Comunismo - Scintilla Rossa

No TAV

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view post Posted on 23/10/2014, 14:53

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La Tav e la corruzione. Doveroso revocare gli appalti

Lunedì 27 ottobre avrà luogo a Roma, presso l’Autorità Nazionale Anticorruzione, la prima audizione in programma con l’Associazione ecologista Idra sui cantieri TAV a Firenze, dopo che l’Autorità stessa ha disposto – a seguito delle segnalazioni dell’Associazione – l’avvio di un’istruttoria “finalizzata a verificare lo stato di attuazione dell’opera e la corretta applicazione delle previsioni normative in materia di realizzazione di opere strategiche mediante affidamento a contraente generale”.

Dopo le puntuali (quanto inascoltate) risultanze delle indagini effettuate nel 2007, nel 2008 e nel 2010 dall’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici in relazione agli interventi TAV fra i capoluoghi emiliano e toscano e sulla Roma-Napoli, sono destinati ora ad essere passati al setaccio gli aspetti di più scottante attualità del progetto di passante AV nella città di Firenze, con riflessi che potranno proiettarsi su tutti gli appalti TAV assegnati in Italia (dalla Torino-Lione alla Milano-Genova, dalla Verona-Brennero alla Napoli-Bari). L’Autorità si è impegnata a verificare tempi di esecuzione, costo dell’intervento, perizie di variante, piano degli affidamenti, contenzioso con il general contractor, qualificazione delle rocce di scavo, ipotesi di sostituzione della ‘talpa’ TBM presente in cantiere, cessione delle quote della società aggiudicataria Nodavia.

A questo primo appuntamento dinanzi all’Ufficio istruttore parteciperanno - assieme al presidente di Idra Girolamo Dell’Olio - il giudice Ferdinando Imposimato, autore con Giuseppe Pisauro e Sandro Provvisionato del volume “Corruzione ad Alta Velocità”, e l’ing. Ivan Cicconi, direttore dell’Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale (ITACA) e precursore – coi saggi “La storia del futuro di Tangentopoli” e “Le grandi opere del Cavaliere” - degli studi oggi alla base delle inchieste sui danni erariali ‘programmati’ derivanti dall’adozione del modello del contraente generale.

In questa circostanza, l’associazione ecologista toscana parte civile nel procedimento penale per danno ambientale, e parte ad adiuvandum nel procedimento della Corte dei Conti per danno erariale, si avvarrà delle memorie indirizzate all’Autorità da Ivan Cicconi e da Ferdinando Imposimato: in evidenza i contorni della scandalosa impostazione contrattuale che, madre di ogni criticità, ha fatto tracimare oltre ogni pessimistica previsione i costi per lo Stato della tratta TAV Bologna-Firenze, e promette adesso analoghe prospettive con la cantierizzazione del nodo ferroviario di Firenze. Qui i progetti di doppio tunnel contro-falda e di faraonica stazione sotterranea Foster (a servizio peraltro di due soli binari AV, caso unico al mondo), oltre a presentare un costo già in partenza difficilmente sostenibile a fronte delle ben più pressanti esigenze di ammodernamento e messa in sicurezza della rete storica, sono stati interessati da un vasta inchiesta penale da parte della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo toscano (è di questi giorni l’avviso di conclusione delle indagini preliminari), e da una contestuale crisi finanziaria delle imprese aggiudicatarie dell’appalto. Resta inoltre da sciogliere il delicatissimo tema dei costi per il trasporto su ferro e per lo smaltimento degli ingenti volumi di smarino da escavare con pratiche industriali dal sottosuolo fiorentino.

A questo primo incontro farà verosimilmente seguito, a valle della fase istruttoria, una seconda audizione dell’Associazione dinanzi al Consiglio.

Da tempi non sospetti Idra documenta e rivendica presso le autorità politiche locali e centrali – risultate fin qui sorde e mute - l’urgenza di una revoca degli appalti in materia TAV sull’intero territorio nazionale, fin tanto che non saranno state definite linee guida atte a garantire trasparenza nelle procedure di approvazione dei progetti, verifica preventiva delle compatibilità finanziarie con costi definiti, certi e non artificiosamente lievitabili, e implementazione di controlli pubblici efficaci e tempestivi.

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view post Posted on 4/11/2014, 17:08

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soccorso rosso proletario rilanccia a livello nazionale l'appello del movimento NOTAV



Come movimento No Tav facciamo appello per una settimana di mobilitazione nazionale e di lotta, da venerdì 14 novembre a sabato 22 novembre, ognuno nel proprio territorio.

Per quanto ci riguarda, attaccare alcuni di noi vuol dire attaccare tutti! Nessuno dovrà essere lasciato solo davanti alla repressione!

Proponiamo, quindi, azioni diffuse nel territorio a sostegno e in solidarietà a Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò e a tutti gli altri compagni di lotta già incarcerati o condannati o che ancora devono affrontare un giudizio, proseguendo la mobilitazione del 22 febbraio e del 10 maggio scorsi, in modo da estendere il coinvolgimento e la partecipazione del maggior numero di persone possibile.

Invitiamo a tenere assemblee popolari ed iniziative volte ad informare circa la portata dei processi ed i rischi repressivi che riguardano ormai tutte le lotte!

Sollecitiamo ad incrementare la mobilitazione sui territori dal 7 dicembre, fino al termine dei processi per dare una risposta adeguata alla repressione ed arrivare alla costruzione di una grande MANIFESTAZIONE NAZIONALE per rivendicare la libertà di lottare e per decidere senza deleghe del nostro futuro!

Il giorno della sentenza del processo per Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò daremo una risposta immediata in Val Susa e in tutti i territori

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view post Posted on 9/11/2014, 15:08

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la ‘ndrangheta nella 35-ter, chi l’avrebbe mai detto

(da notavterzovalico)
Pubblicato il 08/11/2014 di pennatagliente


Il tribunale di Alessandria ha recentemente messo in amministrazione giudiziaria su richiesta della questura una ditta che si occupa di movimento terra, la Nuova Trasporti di San Giuliano Vecchio, per via dei suoi legami con la ‘ndrangheta.
Diversamente da quanto affermato dai media locali, che parlano di un “odore di mafia”, la ditta è diretta proprietà di membri dell’organizzazione. Il solo “odore” ce l’hanno altre ditte, tipo la Lauro s.p.a., che lavora – a norma di legge – nel cantiere del Terzo Valico di Voltaggio.
La Nuova Trasporti, che sta di casa non lontano da dove la locale scoperta nel 2011 aveva la propria sede, a Pollastra, si scopre nella disponibilità di Carmine Verterame, un mafioso condannato nell’inchiesta “Infinito”, una delle più importanti sulla ‘ndrangheta lombarda negli ultimi anni.
Nonostante la ditta in questione fosse direttamente intestata a lui si è dovuto aspettare fino ad oggi per un qualche provvedimento. Questa “solerzia” tipica dei procedimenti contro i mafiosi ha permesso a questa azienda, secondo quanto si legge, di partecipare anche ai lavori della strada 35-Ter, conclusa quest’anno dopo lunghi ritardi e la sostituzione per fallimento della ditta incaricata dei lavori. Nella conferenza stampa la questura fa anche sapere che i suoi mezzi lavoravano in quei cantieri pur non avendo alcun contratto di subappalto, altra modalità tipica dei contesti mafiosi.
Un po’ di storia. La strada, nata per snellire il traffico sulla statale 35, fa parte del pacchetto Outlet di Serravalle, era in progetto da lungo tempo ed è stata fortemente voluta dalla Provincia di Alessandria. Oltre ad aver devastato una delle poche zone ancora intonse tra Novi e Serravalle, è costata 18 milioni di Euro (che potevano essere spesi sicuramente meglio, vedasi bonifica Ecolibarna) e dovrà essere in parte demolita in quanto interferisce con il tracciato del terzo valico, il cui smarino arriverà nel cantiere novese della Pieve proprio attraverso questa strada. L’opera è stata affidata al solito mondo cooperativo amico del Partito.
Tralasciamo – che tanto non frega a nessuno – l’impatto ambientale dell’opera, ampiamente sottovalutato, che ha portato notevoli mutamenti dell’assetto idrogeologico della zona circostante (sono ormai frequenti gli allagamenti delle zone a valle).
La notizia che la ‘ndrangheta ha lavorato in quei cantieri dovrebbe far sorgere altre domande, del tipo: siamo sicuri che con tutto quel viavai di camion non siano stati interrati rifiuti speciali sotto l’asfalto? Pare succeda sovente quando nei cantieri lavora certa gente. E come facevano a lavorare in sub-subappalto senza uno straccio di contratto? In quasi 3 anni di cantieri un’ispezione dell’ispettorato del lavoro ci sarà ben stata, o no? Come ci sono entrati in quell’affare? Lo diciamo apertamente: chi è il loro referente? Chi ha imposto la loro presenza alla vincitrice dell’appalto, la COVECO, un consorzio di cooperative che nel frattempo è stata letteralmente travolta dall’inchiesta Mose?
Non si sa. Probabilmente non si saprà mai, per diversi motivi: primo, c’è una curiosa corrente giurisprudenziale secondo la quale essere mafiosi non è reato, pertanto i fatti non vengono approfonditi per non recare disturbo a delle brave persone.
Secondo, può essere stato chiunque. Tutte le parti in causa hanno dimostrato ampiamente di essere in grado di tessere rapporti con la ‘ndrangheta.
Ne è in grado la politica, che compra pacchetti di voti in cambio di contanti, appalti o favori, quando non ha direttamente tra le proprie file affiliati alle cosche. E questo vale per le grandi città, ma anche per i centri più piccoli, come le vicende alessandrine stanno a testimoniare.
Ne sono in grado i dipendenti pubblici, chiamateli come volete, burocrati, tecnici, colletti bianchi, la sostanza non cambia. Diversi processi di mafia, con particolare riferimento a quelli piemontesi e lombardi, hanno mostrato come un tecnico nel posto giusto faccia molto comodo. (Esempio: a Pavia il direttore dell’Asl Carlo Chiriaco era direttamente affiliato alla ‘ndrangheta. In questo contesto si può immaginare come venissero gestite non solo le forniture ospedaliere, ma anche i controlli sui luoghi di lavoro, dai cantieri ai ristoranti).
E ne sono in grado le aziende stesse, che si affidano alle organizzazioni criminali sempre più spesso non sotto minaccia, ma per sfruttarne i servizi in un rapporto di reciproca convenienza: creare fondi neri attraverso false fatturazioni, far sparire rifiuti speciali, usarne i referenti in politica o nelle forze dell’ordine per ottenere lavori o alleggerire controlli.
Il caso vuole che una di queste aziende “disinvolte”, la Praga Holding che ha costruito l’Outlet di Serravalle, faccia parte della committenza della 35-Ter insieme a Provincia e Regione. La Praga è quella che più ha dato da lavorare all’impresa edile della locale di ‘ndrangheta alessandrina scoperta nel 2011. Grazie ai soci che la compongono, ovvero Trecolli e Boggeri, il gruppo criminale ha costruito il retail park di Serravalle, di cui manteneva il contratto per lo sgombero neve dai piazzali, ha costruito a Novi la nuova zona commerciale-residenziale Euronovi, è entrata in diversi appalti pubblici come l’ampliamento della statale 35 nei pressi dell’Outlet e la ristrutturazione del museo napoleonico di Spinetta Marengo.
Uno potrebbe pensare che, dopo i ben noti arresti del giugno 2011, il signor Carmine Verterame con la sua ditta di San Giuliano sia subentrato di diritto nei lavori che contano in rappresentanza della ‘ndrangheta locale, sulla base di un patto con la committenza o le aziende appaltatrici.
Oppure, più probabilmente, chi scrive è un monomaniaco che vede mafiosi dappertutto, e si tratta di un semplice disguido. Il signor Verterame (condannato a Milano per mafia a 12 anni e 6 mesi), che secondo il tribunale ha dieci camion e quindi non può sapere con esattezza dove sono tutti in ogni momento, era con i suoi mezzi nei cantieri della 35-Ter all’insaputa di tutti, anche la sua.
 
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view post Posted on 13/11/2014, 17:36

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NO TAV Bentornati e ora liberi tutti/tutte!
Paolo e Forgi liberi !


Si è svolta questa mattina al Tribunale di Torino l'udienza di appello per Paolo e Forgi, i due No Tav arrestati il 30 agosto 2013 poco prima di un'iniziativa al cantiere di Chiomonte. Assieme a loro in aula stamattina, diversi No Tav giunti a sostenere e a far sentire la propria solidarietà ai due giovani compagni.
Nel mese di marzo Paolo e Forgi erano stati entrambi condannati in primo grado a 2 anni e 2 mesi e il giudice aveva disposto che rimanessero agli arresti domiciliari.
Oggi, dopo 1 anno e 3 mesi di reclusione, sono tornati finalmente liberi. La sentenza di appello, pur confermando in buona parte l'impianto accusatorio formulato dalla Procura, ha ridotto la pena per Paolo e Forgi a 1 anno e 7 mesi (e al pagamento di una multa di più di 3000 euro). I due giovani No Tav hanno così potuto beneficiare della condizionale e il giudice ha stabilito l'immediata revoca della misura degli arresti domiciliari e la loro rimessa in libertà.
Fuori dall'aula tanti No Tav ad accogliere e riabbracciare i due compagni e la buona notizia dopo la lunga reclusione!

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NOTAV provocazioni,imprenditori malavitosi, e lotta contro la repressione ..
inizia oggi la mobilitazione 14-22




Arrogante e maldestra provocazione di Ltf, risponde Nicoletta Dosio


Ad una missiva che ho ricevuto soltanto per conoscenza, anche se in prima persona sono l’oggetto del contendere, oppongo alcune, brevi, sentite considerazioni.
Il senso della comunicazione è chiarissimo: un’ arrogante, maldestra provocazione.
Ltf, annessi e connessi non sono i padroni, ma gli indebiti occupanti ed autori di una devastazione ambientale e sociale che stanno portando avanti a suon di miliardi di denaro pubblico
Dunque “visitare il sito” non è una gentile concessione di LTF, ma un diritto, anzi un dovere, uno strumento in più per documentarsi e non certo ai fini di “superare l’opposizione al cantiere”, ma per organizzare l’opposizione ad un’opera che è obbligo morale fermare, prima che sia troppo tardi.
A chi ha conosciuto e amato quei luoghi com’erano prima e ne ricorda la stradina tra le vigne, i boschi di betulle, i castagni centenari, percorrerli ora provoca un’invincibile rabbia, non attenuata certo da quattro piantine di viole del pensiero che, dalla soglia di un prefabbricato, guardano smarrite il deserto.
Quanto alla minaccia di “agire in sede civile al fine di ottenere il risarcimento dei danni tutti subiti”, e non solo nei miei confronti (io sola mi sono ammanettata), ma contro tutti gli accompagnatori (evidentemente LTF conosce e applica lo slogan NO TAV “si parte e si torna insieme” ), un’ultima semplice considerazione: è davvero capovolto il mondo in cui i danneggiatori chiedono il risarcimento ai danneggiati.
Tanta arroganza merita una sola risposta: il conflitto generoso, collettivo, contro la logica del profitto e del potere, per la liberazione dell’uomo e della natura.
Nicoletta Dosio

lazzaro“Arrestato stamattina dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Torino per turbativa degli incanti Ferdinando Giosuè Lazzaro uno degli ex titolari dell’Italcoge, l’azienda della Val di Susa finita nell’inchiesta sull’infiltrazione della ’ndrangheta nei lavori propedeutici dell’Alta Velocità. “
“E’ accusato di aver sottoscritto una fidejussione falsa da 250 mila EURO per consentire alla Italcostruzioni di acquistare la Italcoge, azienda fallita impegnata in passato anche nei lavori della Torino-Lione. Indagato anche uno dei curatori fallimentari della Italcoge.”
Così le agenzie battono l’arresto di uno dei nomi più noti della vicenda tav in Valle di Susa. A dire il vero non solo per la vicenda tav, ma anche per le inchieste sull’ ndrangheta, dove Lazzaro con la ditta Italcoge aveva ottenuto i primi lavori di fortificazione di quello che diventerà il cantiere tav, e aveva introdotto Giovanni Toro, una delle figure centrali dell’indagine di qualche mese fa.
Una storia mai pulita, l’Italcoge è fallita e come tutte le ditte tav della val susa era intestata a familiari. Ci ricordiamo di quando Lazzaro veniva difeso dai politici della lobby del tav, andava in tv a piangere, e tante altre belle cose.

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Anonymous butta giù il sito della Procura torinese: libertà per i No Tav!



Alle richieste di condanna formulate ieri dai pm nel processo a carico dei 4 No Tav Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò non è mancata la tempestiva risposta di Anonymous, il collettivo di hacktivisti che in questi anni si è più volte espresso in maniera attiva e solidale con la battaglia contro l'alta velocità.

Intorno alle 11 di ieri sera l'account @OperationItaly ha annunciato con un tweet che il sito della Procura di Torino era stato buttato giù: "Anonymous sostiene la protesta No Tav contro la repressione poliziesca: procura.torino.it DOWN!".

A più di dodici ore di distanza il sito risulta peraltro ancora irraggiungibile.

Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò liberi! Libertà per i No Tav!

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view post Posted on 22/11/2014, 18:50

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al corteo notav ..terrorismo ETERNIT, terrorismo sfratti..

keov50vl



qui altre foto



migliaia in centro per il corteo No Tav,
bloccati attivisti in Val Susa



Si sono dati appuntamento in piazza Castello per manifestare - per l'ennesima volta - contro la Tav ed hanno invaso il centro, questo pomeriggio, con striscioni e bandiere.
E' il popolo No Tav -solidarietà nei confronti dei quattro attivisti a processo con l'accusa di terrorismo dopo l'assalto al cantiere lo scorso maggio 2014. Ma non SOLO, perchè a mobilitare la folla, ci sarebbero anche le cosiddette bugie del governo sui costi dell'opera. Molti gli striscioni di protesta con indicazioni chiare e precise "alziamo la testa uniamo le lotte" e "libertà per tutti", in relazione, appunto alla liberazione dei quattro attivisti in carcere.

riunitosi per
"I ragazzi hanno detto che quella notte al cantiere c'erano e la valle ha risposto che c'eravamo tutti"- ha detto Alberto Perino, storico leader No Tav, alla partenza del corteo -. "Se vogliono condannare loro devono condannare anche noi. Se loro fanno del terrorismo anche noi lo facciamo, da 25 anni".
Tra gli attivisti anche coloro che si oppongono senza riserve alla sentenza Eternit della Cassazione emessa qualche giorno fa, nella quale è stata completamente annullata la condanna a 18 anni di reclusione del magnate svizzero accusato di disastro doloso ambientale. Tanti gli striscioni a tal proposito "Eternit 2889 vittime nessun colpevole".
Di riflesso, il corteo No Tav ha attivato anche in manifestanti in Val Susa, dove centinaia sono stati bloccati dalle forze dell'ordine a Giaglione, sul sentiero che porta al cantiere dell'Alta Velocità.

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Torino. Migliaia al corteo per la libertà dei No Tav sotto processo

Più di tremila persone hanno partecipato al corteo No Tav che si è svolto ieri per le strade di Torino. La manifestazione era stata convocata in solidarietà con Chiara, Niccolò, Claudio e Mattia (accusati di terrorismo e in carcere dal 9 dicembre 2013) per i quali sono state chieste pesantissime condanne, ed ha attraversato le strade centrali di Torino per poi dirigersi nel quartiere di Porta Palazzo.
Un segnale forte e determinato contro la strategia della Procura di Torino che mira, attraverso i processi ai NoTav, a fermare il movimento, creando un precedente con l’accusa di terrorismo. "I ragazzi hanno detto che quella notte al cantiere c'erano e la valle ha risposto che c'eravamo tutti"- ha detto Alberto Perino, storico portavoce No Tav, alla partenza del corteo -. "Se vogliono condannare loro devono condannare anche noi. Se loro fanno del terrorismo anche noi lo facciamo, da 25 anni".

Il 14 novembre scorso è stata infatti formulata la richiesta per i 4 notav, di 9 anni e 6 mesi di carcere, per un atto di sabotaggio, relativo all’incendio di un compressore. Il Tribunale di Torino si troverà a sentenziare sulla richiesta a dicembre, mentre la Corte di Cassazione ha già espresso qualche mese fa le sue considerazioni a riguardo: non si può parlare di atto di terrorismo. Per lo stesso episodio inoltre si trovano in carcere altre tre persone in attesa di giudizio.

Ma ieri in piazza a Torino ancora una volta vi erano giovani, anziani e bambini, per ribadire la solidarietà nei confronti di chi viene criminalizzato per resistere e per chiederne a gran voce la liberazione. Durante il percorso del corteo, numerosi sono stati gli interventi, mentre sono stati srotolati alcuni striscioni in una delle case occupate in zona Porta Palazzo, dove viveva Chiara, una dei 4 arrestati. Tra gli attivisti anche coloro che si oppongono senza riserve alla sentenza Eternit della Cassazione emessa qualche giorno fa, nella quale è stata completamente annullata la condanna a 18 anni di reclusione del magnate svizzero accusato di disastro doloso ambientale. Tanti gli striscioni a tal proposito "Eternit 2889 vittime nessun colpevole". Anche in Val Susa ieri era in programma un’iniziativa in solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò in contemporanea a quella di Torino. Centinaia di persone si sono ritrovate per una castagnata prevista in Clarea. La polizia ha però deciso di bloccare i No Tav a Giaglione, impedendo di fatto di accedere alla valle Clarea.

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Esistono due giustizie quelle per i NOTAV e quella per i padroni assassini
Mille No Tav nel centro di Torino. Attacco alla sentenza Eternit



"Siamo tutti colpevoli di resistere, libertà per i No Tav"
"Contro di noi si chiede il carcere, la prescrizione per chi ha fatto morire 3.500 persone"
"I ragazzi hanno detto che quella notte al cantiere c'erano e la valle ha risposto che c'eravamo tutti", ha detto Alberto Perino, storico leader No Tav, alla partenza del corteo. "Se vogliono condannare loro - ha aggiunto - devono condannare anche noi. Se loro fanno del terrorismo anche noi lo facciamo, da 25 anni. Adesso ripetiamolo e manifestiamolo anche a Torino".
Il corteo si è concluso con l'incendio di un finto compressore
Realizzato con del cartone, sul finto compressore bruciato c'erano i nomi di alcuni imprenditori valsusini che lavorano per la Tav.

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NOTAV .. ma quale terrorismo ! parla la difesa al processo
La difesa dei quattro No Tav: "Il terrorismo è un'altra cosa"



Al processo per l'assalto al cantiere di Chiomonte parla l'avvocato Novaro: "L'accusa di eversione è esclusa dalla stessa Cassazione, e comunque quell'attacco non ha mai messo a rischio l'opera"
Assoluzione dall'accusa di terrorismo, concessione dell'attenuante di aver agito per "motivi di particolare valore morale e sociale", concessione della sospensione condizionale della pena in base al calcolo di una condanna che si aggira intorno ai due anni: sono le richieste dell'avvocato Claudio Novaro, difensore dei quattro attivisti No Tav nel processo che li vede accusati di terrorismo per l'attacco del 14 maggio 2013 al cantiere di Chiomonte. Un'accusa per la quale l'accusa ha chiesto 9 anni e 6 mesi.

Novaro è stato il primo difensore a parlare affrontando, in una arringa durata due ore, la sola imputazione di terrorismo, quella stessa che già la Cassazione ha fatto vacillare con un pronunciamento in relazione alla misura cautelare impugnata prima al riesame e poi alla Suprema Corte. La Cassazione ha infatti confermato il carcere ai quattro imputati ma in ragione degli altri reati contestati, e in particolare al possesso di armi da guerra, riferito alle molotov. Tant'è vero che Mattia Zanotti, Niccolò Blasi, Claudio Alberto e Chiara Zenobi sono detenuti dal 9 dicembre scorso in regime di massima sicurezza con divieti di colloqui, divieto di comunicare tra loro e con alcuni periodi di isolamento. "La carcerazione sofferta dai quattro signori che sono dentro le gabbie - ha detto Claudio Novaro - è purtroppo consona a quella violenza terroristica di cui forzatamente sono stati accusati. Per questo ritengo che sia arrivato il momento di ricondurre anche questo aspetto alla ragionevolezza e discutere dei reati corretti quelli che anche la Cassazione ha riconosciuto motivati".

Proprio la Cassazione viene citata dai difensori per la qualificazione del reato di terrorismo con le sue precedenti sentenze. In particolare viene i citata la sentenza del processo Pellissero partito proprio da Torino: "Non basta che la finalità terroristica sia ideativa ma è necessario che nel comportamento si possa concretizzare questa finalità eversiva. Non può essere finalità terroristica la volontà se non c'è l'idoneità offensiva delle condotte". E nel blitz al cantiere che si discute nel processo, secondo la difesa, non si riscontra in alcun modo l'idoneità offensiva degli imputati. Né si ritiene che l'azione degli imputati sia mai stata in grado di mettere lo Stato in condizione di rinunciare all'opera. "Siamo nel campo dell'iperbole fantastica - ha detto Novaro - quando parliamo di un'opera messa a rischio dall'azione No Tav di quella notte". "E temo che ci troviamo anche di fronte a un grave deficit di conoscenza politica" ha aggiunto.

"Il gesto del maggio 2013 non aveva alcun altro intento che quello simbolico e di comunicazione politica, nessuno può davvero aver pensato che quell'azione potesse rallentare i lavori. Se ci confrontiamo con pubblicazioni come la Lavanda, come hanno fatto i pubblici ministeri, non possiamo non sapere che nessuno qui si pone il problema della interlocuzione politica. I nuovi movimenti anarchici da cui provengono pubblicazioni come lavanda e evidentemente gli imputati non si pongono minimamente la questione, non appartiene al lessico culturale, all'alfabeto politico di quelle aree il tema della interlocuzione politica. Qui è tutta un'altra storia, che non riguarda nessun rapporto diretto con le istituzioni. La violenza che possiamo condannare è solo quella diretta al povero compressore, che è l'unica vera vittima di quell'azione. Ma che non è riconducibile in alcun modo alla violenza terroristica".

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No Tav. Attesa per la sentenza che farà da spartiacque sul futuro



Mercoledi 17 dicembre all’aula bunker delle Vallette è prevista la sentenza per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, i quattro attivisti No Tav arrestati ormai da più di un anno fa per il sabotaggio di un compressore nel cantiere TAV di Chiomonte. Azione per cui sono state chieste le aggravanti di terrorismo e pene spropositate.

In val di Susa, a Torino e nel resto del paese la lotta contro il TAV non si è mai fermata: ci sono state centinaia di iniziative, in tutta Italia e non solo, per la liberazione dei quattro attivisti e più di qualcuno, nel movimento o tra gli intellettuali come De Luca, in più occasioni ha sostenuto la legittimità del sabotaggio come strumento di lotta per fermare un’opera inutile, dannosa e costosa per tutta la collettività, ricordando come questa pratica sia stata una risorsa fondamentale anche nelle lotte operaie dei decenni passati.
Per i quattro attivisti No Tav sotto processo, la Procura di Torino ha chiesto una condanna a 9 anni e 6 mesi per attentato con finalità di terrorismo, sostenendo, per la prima volta in base all’articolo 270sexies del codice penale, che l’azione è stata terroristica perchè aveva lo scopo di costringere lo stato a rinunciare alla realizzazione del TAV. Ma poiché il movimento No Tav da decenni cerca di impedire la realizzazione dell’opera, è evidente che con questa accusa si cerca di criminalizzare un’intera lotta. Il tentativo della Procura è di avere la possibilità di qualificare come terroristico un qualsiasi atto di Resistenza a quanto deciso dai poteri economici e politici, uno schema che un domani potrebbe essere applicato anche in altre occasioni: per uno sciopero, un blocco a una fabbrica o altro.
A maggio un ricorso dei difensori dei quattro attivisti in carcere è stato accolto dalla Cassazione che ha bocciato l’uso dell’articolo 270sexies, ma i PM dalle strane amicizie Padalino e Rinaudo non hanno ritirato l’accusa e anzi l’hanno riformulata anche per altri tre attivisti No Tav, in carcere dallo scorso luglio per lo stesso episodio.
Insomma sulla vicenda del sabotaggio di Chiomonte e sulla pelle dei militanti del movimento No Tav si gioca una partita che va ben oltre la lotta No Tav: ne va della libertà di tutti di manifestare e opporsi concretamente alla devastazione dei territori, al saccheggio delle risorse pubbliche, alle misure di precarizzazione contenute nei provvedimenti governativi, come il Jobs Act. Una libertà di cui tutti abbiamo bisogno visto le prospettive di lotta cui saremo chiamati anche nell’immediato futuro.
Perciò da Torino alla Valsusa al resto d’Italia è stata chiamata una giornata di mobilitazione per il prossimo 17 dicembre.
 
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view post Posted on 17/12/2014, 14:58

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NO TAV al processo non passa la caccia alle streghe -
Libertà per i compagni in galera


No Tav, attivisti assolti dall’accusa di terrorismo. Condannati a tre anni e mezzo per i danni
Sentenza della Corte d’Assise sull’assalto al cantiere di Chiomonte tra 13 e 14 maggio 2012. La procura aveva chiesto 9 anni e mezzo. Applausi in tribunale. La difesa: «Abbiamo vinto»

ANSA
Esultanza in aula alla lettura della sentenza che ha assolto i 4 No Tav dall’accusa di terrorismo
(massimiliano peggio)

Colpevoli di aver incendiato i macchinari, ma non di terrorismo, «perché il fatto non sussiste», tutti condanni a 3 anni e sei mesi e al pagamento di 5mila euro di multa, per gli altri reati, in particolare per la detenzione di armi da guerra e danneggiamenti seguiti da incendio. Claudio Alberto, 23 anni, Niccolò Blasi, 24 anni, Mattia Zanotti, 29 anni, Chiara Zenobi, 41, i quattro attivisti No Tav dell’area anarco-insurrezionalista, erano accusati di aver messo a segno un attentato contro il cantiere dell’Alta Velocità con «finalità di terrorismo», utilizzando molotov, bengala e bombe carta. Una donna ha urlato «terroristi siete voi». Delle parti civili solo Ltf ha ottenuto il diritto a un indennizzo, che è stato negato all’Avvocatura dello Stato e a un sindacato di polizia che si era costituito parte civile. Alla lettura del dispositivo decine di simpatizzanti e attivisti No Tav presenti in aula bunker hanno urlato «libertà» e anche «buffoni».

La difesa: “L’accusa era infondata”
Prima di lasciare la cella dell’aula bunker, i quattro hanno stretto a lungo le mani dell’avvocato Claudio Novaro, che ha capeggiato il pool dei legali difensori. «L’accusa di terrorismo era manifestamente infondata. È una vittoria su tutta la linea - ha poi detto Novaro -. Era la pena che auspicavamo. Avevo detto ai miei clienti che sotto i 4 anni sarebbe stata una vittoria».

L’assalto al cantiere di Chiomonte
I fatti, per i quali la corte d’Assise presieduta dal giudice Pietro Capello e Paola Trovati a latere, era chiamata a decidere, risalgono al 2013, alla notte a cavallo del 13e 14 maggio, quando un gruppo di persone incappucciate attaccò il cantiere provocando l’incendio un compressore, all’imbocco del tunnel esplorativo, con all’interno una dozzina di operai al lavoro. I pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo avevano chiesto nove anni e mezzo di pena per ognuno.

Gioia e abbracci in aula

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view post Posted on 18/12/2014, 16:43

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NO TAV immediate manifestazioni contro la condanna dei compagni, mentre per la procura di torino la caccia alle streghe deve continuare



No Tav bloccano l’autostrada
Blitz sulla Torino-Frejus in Val di Susa, all’altezza della galleria di Giaglione. Circolazione interrotta per alcuni minuti. Treno occupato a Novara, passeggeri costretti a scendere

Blocchi stradali e un treno occupato
Un gruppo di una ventina di No Tav incappucciati ha bloccato temporaneamente l’autostrada Torino-Frejus all’altezza della galleria di Giaglione, in direzione Francia, Hanno acceso fumogeni e srotolato uno striscione. Sul posto la polizia, dopo una breve manifestazione hanno lasciato libera la sede stradale e la circolazione è ripresa regolarmente. Altri attivisti No Tav hanno invece occupato il treno regionale 2012 Milano-Torino, su cui stavano viaggiando, costringendo i passeggeri a scendere alla stazione di Novara per proseguire con un altro treno. Il convoglio è ora bloccato a Novara e sul posto sta operando la Polfer. I No Tav, una trentina, si rifiutano di lasciare il convoglio.
«Smentito il piano accusatorio e cadute le parti civili #notav», aggiunge il gruppo RadiAzione.info. «I #notav non sono terroristi... Lo sancisce una sentenza... I terroristi siete voi #tav», ma «Se sei un #notav sta attento perché potresti essere condannato anche tu a 3 anni e mezzo per aver distrutto un compressore»,«Caduta l’accusa di terrorismo per i #notav... Ma tre anni e sei mesi sono comunque un’ingiustizia bella e buona», Nessuna giustizia come sempre. Siamo tutti #notav».

NOTAV FIRENZE
manifestazione ieriFirenze. Dall’indignazione all’opposizione, corteo NO TAV il 17 dicembreLa lotta No Tav è stata per tutti l’esempio che vincere è possibile. La val susa ha dato tanto a chiunque speri di cambiare questo mondo. È il momento di dare noi una mano ai No Tav!
Assemblea No Tav firenze

la Procura studia una nuova strategia
«In queste condizioni è rischioso un processo fotocopia» sussurrano da giorni nei corridoi del Palagiustizia. Ma sono soltanto voci perchè, in apparenza, la Procura va avanti in modo monolitico. Ha disposto l’arresto dei tre. Replicato le imputazioni, proseguendo il lavoro su una strada già tracciata. Monolitica. Almeno ufficialmente. Perchè più d’uno è pronto a giurare che a Palazzo di giustizia è finita l’epoca dei processi ad alto impatto. E già citano ciò che il procuratore Armando Spataro aveva dichiarato un mese fa ad un giornale, in merito all’incriminazione di Erri De Luca per le frasi pronunciate sulla questione Tav: «Come magistrato io non mi interesso di quel che dice uno scrittore, semmai alle sentenze della Cassazione». Il che era suonato come una specie di sconfessione della linea dura adottata contro i No Tav. dall’ex procuratore Caselli E in particolare contro l’ala più oltranzista e movimentista - anche soltanto a parole - della galassia di realtà che dice no all’Alta velocità in val di Susa.
Per effetto dei molti dubbi e dei troppi pettegolezzi che aleggiano da mesi al «Bruno Caccia» qualcuno, in queste ore, punta il dito anche contro il rigoroso presidente della Corte d’assise Paolo Capello. «In questo processo ha detto troppi no» dicono. Lasciando intendere che, forse, senza di lui la sentenza sarebbe stata differente.

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view post Posted on 18/12/2014, 18:55

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3 anni e 6 mesi, cade l’accusa di terrorismo per Chiara,Claudio,Mattia,Niccolò


Cade definitivamente l’accusa di terrorismo e con esso tutto l’impianto accusatorio formulato dai pm con l’elmetto Padalino e Rinaudo. Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi per danneggiamento aggravato, porto d’arma da guerra e violenza a pubblico ufficiale. C’è anche una multa di 5000 euro a testa e un risarcimento, del quale non si conosce la cifra, a Ltf mentre sono stati negati quelli richiesti dall’avvocatura dello stato e dal Sap.

Non si può esultare per una sentenza del genere, con i 4 notav dietro alle sbarre, ma quantomeno per una volta la sentenza non ha dato credito alla vendicativa e persecutoria linea di condotta della procura di Torino, che è bene ricordarlo, nasce nelle viscere dei fantasmi tanto cari all’ex procuratore Giancarlo Caselli, coordinatore della crociata contro i notav.

Il ridimensionamento delle accuse è un fatto positivo, perché sgretola il castello imbastito dai pm, già smontato dalla Cassazione, ma riapplicato nel caso di Lucio, Francesco e Graziano.

Dopo oltre un anno di dura detenzione, giustificata dal capo d’accusa oggi crollato,li vogliamo tutti liberi!

Confermiamo l’appuntamento di oggi dalle 17.30 a Bussoleno

http://www.notav.info/post/3-anni-e-7-mesi...omattianiccolo/
 
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view post Posted on 19/12/2014, 18:24

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NO TAV.. caccia alle streghe e rappresaglia contro il movimento non si fermano


No Tav, sette rinviati a giudizio per la notte di guerriglia al cantiere

Stavolta l'accusa non è di terrorismo ma di violenza a pubblico ufficiale: la notte del 19 luglio 2013 un folto gruppo di manifestanti inscenò con pietre e petardi un attacco alla sede dei lavori

Per quell'episodio il gup Massimo Scarabello ha disposto oggi 7 rinvii a giudizio. I No Tav saranno quindi processati in tribunale a Torino tra un anno, il 17 dicembre 2015, con l'accusa di violenza a pubblico ufficiale. Una loro compagna, giudicata con il rito abbreviato, è stata assolta. L'attacco del 19 luglio seguiva quello del 14 maggio precedente, che la Procura subalpina aveva qualificato come atto di terrorismo: uno scenario che non è stato però accolto, con la sentenza di ieri, dalla Corte d'Assise.

http://proletaricomunisti.blogspot.it/2014...ccia-aqlle.html
 
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view post Posted on 24/12/2014, 12:57

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Scarcerati i quattro No Tav processati per terrorismo



"Mattia, Chiara, Claudio e Niccolò tornano a casa! Il Tribunale, dopo la sentenza che li ha visti assolti per il reato di terrorismo, ha deciso per gli arresti domiciliari. Si sa solo che le restrizioni saranno le massime possibili e che quindi non potranno comunicare con l’esterno, ma per ora godiamoci la grande gioia di pensarli fuori dalla prigione, circondati dai loro affetti! Un altro passo verso la libertà, continuiamo così No Tav!"

E' con questo scarno messaggio che il sito NoTav.info ha informato oggi pomeriggio dell'avvenuta liberazione dei quattro attivisti e attiviste processati nei mesi scorsi e accusati di reati di terrorismo ma assolti al termine del processo, anche se condannati lo scorso 17 dicembre a una pesante pena - tre anni e mezzo di reclusione - per il danneggiamento di un generatore all'interno del fortino/cantiere di Chiomonte nel corso di una manifestazione contro l'alta velocità realizzata nel maggio del 2013.
In seguito all'assoluzione dai reati più gravi e accogliendo la richiesta dei difensori la corte d’assise ha deciso per gli arresti domiciliari anche se in regime di alta sorveglianza. Comunque uno schiaffo ai pm e alla procura di Torino che aveva già fortemente criticato la decisione della Corte del 17 dicembre e si erano pronunciati contro la scarcerazione.
Proprio in questi giorni il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e il senatore Esposito del Pd, vero e proprio pasdaran della Torino-Lione, stanno conducendo una vera e propria campagna mediatica e politica chiedendo la mano dura dello stato contro gli autori dei sabotaggi che, presuntamente compiuti da attivisti No Tav, hanno prodotto alcuni danni in alcune stazioni e su alcune linee ferroviarie, anche addebitando alla senza una sorta di via libera a quelli che vengono incredibilmente definiti 'terroristi'.

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221 replies since 27/2/2012, 11:31   4043 views
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