CITAZIONE (Khleb @ 5/6/2021, 12:17)
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Dal punto di vista storiografico è errato affermare che Gesù non sia mai esistito.
Non ti sembra un po' azzardata st'affermazione? storiograficamente forse non è nemmeno molto corretto affermare che sia esistito, come pretenderebbero gli esegeti della tradizione. Poi sicuramente qualche personalità, o forse anche più di una, che abbiano svolto un ruolo di rottura e motore del processo che porterà alla formazione delle comunità cristiane primitive (queste sono le uniche cose certe) sicurmente ci sarà stato, come anche diceva carre di santoni jesus-like ce n'erano parecchi ai tempi fra le sette ebraiche. Sul Gesù storico teorie ne sono state sciorinate a iosa, e quelle della sua esistenza non sono molto convincenti. Tu giustamente ti soffermi sui dissidi fra i primi fondatori/propagatori e sicuramente sti personaggi possono avere una consistenza storica maggiore di "Gesù".
No, non è affatto azzardata dato che l'ipotesi più probabile a livello storiografico è che qualcuno - che possa essere ricondotto all'identità del Nazareno - sia effettivamente esistito. Attualmente nessuno storico serio affermerebbe il contrario a livello accademico e se lo fai ti ridono anche un po' in faccia. È anzi azzardato affermare - come fai tu - che sarebbe più probabile la sua inesistenza. Non so cosa c'entrino con la ricerca storica seria i cosiddetti "esegeti della tradizione" che citi. Io parlo di ricerca storica ed accademica. La tesi classica dei "mitologisti"(secondo cui Gesù sarebbe unicamente un mito elaborato da una molteplicità di creativi inventori) è stata vagliata dalla storiografia laica e scientifica, e attraverso criteri seri è stata semplicemente decostruita e falsificata. Può piacere o non piacere, ma è cosi. A me pare che tu stia riproponendo una serie di tesi ottocentesche ormai superate.
Inoltre non mi soffermo solo sui cosiddetti dissidi. Mi soffermo sul fatto che tutta la cristologia e la tesi della resurrezione, non sono altro che prove del fatto che le prime comunità cristiane dovettero elaborare il fallimento e la morte del proprio "fondatore". Questo non è altro che il criterio storiografico dell'imbarazzo: nessuna comunità religiosa ha alcun interesse a inventare che il proprio fondatore sia morto in maniera umiliante e sia poi stato seppellito da solo come accadeva con i briganti(di modo che non rendessero impuri altri seppelliti nel medesimo sepolcro). Tant'è che dovettero ricamarci sopra una cristologia soteriologica che vedesse la morte seguita dalla resurrezione e poi dalla ascensione, e infine seguita da un profetizzato secondo ritorno "in gloria" alla fine dei tempi.
Qui non si parla di chi sia stato Gesù. Ma del fatto che è del tutto probabile che un qualcuno - riconducibile alla figura del Nazareno - sia effettivamente esistito e sia morto di una condanna umiliante. Punto. Non si sta minimamente affrontando la questione della corrispondenza o meno tra il Gesù evangelico e quello reale o tra quello storico(elaborato dagli storici) e quello reale(a parte per il mio riferimento velocissimo alla questione del proclamarsi Dio).
La questione dei molteplici capi carismatici presenti nelle zone giudaiche non vedo come possa minimamente rientrare nella questione della esistenza o meno di un dato personaggio.
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e quelle della sua esistenza non sono molto convincenti
Mi pare che - invece - ad essere poco convincente - da decenni - sia la tesi della non-esistenza. Non so che ricerca storica sul cristianesimo tu segua, ma questa tua affermazione farebbe quasi pensare che l'ipotesi della sua inesistenza sia accademicamente maggioritaria. È l'esatto contrario: ipotizzarne la non esistenza storica è qualcosa che fa pensare ai mitologisti del settecento e dell'ottocento, non certo alla seria - e scientifica - ricerca storica attuale. Solitamente chi lo fa è guardato con compatimento e si tratta il più delle volte di pseudostorici improvvisati.E non certo per qualche trama dei malvagi esegeti, ma semplicemente perché applicando i vari criteri storiografici, risulta molto improbabile che si siano inventati un fondatore fallito e morto come un cane. Poi sul chi fosse e sul cosa predicasse effettivamente si apre un mondo, anche se pure lì - negli ultimi anni - vi è stata una corrente storiografica che ha attenuato gli elementi di distacco dalla cultura ebraica e ha mostrato la completa ebraicità di Gesù, come anche il fatto che - le sue tesi più apparentemente discordanti dal contesto ebraico, come ad esempio la questione del Sabato - le trovi pari pari nella tradizione rabbinica. Ultimamente fioriscono - parallele - ricerche sul contesto sociale della Galilea e ne sta venendo fuori qualcosa di molto interessante.
Sinceramente mi pare che la questione storiografica dirimente non sia più da decenni se qualcuno di carismatico a capo delle protocomunità giudeocristiane sia stato poi ammazzato come accadeva per schiavi e zeloti armati(questo è pressoché - probabilmente - assodato), ma chi fosse effettivamente il Nazareno e cosa predicasse.
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storiograficamente forse non è nemmeno molto corretto affermare che sia esistito
La storiografia - come saprai - si muove tra ipotesi più o meno probabili, ma smentibili da documentazione futura o da ricerche storiche future. Attualmente è errato affermare che sarebbe più probabile la sua inesistenza, mentre è corretto affermarne la più probabile effettiva esistenza. E non è che me lo inventi io. Basta farsi un giro tra gli studi storici(accademici) dedicati al cristianesimo primitivo.
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che abbiano svolto un ruolo di rottura
Nessuna rottura. Questa la svolge Paolo. Il contesto giudaico non è mai stato monolitico, ma anzi, interessato da varie correnti. Chiunque fosse il Nazareno, non si considerava non-giudeo e anche le prime comunità giudeocristiane gerosolimitane continuarono per lungo tempo ad andare al Tempio. Come esistevano i farisei, gli esseni, sadducei etc.(i quali si consideravano tutti ugualmente giudei e riconoscevano come giudei tutti gli altri) così vi erano anche i seguaci del Nazareno, semplici ebrei legati ad un capo carismatico come già era accaduto per la figura del Battista(con cui Gesù ha somiglianze tipiche di un allievo con il maestro).
È Paolo ad elaborare una effettiva "cristologia alta" prendendo spunto dai fenomeni di divinizzazione della figura del Nazareno già presenti ai suoi tempi e che passarono dal modello della divinizzazione dopo l'ascensione a quello della esistenza dagli inizi dei tempi(sul modello del "Figlio dell'uomo" presente nelle correnti apocalittiche ebraiche) e infine a quello - attualmente ancora presente - del proclamarne sia l'esistenza misteriosa prima della nascita e sia la divinità fin da prima della nascita.
Tutto questo era sconosciuto alle prime comunità giudeocristiane legate a Cefa e Giacomo: queste - con tutta probabilità - si limitavano proprio al massimo a proclamarne la preesistenza misteriosa, ma in maggioranza avevano un atteggiamento cristologico adozionistico(Gesù adottato come "figlio prediletto" a seguito del battesimo nel Giordano).
Ed è sempre Paolo a chiarire la funzione di quel fatto storico imbarazzante: la crocifissione. Essa era stata probabilmente variamente elaborata solo in forma "negativa"(la morte negata dalla finale resurrezione), ma senza mai dare un contenuto positivo alla crocifissione stessa. È Paolo(o comunque le comunità vicine a lui) ad elaborare in maniera coerente la teoria della crocifissione come sacrificio offerto a Dio per ricomporre l'amicizia tra uomo e Dio(sul modello dei sacrifici offerti nel Tempio per lavare i peccati commessi); ed è sempre lui a rifiutare la salvezza intesa come rigore alla Legge in vista della fine dei tempi. Al suo posto - Paolo - propone una salvezza mediante la morte innocente del Messia. Qui abbiamo la vera rottura che laceró i rapporti con la comunità gerosolimitana, la quale poi - a seguito delle diaspore - andò completamente scomparendo.
Edited by Ruhan - 5/6/2021, 18:39