Comunismo - Scintilla Rossa

Materialismo Dialettico.

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Klim Voroshilov
view post Posted on 26/10/2011, 12:42




CITAZIONE
Chi è Eftichios Bitsakis?

L'autore di questo libro.

CITAZIONE
Avete altri scritti sul Dia-mat?

Intendendo Diamat come materialismo dialettico, sono utili i capitoli dell'Anti-Dühring sulla dialettica (XII e XIII della Prima Sezione), Dialettica della natura di Engels, Materialismo ed empiriocriticismo di Lenin e La filosofia marxista-leninista di Sceptulin. Anche se non è propriamente un testo filosofico, è utile anche Il marxismo e la linguistica di Stalin, perchè insegna come applicare la dialettica a una scienza specifica.

Gli altri compagni hanno già risposto sul resto. Per parcondicio, sentiamo che cosa pensano del Diamat i "sinistri":

"...Il Dia-Mat è la più grossa stronzata antimarxista mai inventata..." - matteo.morganti
 
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Staliznev
view post Posted on 26/10/2011, 15:03




Interessante l'introduzione di Eftichios Bitsakis ma una cosa mi turba


CITAZIONE
con il Dia-Mat, la forma volgare e apologetica dei manuali sovietici.

Qualcuno conosce la sua posizione riguardo la storia sovietica?
 
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Klim Voroshilov
view post Posted on 26/10/2011, 15:16





Prima di leggere questa geniale opera del Presidente Mao, consiglio di leggere Sulla pratica, per meglio comprendere il metodo di analisi di Mao e i riferimenti alla teoria della conoscenza presenti in Sulla contraddizione. Ecco il link:

www.resistenze.org/sito/ma/di/ct/mdctbg06-009327.htm
 
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view post Posted on 26/10/2011, 15:30
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compagno

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Comunismo . Scintilla Rossa

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Hai ragione Klim, me l'ero scordato.
 
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Klim Voroshilov
view post Posted on 26/10/2011, 17:08




Comunque, compagno Staliznev, nella parte della prefazione da te citata, si identifica come Diamat non il materialismo dialettico in generale, ma il materialismo dialettico come "filosofia ufficiale" dell'Unione Sovietica, ovvero come è spiegato nei manuali, primo tra tutti quello di Stalin.

Si accusa lo scritto di Stalin di essere apologetico, facendo probabilmente riferimento alle frasi sull'URSS. Tralasciando sul fatto che l'imparzialità pura è una categoria idealistica, Stalin parla di fatti verificabili e, se i comunisti mirano ad abolire lo stato di cose presente, come potrebbero raggiungere i loro obbiettivi senza cercare di riflettere, con la maggior precisione possibile, la verità oggettiva nelle loro teorizzazioni?

Si accusa lo scritto di Stalin di essere volgare, facendo probabilmente riferimento alla semplicità dell'esposizione. Ebbene, sentiamo Lenin sulla differenza tra volgarizzazione e divulgazione:

<< Lo scrittore popolare guida il lettore a un pensiero profondo, a uno studio approfondito, partendo dai dati più semplici e conosciuti, indicando, mediante facili considerazioni o esempi appropriati, le conclusioni principali da trarre da questi dati, stimolando il lettore che pensa a porsi sempre nuovi problemi. Lo scrittore popolare non presuppone un lettore che non pensa, che non vuole o non sa pensare, ma, al contrario, presuppone nel lettore poco colto la seria intenzione di lavorare con la testa e lo aiuta a compiere questo serio e difficile lavoro, lo guida, sorreggendolo nei primi passi e insegnandogli ad andare avanti da solo. Lo scrittore volgare presuppone un lettore che non pensa e non le capace di pensare, non lo spinge verso i primi fondamenti di una scienza seria, ma verso un genere mostruosamente semplificato, colorito di scherzucci e di lepidezze, gli offre "pronte" tutte le conclusioni di una determinata dottrina, di modo che il lettore non ha neanche bisogno di masticare, ma solo d'inghiottire la pappa già pronta. >> - da "La rivista Svoboda"

Penso che nessuno di noi abbia dubbi su quale delle suddette categorie debba includere lo scritto di Stalin.
 
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E.C.
view post Posted on 11/1/2012, 20:12




Vi pongo qui un quesito per evitare di aprire nuovi topic, essendo una domanda concernente il materialismo dialettico.
Studiando l'esemplare spiegazione di Stalin del materialismo dialettico (e storico)e notando come, agli inizi, questo illustri come tale concezione filosofica possa spiegare tutti i fenomeni naturali e sociali tramite la dialettica (organicismo degli oggetti,continua mutevolezza della materia, sviluppo quantitativo->qualitativo, contraddizioni interne -scusatemi per l'approssimazione tendente all'errato-) e il materialismo (materia come dato primo, leggi oggettive che la regolano e conoscenza attraverso la pratica), chiedevo come si potessero coniugare tali fondamenti delle leggi naturali per spiegare, interpretare fenomeni della vita quotidiana come, per esempio (i primi che mi saltano in mente): la non riuscita di un esame,...
Nel caso si dovesse analizzare un fenomeno naturale(...) devono essere utilizzate tutte questi principi?

Riconosco che si tratta probabilmente di una domanda assurda, inutile e che non risponde assolutamente a quelle che dovrebbero essere i campi in cui applicare il Dia-Mat.

Grazie per le future risposte e opinioni riguardanti la questione.

Edited by E.C. - 26/1/2012, 20:16
 
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Klim Voroshilov
view post Posted on 11/1/2012, 20:51




Provo a darti una spiegazione nel modo più chiaro possibile per il primo esempio che hai riportato.

CITAZIONE
la non riuscita di un esame

Partendo dalla premessa che il soggetto non conosce precisamente le domande dell'esame, ma soltanto gli argomenti, per avere la garanzia di superarlo, egli dovrebbe studiare nel modo più efficace possibile gli argomenti, comprenderli nel loro nesso reciproco e sviluppare un metodo di risposta alle domande il più possibile rapido e preciso allo stesso tempo. Questo è l'essenziale. Vi possono essere tuttavia degli imprevisti, ad esempio un momento di malessere fisico durante l'esame che provoca lo spreco di una parte del tempo disponibile. Nemmeno un fatto di questo tipo è casuale. Per prevenirlo occorrerebbero accertamenti sulla salute fisica del soggetto, eventuali cure preventive, ecc. Ovviamente questi sono aspetti a cui di solito le persone non pensano e a cui si tende ad attribuire come causa il "caso"; ma che cosa sono i fatti casuali?

<< ...cose e... eventi il cui interno nesso è così vago e così poco dimostrabile che noi possiamo fare come se non ci fosse e trascurarlo... >> (F. Engels, Lettera a J. Bloch a Londra)

CITAZIONE
Nel caso si dovesse analizzare un fenomeno naturale(...) devono essere utilizzate tutte questi principi?

Per una piena comprensione del fenomeno, sì. Però, la fine delle pretese della ricerca della verità assoluta da parte di singoli individui, è parte integrante della rivoluzione filosofica compiuta dal marxismo. Nelle scienze naturali, considerate nel loro sviluppo storico, i singoli scienziati possono ottenere le varie verità relative, come accadde, per esempio, nella fisica: Newton scoprì la legge della gravitazione universale, alcune sue scoperte furono integrate e corrette da Einstein, alla teoria del quale, a loro volta, altri scienziati, come Sakharov, proposero delle correzioni.
 
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E.C.
view post Posted on 28/1/2012, 19:04




Nell'affrontare i Cinque saggi filosofici del presidente Mao, ho riscontrato una frase di cui non sono riuscito a sviscerarne il contenuto:

''Nel mondo vegetale e animale, la semplice crescita, lo sviluppo quantitativo è provocato principalmente dalle contraddizioni interne''.


Trattandosi del basilare principio dialettico secondo il quale le contraddizioni interne della materia (e di tutti i fenomeni) sono la causa fondamentale del suo sviluppo, non è questo che non mi è chiaro.
Mi piacerebbe però avere un approfondimento specifico sul caso esposto per quanto concerne quali sono le contraddizioni pratiche, nel mondo vegetale e animale, a causa delle quali può aver luogo la sua crescita (il suo sviluppo quantitativo).

Vi ringrazio per le eventuali future risposte.
 
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view post Posted on 30/1/2012, 00:31
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ecco la cruda verità proletaria sul fattore interno che determina lo sviluppo quantitativo nel mondo animale:

Attached Image: hedghog

hedghog

 
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E.C.
view post Posted on 30/1/2012, 18:08




QUOTE (primomaggio1945 @ 30/1/2012, 00:31) 
ecco la cruda verità proletaria sul fattore interno che determina lo sviluppo quantitativo nel mondo animale:

Chiaro e conciso :lol:
Mi sorge comunque una questione di rimando: per quale motivo viene allora usato da Mao, in questo caso, il termine contraddizione? In cosa consiste la natura contraddittoria di tale fenomeno?
 
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Klim Voroshilov
view post Posted on 30/1/2012, 18:51




Un esempio di contraddizione nel mondo organico animale è quella tra la neccessità di nutrimento e l'impossibilità di farlo tramite il proprio ambiente interno: da questa contraddizione ha origine l'alimentazione degli essere viventi eterotrofi.

Riguardo all'applicazione dei cambiamenti quantitativi nell'evoluzione, si può dire che un cambiamento è quantitativo quando non modifica l'essenza di un essere vivente, non lo porta ad evolversi in qualcosa di sostanzialmente diverso, in un'altra specie.
 
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view post Posted on 1/12/2021, 20:12
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testo molto bello
 
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view post Posted on 13/12/2021, 11:48

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Non sapendo se è la discussione giusta, vi propongo letture sul tema del "binary proletariat" (non me lo fa linkare).

Oltretutto una precisazione doverosa sul materialismo dialettico e storico, già intuita dal baffone ma utile da ripetere per ricordarsela.
Non sta scritto da nessuna parte che la materia "inevitabilmente" procede verso stadi superiori "rivoluzionandosi", ma non è proprio vero oggettivamente. Innanzitutto, nelle scienze "rivoluzione" è un termine attribuibile solo ad introduzioni esogene artificiali (rivoluzione medica, rivoluzione scientifica, etc etc). La materia, in natura, reagisce. Non esistono "rivoluzioni dentro la materia", ma solo reazioni. L'evoluzione della materia non porta a nessun risultato certo "per natura", anzi, è molto probabile che venga a decadere. "Rivoluzione" è tutto ciò che, attraverso l'intervento umano dall'esterno, può essere artificialmente portato a stadi superiori.

La materia può anche morire, decadere, scomporsi. "Per natura" si sono estinte molte specie, e anche gli stessi esseri umani, se fatti ritornare alle tendenze di istinto (come vuole la ricerca sociale neoliberale), si estinguono: la materia umana può benissimo decadere.
Quindi nel socialismo e nel comunismo non c'è niente di "inevitabile" in natura: quello che è inevitabile è la necessità del comunismo come unico modo per salvare la materia (in questo caso l'essere umano, ma anche ambiente, ecc ecc) dal decadimento.

Nell'Ottocento, quando la società europea e nordamericana consolidavano il capitalismo, in alcune parti del mondo esistevano ancora le tribù, le danze animiste, i cannibali. Semmai è vero che, laddove si inneschi un processo rivoluzionario, è più facile farlo proseguire. Esistono tre concezioni della storia evolutiva dell'umanità:

1) Provvidenziale: l'evoluzione è un processo verticale, verticale. Concezione tipica delle religioni monoteiste e delle società fortemente gerarchiche. Le masse sono un "gregge" da educare verso una "retta via". Era la concezione storica delle società pre-capitalistiche e, oggigiorno, di quelle ancora parzialmente feudali o imperiali.
2) Ciclica: l'evoluzione è un processo orizzontale e ciclico, come tanti cerchi concatenati. La struttura si ripete in eterno, e a cambiare sono solo la "cultura" e istanze sovrastrutturali. E' la concezione storica della società borghese.
3) "Spiralica" (ovvero marxista): l'evoluzione è un processo paragonabile a una spirale che procede da uno stadio più piccolo espandendosi via via fino a uno più largo e alto. L'avanguardia catalizza il processo di sviluppo.
Eppure, senza questa avanguardia, il mondo può anche contrarsi: la storia "peggiora", come una struttura molecolare che può disgregarsi se lasciata in balia dell'ambiente circostante e delle incertezze del caso.

Qui Cohen ha scritto alcune riflessioni interessanti sul materialismo storico, da prendere con le pinze, ma la riflessione sull'inevitabilità della necessità è sua.

Edited by MK23 - 13/12/2021, 15:58
 
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view post Posted on 13/12/2021, 17:19

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QUOTE (MK23 @ 13/12/2021, 11:48) 
Non sapendo se è la discussione giusta, vi propongo letture sul tema del "binary proletariat" (non me lo fa linkare).

credo i link non funzionino se non hai scritto almeno 5 o 10 post (non ricordo esattamente il numero)


QUOTE
Non sta scritto da nessuna parte che la materia "inevitabilmente" procede verso stadi superiori "rivoluzionandosi", ma non è proprio vero oggettivamente. Innanzitutto, nelle scienze "rivoluzione" è un termine attribuibile solo ad introduzioni esogene artificiali (rivoluzione medica, rivoluzione scientifica, etc etc). La materia, in natura, reagisce. Non esistono "rivoluzioni dentro la materia", ma solo reazioni. L'evoluzione della materia non porta a nessun risultato certo "per natura", anzi, è molto probabile che venga a decadere. "Rivoluzione" è tutto ciò che, attraverso l'intervento umano dall'esterno, può essere artificialmente portato a stadi superiori.

I professori considerano Hegel come un "cane morto" e predicando essi stessi l'idealismo, ma un idealismo mille volte più meschino e banale di quello hegeliano, alzano con sprezzo le spalle a proposito della dialettica, e i revisionisti si cacciano dietro a loro nel pantano dell'avvilimento filosofico della scienza, sostituendo alla dialettica "sottile" (e rivoluzionaria) la "semplice" (e pacifica) "evoluzione".
Lenin, Marxismo e revisionismo (1908)

L'evoluzione e' un accumulo quantitativo che ad un certo grado di sviluppo puo portare ad una rivoluzione, un salto qualitativo. Cianciare di evoluzione dimenticando il momento rivoluzionario e' antidialettico.

Se si prende l'evoluzione animale, ad un certo numero di generazioni si verifica un salto qualitativo rivoluzionario che distingue una nuova specie dalla vecchia, o che distingue nuove specie fra loro. In particolare per esempio ad una certa generazione un gruppo puo perdere la capacita di riprodursi con un altro gruppo, a questo punto una nuova specie e' sorta.

Infine se l'uomo puo compiere rivoluzioni nella natura, modificandola attraverso il lavoro, e' solo perche la natura contiene gia in se' le condizioni di una rivoluzione, e questo e' possibile solo per via della "dialettica della natura" ossia la natura e' dialettica gia di suo e non necessita dell'uomo per diventarlo.

Edited by k7ygd - 14/4/2022, 13:02
 
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