Una visione distorta del socialismo: l’eurasiatismo e la geopolitica
La confusione e lo smarrimento ideologico, nella definizione di socialismo e delle idee che sono davvero socialiste e che si rifanno al pensiero dei fondatori e promotori di questo sistema sociale, oggi è una realtà lampante. I nemici del pensiero socialista sono innumerevoli, poiché esso è sempre stato un modello sociale alternativo molto scomodo per le attuali forze finanziarie, religiose e politiche che devono tenere a bada le rivolte, causate da ritmi di vita esasperanti per le masse. Qualora queste rivolte assumessero una connotazione socialista, cioè organizzata per costruire un modello di vita alternativo e non solo per la mera ribellione spontanea, sarebbe un disastro per queste forze reazionarie, che quindi puntano a screditarlo in ogni modo. Ma il problema odierno del socialismo è anche un altro, la confusione ideologica dettata, da una parte, dall'impulso di innovare il movimento, che deve essere sempre un passo avanti nelle analisi delle questioni moderne per poter ottenere delle vittorie, dall'altra da quella di non uscire dai margini del pensiero socialista per cadere in revisionismi vecchi e nuovi. Ecco quindi che molto spesso viene utilizzato il termine socialista per definire personalità come Hollande in Francia o Niki Vendola in Italia, anche quando questi non prendono alcuno spunto dall'ideologia veramente socialista e sperimentano varianti politiche poco efficaci e poco concrete. Così moltissimi si definiscono socialisti senza però avere una base di pensiero socialista, utilizzandone solo impropriamente il nome.
Parlerò di una forma di revisionismo moderno che oggi trova una buona parte del suo seguito tra buoni compagni, che spesso però sono poco inclini ad analizzare economicamente le situazioni politiche mondiali e che si appellano ad una diversa forma di analisi, meno scientifica di quella economica e quindi più facile a capirsi e a diffondersi: la geopolitica. Tale revisionismo è l'eurasiatismo moderno.
L'Eurasiatismo moderno è una forma di pensiero politico incline alla demonizzazione del capitalismo e dell'imperialismo statunitense ma all'esaltazione positiva del capitalismo e dell'imperialismo Sino-Russo. Proprio in quest'ultimo punto sta il primo dei suoi errori fondamentali: prendendo in considerazione e criticando unicamente il sistema capitalistico ed imperialista statunitense e quello dei suoi paesi satelliti, esso esalta estremamente quello delle fazioni imperialiste opposte, che in realtà posseggono caratteristiche molto simili al sistema USA o di poco divergenti. Sarà importante suddividere la critica per punti, così da non perdere il filo della confutazione:
1) Prendendo in considerazione aspetti nazionalistici basati sulla geografia e sulla cultura dei popoli vengono sottovalutate le varianti economiche, che in realtà sono quelle che davvero delineano i blocchi che suddividono gli attuali paesi imperialisti. Difatti così viene detto in un articolo di una rivista eurasiatista: "La dimensione eurasiatica del socialismo ha origine nella consapevolezza dell’esistenza della strategia di accerchiamento del continente Eurasia, di cui sono artefici gli Stati Uniti e le nazioni ad essi subordinate."
Ma cos'è questo continente Eurasia? Esso dovrebbe essere l'unione dell'Europa e dell'Asia. Tale unione dovrebbe essere concessa, forse, per comunanza e convergenza culturale, geografica, finanziaria e politica? Ma nessuna di queste caratteristiche rispecchierebbe la creatura in questione. Infatti culturalmente Europa e Asia sono estremamente diverse, basterebbe solo paragonare le due grandi nazioni eurasiatiche, Russia e Cina, per avere un chiaro quadro delle differenze culturali tra i due popoli. Così come stati minori come Ucraina ed Iran o Bulgaria e Siria. Perciò l'aspetto culturale non è quello che potrebbe addurre all'esistenza di un blocco omogeneo eurasiatico. Forse Finanziaria? Ma Le forme finanziarie di paesi arretrati come la Mongolia, l'Azerbajan, il Turkmekistan, sono estremamente diverse da quelle di grossi paesi come Russia e Cina, finanziariamente sono molto più potenti ed evoluti, tanto da sovrastare questi piccoli paesi limitrofi. La stessa Cina è diversa finanziariamente dalla Russia. La Russia post-comunista ormai è in preda da decenni alla privatizzazione selvaggia, al multi-partitismo, ai commerci esteri molto liberi anche con la stessa Europa che permettono di investire in Russia anche agli imprenditori stranieri come in un normale stato capitalista. In Cina invece vige una strana forma di capitalismo (addirittura secondo alcuni ci sarebbe il socialismo, ma noi non siamo di questo avviso) dove la possibilità di investire nel territorio agli stranieri è concessa in ZES e la proprietà privata è stata riconosciuta solo dal 2004, senza contare che non vi è multi-partitismo. Perciò finanziariamente l'esistenza di questa creatura/continente ancora non è data. Rimane il campo politico, su cui bisognerebbe stendere un velo pietoso. Difatti politicamente vi sono paesi di questo blocco eurasiatico che politicamente non convergono verso un opposizione al modello statunitense, anzi, queste sono le nazioni della penisola Araba saudita, l'India, il Giappone, la Corea del Sud, l'Indo-Cina, La repubblica ceca, la Slovacchia ecc. Perciò forse solo Russia e Cina potrebbero essere i veri e propri paesi che costituirebbero questo blocco eurasiatico, con attorno stati satelliti ex-sovietici oggi sotto l'influenza del capitalismo Russo, l'Iran e la Siria. Paesi incerti l'Afghanistan e l'Iraq. Paesi filo-statunitensi europei, tra i più famosi Germania, Italia, Francia, Spagna e tutti quelli facenti parte della NATO. Tale definizione di Eurasia, perciò, è assolutamente inadeguata.
2) Concentrandosi sul presunto continente Eurasiatico viene messo da parte il resto del mondo e viene a crearsi un analisi monca. Difatti non vengono presi in considerazioni gli avvenimenti che avvengono nei continenti del Sud America e dell'Africa, o comunque vengono considerati solo terreno di battaglia tra le due diverse fazioni. Ma Paesi sud-americani come il Brasile, il Venezuela o il Sud Africa sono forze rilevanti che ormai non possono essere esclusi dall'ottica economica mondiale e giocano un ruolo importante, così come sarebbe sbagliato non considerare gli altri paesi del sud America perché quasi tutti assoggettati all'imperialismo USA, poiché in quel continente si svolgono importanti lotte contro i governi filo statunitensi ;o Africani perché semplicemente considerati troppo deboli per costituire un loro blocco. Per citare un esempio l'ex-governatore libico Ghepardi, come anche l'ex- governatore Egiziano Nasser, hanno spesso cercato di costituire blocchi nord-Africani che potessero contrapporsi all'Europa e all'America, e la loro scomparsa, passata nel caso di Nasser, recente nel caso di Gheddafi, dovrebbe solo spingere a considerare questi paesi come ben più che secondari nel campo delle lotte inter-imperialistiche mondiali. Perciò non può che essere condannata questa focalizzazione sul blocco eurasiatico che tende a creare analisi miopi e parziali delle situazioni mondiali.
3) Le affermazioni sull'anti egemonicità Russa e sull'anti-imperialismo russo sono assolutamente sbagliate. La Russia è un paese capitalista, anche se contrapposto agli USA, come tale non deve essere lodato il sistema russo solo perché anti-americano poiché esso è capitalista e così viene lodato il capitalismo. Non è neanche un capitalismo diverso, poiché investimenti Russi in America ed investimenti americani in Russia sono numerosi. Non è anti-egemonico e anti-imperialista, poiché i paesi attorno alla Russia, come l'Azerbaijan, il Turkmenistan, il Kazakistan ecc. Sono praticamente fantocci alla mercé della finanza russa, proprio come il Messico, la Colombia e il Perù con la finanza statunitense. Inoltre l'esaltazione dell'attuale governo russo è in netto contrasto con qualsiasi forma di socialismo, in primis l'esaltazione nazionalistica data da Putin ad elementi reazionari della società Russa attuale, come la chiesa Ortodossa, o quella fatta da capi di governo medio-orientali con l'Islam. Entrambe queste religioni sono forme coercitive ad uso di governi che non sono socialisti e che quindi usano per tenere a bada le masse dal riscattarsi nel mondo terreno promettendo salvezza celeste. Entrambe queste religioni hanno la stessa forza nei loro paesi quanto in Italia la chiesa cattolica ed il loro potere è estremamente forte ed avverso al socialismo da sempre.
4) La visione geopolitica del pensiero politico eurasiatico fa interpretare in modo distorto e fallace l'assetto delle grandi potenze mondiali. La geopolitica mette in primo piano la nazione e la cultura ma in secondo piano i fattori economici. Il mondo capitalistico e finanziario spesso va al di là dei rapporti tra nazioni. I rapporti tra Cina ed USA apparentemente sono freddi ma imprenditori cinesi investono grandemente negli Stati uniti, costituiscono un importante leva finanziaria per questi. Questo perché il profitto è una forza capitalistica che oltrepassa i confini nazionali pur di realizzarsi, legge capitalista è riuscire ad espandere il mercato fino agli estremi possibili, dopodiché avvengono contrazioni e crisi di produzione. Così anche imprenditori Americani investono in Cina ed i loro prodotti base sono costruiti in fabbriche cinesi. In generale l'attrazione imprenditoriale tra i paesi che si oppongono geopoliticamente agli USA è così strutturata la Cina si è ritrovata al primo posto con il 26 per cento di vantaggio, l’India con il 25 per cento, il Brasile con il 21 per cento e la Russia con il 20 per cento. Come spiegare tale discrepanza geopolitica con gli aspetti economici mondiali? Questo si spiega al di là della miope geopolitica con un analisi macro-economica seria, che appunto smonta la credenza di un unico blocco non capitalista, anti-imperialista, anti-egemonico, eurasiatista contro l'America. Si rivela invece che la finanza internazionale continua e continuerà a fare affari al di là delle differenze culturali e nazionali, finché la politica del profitto non costringerà alla guerra questi paesi, ma solo per motivi di profitto, più che per motivi realmente politici, che sono in coda a quelli economici.