Comunismo - Scintilla Rossa

La "vita artificiale" di Craig Venter

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ddr82
view post Posted on 6/8/2011, 00:30




articolo del giugno 2010 de il bolscevico, rigurdo la presunta "vita artificiale", ottenuta dal miliardario biologo americano Graig Venter.
che dio con la vita centrasse poco già lo sapevamo dagli esperimenti sovietici e americani sugli aminoacidi autoaggreganti degli anni '50, che diedero ragione alle teorie di Oparin


Creata la vita artificiale?

Giovedì 20 maggio 2010 il team di scienziati coordinato da Craig Venter, proprietario del "Craig Venter Institute" di Rockville in California, ha pubblicato sulla rivista Science un articolo dal titolo "Creation of a Bacterial Cell Controlled by a Chemically Synthesized Genome": "Creazione di una cellula batterica controllata da un genoma sintetizzato chimicamente".

L'enfasi mediatica
I mass-media occidentali hanno già scritto fiumi d'inchiostro su quello che sarebbe il contenuto essenziale di questa ricerca, niente meno che: "la creazione della vita artificiale". Ad accreditare questa tesi, accompagnata da un lungo elenco di virtù taumaturgiche, sono state le dichiarazioni rilasciate dallo stesso Venter: "Abbiamo progettato, sintetizzato e assemblato cellule capaci di auto replicarsi", "comincia l'era post-genomica", "È la prima cellula sintetica mai costruita", "Questa è la prima specie auto-replicante esistente sul pianeta Terra il cui padre è un computer". Dall'enfasi alla megalomania il passo è breve: "Penso che sia davvero un risultato importante, sia dal punto di vista scientifico sia da quello filosofico. Di sicuro ha cambiato il punto di vista sulla definizione della vita", "il punto di arrivo delle mie scoperte sarà molto probabilmente una forma vivente interamente costruita in laboratorio e programmata per una funzione precisa", "La cellula artificiale è uno strumento davvero potente per progettare tutto quello che vogliamo far fare alla biologia. Abbiamo in mente un grandissimo numero di possibili applicazioni".
Sarà, per adesso la prima applicazione della sua invenzione è stata squisitamente politica. E già, perché in tempi di crisi economiche e finanziarie, di guerre imperialiste, di massacri sociali e catastrofi ambientali che distruggono la vita delle popolazioni e delle specie viventi, il sistema economico capitalistico aveva proprio bisogno di una ondata di ottimismo nel futuro! Ne aveva bisogno tanto il governo americano quanto la "prestigiosa" scienza borghese a stelle e strisce, così spudoratamente al servizio del grande Capitale da avere perso gran parte della sua credibilità. E non solo negli Usa e nel Golfo del Messico, dove, nonostante il miliardo di euro già spesi, non è ancora riuscita a tappare la falla di petrolio in fondo al mare.
La verità è che la catastrofe ambientale di dimensioni planetarie e senza precedenti nella storia dell'umanità, sta smascherando la subordinazione della scienza e della tecnologia alle esigenze di profitto dei pescecani capitalisti e sta aprendo gli occhi dell'opinione pubblica nei cinque continenti circa le barbarie del sistema economico capitalistico. In questo senso la "svolta scientifica epocale" di Venter ha il sapore del "vaccino della Provvidenza" per contrastare questa presa di coscienza e fare affari.
Del resto dopo l'allarme pandemia mortale d'influenza "suina" rilanciato dall'Oms e che ha solo arricchito gli azionisti di Big Pharma, non tutti sono disposti ad abboccare all'amo della propaganda e di "scoperta shock ad orologeria" parlano già in molti, tra i quali il ricercatore e direttore dell'Ispesl, Livio Giuliani: "Si tratta, ancora una volta, di un evento mediatico. Che non ci sarebbe stato se Craig Venter avesse presentato la sua nuova metodica di modificazione genica per quello che è: una nuova metodica, che impiega il computer, diversamente da altre metodiche, pur fin qui più validate, sotto il profilo dei risultati ottenuti". "La notizia - sottolinea - non avrebbe meritato più di un articolo su una rivista scientifica e più di qualche trafiletto sui giornali di informazione, non senza qualche sarcasmo per avere Craig Venter, infine, ripetuto su un proto-batterio quello che Ian Wilmut aveva fatto 14 anni prima su un animale superiore!". In questo senso - aggiunge - "l'annuncio di Craig Venter non appare tanto dissimile da quelli di Umberto Veronesi o di don Verzé, pure trasformati in eventi politici-mediatici da Silvio Berlusconi, sulla sconfitta del cancro nel giro di tre anni. Ed esso pure viene fatto per gli stessi scopi per cui sono fatti quelli: 1) raccogliere soldi subito (è arrivato l'annuncio che BP finanzierà Craig Venter per mettere a punto un batterio che sciolga la macchia di petrolio); 2) acquisire consenso nell'opinione pubblica e renderlo fruttifero per gli sponsor, anche in futuro (la BP pensa evidentemente di far dimenticare il suo crimine, mostrando di essere volenterosa per il futuro e inducendo a credere che il mondo della scienza risolverà ogni esigenza futura così come il petrolio risolve ogni esigenza attuale)".

Il micoplasma di Venter, non è artificiale e non è una nuova specie
Qual è dunque, in base a queste premesse e alle informazioni disponibili, l'innovazione scientifica apportata dai ricercatori del team di Venter?
Essa sostanzialmente consiste innanzitutto nell'avere (ri)costruito il genoma di un micoplasma, il più piccolo (meno di 500 geni codificanti) organismo unicellulare "procariote" (ossia privo di nucleo, di mitocondri e compartimenti citoplasmatici), parassita polmonare di alcuni ruminanti. Come hanno fatto? Copiandone il genoma naturale, inteso come la sequenza di basi del Dna, e ri-sintetizzandone un grossa parte in laboratorio. Questo obiettivo in realtà era stato già raggiunto nel 2007, quando gli stessi ricercatori avevano annunciato la creazione in laboratorio del primo cromosoma sintetico, quello appunto del Mycoplasma mycoides. La sequenza di nucleotidi era infatti già nota da tempo. Inserita in un data-base genetico ha permesso di fungere da stampo per la riproduzione artificiale, ottenuta grazie ad un sintetizzatore computerizzato di Dna. Per mettere insieme però i diversi pezzi di genoma (circa 10mila basi ciascuna) e ottenere una quantità di genoma sintetico sufficiente per le manipolazioni genetiche Venter e colleghi avrebbero comunque usato un altro microrganismo, il lievito di birra (Saccharomyces cerevisae), come fabbrica cellulare, anche se poi il procedimento di sintesi sarebbe stato diretto e controllato unicamente da un potente software in grado di informare il sintetizzatore di Dna su come smontare e rimontare pezzo a pezzo le doppie eliche del Dna come in una catena di montaggio industriale.
Lo stesso Venter ammette che nel corso di queste procedure si sarebbero persi diversi geni e sequenze (non rese note) rispetto al genoma originale e che prima del trapianto ne sarebbero state aggiunte di nuove (non rese note).
Se fino a qui siamo di fronte al massimo a un "banale" clone di batterio geneticamente modificato, la novità consisterebbe nel passaggio successivo, ossia nell'avere trapiantato questo Dna sintetico di Mycoplasma mycoides in un altro micoplasma privato del suo Dna (il micoplasma capricolum), e nell'avere dimostrato che questo "nuovo" Mycoplasma, chiamato Mycoplasma mycoides JCVI-syn1.0, è capace di riproduzione autonoma.
Ma dove è la scoperta epocale? In pratica i ricercatori hanno "solo" dimostrato di essere riusciti a "copiare" in laboratorio il Dna di un microrganismo, ma è come se avessero impiegato una "macchina usata" per farlo funzionare, ossia un altro microrganismo privato del suo Dna naturale, ma che conserva la funzionalità originaria della sua rete elettromagnetica e chimica (Rna, ribosomi, aminoacidi, proteine, steroli, Atp, etc), ossia i fattori decisivi affinché possano mantenersi in vita i meccanismi di duplicazione e quelli metabolici, nonché i rapporti funzionali con l'ambiente esterno. Non deve destare quindi alcuna meraviglia se il genoma "artificiale", che sarebbe composto da circa un milione di lettere (quello umano ne contiene 3,2 miliardi in ciascuna delle 100 milioni di miliardi di cellule), "si comporta in maniera del tutto simile al Dna naturale, comprese mutazioni acquisite durante il processo di assemblaggio e adattative nel corso dei cicli riproduttivi".
Se c'è un aspetto rilevante di questa ricerca è che Venter ha lavorato "in grande", cioè con un genoma intero, o quasi intero. Solo in questo senso il risultato raggiunto, se reggerà alle successive verifiche sperimentali, può considerarsi un traguardo importante nell'ambito della Microbiologia, dell'Ingegneria Genetica e delle Biotecnologie. Ma è ben altra cosa che la "creazione della vita", fosse anche solo della più piccola delle cellule batteriche!
Il fatto è che a dispetto di questa evidenza Venter afferma: "La chiamiamo cellula sintetica perché è stata ottenuta a partire da un cromosoma artificiale, costruito utilizzando informazioni elaborate in un computer, composti chimici e un sintetizzatore di Dna". Una grande inesattezza sia dal punto di vista tecnico che concettuale per le molteplici ragioni già descritte: 1) la cellula ricevente è di origine "naturale" e solo il genoma, che costituisce una piccola, ancorché importante parte della cellula batterica, è stato creato artificialmente 2) il nuovo organismo è stato creato attraverso un metodo di copia e incolla (e aggiungi) dal genoma di un microrganismo già noto, anch'esso "naturale" 3) se il mycoplasma già esisteva e non lo ha inventato Venter, parlare di cellula artificiale o sintetica non ha alcun senso, tutt'al più trattasi della invenzione di un organismo ricombinante (tecnicamente un nuovo Ogm), come ne esistono ormai tantissimi per produrre tossine, farmaci, vaccini e le più svariate sostanze (vedi l'insulina e gli antibiotici). 4) Se Venter invece di usare una cellula enucleata per impiantare il suo troncone di Dna, avesse usato un liposoma, uno spazio circondato da una membrana lipidica, e poi avesse riscontrato che si riproduce autonomamente avrebbe potuto parlare sì di vita artificiale, ma non lo ha fatto, perché sa bene che l'esperimento sarebbe miseramente fallito, il che dimostra, per inciso, la sua malafede.
Queste critiche stanno prendendo lentamente piede al buio dei riflettori. Molti scienziati sottolineano il tipo di lavoro pubblicato su Science non nasce dal nulla nei super-laboratori di Venter come si vuole far credere, bensì esso è il frutto di decenni di ricerche sui microrganismi, spesso fatte con risorse modeste e mosse dalla pura curiosità di capire il mondo sterminato e affascinante della genetica microbiologica in tantissimi laboratori di tutto il mondo. Si prendono pezzi di Dna e si inseriscono in piccole molecole che poi vengono trasferite nei batteri, come fa di norma la "natura" scambiandosi informazioni genetiche (vedi il noto fenomeno della resistenza agli antibiotici prodotto dai plasmidi).

Conclusioni
L'informazione contenuta nel Dna degli organismi viventi è il risultato di miliardi di anni di evoluzione biologica. Decifrare, leggere e copiare un testo, aggiungervi dei pezzi, è tutt'altra cosa che averne capito e interpretato il significato biologico; ancora adesso il funzionamento, anche di un organismo semplice come un batterio, è ben lontano dall'essere compreso nel suo complesso, men che mai può essere riprodotto artificialmente in toto. Per funzionare infatti, il Dna batterico ha bisogno di una macchina molto complicata, la cellula, un network di informazione chimica ed elettromagnetica che interagisce permanentemente con il Dna e l'Rna, che è in relazione dinamica, e dialettica, con l'ambiente esterno in continuo mutamento, e che assume un ruolo insostituibile non solo nei meccanismi di replicazione e divisione cellulare, ma anche in quelli, potremmo dire preliminari, di duplicazione della doppia elica del Dna.
Per quanto riguarda poi gli organismi pluricellulari un buon esempio di quanto sia infantile e ridicolo il gretto (e a volte interessato) meccanicismo di certi scienziati apologeti del codice genetico e dell'intelligenza artificiale, è il fallimento del "progetto genoma", ossia la decifrazione delle lettere del codice genetico della nostra specie. A dispetto di una spesa enorme di denaro pubblico che avrebbe dovuto servire a spiegare la biologia, la fisiologia e le patologia umane esso ha solo dimostrato che: 1) il numero di geni umani sembra essere 100 volte meno grande rispetto ad organismi "molto semplici", come ad esempio il moscerino della frutta; 2) il significato del 98% del genoma delle cellule umane ci è ancora del tutto sconosciuto, in quanto non è costituito da geni che codificano proteine e non è neanche "Dna spazzatura" come è stato improvvidamente definito; 3) che il dogma centrale della biologia, ossia la trasmissione unidirezionale dell'informazione Dna-Rna-Proteine, è una gigantesca fesseria che ha ostacolato il progresso scientifico per mezzo secolo ed oltre.
9 giugno 2010
 
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ddr82
view post Posted on 6/8/2011, 00:51




approfondimento sul "dogma centrale" in risposta ad una domanda da un lettore

Perché dite che la trasmissione unidirezionale dell'informazione Dna-Rna-Proteine è una gigantesca fesseria?

Cari amici,
sono un ricercatore dell'università di Crotone e da sempre seguo il vostro sito in quanto simpatizzo per voi. Tuttavia nel vostro articolo circa la creazione della vita artificiale avete scritto "che il dogma centrale della biologia, ossia la trasmissione unidirezionale dell'informazione Dna-Rna-Proteine, è una gigantesca fesseria che ha ostacolato il progresso scientifico per mezzo secolo ed oltre".
Perché dite questo? Qual è la vostra posizione scientifica in merito?
Fraterni saluti.
Un ricercatore di Crotone

Caro amico,
il marxismo lo ha già ampiamente chiarito: la scienza, al pari delle altre sovrastrutture, segue la base economica, e ciò vale anche per la biologia molecolare, un campo che ai più potrebbe apparire libero e neutrale.

Il dogma centrale della genetica
La teoria dominante, sintetizzata dal principio "un gene - una proteina", afferma due cose. Primo. Il flusso dell'informazione genetica è monodirezionale, parte cioè dagli acidi nucleici per arrivare alle proteine. Secondo. Il meccanismo di base dell'espressione dei geni e la direzione fondamentale del flusso di informazione genetica si articola in due tappe irreversibili: l'informazione genetica, conservata nella doppia elica del DNA, viene trascritta sotto forma di RNA, il quale viene successivamente tradotto in sequenze di aminoacidi, le proteine.
Secondo questa visione i geni sono fissi, codificano ciascuno una specifica funzione attraverso le proteine, le quali costituiscono l'unica forma operativa dell'informazione contenuta nel genoma, che è inteso quindi come la somma dei geni codificanti. La catena del DNA viene concepita più o meno come una rigida collanina di perle, in cui ogni perla (gene) ha una funzione specifica, ben determinabile, e nella quale esistono chiari confini tra una perla ed una altra (ossia tra un gene e l'altro).

Il meccanicismo genico e il capitale
Questa teoria, pur viziata di gretto meccanicismo, adattandosi molto bene al sistema capitalistico, è stata trasformata in un dogma indiscutibile.
Il gene che può essere definito, rintracciato, il cui prodotto può essere amplificato e di cui si può provare che ha effetti uniformi, può essere infatti brevettato e venduto, sfruttato per ottenere il massimo profitto. In tal modo i genomi delle specie viventi stanno diventando una merce come le altre, tanto che l'ingegneria genetica è già diventata un'industria capitalistica da 74 miliardi di dollari, che solo negli Usa ha brevettato ben 4 mila geni umani (e decine di migliaia di geni di piante, animali, batteri). Nella caccia ai geni le aziende biotecnologiche competono tra loro senza esclusione di colpi: di recente la Decode Genetics ha acquisito i diritti di sequenziamento del Dna di tutti i 300mila abitanti dell'Islanda mentre la Synthetic Genomics di Creig Venter ha ottenuto il monopolio sul copyright dei cloni batterici modificati costruiti nei suoi laboratori.
Lungi dall'aver creato la vita artificiale, anche del più piccolo dei batteri, i genetisti di punta del grande capitale hanno un bisogno vitale, per mantenere la propria posizione di potere o per dare pubblicità alle proprie scoperte, di salvaguardare il "dogma centrale della biologia", presentando le evidenze scientifiche in contraddizione con esso come "paradossi". Senza rendersi conto che di paradosso in paradosso la genetica dominante ha dichiarato il suo fallimento di fronte all'umanità, quando è arrivata ad affermare che la stragrande maggioranza del codice genetico umano sarebbe inutile: "silente", "imbottitura", "spazzatura", "residuo di errori evolutivi".

I paradossi
Ma quali sono le principali scoperte che hanno messo in crisi definitivamente questa visione anti-dialettica della vita? Vediamone alcune.
1) Il progetto "Genoma" ha dimostrato che il numero di geni umani è simile a quello del pesce palla e del moscerino della frutta e che solo il 2,7% del DNA umano si "esprime" (codifica proteine) mentre ben il 97,3% del codice genetico non produce nessuna proteina.
2) Numerosi studi hanno dimostrato che il DNA non codificante proteine è tutt'altro che spazzatura ed ha delle funzioni importanti per tutti gli esseri viventi: a) interagisce attivamente con i geni che sono nelle sue vicinanze; b) conferisce in ogni fase del ciclo cellulare la possibilità di mutare l'architettura tridimensionale del genoma all'interno del nucleo per facilitare l'espressione dei geni (quando e dove questi si accendono o spengono, si esprimono o vengono messi in silenzio); c) negli organismi pluricellulari mantiene la coesione dei cromosomi durante l'appaiamento mitotico e meiotico, facilitando e rendendo possibile la duplicazione del DNA
3) Una gran parte del DNA non codificante è costituito da trasposoni: elementi genetici, costituiti da sequenze di basi altamente ripetute, "sparsi" casualmente o disposte in tandem. Ciascuno di essi è capace di spostarsi da una posizione all'altra del genoma, anche da un cromosoma all'altro, da una cellula all'altra, e persino da un organismo ad un altro, utilizzando un intermedio ad RNA. Il DNA si replica in un filamento di RNA (trascrizione) e questo filamento viene poi copiato a sua volta in un filamento a DNA (trascrizione inversa), che si integra in una nuova posizione nel genoma. Scoperti da Barbara McClintock nel 1940, e a lungo ignorati, questi elementi mobili capaci di creare DNA da RNA sono presenti in quantità variabili nel genoma di tutti gli esseri viventi: dalle piante all'uomo e persino nei batteri.
4) La possibilità del passaggio inverso di informazioni dall'RNA al DNA è una prerogativa anche dei virus ad RNA. È quanto avviene in una cellula "infettata" da un "retrovirus" (un altra definizione errata), il cui nucleocapside contiene molecole dell'enzima trascrittasi inversa, che è in grado di "retrotrascrivere" il genoma del virus da RNA a DNA. Il DNA neosintetizzato viene integrato nel genoma della cellula ospitante (provirus), dove può rimanere silente per periodi di tempo molto variabili (molto lunghi nei Lentivirus). Ciò, per inciso, spiega, i danni mortali causati dal farmaco Azt che blocca la trascrittasi inversa.
5) Nelle cellule umane a fronte di "un pugno" di geni codificanti proteine, "appena" 22.000 (il promotore del progetto genoma umano Renato Dulbecco ne prevedeva almeno 150.000) vengono prodotte circa 90mila proteine. Ciò significa che ad ogni singolo gene corrisponde più di una proteina. In tutte le cellule eucariote (ossia dotate di nucleo), infatti, i trascritti genici sono ricombinati nello "spliceoma", sia nel nucleo che nel citoplasma, così che un singolo "gene" trascritto può dare luogo a molte proteine diverse, e queste a loro volta possono subire ulteriori modificazioni post-trascrizionali e conformazionali nell'apparato di Golgi, sulla membrana, all'esterno o all'interno di cellule diverse da quelle in cui sono prodotte. Un buon esempio è la pro-opio-melanocortina, una proteina, che dà luogo alle endorfine ubiquitarie e ad ormoni con funzioni molto diverse a seconda del tipo di cellula in cui si trova.
6) Queste evidenze hanno risvegliato l'interesse per gli introni (dalla parola errata di "intrusi"): le regioni non codificanti di un gene (eucariotico o di archeobatteri) che, insieme agli esoni, vengono trascritti dalle RNA polimerasi, ma che a differenza di questi ultimi, in seguito al processo di splicing del trascritto primario, non si ritrovano negli "mRNA maturi" che danno luogo a proteine. Gli introni costituiscono circa il 27% del DNA umano. Se ne stanno chiarendo le funzioni: 1) regolano essi stessi lo splicing alternativo, fondamentale per la costruzione di numerose proteine differenti da un unico gene; 2) contengono pezzi di geni, nel caso di geni sovrapposti o geni dentro altri geni; 3) contengono sequenze complementari ad alcuni tratti di DNA sui quali agiscono come regolatori d'espressione genica; 4) all'interno degli introni possono essere presenti SINEs e Alu (vedi punto 8)
7) Per quanto riguarda gli RNA non solo possono retro trascriversi in DNA, operando il trasferimento genico orizzontale, e sono in grado di realizzare la traduzione differenziale delle proteine, ma hanno anche funzioni enzimatiche e strutturali che si ritenevano prerogativa esclusiva di queste ultime. Un buon esempio sono proprio quelle universali macchine per la traduzione del codice che sono i ribosomi. Sono strutture in cui un gran numero di RNA e proteine sono intrecciati in una specie di "coacervato" che da luogo a strutture tridimensionalmente complesse. Esse sono capaci di determinare sia la vita sia la morte delle proteine, essendo anche la scomparsa un processo fondamentale della differenziazione delle cellule staminali, insieme alla metilazione delle citosine che inattivano il DNA.
8) Le sequenze ALU (100-300 bpe) sono gli elementi mobili più abbondanti nel genoma umano (sono più di un milione e rappresentano il 10.7% del genoma umano totale). Codificano per un ribonucleotide (la particella Srp), che entra a far parte della struttura dei ribosomi (Rna 7s) ed è implicato nel trasporto cellulare delle proteine. La sequenza che codifica per questo sRNA nel corso dell'evoluzione è stato duplicato moltissime volte all'interno del nostro genoma. ALU rappresentano la stragrande maggioranza delle sequenze SINEs e sono riscontrabili quasi esclusivamente nei primati, nonostante il ribosoma 7s sia praticamente presente in ogni forma vivente. (microsatelliti e rimescolamento di esoni). Formano nei primati un registro fossile relativamente semplice da decifrare in quanto gli eventi di inserzione di queste sequenze sono fedelmente trasmessi di generazione in generazione e sono facilmente identificabili. Lo studio può rivelare quindi relazioni di discendenza in quanto due individui condivideranno una particolare inserzione se hanno un antenato comune. La maggior parte delle sequenze Alu nel genoma umano possono essere riscontrate anche nelle corrispondenti posizioni dei genomi di altri primati, tuttavia circa 7.000 inserzioni Alu sono tipiche degli uomini!
9) La clonazione è una riproduzione asessuata di un organismo pluricellulare, che prevede il prelevamento e trasferimento del nucleo di un somatocita (cioè di una cellula somatica) dell'organismo da clonare in una nuova cellula uovo della stessa specie dell'organismo da replicare. Ha dimostrato inequivocabilmente che tutta l'informazione per l'avvio di una nuova vita risiede tanto nel nucleo quanto nel citoplasma e nei mitocondri del gamete femminile, mentre il gamete maschile, che è una cellula differenziata per operare il rapido trasferimento del corredo aploide maschile, può essere sostituito da uno qualsiasi dei nuclei prelevati dalle cellule differenziate dello stesso organismo. Decisivo per la riuscita del trasferimento è che l'ovocita e il nucleo donatore siano in sincronia.

La vigilia di una rivoluzione che supera i confini della biologia
Quel che emerge da questa breve carrellata di dati e osservazioni è che il genoma non è "fisso", non è "una nitida collezione di geni isolati ed indipendenti", né "ogni sequenza genica è collegata ad una singola funzione", tantomeno "il flusso di informazione è unidirezionale". Il controllo del processo cellulare, anche il più elementare ciclo di riproduzione di un procariote, coinvolge livelli di movimento della materia che vanno ben al di là dell'oggetto della genetica riduzionistica.
Più in generale queste scoperte dimostrano che i geni, da soli, non spiegano la vita né tanto meno la diversità delle specie viventi. In realtà gran parte della vita animale e vegetale sul nostro pianeta impiega in differenti modi una simile collezione base di geni per produrre organismi molto diversi. Questo significa che ciò che fa di una rana una rana e di una mosca una mosca ha poco a che vedere con la presenza di geni specifici dell'uno o dell'altro organismo, quanto piuttosto è determinato dal modo in cui è regolata l'espressione dei geni nelle diverse cellule, a seconda del grado e del tipo di differenziazione, in quel determinato organismo, in quel determinato momento, in quello specifico ambiente.
Quel che sta emergendo è che i geni operano in rete, e le reti si influenzano a vicenda e spesso sovrappongono le loro funzioni, con le reti degli RNA e delle proteine presenti nel nucleo, che ne permettono e regolano le attività cicliche, ma anche con i processi ribosomiali, post-ribosomiali, mitocondriali e di membrana (interna ed esterna). I check point scandiscono i bioritmi e le direzioni di sviluppo e dipendono da ciò che le cellule acquisiscono dall'esterno. Anche le reti di materia in movimento programmate per formare tessuti, organi ed apparati sono sempre, in ogni momento, modellate sulle base delle necessità dettate dall'assetto dinamico delle rispettive "nicchie", così come dai "macrocicli" degli ecosistemi biologici.
Se d'altra parte la scoperta che i geni codificanti sono sotto l'influenza funzionale e regolativa del nucleoplasma e del citoplasma apre prospettive nuove nella prevenzione e cura delle malattie cardiovascolari e dei tumori, le regioni del DNA non codificanti e mobili si candidano a spiegare qual è il substrato dell'evoluzione darwiniana delle specie. Che traggano origine da virus e batteri simbionti, come i mitocondri, oppure per trasposizione diretta o indiretta, o ancora per crossing over ineguale, queste sequenze se trasferite in linee cellulari di staminali adulte, ormai identificate in tutti gli organi e tessuti, sono capaci (vedi le sequenze Alu che si inseriscono negli introni), di fare acquisire agli individui nuove funzioni vantaggiose, rimodulando e rimodellando le reti geniche e proteiche implicate nella respirazione, nel metabolismo, nel cambiamento di forma, nei processi di mitosi e differenziazione.
Non sappiamo ancora dove porterà questa esplosione cambriana di nuove conoscenze in campo biologico, quel che è certo è che siamo alla fine di un buio cinquantennio caratterizzato dalla mancata comprensione del rapporto dialettico tra i geni e non geni, tra nucleo e citoplasma, tra i "corpi cellulari" e gli organismi nel loro complesso, che ha avuto lo stesso paralizzante effetto sul progresso scientifico del dualismo mente-corpo che ha dominato in lungo e in largo la cultura scientifica dell'Occidente dal tempo di Cartesio. Figlie della divisione del lavoro e della divisione in classi della società queste separazioni artificiali di unità indissolubili hanno alimentato la superspecializzazione della scienza capitalistica e borghese, che di conseguenza oramai non riesce più ad andare oltre la sterile catalogazione di dati ed esperimenti. La definitiva sconfitta del dogmatismo genetico sta finalmente diradando la nebbia che per decenni ha offuscato la visione degli scienziati. Il futuro è nell'integrazione dei saperi: paleontologia, embriologia e fisiologia comparata, microbiologia (funzione evolutiva e simbiotica di virus e batteri), epigenetica (che comprende la cromosomica, la ribosomica, la proteomica tridimensionale, nonché la scienza dell'influenza sull'espressione genica della posizione delle cellule nello spazio), etologia e fisica quantistica, possono permettere all'uomo di comprendere i segreti dell'energia vitale, le sue origini, le sue "infinite" forme di espressione.

14 luglio 2010
 
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MDCCXCIII
view post Posted on 6/8/2011, 10:08




Potresti indicare la fonte?
 
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Varshavîanka
view post Posted on 6/8/2011, 10:21




CITAZIONE
che il dogma centrale della biologia, ossia la trasmissione unidirezionale dell'informazione Dna-Rna-Proteine, è una gigantesca fesseria che ha ostacolato il progresso scientifico per mezzo secolo ed oltre.

potrebbero pure spiegare in sintesi perchè è una fesseria
 
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ddr82
view post Posted on 6/8/2011, 11:30




entrambi gli articoli sono stati pubblicati da il bolscevico, il primo nel giugno ed il secondo nel luglio del 2010.

nel secondo articolo, mi pare dai punti 5 o 6 in poi si spiega la questione: a volerla riassumere in due parole, la "trascrizione inversa" permette di "contavvenire" al dogma (dna-->trascrizione-->rna-->traduzione-->proteine, con connesso 1gene=1proteina), invertendolo (rna-->"retrotrascrizione"-->dna, con annesso 1gene-->splicing alternativo=tante proteine).
il punto centrale, come avevo scritto in proposito nella discussione sul gay pride e l'omosessaulità, è che i geni nn sono l'unico "centro", e nei geni c'è scritto qualcosa ma nn tutto: l'epressione (fenotipo) nei viventi (sia un batterio innocuo, o sia una megattera di 30 metri) è regolata da interazioni complesse tra il materiale genetico (genotipo) e un insieme di eventi e condizioni ambientali.
nn vorrei sbagliare, ma la ricerca scientifica sovietica tra gli anni '30 e '40, oltre alle validissime teorie di Oparin (oramai comunemente accettate anche dalla scienza borghese) sull'origine della vita sulla terra (per riassumere, il "brodo primordiale" e l'aggregazione degli aminoacidi sottoposti ad energia - e da qui aminoacidi (componenti di proteine)-->rna-->dna!! - ha visto anche il contributo di Mikurin, che se nn ha scritto tutto giusto, molto poco è quanto ha sbagliato.
purtroppo di più nn so dirvi: c'è la pagina di wikipedia a riguardo, ma nn mi pare corretta ed oggettiva nella descrizione delle idee dello scienziato, soprattutto nn approfondisce il ruolo dell'ambiente nello sviluppo degli organismi, cioè il centro dello scontro tra genetica "classica" e quella "dialettica".
mi piacerebbe approfondire l'argomento il prima possibile, ma amnco a dirlo i testi di mikurin sono introvabili, ed ovviamente assai datati ('36 o giù di li...), ma alcune sue idee son state riprese (almeno in parte) da altri scienziati (mi viene in mente l'americano Gould)
saluti filo m-l!
 
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Varshavîanka
view post Posted on 6/8/2011, 12:23




nn so forse il dogma si riferisce alle specie viventi,i virus nn sono classificati come organismi viventi,e inoltre la teoria del "mondo ad rna" era valida in epoche primordiali,questa è una mia supposizione si cmq nn l'avevo letta la seconda parte :compagno3:
 
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Varshavîanka
view post Posted on 6/8/2011, 13:02




o.k ma è perfettamente normale nel mondo scientifico il superamento di alcuni modelli,che x l'appunto sn modelli che quindi nn pretendono di descrivere compiutamente la realtà ma solo di spiegarne alcuni dei dati sperimentali che si hanno al momento

CITAZIONE
il punto centrale, come avevo scritto in proposito nella discussione sul gay pride e l'omosessaulità, è che i geni nn sono l'unico "centro", e nei geni c'è scritto qualcosa ma nn tutto: l'epressione (fenotipo) nei viventi (sia un batterio innocuo, o sia una megattera di 30 metri) è regolata da interazioni complesse tra il materiale genetico (genotipo) e un insieme di eventi e condizioni ambientali.

allora avevano ragione gli scienziati quando affermavano che l'omosessualità nn ha basi genetiche,visto che i fattori di trascrizione che regolano l'espressione genica sn il + delle volte esterni al genoma
 
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ddr82
view post Posted on 6/8/2011, 13:24




CITAZIONE
avevano ragione gli scienziati quando affermavano [...]

CITAZIONE
interazioni complesse tra il materiale genetico (genotipo) e un insieme di eventi e condizioni ambientali.

:) nè solo l'uno nè solo l'altro, altrimenti si cade in visioni meccanicistiche e in un certo senso nella metafisica.

per 50 anni la ricerca scientifica nell'occidente capitalista è rimasta "fissa" sul dogma centrale, nn riuscendo o volendo andare oltre, per motivi prettamente "ideologici" ed di interesse economico-commerciale (ogm da una parte, terapia genica dall'altra)
a me nn pare sia una questione di poco conto, perchè una cosa è enunciare il concetto che la scienza verifica le sue proprie conoscenze, l'altra è nei fatti essere antidogmatica, scoprire la realtà del mondo e le sue molteplici (dialettiche) interconnessioni, operare in favore degli interessi dei popoli e nn del lucro delle multinazionali e del capitale.
come Galileo ha "rotto" le leggi divine sugli astri e le "stelle fisse", così Darwin ci ha liberati dalle gabbie teologiche sulla nostra origine, così il fallimento della genetica "classica" e dei Venter ci libera dagli ultimi dogmi e meccanicismi sull'origine della vita
saluti filo m-l!

p.s. al "dogma" nn interessava la differenza tra vivente, virus o prione che sia: era "dogma" e questo gli bastava :)
seriamente, anche la scoperta dei prioni (morbo della mucca pazza e di creutzfeldt-jacob nell'uomo) ha contribuito ad incrinare il dogma
 
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Varshavîanka
view post Posted on 6/8/2011, 14:09




CITAZIONE
seriamente, anche la scoperta dei prioni (morbo della mucca pazza e di creutzfeldt-jacob nell'uomo) ha contribuito ad incrinare il dogma

e in che maniera i prioni avrebbero contribuito a incrinare il dogma?
 
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ddr82
view post Posted on 6/8/2011, 16:44




i prioni sono proteine normalmente sintetizzate nel sistema nervoso centrale, ma in date e poco conosciute situazioni subiscono modificazioni nella loro conformazione tridimensionale (che è data, almeno in gran parte, dall'informazione genetica del dna) divenendo prioni SC (prioni scrapie, che causano appunto la scrapie neglio ovini, il morbo della mucca pazza e il morbo di creutzfeldt-jacob nell'uomo), e sono in grado di replicarsi, oltrechè di influire su altri prioni sani, e, probabilmente, sulla sintesi stessa da parte del dna di nuovi prioni, andando in questo modo a far vacillare l'unidirezionalità del dogma (dna-->rna-->proteine in proteineSC-->dna-->rna-->proteineSC)
 
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9 replies since 6/8/2011, 00:28   254 views
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