Comunismo - Scintilla Rossa

Protesta Studenti anno scolastico 2013-2014

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view post Posted on 28/9/2013, 14:07

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CORTEO STUDENTESCO NAZIONALE

4 OTTOBRE 2013


Questo nuovo autunno si aprirà con la giornata di venerdì 4 ottobre, appuntamento che vedrà gli studenti scendere nelle strade e riprendersi le piazze di tutta Italia.

La fase politica che stiamo attraversando è caratterizzata da una profonda instabilità, questo governo di larghe intese si è dimostrato interessato solamente a difendere il posto in parlamento e a preservare lo status quo, cercando, con continui compromessi, di mantenere una governabilità politica che però sembra necessariamente destinata a infrangersi.

Intanto, mentre nei palazzi i partiti giocano a spartirsi il potere, come sempre a pagare le spese di questo difficile momento economico sono le componenti sociali più deboli del paese, in primis, noi studenti.

L’invito per il 4 ottobre è dunque quello di riversarsi nelle strade per dare un segnale chiaro a questo governo, per portare in piazza quelle incoerenze che quotidianamente viviamo e per esprimere tutta la nostra rabbia nei confronti di chi ci condanna a una vita all’insegna della precarietà.

· Contro il caro libri
· Contro il caro trasporti
· Contro le politiche di austerità
· Contro i tagli alla scuola pubblica




Ripresa economica solo a parole
Scendiamo nelle piazze
Prendiamoci le scuole!






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Le piazze confermate:
Lamezia Terme - Parco Adelchi Argada ore 9.00
Bologna (3 Ottobre) - Piazza XX Settembre ore 9.00
Napoli - Piazza del Gesù ore 9.30
Palermo - Piazza Politeama - ORE 9.00
Torino - Piazza Arbarello ore 9.00
Firenze - Piazza San Marco ore 9.00
Piacenza - Liceo Gioia ore 9.00
Ravenna - Piazza Anita Garibaldi ore 9.00
Olbia - Piazza Mercato ore 9.00
Catania - Piazza Roma ore 9.00
Pisa - Piazza Vittorio Emanuele ore 9.00
Cosenza - P.zza Loreto ore 9.00
Brescia - Piazza Garibaldi ore 9.00
Santa Maria Capua Vetere - Piazza Mazzini ore 09:30


7p08



 
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view post Posted on 5/10/2013, 13:56

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4 ottobre - Importante giornata di mobilitazione


Importante giornata di mobilitazione oggi, con tantissime piazze riempitesi dell'energia di studenti e studentesse che hanno attraversato i cortei convocati dai collettivi aderenti al network StudAut e non solo. Piazze unite dal forte no nei confronti delle ricadute pratiche dell'austerità e del caro-vita: sistema dei trasporti, edilizia scolastica, prezzo dei libri di testo..ma non solo! Occupazioni a scopo abitativo e simbolico hanno riempito le giornate di Roma e Milano, così come la denuncia della strage di Stato di Lampedusa e la contestazione ad Epifani a Napoli. In tutte le piazze sventolano bandiere NoMuos e NoTav, mentre il 19 ottobre è già risuonato come data centrale nell'agenda politica di tutti i percorsi di lotta territoriali. Di seguito la cronaca delle mobilitazioni.

Aggiornamento ore 12,30 - Proseguono le azioni a Pisa, questa volta sul tema del caro-trasporti, uno dei più affrontati nelle mobilitazioni di oggi. Separatamente dal corteo studentesco, a Napoli alcune decine di disoccupati hanno contestato il segretario del PD Epifani. A Catania invece il corteo studentesco occupa la facoltà di Scienze Politiche dove oggi pomeriggio si terrà l'assemblea cittadina verso il #19O di cui dicevamo prima; a Firenze il corteo si avvia verso la conclusione, 1500 le persone in piazza che stanno intervenendo per denunciare principalmente la questione del caro-libri. A Roma si commemora invece la figura di Pavlos Fyssas, mc ucciso da Alba Dorata ricordato con uno striscione che recita "Pavlos vive, non un'alba dorata, ma rossa per sempre!"mil

Aggiornamento ore 11.45 - Intimidazioni poliziesche a Torino, con la città completamente militarizzata che però vede gli studenti non arretrare e sanzionare con lanci di uova la sede dei gruppi consiliari della regione Piemonte nonchè una sede di Intesa SanPaolo. A Catania corteo terminato, con gli studenti che rilanciano verso l'assemblea cittadina di oggi pomeriggio per costruire le date di mobilitazione del 15 e del 19 ottobre. In migliaia in corteo anche a Firenze dove l'area intorno alla stazione vede il traffico paralizzato, mentre a Pisa sanzionata la sede locale del PD contro la Carrozza e il governo delle larghe intese. Continua l'occupazione della sede del Ministero dell'Economia a Milano. A Roma azione contro il caro-trasporti, con uno striscione affisso ad una fermata della Metro per denunciare la malagestione di ATAC. A Napoli il corteo invade la zona del porto urlando "Lampedusa Strage di Stato!"; la tragedia di ieri viene ricordata anche a Lamezia, dove 300 persone hanno contestato la legge Bossi-Fini durante un corteo che si è anche soffermato contro la chiusura della facoltà di Agraria del locale Ateneo e sanzionata una sede della BNL. A Palermo corteo finito davanti alla sede dell'A.R.S. con fantocci di Berlusconi, Letta e Crocetta che sono stati dati alle fiamme.2013-10-04-279

Aggiornamento ore 11 - Rilasciato il ragazzo fermato temporaneamente a Piacenza, con pullman bloccati a oltranza dal corteo per richiedere la liberazione immediata del compagno. Studenti a Modena protestano sotto la sede dell'Accademica Militare e poi concludono il corteo con un'assemblea delle scuole. Bella azione a Milano, dove è stato occupato il distaccamento territoriale del Ministero dell'Economia, in chiaro riferimento alle pratiche che verranno messe in campo il 19 ottobre, che sta venendo tematizzato e discusso in un'assemblea improvvisata. Ricorre in tante piazze l'immaginario di V per Vendetta, con una composizione variegata a seconda delle città: a Roma a scendere in piazza sembrano essere stati soprattutto i licei, mentre a Brescia la composizione è soprattutto di istituti tecnici e professionali, e principalmente di migranti di seconda generazione (dati simili a quelli registrati ieri a Bologna). A Pisa bloccati a oltranza i Lungarni, mentre anche a Bergamo centinaia di studenti sono scesi in piazza, così come a Capua dove si continua a girare per le vie del centro contestando il governo e la finta ripresa economica. A Napoli il corteo si ingrossa sempre di più, con ormai diverse migliaia di persone in corteo, aperto dal book block. Appena terminato invece il corteo a Ravenna, con azioni contro le banche, colpite da scritte e lanci di uova anche a Torino. Sempre a Ravenna azione sotto il Palazzo della Provincia, con macerie scaricate a simboleggiare le rovine dell'istruzione pubblica.

napoliAggiornamento ore 10,30 - Napoli corteo parte da piazza del Gesù con slogan contro austerità e lanci di petardi, mentre a Milano sfilano a migliaia per le vie del centro. A Pisa al fianco degli studenti scendono i residenti del quartiere Sant'Ermete, partiti dallo "Spazio popolare" occupato questa estate. A Palermo ci si dirige verso la Regione, intonando cori No Muos e contro Crocetta. A Roma in 3000 si dirigono verso la zona del Colosseo, mentre giunge la notizia di una nuova occupazione abitativa in via dei Montecatini, che rimanda al #190.Lo striscione che apre il corteo recita "Vogliamo fatti, non scendiamo a patti". A Piacenza continua la forte contestazione ai rincari del trasporto pubblico: autostazione assediata prima e poi invasa, si segnala un ragazzo fermato (aggiorneremo a breve). Ad Olbia dopo diversi interventi sotto il comune contro la crisi economica, sanzionata sede Unicredit. A Torino azioni contro la GTT sul tema del caro-trasporti, mentre a Brescia azione simbolica verso il #19o, con il corteo che devia dal percorso concordato e si dirige verso la Prefettura, simbolo dei palazzi del potere che saranno assediati nella sollevazione generale romana.

Aggiornamento ore 10 - Centinaia e centinaia di studenti e studentesse sono scesi in piazza in tantissime città. "Assediamoli!" è il grido che risuona da Torino a Palermo, mentre la provocazione della Carrozza riguardo l'essere ribelli è sbeffeggiata un po' ovunque. Spiccano i 5000 in piazza a Palermo, con il corteo che pullula di bandiere NoMuos; a Pisa appeso striscione in provveditorato, a Brescia blocchi del traffico si susseguono con diversi sanzionamenti sulle banche e richiami a scendere in piazza il 19 ottobre. A Torino città militarizzata, con circa 1000 persone in piazza tra cui tanti studenti dalla ValSusa. Ma non ci sono solo le città più grandi in piazza: cortei si muovono, con numeri sulle diverse centinaia, a Olbia (lungomare paralizzato) così come a Capua, ma anche Piacenza (500 in piazza, dove la contestazione è rivolta principalmente ai privati nel mondo della scuola e al caro-trasporti), Modena (denuncia delle condizioni dell'edilizia scolastica) e Catania, dove invece si punta a bloccare le vie del centro cittadino. Milano,Roma e Napoli sono ancora alle prese con i rispettivi concentramenti, ma in numeri sembrano superare le migliaia.

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4 ottobre: a Lamezia 300 studenti in strada (*)


Circa 300 studenti medi hanno partecipato al primo corteo studentesco organizzato dal Collettivo Ri-Scossa Studentesca in occasione della giornata di mobilitazione nazionale lanciata da StudAut.
Il corteo, partito dal Parco Adelchi Argada, ha attraversato le principali vie del centro con soste e blocco delle strade nei pressi del polo scolastico e della BNL dove, tra cori contro la crisi, è stato acceso un fumogeno per protestare contro le politiche di austerity e i tagli alla scuola pubblica.
Nel corso della manifestazione diversi sono stati gli interventi degli studenti che hanno ricordato le vittime della tragedia di Lampedusa trovando la risposta della piazza che ha intonato cori contro la Bossi – Fini.
Unanime anche il sostegno alla protesta dei NO TAV con bandiere del movimento valsusino presenti per tutta la durata della manifestazione.
A fine corteo, infine, un gruppo di studenti si è recato presso il palazzo di Città dove sono stati esposti striscioni contro la chiusura del polo didattico di Agraria.
Prove tecniche dunque di un autunno che anche a Lamezia si preannuncia caldo!

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(*) troppo pochi....

purtroppo non ho potuto essere presente
 
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I "cervelloni” del Corriere e gli studenti in lotta



08/10/2013

Dopo aver fagocitato i suoi pensieri per quattro lunghi giorni, alla fine del suo week-end lungo, Paolo Armaroli, uno dei maggiori editorialisti del panorama cittadino, esprime attraverso le pagine del corriere fiorentino (QUI e QUI) il suo sdegno verso l’invidiata gioventù che avanza. L’editoriale di oggi titola “Che delusione, ragazzi miei!“. Risulta essere una sequenza di infime banalità, atte a confondere il lettore distratto e a dirottare i suoi asti verso gli studenti che sono scesi in piazza Venerdì scorso.

“È cominciato l’anno scolastico e, manco a dirlo, sono ricominciate le manifestazioni studentesche un po’ dappertutto. A Firenze gli studenti sono scesi in piazza Venerdì scorso, proprio nel giorno del lutto nazionale per la tragedia di Lampedusa. Una scelta più che discutibile, che dà di per sé un senso di superficialità, di lontananza, di estraneità rispetto alla realtà”. Così il nostro opinionista si unisce al lutto generalizzato nei confronti di una tragedia annunciata, invisibile agli occhi di tutti fino all’altro ieri. Per lui gli studenti avrebbero fatto bene a stare in silenzio, piangendo insieme ai carnefici, mentre continuavano a consumarsi omicidi di stato. Mohamed Guled si è spinto giù da uno stabile fatiscente perchè schiacciato da una situazione insostenibile, nonostante il nostro sistema legislativo e la nostra costituzione (citata a più riprese) avrebbe previsto nei suoi riguardi assistenza economica e sociale. Gli studenti, Venerdì, sono scesi in piazza anche per lui.

“Gli studenti che ostinatamente si rifiutano di considerare l’eco dei cortei urbani rischiano anche l’effeteo boomerang. Le loro ragioni avaranno successo solo se faranno breccia nella pubblica opinione. E invece sembrano far di tutto per dispiacere alla stragrande maggioranzadei cittadini”. Chissà che opinioni hanno i cittadini! L’opinione pubblica, tuttavia, la fanno i giornali, con i loro opinionisti e editoriali tipo questo. Effettivamente al lettore distratto verrebbe da credere di essere un cittadino a cui dispiacciono le proteste studentesche. Ma a pensarci bene, questa rimane l’opinione di Paolo, e basta.

Capitalismo, padroni che producono disoccupati, crisi e austerità. Secondo Armaroli sono parole d’ordine che “sanno di stravecchio. Alcune anche di muffa”, sono “chiacchiere contro mulini a vento”. Questo, francamente, risulta persino offensivo, non tanto verso gli studenti scesi in piazza la scorsa settimana, quanto piuttosto verso coloro i quali combattono giorno per giorno, magari senza un tetto, o senza un lavoro, una situazione in costante declino.

Sostiene che il nozionismo diventa un “brutto sinonimo di quel sapere senza il quale non c’è futuro“, forse ignorando che invalsi e test a crocette anestetizzano capacità di ragionamento e temperamento artistico.

In un flusso di invettive più o meno articolate, vengono poi nominati “gli stage non retribuiti, il precariato e gli invalsi, termometro del merito, le telecamere, i registri elettronici e i voti in condotta, in modo che tutti siano proclamati cabbaleros”. Viene così ridicolizzata la protesta di chi vede nero nel proprio futuro, di chi lotta per una scuola diversa, di chi non si accontenta di viverla passivamente in attesa, un giorno, di essere sfruttato o di divenire uno sfruttatore, in un modello di istruzione dominato dalle leggi del capitale.

Infine, rivolto agli studenti: “Cervellini portati all’ammasso”. Così parlò il saggio cervellone.

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La scuola salvata da una birra


I consumatori della birra finanzieranno la scuola italiana. Nel decreto scuola approvato in maniera definitiva ieri dal Senato con 150 voti favorevoli su 226, 61 astensioni (Sel e Movimento 5 stelle) e 15 contrari, i primi finanzieranno con 413 milioni di euro di tasse in più un provvedimento che costerà 465 milioni spalmati tra il 2014 e il 2016. L'associazione di categoria Assobirra ha lanciato una petizione contro il provvedimento, sostenendo che le nuove tasse rischiano di produrre una contrazione dei consumi e del gettito fiscale derivante. I disoccupati dovranno inoltre rinunciare a 52 milioni di euro riservati all'Aspi, l'Assicurazione sociale per l'impiego che garantisce un'indennità dell'80% sull'ultimo stipendio per massimo 18 mesi a chi viene licenziato. Una decisione presa in momento in cui si sa che nel 2014 la disoccupazione crescerà ancora (dal 12,2 al 12,4%), mentre nei primi nove mesi dell'anno sono state presentate 1.431.627 domande di Aspi, con un aumento del 27,7% rispetto alle domande presentate nello stesso periodo del 2012. Il modo in cui sono state congegnate le coperture del decreto scuola hanno creato non pochi mal di pancia alle larghe intese durante la discussione parlamentare. Il pidiellino Giancarlo Galan, relatore del provvedimento, si è dimesso in solidarietà con i produttori di birra e in nome del liberismo. Il Pdl ha comunque votato la legge che assumerà in tre anni 69 mila tra docenti precari (43 mila) e personale Ata, 26 mila insegnanti di sostegno, finanziando una miriade di provvedimenti tra i quali ci sono 137 milioni per il fondo delle borse di studio, 15 milioni per gli studenti meritevoli privi di mezzi, altrettanti per il wireless nelle scuole, 8 per l'acquisto di libri di testo e ebook, 15 contro la dispersione scolastica, oltre a un concorso per i dirigenti scolastici e l'alternanza scuola-lavoro, cioè apprendistato e tirocini in azienda già dagli ultimi due anni degli istituti professionali.
C'è poi la sanatoria per i 2 mila esclusi dal «bonus maturità», il clamoroso pasticcio realizzato dal governo mentre erano in corso i test di accesso alle facoltà a numero chiuso. Invece di abolire il numero chiuso, come richiesto a gran voce dagli studenti che torneranno in piazza il 15 novembre, il governo permetterà agli esclusi l'iscrizione in sovrannumero per l'anno accademico 2013-14. A queste cifre non crede l'Unione degli Universitari: «In base alle nostre proiezioni - afferma il coordinatore Gianluca Scuccimarra - i sovrannumerari saranno solo 700 e non 2 mila, un numero alquanto basso viste le disuguaglianze che si sono venute a creare». Dal provvedimento sono inoltre scomparsi, per «problemi tecnici», i 41 milioni di euro promessi agli atenei «migliori».
«Dopo anni di sacrifici e tagli alla cieca - ha detto il ministro dell'Istruzione, università e ricerca Carrozza - questo decreto restituisce finalmente risorse e centralità al mondo dell'Istruzione». Pur da tutti ritenute inadeguate, parliamo di 465 milioni su 10 miliardi di tagli all'istruzione dal 2008 al 2012, le risorse ottenute dopo un tira e molla con il ministero dell'Economia sono state salutate come una buona notizia dal Pd, con un trionfante Franceschini. Da Scelta Civica si augurano che questo sia un primo passo per finanziare l'istruzione con investimenti veri e propri e non con accise su birra ed alcolici. «L'istruzione dei nostri figli vale più di una birra» ha detto la senatrice Stefania Giannini.
Il ministro Carrozza ha preparato i decreti attuativi e chiede di raccogliere la sua «sfida» sul rifinanziamento dell'istruzione. Propone di inviare suggerimenti alla mail [email protected]. Il suo entusiasmo non è condiviso dai sindacati. Pur soddisfatto dei fondi Domenico Pantaleo, Flc-Cgil, ne sottolinea la scarsità, oltre all'insensatezza della proroga dei contratti a termine per i ricercatori dell'Istituto di Vulcanologia (Ingv) e non per quelli degli altri enti di ricerca che rischiano il licenziamento con il decreto D'Alia. Giudizio negativo dalla Gilda sulla conferma del blocco dei contratti e degli scatti di anzianità per il personale e, in fondo, per le assunzioni, riviste al ribasso a causa della riforma Fornero che ha innalzato l'età pensionabile in una scuola già molto anziana. L'Anief di Marcello Pacifico rilancia un allarme inquietante: gli stipendi dei neo-assunti (tra i più bassi in Europa) resteranno bloccati per otto anni. A fine carriera perderanno 8 mila euro per una clausola di «invarianza finanziaria» sottoscritta da tutti i sindacati nel 2011, tranne Flc-Cgil. L'Anief promette una pioggia di ricorsi contro la «beffa» dei precari.
 
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Studenti in piazza, cariche a Bologna, Torino, Palermo e Napoli



13.45 - A Napoli continua il presidio di massa sotto la sede della Questura dove sono stati portati i due attivisti fermati durante le cariche. Uno di loro, denunciano gli studenti, è ferito abbastanza seriamente ma non ha ricevuto ancora cure mediche. Quando i due fermati verranno rilasciati gli studenti terranno una conferenza stampa al rettorato della Federico II, e denunciano che dopo le cariche la polizia è entrata all'interno della Facoltà di Giurisprudenza in cerca di studenti da portare via.

13.20 - Si è concluso anche a Roma il corteo degli studenti che ha sfilato nelle vie della capitale per tutta la mattina nonostante la pioggia. I promotori avevano annunciato l'intenzione di andare a manifestare fin sotto la sede del Senato ma un ingente schieramento di polizia ha bloccato il corteo in Piazza Venezia.

12.50 - Si è concluso a Pisa il corteo degli studenti che in mattinata si era incrociato con i picchetti del movimento di lotta per la casa. Al termine della manifestazione alcune decine di attivisti hanno occupato un edificio vuoto, l'ex centro per l'impiego.

12.40 - Sono due gli studenti fermati a Napoli durante le cariche nei pressi dell'Assessorato all'Ambiente. Gli studenti si stanno dirigendo verso la Questura per chiederne l'immediato rilascio.

12.30 - Si è sciolto a Palermo il grande corteo studentesco, che era tornato verso la città universitaria dopo le tre violente cariche contro i manifestanti che stavano assediando la sede della Presidenza della Regione Sicilia in piazza Indipendenza. Alle manganellate degli agenti alcuni studenti hanno risposto lanciando pietre. Prima fermata e poi rilasciata una studentessa.

12.20 - A Bologna mentre un corteo di studenti si dirigeva verso la sede della Provincia accolto da dure cariche dei reparti antisommossa della Polizia, un altro spezzone della manifestazione ha attraversato le vie centro per dirigersi verso l'ex Maternità, occupata tre giorni fa. Il corteo ha fatto una sosta in piazza San Francesco, dove sono stati accesi dei fumogeni e dove della vernice è stata tirata contro la sede della Guardia di finanza. Palloncini pieni di vernice azzurra sono stati lanciati anche contro la sede della Deutsche Bank. Musica e slogan contro la legge di Stabilita e i tagli alla scuola.

12.15 - Dopo le cariche di questa mattina a Bologna, poi a Torino e Palermo, anche a Napoli gli agenti in tenuta antisommossa hanno usato i manganelli contro gli studenti spesso giovanissimi. "Cariche sotto l'assessorato all'ambiente a Napoli! Uno studente fermato! Il corteo si sta ricompattando e non intende fermarsi! Alla vigilia della manifestazione contro il biocidio e del corteo in Val Susa, le risposte delle istituzioni e della repressione hanno il sapore dei manganelli!" (Cau Napoli)

12.10 - "Loro stampano i biglietti, noi saltiamo il tornello". Con questo slogan decine gli studenti hanno protestato a Roma contro l'azienda che gestisce il servizio pubblico, l'Atac, al centro di numerosi scandali e accusata di non garantire la mobilità a studenti e precari.

12.05 - Blitz di alcune decine di studenti e militanti del centro sociale il Cantiere nella sede milanese di Google. Entrati nell'atrio del palazzo di corso Europa che ospita gli uffici del colosso di Mountain View, i ragazzi hanno tracciato scritte sulle pareti con la vernice spray e tappezzato la sede di cartelli che accusano Google di lucrare sulla privacy degli utenti del web.

12.00 - A Roma il corteo degli studenti medi è partito più di un'ora fa da Piazza della Repubblica, congiungendosi con gli studenti universitari partiti invece da La Sapienza dopo aver sfilato all'interno della città universitaria. Ora la manifestazione ha raggiunto via dei Fori Imperiali con l'intenzione di procedere verso Piazza Venezia e poi il Senato.

11.50 - Anche a Palermo la polizia ha caricato contro un imponente corteo composto da studenti ed attivisti dei movimenti sociali che dopo numerosi blitz e occupazioni di assessorati stava procedendo verso la sede della Regione in Piazza Indipendenza per contestare le politiche della giunta Crocetta!

11.40 - Sono migliaia gli studenti e le studentesse delle scuole medie e delle facoltà universitarie scesi in piazza nel centro di Napoli. Il corteo studentesco è arrivato in Piazza Borsa. "La volontà degli studenti è quella di ricongiungere le varie lotte che, in tutto il Paese, infiammeranno questo fine settimana! Dalla Val susa che scenderà in corteo domani contro Tav e grandi opere al corteo contro il biocidio a Napoli! Gli striscioni esposti non dimenticano di esprimere tutto il nostro dissenso e la nostra rabbia nei confronti dei Cie, delle stragi di stato come quella recente a Lampedusa, degli sgomberi avvenuti in questi giorni da Torino a Palermo. Potete criminalizzarci, provare a reprimerci, ma non a fermarci!" (dal profilo facebook del Cau)

11.30 - A Palermo il corteo è composto non solo da studenti ma anche da attivisti dei movimenti per il diritto all'abitare. Durante il percorso numerosi manifestanti hanno occupato l'assessorato regionale alla famiglia, alle politiche sociali e al lavoro, chiedendo interventi immediati anche del governo regionale sull'emergenza abitativa. Sempre a Palermo universitari in corteo in viale delle Scienze hanno occupato uno spazio abbandonato con l'intenzione di destinarlo a biblioteca autogestita. Poco prima un altro blitz aveva preso di mira l'assessorato regionale al territorio e all'ambiente in via trinacria al grido di 'No Muos'.

11.20 - A Napoli il corteo studentesco si ingrossa. "Siamo ancora in tanti! Il corteo è quasi sotto la sede della Provincia! Gli interventi degli studenti sono chiari e le richieste precise: no a strutture scolastiche fatiscenti, al caro libri, a tasse universitarie sempre più alte, a una scuola e a un'università sempre più di classe!" (dal profilo facebook del Cau)

11.15 - Anche a Torino il corteo che si stava dirigendo verso la Provincia per protestare contro le condizioni disastrose dell'edilizia scolastica è stato duramente caricato dalla Polizia in assetto antisommossa. Alcuni studenti feriti e contusi (vedi foto).

11.10 - A Brescia invece effettuato un nuovo passaggio di riappropriazione: al grido di "Casa e reddito per tutti!" viene effettuata una nuova occupazione a scopo abitativo nel quartiere del Carmine, occupazione vede il protagonismo di decine di rifugiati dell'Emergenza NordAfrica e del Comitato contro gli sfratti di Brescia e Provincia. In precedenza proprio la sede della Provincia era stata sanzionata con lanci di uova dal corteo, che sta raggiungendo ora l'occupazione (Fonte Infoaut).

11.00 – A Bologna uno dei cortei degli studenti medi (quello promosso dal CAS) si è diretto verso la sede della Provincia al grido di “contro i tagli alle assemblee di istituto, assediamo la Provincia”. All’arrivo sono stati caricati per ben tre volte dalla polizia, si parla di un ragazzo fermato e di 15 feriti. Il corteo si è poi ricompattato chiedendo il rilascio del fermato: avendolo attenuto si è successivamente diretto per le vie del centro ed ha sfilato sui viali che circondano il centro storico di Bologna bloccando il traffico.

10.50 - Momenti di tensione a Roma nei pressi di Palazzo Valentini. Un centinaio di militanti dell'organizzazione neofascista Blocco studentesco (legata a Casapound) ha tentato di forzare un cordone di polizia per raggiungere il Campidoglio dopo un sit-in in piazza Santi Apostoli. Dopo qualche tafferuglio gli agenti hanno fermato due neofascisti. Nonostante i fermi la manifestazione si è sciolta.

10.30 - Gli studenti tornano in piazza contro i tagli, contro la legge di stabilità, per il diritto allo studio. E lo fanno con piattaforme, linguaggi e metodi di lotta diversi. In piazza ci sono gli studenti aderenti alla Rete degli Studenti Medi, alla Rete della Conoscenza, all’Unione degli Studenti e a Link, al grido di "Change the way - Invertiamo la marcia!", per difendere l'istruzione pubblica, rivendicare il diritto allo studio, il libero accesso al mondo della cultura, gli investimenti per scuole e università. "Pretendiamo che nella legge di stabilità - spiega Federico Del Giudice, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza - si ragioni prima dei diritti delle persone e poi dei vincoli di bilancio imposti dall'UE".
Nonostante la pioggia, poco dopo l'alba a Roma alcune decine di studenti dell’Udu hanno srotolato uno striscione davanti al ministero dell'istruzione e durante la notte sui muri della città hanno appeso "10 domande" al ministro sul diritto allo studio, su come deve essere la scuola e l’università del futuro.
„“Avevate promesso politiche per il futuro dei giovani, investimenti in scuole e università, nuovi posti di lavoro e l’uscita dalla Crisi. Tutte menzogne - scrivono gli studenti in un comunicato - Per rispettare i vincoli di bilancio imposti dall’Unione Europea, state svendendo la nostra salute, il nostro patrimonio pubblico, le nostre borse di studio, il nostro welfare. State rendendo invivibili le città e impossibili le vite di migliaia di pendolari, precari, fuorisede. La nostra generazione non è muta, è la politica che è sorda”.“


Ma in piazza oggi in tutta Italia ci sono anche le reti studentesche antagoniste e i collettivi delle scuole, spesso con piattaforme e rivendicazioni assai più radicali rispetto al pur variegato mondo del ‘sindacalismo’ studentesco. E soprattutto consci che la controparte è da inviduare nei meccanismi dell’integrazione europea, nei diktat di Bruxelles e Francoforte, nella troika e nell’Unione Europea (vedi //www.contropiano.org/politica/item/20302-studenti-in-piazza-in-molte-citta)

fonte e foto
 
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Incredibile ormai si manganellano anche ragazzi di 12-13 anni! In barba a chi diceva che in Italia c'è una situazione di stabilità assoluta...Altroché la borghesia si fa sempre più repressiva
 
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Non Un Passo Indietro
view post Posted on 16/11/2013, 16:43




CITAZIONE (§kãtê®RëЙ @ 15/11/2013, 14:48) 
13.20 - Si è concluso anche a Roma il corteo degli studenti che ha sfilato nelle vie della capitale per tutta la mattina nonostante la pioggia. I promotori avevano annunciato l'intenzione di andare a manifestare fin sotto la sede del Senato ma un ingente schieramento di polizia ha bloccato il corteo in Piazza Venezia.

In realtà no.
 
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view post Posted on 17/11/2013, 13:51

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VIDEO NEWS: Da Bologna a Roma, tafferugli tra studenti e polizia
http://italian.irib.ir/gallerie/video/item...denti-e-polizia
 
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Napolitano e Letta non siete graditi!
Scontri e cariche alla Sapienza


Giovedì 12 Dicembre 2013 13:25

Studenti e studentesse romane contestano Letta e Napolitano e altre cariche dello stato invitati al convegno su “Biodiversità e arre protette” . Scontri e cariche all'interno dell'università, fermati tre studenti.
Contestati da centinaia di student* i principali responsabili delle misure di austerity Letta e Napolitano all'università La Sapienza di Roma intervenuti, insieme alla Boldrini, Grasso e altre cariche dello stato, al convegno su "Biodiversità e aree protette". Intorno alle 9 del mattino student* si sono ritrovati di fronte al Piazzale di Fisica e dopo essere partiti con un corteo interno all'università, decidono di scavalcare le transenne per dirigersi verso il rettorato. Lancio di uova contro l'ingresso del rettorato, nel quale si teneva il convegno, interventi e slogan contro le cariche dello stato responsabili delle politiche di austerity, dei tagli e privatizzazioni che hanno trasformato l'università in un'azienda nella quale formare nuova forza.lavoro precaria. Determinati a portare la loro protesta dentro il convegno, gli studenti vengono caricati dalla polizia entrata all'interno dell'università. Una carica a freddo contro gli studenti e le studentesse, che denunciano fermi e feriti. Per nulla intimoriti, il corteo continua l'assedio al rettorato. Parte una seconda carica, più dura, che allontana il corteo dall'ingresso del rettorato mentre mezzi blindati fanno dei caroselli fra gli studenti all'interno della cittadella universitaria.

La rabbia fra gli studenti e precari cresce. Al grido "cortero, corteo" gli studenti si riorganizzano e in centinaia si muovono fra le vie della Sapienza raccogliendo la solidarietà di altri studenti che ingrossano il corteo. Il rettore Luigi Frati dall'interno dell'Aula Magna ha commentato: "L'accoglienza della Sapienza è talmente calda che non vi facciamo uscire subito...". E poi rassicura: "La situazione è sotto controllo, qualche botto di saluto, siamo vicini a Capodanno...". Al sarcasmo del rettore della Sapienza, risponde la determinazione degli studenti e delle studentesse che con cori e scoppi di petardi, azioni e interventi fanno sentire la loro voce e la loro pressione ad un potere sempre più in difficoltà.

L'avevamo annunciato gli studenti che la presenza di Napolitano e Letta non erano gradite attraverso un loro comunicato lanciando una mattinata di contestazione contro i responsabili di questa crisi. Infatti nei giorni scorsi, in preparazione del convegno, l'università era piena di agenti in borghese e "zone rosse" delimitate da transenne. Una Sapienza blindata, in difesa di chi oggi continua con politiche di impoverimento sociale, tagli all'università e servizi.



La misura è colma e gli studenti e le studentesse non stanno a guardare, si organizzano e rispondono praticando il conflitto. Intanto, sui fatti di questa mattina gli studenti hanno organizzato per le 14 una conferenza stampa alla facoltà di Fisica.

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view post Posted on 14/12/2013, 14:50

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Proprio il 13|12 (rinominato ACAB Day)
la polizia sceglie nuovamente di tenere il casco allacciato
e caricare a freddo gli studenti e le studentesse di Brescia mentre bloccavano il traffico.



Riportiamo il comunicato del Kollettivo Studenti in Lotta.

Un corteo pacifico di 250 studenti medi è partito stamattina da piazza Garibaldi e si è riversato nelle strade della città per protestare contro le politiche di austerità e per chiedere una scuola sicura, la immediata ristrutturazione dei numerosi edifici scolastici fatiscenti della provincia, una scuola "a misura di studente" e soprattutto uno stop al continuo aumento del prezzo di libri e trasporti. In via 20 settembre gli studenti hanno deciso di fermarsi all'incrocio con via Saffi, per bloccare il traffico e far sentire maggiormente la loro voce. Dopo alcune trattative con la polizia per stabilire la durata del blocco, quando gli studenti stavano per ripartire in corteo, l'arrivo del capo della Digos, dottor Destavola, ha fatto precipitare la situazione: il dirigente ha ordinato una carica contro gli studenti inermi, i celerini hanno sferrato manganellate alla testa e al viso di diversi giovani provocando contusioni, in particolare uno studente è stato ferito al naso e al labbro.

Nonostante l'inaudita violenza della polizia gli studenti si sono dimostrati determinati e convinti a portare avanti la loro lotta e il corteo è ripartito compatto verso piazza della Loggia che doveva essere il luogo di scioglimento. La manifestazione invece è proseguita dirigendosi verso l'Agenzia delle Entrate, ritenuta un obiettivo in quanto organo del Ministero delle Finanze adibito alla riscossione delle tasse che gravano ogni giorno di più sui lavoratori e sui ceti sociali più deboli della popolazione riducendo il potere d'acquisto degli stipendi dei dipendenti e gravando sui redditi bassi di molte fasce del lavoro autonomo.

Davanti agli uffici dell'agenzia delle entrate, dove la polizia si era nuovamente schierata sono stati fatti alcuni interventi per spiegare il motivo della scelta di tale obiettivo e c'è stato un fitto lancio di uova contro l'edificio come forma di simbolico sanzionamento dal basso.

Quest'azione è stata anche una presa di posizione in merito alle proteste in corso da parte del Movimento 9 Dicembre di cui si condivide la netta critica nei confronti della casta e dell'Europa delle baanche e della dittatura della finanza ma da cui ci distingue il rifiuto verso forme di strumentale presenza di forze fasciste e razziste. Il corteo si è sciolto davanti all'edificio occupato di Via Marsala 40, per indicare una risposta alla crisi attraverso la riappropriazione, la conflittualità e l'affermazione dei bisogni delle persone vittime della crisi. La manifestazione si è conclusa dimostrando la determinazione a proseguire il percorso di mobilitazione senza essere stati intimoriti dalla repressione poliziesca subita e dandosi appuntamento per mercoledì 18 dicembre alle ore 15 al Magazzino 47 dove si decideranno le prossime iniziative.

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A torino la polizia ferma gli studenti antagonisti (da proletari comunisti)


Studenti ancora in corteo: fermati otto aderenti a Askatasuna
Otto aderenti al centro sociale Askatasuna che si erano uniti al corteo degli studenti sono stati fermati dalla polizia in corso Inghilterra e portati in Questura. Le accuse sono resistenza a pubblico ufficiale, corteo non autorizzato e blocco stradale. Il corteo stava proseguendo senza una meta precisa nel centro di Torino, causando forti disagi al traffico. Alla manifestazione, che si era formata in piazza Castello e si era è fermata per alcuni minuti davanti al Municipio scandendo slogan contro la politica, si sono uniti gruppi di antagonisti dei centri sociali.
Gli studenti hanno poi nuovamente bloccato il traffico tra piazza Statuto e corso Francia I manifestanti hanno occupato la strada, controllati dalla polizia municipale che sta deviando la circolazione di auto e mezzi pubblici. Un gruppo di loro ha tentato di proseguire il corteo in corso Inghilterra ma è stato bloccato da un cordone di polizia. Si è creata una situazione di stallo in cui una cinquantina di manifestanti sono rimasti bloccati tra due cordoni di polizia. I ragazzi di fronte alla polizia continuano a urlare “giù i caschi” mentre quelli rimasti dall’altro lato del cordone gridano “fateli uscire”. E qui si sono verificati i fermi.

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view post Posted on 15/12/2013, 18:21

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Doppio standard nelle piazze italiane


Qui mi tolgo il casco e familiarizzo, lì invece appioppo manganellate e procedo a fermi e denunce. E’ ormai visibile, e prevedibile, il doppio standard che gli apparati coercitivi dello Stato addetti alle piazze stanno utilizzando di fronte alle proteste sociali e ai soggetti che le esprimono.

La netta impressione che si ricava di fronte agli avvenimenti di questa settimana comincia a definirsi. Poche migliaia di persone in tutta Italia, abbondantemente amplificate dai mass media (i cd Forconi) si vedono assegnato un ruolo di primo piano nella rappresentazione della protesta anti-sistema. Dall’altra parte gli apparati del sistema dominante che procedono sulla strada delle misure lacrime e sangue indicata dalla troika europea (Bce, Ue,Fmi). E in mezzo? In mezzo non deve esserci spazio per null’altro se non la complicità e la sociologia. Chi ha provato a fare saltare questo schema (gli studenti a Roma e Torino o i centri sociali a Venezia) ha ricevuto una risposta durissima sul piano repressivo.

Si conferma così quel doppio standard, ben visibile nella relazione annuale dei servizi di sicurezza al Parlamento che ha dedicato cinque pagine ai movimenti della sinistra e una sola paginetta striminzita e rassicurante ai gruppi neofascisti. Non solo. Dei secondi si dice che sono impegnati solo sul sociale e nel proselitismo via web, dei primi si indica la pericolosità del coordinamento tra chi è impegnato nelle vertenze sociali.

Questa gabbia definisce i rapporti dentro la situazione politica e sociale di quei settori di un paese impoverito e incattivito, consapevoli (ma non ancora coscienti in termini di identità di classe) di essere diventati anch'essi un “esubero” che la gerarchizzazione e la centralizzazione a livello europeo non integra più e pertanto ritenuti inservibili nella sfida della competitività.

Alcuni rapporti ci parlano di mezzo milione di operai espulsi dal ciclo produttivo in quattro anni (2008-2012) sia per le ristrutturazioni sia per le chiusure delle fabbriche, liquidati come esuberi. Si parla di decine di migliaia di esuberi anche tra i lavoratori nei servizi strategici (telecomunicazioni, trasporti, credito etc.). Sullo sfondo incombe la realtà di 2,2 milioni di giovani Neet (che non studiano più, non lavorano, non fanno formazione) anch’essi collocati come esuberi sociali in una fase in cui nel mercato del lavoro la domanda e lo spazio si più fatto stretto. Fin qui, si potrebbe dire, è la logica classica del capitalismo che colpisce e taglia sul fattore lavoro come reazione del proprio Dna, ossia di quegli “spiriti animali” che agiscono di conseguenza.

Ma la mannaia degli esuberi si è andata abbattendo anche su settori sociali intermedi, fino a ieri parte integrante del sistema economico in quanto “proprietari dei propri mezzi di produzione”. Autotrasportatori, padroncini, coltivatori diretti, microimprenditori di attività commerciali o nei servizi. Sia nel commercio che nei trasporti ha agito una fortissima polarizzazione sociale che ha stretto gli esercenti tra la grande distribuzione (che ha distrutto migliaia di piccole attività) e la fascia bassa gestita ormai da immigrati che riescono a spingere prezzi più bassi e orari più lunghi. Nel trasporto si segnala l’arrivo di migliaia di camionisti stranieri che lavorano in condizioni di flessibilità totale e sono meno vincolati da un apparato normativo asfissiante come quello messo in campo dai governi italiani.

Un bel pezzo di quel mondo di lavoro autonomo, di quel “piccolo è bello” nel quale spesso sono sopravvissuti – anche cambiando coscienza e identità sociale – tanti operai espulsi dalle fabbriche, è stato scosso con violenza dalla nuova divisione del lavoro a livello europeo… ed è stato espulso, è stato costretto ad una brusca discesa del suo status sociale e di reddito. Nasce da questo la rancorosa e indefinita protesta dei Forconi.

Ma questo pezzo di società- che tanto spesso è stato usato contro i lavoratori salariati pubblici e privati – non ha dimestichezza con l’organizzazione, la lotta organizzata, la dimensione collettiva, anzi è fortemente conforme ad una logica individualista.

E’ su questo settore che è partita l’occupazione dello spazio della protesta anti-sistema consentita… dal sistema dominante stesso. Una funzione che ormai con evidenza è stata agevolata anche dalle indicazioni ricevute dai contingenti di polizia e carabinieri nelle piazze o negli snodi autostradali presidiati dai Forconi. Si familiarizza, ci si riconosce come parte dello stesso “popolo di Italiani”, magari si enfatizza con forti presidi di blindati e camionette che rallentano il traffico (spesso per prudenza o per curiosità), e forse si condivide anche il sistema di idee, un blob indefinito e reazionario in cui quelli che appaiono più organizzati e con più attivisti a tempi pieno disponibili sono proprio i gruppi neofascisti

In alcune città si è provato a far saltare questo schema. Ma sia all’università di Roma (quei presunti "figli di papà" che studiano….) che a Torino, a Brescia ed infine a Venezia, il clima e le indicazioni sono state completamente diverse: botte, cariche, fermi e denunce (“prendiamone qualcuno” gridava un funzionario di polizia nei viali della Sapienza).

A questo punto il re è nudo e né la sociologia né lo spontaneismo e l'inseguimento "delle piazze" aiuteranno a venirne fuori in positivo. Non possiamo nasconderci che le realtà dell’antagonismo di classe sono arrivate impreparate lì dove si manifestano punti di rottura spuri o imprevisti (es. i Forconi a Torino). La realtà lascia capire che occorre prepararsi ad altri episodi con questa o altra natura. Tutto ciò costringe a fare una ginnastica mentale, politica e di iniziativa alla quale in tanti – a sinistra- sono completamente disabituati. E’ tempo di adeguare e aumentare il ritmo di questa ginnastica a tutto campo: da quello sindacale a quello sociale, da quello ideologico a quello comunicativo. Non c’è molto tempo.

fonte http://www.contropiano.org/politica/item/2...piazze-italiane
 
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Milano: studenti caricati dalla polizia al Pirellone


Lunedì, 16 Dicembre 2013

Sono giorni di straordinari per la forze dell’ordine e per i loro responsabili politici al ministero di Alfano. Per la seconda volta nel giro di pochi giorni i destinatari delle non richieste attenzioni dei celerini sono stati di nuovo gli studenti milanesi, che oggi sono scesi in piazza per protestare contro i tagli alla scuola pubblica.
Per l’occasione alcuni studenti hanno colorato di rosso la fontana di Piazza Cairoli, dov'era fissato il concentramento, per denunciare e simboleggiare il dissanguamento dell’istruzione pubblica a favore di quella privata.

1studmiDopo essere arrivato in piazza Duca d'Aosta, il corteo composto da un migliaio di ragazzi e ragazze che era partito poco dopo le 10 di questa mattina sfilando dietro uno striscione che recitava “Blocchiamo il Consiglio. Diritto allo studio subito” ha incontrato i manganelli degli agenti in tenuta antisommossa.

Il passo verso il palazzo della Regione era sbarrato da un cordone di poliziotti e quando il corteo si è avvicinato sono partite due cariche contro i manifestanti, ‘rei’ di aver lanciato uova e vernice a poca distanza dal Pirellone, sede della Regione Lombardia. Si conterebbero secondo le prime informazioni 5 studenti contusi, nonostante il fatto che le prime file di dimostranti indossassero caschi per proteggersi la testa e esibissero gli scudi a forma di libro ormai tipici delle manifestazioni studentesche degli ultimi anni. Dopo le pesanti cariche comunque i partecipanti al corteo sono riusciti a ricompattarsi di nuovo e a riprendere la manifestazione, che si è sciolta intorno alle 12,30 a Porta Venezia.
Mentre all'esterno era in corso il corteo di protesta quattro studenti hanno interrotto dalla tribuna del pubblico i lavori del Consiglio regionale esponendo striscioni e gridando slogan contro le misure annunciate dalla giunta Maroni a sostegno dell'istruzione privata.
La giunta regionale di destra ha previsto nel bilancio di quest'anno - in discussione proprio a partire da oggi - non solo la conferma dei 30 milioni già stanziati per le scuole private, ma anche la riduzione del finanziamento della “dote per il sostegno al reddito” da 23,5 milioni a 5 oltre all'azzeramento delle borse di studio previste per “merito”, che passeranno da 5 milioni a zero.

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L'autunno caldo degli studenti di Ravenna


Negli ultimi tempi, sull'atmosfera immobile della provincia romagnola ha iniziato a soffiare un vento nuovo, che ha scosso profondamente il mondo della formazione superiore a Ravenna.

Anche nella terra tradizionalmente considerata punta di diamante del welfare in Italia, l'aggravarsi della crisi e l'inasprimento delle misure di austerità hanno iniziato a mostrare il loro volto fatto di aule scolastiche che cadono a pezzi e di un diritto allo studio sempre meno accessibile, con famiglie che fanno sempre più fatica a pagare libri e abbonamenti del bus.

Le occupazioni degli istituti scolastici partono, infatti, quest'autunno sulla base di vertenze legate alla realtà delle singole scuole, ma che trovano come denominatore comune l'opposizione alle politiche di austerity come, ad esempio, la lotta contro la chiusura di una biblioteca d'istituto a causa dei tagli o contro le infiltrazioni di pioggia in un aula. Ben marcata è la differenza rispetto ai precedenti cicli di mobilitazione che nascevano in risposta a qualche riforma, o tentativo di riforma, come l'ultima grande ondata di occupazioni partite nell'autunno 2012 contro il DDL Aprea.

Ciò conferisce ai percorsi di lotta una forza inedita: la controparte si sposta dal ministro o dal governo di turno (lontano e difficile da identificare) alle istituzioni locali, al proprio preside e, in certi casi, anche al proprio professore. Figure identificate come complici nell'applicazione delle misure di austerity all'interno delle scuole, ma, soprattutto, figure in carne ed ossa contro le quali la prospettiva della vittoria diventa reale.

Contemporaneamente l'orizzonte di lotta cessa di essere difensivo (in una scuola della crisi in cui non c'è più nulla da difendere) per diventare offensivo: i tempi della lotta sono definiti dagli studenti stessi che, senza aspettare la riforma a cui opporsi, decidono quali battaglie ingaggiare e su quali obiettivi andare ad incalzare l'istituzione scolastica per riconquistare pezzi di reddito e strappare terreno all'austerity.

Ciò permette lo sviluppo di una conflittualità che ha ben pochi precedenti nella nostra città e che conduce presto gli studenti a convincersi che la lotta, per essere efficace e vincente, va portata fino in fondo.

Da qui nascono occupazioni che aumentano giorno dopo giorno la loro radicalità. In più di un istituto gli occupanti decidono di alzare le barricate lasciando fuori preside e professori fino alla soddisfazione delle loro richieste chiare e non mediabili, il 12 dicembre più di mille studenti assediano il palazzo della provincia e, dopo il rifiuto degli assessori di esaudire le loro richieste partono in corteo selvaggio bloccando le principali arterie del traffico cittadino, il 18 dicembre l'assedio si sposta sotto il provveditorato dove la polizia è costretta a caricare per evitare l'irruzione degli studenti nel palazzo sordo alle loro richieste.

Tuttavia, grazie alla determinazione dei percorsi di lotta, le prime vittorie non tardano ad arrivare. La più significativa è al Liceo Alighieri, dove la presidenza è costretta a riaprire la biblioteca d'istituto, rinunciando all'acquisto di inutili lavagne multimediali. Grazie alla lotta ora sono gli studenti a decidere come utilizzare il denaro della scuola!

Questo periodo di intense mobilitazioni ha fatto emergere definitivamente la frattura insanabile che esiste tra i bisogni reali degli studenti e le istituzioni scolastiche in tempi di auserità. In particolare è il protagonismo delle generazioni più giovani da poco entrate a scuola a dimostrare la predisposizione a sollevarsi ogniqualvolta che i diritti vengono calpestati e l'assoluta indisponibilità a piegarsi ad una scuola che oggi si configura unicamente come laboratorio di formazione per un futuro di miseria e precarietà.

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Palermo: studenti denunciati dalla Digos, scuole in rivolta


Striscioni di solidarietà con gli studenti del liceo linguistico Ninni Cassarà interrogati e denunciati dalla Digos venerdì scorso con la complicità della preside Daniela Crimi sono comparsi stamattina in numerose scuole di Palermo, dal Ferrara al Garibaldi all’Umberto I, dal Regina Margherita al Cannizzaro, dal Benedetto Croce al Marco Polo. Gli striscioni recitavano slogan come “Fuori la polizia dalle scuole”.

Venerdì scorso una squadra di agenti della Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali della Polizia di Stato è entrata all’interno del liceo linguistico Cassarà ed ha interrogato numerosi studenti e anche alcuni docenti a proposito dell’occupazione realizzata nel mese di dicembre. Alla fine del blitz quattro adolescenti sono stati denunciati per violenza privata e interruzione di pubblico servizio.

L’inconsueto e gravissimo comportamento della Digos ha scatenato l’immediata reazione dei coordinamenti studenteschi e dei sindacati di base del capoluogo siciliano.

“Con il totale consenso del dirigente scolastico – denuncia in una nota il Coordinamento degli Studenti medi - una ventina di studenti sono stati sottratti con l'inganno alle loro lezioni per permettere agli agenti di effettuare interrogatori, identificazioni e denunce. Molti professori interrogati hanno fornito nomi dei propri alunni mentre pochi altri si sono rifiutati di collaborare con le operazioni degli agenti in nome del rispetto nei confronti dell'istituzione scuola che dovrebbe formare e dialogare con i propri studenti piuttosto che entrare in contraddizione con essi allestendo uffici di questura all'interno dei locali scolastici”.

Ha denunciato invece alla stampa locale Federica Marino, membro del coordinamento e studentessa dell'istituto magistrale Regina Margherita: “Critichiamo fortemente il comportamento della preside che ha permesso l'ingresso di agenti all'interno della scuola e che in combutta con essi ha trasformato in luogo in cui ci formiamo e dovremmo sentirci protetti in una questura con l'intento di intimidirci. Le scuole non sono sicure e crollano, soprattutto nei quartieri popolari si registra una forte dispersione scolastica, i libri di testo hanno un costo sempre più inaccessibile e davanti a questo sconfortante scenario ci si preoccupa di denunciare noi giovani studenti semplicemente perché vogliamo far valere i nostri diritti”.

Dura e immediata anche la presa di posizione dell’Unione Sindacale di Base Scuola di Palermo che in un comunicato accusa:
"L'interrogatorio, che ha visto coinvolto anche il nostro responsabile regionale in quanto insegnante della scuola, si è svolto a metà mattinata mentre le classi erano regolarmente a scuola, con docenti ed alunni che venivano volta per volta chiamati in presidenza per le dichiarazioni, alla presenza del Dirigente Scolastico che ha consentito questa procedura "poco ortodossa". In un clima di tensione, con docenti sottoposti ad interrogatori "sostenuti" ed "incalzanti" che mettevano in dubbio la loro professionalità, al termine degli stessi alcuni alunni sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio e violenza privata. Troviamo inaccettabile che il dirigente scolastico abbia consentito tutto questo, trasformando la scuola in una "sala interrogatori" (…). L'accusa di violenza privata è assurda, nei confronti di ragazzi appena maggiorenni, che avevano vissuto la stessa esperienza l'anno precedente senza che avvenisse tutto questo; invece, quest'anno, si vedono catapultati in una condizione "delinquenziale" che non ha nessun presupposto logico: non un solo docente è stato vittima di alcuna violenza fisica ed il personale Ata ha potuto svolgere regolarmente il proprio servizio nella scuola durante l'occupazione".

Domattina diverse realtà cittadine – il Collettivo Autonomo Universitario, il Coordinamento degli Studenti Medi, Usb, Cobas, Slai Cobas e Rifondazione Comunista – hanno indetto a partire dalla 10.30 un presidio di solidarietà con gli studenti del Cassarà davanti al liceo linguistico.

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17 replies since 28/9/2013, 14:07   467 views
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