Comunismo - Scintilla Rossa

Il fascismo rialza la testa con il suo razzismo

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-Bardo-
view post Posted on 16/12/2011, 14:51 by: -Bardo-




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Riflessioni sopra una sentenza
Di Gianluca Casseri 13 October 2011


SPOILER (click to view)
Riflessioni sopra una sentenza

È noto che il nostro ordinamento giuridico, come quello di tutti i paesi che si reputano civili, stabilisce l’indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello stato nonché da condizionamenti di ogni tipo, in primo luogo di natura politica. Questo principio, quando viene seguito (e per la verità non avviene sempre), può indurre gli organi giudiziari a decisioni che non si piegano all’esigenza del politicamente corretto. Una di queste fu senz’altro la sentenza del Tribunale Supremo Militare n. 747, emessa nell’udienza del 26 aprile 1954.

La corte era chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato da un gruppo di ufficiali e sottufficiali della Legione della Guardia Nazionale Repubblicana “Tagliamento”, inquadrata nelle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, che erano stati condannati due anni prima dal tribunale militare di Milano per l’esecuzione di numerosi partigiani, per sevizie durante gli interrogatori e per aver collaborato con i tedeschi. I giudici respinsero la maggior parte dei ricorsi anche se applicarono agli imputati il condono previsto dalla legge 19 dicembre 1953.

Ma l’aspetto interessante della sentenza non risiede tanto nel dispositivo, quanto invece in una serie di considerazioni che il tribunale militare sviluppò in una lunga motivazione, alcune delle quali risultavano all’epoca, come risultano oggi, fortemente destabilizzanti di alcune certezze politiche.

La principale questione considerata dai magistrati riguardava il “carattere della Repubblica sociale italiana”. Mentre si faceva notare che, nel periodo 1943-45, in tutta la penisola “la Sovranità di diritto è sempre appartenuta allo Stato italiano, e il depositario di essa […] fu sempre il Re”, si precisava però che “altra cosa è la cosiddetta sovranità di fatto”. Quest’ultima, dopo l’8 settembre, “fu nella parte dell’Italia ove risiedeva il Governo legittimo [vale a dire nel Regno del sud - N.d.R.], esercitata dalle Potenze alleate occupanti. Non poteva altrimenti essere, dal momento che, durante il regime di armistizio, permaneva lo stato di guerra e l’occupante era sempre giuridicamente «il nemico». Basti considerare che tutte le leggi e tutti i decreti […] ricevevano piena forza ed effetto di legge a seguito di ordine degli alleati. Pertanto, il Governo del Re era un governo che esercitava il suo potere «sub condicione», nei limiti assegnati dal comando degli eserciti nemici.” Dunque, tale governo “aveva solo quella limitata potestà che le Potenze occupanti gli concedevano”, e poiché gli eserciti angloamericani non avevano ancora occupato il centro-nord, in queste regioni il potere di fatto era “in altre mani, una nuova organizzazione politica erasi creata, con un proprio governo, e, cioè, la Repubblica sociale italiana”, che costituiva “organizzazione statuale […] avente capacità giuridica propria”. Se poi qui erano presenti ingenti reparti militari tedeschi, ciò non basta a dedurre “che essi erano gli occupanti e per negare alla Repubblica sociale italiana il carattere di un governo di fatto”. Inoltre niente “autorizza a ritenere che solo un regime di occupazione siasi costituito nel centro-nord dell’Italia ad opera delle forze armate tedesche”, giacché, come notava la corte, “l’ordinanza Kesselring, in data 11 settembre 1943, che assoggettava il territorio italiano alle leggi tedesche, cessò di avere efficacia” il 23 settembre, allorché “Mussolini ebbe a proclamarsi capo dello Stato fascista repubblicano”.

Quindi, dal parallelo tra due regimi che coesistevano nella penisola, bisogna concludere che mentre al Regno del Sud, che pure è sempre stato considerato il governo legittimo, era preclusa “ogni indipendenza”, tale “preclusione non esisteva per la Repubblica sociale italiana che emanava le sue leggi e i suoi decreti senza l’autorizzazione dell’alleato tedesco.”

Da questa importante conclusione scaturivano poi ulteriori considerazioni, due in particolare speculari l’una all’altra. “I combattenti della Repubblica sociale italiana devono essere considerati belligeranti” in quanto, conformemente alle norme internazionali belliche, i loro reparti erano “comandati da capi responsabili, portavano segni distintivi e riconoscibili a distanza, apertamente le armi, e si conformavano per quanto era possibile, nei confronti dell’avversario belligerante, alle leggi e agli usi di guerra”. Al contrario, riconoscere “ai partigiani la qualità di belligeranti” per il tribunale era frutto di “una peregrina interpretazione delle disposizioni vigenti”; questi infatti “non possono essere considerati belligeranti, non ricorrendo nei loro confronti le condizione che le norme del diritto internazionale cumulativamente richiedono.”

Ricapitolando, secondo il Tribunale Supremo Militare, dopo l’8 settembre in Italia vi era un solo stato indipendente, vale a dire la Repubblica Sociale Italiana, mentre il Regno del sud era occupato dagli angloamericani e totalmente soggetto alla loro autorità. Ecco allora venir meno il significato di espressioni come “occupazione tedesca” o “alleati liberatori”. Le forze armate tedesche non erano occupanti, bensì gli autentici alleati venuti in aiuto di un paese amico. Invece, occupanti in senso proprio erano gli angloamericani che invasero la penisola partendo dal sud, e mantennero per tutta la durata del conflitto lo status di nemici invasori.

Giunti a questo punto viene da porsi una domanda: se nel 1954 un’alta magistratura dello stato prendeva atto che il governo ritenuto legittimo non era indipendente bensì soggetto agli stranieri, possiamo affermare che l’attuale governo, erede diretto di quello del 1943-45, ha effettivamente recuperato la propria indipendenza? Rammento che tutt’oggi l’Italia è gremita di basi statunitensi in cui sono dislocati migliaia di militari americani, equipaggiati anche con armi nucleari. Se la presenza di queste forze veniva spiegata in passato con l’esigenza di collaborare alla difesa del nostro paese e dell’Europa occidentale dalla minaccia di un attacco sovietico, dopo il crollo dei regimi comunisti dell’Est come viene giustificata?

Ulteriore quesito: premesso che il 25 aprile 1945 scomparve l’unico governo indipendente presente in Italia, e che sull’effettiva indipendenza di quello che lo ha sostituito sussiste un legittimo dubbio, cosa si continua a celebrare in quella data?



Nota mia a quest'ultimo articolo:

Peccato per il povero pazzo fascista Casseri e i suoi amichetti fascisti che nella sentenza del Tribunale Supremo Militare n. 747, emessa nell’udienza del 26 aprile 1954 è chiamato "legittimo Governo italiano" solo il governo del sud, quindi Casseri gioca volontariamente con le nozioni "governo di fatto" e "governo legittimo" per giustificare la sua tesi distorta.

Peccato anche che i cari alleati tedeschi la prima cosa che fecero fu annettere Sudtirolo, Trentino, provincie di Belluno e Udine, tutta la Venezia Giulia e Dalmazia e Lubiana da poco annesse, al loro grande Reich. Quindi la politica espansionista di Mussolini, in caso di vittoria di Hitler, avrebbe portato a una diminuzione dei territori italiani ancora peggiore di quella poi avuta. Grande risultato! E grande dimostrazione di amicizia da parte dei Tedeschi!

Peccato che la sentenza dica anche:
QUOTE
"Tuttavia non poteva, [..], negarsi che comunque, un'organizzazione statuale, sia pure di fatto, esisteva, avente capacità giuridica propria e una propria sfera, se pur limitata, di autonomia, la quale ultima, si rilevi, non è sinonimo di indipendenza e di sovranità che altrimenti dovrebbe parlarsi di Stato di diritto”.

Quindi la RSI non era nè indipendente, nè sovrana.

QUOTE
"Evidentemente l'Autorità tedesca ebbe allora ad inserirsi nella vita italiana del centro-nord, con i suoi princìpi e i suoi durissimi metodi di lotta; indubbiamente le autorità della Repubblica Sociale Italiana subirono talvolta la pressione e le direttive del loro alleato, pur opponendosi spesso con energia alle sue iniziative; ma tutto ciò non può mutare la posizione giuridica della Repubblica Sociale Italiana, di essere un governo di fatto [...]
La storia di tutte le guerre insegna che molto spesso, anche quando trattasi di alleati, che insieme combattono sul territorio appartenente ad uno di essi, lo Stato più forte e più potente finisce col prendere le maggiori iniziative, interferendo nella vita e nella potestà dello Stato meno forte, imponendo le sue direttive e, talvolta, la sua forza e i suoi tribunali [..]. Tuttavia la situazione di fatto che viene a crearsi tra l'alleato più potente e quello meno forte non incide sul carattere formale e giuridico dell'alleanza."

Ciò che conta qua sono le parole "formale e giuridico" vale a dire: potrebbe anche essere solo di facciata, non corrispondere alla realtà, non corrispondere ai fatti (alla situazione di fatto).

Prosegue:
QUOTE
"Da ciò consegue che, nella specie, non basta rifarsi ai metodi tedeschi, per dedurne che essi erano gli occupanti e per negare alla Repubblica Sociale Italiana il carattere di un Governo di fatto; né la situazione fluida, durata pochi giorni, tra l'8 e il 23 settembre 1943, giorno in cui Mussolini ebbe a proclamarsi capo dello Stato fascista repubblicano e capo del governo, autorizza a ritenere che solo un regime di occupazione si sia costituito nel centro-nord dell'Italia ad opera delle Forze Armate tedesche."

Che significa? Significa che nonostante i metodi tedeschi, nonostante i loro metodi da occupanti, la RSI può comunque considerarsi un governo "di fatto" (così il tribunale militare può giustificare l'assoluzione degli ex-repubblichini dichiarandoli "belligeranti").
Inoltre significa che la situazione nel settembre 1943 NON "autorizza a ritenere che SOLO un regime di occupazione si sia costituito nel centro-nord dell'Italia ad opera delle Forze Armate tedesche", vale a dire: c'era un regime di occupazione nel Nord Italia ma non solo, c'era anche un "governo di fatto" anche se questo era solo un governo "formale e giuridico", cioè nella pratica un governo assoggettato allo straniero.

Quindi chi ha esteso il testo della sentenza ha giocato intenzionalmente con i termini e con l'italiano chiamando "governo di fatto" un governo che di fatto era solo "formale e giuridico".
In poche parole l'Italia era occupata, sia a nord che a sud, e tutti e due i governi avevano solamente sovranità "formale e giuridica". Questa la sostanza nonostante tutti i giochi di parole presenti sia nella sentenza che nel testo del Casseri.

Peccato inoltre che gli unici responsabili dell'invasione dell'Italia da parte di Alleati e Nazisti non possono che essere Mussolini, il PNF, e il Re e le varie elites industriali e borghesi italiane, che con Mussolini e il PNF governarono per 21 anni l'Italia scegliendo la politica interna ed estera da seguire. La causa di quello che è diventata l'Italia nel dopoguerra va ricercata quindi nel ventennio fascista.

Peccato infine, che questa insulsa sentenza sia proprio l'espressione del "politicamente corretto" tanto caro alle elites borghesi, e che tanto dà vantaggi solo ad esse.

Questa sentenza fu quindi unicamente emessa per creare "pacificazione" nell'Italia post-guerra, quindi non ci si poteva che aspettare continui giochi di parole e definizioni per salvare gli ex-repubblichini dalle svariate condanne che erano state loro comminate giustamente.

Fonte sentenza: www.laltraverita.it/documenti/sente...le_militare.htm


Ottimo articolo da Militant-Blog Roma

Cercate i complici? Eccoli.
dicembre 16th, 2011 | Category: antifascismo

In questi giorni abbiamo volutamente evitato di commentare la strage di Firenze, ogni frase che provavamo a buttare giù finiva col suonarci fastidiosamente retorica e poi comunque non avremmo aggiunto nulla a quanto già scritto anche efficacemente altrove. Così non ci siamo neanche accodati al coro di chi adesso chiede che Casapound venga messa fuori legge, e questo per due semplici ragioni. La prima è che aspettarsi che lo Stato sciolga l’organizzazione messa in piedi da Iannone e soci significa non averne capito la natura, i legami e la funzione, oltre che ignorare cosa sia lo Stato, a che cosa serva e quali interessi rappresenti. Per farsi un’idea di quello di cui stiamo parlando basterebbe leggersi il dossier dei rapporti tra Casapound Pistoia e la Questura (leggi). La seconda ragione è che questo è un compito che spetta solo e soltanto al movimento di classe e a cui, piaccia o non piaccia, non si può supplire nè con i proclami velleitari nè con gli appelli su facebook. Leggiamo però, sui giornali di oggi, che si starebbe valutando l’esistenza di eventuali complici “non solo sotto il profilo materiale ma anche in forma di concorso morale, sotto il profilo di eventuale istigazione o agevolazione dei reati stessi” e su questo, se permettete, due parole invece le spendiamo. Perchè di complici morali di Casapound e dunque del suo militante omicida ce ne sono eccome e li conosciamo tutti. Ci riferiamo all’ex Sindaco di Roma, Walter Veltroni, che con spirito bipartisan ha accettato di equiparare l’occupazione dello stabile di Via Napoleone III° con le occupazioni dei movimenti di lotta per la casa avviando l’iter per l’assegnazione del palazzo. Ci riferiamo all’attuale Sindaco Alemanno che, oltre ad assumere nelle municipalizzate diversi di questi signori, ha portato a termine a suon di milioni di euro il percorso iniziato dal suo predecessore. Ci riferiamo a tutti quei deputati, assessori e consiglieri del centrodestra sempre pronti a garantire loro l’accesso privilegiato ai bandi pubblici, a fornirgli copertura istituzionale e a firmare comunicati di solidarietà. Ci riferiamo a quella sinistra radical chic che in questi anni ha trovato tremendamente à la page cinguettare coi fascisti del terzo millennio prestandosi così alla loro legittimazione. Pensiamo a Sansonetti, alla Concia, a Telese, a Morucci e a tutti quelli che hanno provato a spiegarci che in politica non ci sono più nemici ma, al massimo, avversari. A quelli che sono andati a presentare libri o a partecipare a dibattiti. Per non parlare poi di quei sinistrati che in nome di un astratta quanto assurda concezione della democrazia sono arrivati a firmare appelli perchè venisse garantita ai fascisti la libertà di manifestare. Ritanna Armeni, Angela Azzaro, Massimo Bordin, Andrea Colombo, Lanfranco Pace, Gian Luca Minotti, Massimo Ilardi, Paola Tavella, Alberto Abruzzese, Rita Bernardini, Carlo Grassi, Guido Allegrezza. Sicuramente ce ne dimentichiamo qualcuno, ma se cercate i complici cominciate da questi.
 
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