Comunismo - Scintilla Rossa

Sulla questione di Stalin e della Cina

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view post Posted on 14/5/2021, 09:10
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Mao va oltre, vorrebbe che questo fronte continuasse anche durante la costruzione del socialismo e considera la borghesia come PARTE DEL POPOLO e volenteroso di realizzare IL SOCIALISMO

Il popolo in termini di classe e materialisti è l'insieme delle classi direttamente o indirettamente produttive di valore, contrapposte per interessi a quelli delle classi interamente sfruttatrici e parassitarie.
Dunque nei paesi oppressi la borghesia nazionale rientra nella nozione di popolo, o meglio di masse popolari. Se la borghesia nazionale accetta di trasformarsi, come avvenne in parte in cina, perché la contraddizione con essa deve divenire antagonista? In ciò non vi è nessuna deviazione dal marxismo leninismo ma semplicemente la sua applicazione nel contesto del passaggio tra rivoluzione democratica e rivoluzione socialista.
Per il resto non so cosa dirti nikos... ideologicamente sei un dogmatico che non sa fare altro che ripetersi... personalmente sei un mentecatto presuntuoso... comunque quantomeno le tue cazzate ci consentono di rispolverare il marxismo leninismo contro il dogmatismo hoxhaista... solo che qualcuno potrebbe stufarsi di lucidare continuamente lo stesso pavimento e potrebbe decidere di eliminare definitivamente la polvere buttandoti nel cestino.
 
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view post Posted on 14/5/2021, 10:00
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Il popolo in termini di classe e materialisti è l'insieme delle classi direttamente o indirettamente produttive di valore, contrapposte per interessi a quelli delle classi interamente sfruttatrici e parassitarie.

Quindi per te la borghesia nazionale non è una classe sfruttatrice e parassitaria. Potrei anche farmi due risate se questa frase fosse stata detta da un Popper o da un Friedman, ma da uno che si dichiara marxista-leninista....
Anche questo fa parte della flessibilità anti-dogmatica del maoismo?

CITAZIONE
Se la borghesia nazionale accetta di trasformarsi, come avvenne in parte in cina, perché la contraddizione con essa deve divenire antagonista?

E certo, la borghesia nazionale, solo in Cina eh, perché lì c'è il paradiso in Terra, sceglie di sua spontanea volontà di rinunciare allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo inchinandosi al cospetto del grande timoniere Mao Zedong pregando che il proletariato cinese prenda il possesso dei mezzi di produzione, per cui, in virtù di questo originale carattere benevolo della borghesia esistente solo in Cina e in nessun altro paese al mondo, il grande timoniere ricambia il generoso gesto riservando una seconda linea all'interno di quello che dovrebbe essere il partito d'avanguardia proletaria. A questo punto mi chiedo come mai al posto della lotta di classe il PCC non avesse organizzato dei tornei di ping-pong (ah già, li ha organizzati davvero, nientepopodimeno che con Nixon, anche lui diventato improvvisamente "bravo" nonostante bombardasse il Vietnam e organizzasse golpe fascisti in Cile)
Dai, non prendiamoci in giro. Ti invito a inquadrare anche il contesto storico. In quel periodo c'era un po' dappertutto il vizietto di considerare "mutato" il carattere dei nemici storici del proletariato: in Urss, già ai tempi di Stalin, i vari Varga, Malenkov, che dopo una finta autocritica divennero gli ispiratori della coesistenza pacifica di Krushiov, proclamavano che la borghesia imperialista nemica avesse modificato le sue tendenze storiche e che fosse divenuta più ragionevole, lo stesso si verificò in Polonia, in Italia dove gli esponenti dei partiti comunisti Gomulka (lodato da Mao) e Togliatti consideravano rispettivamente diverso il carattere della propria borghesia consentendo quindi la costruzione del socialismo per mezzi pacifici, accusando di dogmatismo i suoi avversari politici, e reale la possibilità di costruire il socialismo attraverso il sistema elettorale e il parlamento borghesi. Anche in Cina quindi si verificarono simili deviazioni che non mi pento di definire apertamente socialdemocratiche ed anti-comuniste che sfociarono poi in teorie anti-marxiste come la Teoria dei Tre Mondi e nella presa del potere da parte di quella borghesia nazionale che "accettava di trasformarsi"... sì, trasformari in borghesia IMPERIALISTA semmai

CITAZIONE
In ciò non vi è nessuna deviazione dal marxismo leninismo ma semplicemente la sua applicazione nel contesto del passaggio tra rivoluzione democratica e rivoluzione socialista.

Amico mio, il marxismo-leninismo non è altro che un prodotto del materialismo storico, che a sua volta è un ramo del materialismo dialettico, metodo scientifico. Ordunque, se simili teorie violano gli assiomi del materialismo dialettico (che tu sicuramente conoscerai a memoria, perché sei un marxista-leninista), violano anche la scienza. Mao si riempie tanto la bocca di dogmatismo, ma non era altro che un eclettico, idealista e pragmatico

CITAZIONE
Per il resto non so cosa dirti nikos... ideologicamente sei un dogmatico che non sa fare altro che ripetersi...

Ah meno male che mi hai dato del dogmatico anche sta volta, stavo cominciando a temere che tutto d'un tratto fossi diventato intelligente

CITAZIONE
personalmente sei un mentecatto presuntuoso...

E tu saresti un moderatore? Ma soprattutto, saresti quello che minacciava di ban per un insulto (a Mao tra l'altro, non a te, o forse vivete in simbiosi?)? Dovresti solamente vergognarti

CITAZIONE
comunque quantomeno le tue cazzate ci consentono di rispolverare il marxismo leninismo contro il dogmatismo hoxhaista...

Tu il marxismo-leninismo ed Enver Hoxha non sei nemmeno degno di nominarli se non per affermare:-<<non conosco il marxismo-leninismo ed Enver Hoxha>>

CITAZIONE
solo che qualcuno potrebbe stufarsi di lucidare continuamente lo stesso pavimento

E dogmatico non ce lo metti?

CITAZIONE
e potrebbe decidere di eliminare definitivamente la polvere buttandoti nel cestino.

Giustamente io non ho offeso e non ho insultato però dovrei essere cestinato (perché hai paura di far crollare tutte le tue convinzioni e di mettere in discussione un personaggio storico morto 45 anni fa che è stato dimostrato essere un revisionista) insieme al pensiero di Mao che la storia ha gettato nel secchio dell'umido

Edited by Nikos Zachariadis - 14/5/2021, 11:19
 
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view post Posted on 17/5/2021, 17:10
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Quindi per te la borghesia nazionale non è una classe sfruttatrice e parassitaria

È una classe che concorre, indirettemente, alla produzione di valore e all'accumulazione capitalistica nei paesi oppressi e quindi lo sfruttamento che esercita sugli operai autoctoni oggettivamente si distingue da quello esercitato dalla borghesia imperialista straniera.
 
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view post Posted on 8/6/2021, 15:02
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E certo, la borghesia nazionale, solo in Cina eh, perché lì c'è il paradiso in Terra, sceglie di sua spontanea volontà di rinunciare allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo inchinandosi al cospetto del grande timoniere Mao Zedong pregando che il proletariato cinese prenda il possesso dei mezzi di produzione, per cui, in virtù di questo originale carattere benevolo della borghesia esistente solo in Cina e in nessun altro paese al mondo, il grande timoniere ricambia il generoso gesto riservando una seconda linea all'interno di quello che dovrebbe essere il partito d'avanguardia proletaria.

Quindi stalin quando diceva che i comunisti, cioè i rappresentanti del proletariato, e la borghesia nazionale - parzialmente rivoluzionaria - formavano un blocco, era revisionista pure lui? Le citazioni che ti ho fornito chiariscono come nella fase della rivoluzione socialista la borghesia nazionale che non accetta la transizione diviene nemica e che la contraddizione tra borghesia e proletariato diviene principale. Tutto il resto sono tue falsificazioni o, volendo vanamente ritenerti in buona fede, incapacità non tanto di comprendere il maoismo, ma la dialettica marxista in sé, in particolare rispetto ai rapporti tra le classi e alla rivoluzione socialista nei paesi oppressi.

Ti invito inoltre a non confondere borghesia nazionale con piccola borghesia. Secondo mao tse tung, l'elezione al comitato centrale del pcc di wang Ming e li li san all'ottavo congresso derivava dalla volontà di trasformare i quadri piccolo borghesi del partito comunista che li avevano come punto di riferimento.

Nel settimo Congresso abbiamo convinto i compagni e abbiamo eletto Wang
Wing e Li-san. Ebbene, negli undici anni trascorsi da allora, la cosa ci ha causato
qualche danno? Nessun danno: l’elezione di Wang Ming e Li Li-san non ha
impedito la vittoria della rivoluzione né l’ha ritardata di qualche mese.
Eleggerli significa far avere un premio a chi ha commesso errori? “Se chi ha
sbagliato viene eletto membro del Comitato centrale, allora mettiamoci tutti a fare
errori, così avremo comunque la possibilità di essere eletti”: può succedere che
qualcuno la pensi così? Non è possibile. Guardate la settantina di membri del
nostro Comitato centrale: non è che qualcuno abbia commesso questo o
quell’errore apposta per essere rieletto! È forse possibile che quelli che non ne
fanno parte, si tratti di quadri che si sono uniti alla rivoluzione prima del 1938,
nel 1938 o dopo, si ispirino a Wang Ming e a Li Li-san e tirino fuori altre due linee
(così farebbero quattro) per diventare membri del Comitato centrale? Non è
possibile, nessuno si comporterà così; anzi, tenendo presenti gli errori di quei due,
gli altri saranno un po’ più prudenti.
Non basta; in passato c’è stato chi diceva “meglio unirsi alla rivoluzione dopo
piuttosto che prima, meglio non unirsi affatto alla rivoluzione”. Allora, se
eleggiamo Wang Ming e Li Li-san può forse sorgere nel partito il quesito se è
meglio aver fatto errori che aver avuto una posizione corretta, se è meglio aver
fatto grossi errori che piccoli errori? Se Wang Ming e Li Li-san che hanno
commesso errori relativi alla linea del partito ora devono essere eletti al Comitato
centrale, di conseguenza due compagni che hanno avuto posizioni corrette o
hanno fatto piccoli errori devono lasciare liberi due posti per loro. Questa
sistemazione non è forse la più ingiusta che si sia mai vista? Vista da questo punto
di vista, certamente è una cosa molto ingiusta: guardate, persone che hanno avuto
posizioni corrette o hanno commesso piccoli errori devono lasciare il posto a chi
ha commesso grossi errori, è un’ingiustizia molto evidente, qui non c’è niente di
giusto. Se si fa questo tipo di confronto allora bisogna ammetterlo, è “meglio
sbagliare che avere ragione, meglio commettere grossi errori che piccoli errori”.
Ma se si guardano le cose da un altro punto di vista, allora è diverso. I loro errori
di linea sono conosciuti in tutta la Cina e in tutto il mondo; la ragione per cui li
eleggiamo sta proprio nel fatto che sono diventati famosi. Che volete farci? Loro
sono diventati famosi, mentre voi che non avete fatto errori o ne avete fatti solo
di scarso rilievo non avete una rinomanza così grande. In un paese come il nostro
con ampi strati di piccola borghesia, essi sono una bandiera. Se li eleggiamo, molte
persone diranno: “Il Partito comunista cinese è paziente nei loro confronti, è
disposto a lasciar liberi due posti per loro, per consentir loro di correggersi”. Che si correggano o meno è un’altra faccenda, è un problema di scarso rilievo che
riguarda solo loro due. La questione è che nella nostra società la piccola borghesia
è assai numerosa, che nel nostro partito sono molto numerosi gli elementi
oscillanti provenienti da questa classe e che tra gli intellettuali ci sono molti di
questi elementi oscillanti; costoro vogliono vedere cosa sarà di questi due casi
esemplari. Se vedranno che queste due bandiere ci sono ancora, si sentiranno a
loro agio, riusciranno a prendere sonno, saranno contenti. Se abbattete queste due
bandiere, saranno presi dal panico. Quindi il problema non è vedere se Wang
Ming e Li Li-san si correggeranno o no, questo non ha grande importanza; quello
che ha molta importanza è che milioni di membri del nostro partito di provenienza
piccolo borghese che sono portati a oscillare, e gli intellettuali in particolare,
guardano l’atteggiamento che prenderemo nei confronti di Wang Ming e Li Li-san.
È come per i contadini ricchi durante la riforma agraria: quando non toccammo
i contadini ricchi, i medi si tranquillizzarono. Se all’ottavo Congresso tratteremo
queste due persone nello stesso modo in cui li abbiamo trattati al settimo, il nostro
partito ne ricaverà un utile, un vantaggio, nel senso che sarà più facile trasformare
i larghi strati di piccola borghesia di tutto il paese. La cosa avrà una certa influenza
anche a livello mondiale. All’estero un atteggiamento come il nostro verso coloro
che hanno commesso errori è molto raro, si può dire che non esista.
Questa riunione preparatoria del nostro congresso durerà poco più di quindici
giorni a partire da oggi, ma predisponendo bene l’ordine dei lavori è senz’altro
possibile portare a termine i preparativi. Siamo convinti che questo congresso si
svolgerà in modo soddisfacente, il livello dei delegati è in grado di assicurare
questo risultato. Tuttavia è necessario che ognuno di noi sia molto coscienzioso
e che facciamo tutti il meglio di cui siamo capaci.


Mao tse tung, rafforzare l'unità del partito - continuare le tradizioni del partito, 1956

Ovviamente chi ha una concezione dogmatica e metafisica del partito, chi nega la lotta tra due linee, trova scandalose le parole di mao. Ma costoro dovrebbero confrontarsi con la storia del movimento comunista...ricordo che i bolscevichi riammisero kamanev, zinoviev e rykov tra le loro file, anzi ai massimi vertici, dopo che essi si opposero pubblicamente all'insurrezione dell'ottobre, rischiando di farla fallire...stalin epuro' i vari esponenti delle linee sbagliate nel partito comunista non perché commisero errori ma perché commisero crimini contro l'ordine sovietico una volta che furono sconfitti politicamente dalla linea giusta.
Allo stesso modo, il tuo argomentare a sproposito su mao in questa discussione ad un certo punto è stato bloccato perché si è capito che non hai nessuna voglia di imparare, ma solo di condurre sterili polemiche. Non perché tu esprimi una linea sbagliata, quella dell'hoxhaismo, ma per il tuo accanimento con insulti e fandonie contro mao nonché per la ripetitività delle tue errate argomentazioni.

Edited by primomaggio1945 - 8/6/2021, 17:14
 
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view post Posted on 14/6/2021, 12:48
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I massimalisti dogmatici considerano i rapporti tra le classi sulla base della teoria astratta non sulla base della pratica concreta della lotta di classe.
Lo stesso schema ideologico fondamentale utilizzato dagli hoxhaisti per criticare le politiche dei compagni cinesi rispetto alla borghesia nazionale venne applicato in urss da Trotskij contro la nep...schema dogmatico di estrema sinistra...teso a negare
i passaggi concreti dello sviluppo della lotta di classe...ugualmente lo stesso schema ideologico fondamentale utilizzato rispetto alla collettivizzazione agricola in urss si ripete con il "grande balzo in avanti" in cina...schema dogmatico di destra...basato sull'unilateralismo dello sviluppo delle forze produttive rispetto ai rapporti sociali...i.risultati di passaggi contraddittori ma concreti nella costruzione del socialismo sia urss che in cina, fu che, in entrambi i casi, nel giro di circa tre decenni dalla presa del potere del proletariato, la proprietà privata era stata praticamente liquidata, trasformandosi o in proprietà collettiva o in proprietà di tutto il popolo.
Per quanto riguarda i rapporti mao-nixon, va rilevata la radice ideologica dogmatica delle accuse hoxhaiste, ma anche la loro inconsistenza fattuale nonché l'ipocrisia.
Ancora una volta, si rivela maestra l'esperienza sovietica, con la lotta, all'interno del pcus e del movimento comunista, tra la linea della coesistenza pacifica di lenin e stalin e quella del dogmatismo e dell'avventurismo dei trotskijsti e degli estremisti di sinistra di varia fattura. Fu attraverso passaggi politici come il patto di brest litovsk e il patto molotov ribbentropp, ai quali gli estremisti dogmatici di opposero, che la diplomazia sovietica riuscì a frenare linea guerrafondaia dell'imperialismo e a porre le basi, in ultima analisi, per la trasformazione della guerra imperialista in guerra rivoluzionaria.
 
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view post Posted on 14/6/2021, 14:44
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L'apertura dei rapporti diplomatici tra usa e cina, con i colloqui tra mao e nixon, rappresentava il riconoscimento da parte usa di nuovi rapporti di forza a livello globale, e soprattutto in Asia, con l'affermazione del movimento di decolonizzazione e comunista in vaste parti di questo continente, grazie alla funzione di base rossa della rivoluzione internazionale che esercitava la cina di mao. Non a caso di lì a poco si sarebbe arrivati alla liberazione completa dell'Indocina dal dominio statunitense, grazie soprattutto all'appoggio cinese.
Basti leggere il messaggio di Capodanno del 1973 pubblicato da diversi giornali comunisti cinesi per capire come dopo i colloqui con nixon, la linea internazionalista della Cina non mutava.

Attualmente, la situazione internazionale è eccellente. La fisionomia del mondo
muta nel processo in atto di grandi rivolgimenti e di grandi raggruppamenti. La lotta
rivoluzionaria dei popoli si sviluppa in profondità. I paesi piccoli e medi si sono uniti
ancora più largamente contro l’egemonismo e la politica del più forte delle due
superpotenze americana e sovietica. Il revisionismo sovietico ha rivelato ancora più
chiaramente la sua natura socialimperialista ai popoli di tutto il mondo. I complotti
e gli intrighi del revisionismo sovietico e dell’imperialismo USA, per numerosi che
siano, non possono minimamente ostacolare l’impetuosa corrente storica, cioè che
i paesi vogliono l’indipendenza, le nazioni la liberazione e i popoli la rivoluzione.
Nel nuovo anno continueremo ad applicare la linea rivoluzionaria del presidente
Mao negli affari esteri, a rafforzare l’unità con i paesi socialisti, ad appoggiare
risolutamente tutti i popoli nella loro lotta rivoluzionaria, a operare in favore della
coesistenza pacifica tra i paesi a sistema sociale diverso sulla base dei cinque principi
e a dispiegare tutti gli sforzi per promuovere la causa del progresso dell’umanità.
Recentemente l’imperialismo USA ha effettuato bombardamenti e attacchi su
vasta scala contro la Repubblica democratica del Vietnam. Il popolo cinese ne è
profondamente indignato e condanna energicamente l’imperialismo USA. Se il
governo degli Stati Uniti non pone fine immediatamente ai bombardamenti, non
firma l’“accordo sulla cessazione della guerra e il ristabilimento della pace nel
Vietnam” e si ostina nella sua guerra di aggressione, il popolo cinese assolverà
fermamente, come in passato, il suo dovere internazionalista, appoggiando con
tutte le sue forze il popolo vietnamita nella sua guerra di resistenza all’aggressione
americana e per la salvezza nazionale. Il popolo cinese continuerà a sostenere con
fermezza i popoli laotiano e cambogiano nella loro lotta di resistenza all’aggres-
sione americana, per la salvezza nazionale. Siamo profondamente convinti che
la vittoria arriderà ai tre eroici popoli indocinesi.
Nel momento in cui festeggiamo l’anno nuovo, esprimiamo la nostra profonda
sollecitudine ai nostri compatrioti della provincia di Taiwan che sono legati a noi
dalla carne e dal sangue. Libereremo Taiwan. Il nostro pensiero va ugualmente
ai nostri compatrioti di Hongkong e di Macao. Facciamo i migliori auguri ai nostri
compatrioti d’oltremare e auspichiamo che contribuiscano sempre di più a
rafforzare l’amicizia tra il popolo cinese e gli altri popoli.
Sotto la direzione del Comitato centrale del Partito comunista cinese con a capo
il presidente Mao, uniamoci per riportare vittorie ancora maggiori!


Ovviamente risulta difficile far capire ciò ai parolai hoxhaisti i quali, mentre accusano mao di collusione con gli usa e si proclamano ostili parimenti agli usa e all'urss, appoggiarono la guerra di occupazione dei revisionisti vietnamiti contro il popolo cambogiano, dimostrando tutta la loro ambiguità verso il socialimperialismo sovietico e le sue manovre internazionali.
Gli hoxhaisti e simili spacciano la fandonia della collusione della cina di mao con gli usa per nascondere la loro ambiguità rispetto al socialismo sovietico. Fingono di non capire quale minaccia il socialimperialismo sovietico costituiva per la cina tra la fine degli anni sessanta e l'inizio degli anni settanta, quando l'Urss schierò sul confine con la cina più truppe rispetto a quelle schierate in Europa. Minaccia peraltro concretizzatasi già in una breve guerra nel 1969. Per la Cina, l'apertura agli usa rappresentò una mossa inevitabile per rompere il contemporaneo accerchiamento delle grandi potenze muovendosi tra le loro contraddizioni e contrastandole concretamente sui singoli terreni nazionali nei quali ponevano in essere il loro espansionismo e bellicismo. Tanto per essere concreti, appoggiare la lotta dei popoli indocinesi contro l'imperialismo usa, che rappresentava la contraddizione principale in quell'area rispetto alla loro liberazione, aveva lo stesso fine di appoggiare il popolo mozambicano nella lotta contro il socialimperialismo sovietico, che rappresentava la contraddizione principale rispetto alla liberazione nazionale del Mozambico.
Questo fu l'internazionalismo praticato dalla cina di mao, ben distante dal verbalismo astratto, dal dogmatismo e dall'opportunismo di hoxha.
 
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view post Posted on 24/6/2021, 16:44
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Dai, non prendiamoci in giro. Ti invito a inquadrare anche il contesto storico. In quel periodo c'era un po' dappertutto il vizietto di considerare "mutato" il carattere dei nemici storici del proletariato: in Urss, già ai tempi di Stalin, i vari Varga, Malenkov, che dopo una finta autocritica divennero gli ispiratori della coesistenza pacifica di Krushiov, proclamavano che la borghesia imperialista nemica avesse modificato le sue tendenze storiche e che fosse divenuta più ragionevole, lo stesso si verificò in Polonia, in Italia dove gli esponenti dei partiti comunisti Gomulka (lodato da Mao) e Togliatti consideravano rispettivamente diverso il carattere della propria borghesia consentendo quindi la costruzione del socialismo per mezzi pacifici, accusando di dogmatismo i suoi avversari politici, e reale la possibilità di costruire il socialismo attraverso il sistema elettorale e il parlamento borghesi. Anche in Cina quindi si verificarono simili deviazioni che non mi pento di definire apertamente socialdemocratiche ed anti-comuniste che sfociarono poi in teorie anti-marxiste come la Teoria dei Tre Mondi e nella presa del potere da parte di quella borghesia nazionale che "accettava di trasformarsi"... sì, trasformari in borghesia IMPERIALISTA semmai

Tu stai parlando del revisionismo moderno includendovi anche mao. E facendo dinuovo confusione tra borghesia nazionale e borghesia imperialista. La borghesia nazionale cinese non era un "nemico storico" del proletariato altrimenti anche stalin (ma i livelli della vostra schizofrenia ideologica sono sorprendenti e sempre inediti) sarebbe stato un deviazionista di destra perché ne promuoveva la collaborazione.
Mao tse tung fu e il partito comunista cinese sotto la sua guida furono i più acerrimi critici e nemici del revisionismo moderno; lo stesso hoxha ne accettò la guida politica nella battaglia contro l'urss revisionista.

Lenin ha detto del marxismo che “questa dottrina ha dovuto lottare a ogni passo
del suo corso”. Similmente, il leninismo si è sviluppato nel corso della lotta contro
il revisionismo della Seconda Internazionale. Ogni nuova conferma e vittoria del
leninismo è stata inevitabilmente accompagnata da “una battaglia dopo l’altra
contro la stupidità politica, la volgarità, l’opportunismo, ecc.”.
I vecchi revisionisti della Seconda Internazionale usavano spesso “nuovi dati
sullo sviluppo economico” per confondere le masse ed eliminare dal marxismo
l’anima rivoluzionaria e tuttavia essi agitavano falsamente la bandiera del
“marxismo”. Ora la storia si ripete in forme differenti, in circostanze differenti.
I revisionisti moderni, con il loro sbandierare falsamente il “leninismo” e il loro
loquace parlare di “fedeltà a Lenin”, stanno ripetendo in realtà lo stesso processo
e stanno usando alcuni “nuovi dati” dello sviluppo storico per confondere la
gente, insidiare gli insegnamenti rivoluzionari del leninismo, attaccare la
sostanza del leninismo, vale a dire gli insegnamenti di Lenin sull’imperialismo e
la sua teoria e tattica della rivoluzione proletaria e la dittatura proletaria.
Come il revisionismo-opportunismo della Seconda Internazionale, il moderno
revisionismo sta facendo di tutto per nascondere le contraddizioni del capitalismo
e dell’imperialismo e per negare che l’imperialismo è capitalismo moribondo, in decadimento, i cui giorni sono contati; esso si è spinto fino a descrivere l’imperialismo moderno come “pacifico” e “democratico” “superimperialismo”. I moderni revisionisti, rappresentati dal gruppo jugoslavo di Tito, hanno fatto di tutto per far apparire
attraente la macchina statale del capitalismo monopolistico di Stato. Essi descrivono
la politica della “nazionalizzazione”, il capitalismo monopolistico di Stato e l’intervento economico dello Stato nei paesi imperialisti e nei paesi capitalisti in
generale, con termini quali “sviluppo di elementi di socialismo”, “realizzazione di
un’economia pianificata”, “inizio del processo di trasformazione socialista” e così via.
Essi cianciano di “cambiamento graduale”, di “integrazione di rivoluzione e riforma”,
di “entrare pacificamente nell’era socialista” e così via. Ma essi non hanno mai
neanche una parola da dire circa la necessità, per passare dal capitalismo al
socialismo, di fare una rivoluzione che infranga la macchina dello Stato borghese e
sostituisca alla dittatura borghese la dittatura proletaria. È ben noto che la tesi fondamentale del marxismo, che Lenin si premurò di spiegare, era precisamente la
tesi della rivoluzione che infrange la macchina dello Stato borghese e della
sostituzione della dittatura borghese con la dittatura proletaria. Perché senza tale
rivoluzione tutto il parlare di trasformazione socialista è senza significato e il
capitalismo monopolistico di Stato rimane capitalismo e niente altro. Lenin ha ben
detto che l’esistenza e lo sviluppo del capitalismo monopolistico, incluso il
capitalismo monopolistico di Stato, può solo dimostrare il maturare dei preliminari
requisiti materiali per il socialismo e l’incombente avvicinarsi e l’inevitabilità della rivoluzione socialista, ma non può servire affatto “come un argomento in favore del
tollerare il ripudio di una tale rivoluzione e in favore degli sforzi per far apparire più
attraente il capitalismo: un’occupazione in cui sono impegnati tutti i riformisti”.
Qui vi è una differenza fondamentale nella valutazione della nostra epoca.
Quando i marxisti-leninisti dicono che “il principale contenuto della nostra epoca
è il passaggio dal capitalismo al socialismo, iniziato in Russia dalla grande
Rivoluzione socialista d’Ottobre” (Dichiarazione di Mosca dei rappresentanti dei
partiti comunisti e operai dei paesi socialisti, 14-16 novembre 1957), essi si basano
sul punto di vista della rivoluzione proletaria e della dittatura proletaria e
sull’esperienza fondamentale della grande Rivoluzione socialista d’Ottobre. Ma i
moderni revisionisti, scansando questo punto di vista come la peste, distorcono
l’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre ed evitano di riferirsi alla strada della
Rivoluzione d’Ottobre come alla strada comune che porta all’emancipazione
dell’umanità. In realtà essi considerano la nostra un’epoca in cui “il capitalismo
si sviluppa pacificamente in socialismo”.
Il marxismo-leninismo ha sempre attribuito grande importanza alla lotta per la
democrazia. Nei paesi dove la rivoluzione democratica borghese non è stata
portata a termine, il proletariato deve mobilitare le masse, compiere ogni sforzo
per guidare la rivoluzione democratica borghese e lottare per la sua vittoria. Nei
paesi dove esiste la democrazia borghese, il proletariato deve utilizzare i diritti
democratici già conquistati per lottare per altri diritti democratici, allo scopo di
educare, ridestare e organizzare le masse per la lotta contro il sistema borghese di sfruttamento e di violenza. Dopo la presa del potere, il proletariato deve
consolidare e rafforzare la dittatura del proletariato e allo stesso tempo realizzare
una larga democrazia sotto una direzione altamente centralizzata. In altre parole,
deve usare la dittatura sul nemico e praticare la democrazia tra il popolo, per
assicurare il successo nell’edificazione del socialismo e del comunismo. La
democrazia ha invariabilmente un carattere di classe. I marxisti-leninisti hanno
sempre trattato il problema della democrazia nel suo contesto storico e non hanno
mai parlato di “democrazia in astratto” o di “democrazia in generale”.
Lenin ha sottolineato che nelle condizioni del capitalismo il proletariato può
conservare la sua indipendenza solo se fa servire la sua lotta per la democrazia al
suo obiettivo ultimo della dittatura proletaria. Egli poi mise in evidenza che la
sostituzione della dittatura borghese con la dittatura proletaria significa un’estensione
della democrazia che è di significato storico mondiale; significa un cambiamento da
falsa democrazia a vera democrazia; significa privare dei diritti democratici i pochi
che sfruttano e mettere in grado il popolo lavoratore, la stragrande maggioranza, di
godere della democrazia. Pensare che la dittatura del proletariato implichi il rigetto
della democrazia è una degenerata “asserzione liberale e falsa” che perde di vista la
lotta di classe5
. Come i vecchi revisionisti, i revisionisti moderni usano ogni genere
di pretesti per cancellare il carattere di classe della democrazia e la differenza tra
democrazia borghese e democrazia proletaria. Nel difendere la “democrazia in
generale” o “democrazia di tutto il popolo”, essi in realtà fanno un feticcio della
democrazia borghese, cioè della dittatura borghese. Procedendo da questo punto di
vista, essi fanno di tutto per confondere rivoluzione con riforma e per limitare tutto
il loro lavoro nei confini permessi dalla dittatura borghese. Lenin aveva molto tempo
fa criticato questo punto di vista estremamente sbagliato. Egli disse: “Sarebbe pura
sciocchezza pensare che la più profonda rivoluzione della storia umana, una
rivoluzione che per la prima volta trasferisce il potere dalla minoranza sfruttatrice alla
maggioranza sfruttata, possa essere attuata entro la vecchia intelaiatura della
democrazia borghese parlamentare, senza cambiamenti drastici, senza la creazione
di nuove forme di democrazia e di nuove istituzioni conformi alle nuove condizioni
per applicare la democrazia, ecc.”. Questa asserzione di Lenin si è dimostrata corretta
nella Rivoluzione d’Ottobre e anche completamente corretta di fronte alle vittorie
ottenute in seguito da alcuni paesi di varie parti del mondo nella loro rivoluzione
socialista. Tuttavia ciò che i revisionisti moderni continuano a sostenere è proprio
l’assurda teoria che Lenin aveva confutato.
Nelle condizioni del socialismo i moderni revisionisti, ancora con il pretesto
della “democrazia in generale”, negano il carattere di classe della democrazia e
si sforzano di conseguire gradualmente il loro obiettivo di eliminare la dittatura
del proletariato, allo scopo di facilitare la graduale restaurazione del capitalismo
in una forma o nell’altra.

Leninismo e revisionismo moderno, editoriale di Bandiera Rossa, 1963.

La "teoria dei tre mondi", ti è stato detto in tutte le maniere, non ha che vedere con mao, ma con deng. È una teoria che assolutizza la contraddizione interimperialista rispetto alla contraddizione di classe, funzionale alla strutturazione di una politica internazionale conforme alla restaurazione del capitalismo in cina. Questa teoria riprende singole affermazioni di mao tse tung a scopo strumentale...il discorso all'onu di deng contro usa e urss può essere letto, col senno di poi, come un'anticipazione di quella teoria ma in sé non ha nulla di sbagliato, rilevando il ruolo dei popoli oppressi nella lotta alle potenze imperialiste.

Edited by primomaggio1945 - 24/6/2021, 18:03
 
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