Maronna che settimana di merda. Eccomi, scusa il ritardo Ruhan.
Sarà una risposta lunghetta e spero con degli spunti interessanti.
CITAZIONE (Ruhan @ 7/1/2021, 23:35)
La versione inglese non è un equivalente?
http://en.people.cn/Io seguo CCTV in inglese
https://english.cctv.com/ se hai Sky in Italia dovrebbe esserci un canale verso il 500-600.
CITAZIONE (Ruhan @ 7/1/2021, 22:52)
Chi possiede l'effettivo potere nel Partito e nelle Istituzioni?
Nessuno contesta la Cina a partire dalle zone speciali. Il fatto che esista un forte settore statale non dimostra nulla in termini di effettivi rapporti di forza tra le classi. L'idea che il socialismo sia l'economia nazionalizzata in quanto tale non ha niente di marxista.
La mia risposta è sempre quella: dipende. Principalmente dipende dove: nelle regioni autonome? Nelle già menzionate zone economiche speciali? Nel comitato centrale? E' un grave errore pensare al PCC come un impianto monolitico (come invece è il partito dei lavoratori di Corea per esempio) con una posizione dominante su tutto il territorio cinese. Fino alle purghe di Xi Jinping c'era una situazione molto confusa dentro lo stesso PCC, non si capiva nè la direzione in cui stesse procedendo, nè quale fossero i piani per la Cina. Tra poche righe provo a dare qualche informazione in più a riguardo. E' una situazione oggettivamente difficile da spiegare e il rischio è di cadere in riduzionismi da ambedue le parti, con i "xijinpingisti" che difendono tutto a spada tratta e i critici della Cina che non vedono alcuni dettagli molto importanti che avrò cura di spiegare a breve.
CITAZIONE
Parrebbe non esserti chiaro che anche in caso di una economia totalmente nazionalizzata, nulla è chiarito ancora circa i reali rapporti di forza tra le classi. Se lo "stato" è in mano alla borghesia nei suoi settori principali(e per borghesia non si intende necessariamente il settore privato..) quale socialismo vorresti mostrarci?
Ma per sapere, non per provocare: dove sta scritto che lo Stato è in mano alla borghesia? Nei critici di Deng Xiaoping? Quello che, semmai, la linea dominante (di nuovo: dominante dove?) oggi all'interno del PCC sembra suggerire (mi riferisco agli scritti di Xi Jinping - "Governare la Cina") è che gli
strumenti borghesi (big data, teorie di equilibrio generale, teorie del monopolio, terze vie titine ecc..) sono questo: strumenti. Chi li usa e perché è un altro discorso: privati del loro contesto ideologico aberrante, possono essere mezzi importanti per migliorare le forze produttive. L'equilibrio generale era studiato anche nell'URSS staliniana, l'elasticità, i modelli di scambio internazionale, etc. Voglio fare un esempio con le teorie - che indubbiamente ci lasciano perplessi - di Deng Xiaoping e Jiang Zemin, che già conoscete.
Eliminando il loro contesto controrivoluzionario, sollevano domande più che legittime: consci del fatto che "aprendo le finestre entrano anche le mosche", e che qualsiasi apertura (seppur a volte necessaria) genera rigurgiti reazionari e borghesi (lo vediamo anche in Corea a Rason, Kaesong, anche a Cuba all'Avana, etc.), può il recupero di elementi di cultura confuciana contrastare momentaneamente la degenerazione culturale occidentale? Se la borghesia può anestetizzare il proletariato nei Paesi capitalisti pur di avere bestie pronte da sfruttare, può il proletariato anestetizzare la borghesia in quelli socialisti? Fin dove questi elementi si possono spingere? Fin dove bisogna arrivare con il miglioramento dei fattori produttivi di cui parlava Xiaoping? Discorsi simili sono stati fatti anche dai teorici del Juche. Insomma non è che la borghesia si sia definitivamente impossessata del potere dopo Deng Xiaoping, anzi, è da una decina di anni che pare che si siano invertite le carte in tavola. Ma ancora: dipende da dove, in che aree, in quali organi (perchè ci sono problemi interni al partito anche nei suoi singoli organi come sicuramente sapete, è fatto noto).
CITAZIONE
No, basta essere marxisti-leninisti e anche maoisti per accorgersi che anche entro un contesto nel quale diverse tendenze si scontrano non può che esistere UN SOLO aspetto principale/dominante della contraddizione che traina la contraddizione stessa. Tu vorresti "la notte in cui tutte le vacche sono nere", in cui ogni tendenza è uguale, in cui nessuna predomina. Questo non ha nulla di marxista e nemmeno di maoista. O forse sbaglio ad interpretare la tua posizione? Dimmi tu.
L'unica cosa che contesto è che si possa parlare di una predominanza del proletariato nel Partito e nelle istituzioni. Questo non significa che sia tutto nero. Significa solo che due tendenze si fronteggiano e una di queste riesce da 40 anni ad essere predominante. Ciò non significa che sia tutto finito o che non possa esserci un rivolgimento dei rapporti anche a causa di eventuali acuizioni della contraddizione di classe.
Tu continui a chiamare capitalista la sola impresa privata e dunque laddove non vedi impresa privata pensi di non vedere nemmeno attività capitalista, come se i rapporti di produzione capitalistici si basassero sulla sola proprietà privata nominale/formale o del singolo capitalista privato. Non vedendo proprietari formali o singoli, sembra tu non veda allora nessuna attività capitalista.
Bene. E quale tendenza è dominante? O l'una o l'altra. Non possono essere sullo stesso piano.
Bene, su questo non mi trovo d'accordo.
Ruhan nazionalizzare qualcosa non equivale certo a dare esempi di socialismo, lo so (in ogni caso non è "banale", ha tutta una serie di ripercussioni materiali che non vanno sottovalutate). Tuttavia, bisogna innanzitutto discutere seriamente su questo: cosa è uno strumento creato dalla borghesia (la borghesia è bravissima a creare mezzi da utilizzare per migliorare l'efficienza di un apparato produttivo) e cosa è effettivamente la borghesia che - in Cina - costituirebbe la tendenza dominante? Chi sono, nell'amministrazione del PCC, i membri di questa borghesia? Siamo sicuri che oggi sia ancora valida l'asserzione per cui la classe al potere determina il metodo di produzione automaticamente? Può o non può il proletariato dirigere
anche settori a concentrazione fortemente capitalistica?
Storicamente, la possibilità di restaurare - oltre al capitalismo che
esiste - anche il potere borghese capitalista definitivamente è già esistita almeno tre volte nella storia cinese: dapprima con Zhao Ziyang, poi con le amministrazioni Zemin, e successivamente con il primo mandato Jintao. Questo non solo non è successo, ma in ognuna delle tre occasioni la tendenza maoista del partito e in realtà anche alcune tendenze borghesi hanno contenuto queste derive.
CITAZIONE
Tu parli di egemonia(di quote di mercato ed esportazione di capitali), e tale egemonia viene esercitata tramite poli monopolistici che fanno capo al polo monopolistico statale. Si chiama imperialismo. Non ha un altro nome. Conosco bene le ipotesi di alcuni analisti filo-cinesi che parlano di imperialismo diretto dal Partito del proletariato cinese, ma li ritengo per quello che sono: giochi di parole.
Qui mi permetto - essendo "del mestiere" - di dire che sono entrambe cacate micidiali, frutto di masturbazioni ideologiche, sia le giustificazioni alla Curatoli che le critiche feroci. Quanto la Cina ha fatto all'estero è nè più nè meno quello che l'estero ha fatto alla Cina (e fa ancora adesso): banalissimi scambi commerciali, investimenti di vario tipo, delocalizzazioni di parte della catena produttiva di alcune aziende. Sono le stesse precise identiche cose che fa la Corea del Nord in Guinea Equatoriale, che Cuba e Venezuela hanno fatto ognuna nel reciproco territorio, che l'URSS ha fatto con i Paesi satelliti. Ci sono due problemi fondamentali nel voler accusare la Cina di imperialismo rifacendosi alla teoria leninista:
1. L'imperialismo presuppone il dominio di una parte sull'altra e un monopolio (al massimo oligopolio di alcune fazioni della borghesia) delle risorse del Paese aggredito. Questo non solo non è successo, ma la Cina è stata la parte in gioco con i vantaggi comparati minori.
La forza-lavoro è una merce come le altre e si baratta negli scambi in cambio di altro: informazioni, tecnologie, infrastrutture, investimenti, etc.
Quello che semmai esiste è una partnership commerciale massiccia che lascia intatta la dominazione occidentale sui Paesi interessati.
L'AFRECON ed altri trattati multilaterali e multibilaterali non esistono per gioco: l'imperialismo in quei Paesi lo fanno i Paesi del patto atlantico, non la Cina. A meno che non si voglia considerare anche lo scambio (ineguale nei confronti della Cina) commerciale come imperialismo, ma quello allora è un aggiornamento teorico che va discusso in modo molto serio. Anche l'URSS staliniana effettuava scambi dello stesso tipo, seppur in misura diversa.
Come fa allora l'Africa a delocalizzare in Cina se la Cina delocalizza in Africa? Sono contraddizioni in seno al gioco imperialista, bene. Allora vuol dire che:
2. La Cina sarebbe al contempo vittima e carnefice, allo stesso tempo colonizzatrice e colonizzata: questo è perfettamente legittimo dentro una teoria di "gerarchie imperialiste", ma allora anche Corea del Nord e tutti gli altri Stati socialisti sono imperialisti. Non esistono scuse, giustificazioni o "sì, però", o tutti gli Stati socialisti sono imperialisti oppure nessuno lo è, nello scenario attuale. Tutti questi Stati possiedono tutte le caratteristiche dei Paesi imperialisti. Quindi, sono o non sono tutti imperialisti?
Chiarito questo punto, sorge una nuova domanda: ma allora il socialismo può realizzarsi solo negli anelli deboli dell'imperialismo oppure no? Assumendo che la Cina sia imperialista (non lo è, a meno di concezioni fantozziane della geopolitica in stile LIMES Rivista di Geopolitica, ma facciamo finta che lo sia): se l'imperialismo è la fase suprema del capitalismo, allora l'avanguardia dei lavoratori può prendere il potere in una società già pienamente sviluppata oppure no?
Temo che il discorso sulla Cina e il mondo estero sia parecchio complesso e l'atteggiamento di alcuni compagni italiani che vorrebbero vedere un Paese che sta là, buono buono a farsi i fatti suoi, mi fa capire che sottovalutano le enormi difficoltà del progetto socialista cinese nel 2021.
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La borghesia si forma anche entro imprese socializzate se i rimasugli dei rapporti di produzione capitalistici non vengono continuamente smantellati, permettendo così a dirigenti etc(contrapposti - per via dei rimasugli stessi - al resto dei lavoratori) di acquisire vantaggi in termine di forza. Però concedimi una domanda di modo che potremo chiarirci una volta per tutte: il capitalismo per te è circoscritto alla sola proprietà privata formale? Per intenderci: al fatto che Pippo sia proprietario effettivo?
Voglio capire meglio questo punto della tua posizione, anche per evitare magari di contestare tesi non tue.
Assolutamente no, il capitalismo esiste anche di Stato! E che é Ruhan
CITAZIONE
In tutte queste forme, quale classe detiene la predominanza? In che misura la socializzazione è davvero possesso/gestione effettivo/a dei mezzi produttivi da parte del proletariato e non semplice socializzazione nominale(mi riferisco al primo punto 2)?
Lo chiedo per chiarire.
Nelle cooperative e nei soviet locali (affatto "nominali") il proletariato. Senza ombra di dubbio.
Nelle aziende private la borghesia.
Nel resto? Non lo so. Bisogna prima risolvere le questioni poste sopra, e temo di non essere abbastanza preparato per farlo.
Bene, mi permetto adesso di spiegare alcune cose sulla situazione attuale attorno al PCC ed altri partiti. Potete trovare qualcosa in più qua:
https://cpim.org/sites/default/files/marxi...heng%20Enfu.pdfRiassumerò brevemente quanto riportato ma ti consiglio caldamente di leggere il documento intero per motivi di mancanza di tempo mio.
Come ben sapete il partito non è monolitico e specifiche correnti sono state "concentrate" in partiti minori legali.
Cheng Enfu, in un articolo riportato dal CPI-M indiano, riporta le seguenti correnti politiche attualmente presenti in Cina (non nel PCC, in Cina in generale). Queste sono le correnti di minoranza:
1) Neoliberalismo
2) Socialdemocrazia
3) "New Leftism"
4) Revival confuciano
5) Marxismo eclettico: questa è un'aberrazione che in sostanza riconosce la validità del materialismo dialettico come mezzo per l'analisi del mondo migliore possibile, ma ad uso e consumo della borghesia del partito; in alternativa, si fa ricorso al marxismo analitico in campo economico (ottimo) e del freudomarxismo in campo sociale (orribile)
6) Maoismo, che costituisce la maggioranza della minoranza del PCC.
A queste si aggiunge una settima corrente, di maggioranza:
7) "marxismo innovativo": a questa corrente appartiene Xi Jinping e la maggioranza del PCC. La loro principale accusa nei confronti dei critici è quella di volere un "socialismo martire", una "rivoluzione dei santi", di un popolo che si immola con una visione messianica del socialismo.
Fondamentale per questa corrente è il lavoro ideologico e lo studio delle opere del marxismo-leninismo-maoismo, l'approccio materialista dialettico nei confronti della scienza, l'esaltazione delle figure di Stalin e Mao, il recupero del ruolo di punta che il PCUS aveva durante il Comintern. L'avanguardia dei lavoratori deve per loro dirigere lo sviluppo economico del Paese ed effettuare progressive transizioni da corporations di stato a soviet attraverso terze vie a produzione socialista e consumo individuale (fase che deve esplicitamente durare massimo pochi anni a causa degli enormi debiti che genera).
Affinchè il Paese socialista sia un modello per tutto il mondo, secondo loro deve anche essere il più potente in tutti i settori, pur non scadendo nelle politiche di potenza.
A parole tutto molto bello, nei fatti non mancano le contraddizioni. Quello che bisogna capire è che la linea di Jinping non le giustifica affatto (come invece facevano i porci di Hu Jintao e Jiang Zemin): più di una volta Jinping ha ribadito che la Cina, pur volendo renderla un modello, non deve essere un "metodo standard" e che ogni contesto è differente e dunque le vie per arrivare al socialismo differiranno in base a queste differenze.
Di queste correnti, la numero 1, 2, 4 e 5 sono state il bersaglio delle purghe di Xi Jinping. Il 70% del congresso cinese è stato sostituito da esponenti delle altre linee. Questa categorizzazione è fondamentale per capire anche chi è la borghesia e chi il proletariato dentro il partito.
Lao Xie divide la maggioranza e l'opposizione nel congresso nei seguenti modi:
-la maggioranza è composta dal New Leftism, dai Xijinpingisti e dai Maoisti (l'attuale comitato centrale è un gigantesco compromesso fra loro e i socialdemocratici); di questi, il New Leftism è la componente più strettamente borghese (professori universitari, economisti, grandi imprenditori - paradossalmente la maggior parte di loro è più simile alle posizioni brezneviane che non a quelle liberali);
nella maggioranza si delineano due linee: riformisti (ossia coloro che pensano sia possibile tornare al socialismo reale "invertendo" il processo di riforme) e rivoluzionari (gruppi maoisti il cui lavoro consiste principalmente nell'agitazione delle masse, nell'attività armata contro le borghesie locali ecc.). Questo bisogna capire: i gruppi rivoluzionari maoisti, vuoi per opportunismo, vuoi per altro, pur essendo critici nei suoi confronti, fanno parte della maggioranza di Xi Jinping.
Della maggioranza fanno parte soprattutto professori, lavoratori, cooperative dei contadini, etc.
Il nodo principale della maggioranza - che ne divide le componenti - è quello che ho sollevato poco fa: capitalismo e socialismo stanno nella stessa contrapposizione in cui stanno borghesia e proletariato
sempre? Su questo bisogna lavorare.
-la minoranza è composta dalle altre correnti; di queste, due sono quelle che vogliono distruggere lo stato di cose e restaurare il capitalismo: liberali e confuciani. I confuciani sono prevalentemente concentrati nelle campagne (i "rigurgiti reazionari" di cui vi parlavo).
A me, se posso esprimere una banalissima impressione vuota e uno sfogo, Xi Jinping piace. L'inversione di rotta della linea politica è un segnale positivo e la crescente polarizzazione del mondo spingerà tutti a prendere una posizione.
Jinping peraltro
pare ben disposto a finanziare gruppi rivoluzionari come mi pare sia già successo con le Filippine. Un appoggio opportunistico alla Cina non è necessariamente inutile, specie negli anni che vengono. Qualcuno le armi le dovrà pur fornire e un aiuto militare non guasta mai.
Credo che i "comunisti italiani" (a cominciare dal FGC) stiano prendendo delle cantonate assurde quando scrivono che "per colpa della Cina il Laos e il Vietnam stanno restaurando il capitalismo", quando è semmai il Vietnam il vero problema del sud est asiatico. E' molto facile accusare la Cina come fanno i Mustillo Boys, perché il Vietnam è ancora "il poveretto", "il Paese sfigato costretto dagli USA ad assumere posizioni opportuniste contro la Cina", quella visione insopportabile del "socialismo martire" che ignora completamente il fatto che il Vietnam sia alleato USA da 40 anni e che non abbia mai perso occasione per dare enormi poteri a imprenditori, start-up e borghesie varie. Ora con Xi Jinping le relazioni con il partito comunista del vietnam si stanno normalizzando, ma rimane un Paese coinvolto nel contenimento anti-cinese, filo-americano, atlantista. Il Vietnam è la Yugoslavia dell'Asia, come si fa a schierarsi dalla sua parte, quasi provando pena (il Laos è volutamente filo-cinese, mica lo hanno costretto).
Tutti i Paesi attualmente (formalmente) socialisti tranne il Vietnam sono schierati con la Cina. Stiamo a vedere cosa succederà in futuro.
E' presto per dire se veramente entro il 2049 sarà tornato uno Stato socialista al 100%, ma prendere una posizione opportunista, nel frattempo, può esserci davvero d'aiuto. Lo dico ignorando completamente le schifezze che stanno combinando in Italia fronti e culi comunisti
Ma perché siamo messi così male in Italia?
Finito lo sfogo, avete letto per caso i libri di Marx21 sulla Cina? Non ho ancora letto, ma potrei acquistarli se sono interessanti.
CITAZIONE
ne saremo ben felici.
Chiedete pure
Come posso mettere a disposizione alcuni libri che ho acquistato? Avete una mail a cui posso mandarli?
Avrei molte cose da scrivere e ora che mi sono arrivati alcuni libri si possono anche postare degli estratti.