Comunismo - Scintilla Rossa

Enver Hoxha - La classe operaia dei paesi revisionisti deve scendere sul campo di battaglia e ristabilire la dittatura del proletariato

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view post Posted on 22/5/2023, 15:29
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Enver Hoxha
La classe operaia dei paesi revisionisti deve scendere sul campo di battaglia e ristabilire la dittatura del proletariato



INTRODUZIONE



L'articolo che segue, è stato pubblicato sul giornale del Partito del Lavoro d'Albania, "Zëri i Popullit", il giorno 24 marzo 1968. La presenza dello stesso articolo nel volume IV delle Opere Scelte di Enver Hoxha ne attesta la paternità del grande dirigente comunista albanese.
L’edizione elettronica che presentiamo è frutto della scannerizzazione del vademecum pubblicato in Italia dalla casa editrice "Naim Frashëri".
Effettuando una panoramica degli sconquassi verificatisi nei paesi del Patto di Varsavia nel 1968, specie in Cecoslovacchia, l'autore ripercorre, ricorrendo ad una circostanziata analisi marxista-leninista, le tappe che hanno portato a far sì che la "controrivoluzione trionfasse sulla controrivoluzione".
Va infatti addebitata alla linea revisionista seguita dai dirigenti dei paesi di quello che fu il campo socialista all'indomani della morte di Stalin la responsabilità degli eventi di tale portata che, liquidando la dittatura del proletariato e interrompendo l'edificazione del socialismo, avrebbero inevitabilmente restaurato il capitalismo, dando manforte a quegli strati sociali che volevano raggiungere il medesimo scopo più velocemente.
Le conseguenze della salita al potere di Dubcek e della controrivoluzione in corso in Polonia erano chiare ad Hoxha: il Trattato di Varsavia sarebbe stato alfine sciolto, nuovi dirigenti più liberali avrebbero sostituito la cricca di Breznev e il COMECON avrebbe assunto una fisionomia sempre più marcatamente capitalista.
Questo se il proletariato non fosse "sceso nuovamente sul campo di battaglia, lanciandosi in una lotta senza quartiere e coerente sino in fondo per rovesciare e sgominare le cricche di traditori, per compiere ancora una volta la rivoluzione proletaria, per ristabilire la dittatura del proletariato".
La storia avrebbe dato ragione al Segretario Generale del Partito del Lavoro d'Albania: la cosiddetta "normalizzazione" in Cecoslovacchia, la sostituzione di Gomulka con Gierek e la permanenza della cricca cosiddetta "conservatrice" in URSS ancora per qualche anno, altro non erano che palliativi che non riuscirono a curare il paziente malato ucciso da Gorbachëv e adepti, nient'altro che eredi di Dubcek e compagni.
L’analisi compiuta dal compagno Enver Hoxha in questo articolo non si limita al caso cecoslovacco, ma prende in esame gli sviluppi controrivoluzionari che si erano succeduti in Polonia, Ungheria e in Unione Sovietica, mettendo in luce le cause e gli errori che favorirono l’avvento del revisionismo al potere. In particolare la crescente burocratizzazione dei quadri volti a consolidare e aumentare i propri privilegi e alla promozione dell'inerzia per mantenere le posizioni raggiunte, fenomeno al tempo di Stalin ancora latente e divenuto evidente dopo la sua morte.
Non sfuggirà ai proletari rivoluzionari l’attualità dell’articolo che presentiamo. Il revisionismo non è un fenomeno del passato, ma del presente. Esso è ben presente sullo scenario internazionale ed è al potere in alcuni paesi che si definiscono “socialisti”.
Apprendendo dall’analisi e dall’esperienza dei dirigenti comunisti che non hanno mai tradito il marxismo-leninismo, come Enver Hoxha, non possiamo oggi in alcun modo nutrire illusioni o riporre fiducia nei paesi che si spacciano per “socialisti" (Cina, Corea del Nord, Cuba, Vietnam e Laos) e nelle cricche revisioniste che li dirigono.
In questi paesi in cui non c’è la dittatura del proletariato e non si edifica il socialismo proletario, in marcia verso il comunismo, ma vi è la proprietà capitalistica privata e di stato dei mezzi di produzione e l’estrazione di plusvalore grazie allo sfruttamento degli operai salariati.
Prendiamo il caso della Cina, il più importante fra questi paesi, in cui c’è una vasta sezione del proletariato internazionale.
Attualmente, la società cinese è contraddistinta dalle caratteristiche fondamentali e dai mali tipici del capitalismo e dell’imperialismo.
Le riforme economiche che si sono succedute dal dicembre 1978 (le “quattro modernizzazioni”) hanno comportato una “lunga marcia” di sfrenato sviluppo capitalistico. In particolare evidenziamo:
-lo sfruttamento intensivo del proletariato per estorcere il plusvalore e ottenere il massimo profitto da parte di milioni di imprese private;
- salari da fame e diritti del lavoro e sociali inesistenti o sistematicamente violati, proibizione del diritto di sciopero e delle comuni popolari;
-ondate di licenziamenti, aumento del numero degli incidenti sul lavoro;
-lo smantellamento delle imprese statali e collettive, che sono ormai in mano ai manager e altri borghesi che si appropriano del plusvalore estorto ai proletari, l’apertura al capitale privato straniero, compreso quello dei monopoli finanziari statunitensi, europei e giapponesi;
-l’approfondimento delle diseguaglianze sociali, fra sfruttati e sfruttatori, fra migliaia di miliardari (2° posto al mondo) e una massa di poveri;
-la formazione di una nuova e potente borghesia (tecnocrati, ingegneri, managers, consulenti, dirigenti statali, dell’esercito e del partito).
Tutto ciò ha rafforzato i rapporti capitalistici di produzione e sviluppato poderosi monopoli industriali e bancari che i revisionisti camuffano dietro lo slogan del “socialismo di mercato con caratteristiche cinesi”.
La Cina non è un paese indipendente dal capitalismo “globalizzato” e dal mercato mondiale, ma è perfettamente integrata nel sistema capitalista mondiale, ne è uno dei grandi polmoni e sta sviluppando enormemente le attività finanziarie e speculative sui mercati azionari e monetari, l’esportazione di capitali (specialmente in Africa), etc.
Malgrado le melliflue promesse dei leader cinesi di tornare al socialismo, la Cina odierna è una superpotenza imperialista in ascesa che esercita lo sfruttamento selvaggio dei popoli del mondo e non si fa scrupoli ad amoreggiare con cricche reazionarie. Una superpotenza che rafforza il suo apparato militare per contendere all’imperialismo USA l’egemonia mondiale, diretta da un partito revisionista zeppo di elementi borghesi.
I comunisti (marxisti-leninisti) non si lasciano ingannare dalle apparenze, hanno il dovere di esprimere apertamente e chiaramente il loro giudizio sul carattere di classe dello stato e del partito cinese, così come sugli altri paesi pseudo-socialisti e sui partiti revisionisti che li dirigono.
Questi paesi e partiti non possono svolgere alcun ruolo positivo nella ricostruzione di un forte movimento comunista e operaio internazionale. Al contrario, rappresentano veri ostacoli con la loro politica “multipolarista”, interclassista e di compromesso con l’imperialismo.
La “seconda rivoluzione” proletaria evocata da Enver Hoxha nell’articolo è ancora all’ordine del giorno. Per compiere questa rivoluzione, per trionfare e mantenere il potere c’è bisogno del principale fattore soggettivo, il partito rivoluzionario del proletariato.
Per questa ragione noi compagni di Piattaforma Comunista ci adoperiamo a livello nazionale e internazionale, con la CIPOML, per costruire autentici partiti comunisti che si basino sui principi del marxismo-leninismo e dell’internazionalismo proletario, lottando contro il revisionismo, l’opportunismo e le unioni eclettiche con queste forze che nuocciono alla causa della rivoluzione e del socialismo.
Chiamiamo dunque a raccolta gli operai, i lavoratori, i disoccupati, i giovani rivoluzionari per preparare la costituzione del partito leninista.
Uno dei compiti a cui la nostra organizzazione comunista si dedica alacremente, è quello della formazione di militanti e quadri, specialmente fra i giovani proletari rivoluzionari. Per questa ragione svolgiamo, tra le altre cose, traduzioni e scannerizzazioni di opere volte a diffondere la teoria e la pratica del movimento di emancipazione del proletariato.
Invitiamo dunque i compagni proletari che si definiscono comunisti, tutti coloro che hanno a cuore la causa della classe operaia, a studiare e a diffondere questa ed altre opere del compagno Enver Hoxha, incrollabile marxista-leninista che, col suo vivo esempio rivoluzionario, elaborò e sviluppò la lotta al revisionismo, prevedendo anzitempo il crollo dei regimi revisionisti dell’est europeo, indicandoci la via da seguire e gli errori da evitare per abbattere la vecchia società borghese ed edificare la nuova società senza proprietà privata dei mezzi di produzione e senza sfruttamento dell'essere umano sull’essere umano.
Maggio 2023
Piattaforma Comunista - per il Partito Comunista del Proletariato d'Italia
 
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view post Posted on 24/5/2023, 14:11

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Non trovo nel sito un link all'articolo originale di Enver Hoxha. L'articolo è stato pubblicato nel 1968 quando Hoxha non aveva ancora rinnegato il pensiero di Mao.
 
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view post Posted on 24/5/2023, 18:33
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CITAZIONE
Non trovo nel sito un link all'articolo originale di Enver Hoxha.

Hai ragione, c'è un problema col link, avverto subito i compagni

CITAZIONE
L'articolo è stato pubblicato nel 1968 quando Hoxha non aveva ancora rinnegato il pensiero di Mao.

Esatto, anche se c'è una affermazione che secondo me può considerarsi una critica implicita alla Rivoluzione Culturale
 
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view post Posted on 24/5/2023, 22:28
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Il problema è stato risolto: ecco il link
 
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