Sino a non molto tempo fa non avrei mai immaginato che ci saremmo trovati in una situazione del genere.
L'antifascismo sembrava essere obbligatorio per legge e non un optional. La legge Mancino sembrava rendere ancora più severe le pene.
Eppure (ossimoro) oggi rischiano di essere perseguitati chi non è neonazista e cerca di combattere i neonazisti.
Eminenti figure che si sono messe sul petto le mostrine dell'antifascismo, vantandosene e alcuni che addirittura hanno partecipato alla resistenza partigiana oggi sostengono i nazisti per ubbidire al padrone americano stanno confondendo le idee alle nuove generazioni (ai ragazzi), visto che in un un contesto simile è difficile stabilire le linee di demarcazione tra antifascismo e fascismo.
Potevano anche essere revisionisti (lo abbiamo giustamente stigmatizzato spesso su SR) ma sino a quando esistevano i paesi socialisti i paesi borghesi andavano cauti. Oggi si sta verificando quanto aveva professato Stalin.
Ha un po' ragione chi ha scritto quanto segue e il merito (come ho accennato) era per l'equilibrio che si era creato proprio grazie alla presenza dei paesi socialisti
“Siamo noi, la generazione più felice di sempre.
Siamo noi, gli ormai cinquantenni, i nati tra gli inizi degli anni ’60 e la metà degli anni ’70. La generazione più felice di sempre.
Siamo quelli che erano troppo piccoli per capire la generazione appena prima della nostra, quelli del ’68, della politica e dei movimenti studenteschi. Ancora troppo piccoli per comprendere gli anni di piombo, l’epoca delle brigate rosse e delle stragi nere.
Siamo quelli cresciuti nella libertà assoluta delle estati di quattro mesi, delle lunghe vacanze al mare, del poter giocare ore e ore in strade e cortili, delle prime televisioni a colori e i primi cartoni animati. Delle Big Babol e delle cartoline attaccate alle bici con le mollette da bucato. Delle toppe sui jeans e delle merendine del Mulino Bianco. Dei gelati Eldorado e dei ghiaccioli a 50 lire. Dei Mondiali dell’82 e della formazione dell’Italia a memoria. Di Bearzot e Pertini che giocano a scopa.
Siamo quelli che andavano a scuola con il grembiule e la cartella sulle spalle, e non ci si aspettava da noi nulla che non fosse di fare i compiti e poi di giocare, sbucciarci le ginocchia senza lamentarci e non metterci nei guai. Nessuno voleva che parlassimo l’Inglese a 7 anni o facessimo yoga. Al massimo una volta a settimana in piscina, giusto per imparare a nuotare.
Poi siamo cresciuti, e la nostra adolescenza è arrivata proprio negli anni ’80, con la musica pop, i paninari e il Walkman. Burghy e le spalline imbottite. Madonna e il Live Aid. Delle telefonate alle prime fidanzate con i gettoni dalle cabine e delle discoteche il sabato pomeriggio. Di Top Gun e Springsteen. Dei Duran Duran e degli Spandau Ballet. Delle gite scolastiche in pullman e delle prime vacanze studio all’estero.
E poi c’era l’esame di maturità, e infine il servizio militare, 12 mesi lontano da casa, i capelli rasati e tante amicizie con giusto un po’ di nonnismo. Nel frattempo magari un Inter Rail e infine un lavoro. All’Università ci andavi solo se volevi fare il medico, l’avvocato o l’ingegnere. Che il lavoro c’era per tutti.
Siamo cresciuti nella spensieratezza assoluta, nella ferma convinzione che tutto quello che ci si aspettava da noi era che diventassimo grandi, lavorassimo il giusto, trovassimo una fidanzata e vivessimo la nostra vita. Non abbiamo mai dubitato un istante che non saremmo stati nient’altro che felici.
E, dobbiamo ammetterlo, per quanto il futuro ci sembri difficile, e per quanto questa situazione ci appaia incomprensibile e dolorosa, siamo stati felici. Schifosamente felici. Molto più dei nostri genitori e parecchio più dei nostri figli.
Siamo la generazione più felice di sempre. E torneremo, presto, ad essere di nuovo felici.”
(Cit.)
Si fa dura. Davvero fischia di nuovo il vento!
Una sorta di becero negazionismo del neonazismo ucraino pervade a tutti i livelli e i media di regime se ne fanno portavoce. Tutto questo per servire e favorire gli interessi dello nazione più guerrafondaia e criminale che sia mai esistita.