| Thotho |
| | CITAZIONE (falco80 @ 29/11/2009, 09:32) Una domanda ai (falsi) comunisti favorevoli alla legalizzazione della droga. Dal momento che oggi esistono strumenti per controllare se si è fatto o meno uso di droghe perchè, anzichè promuoverne legalizzazione, non si impone per legge l'uso di questi apparecchi in tutti i luoghi di studio e di lavoro ?. Licenziamenti per chi ha fatto uso di droghe in dosi massicce e multe salate per chi ha usato droghe leggere. Licenziamenti anche per chi ha fatto uso di droghe leggere CITAZIONE (Cane Sciolto @ 29/11/2009, 22:55) Ma io non ti capisco. cioè, prima dici che chi ha fatto uso di droghe pesanti e così non deve lavorare e pagare multe salate, cioè, bello eh.. dare proprio un'alternativa alla gente, farla cambiare e aiutarla, poi dici che ami l'alcol, poi che biosgna usare il pugno di ferro contro l'alcol, poi parli del congresso di Chianciano che io so essere il congresso dei radicali durante il quale si è detto questo: CITAZIONE ..Il documento finale, firmato da tutti i partecipanti, chiede che si rompa il silenzio sulle droghe, che si abbandoni il tabu' e che si apra il dibattito in tutto il mondo. "La violenza e il crimine organizzato legato al traffico delle droghe costituiscono uno dei problemi piu' gravi dell'America Latina", "di fronte a una situazione che si deteriora ogni giorno con altissimi costi umani e sociali, e' un imperativo rettificare le strategie della guerra alle droghe adottate nella regione negli ultimi 30 anni", sostiene il testo. Convinti che la depenalizzazione dell'uso personale di marijuana potra' essere condotta con efficacia solo a livello mondiale, gli ex presidenti Cardoso, Gaviria e Zedillo si rivolgono non solo ai responsabili dei loro rispettivi Paesi, bensi' anche a tutti i Governi dell'America Latina e a quelli di Usa e Unione Europea. La commissione ha lavorato per un anno intero, raccogliendo materiale sull'argomento della depenalizzazione della marijuana in tutta l'America Latina, e il risultato e' che quanto si e' fatto per combattere la droga e' stato "inefficace e negativo", con un bilancio di morti e un enorme dispendio di denaro senza che sia cambiato nulla. In realtà il mercato delle droghe illegali è saldamente organizzato a livello mondiale e ben poco sfugge ad un ferreo controllo centralizzato. Anche la proliferazione di sostanze di sintesi risente delle politiche proibizioniste; la ricerca è clandestina, incontrollata, tesa alla creazione di molecole più “efficaci” e meno rilevabili, senza alcuna attenzione alla qualità e agli effetti nocivi. Per la canapa, le modifiche genetiche operate su piante di canapa allo scopo di elevarne il contenuto in thc sono avvenute fuori da ogni controllo; alla fine, nessuno sa esattamente che cosa compra. E’ ovvio, ma non per tutti, e per questo va ripetuto, che il fenomeno da governare è l’abuso e la dipendenza, non l’uso personale di droghe leggere e pesanti; la distinzione tra uso e abuso non viene sottolineata, mentre è fondamentale; non si può parlare di tossicodipendenza in presenza di un uso saltuario di farmaci o di droghe che dir si voglia, d’ altra parte l’abuso e la dipendenza da qualsiasi sostanza, è una malattia che produce seri danni economici e sociali. Nel caso delle sostanze illegali a questi danni si aggiunge quello rappresentato dai proventi delle attività illecite, che escono dalla contabilità ufficiale e vanno ad accrescere i flussi neri di denaro che in alcuni periodi e paesi superano i flussi legali. E tutto l’indotto del proibizionismo, sotto forma di spese per la persecuzione dei reati, per le spese processuali e i costi della carcerazione e per le cosiddette comunità di recupero, mondo non privo di ombre inquietanti. Si aggiunge anche la difficoltà di monitorare sia i prodotti commerciati che la distribuzione; per esempio, non c’è controllo né sui pesticidi usati per le coltivazioni né sui tagli operati (la cocaina venduta in europa è pura in media al 45%); lo stesso discorso vale per il doping, dove laboratori semiclandestini producono barattoli di sostanze dubbie vendute poi sottobanco; nel caso della canapa, poi, per parlare solo di un particolare caso nella casistica ben più ampia delle follie proibizioniste, siamo arrivati alla aberrazione della violazione dei diritti dei malati che non hanno effettivo accesso in Italia ai farmaci derivati della canapa, alla violazione del diritto del cittadino ammalato o no alla libera determinazione dei propri comportamenti privati, nell’impedimento alla coltivazione domestica anche di una sola pianta di canapa, anche a malati con prescrizione medica..
sei sicuro di non essere tu quello sotto sostanze psicoattive? Probabilmente Flaco non si riferiva al congresso dei radicali ma a quello di Rifondazione .
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