| Yuri Gagarin |
| | Tecnicamente abbozzano già una critica Lo sviluppo delle alleanze sociali della classe operaia e delle lotte di massa, la creazione delle condizioni per una trasformazione rivoluzionaria e socialista della società sono biunivocamente connesse alla presenza di un forte Partito Comunista, capace di dirigere con successo la classe operaia verso il raggiungimento dei suoi obiettivi storici. Da un lato, costituiscono il risultato di un efficace lavoro politico del Partito, ma dall’altro lato sono la condizione per il rafforzamento del Partito stesso. Non possiamo aspettare di avere un partito perfettamente strutturato sulla carta per iniziare ad operare efficacemente nella realtà. Non ce lo consentono i tempi, ma non ce lo permette neanche la considerazione che un partito comunista che rinuncia a lottare non potrà mai crescere e presto muterà la sua natura. La crescita del Partito e dei suoi quadri dipende dalle lotte e, nello stesso tempo, la crescita dell’efficacia e la diffusione delle lotte dipendono dalla crescita del Partito. Questa considerazione ci rende differenti da quanti, in Italia, parlano sulla necessità di ricostruire il Partito Comunista e lì si fermano. Noi non soltanto parliamo di ricostruzione del partito, noi il Partito Comunista lo stiamo ricostruendo nei fatti, non a parole! Certo siamo coscienti di quante energie in carne ed ossa devono partecipare per ottenere il successo in questa impresa. Lo stiamo ricostruendo chiamando la classe operaia e il popolo a mobilitarsi su obiettivi chiari e concreti. Lo stiamo ricostruendo attraverso lo sforzo e il sacrificio dei nostri militanti, in prima fila nelle lotte sociali e sindacali. Lo stiamo ricostruendo con la coerenza e la chiarezza di chi pensa quello che dice, dice quello che pensa e fa quello che dice.
Questo ci porta a fare alcune considerazioni sulla situazione in Italia. I dirigenti del più grande partito comunista dell’Europa Occidentale, il PCI, hanno pesantissime responsabilità nell’affermazione del riformismo, del revisionismo e dell’opportunismo che hanno portato alla sua stessa dissoluzione e oggi sembrano essere largamente diffusi anche all’interno del MCI. Lo riconosciamo con amarezza e sincero senso autocritico. Si tratta di un processo degenerativo di lunga durata, che, nelle sedi opportune, andrà ulteriormente studiato e approfondito, e che ha le sue iniziali radici già nella ”svolta di Salerno”. I partiti, PRC e PDCI, formatisi dopo l’autoscioglimento del PCI, hanno chiaramente fallito nell’intento di ricostruire una presenza comunista in Italia. Privi di un saldo ancoraggio ideologico al marxismo-leninismo, a cui non fanno esplicito riferimento né nel Programma (dubitiamo che ne abbiano uno, dal momento che sui rispettivi siti non se ne trova traccia), né nello Statuto, entrambi i partiti hanno una quasi esclusiva vocazione istituzionale e, ormai, agiscono solo in funzione delle scadenze elettorali. Il Partito della Rifondazione, che esplicitamente rifiuta il principio del centralismo democratico, non può essere certamente definito un partito di tipo leninista. Caratterizzato da un estremo eclettismo, al proprio interno comprende un po’ di tutto, dai buddisti, ai gandhiani, ai pacifisti generici, ai movimentisti dei centri sociali, fino ai trotzkisti. Sicuramente, al suo interno vi sono ancora compagni onesti e sinceri che, però, non hanno alcuna possibilità di influire da comunisti sulle scelte del gruppo dirigente, che oltre ad essere ondivago ha già dichiarato pubblicamente di esser disponibile a rinunciare ancora una volta (come nelle elezioni del 2008 con l’Arcobaleno) al simbolo della bandiera comunista con falce e martello per le elezioni politiche. Il PDCI, si è sempre più caratterizzato per la forte vocazione “istituzionale” del suo gruppo dirigente e per l’estrema spregiudicatezza della sua condotta politica. E’ l’esempio tipico dell’opportunismo che, a differenza del revisionismo, non nega i fondamenti ideologici, ma semplicemente non li applica, agendo in modo diametralmente opposto a ciò che dice o scrive. In entrambi i partiti si constata un fortissimo scollamento tra base e gruppi dirigenti, che sempre più spesso sono autoreferenziali e agiscono in base a logiche di pura convenienza personale. Bassissima, inoltre è la percentuale di militanti in rapporto agli iscritti.http://www.comunistisinistrapopolare.com/2...obre-bruxelles/E se ci fai caso fanno molto riferimento a secchia . E noi consideriamo molto importante il fatto che questo messaggio dell’internazionalismo proletario possa diffondersi anche in Italia, grazie agli sforzi avviati dai compagni del Partito Comunista-CSP, per la costruzione di un partito comunista con una strategia rivoluzionaria, sradicando il lavoro sporco ed eversivo dell’eurocomunismo e dell’opportunismo moderno.http://www.comunistisinistrapopolare.com/2...a-sezione-dell/Anchio gradirei critiche più esplicite , comunque tra breve faranno il congresso e sarebbe interessante sfruttare questa occasione , parteciparvi
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