Comunismo - Scintilla Rossa

La cosiddetta "dottrina Breznev" è una vera e propria dottrina dell'egemonia, Mao Tse-tung

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noize87
view post Posted on 24/9/2011, 16:17 by: noize87




LA COSIDDETTA "DOTTRINA BREZNEV" E' UNA VERA E PROPRIA DOTTRINA DELL'EGEMONIA


Per praticare ulteriormente la sua politica socialimperialista di aggressione e di espansione, la cricca rinnegata di Breznev ha sviluppato il revisionismo krusceviano e ha escogitato una serie di “teorie” fasciste conosciute sotto il nome di “dottrina Breznev”.Vediamo ora che roba è questa “dottrina Breznev”.

1. La “teoria della sovranità limitata”
Breznev e soci pretendono che difendere i cosiddetti “interessi del socialismo” significa difendere “la loro sovranità suprema”. Essi dichiarano apertamente che il revisionismo sovietico ha il diritto di decidere il destino di qualsiasi altro paese, “incluso il destino della sua sovranità".
Che “interessi del socialismo”! Siete proprio voi che avete sovvertito il sistema socialista nell’Unione Sovietica e portato avanti la vostra linea revisionista della restaurazione capitalista in alcuni paesi dell’Europa orientale e nella Repubblica popolare di Mongolia. Quelli che voi chiamate gli “interessi del socialismo” sono esattamente gli interessi del socialimperialismo revisionista sovietico, gli interessi del colonialismo. Voi imponete la “sovranità suprema” di un sovrano agli altri popoli, il che significa che la sovranità degli altri paesi è “limitata”, mentre il vostro potere di disporre di questi paesi è “illimitato”. In altre parole, voi avete il diritto di comandare gli altri paesi, mentre essi non hanno il diritto di opporsi a voi; voi avete il diritto di calpestare gli altri paesi, mentre essi non hanno il diritto di opporre resistenza. Hitler gridò a pieni polmoni di avere il “diritto di dominare gli altri”. Dulles e soci hanno a loro volta strombazzato che il concetto della sovranità nazionale “è diventato fuori moda"e che la “sovranità di un singolo Stato” dovrebbe cedere il posto a una cosiddetta “sovranità congiunta”. Da ciò risulta chiaro che la “teoria della sovranità limitata” di Breznev non è che una nuova versione di frasi pazzesche pronunciate dagli imperialisti.

2. La “teoria della dittatura internazionale”
Breznev e soci proclamano che essi hanno il diritto di “concedere aiuti militari a un paese fratello per allontanare il pericolo che incombe sul sistema socialista”.
Essi dicono: “Lenin previde” che lo sviluppo storico “avrebbe trasformato la dittatura del proletariato da una dittatura nazionale in una dittatura internazionale, capace di influenzare in maniera decisiva l’intera politica mondiale”.
Questa banda di rinnegati ha completamente distorto l’idea di LeninNel suo articolo Primo abbozzo di tesi sulle questioni nazionale e coloniale, Lenin si riferì alla “trasformazione della dittatura del proletariato da nazionale (cioè esistente in un solo paese e incapace di determinare la politica mondiale) in internazionale (vale a dire in dittatura del proletariato attuata almeno in alcuni paesi progrediti e capace di esercitare un’influenza decisiva su tutta la politica mondiale)”. Ciò che Lenin intende è perseverare nell’internazionalismo proletario e propagandare la rivoluzione mondiale proletaria. Ma la cricca dei rinnegati revisionisti sovietici è giunta fino al punto di svuotare questo brano di Lenin del suo spirito rivoluzionario proletario e ha apertamente inventato la pretesa “teoria della dittatura internazionale” usandola come base “teorica” per giustificare il suo intervento militare e la sua occupazione militare nei confronti di alcuni paesi dell’Europa orientale e della Repubblica popolare di Mongolia. La “dittatura internazionale” di cui voi parlate, non è che il dominio e l’asservimento degli altri paesi da parte dei nuovi zar. Forse pensate, innalzando l’insegna degli “aiuti a un paese fratello”, di poter usare le vostre forze militari per malmenare un altro paese o di poter inviare a vostro piacimento le truppe in un altro paese per infestarlo?
Inalberando la bandiera delle “truppe alleate”, avete invaso la Cecoslovacchia. Che differenza c’è tra questo e l’invasione della Cina da parte delle forze congiunte delle otto potenze nel 1900, l’intervento armato di 14 paesi nell’Unione Sovietica e l’aggressione di 16 paesi organizzata dall’imperialismo USA contro la Corea?

3. La “teoria della comunità socialista”
Breznev e soci hanno strombazzato che “la comunità dei paesi socialisti è un’entità inseparabile” e che è necessario rafforzare “l’unità d’azione” della “comunità socialista”. Che “comunità socialista”! Essa non è che un sinonimo per l’impero coloniale di cui voi siete la metropoli. Le relazioni tra autentici paesi socialisti, grandi o piccoli, devono essere basate sul marxismo-leninismo, sui principi di completa uguaglianza, rispetto dell’integrità territoriale, rispetto della sovranità e dell’indipendenza nazionale e reciproca non ingerenza negli affari interni e sui principi internazionalisti proletari di mutuo appoggio e di mutua assistenza. Ma voi avete calpestato gli altri paesi e li avete ridotti a uno stato di subordinazione e di dipendenza. L’“unità d’azione” di cui parlate, non significa altro che l’unificazione sotto il vostro controllo della politica, dell’economia e degli affari militari degli altri paesi. Con il termine “inseparabile”, voi intendete vietare agli altri paesi di liberarsi dal vostro controllo e dall’asservimento a voi. Ciò non significa forse che voi tentate apertamente di asservire i popoli degli altri paesi?

4. La “teoria della divisione internazionale del lavoro”
Breznev e soci hanno notevolmente sviluppato questa assurdità predicata da Kruscev parecchio tempo fa. Essi non solo hanno applicato questa “divisione internazionale del lavoro” ad alcuni paesi dell’Europa orientale e alla Repubblica popolare di Mongolia, come abbiamo detto sopra, ma l’hanno anche estesa ai paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina. Essi affermano che solo “cooperando” con il revisionismo sovietico, i paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina saranno in grado di “creare una economia nazionale indipendente”Essi dicono: “Questa cooperazione offre all’Unione Sovietica una maggiore possibilità di utilizzare più ampiamente la superiorità della divisione internazionale del lavoro. Noi potremo comprare in questi paesi crescenti quantità di loro merci tradizionali, cotone, lana, cuoio e pelle, concentrati di minerali di metalli non ferrosi, oli vegetali, frutta, caffè, semi di cacao, tè e altre materie prime oltre che una serie di manufatti”.Altro che “merci tradizionali”! È un peccato che questa lista non sia completa. Ad essa bisognerebbe aggiungere petrolio, caucciù, carne, ortaggi, riso, iuta, zucchero di canna, ecc.
Agli occhi del pugno di oligarchi revisionisti sovietici, i popoli dei paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina sembrano essere destinati a offrire loro, di generazione in generazione, queste cosiddette “merci tradizionali”. Che razza di “teoria” è questa? I colonialisti e gli imperialisti hanno tempo fa predicato che bisognava decidere della produzione di ogni paese sulla base delle sue condizioni.naturali e hanno obbligato i paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina a trasformarsi in fonti di materie prime e a rimanere in uno stato di arretratezza, in modo da permettere ai paesi industriali capitalisti di procedere, nella maniera più comoda, allo sfruttamento coloniale più spietato. La cricca revisionista sovietica ha ereditato proprio questa politica coloniale dell’imperialismo. La sua “teoria della divisione internazionale del lavoro” significa: “l’Unione Sovietica industriale, l’Asia, l’Africa e l’America Latina agricole” oppure “l’Unione Sovietica industriale con l’Asia, l’Africa e l’America Latina come fabbriche ausiliarie di lavorazione”.
Basati sui principi dell’uguaglianza e del vantaggio reciproco, gli scambi di merci fatti in funzione dei bisogni di ciascuno, come anche il mutuo aiuto tra gli autentici paesi socialisti e i paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina hanno lo scopo di promuovere lo sviluppo di una economia nazionale, indipendente e autonoma in questi ultimi paesi. Ma la “teoria della divisione internazionale del lavoro” predicata dal pugno di oligarchi revisionisti sovietici mira semplicemente a sottoporre i paesi dell’Asia, dell’Africa e dell’America Latina alla penetrazione, al controllo e al saccheggio, a estendere la loro sfera d’influenza e a imporre a questi paesi il nuovo giogo del colonialismo revisionista sovietico.

5. La “teoria degli interessi coinvolti”
Breznev e soci dichiarano rumorosamente: “L’Unione Sovietica che in quanto grande potenza mondiale ha legami internazionali molto sviluppati, non può restare passiva di fronte a eventi che, pur essendo lontani geograficamente, concernono la nostra sicurezza e la sicurezza dei nostri amici”. Essi sbraitano con arroganza: “La flotta sovietica” deve “andare là dove lo richiedono gli interessi della sicurezza del nostro paese”! È ammissibile che un paese, perché è una grande potenza, collochi i suoi interessi in tutte le regioni del mondo e metta le sue mani su tutto il globo con propositi di espansione? È ammissibile che un paese, perché ha legami internazionali molto sviluppati, invii dappertutto le sue cannoniere a scopo d’intimidazione e d’aggressione? Questa “teoria degli interessi coinvolti” è il tipico argomento di cui si servono gli imperialisti per giustificare la loro politica d’aggressione nel mondo. Quando i vecchi zar si abbandonarono all’espansione, inalberavano proprio la bandiera degli “interessi della Russia”. Da paarte sua, l’imperialismo USA ha ripetutamente sbraitato che gli Stati Uniti “si assumono la responsabilità non solo della propria sicurezza, ma anche della sicurezza di tutti i paesi liberi” e che sono pronti a “difendere la libertà dove si dimostra necessario”. Che sorprendente somiglianza tra i discorsi dei revisionisti sovietici e quelli dei vecchi zar e degli imperialisti USA!
La cricca dei rinnegati revisionisti sovietici che è da tempo fallita sul piano ideologico, teorico e politico, non è assolutamente in grado di produrre qualcosa di presentabile; essa non può che raccattare un po’ del ciarpame dall’imperialismo e, dopo avervi apportato qualche ritocco, tira fuori una cosiddetta “dottrina Breznev”.
Questa “dottrina Breznev” è un imperialismo con l’etichetta di “socialismo”, una vera e propria dottrina dell’egemonia e un neocolonialismo nudo e crudo.


Tratto da Mao Tse-Tung, Opere complete, vol. 24, "Leninismo o socialimperialismo"

Edited by Sandor_Krasna - 22/3/2015, 13:47
 
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