Comunismo - Scintilla Rossa

La cosiddetta "dottrina Breznev" è una vera e propria dottrina dell'egemonia, Mao Tse-tung

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Leonid Brezhnev
view post Posted on 25/9/2011, 16:44




CITAZIONE
Afghanistan e Eritrea costituiscono altri esempi in tale senso.

L'intervento in Afghanistan avvenne soltanto in seguito alla richiesta di aiuto da parte della Repubblica Popolare Afghana in difficoltà a causa della presenza di movimenti reazionari finanziati dagli Stati Uniti, per cui non costituì alcuna violazione della Sovranità Nazionale. La questione dell'Eritrea non la conosco ed evito di esprimere giudizi a riguardo per il momento.

Per quanto concerne la Divisione Internazionale del Lavoro, essa fu un provvedimento erroneamente attribuito a Brezhnev noostante fosse stato realizzato da Kosygin (di cui, peraltro, Brezhnev impedì l'applicazione di molte altre riforme di carattere revisionista).
 
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view post Posted on 25/9/2011, 17:24
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compagno

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CITAZIONE (Klim Voroshilov @ 25/9/2011, 11:50) 
Dopo Krusciov in URSS c'era una lotta tra frazioni in seno al partito (ecco uno dei danni più gravi del krusciovismo: la fine dell'unità del partito): a sinistra erano schierati principalmente Brezhnev e Suslov, a destra vi erano principalmente Kosygin e Podgornyi. Non si può fare di tutta l'erba un "fascio".

Non concordo assolutamente nell'attribuire a Breznev e tanto meno a Suslov una posizione di "sinistra".
E' peraltro evidente che gli insegnamenti di Stalin, e mi riferisco in particolare a quelli esposti in "Problemi economici" nonché le indicazioni espresse nel discorso al Plenum del Comitato Centrale del PCUS del 16 ottobre 1952, totalmente disattese e stravolte da Kruscev, non furono certo riprese da Breznev.
E mi sembra riduttivo riabilitare il povero Breznev dicendo che il Segretario del PCUS era "bloccato" dalla destra.
Il problema vero era che la "destra", di cui Breznev era parte integrante, aveva preso la direzione del PCUS. Che poi tra porci spesso ci si azzuffa, questo è un altro par di maniche.
 
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Klim Voroshilov
view post Posted on 25/9/2011, 19:11




Sono d'accordo sul fatto che le tesi di Stalin non siano state realizzate, ma occorre considerare che, nonostante fosse il Segretario del PCUS, Brezhnev dovette per molto tempo dividere il potere con loschi figuri del calibro di Kossighin (continuatore dichiarato delle riforme krusciovane, Primo ministro) e Podgornyi (successore designato di Krusciov, Presidente del Soviet Supremo).

Krusciov fu rimosso dalla direzione nel 1964 (anche perchè, di fronte all'evidenza della sua incapacità, perfino l'arcirinnegato Mikojan dovette votare a favore della sua rimozione) ma i fautori delle sue politiche mantennero la loro influenza per altri anni, fino a che non furono sconfitti da Brezhnev, Suslov e Tikhonov nella seconda metà degli anni '70.

Vi era inoltre una differenza sostanziale tra le riforme krusciovane di Kossighin e quelle agricole di Brezhnev all'inizio degli anni '80 (alla faccia delle fonti borghesi che lo giudicano "incapace di concentrarsi per più di 10 minuti su un argomento" già nel 1979), in quanto queste ultime si basavano unicamente su miglioramenti tecnologici e infrastrutturali, senza intaccare la proprietà colcosiana.

Penso che il problema di fondo non stia però in queste questioni. I maoisti vedono negativamente Brezhnev e Suslov anche per il loro passato. Diamo un'occhiata a questo passato:

Quando Brezhnev e Suslov arrivarono per la prima volta alle "alte sfere"? Nel 1952 (ammissione al Praesidium del CC), promossi, guarda caso, da Stalin; nella sostanza erano tra i quadri più giovani del genere di Ponomarenko.

Che successe dopo la morte di Stalin? Furono estromessi dal Praesidium e Krusciov mise in atto la liquidazione dei quadri più giovani, colpendo soprattutto Ponomarenko. Brezhnev e Suslov si dovettero forzatamente unire ai krusciovani per evitare di essere estromessi. Questo li portò poi a compiere errori, in particolare Suslov criticò Stalin sul "culto della personalità" e non capì rapidamente che Nagy era un controrivoluzionario. Corresse quest'ultima tesi quando vide di persona i fatti di Budapest.

Krusciov tentò poi di estromettere Suslov e quest'ultimo creò una frazione antikrusciovana nel PCUS. Brezhnev attese ulteriormente prima di voltare le spalle a Krusciov, fino al 1964.

Mi pare proprio che, essendosi momentaneamente uniti al gruppo krusciovano, Brezhnev e Suslov si siano rovinati l'immagine presso i compagni cinesi.
C'è chi critica Brezhnev per aver attaccato Krusciov troppo tardi e di averlo fatto quindi, unicamente "per neccessità". Tuttavia, E' dall'interno che le fortezze si espugnano facilmente. (Stalin nel Breve corso), anche le fortezze krusciovane.

Inoltre, citando ancora Stalin a proposito della liquidazione del revisionismo (l'argomento della seguente citazione è la liquidazione del trotskismo, ma essa è facilmente appicabile anche al revisionismo):

Ma sorge una questione: come realizzare praticamente il compito di distruggere ed estirpare gli agenti tedesco-giapponesi del trotskismo? Significa forse ciò, che bisogna battere ed estirpare non solo i veri trotskisti, ma anche coloro che nel passato hanno inclinato verso il trotskismo, ma poi, già da molto tempo, hanno abbandonato il trotskismo; non solo coloro che sono effettivamente degli agenti trotskisti di sabotaggio, ma anche coloro cui è accaduto nel passato di passare per la strada percorsa nel passato da questo o da quel trotskista? Per lo meno, tali voci si sono fatte sentire qui, nella sessione plenaria. Si può considerare giusta una tale interpretazione della risoluzione? No, non la si può considerare giusta. A questo proposito, come a proposito di tutte le altre questioni, è necessario differenziare, trattare ogni caso individualmente. Non si può misurar tutti con lo stesso metro. Questo modo di considerare il problema globalmente può solo danneggiare la causa della lotta contro i veri sabotatori, le vere spie trotskiste.
Tra i nostri compagni responsabili vi è una certa quantità di ex- trotskisti i quali, già da tempo, hanno abbandonato il trotskismo e conducono la lotta contro di esso, non peggio, anzi meglio di certi nostri egregi compagni cui non è mai accaduto di inclinare verso il trotskismo. Sarebbe stupido gettare del fango adesso su quei compagni.
Tra i nostri compagni ve ne sono anche di quelli che sono sempre stati ideologicamente contro il trotskismo, ma, ciononostante, hanno, mantenuto dei rapporti personali con singoli trotskisti, rapporti che non han tardato a rompere, non appena è stata loro chiara la fisionomia pratica del trotskismo. Naturalmente, non è bene che essi abbiano rotto i loro rapporti di amicizia con singoli trotskisti, non subito, ma con ritardo. Ma sarebbe stupido mettere questi compagni nello stesso sacco con i trotskisti.
- Per la conquista del Bolscevismo

Infine, visto che Essere attaccati dal nemico è un bene e non un male (Mao), sentiamo che cosa pensano di Suslov i nemici di classe:

"Al suo nome sono legate la persecuzione dell'intellighenzia democratica, come la distruzione della redazione della rivista Novyj Mir, l'espulsione dal Paese di Aleksandr Solženicyn (1974) e la deportazione di Andrej Sacharov (1980); la preparazione e l'approvazione della Costituzione del socialismo evoluto nell'ottobre 1977 e la stagnazione nello sviluppo delle scienze nel Paese." (wikipedia)

Perbacco! Manco si parlasse di Zdanov!
Sentiamo ora, per par condicio, i nemici di "sinistra" fattura:

"Ci siamo, per tutti i diavoli! Ecco un autentico emulatore delle disgustose mode dei parvenus borghesi, che non sanno un canchero, ma sono in grado di batterci con il loro idiota quesito: ah, non sapete l'ultima? Tenetevi aggiornato!" (Amadeo Bordiga in Dialogato coi morti)

"[...] le leadership di Breznev e Suslov avevano per anni proibito ogni menzione al tema dello Stalinismo [...] Alla cricca di Breznev che aveva rimpiazzato Kruscev, anche la spiegazione del Grande Terrore che era prevalsa negli anni del disgelo sembrava pericolosa." (Vadim Rogovin in 1937: l'anno del Terrore di Stalin)
 
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Staliznev
view post Posted on 25/9/2011, 21:20




Io non capisco. Non capisco perché si tenti di giustificare Breznev più che rilanciare la sua politica. I compagni non stanno tentando di riabilitare la politica economica, politica, morale di Breznev, loro la stanno giustificando. Stanno giustificando la sua adesione al krusciovismo dicendo che era "momentanea";stanno giustificando le azioni in Cecosclovacchia dicendo che non si poteva permettere che un paese passasse dall'altra parte della cortina; stanno giustificando i fallimenti economici dicendo che questi erano stati fatti da altri, e non da Breznev e che quest'ultimo non poteva fare niente perché altrimenti sarebbe stato estromesso; stanno giustificando l'incuria nella formazione di nuovi quadri che potessero risollevare l'URSS in seguito; stanno giustificando la sua storia e il suo passato per "necessità" e "strategia". I compagni stanno giustificando Breznev con tutte le loro forze, appellandosi a qualsiasi testo di Stalin, alla storia, a divagazioni, senni di poi e previsioni contrarie o parallele, ma queste giustificazioni non potranno mai eliminare l'evidenza del fatto che il periodo brezneviano non ha risollevato l'URSS dal revisionismo, non l'ha fatta avanzare verso il socialismo, non ha assicurato l'unione compatta di tutti gli stati dell'Unione, non ha curato il male che affliggeva l'URSS da quando kruscev ha iniziato la sua opera di distruzione. Poco vale se Breznev abbia partecipato o solo assistito a questa decadenza, rimane il fatto che non ha curato il male dell'URSS, non l'ha aiutata a guarire, non ha permesso o fatto in modo che in futuro potesse avere la speranza di guarire. Breznev è stato un capo sovietico al pari di Andropov o degli altri "signor nessuno" solo che la sua memoria si è conservata perché ufficialmente ha reintegrato lo stalinismo ma praticamente non ha fatto niente per riportarlo, e perché ha represso i moti di distacco che i paesi dell'URSS che ancora non si erano staccati da Krusciov, stavano facendo. Inutile mi sembra scervellarci su cosa quei moti avrebbero portato, se paesi socialisti indipendenti come la Romania, l'Albania, se terzoposizionisti come la Jugoslavia, se totalmente assoggettati al di là della cortina di ferro. Solo per questo sono stati salvati dall'oblio dalla memoria borghese, solo perché non si potevano elencare questi fatti importanti per screditare l'URSS senza elencarne anche i capi. Ma in quanto a miglioramenti verso il socialismo non c'è traccia, e ciò porta ad una domanda: Perché riabilitare la memoria di Breznev se questo ha solo potuto guardare impotente ciò che i revisionisti facevano davanti ai suoi occhi? Perché riabilitarlo se non ha portato miglioramenti verso il socialismo ma ha solo provato malamente a rattoppare i danni fatti da Kruscev e poi non è riuscito? Sopratutto perché riabilitare qualcuno con giustificazioni, quando l'unico modo per riabilitare qualcuno può solo essere grazie alle sue azioni? Ma Breznev non ha compiuto (indipendentemente dal fatto che voi vogliate attribuire questa alla sua volontà o alla sua impossibilità di movimento) voi stessi dite che non ha potuto compiere. Ecco che non si può riabilitare Stalin nello stesso modo in cui si sta provando a riabilitare Breznev. Stalin ha agito, ha compiuto, ha reso l'URSS grande, l'ha migliorata economicamente, strutturalmente, l'ha depurata, l'ha difesa, ha calcolato ciò che bisognava e non bisognava fare superando lo stesso difetto criticato da Lenin, la "rudezza". La riabilitazione può avvenire solo tramite i fatti e la valutazione di questi, ma se fatti non sussistono allora non si può riabilitare proprio nessuno. Per il resto si può piangere Breznev, martire dei revisionisti, capi di nulla e messo la senza far niente e senza potersi opporre in alcun modo allo scempio.
 
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Klim Voroshilov
view post Posted on 25/9/2011, 22:05




CITAZIONE
Non capisco perché si tenti di giustificare Breznev più che rilanciare la sua politica.

Perchè la sua politica come l'omonia dottrina sono state pesantemente influenzate dalle condizioni storiche della guerra fredda e dai danni provocati da Krusciov. Penso che tutti quelli che hanno difeso Brezhnev in questa discussione preferiscano indubbiamente Stalin. Per fare un paragone: credo che nessuno consideri corrette le tesi di Rosa Luxemburg che hanno fattori comuni con il trotskismo, ma non per questo la Luxemburg è da considerare una controrivoluzionaria.

CITAZIONE
Stanno giustificando la sua adesione al krusciovismo dicendo che era "momentanea";

Rifiutare a priori i compromessi momentanei è una tattica avventurista.

CITAZIONE
stanno giustificando i fallimenti economici dicendo che questi erano stati fatti da altri, e non da Breznev e che quest'ultimo non poteva fare niente perché altrimenti sarebbe stato estromesso;

Stai mischiando due periodi diversi e due questioni completamente diverse: il pericolo di estromissione riguarda il periodo dell'epurazione dei quadri più giovani da parte di Krusciov, lo scontro ideologico sull'economia riguarda gli anni '60\'70.

CITAZIONE
stanno giustificando l'incuria nella formazione di nuovi quadri che potessero risollevare l'URSS in seguito;

Questo fatto non è stato giustificato da nessuno, così come nessuno ha giustificato la corruzione politica e la mancata attuazione delle teorie economiche di Stalin.

CITAZIONE
stanno giustificando le azioni in Cecosclovacchia dicendo che non si poteva permettere che un paese passasse dall'altra parte della cortina;

Che la Cecoslovacchia sarebbe passata con la NATO in caso di mancato intervento del Patto di Varsavia mi sembra un'ipotesi difficilmente opinabile. Le riforme di Dubcek avevano fattori in comune con quelle di Gorbaciov in campo culturale. Anche se consideriamo Brezhnev come un revisionista, per la Cecoslovacchia sarebbe stato meglio restare a fianco dell'URSS, visto che c'erano maggiori probabilità di ritornare alla corretta via socialista a causa della presenza di compagni veramente marxisti-leninisti nei partiti.

CITAZIONE
Perché riabilitare la memoria di Breznev se questo ha solo potuto guardare impotente ciò che i revisionisti facevano davanti ai suoi occhi? Perché riabilitarlo se non ha portato miglioramenti verso il socialismo ma ha solo provato malamente a rattoppare i danni fatti da Kruscev e poi non è riuscito?

Sarebbe come dire: perchè riabilitare, che ne so, Rosa Luxemburg visto che ha fallito nel dirigere la rivoluzione in Germania? Oppure: perchè riabilitare Thalmann se non ha saputo mobilitare i comunisti tedeschi contro il nazismo?

Quanto alle effettive realizzazioni di Brezhnev, esse sono abbondantemente illustrate nell'edizione del 1971 del Manuale di economia politica. Eccone un estratto:

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I RISULTATI FONDAMENTALI RAGGIUNTI DALL’OTTAVO PIANO QUINQUENNALE



Durante il XXIV Congresso del PCUS, giunti al momento di fare il punto sui risultati conseguiti dall’economia socialista nell’ottavo piano quinquennale (1966 – 1970), è stato evidenziato che gli obbiettivi di base, sia economici che sociali, sono stati raggiunti. Ancora una volta questi traguardi sono lì a testimoniare in modo incontrovertibile gli enormi vantaggi di cui il sistema economico socialista dispone. In cinque anni la produzione industriale è cresciuta di una volta e mezzo, la quantità media annua di produzione agricola del 21%, il reddito nazionale del 41%, il che ha consentito di elevare di 1/3 il livello dei redditi reali dei lavoratori. Oltre a ciò occorre ricordare che ogni percentuale di crescita registrata nel periodo attuale esprime valori in senso assoluto di molte volte maggiori rispetto ai valori di crescita del quinquennio precedente.

All’epoca Vladimir Majakovskij, riferendosi al primo piano quinquennale, scrisse: “Amo i nostri piani grandiosi, che procedono con passi da gigante.”

I grandiosi obbiettivi del primo piano quinquennale e i risultati da esso conseguiti appaiono oggi di modesta portata di fronte alle conquiste raggiunte oggi dal nostro Paese. Bastino questi dati per giudicare: nel 1970, ultimo anno dell’ottavo piano quinquennale, all’industria sovietica occorreva una settimana soltanto per produrre tanta energia elettrica quanto quella dell’intero 1932, ultimo anno del primo piano quinquennale, 18 giorni per l’acciaio, tre settimane per il petrolio, un mese per il carbone e 9 giorni per gli autoveicoli. Nel solo 1970 la produzione industriale sovietica è stata ben due volte maggiore di tutti i piani quinquennali prebellici messi insieme. Se la nostra economia nel primo piano camminava, oggi galoppa con passi da gigante.

Il significato dell’ottavo piano non sta solo nell’avanzamento della produzione socialista verso nuove e di gran lunga più alte mete, ma anche nei sostanziali mutamenti sociali che sono occorsi in tutto il Paese. Durante l’ultimo quinquennio è stato introdotto il salario garantito per i colcosiani e il suo livello è aumentato del 42%. E’ stato inoltre migliorato il trattamento pensionistico così come la qualità dei servizi alla persona. Ciò ha permesso di avvicinare notevolmente il tenore di vita dei contadini a quello dei cittadini.

Nel Paese si sta realizzando inoltre un notevole innalzamento del grado di scolarizzazione, che oggi sta raggiungendo per tutti il livello medio superiore. Durante l’ottavo piano il popolo ha visto crescere il numero dei laureati di 2,6 milioni e dei diplomati di 4,4 milioni. A titolo informativo ricordiamo che durante il primo piano i laureati furono 170 mila e i diplomati 291 mila.

Nel solo 1970 corsi di istruzione a vario livello hanno raggiunto 79 milioni di persone, praticamente un cittadino su tre dell’Unione Sovietica è studente. In conclusione, il nostro Paese nello scorso piano ha consolidato ulteriormente le basi per l’edificazione del comunismo, processo che continuerà a ritmo ancora maggiore negli anni a venire.
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Staliznev
view post Posted on 25/9/2011, 22:15




Sulla politica economica di Kruscev e Breznev


E avrebbero raggiunto e sorpassato gli Stati Uniti, se non ci fosse stata la guerra, se non ci fossero stati gli esperimenti di Krusciov.

Perché dopo la morte di Stalin hanno iniziato la "stagnazione" nell'industria, e hanno rovinato il settore economico dell'agricoltura? Perché i semianalfabeti di Krusciov hanno frazionato sul territorio un unico settore dell'economia nazionale, hanno portato allo sfacelo il settore economico dell'agricoltura, liquidando le stazioni statali di macchine agricole e trattori (MTS) e vendendo la tecnica ai kolchoz (?) per una costante crescita dei prezzi, hanno costretto il governo socialista a commerciare con se stessi.

Ai tempi di Stalin, a dire il vero, "la scala di riduzione del sistema dei prezzi era due volte meno", rappresentava lo stesso meccanismo della sola liquidazione del rapporto moneta commercio.

Secondo l'aumento della produttività del lavoro e dell'accumulazione del reddito nazionale costantemente abbassavano i prezzi all'ingrosso, distribuendo i prodotti statali corrispondenti ai costi di produzione. Il libero mercato all'ingrosso dei prodotti non esisteva. Il governo regolarmente abbassava i prezzi al dettaglio, superando il costo di produzione delle merci appena di qualche percentuale.

La produzione dei semilavorati, le imprese non li vendevano a prezzi "contrattati" con altre imprese, producendo da questi semilavorati il prodotto finito, attraverso i negozi a basso prezzo ritornava ai lavoratori di tutte le imprese. Il termine "mercato socialista" e "merce" erano abbastanza relativi, di fatto c'era la ripartizione per il lavoro. I Kolchoz curavano la terra e la tecnica statale. I prezzi invariabili dei loro prodotti si stabilivano con un piano, il loro eccesso si dirigeva soltanto nel settore della circolazione delle merci. Con la programmazione centralizzata, la contabilizzazione stabile dei prezzi (a prezzo di costo) e i prodotti, non poteva esserci squilibrio monetario di massa e sulla quantità di produzione, deficit, inflazione. Negli anni 1960 Krusciov dichiarò la "piena autonomia", confinando nel "successo" l'esperimento di *Schekinskji , corrompendo il complesso dell'economia nazionale in un conglomerato, praticamente non rendendo conto a nessuno della burocrazia dei territori ministeriali. La riforma Kosygin-Brezhnev del 1965 ha scomposto gli stessi territori, frazionandoli in una tenuta-azienda autogestita, orientata non sugli interessi di tutto il popolo, ne sulla riduzione del costo e dei prezzi del prodotto finito, ma al contrario sul "profitto", "valuta in rubli". E Krusciov e Brezhnev non hanno capito che il trasferimento sperimentale delle singole aziende alla "piena autonomia" poteva travasare dalla società il profitto gratis, solamente a spese dei fondi collettivi delle restanti aziende esistenti, prodotti alimentari economici, infrastrutture (abitazioni, trasporti, costruzioni di strade, linee di trasmissione dell’energia elettrica, acquedotti, gasdotti, centrali termiche, asili infantili, ospedali, scuole, istituti scolastici, personale istruito).

Non hanno capito che con i "rapporti diretti" è inevitabile l’anarchia non controllata di tutte le aziende: centinaia di migliaia di vagoni con merci immobilizzati su binari morti, guasti e incidenti di massa, che si ripetono, prezzi che salgono, deficit e speculazione, triplicazione nell'esercito di funzionari burocrati e finanziari di organizzazioni autonome, formazione di economia sommersa, corruzione, estorsioni e altre assimilazioni provenienti dalla Società’ capitalista.

Sono alla ricerca "del profitto" non per gli interessi sociali, ma a "svantaggio" dei palazzi di cultura, ospedali, stadi, asili infantili, dell'abbigliamento a basso prezzo, ecologia, tutela del lavoro. Sono alla ricerca del mitico profitto di mercato gonfiato oltre misura dallo stillicidio dell'investimento di crescita dei paesi dell'occidente esportatori di materie prime, vendendo quasi gratis il petrolio e il gas, comprando in cambio attrezzatura per il petrolio e i gasdotti, proprio per il medesimo primato dell'occidente. Hanno portato vagoni di jeans dall'occidente e regalie ai funzionari corrotti. Hanno corrotto gli amanti delle missioni all'estero che, provenienti dal mercato estero si sono ingegnati a portare il giro del commercio estero oltre il 20% del volume dei fondi circolanti nel paese. Ma questa è solo la punta dell'iceberg inghiottita da una colossale parte di budget.

Sulla creazione delle infrastrutture di servizio del ramo delle materie prime dell'occidente in modo non chiaro si spendevano i sforzi del lavoro in trilioni di rubli. Alcuni decenni fa i commercianti hanno indebolito l'economia socialista, tentando di accoppiare il piano "dell’autogestione e dell’autofinanziamento" delle aziende.




Prima di Gorbaciov a malapena riuscirono a ostacolare il movimento del socialismo, un potenziale troppo resistente. Nel 1913 la Russia zarista fece salire al 4% il prodotto industriale mondiale. Nel 1986 l'URSS aveva una quota corrispondente che ammontava al 20%. Le ricchezze nazionali nel 1987 sono aumentate rispetto al 1913 di 50 volte. E di fronte a 70 anni di potere sovietico, nell'arco dei 20 anni sono capitate le guerre e il ristabilimento dell'economia, mentre nell'arco dei 30 anni sono giunti agli esperimenti rovinosi "dell'autofinanziamento". L'URSS è salita al primo posto nel mondo per il volume della produzione di ghisa, di acciaio, del petrolio, del gas, dei concimi minerali, dei trattori, del cemento armato, del cotone e dei tessuti di lana, delle scarpe, dello zucchero, del grasso animale, del pesce, delle uova, delle patate. Il socialismo ci ha liberato dall'oppressione nazionale, dalla disoccupazione, dallo sfruttamento. Gli uomini vivevano del lavoro in condizioni di difesa sociale, con sicurezza nel futuro. Nel 1987 di giugno il Plenum del Comitato Centrale ha innalzato l'indipendenza in generale, e ha preso la rotta della suddivisione di aziende ormai in "autofinanziamento" di officine, di uffici, di "cooperative", di aziende minori. Questa economia non ha retto.

Negli anni 50-60 si notavano gli economisti degli Stati Uniti che scrivevano che l'economia di mercato è meno economica rispetto alla pianificata, ma questo sarebbe, la paga dell’occidente per la "libertà". Nel 1980 in una conferenza londinese: "L’economia sovietica .." i seri economisti occidentali rilevarono che l'URSS, verso l’anno 2000 può vincere la gara economica contro gli Stati Uniti.

L'economia di mercato dell'occidente esiste solo come austerità di sistema , "il primo mondo consuma l’80% di minerali, di risorse energetiche e umane, il terzo mondo, è al servizio del primo. Sotto la presenza dell'isolamento occidentale l'economia delle risorse del terzo mondo crolla e l'occidente introduce l’austerità pianificata di sistema.

Riguardo il paragone con la Luxemburg questo viene fatto in modo gratuito. Lei ha dato la vita e si è sempre impegnata per il socialismo, Breznev se ne è stato in poltrona e, volente o nolente, non ha agito, o potuto agire. Ecco perché il suo caso è diverso da quello della Luxemburg, ecco perché è diverso da quello ti trotski, che ha agito ma negativamente. Ecco l'unica cosa che separa Breznev dagli altri capi di stato dell'URSS dopo di lui fino all'arrivo di Gorbacev, il fatto che si sia trovato in una situazione politica più accesa rispetto a quella dei suoi futuri successori.

CITAZIONE
Rifiutare a priori i compromessi momentanei è una tattica avventurista.

Aver timore di agire per paura di peggiorare la situazione porta alo fallimento. Se si dovessero pensare a tutti i rischi di una rivoluzione, hai morti, al possibile fallimento, e si avesse timore e si aspettasse che questi non ci siano, la nostra azione sarebbe destinata al fallimento.

CITAZIONE
lo scontro ideologico sull'economia riguarda gli anni '60\'70.

Parlo solo di questo.

CITAZIONE
Questo fatto non è stato giustificato da nessuno

Non puoi giustificare qualcosa a metà, se la giustifichi per intero giustifichi anche questo
 
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noize87
view post Posted on 25/9/2011, 22:57




per rispondere al compagno Klim i "maoisti" (che poi non sono altro che marxisti-leninisti) non vedono il passato di breznev quanto la sua azione pratica che è stata spiegata in maniera molto chiara dal compagno primomaggio alla fine della seconda pagina,e che troviamo anche tra il "pensiero di Mao Tsetung". Come mai non si è fatta autocritica e non si sono posizionati sulla vera linea bolscevica che veniva difesa dalla cina? Perchè npn sono migliorati i rapporti con la Cina stessa? Come mai non si è cercato di estirpare il revisionismo con la lotta ma limitarsi a "contenere i danni"? Semplicemente perchè era una politica che non aveva piu a che fare con la classe operaia,con il marxismo-leninismo e la dittatura del proletariato.Era la politica di un secondo polo imperialista.



Noi procediamo con piena coscienza, fermezza ed inflessibilità verso la rivoluzione socialista, sapendo che essa non è separata da una muraglia cinese dalla rivoluzione democratica borghese, sapendo che SOLTANTO LA LOTTA deciderà in quale misura (in fin dei conti) riusciremo ad avanzare, quale parte del compito incomparabilmente elevato noi adempiremo, quale parte delle nostre vittorie consolideremo.

Lenin ("per il quarto anniversario della rivoluzione d'ottobre")



bellissimo articolo anche quello di staliznev! i miei complimenti,compagno!
 
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view post Posted on 25/9/2011, 23:09
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Io credo che anche nel libro di Gossweiler "Contro il revisionismo" ci siano spunti veramente interessanti per l'analisi della continuità sostanziale tra Kruscev e Breznev.
Cari compagni, le difficoltà incontrate dalla direzione brezneviana sono una bazzecola rispetto a quelle incontrate dalla direzione di Lenin e di Stalin.
Le difficoltà non possono essere un attenuante per le deviazioni dal marxismo-leninismo quando si parla del massimo dirigente del Partito Comunista dell'Unione Sovietica.
 
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view post Posted on 26/9/2011, 01:21
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Aggiungo a quanto detto dal compagno Carre che il revisionista si distingue dal comunista per come affronta, soggettivamente, le difficoltà oggettive. Il primo le affronta da sinistra e verso sinistra, cioè per conto degli interessi del proletariato e rafforzando la tendenza verso il comunismo. Il secondo le affronta da destra e verso destra, cioè per conto degli interessi della borghesia e rafforzando la tendenza a perpetuare o ristabilire, a seconda dei casi, il capitalismo.
 
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Leonid Brezhnev
view post Posted on 26/9/2011, 17:47




CITAZIONE (primomaggio1945 @ 26/9/2011, 02:21) 
Aggiungo a quanto detto dal compagno Carre che il revisionista si distingue dal comunista per come affronta, soggettivamente, le difficoltà oggettive. Il primo le affronta da sinistra e verso sinistra, cioè per conto degli interessi del proletariato e rafforzando la tendenza verso il comunismo. Il secondo le affronta da destra e verso destra, cioè per conto degli interessi della borghesia e rafforzando la tendenza a perpetuare o ristabilire, a seconda dei casi, il capitalismo.

Sarebbe superfluo affrontare determinate difficoltà e tentare di superarle senza una analisi dialettica di esse e la loro contesualizzazione all'interno di periodi storico-politici.

Marx ed Engels ci insegnano che il fatto di analizzare i fenomeni naturali e, di conseguenza, anche quelli sociali, decontestualizzandoli, separandoli dall'ambiente all'interno del quale essi si manifestano e che riveste un ruolo determinente per quanto concerne l'evoluzione delle loro caratteristiche, costituisce un errore.
 
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Staliznev
view post Posted on 26/9/2011, 18:09




Chi non osa non vince. Scusate la citazione nazi, ma c'è verità. Quando Breznev è rimasto fermo ha, volente o nolente, fatto si che il revisionismo avanzasse, e questo ha portato alle conseguenze che sappiamo, poiché tutti i capi di stato da Kruscev a gorbacev hanno contribuito in piccolo o in grande a far cadere l'Unione, non importa siano stati consenzienti oppure no.
 
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noize87
view post Posted on 26/9/2011, 18:53




CITAZIONE (Leonid Brezhnev @ 26/9/2011, 18:47) 
CITAZIONE (primomaggio1945 @ 26/9/2011, 02:21) 
Aggiungo a quanto detto dal compagno Carre che il revisionista si distingue dal comunista per come affronta, soggettivamente, le difficoltà oggettive. Il primo le affronta da sinistra e verso sinistra, cioè per conto degli interessi del proletariato e rafforzando la tendenza verso il comunismo. Il secondo le affronta da destra e verso destra, cioè per conto degli interessi della borghesia e rafforzando la tendenza a perpetuare o ristabilire, a seconda dei casi, il capitalismo.

Sarebbe superfluo affrontare determinate difficoltà e tentare di superarle senza una analisi dialettica di esse e la loro contesualizzazione all'interno di periodi storico-politici.

Marx ed Engels ci insegnano che il fatto di analizzare i fenomeni naturali e, di conseguenza, anche quelli sociali, decontestualizzandoli, separandoli dall'ambiente all'interno del quale essi si manifestano e che riveste un ruolo determinente per quanto concerne l'evoluzione delle loro caratteristiche, costituisce un errore.

Permettimi una domanda compagno leonhid.
visto che si parla di dialettica, tra la lotta ideologica (quindi di classe) tra il revisionismo sovietico e la Cina te da che parte ti schieri?Difendi la politica marxista-leninista di Mao (e la sua pratica,la sua lotta contro il revisionismomoderno) o l'urss (che era contrapposta anche alla cina).in seno al movimento operaio internazionale ti schieri dala parte del revisionismo (l influenza borghese in seno alla classe operaia-diventata per la prima volta grazie alla svolta di kruscev potere di stato) o della rivoluzione,del marxismo-leninismo? vi era una fortissima lotta ideologica tra i due paesi non certo una convergenza. l imperialismo sovietico era,per la Cina,oltre che ampiamente dimostrato grazie ai compagni e soprattutto a Mao,pari all imperialismo yankee,era una competizione economica tra due imperialismi come puo essere oggi quello americano e cinese.Stando al contesto storico chi rappresentava realmente gli interessi del proletariato internazionale,la Cina o l urss. Ma se la risposta in questo caso fosse la seconda ammettiamo di fatto che il revisionismo puo' in alcune condizioni storiche "sfavorevoli"( :lol: oggi quindi è impensabile il socialismo) essere il rappresentante della classe operaia.in queste condizioni storiche "sfavorevoli" viene tralasciato da parte dei sostenitori di breznev il ruolo svolto dalla Cina,lo sviluppo che ha apportato al marxismo-leninismo proprio grazie a questa lotta.Alla faccia della dialettica!Bombardare il quartier generale,fare la rivoluzione,questo è cio che in poche parole ci insegna il compagno Mao quando la borghesia si mette alla testa del partito comunista dello stato socialista,quando si "retrocede" (come è successo in Urss).

 
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view post Posted on 26/9/2011, 19:07
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CITAZIONE
Chi non osa non vince. Scusate la citazione nazi, ma c'è verità.

Cari compagni, non so cosa dicevano i nazi...ma mi sembra che la frase più giusta, per noi comunisti, da citare quando si vuole esprimere il concetto dell'”azzardo” rispetto all'azione sia “osare lottare – osare vincere” di maotsetunghiana memoria.
Detto questo devo affermare che non sono d'accordo su una visione di Breznev quale testimone inerte del corso revisionista dell'Urss, dato che egli fu uno dei principali dirigenti sovietici, se non il principale, per circa un ventennio, dalla caduta di Kruscev al 1982. Come si può esimerlo da responsabilità attive nello sfacelo delle conquiste dell'Ottobre e della costruzione del socialismo, che andò dal 1956, con l'instaurazione del revisionismo krusceviano, al 1991 gorbaceviano? Breznev non fu un testimone degli eventi, il che già ne comporterebbe a suo carico una colpa enorme viste i ruoli ufficiali che ricoprì, ma un esecutore della politica revisionista.
Egli fu differente dagli altri dirigenti revisionisti dell'Urss, ma non per questo egli non fu un revisionista. Se Kruscev rappresentò la fazione borghese della reintroduzione del capitalismo nella struttura economica, Breznev quella della tutela degli interessi della borghesia-burocrazia di partito e di apparato rispetto alle forze borghesi che emergevano dalla sfera strutturale e infine Gorbacev rappresentò la definitiva liquidazione sia a livello strutturale che sovrastrutturale delle conquiste della rottura rivoluzionaria del 1917 e dell'edificazione socialista. I contrasti interni a questo campo furono fondamentalmente sviluppo di contraddizioni all'interno del nemico: una lotta all'interno delle quale una certa parte degli interessi materiali di conservazione delle conquiste socialista è vero fu appannaggio della cosiddetta sinistra del Pcus, cioè della fazione brezneviana, ma non in nome della classe proletaria e dell'avanzamento del socialismo e del comunismo, ma solo perchè gli interessi di tale fazione borghesia di stato ad esercitare un potere burocratico, parassitario e speculativo sul settore statale coincidevano con il suo mantenimento in tale status quo, fermando il “liberismo” krusceviano e gorbaceviano. Alla lunga però la borghesia di stato tese a riciclarsi come borghesia vera e propria e da qui si arrivò allo sfaldarsi della fazione brezneviana a favore di quella gorbaceviana. Lo stesso si può dire per la contraddizione con gli Usa e il campo imperialista: Breznev vi si contrappose in molti casi, ma non dal punto di vista proletario, ma in nome d'un socialimperialismo che contendeva agli imperialisti tradizionali il dominio sul globo.
Del resto gli assiomi ideologici di Kruscev, Breznev e degli altri rinnegati arrivati al potere in Urss furono di fondo gli stessi: nessuno tornò mai indietro dal congresso del 1956, a dimostrazione d'un revisionismo deciso ha distruggere come un cancro il movimento comunista. È per colpa di questi “signori” che oggi noi comunisti scontiamo una crisi epocale ed è criticandone in senso rivoluzionario la nefanda opera che possiamo riemergere come forza storica.

Edited by primomaggio1945 - 26/9/2011, 20:10
 
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Leonid Brezhnev
view post Posted on 26/9/2011, 19:09




CITAZIONE (noize87 @ 26/9/2011, 19:53) 
CITAZIONE (Leonid Brezhnev @ 26/9/2011, 18:47) 
Sarebbe superfluo affrontare determinate difficoltà e tentare di superarle senza una analisi dialettica di esse e la loro contesualizzazione all'interno di periodi storico-politici.

Marx ed Engels ci insegnano che il fatto di analizzare i fenomeni naturali e, di conseguenza, anche quelli sociali, decontestualizzandoli, separandoli dall'ambiente all'interno del quale essi si manifestano e che riveste un ruolo determinente per quanto concerne l'evoluzione delle loro caratteristiche, costituisce un errore.

Permettimi una domanda compagno leonhid.
visto che si parla di dialettica, tra la lotta ideologica (quindi di classe) tra il revisionismo sovietico e la Cina te da che parte ti schieri?Difendi la politica marxista-leninista di Mao (e la sua pratica,la sua lotta contro il revisionismomoderno) o l'urss (che era contrapposta anche alla cina).in seno al movimento operaio internazionale ti schieri dala parte del revisionismo (l influenza borghese in seno alla classe operaia-diventata per la prima volta grazie alla svolta di kruscev potere di stato) o della rivoluzione,del marxismo-leninismo? vi era una fortissima lotta ideologica tra i due paesi non certo una convergenza. l imperialismo sovietico era,per la Cina,oltre che ampiamente dimostrato grazie ai compagni e soprattutto a Mao,pari all imperialismo yankee,era una competizione economica tra due imperialismi come puo essere oggi quello americano e cinese.Stando al contesto storico chi rappresentava realmente gli interessi del proletariato internazionale,la Cina o l urss. Ma se la risposta in questo caso fosse la seconda ammettiamo di fatto che il revisionismo puo' in alcune condizioni storiche "sfavorevoli"( :lol: oggi quindi è impensabile il socialismo) essere il rappresentante della classe operaia.in queste condizioni storiche "sfavorevoli" viene tralasciato da parte dei sostenitori di breznev il ruolo svolto dalla Cina,lo sviluppo che ha apportato al marxismo-leninismo proprio grazie a questa lotta.Alla faccia della dialettica!Bombardare il quartier generale,fare la rivoluzione,questo è cio che in poche parole ci insegna il compagno Mao quando la borghesia si mette alla testa del partito comunista dello stato socialista,quando si "retrocede" (come è successo in Urss).

Ovviamente ritengo sia maggiormente appropriato che io sia giudicato dagli altri Compagni in merito alla mia fedeltà alla causa Marxista-Leninista, ma personalmente mi reputo fedele ai maestri teorico-ideologici del Marxismo, ovvero Marx; Engels; Lenin; Stalin e Mao. Per quanto concerne quest'ultimo, la sua avversione nei confronti del Revisionismo Kruscioviano è totalmente condivisbile e comprensibile, tuttavia l'unico errore da egli commesso consiste nel fatto, a mio parere, di non aver colto le divergenze all'interno del Partito fra la fazione revisionista, rappresentata da Kosygin e Podgorny, e quella Marxista-Leninista, rappresentata da Brezhnev; Ponomarenko e Gromyko. Mao considerò revisionisti tutti i dirigenti sovietici a partire da Krusciov, il che costituisce un errore, in quanto non si tiene conto delle dinamiche di tale contrasto all'interno del Partito, il quale non venne palesato a causa di motivi che sono già stati chiaramente esposti. In seguito alla defenestrazione di Krusciov avvenuta nel 1964, all'interno del Partito Comunista Sovietico avvenne un fenomeno analogo a quello avventuto in precedenza concernente la lotta contri il Trotzkismo. L'unica differenza consiste nel fatto che le condizioni materiali per la eliminazione totale della fazione revisionista erano assenti.
Si accusa altresì Brezhnev di non aver attuato alcun provvedimento di rilievo in ambito economico, ma si tralasciano gli otto Piani Quinquennali che contribuirono a rendere l'Unione Sovietica maggiormente competitiva con le potenze imperialiste senza necessariamente introdurre Rapporti di Produzione Capitalistici, come avvenuto nella Cina post-maoista guidata dai Revisionisti di Deng Xiaoping, che riuscirono (inspiegabilmente?) a rimanere nella dirigenza del Partito nonostante gli sforzi anti-revisionisti di Mao.

Concludendo, sull'argomento ho espresso le mie considerazioni in varie occasioni e presso molteplici sedi, e quello che era necessario dire è stato detto, per cui non vorrei risultare monotono insistendo sulle mie posizioni.
 
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noize87
view post Posted on 26/9/2011, 19:20




non ti volevo offendere compagno leonid,nè tantomeno giudicare.

inoltre nel testo che ho citato vi sono spiegati i motivi per cui Mao giudica revisionista breznev e la sua politica e le risposte che sono arrivate in difesa di leonid mi sembrano,sempre a mio parere,scarse,e non confutano ciò che è stato riportato.
 
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107 replies since 24/9/2011, 16:17   4839 views
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