Comunismo - Scintilla Rossa

Le masse fanno la Storia?, Sul Soggetto

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matteo.morganti
view post Posted on 7/7/2009, 21:41




Potrei continuare all'infinito a porre domande e continuerei a ricevere risposte che continuerebbero a non centrare mai il problema. Qui non c'entra l'intelligenza di nessuno, è solo che siamo di fronte ad una domanda impossibile perchè pone un problema corretto, ma richiedendo concetti nuovi per essere risolto, questo concetto nello stesso tempo richiede una nuova domanda, e questa è la risposta alla domanda impossibile "sono le masse che fanno la storia?"
CITAZIONE
La lotta delle classi è il motore della storia (Il Manifesto)

Si vede qui che c'è un nuovo problema: non si parla più di Soggetto, ma di motore della storia. Integrandola con l'altra risposta
CITAZIONE
Le masse fanno la storia

si ottiene questo risultato:
CITAZIONE
Le masse fanno la propria storia, ma non la fanno in modo arbitrario, in circostanze scelte da loro stesse, bensì nelle circostanze che esse trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalla tradizione (Il 18 Brumaio)

Da qui il percorso è tracciato: ci sono agenti che fanno la storia in circostanze date, quindi è scorretto parlare di Soggetto (il dire soggetti non cambia in niente il problema), perchè è una categoria idealistica che presuppone un rapporto di causa-effetto diretto-immediato, un Soggetto appunto che sia l'Origine della Storia.
 
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chiarastra
view post Posted on 7/7/2009, 21:51




quando la classe borghese ha soppiantato la classe feudale non era una massa, eppure ha fatto storia, ha portato dei cambiamenti pur essendo una minoranza, mentre i poveri che in quel periodo storico erano una "massa"non avevono una forza di movimento.
 
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matteo.morganti
view post Posted on 7/7/2009, 22:29




Questa penso possa essere la traccia su cui lavorare per comprendere un elemento importante della teoria marxista: le masse (non tutte, solo che hanno la potenzialità di unire in un unico schieramento la maggioranza degli sfruttati) fanno la storia, ma non ne sono il Soggetto, anzi la Storia ha solo un motore che è la lotta di classe, perciò è un processo senza Soggetto nè Fine(i); questo non vuol dire sottovalutare gli uomini reali, anzi vuol dire comprendere quale tipo di uomini abbiamo di fronte, allora gli uomini concreti non sono il punto di partenza, ma il punto d'arrivo, e il punto di partenza è l'analisi della struttura sociale (infrastruttura + sovrastrutture), analizzata correttamente questa si verranno a scoprire anche le forme di soggettività che richiede per poter riprodurre continuamente i propri presupposti, perciò è scorretto parlare anche di soggetti (plurale) perchè gli uomini sono agenti della storia, che si fa tramite di essi, ma sotto condizioni materiali ben determinate; ma c'è un bel problema se ci si ferma a questo punto: non sono gli uomini il motore della storia, ma le classi, allora è lì che dobbiamo indagare per capire quale classe il sistema produttivo elegge a proprio becchino, ma ciò che è ancora più importante è la lotta delle classi, da cui le classi derivano, e non viceversa le classi accidentalmente si scontrano in una lotta, perchè è la contraddizione il motore, ed i suoi contrari sono derivati e secondi, quindi occorre anche analizzare il campo della/e classe/i avversaria/e... ecco tutto.
 
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view post Posted on 7/7/2009, 23:20
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compagno

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Comunismo . Scintilla Rossa

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Non mi piace - posso dirlo? - il tono dottorale del professor filosofo e non mi piace il tono scolasticamente succube delle risposte dei compagni.
Detto ciò. ad onta delle spiegazioni arcane del professor filosofo, mi permetto di postare alcuni chiari concetti del Presidente Mao:

Il popolo, il popolo soltanto, è la forza motrice, il creatore della storia.

"Sul governo di coalizione" (24 aprile 1945), Opere scelte di Mao Tse-tung, vol. III.

Bisogna comprendere che i veri protagonisti sono le masse, e noi siamo spesso ridicolmente infantili. Se non si comprendono queste cose, non si può acquistare nemmeno un minimo di conoscenza.
"Prefazione e poscritto ai Materiali per lo studio delle campagne (marzo-aprile 1941), Opere scelte di Mao Tse-tung, vol. III.
Le masse popolari sono dotate di un potere creativo illimitato. Esse sono capaci di organizzarsi e di rivolgere i loro sforzi in tutti i settori e in tutti i rami in cui esse sono in grado di investire la loro energia; esse possono impegnarsi nei compiti produttivi, in larghezza come in profondità, e così creare un numero crescente di opere utili al loro benessere.
Nota all'articolo "Una soluzione del problema della manodopera eccedente" (1955),

 
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Sgarra
view post Posted on 8/7/2009, 00:05




Forse, per la prima volta nella sua vita Marco ha detto una cosa giusta

 
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Il Quarto Stato
view post Posted on 8/7/2009, 00:20




CITAZIONE (Sgarra @ 8/7/2009, 01:05)
Forse, per la prima volta nella sua vita Marco ha detto una cosa giusta

OK! Il tuo turno quando verrà?
 
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Comandante Carlos
view post Posted on 8/7/2009, 00:38




CITAZIONE (matteo.morganti @ 7/7/2009, 22:20)
Schiavi e sotto-proletariato sono rispettivamente le classi più sfruttate, eppure non sono classi rivoluzionarie.

Non basta essere sfruttati per fare la rivoluzione. Bisogna anche essere consapevoli del proprio sfruttamento. Ci vuole la coscienza di classe

CITAZIONE (matteo.morganti @ 7/7/2009, 23:29)
Questa penso possa essere la traccia su cui lavorare per comprendere un elemento importante della teoria marxista: le masse (non tutte, solo che hanno la potenzialità di unire in un unico schieramento la maggioranza degli sfruttati) fanno la storia, ma non ne sono il Soggetto, anzi la Storia ha solo un motore che è la lotta di classe, perciò è un processo senza Soggetto nè Fine(i); questo non vuol dire sottovalutare gli uomini reali, anzi vuol dire comprendere quale tipo di uomini abbiamo di fronte, allora gli uomini concreti non sono il punto di partenza, ma il punto d'arrivo, e il punto di partenza è l'analisi della struttura sociale (infrastruttura + sovrastrutture), analizzata correttamente questa si verranno a scoprire anche le forme di soggettività che richiede per poter riprodurre continuamente i propri presupposti, perciò è scorretto parlare anche di soggetti (plurale) perchè gli uomini sono agenti della storia, che si fa tramite di essi, ma sotto condizioni materiali ben determinate; ma c'è un bel problema se ci si ferma a questo punto:

In che senso gli uomini sono agenti della storia???sembra quasi che ci sia una strada prefissata che la storia debba seguire per forza e che gli uomini siano impotenti davanti ad essa. Gli uomini (possano essere 2 o 100000000000 in base all'epoca e al paese) sono promotori della storia, sono le loro azioni e le loro scelte (dettate dai bisogni materiali) che determinano il susseguirsi degli eventi. Sono le loro pratiche che determinano i rapporti di produzione e di conseguenza anche le classi sociali. Le masse (intese come maggioranza della popolazione) diventano il soggetto della storia nel momento in cui hanno coscienza della propria condizione di subalternità (Italia del dopoguerra, Cinesi negli anni 50, il Venezuela oggi ecc).

CITAZIONE
non sono gli uomini il motore della storia, ma le classi,

Le classi sono formate da uomini che condividono il medesimo rapporto con i mezzi di produzione. Le classi sociali muovono la storia ok....qual'è la novità per un marxista??

CITAZIONE
allora è lì che dobbiamo indagare per capire quale classe il sistema produttivo elegge a proprio becchino,

i lavoratori (colletti bianchi, operai, contadini)....logicamente bisognerebbe anche studiare le varie sfacettature....ma come diceva marx prima la prassi e poi la teoria, meno chiacchere, soprattutto in questo periodo ;)

CITAZIONE
ma ciò che è ancora più importante è la lotta delle classi, da cui le classi derivano, e non viceversa le classi accidentalmente si scontrano in una lotta, perchè è la contraddizione il motore, ed i suoi contrari sono derivati e secondi, quindi occorre anche analizzare il campo della/e classe/i avversaria/e... ecco tutto.

non ho capita bene che intendi
 
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fumino
view post Posted on 8/7/2009, 01:07




Morganti è un po' come un artista moderno:
-o dici che è intelligentissimo e non lo si può capire
-o dici che spara un sacco di stronzate
:lol:

Comunque io non ho capito bene il succo del discorso, mi accodo a Carlos per quanto ha detto
 
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chiarastra
view post Posted on 8/7/2009, 09:50




ma la massa cosa è?ora, in questo periodo storico?

 
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Visitor Q
view post Posted on 8/7/2009, 12:51




La massa è vittima, ora come ora, vittima incosciente.
 
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cizikov
view post Posted on 8/7/2009, 13:16




mi sembra evidente che la classe predestinata o cmq diciamo potenzialmente rivoluzionaria e quindi pronta a rispondere all'appello del destino è quella che non ha nulla da perdere (se non le proprie catene mi verrebbe da dire) e molto da guadagnare,quella classe progressista o rivoluzionaria che è incompatibile col sistema sociale-produttivo strutturale-infrastrutt. vigente
 
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matteo.morganti
view post Posted on 8/7/2009, 20:34




CITAZIONE
Non mi piace - posso dirlo? - il tono dottorale del professor filosofo e non mi piace il tono scolasticamente succube delle risposte dei compagni.
Detto ciò. ad onta delle spiegazioni arcane del professor filosofo, mi permetto di postare alcuni chiari concetti del Presidente Mao:

Qui di dottore c'è solo chi si limita alle citazioni (stesso lavoro dei medici, prescivono ricette pur di non curare il malato, togli il malato e metti problematica teorica, togli ricette e metti citazioni, togli medico e metti Carre....e tutto torna); stesso discorso per la scolastica (che forse Carre non ha mai compreso e dice questa parola per farsi bello o perchè gli dà un tono da macho, o entrambe le cose assieme, ricordo a Carre che scolastico è chi si limita a riportare sentenze altrui senza degnarle di critica, e lo scolastico è molto vicino al succube ...). Detto questo. Capisco che Carre è uno scoliasta e dietro ad una cattedra tutto sembra lineare e semplice (quanto sono sempre stati faciloni i socialisti da cattedra!), ma dietro alle parole (e specialmente dietro ai concetti) c'è la vita (oltre a scoliasta è anche un accanito idealista, che come il servo della favola è 2 volte sciocco perchè non sa nemmeno d'esserlo, ecco dove va a finire la vecchia teoria che il buon Carre vorrebbe raccontare ai giovani sulla filosofia come contemplazione.... eh caro scoliasta, se la filosofia fosse questo, Marx non avrebbe mai criticato Hegel e Lenin il suo Mach o Engels il suo Duhring; la filosofia è lotta di classe nella teoria e le cattive filosofie - come la tua - danneggiano la lotta di classe perchè la rallentano, quando - come nei momenti di difficoltà attuale - non la fanno addirittura indietreggiare; quanto idealismo va ancora spazzato via dai materialisti che si credono tali) e per questo si può ben dire che la teoria di Marx è rivoluzionaria (Gaston Bachelard diceva rottura epistemologica, ma rivoluzione rende meglio il senso che sto per spiegare), e come tutte le rivoluzioni è esposta ad attacchi, ad indietreggiamenti, a balzi in avanti accelerati che si lasciano dietro un retroterra vergine da riempire; queste non sono parole, ma sono le armi della critica; e come tutte le rivoluzioni è legata al sangue, a tragedie (anche personali), come ogni lotta viene al mondo grondante sangue e sudore da tutti i pori (ecco cosa c'è dietro alla teoria, altro che contemplazione, al massimo i Carre possono contemplare i cimiteri dei nostri morti, ma non una landa di pace); come ogni rivoluzione non vince mai al primo attacco, ma dopo ripetuti tentativi pagati a caro prezzo, e qual è il prezzo per la teoria? Naturalmente i continui ripensamenti, le correzioni, le imprecisioni, le indecisioni, le incompletezze (tutte +/- necessarie). Questa era la precisazione doverosa per spiegare cosa vuol dire fare teoria a favore del proletariato.
Ora sull'argomento. Perchè ho scelto di porre una domanda? Per mostrare nel minor spazio possibile il percorso che ha portato Marx ha elaborare una teoria totalmente nuova che riguarda la soggettività e la sua funzione della storia; le risposte (non era difficile prevederlo) hanno ripercorso esattamente il percorso intellettuale che ha segnato l'intera vita di Marx, questo è il modo in cui si elaborano le conoscenze: ci si pone una domanda e quando la soluzione non soddisfa la prova dei fatti, allora si deve riposizionare il problema ponendo una nuova domanda.......e così di seguito fino alla soluzione (quando arriva, e non sempre arriva ed anzi spesso è un lavoro collettivo che solo può darci la risposta adeguata). Marx si pone proprio quella domanda per tutto l'arco della sua vita: chi fa la storia? E si dà diverse risposte.
1) In età giovanile pensa da buon liberale che sia l'uomo a fare la storia;
2) Passando dalla parte della democrazia radicale ritiene siano le masse a fare la storia;
3) Passando al comunismo piccolo-borghese precisa il termine masse con quello di proletariato;
4) Passando al comunismo proletario ...?
C'è un problema: nel mezzo di questi passaggi teorici c'è la tragedia della vita dell'Europa del suo tempo (dalla repressione dei moti del '48 alla Comune di Parigi del '71) con tutta la scia dei morti proletari, e le azioni sbagliate dei partiti operai; qui Marx compie il proprio capolavoro (con uno spirito d'autocritica che non ha eguali) e porta dei concetti totalmente nuovi che rivoluzionano l'epistemologia (la "filosofia" della scienza, il "metodo" scientifico, il "modo" di fare scienza); è un rivoluzione pari a quella di Darwin (con il suo "evoluzionismo", che è un termine errato), di Galileo, di Einstein, di Freud ... scoperte che distruggono tutto il sapere costituito. Dove sta una delle tante rivoluzioni marxiane? Prima di Marx si era soliti discutere attorno ad un problema centrale: chi è il soggetto della storia? Marx risponde con un concetto che sembra paradossale: è un Processo senza Soggetto nè Fine(i), un concetto che ha tutti i requisiti per farsi odiare (e Carre da buon esponente del senso comune ci è cascato dentro al volo, come una carpa dopo che il pescatore ha "pasturato" per bene). Sì le masse fanno la storia, e queste masse non sono masse qualsiasi, sono le masse raccolte attorno alla classe sociale che di volta in volta è il "lato cattivo" della contraddizione costituente il determinato modo di produzione; ma tutto questo non fonda nessun Soggetto (che non può esserci perchè nel movimento del modo di produzione non si tratta di rapporti di causa-effetto immediati e lineari, sull'esempio del ti do un pugno, ti si gonfia la guancia) e non fonda nemmeno una pluralità di soggetti individuali; niente di tutto questo. Marx è sorprendente perchè afferma e nega: c'è una classe "eletta" che di volta in volta è il becchino di un modo di produzione, ma ci ammonisce su alcune paroline che sembrano innocenti, parole come: secondo le determinate circostanze, non la fa immediatamente, non sono liberi di farla a loro piacimento ... e attributo principale di ogni Soggetto è quello d'essere libero di fare ciò che vuole, qualcosa non torna: la classe rivoluzionaria di volta in volta fa la storia ma non è il soggetto e non è nemmeno libera? Intanto è il modo di produzione determinato storicamente che crea le proprie forme di individualità (il medioevo necessitava dei cavalieri erranti, il capitalismo dei banchieri erranti), perciò il proletariato è l'agente del modo di produzione, è il supporto (Trager) adeguato a questo modo di produzione (perciò è il proletariato che farà la rivoluzione e non i cavalieri erranti, perchè quelli non sono più adeguati); e sulla libertà? Il proletariato ha una sola libertà (come da sempre e per sempre): è libero di conoscere la necessità (guardate ogni singola parola di questa frase perchè serve a demolire quasi tutta la filosofia vecchia, e la si demolisce per davvero): siamo liberi (quindi possiamo scegliere e poi agire di conseguenza), di far cosa? di apprendere-conoscere-di fare scienza ..., di apprendere cosa? qual è il solo modo per cambiare lo stato di cose esistente (in tutte le pratiche è così, io sono libero di prendere a testate una porta per aprirla, ma la conoscenza mi insegna che per aprirla basta far pressione sulla maniglia), posso scegliere di non organizzarmi in sindacato, di non organizzarmi in partito comunista, di non far evolvere la lotta di classe economica in lotta politica ... ma la pratica ha insegnato che questo è necessario fare per l'oggetto in questione (rivoluzionare il capitalismo).
 
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matteo.morganti
view post Posted on 8/7/2009, 20:51




Appena avrò tempo metterò a confronto alcune citazioni celeberrime del marxismo-leninismo per mostrare come sono tutto tranne che conosciute se lette alla lettera come crede di fare Carre, sono tutto tranne che semplici perchè ricordo che il marxismo è la scienza della rivoluzione ed ogni rivoluzione non può che portare nuovi concetti (come ricordava Engels nella Prefazione al Libro II (se non erro) del Capitale: ogni scoperta scientifica rivoluzione alla lunga anche il linguaggio), e se alcune scienze possono procedere quasi tranquillamente senza destare preoccupazione per la classe dominante, quando si parla di storia-economia-filosofia ... le scoperte scientifiche sono ben poco accettate, perciò il linguaggio non è neutro, ma va letto in favore della classe che si vuol difendere (Carre difende il linguaggio borghese leggendo Marx da borghese con i concetti noti ai borghesi, ne prendo atto, basta dirlo, non c'è niente di male, ognuno fa il suo lavoro). Poi proverò a portare degli esempi in cui da problemi tecnici riguardanti l'accumulazione del Capitale alcuni compagni hanno estratto concetti filosofici generali di portata eccezionale che ci permettono di comprendere (retroagendo sui concetti borghesi di cui tutti siamo portatori) quelle frasi che sembrano così semplici (la semplicità non è mai all'inizio dell'esposizione scientifica, ma è sempre il risultato di un lungo processo di sintesi, perchè l'astratto è concreto in quanto sintesi-unità del molteplice, diceva Lenin). Basta un solo esempio (che a me è servito per non stupirmi dei paradossi a cui sto assistendo nello studio delle opere dei marxisti): il socialismo sarà o no il capovolgimento (inteso come trasformazione) del capitalismo? Certo, e allora prepariamoci a capovolgere la gran parte delle nostre conoscenze attuali perchè questo (il capitalismo) è un mondo totalmente capovolto, probabilmente siamo solo all'inizio delle scoperte che ci faranno balzare sulla sedia tanto sono lontane dalla nostra vita quotidiana. Ricordarsi sempre l'ammonimento di Hegel: ciò che è noto, non per questo è conosciuto, anzi proprio il presumerlo noto è il modo migliore per non conoscerlo!
 
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cizikov
view post Posted on 8/7/2009, 20:58




professor Morganti posso rivolgerle una domanda? assolutamente senza alcuna pretesa di sfottò o di presa per i fondelli.

Lei ha per caso già dato alle stampe delle sue opere? voglio dire dalla prolissità e lunghezza dei suoi scritti deduco una scoperta vena scrittoria il che mi induce a pensare che ,se non già fatto, lei sia quanto meno uno scrittore/storico marxista in erba.
 
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matteo.morganti
view post Posted on 8/7/2009, 21:13




La mia posizione è quella di un lavoratore molto precario che studia da ormai 10 anni il marxismo (5 molto intensamente); non sono professore di niente, non mi vanto d'essere laureato e ribadisco sempre ai giovani di non avventurarsi mai in università umanistiche perchè sono solo una perdita di tempo; è molto naturale scrivere di queste cose in modo abbastanza fluido (la complessità del testo è doverosa perchè non so con chi ho a che fare e cerco di procedere per perifrasi in modo da portare chi legge verso l'obiettivo con calma) perchè le tratto da parecchio tempo; è un modo per chiarirmi le idee perchè sono un convinto sostenitore del metodo collettivo nella critica delle teorie borghesi e per l'elaborazione di teorie marxiste; tutto qua. Se mi sarà concesso del tempo vorrei approntare uno studio su 2 temi che ritengo correlati per scrivere 2 volumi paralleli (che non pubblicherò ma metterò a disposizione di chi li vorrà, non è questo il mio lavoro, campo di altro), uno sulla transizione al socialismo bloccata in URSS dalla reazione capitalista degli anni '30-'40, l'altro sull'odierna forma dell'imperialismo monopolistico finanziario-transnazionale, perchè il problema della transizione e quello del modo di produzione vanno sempre a braccetto. Non sono nè scrittore, nè professore, nè insegnante, sono solo un marxista che difende l'ortodossia marxista-leninista, questo voglio essere e questo cerco di essere (e difendere vuol dire lotta di classe, perciò pratica rivoluzionaria in tutti i campi).
 
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50 replies since 7/7/2009, 19:32   1164 views
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