
All'epoca dell'insurrezione si trovavano a Canton le seguenti truppe fedeli a Ciang-Fa-Ku: il reggimento reclute, un reggimento di fanteria, un reggimento d'artiglieria, un reggimento per i servizi di presidio e alcune unità minori. Queste truppe non rappresentavano una forza militare tale da destare preoccupazioni, essendo notevolmente disgregate a seguito dell'agitazione e della propaganda del Partito comunista. Nel reggimento reclute c'era persino una cellula clandestina comunista forte di duecento aderenti alla Gioventù comunista.5 Nelle altre unità esistevano cellule di minore entità, ma tra molti soldati il fermento rivoluzionario era vivissimo.
Oltre alle truppe di Ciang-Fa-Ku insediate a Canton, abbastanza demoralizzate grazie al Partito comunista, si trovavano nell'isola di Hainan due reggimenti di Li-Fu-Lin: poiché il Partito nulla aveva fatto per disorganizzarli e conquistarli politicamente, questi reggimenti costituivano una forza sicura, saldamente in mano al comando della reazione.
Attorno a Canton, nella provincia del Kuang-Tung, c'erano però circa 50.000 soldati reazionari di Lin-Tin-Sings e di Ciang-Fa-Ku. Gli uomini di questi reggimenti seguivano le parole d'ordine del Kuomintang, ignorando quasi completamente quelle del Partito comunista. E quand'anche ne fossero stati a conoscenza, non avrebbero fatto alcuna differenza tra queste e quelle del Kuomintang. Questi soldati si trovavano nelle mani del comando reazionario di cui eseguivano gli ordini senza discutere. In mancanza di attivisti e di risorse, il Partito non aveva condotto alcuna opera di persuasione tra questi reparti.
d) II fermento rivoluzionario tra le classi oppresse, grazie a una situazione economica in continuo peggioramento e al terrorismo dei militaristi del Kuomintang, cresceva di giorno in giorno. Il raggruppamento delle masse operaie di Canton attorno alla federazione rossa clandestina dei sindacati e all'organizzazione comunista cittadina procedeva a ritmo sostenuto. Si tenevano regolarmente e con crescente animazione riunioni clandestine di delegati sindacali, convegni clandestini di delegati del Partito comunista. Già nel settembre la situazione era tale che, quando l'esercito di He-Tin e Ho-Lun si avvicinò a Svateu, il comitato provinciale del Kuang-Tung decise di intraprendere la preparazione im-mediata dell'insurrezione a Canton. In un primo tempo la sconfitta delle truppe di Nan-Ghan presso Svateu ebbe certamente un'incidenza negativa sull'azione rivoluzionaria cantonese, ma poiché l'ardore rivoluzionario era rimasto vivissimo, il Partito comunista, nonostante la sconfitta e il barbaro terrorismo della reazione, continuò a preparare attivamente le masse alle battaglie decisive. Nel contempo prendeva ogni sorta di misure tecniche e organizzative per assicurare all'insurrezione il successo finale.
Il 14 ottobre, in concomitanza con lo sciopero dei marinai, il movimento assunse le proporzioni di una vera e propria insurrezione spontanea. Quel giorno si verificarono in tutta la città grandiose manifestazioni di massa. Diverse migliaia di dimostranti presero d'assalto i locali che erano stati la sede dei sindacati rossi, ne cacciarono la polizia e massacrarono un buon numero di agenti governativi. A questo punto il terrore reazionario raddoppiò d'intensità. Una parte dei membri del Comitato provinciale del Kuang-Tung giudicò matura la situazione per lo scatenamento immediato dell'insurrezione. La maggioranza, però, decise di attendere ancora e invitò gli iscritti al Partito a continuare la mobilitazione delle masse, sottolineando il nesso tra le rivendicazioni economico-sociali e la propaganda a favore dell'insurrezione.
La frazione rivoluzionaria del proletariato di Canton celebrò la data del 7 novembre con una grandiosa manifestazione che la polizia faticò a disperdere. È opportuno notare che anche in occasione di questa dimostrazione alcuni membri del comitato comunista del Kuang-Tung reclamarono l'insurrezione. Ma secondo il parere degli altri compagni dirigenti il rapporto tra le forze non era ancora sufficientemente favorevole. L'insurrezione venne ancora rimandata.
Ai primi di dicembre il movimento rivoluzionario cantonese progredì ulteriormente. Tornarono a scendere in sciopero i marinai, i conducenti di autobus si unirono a loro, mentre si fermava il lavoro in diverse aziende e alle poste. Lo slancio relativamente potente della lotta di classe del proletariato dopo il colpo di Stato di Ciang-Fa-Ku trovò espressione in nuove dimostrazioni, nella diffusione massiccia delle pubblicazioni comuniste clandestine, nella liberazione a furor di popolo dei comunisti incarcerati, ecc.
e) Ma accanto ai sindacati rossi esistevano a Canton molti sindacati la cui amministrazione era ancora nelle mani dei partigiani reazionari del Kuomintang. Questi sindacati, che raggruppavano decine di migliaia di operai, erano raccolti attorno al sindacato reazionario dei meccanici, che in tutto il periodo della reazione si era dimostrato solidale con i provvedimenti controrivoluzionari del governo e che nella repressione dell'insurrezione si schierò attivamente a fianco delle truppe governative. Tale circostanza, ossia la presenza di un numero tanto alto di sindacalisti reazionari (che superava quello degli attivisti dei sindacati rossi), costituì la grossa difficoltà dell'insurrezione, paralizzando in larga misura i preparativi insurrezionali ed esercitando un'influenza negativa sull'esito finale. In questi sindacati il Partito comunista aveva una parte assolutamente insignificante.
La piccola borghesia nel suo complesso non si era ancora liberata delle illusioni della "sinistra" del Kuomintang, e attendeva un miglioramento delle sue penose condizioni da Ciang-Fa-Ku.
/) Nella provincia del Kuang-Tung, il movimento rivoluzionario contadino si manifestò con l'insediamento del potere dei Soviet e con l'attuazione pratica delle parole d'ordine della rivoluzione agraria in 6 distretti intorno a Hai-Fun e Lu-Fung (250 chilometri a est di Canton). A Hai-Fun un congresso dei Soviet dei deputati degli operai, dei contadini e dei soldati, aperto il 7 novembre alla presenza di 300 delegati e di circa 10.000 spettatori, designò un governo sovietico per tutte le regioni insorte del Kuang-Tung. Ai primi di dicembre il potere dei Soviet possedeva un territorio con mezzo milione d'abitanti. Ne era a capo un membro del Comitato centrale del Partito comunista.
Anche nell'isola di Hai-Nan si sviluppava un possente movimento contadino.
Al momento dell'insurrezione di Canton, però, il movimento rivoluzionario delle regioni nelle immediate vicinanze del capo-luogo era purtroppo estremamente debole.
Il Partito non era in grado di condurre l'opportuna agitazione nella zona contadina circostante Canton. È qui che si fecero maggiormente sentire gli antichi errori del Partito sulla questione agraria.

La preparazione diretta dell'insurrezione

Nella seduta del 26 novembre, il comitato comunista della provincia di Kuang-Tung decise di orientarsi risolutamente alla preparazione diretta dell'insurrezione, confermando la convinzione pro-fonda che fossero ormai presenti tutte le condizioni della vittoria e che, con un'opportuna preparazione tecnica e politica, il successo fosse assicurato.
Nel periodo che intercorre tra il 30 novembre e l'inizio dell'insurrezione, l'organizzazione comunista si dedica a un'opera intensa tra le masse per mobilitarle in vista dell'insurrezione, elaborando un programma politico generale, predisponendo i piani militari, occupandosi della futura organizzazione del Soviet cantonese, ecc.
Il Partito conduce l'agitazione presso le masse utilizzando le seguenti parole d'ordine: "Abbasso Ciang-Fa-Ku e Van-Tin-Wei!," "Abbasso il Kuomintang!," "Piena libertà democratica di stampa, di parola, di riunione, di coalizione e di sciopero!," "Sterminio dei provocatori di Ciang-Fa-Ku," "Armamento degli operai e dei contadini," "Scarcerazione immediata dei detenuti politici," "Ripristino del sussidio governativo agli scioperanti di Hong-Kong," "Indennità di disoccupazione uguale al salario integrale," "Aumento dei salari e controllo operaio sulla produzione," "Confisca dei beni dell'alta borghesia," "Migliori condizioni materiali e giuridiche ai contadini," "Costituzione dei comitati dei soldati rivoluzionari," "Sterminio individuale dei partecipanti e dei responsabili del terrore del Kuomintang," "Tutta la terra ai contadini, il riso agli operai," "Abbasso le guerre militariste!," "Tutto il potere ai So-viet," ecc.
Quanto alle misure organizzative in vista dell'insurrezione, fin dal 26 novembre il Partito si preoccupò di costituire un Comitato militare rivoluzionario per la direzione generale del movimento, e uno stato maggiore della guardia rossa per la direzione tecnica dell'insurrezione; si adoperò al dimensionamento del piano d'insurrezione, predispose la mobilitazione militare dei comunisti (a Canton c'erano circa 1.000 tra membri del Partito e iscritti alla Gioventù comunista, duecento dei quali, come abbiamo già visto, presenti nel reggimento reclute) e l'organizzazione della guardia rossa; curò la formazione di gruppi operai speciali attivamente rivoluzionari per eseguire i compiti particolari (eliminazione fisica dei capi della controrivoluzione), la raccolta e l'addest ramento degli autieri e dei camionisti, la penetrazione di propagandisti tra le truppe nemiche, ecc.
Il Comitato rivoluzionario di Canton venne costituito da 5 compagni, uno dei quali (He-Tin) nominato dirigente della parte militare dell'insurrezione (comandante in capo). Il compagno He-Tin giunse a Canton solo 6 ore prima dell'inizio del movimento, motivo per cui non prese parte alcuna alla preparazione. È una circostanza che, come vedremo in seguito, ebbe una grande influenza, in senso negativo, sullo sviluppo degli eventi.
Il Soviet, eletto subito alla vigilia dell'insurrezione, si componeva di 16 membri, dieci dei quali designati da una riunione della Federazione rossa dei sindacati di Cina, 3 in rappresentanza della guarnigione di Canton e 3 deputati dalle organizzazioni contadine del Kuang-Tung (uno solo di questi ultimi si trovò a Canton all'inizio dei moti).
Il lavoro del Partito presso l'esercito si limitò essenzialmente alle unità del presidio di Canton. Come si è già accennato, la carenza di uomini e di risorse impedì un lavoro analogo presso le truppe esterne.
Quest'ultima osservazione vale anche per il lavoro di propaganda presso i contadini. A Canton era stata organizzata una scuola clandestina di Partito per i militanti contadini, i quali ultimi costituivano il collegamento tra Canton e le organizzazioni rurali, comunicando le istruzioni del Comitato del Kuan-Tung, distribuendo le pubblicazioni tra i contadini, ecc. Tutto questo, però, facendo ricorso a un numero limitato di militanti, non po-icva dare risultati concreti, come di fatto non ne diede.
Ecco come si presentava il rapporto tra le forze contrapposte a Canton alla vigilia dell'insurrezione:

Forze della reazione
2 reggimenti di Li-Fu-Lin nell'isola di Honan 3.000 uomini
1 reggimento d'artiglieria leggera a nord di Canton,
30 cannoni e 500 "
1 reggimento di fanteria, a sostegno del precedente 600 "
I battaglione di fanteria, con lo stesso compito 250 "
1 battaglione a guardia dell'arsenale, presso la stazione
di Cian-Sciui 300 "
Allievi della scuola di Wam-Pu, isola di Wam-Pu 1.000 "
1 reggimento di leva recente della 2a divisione a
Se-Kuan 800 "
1 reggimento di recente costituzione per la 3a divisione,
circa 600 "
Polizia municipale 2.000 "
Battaglione di custodia alla casa di Li-Tin-Sings Forza non conosciuta

A Canton si trovavano inoltre gli stati maggiori della 2a divisione, della 12a divisione, del 4° corpo e quello di Ciang-Fa-Ku.
Ciascuno di questi stati maggiori era sorvegliato da un gruppo di mauseristi6 (formato da soldati mercenari accuratamente selezionati e profumatamente pagati) forte da 50 a 200 uomini (mancano i dati esatti).
Tutte queste unità, a eccezione dei due reggimenti di Li-Fu-Lin e dei reparti mauseristi, erano state profondamente demoralizzate dal Partito comunista, motivo per cui non costituivano tra le mani del comando reazionario una forza di serio impegno. I due reggimenti di Li-Fu-Lin e i mauseristi non erano stati toccati dalla propaganda e dall'agitazione rivoluzionaria. Potevano essere demoralizzati soltanto dalla forza delle armi degli insorti.

Forze degli insorti
Reggimento recitate, nella caserma di Cia-He ca. 1.000 uomini
Squadrone di gendarmeria in città ca. 50 "
Sezione guardie all'arsenale ca. 50 "
2 plotoni allievi alla scuola di Wam-Pu ca. 100 "
Guardia rossa di Canton ca. 2.000 "

Inoltre gli insorti contavano sull'appoggio dei contadini i quali, all'inizio dell'insurrezione, dovevano inviare a Canton un distaccamento armato di 1.500 uomini (ne giunsero invece 500
circa).
Alla testa del reggimento reclute si trovava, al momento dell'insurrezione, un comandante reazionario con il quale solidarizzava parte degli ufficiali, ma il reggimento nel suo insieme, con una cellula comunista di 200 elementi, e persino buona parte dell'ufficialità, era dichiaratamente a favore dell'insurrezione e attendeva soltanto le direttive del Partito.
Come si può vedere, il rapporto tra le forze militari in campo non sembrava affatto favorevole alla rivoluzione, ma se si considera che le forze della borghesia erano circondate da ogni lato dal fermento rivoluzionario e politicamente di scarso affidamento per il comando, si può affermare che a Canton le forze contrapposte erano in parità. Con una opportuna organizzazione (all'inizio dell'insurrezione), tale rapporto si sarebbe potuto addirittura modificare agevolmente a favore degli insorti, cosa che puntualmente
si verificò.
Quanto all'organizzazione e all'armamento della guardia rossa, la situazione si presentava come segue:

Dopo che il comitato provinciale si fu orientato per la preparazione dell'insurrezione (agosto 1927), Canton venne suddivisa in 10 quartieri, con una commissione militare a capo di cia-scun quartiere.
A tali commissioni militari spettava il compito del lavoro di demoralizzazione e di conquista politica dei soldati delle truppe governative di Canton, la costituzione all'interno di queste truppe di cellule comuniste e di gruppi di soldati rivoluzionari, la formazione di reparti di guardie rosse, il loro addestramento militare, l'accumulo di armi e munizioni, la costituzione di una rete di informatori presso le truppe e i comandi di Ciang-Fa-Ku e nelle istituzioni governative, e infine la preparazione tecnica dell'insurrezione in genere.
Le commissioni militari di quartiere operavano sotto la guida della commissione militare del comitato provinciale del Kuang-Tung, composto di 5 militanti responsabili. Le commissioni di quartiere erano normalmente formate da 3 compagni, tranne i casi in cui si aveva solo un "rappresentante la commissione."
Le commissioni militari operavano clandestinamente. Vista la necessità del segreto più assoluto, in questo primo periodo la guardia rossa in via di formazione nei quartieri aveva assunto la forma di gruppi isolati accuratamente dissimulati (gruppi di 10), senza alcun raggruppamento più consistente, e subordinati alla commissione militare della regione (più esattamente al compagno designato in seno a questa commissione per organizzare i reparti della guardia rossa). In seguito, con l'aumento numerico di questi gruppi di dieci e l'avvicinarsi del momento decisivo, si pose la questione di riunire i gruppi in unità più consistenti, allo scopo di utilizzarli più razionalmente nel corso dell'insurrezione. Subito alla vigilia dell'insurrezione (due settimane circa in anticipo), la costituzione dei reparti e la loro direzione passarono alle commissioni militari di quartiere e furono affidate a dirigenti militari specializzati, all'uopo nominati dai sindacati posti sotto l'influenza del Partito comunista.
All'inizio dell'insurrezione, si contavano in tutto a Canton circa 2.000 operai organizzati nella guardia rossa, tra i quali 300 ex. scioperanti di Hong-Kong.
Quanto all'armamento, le cose andavano piuttosto male. La guardia rossa ne era quasi totalmente priva: in tutta Canton non aveva che 29 moschetti e circa 200 bombe. Non un solo futile.'
Parimenti insoddisfacente era il grado d'addestramento degli uomini. Molte tra le guardie rosse non sapevano servirsi delle loro armi. I dirigenti dei reparti, per la maggior parte, ignoravano i principi elementari dell'arte militare e della tattica dei combattimenti negli abitati.
La debole preparazione militare della guardia rossa di Can-ton si spiega con le condizioni particolari della Cina. In Cina non esiste il servizio militare obbligatorio: tutti gli eserciti cinesi sono formazioni mercenarie. Il popolo cinese nutre un vero e proprio odio per tutto ciò che è militare e sotto le armi ci vanno soltanto quelli che non hanno altra possibilità di procurarsi da vivere (contadini rovinati, elementi declassati delle città); gli operai nell'esercito non ci vanno. Per questo motivo la classe operaia cinese non aveva alcuna possibilità di apprendere l'arte della guerra, se non per la via illegale. Ecco un'altra circostanza che doveva avere effetti veramente disastrosi sul valore combattivo della guardia rossa cantonese.
Il piano e la condotta dell'insurrezione
Nella seduta del 7 dicembre il comitato provinciale del Partito comunista decise all'unanimità di organizzare la sollevazione per la notte sull'll dicembre alle ore 3,30 del mattino. Il comitato riteneva, come si è detto, che coincidessero ormai tutte le condizioni sociali e politiche favorevoli al trionfo dell'insurrezione. La scossa decisiva era venuta dalla notizia, giunta al Partito, secondo cui Ciang-Fa-Ku, su insistente richiesta di Van-Tin-Wai, aveva richiamato dal fronte una delle sue divisioni, dirigendola su Can-ton per disarmare il reggimento reclute e ristabilire 1'"ordine." Era evidente che il disarmo delle reclute sarebbe stato il prodromo di un più intenso terrorismo reazionario, e che Ciang-Fa-Ku non avrebbe esitato a compiere qualsiasi atrocità finché, con il ferro e il fuoco, non avesse soppresso a Canton ogni possibilità rivoluzionaria. La questione si poneva dunque in questi termini: rassegnarsi alla difesa senza combattere, oppure intervenire con buone probabilità di prendere il potere? Il Partito scelse la seconda soluzione.
Esaminate diverse varianti,8 si decise per il seguente piano:
Alle ore 8,30 del mattino scoppia l'insurrezione nel reggimento reclute. I soldati disarmano i reggimenti di fanteria e d'artiglieria insieme con un battaglione di fanteria accantonato nel medesimo quartiere. Intanto, nella città, la guardia rossa disarma la polizia e il reggimento di guardia, attacca i comandi della 2a e della 12a divisione e del IV corpo, nonché la residenza di Li-Tin-Sings, spalanca le porte delle carceri dove si trovano circa 3.000 detenuti politici, s'impadronisce della questura e degli edifici governativi, dell'armeria situata vicino alla stazione di Cian-Sciui (vi si trovavano 4.000 fucili con munizionamento e 5.000 bombe a mano) e del grande arsenale a 8 chilometri da Canton, per prelevare le armi ivi depositate.
Le armi conquistate fin dal primo momento vengono immediatamente distribuite agli operai, consentendo di formare nuovi reparti armati.
Il Partito proclama lo sciopero generale e tutte le sue forze devono essere impiegate per far partecipare al combattimento il grosso dei lavoratori, per rovesciare il vecchio regime; sostenere il Soviet dei deputati operai, contadini e soldati di Canton formatosi segretamente, proclamando il potere supremo sovietico nel corso dell'insurrezione. Fin dall'inizio dell'insurrezione il Soviet pubblica una serie di decreti: sulla destituzione del vecchio governo, sulla nazionalizzazione delle terre, sulla confisca dei grandi patrimoni cittadini, sulla nazionalizzazione delle banche, delle ferrovie, ecc.
Ecco, a grandi linee, il contenuto della prima fase dell'insurrezione.
Nella seconda fase, tutte le forze insorte devono essere utilizzate per sbarazzare definitivamente la città di ogni traccia di controrivoluzione, liquidando le forze reazionarie di Li-Fun-Lin nell'isola di Honan.
La terza fase prevede la lotta contro tutte le unità milita-riste del Kuang-Tung e il trascinamento dei contadini alla guerra rivoluzionaria. Quest'ultima fase del piano venne semplicemente abbozzata in linea generale.
Nulla era stato previsto in caso d'insuccesso. L'esecuzione del piano si svolse come segue: Alle ore 3,30 in punto il presidente del Comitato rivoluzionario cantonese, Ciuan-Tai-Lai, con un gruppo di operai a bordo di autocarri sottratti dai camionisti rivoluzionar! ai padroni, si portò davanti alla caserma del reggimento reclute. Questo reggimento, al segnale della sua organizzazione comunista, si riunì al gran completo nel cortile e, dopo un discorso di una decina di minuti pronunciato da Ciuan-Tai-Lai, dichiarò di mettersi totalmente a disposizione del Soviet dei deputati operai, contadini e soldati, per contribuire attivamente ali'affermazione del nuovo potere. Il comandante del reggimento e 15 ufficiali reazionari che avevano tentato di prendere le difese del Kuomintang vennero passati per le armi sul posto.
I tre battaglioni del reggimento reclute ricevettero ciascuno il proprio ordine di missione: uno andrà a disarmare il reggimento di fanteria, l'altro disarmerà il reggimento di artiglieria e il battaglione di fanteria aggregato, il terzo si porterà in città per cooperare con la guardia rossa.
Esattamente nello stesso momento (ore 3,30) la guardia rossa entra in azione all'interno di Canton.
II disarmo dei reggimenti d'artiglieria e di fanteria e del battaglione di fanteria venne rapidamente portato a compimento dalle unità del reggimento reclute il quale, dopo l'operazione, si trovò padrone di 30 bocche da fuoco e di una grande quantità di fucili (circa 1.500) e di mitragliatrici. Le armi conquistate furono immediatamente trasferite a mezzo di camion all'interno della città, e distribuite agli operai. Assicurata la necessaria sorveglianza alle unità disarmate, i battaglioni del reggimento reclute si diressero verso il centro della città per compiervi altre missioni rivoluzionarie.
Le operazioni delle guardie rosse per il disarmo degli agenti nei commissariati e per l'occupazione dei servizi governativi riuscirono non meno brillantemente, mentre fallivano gli attacchi ai comandi della 2a e 12a divisione e del IV corpo, alla residenza di Li-Tin-Sings, protetta da diverse centinaia di mauseristi, e alla questura. Quest'ultima fu conquistata soltanto dopo un assalto cruento, combinato tra la guardia rossa e un battaglione del reggimento reclute. Conquistata la questura, nei locali dell'edificio si insediò lo stato maggiore del Comitato rivoluzionario.
Verso le ore 15 gli insorti erano ormai padroni di tutti i commissariati di polizia e di tutti i servizi governativi della città, a eccezione dei quartieri di Tun-Ciang e di Sciamin (quest'ultimo, essendo concessione straniera, non doveva essere attaccato). Soltanto i comandi delle divisioni, lo stato maggiore del IV corpo e il palazzo di Li-Tin-Sings non erano stati occupati. Per la loro conquista vennero spiegate forze ingenti e gli insorti manifestarono un accanimento senza pari, ma soltanto sul finire della prima giornata fu possibile avere la meglio sui comandi delle due divisioni. Quello del IV corpo, dove si trovavano circa duecento mauseristi, i quali opposero un'ostinata resistenza, potè essere preso soltanto verso le ore 10 del secondo giorno, dopo che all'edificio era stato appiccato il fuoco. La metà circa dei mauseristi (un centinaio d'uomini) riuscì a imbarcarsi e a guadagnare l'isola di Honan. L'incendio del corpo d'armata si estese al contiguo edificio della banca centrale e continuò ad ardere per un'intera notte.
La presa dello stato maggiore del IV corpo ci costringe a insistere su di una circostanza interessante. Uno degli ufficiali di stato maggiore di questo corpo d'armata era comunista, e nonostante questo il Comitato rivoluzionario non aveva ritenuto necessario informarlo dell'insurrezione imminente. Questo comunista, che occupava un posto tanto delicato, non potè così prendere parte alcuna all'evento.
La residenza di Li-Tin-Sings, che costituiva un caposaldo piuttosto imponente, circondata com'era da un fossato e da una muraglia in pietra, non fu occupata mai per tutta la durata al potere del Soviet cantonese. È vero che Li-Tin-Sings non vi si trovava già più, ma nella casa-fortezza erano asserragliati numerosi soldati a lui devoti, i quali riuscirono a respingere tutti gli attacchi.
Fin dal primo giorno gli insorti sentirono la mancanza di armi, poiché quelle conquistate ai reggimenti di fanteria e di artiglieria e in seguito al disarmo della polizia, non bastavano certamente ad equipaggiare tutti gli operai desiderosi di battersi (alle 7 del mattino dell'11 novembre erano già 20.000 gli operai die prendevano parte attiva all'insurrezione). Nonostante questo, durante tutta la sollevazione, non vennero occupati, chissà per quale motivo, né i depositi di armi della stazione Cian-Sciui, né il grande arsenale, mentre l'occupazione di questi obbiettivi di primaria importanza avrebbe consentito di armare circa 10.000 operai, creando così un rapporto di forze estremamente favorevole agli insorti.
A stare ad alcune indicazioni, sembra che un reparto contadino, forte di 500 uomini, convenuto in città dalla provincia, si sarebbe impadronito della stazione di Cian-Sciui, tentando di mettere le mani sul deposito d'armi, ma, incontrata una certa resistenza da parte del corpo di guardia, sarebbe entrato in trattative e, in conclusione, l'armeria non venne occupata.
Fin dal primo giorno mossero contro Canton le forze dei militaristi. L'offensiva era condotta dalle unità di Li-Fu-Lin, dalla parte dell'isola di Honan. Con il concorso dell'artiglieria della flotta straniera e cinese, Ì due reggimenti di Li-Fu-Lin riuscirono ad attraversare il braccio di mare, per attaccare un poco più a est dell'ex comando del IV corpo d'armata. Ben quattro attacchi vennero respinti con successo. In questa circostanza entrarono in azione, dalla parte degli insorti, molti dei cannoni presi al reggimento di artiglieria. Il secondo giorno le truppe di Li-Fu-Lin sce-sero dal nord lungo la ferrovia Canton-Hankeu, sferrando senza esito diversi attacchi, uno dei quali ebbe luogo a 150 metri dal comando del Comitato rivoluzionario, essendo il nemico riuscito a passare senza che gli insorti se ne accorgessero. Tale circostanza sta a dimostrare come il lavoro di ricognizione fosse stato organizzato in modo assolutamente insufficiente.
Il sindacato giallo dei metalmeccanici prese parte alla reazione fin dal primo giorno del movimento, formando 15 reparti armati di 50 uomini ciascuno, i quali presero parte attiva alla
lotta contro gli insorti.
Nella notte sul 13 dicembre il comando del Comitato rivoluzionario, analizzata la situazione, concluse che Canton rossa sì trovava in condizioni decisamente critiche. Da un lato, non si era riusciti a sgomberare completamente la città dalle forze controrivoluzionarie (Honan, Tun-Sciang); il grosso del proletariato e della piccola borghesia non aveva offerto al nuovo potere un concorso attivo sufficiente (lo sciopero generale non si era potuto fare, e così erano entrati in agitazione solo gli autistici tipografi, i ricsciò, i marinai della linea Hongkong-Tienzin e i dipendenti di qualche altra azienda); i ferrovieri, i dipendenti municipali, i marinai di Hong-Kong e altri non avevano lasciato il lavoro; la piccola borghesia aveva adottato in gran parte un atteggiamento d'attesa. Il sindacato metalmeccanici e una parte degli operai ad esso aderenti, erano manifestamente ostili all'insurrezione. Non si era riusciti a isolare il vertice della controrivoluzione (Ciang-Fa-Ku e soci), che da Honan e da Hong-Kong, dove si era rifugiato, continuava a dirigere la lotta contro i rivoluzio-nari. Alla controrivoluzione portò un concorso attivo la flotta degli imperialisti: asilo offerto alla borghesia in fuga, trasporto di truppe di Li-Fu-Lin per l'attacco al centro di Canton dalla parte di Tun-Sciang, cannoneggiamento della città insieme con unità navali cinesi, ecc.
Dall'altro lato, la città rossa era già attorniata da un cordone controrivoluzionario, costituito dai generali Ciang-Fa-Ku, Li-Tin-Sings e Li-Fu-Lin, i quali di fronte al nemico comune erano pervenuti a un commovente accordo. Istigati dagli imperialisti, avevano dimenticato per il momento i loro dissapori per piombare tutti insieme e da ogni lato su Canton. La stazione ferroviaria di Cian-Sciui era già stata occupata da un reparto della 26a divisione di Ciang-Fa-Ku, mentre le truppe di Li-Fu-Lin, trasferite sull'altra sponda del fiume dalla flotta straniera, si preparavano a rinnovare l'attacco dalla parte di Tun-Sciang. La 25a divisione avanzava da est. Le truppe di Li-Fu-Lin continuavano a premere da nord. Il sindacato metalmeccanici aiutava attivamente da sud la controrivoluzione. Intanto il Comitato rivoluzionario era slato informato dell'imminente arrivo di altre unità militariste die si trovavano nella provincia del Kuang-Tung.
In mancanza di armi individuali (fucili), le forze insorte non potevano aumentare. Anzi, le perdite subite inevitabilmente nel corso dei combattimenti le facevano assottigliare a poco a poco. l'Ira stato impossibile conseguire la superiorità delle forze ar-iimte. Il rapporto di forza veniva invece gradualmente a modificarsi a favore della controrivoluzione.
Considerata la situazione, il Comitato rivoluzionario si chiese se convenisse proseguire la difesa di Canton o se non fosse più opportuno ritirarsi. Fu presa la decisione di far uscire di città le (or/e armate disponibili, tentando lo sfondamento in direzione dell'insurrezione contadina di Han-Lu-Fin. Nella mattinata e du-ninie la giornata del 13 dicembre la città rossa venne evacuata < la I le forze armate degli insorti, circa 1.500 uomini, con il resto del reggimento reclute e una parte della guardia rossa. I reparti della guardia rossa rimasti a Canton si batterono fino all'ultimo.
Il ripiegamento del distaccamento di 1.500 uomini assunse un carattere estremamente precipitoso: i cannoni e quasi tutte le mitragliatrici e le munizioni vennero abbandonati in città.
La sanguinosa repressione scatenata dalla controrivoluzione costò la vita a circa 4.000 proletari.

Insegnamenti da trarre dall'insurrezione di Canton

Conviene indugiare un po' sulla questione essenziale che sì pone a proposito dell'insurrezione cantonese: quali furono le cause dell'insuccesso, quali insegnamenti deve trarre il partito rivoluzionario in futuro, al momento dell'organizzazione e della preparazione per la presa del potere?
Come risulta dall'esposizione dei preparativi e dell'esecuzione dell'insurrezione di Canton, il Partito comunista commise gravi errori nell'organizzazione e nell'applicazione militare, errori che non potevano non avere un effetto disastroso sull'esito della battaglia. In grandi linee questi errori si possono riassumere come
segue:
II piano insurrezionale non era stato studiato abbastanza in profondità; la direzione si rivelò estremamente debole. Fino a un certo punto ciò si spiega con il fatto che il Comitato rivoluzionario, a cui spettava la guida di tutto l'aspetto militare, era arrivato a Canton solo sei ore prima dell'insurrezione e, quindi, non aveva potuto analizzare convenientemente la situazione e trame le dovute conclusioni ai fini delle operazioni da compiere. Inoltre, il compagno responsabile, pur essendo generale di carriera, non aveva né una preparazione tattica sufficiente né, soprattutto, una vera esperienza di insurrezioni proletarie all'interno degli abitati. La mancanza di un vero piano e di una buona guida nel corso della sollevazione spiegano il fatto che non vennero occupate le armerie di Cian-Sciui e il grande arsenale, che il servizio di ricognizione e collegamento non venne convenientemente organizzato durante gli scontri, ecc. Così si spiega anche come mai non siano stati utilizzati i soldati disarmati dei reggimenti di fanteria e d'artiglieria e quelli del battaglione di fanteria.
Certo è che i soldati delle unità disarmate avrebbero potuto, dopo una rapida preparazione politica e un'attenta selezione, essere impiegati in qualità di combattenti attivi a fianco degli insorti. E invece il dirigente militare, quando qualcuno richiamò la sua attenzione su questa opportunità, pretese l'elenco nominativo dei disarmati con l'indicazione delle rispettive opinioni politiche. Naturalmente un modo tanto burocratico di risolvere il problema rivoluzionario in caso d'insurrezione non può fruttare nulla di buono. Il tempo premeva e fu perduto in inutili formalità: alla fine i soldati delle unità disarmate rimasero inattivi. In seguito si sparpagliarono puramente e semplicemente per la città. Il fatto è che il grosso di questa truppa non si distingueva in nulla, dal punto di vista politico, da quello del reggimento reclute. Se così non fosse stato, non si sarebbe certo lasciato disarmare così facilmente da pochi reparti di reclute. Il fermento rivoluzionario tra i soldati dei due reggimenti di fanteria e d'artiglieria, come tra quelli delle altre unità del presidio di Canton, era un fatto incontestabile. E proprio questo fatto aveva consentito di neutralizzarli così rapidamente.
Per colpa di una pessima direzione, i compiti non erano stati convenientemente distribuiti tra le varie squadre rosse. Alcune unità, per esempio, rimasero completamente inutilizzate, come segnala Ye-Tin nel suo rapporto: un plotone di gendarmi, il plotone di guardia all'arsenale, due plotoni di studenti della scuola di Wam-Pu. Queste unità, considerate devote alla rivoluzione, non ricevettero però nessuna missione attiva, rimanendo prive di collegamento con il comando dell'insurrezione e inattive per tutto il tempo. E pensare che la carenza di combattenti si faceva sen-lire drammaticamente!
Altro grave errore del comando insurrezionale fu la mancata utilizzazione dell'ufficiale di stato maggiore comunista che all'inizio dell'insurrezione si trovava nel comando del IV corpo d'armata. Questo compagno, come abbiamo già accennato, non era stato informato dei piani del comitato comunista del Kuang-Tung. Grazie alla sua posizione avrebbe potuto esercitare una seria influenza a favore del proletariato su tutto il corso degli avvenimenti, ma per giungere a tanto ci sarebbe voluto che egli fosse al corrente di quanto stava per accadere e che dal Comitato rivoluzionario ricevesse compiti precisi.
NelPelaborare il piano insurrezionale, la direzione attribuì troppo poca importanza alla liquidazione del vertice della controrivoluzione. Durante tutta l'insurrezione i rivoluzionari non riuscirono a porre i capi attivi della reazione in condizione di non nuocere. L'intero manipolo di testa della controrivoluzione (Ciang-I'';i-Ku e gli altri leader del Kuomintang) si trovava a Tun-Sciang. (ìiacché secondo il piano l'occupazione di Tun-Sciang non era prevista all'inizio dell'insurrezione, essendo stato lasciato questo obbiettivo per la seconda fase, i capi controrivoluzionari, come abbiamo detto, presero immediatamente la fuga e si rifugiarono a Honan e a Hong-Kong, di dove poterono in piena sicurezza dirigere la lotta antinsurrezionale.
La mancata occupazione di Tun-Sciang e la consentita eva-sione della dirigenza controrivoluzionaria sono da annoverarsi tra gli errori più gravi del comando dell'insurrezione cantonese.
In genere è opportuno far notare che gli insorti non mostrarono sufficiente energia nel combattere i notabili reazionari. Così scrive Sciao-Iuy nel suo articolo L'insurrezione di Canton:
Non si era preoccupati abbastanza di mettere i controrivoluzionari in condizione di non nuocere. Per tutto il tempo in cui Canton rimase nelle mani degli insorti vennero uccise soltanto cento persone. Gli arrestati non potevano essere passati per le armi se non dopo un processo in piena regola e con sentenza della commissione per la lotta antireazionaria. In pieno combattimento, in piena insurrezione, questa è una procedura troppo lenta. E così, dopo la ritirata, si trovavano in prigione un'ottantina di reazionari i quali, appena usciti, presero parte alla repressione. Nessuno si preoccupò di confiscare i beni statali e il patrimonio dei reazionari. Il potere rimase nelle nostre mani due o tre giorni, ma i principali organi dirigenti non avevano i mezzi per acquistare provviste, mentre la Banca centrale conteneva liquidi per milioni e milioni, che rimasero intatti. Tutte le altre banche, tutti i magazzini rimasero indenni.9
Ecco un altro grave errore della direzione: nonostante il fatto che a mezzogiorno della prima giornata il centro di Canton era in mano agli insorti, i responsabili non furono capaci d'isolare il comando del IV corpo dalle unità in sottordine che vi facevano capo.
Ancora in serata questo comando era in contatto con i suoi reparti di fuori città. I collegamenti telegrafici tra Canton e Hong-Kong non vennero mai interrotti.
Un fatto che ebbe un effetto disastroso sullo sviluppo della battaglia fu che le masse operaie non sapevano servirsi delle armi da fuoco. Dei 30 cannoni presi al reggimento d'artiglieria, fu possibile utilizzarne soltanto 5: tutti gli altri rimasero muti perché gli insorti erano privi di serventi. Altrettanto si può dire delle mitragliatrici. Gli insorti non fecero uso della maggior parte di quelle cadute nelle loro mani. Non sapendo maneggiare le proprie armi e ignorando i più elementari principi di tattica, i reparti operai subirono ingenti perdite, infliggendone di relativamente minime all'avversario.
I metodi della battaglia sulle barricate non vennero applicati convenientemente. Visto che fin dall'inizio della seconda giornata gli insorti erano già ridotti alla difensiva, la situazione esigeva invece il ricorso alle barricate, che avrebbero potuto assicurare un buon vantaggio. Gli insorti dedicarono troppe energie e troppa attenzione all'occupazione dei comandi delle divisioni e del IV corpo d'armata, e alla conquista della residenza di Li-Tin-Sings. Nel momento in cui la situazione richiedeva azioni fulminee e risolute per l'occupazione totale della città e soprattutto delle posizioni controrivoluzionarie di Tun-Sciang, si sarebbero dovuti piuttosto circondare e isolare con il minimo spiegamento di forze (interrompendo i collegamenti, la luce, l'acqua, ecc.) i comandi in questione, per dirigere il grosso degli effettivi sugli obbiettivi più importanti dell'ora, al fine di rompere l'equilibrio a favore dell'insurrezione (con l'occupazione di Tun-Sciang, delle armerie, ecc.).
Tutti gli errori tattici e organizzativi già ricordati, la cattiva direzione e l'incapacità degli operai a servirsi delle armi da fuoco, sono gli elementi che esercitarono un influsso decisamente negativo sull'intera condotta del movimento. Si deve principalmente a questi errori se mancò una soluzione favorevole al problema fondamentale di ogni combattimento e in particolare del combattimento insurrezionale, quello della superiorità delle forze da parte degli insorti sulla controrivoluzione.
Dopo l'assalto audace e risoluto condotto fin dal principio contro le vecchie autorità, gli insorti vennero costretti, dal rapporto sfavorevole tra le forze in campo, a trincerarsi sulla difensiva. A questo punto l'iniziativa passò al nemico.
È bene notare, inoltre, che la morte di Ciuan-Tai-Lai, uno dei dirigenti più energici e meglio dotati, ucciso il secondo giorno al ritorno da una riunione, indebolì ulteriormente una direzione già difettosa.
Purtuttavia, nonostante i notevoli effetti negativi degli errori da noi ricordati, non qui vanno ricercate, a nostro avviso, le cause principali detta sconfitta. Le cause prime e determinanti appartengono a un diverso ordine di cose: la situazione generale in Cina e il rapporto di forze nella provincia di Kuang-Tung non erano favorevoli all'insurrezione.
A Canton si riuscì a prendere il potere (però non tutta la città era stata occupata, giacché Tun-Sciang e l'isola di Honan rimasero in mani nemiche) grazie alla presenza di forze controrivoluzionarie di scarso peso. Ciò è vero però soltanto per Canton: nell'insieme della provincia del Kuang-Tung il rapporto di forze era nettamente a sfavore degli insorti. A due o tre giornate di marcia da Canton, nelle varie direzioni, si trovavano circa 50.000 uomini dei signori della guerra Sciang-Fa-Ku, Lin-Tin-Sings e di altri generali a loro subordinati, i quali non erano in serio disaccordo tra loro. L'opera del Partito presso queste truppe, per demoralizzarle e conquistarle politicamente alla rivoluzione, era mancata quasi del tutto (carenza di attivisti), così che il grosso dei soldati ignorava quasi del tutto le parole d'ordine comuniste. È questo che permise a Ciang-Fa-Ku, dopo l'inizio dell'insurrezione proletaria, di far fare dietro-front' alla sua armata e di inviarla a reprimere il movimento. La stessa cosa riuscirono a fare Li-Fu-Lin e Li-Tin-Sings. Tutto questo fu possibile perché tra questi signori della guerra non c'era mai stata una vera guerra cruenta: poterono così, senza la minima esitazione, richiamare le loro truppe da un fronte inattivo per farle convergere su Canton. Una volta iniziata contro la città l'offensiva concentrica di questi reggimenti non demoralizzati e ancora fedeli al comando reazionario, sostenuti materialmente e politicamente dagli imperialisti, risultò chiara l'impossibilità di difendere Canton, poiché la superiorità delle forze era, in schiacciante preponderanza, dalla parte della controrivoluzione.
Al momento della rivoluzione, poi, non esisteva un serio movimento rivoluzionario tra i contadini delle zone intorno a Canton. La zona di Hai-Lu-Fin, per esempio, dove il potere dei Soviet era stato proclamato in 6 distretti, si trova a 250 chilometri da Canton, motivo per cui i contadini in rivolta non riuscirono a offrire alla città un sostegno attivo nel momento voluto. La stessa osservazione vale per l'isola di Hainan, teatro di un possente moto contadino, ma completamente isolata e non in grado di inviare alcun soccorso.
L'insurrezione cantonese non venne appoggiata da nessun intervento né delle masse proletarie né dei contadini rivoluzionari delle altre province cinesi. Il Comitato centrale del Partito comunista non venne a sapere in tempo della decisione del comitato provinciale del Kuang-Tung sull'inizio dell'insurrezione per l'11 dicembre.
Ecco dunque quali erano la situazione politica generale e il rapporto di forze tra rivoluzione e controrivoluzione nel Kuang-Tung. Per quanto riguarda la città di Canton, indubbiamente esisteva colà un movimento rivoluzionario di massa: in una forma o nell'altra le masse presero veramente parte ai moti (è da respingere con disprezzo l'argomentazione menscevica secondo cui le masse cantonesi non avrebbero preso parte alla sollevazione, che quindi sarebbe stata semplicemente un colpo di mano militare) e furono solidali con l'insurrezione. A parte questo, però, c'erano alcune frazioni del proletariato, come il sindacato metalmeccanici (e vari altri sindacati con decine di migliaia di organizzati posti sotto il controllo dei metalmeccanici), che contava oltre 5.000 aderenti, le quali non soltanto non sostennero i moti, ma si rivelarono addirittura ostili, quando non rimasero spettatrici passive e neutrali dello scontro sanguinoso che si andava svolgendo sotto i loro occhi.
Gli insorti non erano in condizioni di preparare e di attuare lo sciopero generale: i ferrovieri e i marinai proseguirono il lavoro e vennero utilizzati dalla controrivoluzione per il trasporto delle truppe, dei fuggiaschi di Canton, ecc. Ciò dicasi soprattutto per gli operai dei trasporti fluviali. La piccola borghesia, dal canto suo, era tuttavia aggrappata alle illusioni della "sinistra" del Kuomin-tang e nulla comprese né delle parole d'ordine comuniste né di tutto quello che accadeva in città.
Ecco, del resto, il commento di un membro del Comitato rivoluzionario cantonese, il compagno Ye-Tin, sull'atteggiamento delle masse lavoratrici nei confronti dell'insurrezione:

All'insurrezione non presero parte le grandi masse: due imponenti comizi dettero un risultato poco soddisfacente. Tutti i negozi erano chiusi e gli impiegati non manifestavano alcun desiderio di sostenerci. Noi non sapemmo utilizzare convenientemente tutti i nostri compagni e quindi non c'è nulla di strano se gli operai si trovarono male organizzati. La maggior parte dei soldati disarmati si volatilizzò per la città. L'insurrezione non venne messa in relazione con le agitazioni verificatesi tra i ferrovieri di tre linee ferroviarie. I reazionari potevano sempre servirsi della linea Canton-Hankeu. Non dedicammo la necessaria attenzione alla flotta, che restò in mano nemica. Il nostro partito non fece quel che doveva per sostenere le organizzazioni di base degli operai. I distaccamenti armati del sindacato metalmeccanici, bracciale bianco all'omero, davano la caccia ai loro fratelli rossi per fucilarli. Gli operai delle centrali elettriche tolsero la luce alle strade e noi ci trovammo a operare al buio. Al pari dei marinai, gli operai di Canton e di Hong-Kong, sotto la pressione degli imperialisti inglesi, non osarono unirsi ai combattenti. I marinai della linea Hongkong-Tienzin, nonostante la situazione, entrarono in sciopero ed ebbero la meglio. Quanto a quelli dei trasporti fluviali, essi si misero vergognosamente al servizio dei bianchi, aiutandoli a traversare il fiume, mentre noi non riuscimmo a trovare nemmeno un battello. I ferrovieri di Hong-Kong e di Hankeu trasmettevano i telegrammi del nemico e trasportavano i soldati. I contadini non ci aiutarono a distruggere la ferrovia e non tentarono neppure di sbarrare il passo al nemico che aggrediva Canton. Gli operai di Hong-Kong non manifestarono la minima solidarietà per l'insurrezione.10

Anche se a parer nostro Ye-Tin non giudica al vero valore la partecipazione della massa all'insurrezione, siamo tuttavia d'accordo con lui nella veduta d'insieme. È chiaro che l'insufficiente partecipazione delle masse proletarie si spiega con l'assenza di una guida adeguata. I dirigenti non seppero prendere le misure neces-sarie per far collaborare gli operai alla lotta attiva. C'è però un'altra cosa non meno chiara: a Canton non esistevano in misura adeguata le condizioni indispensabili d'ordine sociale, senza le quali la vittoria dell'insurrezione armata è impossibile.
L'insurrezione di Canton, tentativo eroico del proletariato per organiz-zare il potere dei Soviet in Cina, ha avuto una parte di primo piano nello sviluppo della rivoluzione operaia e contadina. Nondimeno ha portato alla luce non pochi errori di direzione: l'insufficienza del lavoro preparatorio tra operai e contadini e in seno all'esercito nemico. Scarsa attenzione dedicata agli operai aderenti ai sindacati gialli; carenza di preparazione nell'organizzazione stessa del Partito e della Gioventù comunista; mancata informazione del Comitato centrale sugli avvenimenti di Canton; fiacca mobilitazione politica delle masse (assenza di grandi scioperi politici, niente Soviet eletto come organo dell'insurrezione). Di tutto questo sono in parte responsabili i dirigenti diretti, politicamente responsabili davanti all'I.C. (il compagno N. e altri). Nonostante questi errori di direzione, l'insurrezione cantonese deve essere considerata come un modello d'eroismo da parte degli operai cinesi, i quali possono legittimamente pretendere al ruolo storico di guida della grande rivoluzione cinese.11
Su questa valutazione si sono trovati completamente concordi il VI congresso del Partito comunista cinese e il VI congresso
dell'I.C.
Il fatto nuovo venuto in luce in entrambi i congressi è che i combattimenti di Canton vengono considerati come "una battaglia di retroguardia del proletariato cinese nell'ultimo periodo della rivoluzione cinese." L'insurrezione cantonese, insomma, scoppiò nel momento in cui l'ondata rivoluzionaria in Cina era già sulla china discendente.

L'ondata rivoluzionaria già declinava. In una serie di insurrezioni (insurrezione di Ho-Lang e Ve-Tin, sollevazioni contadine di Honan, Hupé, Kuang-Tung e Kiang-Su), la classe operaia e i contadini tentarono di strappare il potere agli imperialisti, alla borghesia e ai proprietari fondiari, per impedire così la sconfitta della rivoluzione. Non vi sono riusciti. L'ultima possente manifestazione di questa ondata rivoluzionaria è stata l'insurrezione dell'eroico proletariato cantonese che, con la parola d'ordine dei Soviet, tentò di legare la rivolta agraria al rovesciamento del Kuomintang e all'istituzione della dittatura del proletariato e dei contadini.12

Tale valutazione dell'insurrezione di Canton come battaglia di retroguardia del proletariato cinese assume un'importanza di principio estremamente importante. È così, infatti, che TLC. rivela la causa fondamentale dell'insuccesso.
Se giudichiamo gli errori militari e politici commessi nel corso della preparazione e dell'attuazione dell'insurrezione alla luce della situazione politica generale del paese e in particolare del Kuang-Tung e di Canton, comprendiamo come tali errori non potessero non avere un peso determinante sull'esito del combattimento.
L'insurrezione cantonese venne schiacciata dalle preponderanti forze della coalizione reazionaria: militaristi, borghesia, imperialisti, ecc. Gli operai di Canton dettero prova di un eroismo senza pari. Il proletariato di Canton e le classi lavoratrici dell'intera Cina trassero dagli errori e dagli aspetti positivi della Comune di Canton gli opportuni insegnamenti. Per tutti i lavoratori di Cina i decreti del nuovo governo cantonese ebbero un valore immenso: nazionalizzazione delle terre, espropriazione delle grandi imprese, dei mezzi di trasporto, delle banche, giornata di otto ore, eliminazione fisica della controrivoluzione, riconoscimento dei sindacati come organi autorizzati della classe operaia; scioglimento delle armate mercenarie, guerra a fondo agli imperialisti, campagna contro le guerre militariste, ecc. Attraverso questi decreti i lavoratori cinesi hanno potuto vedere che non si tratta di rimettere il potere a un determinato raggruppamento, con il passaggio delle consegne da una classe dirigente a un'altra, bensì di trasformare radicalmente l'intero ordinamento sociale, consegnando tutto il potere alle classi lavoratrici. Qui sta la portata universale dell'insurrezione di Canton.
Ma l'importanza di questa insurrezione sarebbe ancor più grande se la direzione non avesse commesso i gravi errori più volte menzionati, errori che si sarebbero potuti evitare.
Se, infatti, la direzione insurrezionale avesse avuto un piano ben meditato e l'avesse messo in pratica puntualmente, la lotta avrebbe assunto un ben diverso carattere. L'occupazione delle armerie e del grande arsenale avrebbe consentito agli insorti di portare le proprie forze armate a circa 10.000 uomini. Queste forze sarebbero potute aumentare ancora con una oculata utilizzazione dei soldati prigionieri delle unità di presidio disarmate e delle unità rivoluzionarie che non furono mai chiamate alla lotta. Questo insieme di uomini, con gli operai e i soldati veramente dotati di armamento, avrebbe costituito un esercito rivoluzionario di oltre ventimila uomini. Con una simile armata, indubbiamente sempre inferiore per numero, per addestramento e per equipaggiamento ai 50.000 uomini dei signori della guerra, in presenza di una buona direzione militare e politica, si sarebbe potuto combattere con maggior successo la controrivoluzione, che non con le forze irrilevanti di cui il Comitato rivoluzionario si trovò a disporre.
Con questo non vogliamo naturalmente dire che questi venti o venticinquemila uomini dell'esercito rivoluzionario sarebbero stati in grado, nelle condizioni in cui operò l'insurrezione di Can-ton, di condurre una lotta prolungata contro la reazione. Da parte nemica la superiorità delle forze sarebbe stata comunque schiacciante. Era impossibile, insomma, la vittoria di questi venti, venticinquemila uomini, a meno che gli elementi decisivi del proletariato cantonese non li avessero sostenuti attivamente con le armi (se il Partito avesse saputo far partecipare tali elementi alla lotta attiva), a meno che la popolazione contadina, sul percorso delle truppe militariste dirette su Canton dalla provincia, non fosse riuscita, con un intervento in massa o almeno con azioni di guerriglia, a stornare almeno in parte l'attenzione di queste truppe. Sarebbe stato necessario, infine, che in queste unità militariste si fosse notato almeno qualche sintomo di disgregazione. In questo caso l'insurrezione cantonese, come battaglia di retroguardia della rivoluzione cinese del 1927, sarebbe potuta servire da punto di partenza per un nuovo balzo rivoluzionario.
L'insurrezione di Canton ha dimostrato agli operai cinesi che l'insurrezione armata può trionfare soltanto nel caso in cui sia accuratamente preparata, in cui non si commettano gravi errori militari e politici, in cui le masse proletarie in genere siano coinvolte nel movimento al pari dei soldati delle unità militariste. La lezione di Canton non andrà perduta per gli operai cinesi.
L'insurrezione di Canton è intesa dagli operai come un esempio del grande eroismo degli operai cinesi. Che la prossima sollevazione delle grandi masse operaie e contadine, organizzata sulla base dei principi leninisti autentici e correttamente applicati, e appoggiata dal proletariato internazionale, sia l'Ottobre vittorioso della Cina."


1 Thèses et résolutions du VI' congrès de l'I.C., p. 41, Paris, Bureau d'Éditions. '' Ibidem, p. 221.
3 Senza contare la Manciuria. La situazione politica ed economica di questa provincia, semicolonia dell'imperialismo giapponese, è sempre stata completamente diversa da quella del resto della Cina.
4 Questi tre fattori rivoluzionari si manifestarono isolatamente, senza coordinamento uri tempo e nello spazio. Mancò ogni unità d'azione. Le armate insorte di Nangan non "vcvano saputo trascinare il movimento contadino nelle regioni ove esse operavano. Le Insurrezioni contadine non venivano coordinate, a loro volta, con la lotta rivoluzionaria "lirii operai delle città.
5 La preserva di una cellula così importante nel reggimento reclute si spiega perché l'unità comprendeva un buon numero di studenti di Vam-Pu e soprattutto perché per lungo tempo aveva avuto come comandante un comunista, in seguito sostituito (prima dell'insurrezione).
6 Evidentemente armati di fucile o moschetto Mauser, di fabbricazione tedesca. Vale quindi moschettieri o carabinieri. [N.d.T.]
7 Una delle differenze sostanziali tra moschetto e fucile è che il primo ha la canna più corta, anche a parità di calibro. Perciò risulta meno preciso. Ne deriva una diversità di impiego. Il solo vantaggio del moschetto rispetto al fucile è la maggior leggerezza e maneggevolezza. Tra le mani di chi non sa servirsene, il moschetto è praticamente un oggetto inutile. La stessa osservazione vale per i moderni moschetti automatici (i cosiddetti "mitra") che in attacco sostituiscono virtualmente la vecchia baionetta inastata: servono per le brevi sventagliate nella fase conclusiva dell'assalto e devono sempre integrarsi con il lancio delle bombe a mano. La possibilità di colpo singolo, invece che a raffica, non aggiunge molto valore alle possibilità di tiro mirato a distanza del moschetto automatico. Negli ultimi tempi si va diffondendo sempre più l'impiego delle carabine automatiche, che uniscono il vantaggio della maggior leggerezza e maneggevolezza a una buona precisione di tiro anche a distanza. Non si dimentichi che, specie nelle mani delle forze in funzione antinsurrezionale, il vecchio moschetto automatico, con la sua rapidità di fuoco agghiacciante, anche se priva di effettivi risultati pratici a più di 30 metri di distanza (e generalmente meno), ha un notevole effetto psicologico su chi non è abituato ai colpi d'arma da fuoco. [N.^.T.]
8 Una delle varianti era questa: l'il dicembre, verso mezzogiorno, il Partito orga-ni//a una dimostrazione alla quale aderisce il reggimento reclute. Nel corso della manifestazione viene dichiarato lo sciopero generale, mentre le reclute, con i reparti delle miai die rosse, s'impadroniscono degli edifici governativi, disarmano la polizia, ecc. La vallante venne scartata poiché il comitato rivoluzionario ritenne che, se non si fosse i i usci ti a cogliere il nemico alla sprovvista con un attacco notturno di sorpresa, le l'i <>l labilità di vittoria sarebbero notevolmente scemate.
9 La Comune di Canton, raccolta di articoli e materiale vario. Mosca 1929, p. 96.
10 Rapporto di Ye-Tin sull'insurrezione di Canton.
11 Risoluzione sulla questione cinese, adottata dalla IX seduta plenaria del C.E. dei-TLC. (1928).
12 Tesi e risoluzioni del VI congresso, eit., pp. 160-161. "Tesi sul movimento rivoluzionario nelle colonie e semicolonie."
13 Tesi e risoluzioni del VI congresso, cit., p. 222. "Appello per la rivoluzione cinese."
 
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