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| QUOTE (Shokut L @ 31/7/2022, 18:54) Non mi riferivo a ciò, ma al fatto che non esiste un'unica cooperativa che sviluppa un piano, ma più cooperative spezzettate che sono funzionali a sé stesse ed operano all'esterno con modalità capitaliste. Qua non c'è niente di comunismo, che prevede un organizzazione economica centralizzata, ma solo anarchismo E' vero la produzione cooperativa e' ancora marginale e settoriale se paragonata a quella capitalistica, e anche sovra-organismi come Coop UK si limitano a promuovere, dare formazione e organizzare eventi quindi e' assai prematuro sperare in un piano. Tuttavia se osserviamo le dinamiche di una singola azienda come Mondragon, che e' una sorta di "monopolio cooperativo" (12 miliardi di fatturato e piu di 80mila lavoratori), si potrebbe dire abbia un "prototipo di piano" (un po' come si puo gia parlare di "piani" dei trust imperialisti) che si sviluppa (a differenza delle imprese capitalistiche) sia nella produzione che nella distribuzione (per lo meno considerando la categoria dei soci-lavoratori-consumatori i quali formano un tutt'uno). Mondragon infatti si ramifica in quattro aree (finanza, industria, vendita e formazione) le quali, in quanto centralizzate, sono interconnesse fra loro e si supportano a vicenda coordinate dall'alto. Allo stesso tempo i soci-lavoratori di Mondragon mettono i loro risparmi nella banca cooperativa di Mondragon e li spendono (in quanto godono di agevolazioni intra-aziendali) nei servizi e nei prodotti di Mondragon. Si potrebbe dire che alcuni elementi socialisti siano presenti (mezzi di produzione proprieta dei lavoratori e distribuzione interna quasi gratuita), seppur una realta cosi piccola (relativamente all'intera produzione nazionale) e' incapace di offrire tutti i servizi e i prodotti, e dunque tutta la produzione, di cui soci-lavoratori-consumatori hanno bisogno. A questo proposito tuttavia c'e da dire che le cooperative sembrano avere il vantaggio, rispetto alle imprese capitalistiche che fanno fusioni solo quando la strategia della concorrenza e' considerata peggiore, ad una propensione strutturale alla fusione con altre cooperative: Le cooperative si stanno fondendo come parte di una strategia di crescita offensiva, adducendo la necessità di fornire servizi ai produttori le cui operazioni stanno crescendo con maggiore efficienza e accesso a risorse strategiche. La fusione diventa interessante ogni volta che sembra esserci un'opportunità per: 1. realizzare prezzi migliori 2. aumentare potere contrattuale 3. ridurre costi di operativita' 4. fornire attività e servizi non altrimenti possibili o fattibiliQUOTE Tutto ciò mentre è in vigore il capitalismo ed operano le sue leggi? Mi pare che Chomsky, stranamente, faccia una buona critica Credo che appunto il ruolo dei comunisti nei confronti delle cooperative debba essere: intanto proteggerle dalla reazione borghese (per esempio caso Esselunga e Commissione Europea contro Coop Italia) e poi lavorare, anche nei sindacati, per combattere gli elementi capitalistici che spuntano (per contraddizioni interne) o che si infiltrano (per contraddizioni esterne) nella struttura di queste aziende generando problemi come questi: il numero dei dipendenti che non sono proprietari è aumentato più rapidamente rispetto ai lavoratori-proprietari, al punto che in alcune aziende, ad esempio nelle catene di supermercati di Mondragon, il primo è un gruppo molto più ampio del secondo.Ho trovato altre corrispondenze con altri neomarxisti come Althusser: tutte le formazioni sociali sono, secondo Althusser, “in transito” tra modi di produzione diversi, seppure disposti gerarchicamente secondo la prevalenza di quello dominante : la società capitalistica contiene quindi, per queste ragioni, elementi anche del comunismo, che devono essere sviluppati nella loro virtualità da un “processo strategico” di trasformazione dei rapporti sociali. Tali frammenti concernono, secondo Althusser, i più diversi ambiti e pori della società capitalistica, ma investono soprattutto i legami cooperativi le forme di organizzazione politica delle classi sfruttate: "Le forme di apparizione degli elementi comunisti nella società capitalistica stessa sono innumerevoli. Marx ne ha enumerato tutta una serie, dalle forme di educazione-lavoro dei bambini fino ai nuovi rapporti nelle organizzazioni proletarie, la famiglia proletaria, la comunità di vita e di lotta proletaria, delle società per azioni, le cooperative operaie etc Qualche cosa può cominciare prima della rivoluzione, che diventi in seguito l’effetto della rivoluzione. Dove? Quando? Basta aprire gli occhi. Che cosa sono le organizzazioni comuniste della lotta di classe, se non già del comunismo ? E che cosa sono quindi quelle iniziative popolari che si vedono nascere qui e là, in Spagna, in Francia, in Italia o altrove, nelle fabbriche, nei quartieri, nelle scuole, nei manicomi, se non già comunismo, dove i rapporti di mercato sono o sospesi o controllati?"E Erik Olin Wright: se le singole imprese cooperative si uniscono in associazioni più ampie di cooperative - forse anche una cooperativa di cooperative, fornendo collettivamente finanziamenti, formazione e altri tipi di sostegno - iniziano a trascendere il carattere capitalistico del loro ambiente economico costituendo un'economia di mercato cooperativa. La cooperativa globale in un tale mercato estende il carattere sociale della proprietà all'interno delle singole imprese cooperative e sposta la governance maggiormente verso un modello di stakeholder, in cui le imprese cooperative sono governate da organismi democratici che rappresentano tutte le categorie di persone la cui vita è influenzata dall'economia delle imprese attività. La grande Mondragon Cooperative Corporation nella contea basca, composta da circa 270 aziende separate di proprietà dei lavoratori, ne sarebbe un esempio. Tali imprese rimangono una forma economica ibrida, che combina elementi capitalisti e socialisti, ma un ibrido in cui la componente socialista ha un peso considerevole. [...] Le trasformazioni interstiziali cercano di costruire nuove forme di emancipazione sociale nelle nicchie, negli spazi e nei margini della società capitalista, spesso dove non sembrano porre alcun minaccia immediata per le classi e le élite dominanti. La visione di Prodhoun di costruire un'alternativa cooperativa al capitalismo all'interno del capitalismo stesso è una versione del 19° secolo di questo prospettiva. I tanti esperimenti nell'economia sociale oggi sono anche esempi. L'idea teorica centrale è quella costruire alternative a terra in qualunque spazio siano possibile entrambi ha una funzione ideologica critica di mostrare che sono possibili modi alternativi di lavorare e vivere, e potenzialmente erode i vincoli sugli spazi stessi. [...] In questi termini penso che la prospettiva migliore sia un pacchetto strategico principalmente organizzato attorno all'interazione di interstiziale [cooperativismo] e a tattiche simbiotiche [riformismo], con aspetti episodici della strategia di rottura [rivoluzione].Ci vedo anche vagamente il comunitarismo di Preve: ad un certo punto portato la stessa produzione capitalistica, in cui il generai intellect (ossia le potenze mentali evocate dalla stessa produzione capitalistica con la sua continua incorporazione della scienza nell’innovazione tecnologica produttiva) si sarebbe ad un dato momento staccato dalla classe dei borghesi proprietari e imprenditori per legarsi invece al lavoratore collettivo cooperativo associato, dal direttore di fabbrica all’ultimo manovale, che per Marx era il portatore storico e sociale della rivoluzione comunista (e non, come generalmente si crede nella pittoresca disinformazione sul pensiero di Marx, la semplice classe operaia, salariata e proletaria, e tanto meno la classe dei poveri e degli svantaggiati).Insomma alla fine si ritrovano un po' tutti... Edited by k7ygd - 1/8/2022, 18:09
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