| Spesso questi concetti che cerco di rispolverare ed chiarire in un assetto programmatico vengono denominati spesso vagamente come parlamentarismo in Italia,ma vanno approffonditi perchè non serve ridurre tutto lo spessore di un discorso in un termine od terminologia che non aiutano la reale comprensione.Certo in questo forum aver capito queste cose è già dato per scontato,perchè è da tempo che ne discutiamo ed ci confrontiamo.Per questo mi ritrovo anche se con vari alti e bassi mi ritrovo nell'interpretazione di questo forum ed dei suoi aderenti.Questo non lo dico per esplicitare che esistano varie interpretazioni del marxismo,sappiamo che l'unico marxismo è quello di Marx ed sviluppato dai Maestri del Proletariato Mondiale,ma sappiamo tutti,è inutile nasconderlo che esistano sette ed deviazioni ed interpretazioni che spesso come nel caso che sto per affrontare quello Italiano si sono sedimentate culturalmente,ed con il processo di globalizzazione ed la caduta del marxismo nei paesi storici dove si era realizzato,stanno prendendo piede in vaste zone del pianeta.
La prima interpretazione ingannevole del marxismo in Italia,parte dal concetto errato di marxismo come risposta antagonista al processo di industrializzazione,Marx critica infatti l'alienazione del sistema tayloristico ma non mette in discussione completamente l'industrialismo,che anzi sara un caposaldo dello stalinismo ed del suo sviluppo industriale in Unione Sovietica,mentre in Italia da anni vige un falsamento del marxismo in senso anti-industriale,dove al concetto di liberazione del proletariato dal sistema del lavoro alienante ed dallo sfruttamento dell'imprenditore,ed della casta degli imprenditori,cioè dalla stessa finanza,si arriva ad mettere in discussione lo stesso concetto di lavoro,che può anche essere un presupposto del marxismo nella sua fase completa (quando cioè la robotica viene impiegata al posto degli esseri umani nella produzione soddisfacendo tutti i bisogni in egual modo di tutto il proletariato)ma mettere in discussione lo stesso concetto di lavoro,che è comunque un bisogno umano per regolare la propria vita ed dargli un senso,è un concetto che non si è mai verificato nemmeno nei sistemi comunisti più perfezionati come in Urss ed Cina.Certamente c'è stata una riduzione degli orari di lavoro,c'è stata la produzione non più ai fini dell'arricchimento del Capitale ma del Proletariato,ed l'esproprio del Capitale.Allo stesso tempo il marxismo se pone il lavoro non più come mezzo di sussitenza per il singolo,ma come dono del singolo ad tutta la comunità degli uguali,lo stesso comunismo realizzato nei paesi come Urss ed Cina,ha mai messo in discussione che esistessero dei lavori praticamente operai,ma anzi allargando lo spettro del concetto di operaio ad tutti gli altri lavori,cioè allargando la specializzazione degli operai per ramificare la loro preparazione in vasti campi del lavoro,quindi assimilando i lavori un tempo tecnici od intelettuali alla classe operaia,introducendo essa in tutti gli ambiti dove un tempo era esclusa ed dando essa preparazione in tutti i rami. Però non ha mai messo in discussione lo stesso concetto di produzione operaia,ed è per questo che la fase più avanzata della lotta alla diseguaglianza od divisione del lavoro,si ha nel comunismo cambogiano di Pol Pot,dove la stessa dicotomia intelettuale od tecnico accompagnata alla teoria maoista dello studio delle risorse fondamentali di una nazione,in contrasto con la teoria della specializzazione di Adam Smith,ed individuando Pol Pot nel riso ed nell'agricoltura il fattore di costruzione del socialismo per poi avviare l'industrializzazione,ha assimilato alla produzione agricola la restante classe tecnica-intellettuale,attraverso il percorso di costruzione rivoluzionaria. Mentre qui in Italia questi concetti vengono spesso messi in discussione.(mi riferisco al passaggio del Manifesto del Partito Comunista dove Marx dopo aver analizzato le società precedenti ad quella industriale ed i sistemi di divisione in classi ed di sfruttamento,che rimangono nella società borghese ed industriale,non mette in discussione però allo stesso tempo il concetto di industria ed di operaio,ma quella di lavoro alienante ed di arricchimento del capitalista od detentore dei mezzi di produzione) Questo concetto si sposa male con il processo favorito dai marxisti italiani di de-industrializzazione,come all'ambientalismo rivoluzionario.Certo il processo di industrializzazione nel marxismo non mette mai in rischio la salute dei cittadini,ma l'ambientalismo estremo fa parte della deviazione dal marxismo che si verifica nel nostro paese,accompagnata alla seconda deviazione storica dei comunisti italiani,cioè quella idealistica. La concezione idealistica del marxismo è quella per cui marxismo ed il comunismo,sono ideologie al pari delle altre ideologie,quindi particolari visioni del mondo,da realizzare,dimenticando completamente l'aspetto di scienza economica ed deterministica del marxismo,che di per se è la reazione spontanea alla fase terminale del capitalismo monopolistico,quindi volendo il marxismo nella sua essenza di scienza economica supera la stessa organizzazione rivoluzionaria leninistica per anticipare i tempi della rivoluzione.(Infatti il leninismo si espleto in dinamiche antitetiche alle dinamiche studiate dallo stesso Marx,nella Gran Bretagna dove il processo industriale era più accentuato che nella dimensione della Russia rimasta allo stadio feudale,più che a quello borghese industriale),ora la fase attuale è quella dominata dallo scenario di desolazione post-industriale,de-industrializzazione,ed capitale finanziario cosmopolita ed di finanza come sistema di spoliazione virtuale del proletariato. I marxisti italiani,anche le Avanguardie hanno sempre guardato malamente allo spontaneismo,come all'interpretazione deterministica del marxismo che è sempre più attuale,l'interpretazione che vede il marxismo non come ideologia particolare Guida Mentale ed Esistenziale di una determinata Costruzione Umana,come è stato in passato,ma come processo dinamico in continua evoluzione date le premesse della crisi del capitalismo globale. Ma allo stesso tempo il marxismo ha un ruolo futuristico quello di ricostruire la dimensione del lavoro umano,occupando ed riprendendo il capitale finanziario,quindi la teoria di Stalin ed la via nazionale al comunismo è oggi attualissima. Un altra tendenza deviazionista è quella del marxismo inteso come Umanesimo globale,ora la tendenza del marxismo ad essere uno slancio utopico nelle sue premesse antropologiche è innate è lampante,ma questa interpretazione del marxismo che si sta rapidamente diffondendo a livello globale,dopo il crollo dei regimi sovietico ed cinese,porta in se il germe del revisionismo economico,dove questa teoria tornando all'organizzazione del partito,è convinta che i partiti che si accingono ad governare in una dimensione parlamentaristica anche se eticchettati sotto il nome di "comunista" od "comunisti" siano per la loro stessa ettichetta avviati ad un processo graduale ed quanto mai anti-deterministico realizzazione dello stesso comunismo.Questo falso intepretativo si fa pressante nella situazione in cui questi partiti rigettando la teoria che invece fece sua Pol Pot di balzo in avanti,si siedono sul governo delle contingenze ed sulle riforme graduali,ormai il marxismo sempre più confuso con la Sinistra,viene identificato in una forma esacerbata di applicazione della teoria Keynesiana,tanto più dopo la trasmigrazione della sinistra italiana dell'ex pci dal comunismo ad una svolta che oggi viene alimentata guardando ad "miti" ed "icone" internazionali come Obama.Questa cattiva intepretazione del marxismo si manifesta nel pensare che per essere marxisti basti implementare la spesa pubblica ed sociale,al pari delle teorie del New Deal,lasciando perdere la dimensione deterministico-economica. Il marxismo invece è per sua essenza contro uno Stato Gestionale,ed è per la sua stessa essenza Anti-Statalista,come Anti-Fascista quando per fascismo non si intende lo stato nazionale attore privilegiato anche dai Maestri del Proletariato,ma l'identificazione tra Comunità di Popolo con il concetto di amministrazione statale ed sovrastruttura di esso,associata ancora con l'aspetto gerarchico,dello statalismo gestionale sia esso di matrice fascista od semplicemente di Sinistra. Mentre nel marxismo la stessa Comunità di Popolo od Nazione è l'insieme dei supremi interessi del Proletariato ed non di amministrazioni particolari ed di sovrastrutture.
EDOARDO BUSO
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