Comunismo - Scintilla Rossa

IOSIF STALIN: Le elezioni nel socialismo, Discorso alla riunione elettorale della Circoscrizione "Stalin'' di Mosca

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Nikolaj
view post Posted on 12/7/2006, 21:58




Compagni, confesso che non avevo l'intenzione di parlare. Ma il nostro egregio Nikita Sergheievic1 mi ha trascinato, si può dire a forza, in questa riunione. Fa un buon discorso, mi ha detto. Ma di che parlare? Quale discorso precisamente? Tutto ciò che doveva esser detto prima delle elezioni è stato detto e ridetto nei discorsi dei nostri compagni dirigenti Kalinin, Molotov, Voroscilov, Kaganovic e di molti altri nostri compagni che occupano posti di responsabilità. Che cosa si può aggiungere a questi discorsi?
Si dice che alcune questioni della campagna elettorale richiedono delle spiegazioni. Quali spiegazioni, su quali questioni? Tutto ciò che doveva esser spiegato, è stato spiegato e rispiegato negli appelli, a voi noti, del partito bolscevico, della gioventù comunista, del Consiglio centrale dei sindacati dell'Urss, della Società d'incoraggiamento alla difesa contro la guerra aerea e chimica, del Comitato per la cultura fisica. Che cosa si può ancora aggiungere a queste spiegazioni?
Naturalmente si potrebbe fare un discorsetto su tutto un po' e su nulla. (Risa). Può darsi che un discorso simile avrebbe divertito il pubblico. Si dice che vi sono specialisti per tali discorsi non solo laggiù nei paesi capitalisti, ma anche da noi, nel paese dei Soviet. (Risa, applausi). Ma in primo luogo io non sono uno specialista per tali discorsi. In secondo luogo, vale la pena di occuparci di cose divertenti, ora, quando noi tutti bolscevichi siamo, come si dice, "carichi di lavoro fin sopra i capelli''? Io penso che non ne vale la pena.
E' chiaro che in tali condizioni non si può fare un buon discorso.
Ma dal momento che sono salito alla tribuna bisogna pur che dica qualche cosa. (Applausi fragorosi).
Voglio prima di tutto esprimere la mia riconoscenza (applausi) agli elettori per la fiducia che mi hanno dimostrata. (Applausi).
E' stata portata la mia candidatura a deputato e la commissione elettorale della circoscrizione "Stalin'' della capitale sovietica l'ha registrata. E' una prova di grande fiducia, compagni. Permettetemi di esprimervi la mia profonda riconoscenza di bolscevico per la fiducia che avete dimostrato verso il partito bolscevico del quale sono membro e verso di me, come rappresentante di questo partito. (Vivi applausi).
Io so che vuol dire fiducia. Essa mi impone naturalmente nuovi obblighi, obblighi maggiori e, evidentemente, una nuova responsabilità, una responsabilità maggiore. Ma noi, bolscevichi, non abbiamo l'abitudine di rifuggire dalla responsabilità. Io l'accetto volentieri. (Applausi fragorosi e prolungati).
Per parte mia voglio assicurarvi, compagni, che voi potete affidarvi con piena fiducia al compagno Stalin. (Ovazione fragorosa e prolungata. Si grida: "Noi siamo tutti col compagno Stalin!''). Potete contare che il compagno Stalin saprà compiere il suo dovere verso il popolo (applausi), verso la classe operaia (applausi), verso i contadini (applausi), verso gli intellettuali. (Applausi).
Voglio ancora, compagni, felicitarmi con voi per la festa che si avvicina, per la festa di tutto il popolo in occasione del giorno delle elezioni al Soviet Supremo dell'Urss. (Vivi applausi). Le elezioni imminenti non sono semplicemente delle elezioni, compagni. Sono una vera festa di tutto il popolo, dei nostri operai, dei nostri contadini, dei nostri intellettuali. (Applausi fragorosi). Nel mondo non ci sono ancora mai state elezioni così veramente libere e veramente democratiche; mai! La storia non conosce un altro esempio simile. (Applausi). Non si tratta del fatto che da noi si avranno elezioni generali, eguali, a scrutinio segreto e dirette, benché ciò abbia di per sé stesso una grande importanza. Si tratta del fatto che da noi le elezioni generali saranno le elezioni le più libere e le più democratiche in confronto alle elezioni di qualsiasi altro paese del mondo.
Le elezioni generali si fanno e hanno luogo anche in alcuni paesi capitalisti cosiddetti democratici. Ma in quali condizioni si fanno? In un ambiente di conflitti di classi, di ostilità di classi, in un ambiente in cui sugli elettori viene fatta una pressione da parte dei capitalisti, dei proprietari fondiari, dei banchieri e degli atri pescecani del capitalismo. Tali elezioni, anche se sono generali, eguali, a scrutinio segreto e dirette, non si possono chiamare completamente libere e completamente democratiche.
Da noi, nel nostro paese, le elezioni avvengono in tutt'altre condizioni. Da noi non vi sono capitalisti, non vi sono proprietari fondiari, quindi non vi è pressione da parte delle classi possidenti sulle classi non possidenti. Da noi le elezioni avvengono in un ambiente di collaborazione fra operai, contadini, intellettuali; in un ambiente di fiducia reciproca; in un ambiente, direi, di amicizia reciproca, perché da noi non vi sono capitalisti, non vi sono proprietari fondiari, non vi è sfruttamento, e non vi è nessuno insomma che possa far pressione sul popolo per travisare la sua volontà2.
Ecco perché le nostre elezioni sono le uniche nel mondo veramente libere e veramente democratiche. (Vivi applausi).
Queste elezioni libere e veramente democratiche hanno potuto sorgere solo sul terreno del trionfo dell'ordine socialista, del socialismo che da noi non soltanto si va edificando, ma è già entrato nella vita, nella vita quotidiana del popolo. Dieci anni fa si sarebbe potuto discutere se è possibile o no costruire il socialismo da noi. Ora la questione non può essere oggetto di discussione. Ora è una questione di fatti, una questione di vita viva, di usi e di costumi che penetra in tutta la vita del popolo. Nelle nostre fabbriche e nelle nostre officine si lavora senza capitalisti. Uomini del popolo dirigono il lavoro. Da noi ciò si chiama socialismo nella pratica. Nei nostri campi lavorano i lavoratori della terra, senza i proprietari fondiari, senza i kulak. Uomini del popolo dirigono il lavoro. Da noi ciò si chiama socialismo nella vita, da noi ciò si chiama vita libera, socialista.
E su questa base appunto sono nate da noi elezioni nuove, veramente libere e veramente democratiche, elezioni che non hanno esempi nella storia dell'umanità.
Dopo questo, come non felicitarmi con voi per il giorno di festa di tutto il popolo, per il giorno delle elezioni al Soviet Supremo dell'Unione Sovietica! (Ovazione fragorosa di tutta la sala).
Vorrei ancora, compagni, darvi un consiglio, un consiglio di candidato a deputato ai suoi elettori. Se prendiamo i paesi capitalisti, esistono laggiù fra i deputati e gli elettori delle relazioni originali, direi persino alquanto strane. Finché dura la campagna elettorale i deputati civettano con gli elettori, strisciano davanti ad essi, giurano loro fedeltà, promettono mari e monti. Si direbbe che vi è dipendenza assoluta dei deputati dagli elettori. Appena finite le elezioni e i candidati diventati deputati, le relazioni cambiano radicalmente. Invece della dipendenza dei deputati dagli elettori si ha la loro indipendenza completa. Durante quattro o cinque anni, cioè sino a nuove elezioni, il deputato si sente completamente libero, indipendente dal popolo, dai suoi elettori. Può passare da un campo all'altro, può deviare dal giusto cammino nel cammino falso, può persino impegolarsi in macchinazioni poco pulite, può far capriole a piacimento: egli è indipendente.
Si possono ritenere normali tali relazioni? Assolutamente no, compagni. La nostra Costituzione ha tenuto conto di questa circostanza; essa contiene una legge in forza della quale gli elettori hanno il diritto di richiamare prima del termine i loro deputati se questi incominciano a barcamenarsi, se deviano dal giusto cammino, se dimenticano la loro dipendenza dal popolo, dagli elettori.
E' una legge magnifica, compagni. Il deputato deve sapere che egli è il servitore del popolo, il suo delegato al Soviet Supremo e che deve seguire la linea che il popolo, col suo mandato, gli ha tracciato. Se devia dal cammino gli elettori hanno il diritto di esigere nuove elezioni e il deputato che ha deviato, hanno il diritto di sbalzarlo senza cerimonie. (Risa, applausi). E' una legge magnifica. Il mio consiglio, il consiglio di un candidato ai suoi elettori E' di non dimenticarvi di questo diritto, del diritto di richiamare i deputati prima del termine, di sorvegliarli, di controllarli e, se salta loro il ticchio di deviare dal giusto cammino, di sbarazzarvene e di esigere nuove elezioni. Il governo ha il dovere di indire nuove elezioni. Il mio consiglio è di ricordarvi di questa legge e di servirvene quando occorra.
Infine ancora un consiglio di candidato ai suoi elettori. Che cosa occorre esigere in generale, dai propri deputati, se prendiamo fra tutte le esigenze possibili le più elementari?
Gli elettori, il popolo devono esigere dai propri deputati che essi siano all'altezza dei loro compiti; che nel loro lavoro non cadano al livello di filistei politici; che rimangano al posto di uomini politici di tipo leninista; che essi siano uomini politici cristallini e integri, come lo era Lenin (applausi); che essi siano così intrepidi nella lotta e implacabili verso i nemici del popolo come lo era Lenin (applausi); che essi siano esenti da ogni panico, da ogni ombra di panico, quando le cose si complicano e sull'orizzonte si delinea un pericolo qualsiasi; che essi siano esenti da ogni ombra di panico come lo era Lenin (applausi); che essi siano così saggi e lontani da ogni precipitazione, quando si presentano problemi complicati la cui soluzione richiede la capacità di saper abbracciare vasti orizzonti e di tener conto largamente di tutti i vantaggi e gli svantaggi, come lo era Lenin (applausi); che essi siano così veritieri e onesti, come lo era Lenin (applausi); che essi amino il loro popolo, come lo amava Lenin. (Applausi).
Possiamo noi dire che tutti i candidati siano uomini politici di tal genere? Non potrei dirlo. Sotto il sole vivono persone di ogni fatta, uomini politici di ogni fatta. Vi sono uomini sui quali non puoi pronunciarti: sono essi buoni o cattivi, coraggiosi o pusillanimi, tutti dediti al popolo o per i nemici del popolo. Vi sono persone di tal fatta e uomini politici di tal fatta. Ve ne sono anche da noi, fra i bolscevichi. Voi lo sapete, compagni, non v'è famiglia senza magagna: (Risa, applausi). A proposito di gente di tipo indefinito, di gente che ricorda piuttosto dei filistei politici che degli uomini politici, a proposito di gente di un tipo indefinito, indenterminato, il grande scrittore russo Gogol ha detto con un'espressione felice: "Gente indefinita, né così né cosà: impossibile comprendere che sono, né Bogdan in città, né Selifan al villaggio''. (Risa, applausi). Queste persone e questi uomini politici indefiniti sono, come bene si dice da noi fra il popolo, "della gente così così, né carne né pesce'' (risa generali, applausi), "né un cero per la Madonna, né una forca pel diavolo''. (Risa generali, applausi).
Non potrei affermare con piena sicurezza che fra i candidati a deputati (porgo loro, naturalmente, tutte le mie scuse) e fra i nostri uomini politici non si trovino persone che ricordano piuttosto dei filistei politici e che, per il loro carattere e la loro fisionomia, ricordano persone di tal fatta, delle quali il nostro popolo dice: "né un cero per la Madonna, né una forca pel diavolo''. (Risa, applausi).
Vorrei, compagni, che voi esercitaste un'influenza sistematica sui vostri deputati, che infondeste in loro la convinzione che devono tener presente la figura del grande Lenin e seguirne l'esempio di tutto. (Applausi).
Il dovere degli elettori non finisce con le elezioni, ma continua durante tutta la legislatura del Soviet Supremo. Ho già parlato della legge che dà agli elettori il diritto di richiamare i deputati prima del termine della legislatura se questi deviano dal giusto cammino. Il dovere e il diritto degli elettori è dunque di controllare incessantemente i loro deputati, di infondere loro l'idea che non devono in nessun caso discendere al livello di filistei politici; gli elettori devono infondere ai propri deputati l'idea che essi devono essere tali, quale fu il grande Lenin. (Applausi).
Questo è, compagni, il secondo cosiglio che volevo darvi, il consiglio di un candidato ai suoi elettori. (Applausi fragorosi e prolungati che si trasformano in ovazione. Tutti si alzano e rivolgono i loro sguardi al palco del governo dov'è entrato il compagno Stalin. Risuonano acclamazioni: "Al grande Stalin, urrà!'', "Al compagno Stalin, urrà!'', "Evviva il compagno Stalin, urrà!'', "Evviva il primo discepolo di Lenin, candidato al Soviet dell'Unione, compagno Stalin! Urrà!'').

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NOTE
1. Si tratta di Nikita Khrusciov, il rinnegato revisionista del Partito comunista (bolscevico) dell'Urss che dopo la morte di Stalin capeggerà il colpo di Stato che rovescerà il socialismo e instaurerà una dittatura fascista in Urss.
2. Stalin correggerà questa tesi della scomparsa della borghesia e delle classi antagoniste nel socialismo successivamente, nel 1952, nell'opera "Problemi economici del socialismo in Urss''. Spetterà a Mao chiarire la questione in maniera esauriente nello scritto "Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo'', 1957 e quindi definire la teoria della continuazione della rivoluzione sotto la dittatura del proletariato dando vita nel 1966 al capolavoro teorico e politico della Grande Rivoluzione Culturale proletaria cinese.

:stalin.gif:
 
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krissss
view post Posted on 10/2/2007, 00:24




Vorrei mettere in evidenza questa discussione,che mi sembra molto proficua per ogni marxista...
E dovrebbe chiarire anche qualcosa a Sverdlov sulle elezioni :D :D
 
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Lepontico
view post Posted on 11/2/2007, 19:28




scusa, mi sono fermato alla prima nota...ma chi l'ha scritta???? Khrusciov instaura una dittatura fascista???? Ma perchè si dicono certe cose?? Spero che non ci crediate veramente! ...ora continuo a leggere il resto, che sembra interessante
 
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krissss
view post Posted on 11/2/2007, 19:46




Fascista è esagerato....ma sicuramente Kruscev era un servo della borghesai e dei capitalisti
 
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Nikolaj
view post Posted on 11/2/2007, 20:14




Non era proprio fascista ma c'era vicino.
 
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Lepontico
view post Posted on 11/2/2007, 20:55




scusate ma mi sembrate molto esagerati, potete sicuramente criticare l'operato di Khrusciov, ma di certo non si può dire che egli non sia stato comunista a tutti gli effetti, anzi,ha ripristinato alcune pratiche specificamente leniniste abrogate da Stalin, ben lungi dall'essere un servo della borghesia e dei capitalisti (quali poi?). Alcune sue scelte sono certo criticabili (infatti è stato destituito per il fallimento dei suoi ambiziosi progetti), ma tali appellativi altisonanti non possono ricevere alcuna credibilità
 
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Commissarionovich
view post Posted on 12/2/2007, 00:13




QUOTE (Lepontico @ 11/2/2007, 20:55)
Khrusciov ha ripristinato alcune pratiche specificamente leniniste abrogate da Stalin

Tipo sciogliere il Cominform?
 
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Lepontico
view post Posted on 12/2/2007, 10:37




no, mi riferisco al ripristino della direzione collegiale anzichè accentrata su un'unica persona (..se quella è democrazia..), il ripristino della "legalità socialista" attraverso per esempio la denuncia e la condanna dell'esagerato potere della polizia politica (già nel '53-54 le procure furono sommerse da centinaia di migliaia di domande di riabiliazione, fu dichiarata poi infondata la "congiura dei medici assassini" voluta da Stalin riconoscendo che le confessioni erano state estorte con "metodi d'istruttoria illegali" -Pravda, 4 aprile '43-), il riconoscimento formale che le modalità dell'edificazione socialista potevano variare secondo le condizioni proprie a ciascun popolo, denunciò le responsabilità di Stalin nella deportazione dei popoli caucasici, ingiusamente accusati di collaborazione nella II guerra mondiale, e nell'invenzione di falsi complotti (per esempio "l'Affare di Mingrelia" e "l'Affare di Leningrado"); e poi finalmente un primo limitato disgelo intelletuale e artistico, o all'interno del partito una sua democratizzazione, allargamento dei vertici (ritorno ai congressi "leninisti" per quanto riguarda il numero dei congressisti), misure atte a favorire un rinnovamento dei quadri e degli organi dirigenti.....e poi, finalmente, la riabilitazione di Tito, simbolo di una discriminazione scellerata e assurda. Ora, se questo sembra vicino al fascismo...l'epoca di Stalin cos'era???
 
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Nikolaj
view post Posted on 12/2/2007, 13:50




CITAZIONE
mi riferisco al ripristino della direzione collegiale anzichè accentrata su un'unica persona

Stalin non ha mai incentrato la direzione nella sua persona. Ti basti pensare che ogni scelta sul Partito era presa insieme al Comitato Centrale. Ogni scelta sull'Unione Sovietica (quando Stalin è stato presidente del Consiglio dei Ministri, cioè dal '41 al '53) veniva presa insieme al Soviet Supremo. La stessa, grande Costituzione sovietica del 1936, che ha segnato uno dei primi traguardi del socialismo in URSS, è stata approvata dopo ben sei mesi di dibattiti tenutesi fra i lavoratori.

CITAZIONE
esagerato potere della polizia politica

I dirigenti della polizia erano criticati fortemente anche da Stalin, il quale si espresse a favore per la fucilazione di Jagoda ed Ezov, che avevano gettato nei Gulag tanti innocenti, e criticò varie volte lo stesso Beria. Kruscev, invece, ha usato la polizia per il proprio tornaconto.

CITAZIONE
all'interno del partito una sua democratizzazione

Tant'è vero che chi la diceva diversamente da Kruscev non partecipava più alla vita del Partito. Mi riferisco in particolare a Molotov e Kaganovic.

CITAZIONE
la riabilitazione di Tito

Il primo a gettare uno Stato socialista nelle fauci del capitalismo.
 
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Lepontico
view post Posted on 12/2/2007, 14:36




CITAZIONE
Stalin non ha mai incentrato la direzione nella sua persona. Ti basti pensare che ogni scelta sul Partito era presa insieme al Comitato Centrale. Ogni scelta sull'Unione Sovietica (quando Stalin è stato presidente del Consiglio dei Ministri, cioè dal '41 al '53) veniva presa insieme al Soviet Supremo. La stessa, grande Costituzione sovietica del 1936, che ha segnato uno dei primi traguardi del socialismo in URSS, è stata approvata dopo ben sei mesi di dibattiti tenutesi fra i lavoratori.

...Il fatto che il Comitato centrale abbia ratificato o meno certe decisioni, non toglie che Stalin abbia ricoperto contemporaneamente più cariche assolutamente inconciliabili, che bisogno ci sarebbe stato allora di ripristinare la "direzione collegiale" in Urss e imponendola poi ai paesi dell'Europa dell'Est?

CITAZIONE
I dirigenti della polizia erano criticati fortemente anche da Stalin, il quale si espresse a favore per la fucilazione di Jagoda ed Ezov, che avevano gettato nei Gulag tanti innocenti, e criticò varie volte lo stesso Beria. Kruscev, invece, ha usato la polizia per il proprio tornaconto.

a parte il fatto che nessuno dovrebbe vantarsi di aver fatto fucilare qualcuno e tantomeno nessuno dovrebbe prendere una condanna a morte decretata da qualcuno a segno di giustizia o di virtù di questo qualcuno....ma vado oltre, nella tua apologia a Stalin non hai citato le deportazioni delle popolazioni caucasiche accusate di collaborazionismo, i falsi complotti, la deportazione in massa dei soldati sovietici rientrati dai campi di prigionia tedeschi, per essere rimasti troppo tempo a contatto con una civiltà diversa da quella sovietica.

CITAZIONE
Tant'è vero che chi la diceva diversamente da Kruscev non partecipava più alla vita del Partito. Mi riferisco in particolare a Molotov e Kaganovic.

scusa, ma chi la pensava diversamente da Stalin che fine faceva? Gli davano pane e nutella? penso all'"Affare di Leningrado", oppure all'estero penso a Tito.

La Jugoslavia nelle fauci del capitalismo? Questa dove l'hai sentita?

...guardate che se anche criticate Stalin per una volta non vi succede niente!
 
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Nikolaj
view post Posted on 12/2/2007, 15:01




CITAZIONE
non toglie che Stalin abbia ricoperto contemporaneamente più cariche assolutamente inconciliabili

Segretario generale del PC(b)US, 1922-1953
Presidente del Consiglio dei Ministri, 1941-1953
Supremo Comandante dell'Armata Rossa, 1940-1953
Non vedo cosa ci sia di male.

CITAZIONE
non hai citato le deportazioni delle popolazioni caucasiche accusate di collaborazionismo, i falsi complotti, la deportazione in massa dei soldati sovietici rientrati dai campi di prigionia tedeschi, per essere rimasti troppo tempo a contatto con una civiltà diversa da quella sovietica.

Queste sono tutte le menzogne che già gli imperialisti lanciavano all'URSS all'indomani della fine della guerra e che gli sono state lanciate da Kruscev. Eppure anche quest'ultimo non poteva tirarsi indietro dal dire che i processi ai trotzkisti-buchariniani erano stati la salvezza del paese dei Soviet...

CITAZIONE
ma chi la pensava diversamente da Stalin che fine faceva?

Critiche a Stalin ce ne sono state, ed egli le ha accettate. Così come c'era chi la pensava diversamente. Non gli è stato fatto nulla, almeno finché non sono passati al terrorismo per affermare le loro posizioni.

CITAZIONE
La Jugoslavia nelle fauci del capitalismo? Questa dove l'hai sentita?

Tito incoraggiava l'iniziativa privata e veniva meno ai princìpi marxisti-leninisti nello Stato, nel Partito, nell'economia, e via discorrendo. Nel forum c'è un articolo del "Remnin Ribao" su questo argomento, mi pare si intitoli "La Jugoslavia è un paese socialista?".
 
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Lepontico
view post Posted on 12/2/2007, 16:38




CITAZIONE
Segretario generale del PC(b)US, 1922-1953
Presidente del Consiglio dei Ministri, 1941-1953
Supremo Comandante dell'Armata Rossa, 1940-1953
Non vedo cosa ci sia di male.

ci vedo di male il fatto che uno Stato in cui una persona accentra su di sè tutte queste cariche non dimostra certo il massimo della democraticità. E' gravissimo per esempio che il potere politico si mischi a quello militare, o che l'uomo vertice del partito che dirige lo Stato in ogni suo livello sia al contempo comandante militare, ma vi immaginate se una cosa simile capitasse in Italia?? Non parleremmo forse di dittatura?

CITAZIONE
Queste sono tutte le menzogne che già gli imperialisti lanciavano all'URSS all'indomani della fine della guerra e che gli sono state lanciate da Kruscev. Eppure anche quest'ultimo non poteva tirarsi indietro dal dire che i processi ai trotzkisti-buchariniani erano stati la salvezza del paese dei Soviet...

allora, io sto cercando di fare una discussione di carattere storico e non ideologico: dire che certe cose sono menzogne dei capitalisti non rientra certo nei migliori metodi di indagini storiche, citami le fonti e di quelle parleremo, altrimenti tutto ciò ricorda molto il negazionismo filo-nazista, con cui a priori viene negata una verità storica e tacciata di "invenzione" o "menzogna" di nemici politici, tuttavia il fatto stesso che neghi l'esistenza di certe situazioni (le deportazioni) significa che ne riconosci l'implicita gravità..è già qualcosa, ma vengo ai dati: dei 2.270.000 prigionieri di guerra rimpatriati in Urss, solo il 20% circa fu autorizzata a tornare a casa, i rimanenti furono inviati per un periodo non inferiore ai 5 anni, ai lavori forzati o pene detentive nei campi. Un decreto pubblicato nelle "Izvestja" il 26 luglio 1946 annunciò la deportazione, per crimini di tradimento collettivo, dei ceceni, ingusci e Tatari di Crimea, la soppressione della Repubblica autonoma Ceceno Inguscia, e la degradazione della Repubblica autonoma di Crimea a regione; tra l'ottobre '43 e il giugno '44 altri sei popoli furono deportati in Siberia e in Asia centrale per "collaborazionismo" con l'occupante, tra cui gli ingusci, i calmucchi, i karacaj, i balkari. Stiamo parlando di persone, migliaia di persone, non soldatini. Ho poi citato il "complotto dei medici" come esemplificativo delle campagne di persecuzioni interne alla società, su questi episodi esistono poche giustificazioni.
E comunque anche io potrei dirti che tutte le notizie lusinghiere e bonarie su Stalin sono in realtà solo delle menzogne di ultra-conservatori-bolscevichi o di politici da quattro soldi...ma non lo dico.

Tuttavia quello che mi sembra più significativo della rottura e del ritorno ad un leninismo più puro dopo la morte di Stalin, è il fatto che per ben 13 anni, dal 1939 al 1952, nessun Congresso del partito venne riunito, quando invece i regolamenti parlavano chiari, nessun Plenum del Comitato centrale venne riunito per 5 anni ('47 - '52), il Politjuro (10 titolari e 4 supplenti) non si riuniva quasi mai al completo, perchè Stalin aveva introdotto "commissioni ristrette", del tutto illegali, ripeto ILLEGALI, secondo gli Statuti allora vigenti, con competenze imprecisate. Le istanze dirigenti non venivano più elette dal '39 fino al '52 se non sbaglio.
 
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Nikolaj
view post Posted on 12/2/2007, 17:34




CITAZIONE
ci vedo di male il fatto che uno Stato in cui una persona accentra su di sè tutte queste cariche non dimostra certo il massimo della democraticità. E' gravissimo per esempio che il potere politico si mischi a quello militare, o che l'uomo vertice del partito che dirige lo Stato in ogni suo livello sia al contempo comandante militare, ma vi immaginate se una cosa simile capitasse in Italia?? Non parleremmo forse di dittatura?

Anche Kruscev era allo stesso tempo segretario generale del PCUS e presidente del Consiglio dei Ministri... In ogni caso, Stalin era generalissimo per il semplice motivo che durante la seconda guerra mondiale aveva dimostrato le sue qualità di tattico e comandante militare. Non è che se uno ha molti meriti deve nasconderli.

CITAZIONE
Un decreto pubblicato nelle "Izvestja" il 26 luglio 1946 annunciò la deportazione, per crimini di tradimento collettivo, dei ceceni, ingusci e Tatari di Crimea, la soppressione della Repubblica autonoma Ceceno Inguscia, e la degradazione della Repubblica autonoma di Crimea a regione; tra l'ottobre '43 e il giugno '44 altri sei popoli furono deportati in Siberia e in Asia centrale per "collaborazionismo" con l'occupante, tra cui gli ingusci, i calmucchi, i karacaj, i balkari. Stiamo parlando di persone, migliaia di persone, non soldatini.

Che vi fossero collaborazionisti fra le minoranze etniche che hai citato è una realtà. Non erano però la maggioranza, di certo. Effettivamente, su questo passo muovo una critica a Stalin, nel senso che a parer mio la questione andava affrontata in modo differente e con metodologie diverse.
Arriveremo anche a dire che il complotto contro gli ufficiali trotzkisti dell'Armata Rossa era manovrato? E durante tutti questi eventi, perché Kruscev si sgolava nel tessere le lodi di Stalin? Cito: "Evviva il saggio capo del partito e del popolo, l'animatore e l'organizzatore di tutte le nostre vittorie, il compagno Stalin!" (XIX Congresso del PCUS, ottobre 1952)

CITAZIONE
per ben 13 anni, dal 1939 al 1952, nessun Congresso del partito venne riunito

Quindi tu avresti voluto riunire il Congresso del Partito in un periodo di guerra?
 
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Lepontico
view post Posted on 12/2/2007, 18:16




Forse sono stato frainteso, ma io non voglio opporre la figura di Krushev a quella di Stalin, tantomeno voglio dimostrare se uno fosse stato meglio dell'altro; ho solo voluto spiegare perchè a mio avviso, il passaggio dei poteri a Krushev, non è coinciso con una deriva simil-fascista o pseudo-borghese (come qualcuno pensa o gli dicono di pensare), ma piuttosto con aperture e un ritorno a pratiche più strettamente leniniste. Non ho voluto fare dell'ideologia, ho solo cercato di spiegare i fatti con dati storici, poi chiunque pu trarne le sue conseguenze (in proposito io penso che la sovrastruttura sovietica del periodo staliniano e successivo, non era affatto democratica, a differenza della struttura).

...la guerra era finita nel '45, da allora non è stato più convocato un congresso per 7 anni, quando gli statuti prevedono una convocazione ogni 5 anni
 
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Nikolaj
view post Posted on 12/2/2007, 20:42




CITAZIONE
Forse sono stato frainteso, ma io non voglio opporre la figura di Krushev a quella di Stalin, tantomeno voglio dimostrare se uno fosse stato meglio dell'altro; ho solo voluto spiegare perchè a mio avviso, il passaggio dei poteri a Krushev, non è coinciso con una deriva simil-fascista o pseudo-borghese (come qualcuno pensa o gli dicono di pensare), ma piuttosto con aperture e un ritorno a pratiche più strettamente leniniste. Non ho voluto fare dell'ideologia, ho solo cercato di spiegare i fatti con dati storici, poi chiunque pu trarne le sue conseguenze (in proposito io penso che la sovrastruttura sovietica del periodo staliniano e successivo, non era affatto democratica, a differenza della struttura).

No, non sei stato frainteso. Semplicemente hai enunciato le tue ragioni e abbiamo intavolato una discussione ;)

CITAZIONE
...la guerra era finita nel '45, da allora non è stato più convocato un congresso per 7 anni, quando gli statuti prevedono una convocazione ogni 5 anni

Penso che questa "falla nel sistema", se vogliamo così chiamarla, sia giustificata dal fatto che l'URSS era stremata dalla guerra ed occorreva concentrare tutte le energie nel piano quinquennale di ricostruzione postbellica. Il Congresso è stato convocato appena ve ne sono state le possibilità.
 
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29 replies since 12/7/2006, 21:58   1020 views
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